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Hi-end allo stato puro

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Hi-end allo stato puro
Accademia
dell’audio
di Roberto Pallocchia
Hi-end allo stato puro
Costruiti a mano, fuori dagli schemi convenzionali,
cercando una riproduzione musicale senza compromessi, i Ground Zero Plutonium Reference
sono la pura rappresentazione di quello che si definisce audio hi-end.
D
iventato oramai di uso comune,
il termine anglofono high-end,
abbreviato hi-end, si riferisce a
quei prodotti per la riproduzione audio
musicale che puntano a soddisfare la richiesta più estrema ed esigente in termini
qualitativi. A tal fine vengono adottate le
tecnologie ed i materiali ritenuti più adatti
per raggiungere il risultato desiderato, indipendentemente dalle difficoltà di produzione e dal costo, che inevitabilmente finisce per essere molto elevato. I costruttori
che operano in questo settore seguono
spesso filosofie di progetto assai originali,
talvolta anche divergenti tra loro, e il più
delle volte negano valore ai test di laboratorio. Quel che conta, dal loro punto di vista, è esclusivamente la soddisfazione
dell’utilizzatore finale, e questa non si misura in laboratorio ma, al massimo, può
essere simulata con prove d’ascolto. In
questo caso resta il problema della sog-
gettività delle valutazioni espresse, per cui
l’unico modo veramente valido per approcciare i prodotti hi-end è quello di effettuare delle prove in prima persona. Per
fortuna dietro il marchio Ground Zero c’è
un costruttore abbastanza illuminato da
non sfuggire alle valutazioni oggettive e
soggettive di terze parti; evidentemente è
sicuro del fatto suo e, guarda caso, sia i
test di laboratorio sia quelli d’ascolto da
noi effettuati danno ragione dell’ottima
qualità dei suoi prodotti. In questo caso ci
riferiamo, ovviamente, a quelli che rappresentano il vertice assoluto della sua produzione per l’audio di qualità, ossia i componenti della serie Plutonium Reference.
Ciò non toglie che anche i prodotti delle linee indirizzate alle competizioni SPL e
all’alta efficienza raggiungano sovente
l’eccellenza assoluta, ma in quel caso gli
obiettivi sono molto diversi e riguardano
essenzialmente la capacità di gestire
GROUND ZERO
PLUTONIUM REFERENCE
GZPW 18 - GZPT 28
GZPX 2 WAY
Woofer da 180 mm,
tweeter a cupola da 28 mm,
crossover passivo 2 vie
Distributore per l’Italia: Evolution Car Audio,
Ankaraska cesta 7A, 6000 Koper, Slovenia; Audioxplus, Viale Marconi 20, 87100 Cosenza.
Tel. 0984 37628
Prezzo: GZPW Ref.18 euro 1.499,00; GZPT Ref.
28 euro 999,00; GZPX Ref. 2 Way euro 899,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE
GZPW Reference 18
Diametro nominale: 180 mm. Châssis: antirisonante in “Stabilit”. Magnete: ibrido ceramico +
neodimio. Equipaggio mobile: cono composito
in carta, bobina 25 mm in rame su supporto in
alluminio. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Sensibilità: 85,4
dB/m. Risposta in frequenza: 40 Hz-3 kHz. Re:
3,6 ohm. Fs: 42,7 Hz. Qms: 3,33. Qes: 0,84. Qts:
0,67. Vas: 24,5 litri. Mms: 15,3 g. BL: 4,2 Txm.
Foro di montaggio: Ø 157 mm. Profondità di
montaggio: 70 mm. Volume consigliato: 15 litri
cassa chiusa, 25 litri cassa reflex, condotto Ø
5 cm, lunghezza 5 cm
GZPT Reference 28
Châssis: alluminio. Equipaggio mobile: cupola
in seta con trattamento speciale doppio strato,
bobina 28 mm in rame su supporto in alluminio. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Risposta in frequenza:
1,5-30 kHz. Fs: 600 Hz
GZPX Reference 2 Way
Numero vie: 2. Frequenza di taglio: selezionabile
2,0-2,8 kHz. Pendenza di taglio: 6 dB/ott. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Induttori: in rame a nastro.
Condensatori: Mcap Supreme e ZN. Resistori:
M-Resist Supreme. Controlli: livello tweeter +2,
0, -2, -4 dB. Dimensioni: 172x142x53 mm
48
ACS AudioCarStereo n. 212
Accademia
dell’audio
Caratteristica
saliente del GZPW
18, l’estrema
ariosità della
struttura portante
che sostituisce il
classico cestello.
pressioni acustiche e correnti elettriche
mostruose.
Tornando agli altoparlanti “hi-end” della serie GZP, oltre a presentare delle soluzioni
costruttive molto originali essi permettono
di realizzare diverse combinazioni di sistema, essendo tutti disponibili come componenti separati. Nei fatti non esiste in commercio un kit Plutonium Reference preconfezionato ma, partendo dal tweeter con cupola da 28 mm GZPT 28, è possibile configurare un sistema come meglio si crede,
accoppiandolo al medio da 100 mm GZPM
100, al mediobasso GZPK 180 o al woofer
GZPW 18. Le combinazioni di altoparlanti
che si possono realizzare vanno dal due vie
senza sub (sfruttando la buona estensione
e presenza in gamma bassa del woofer
GZPW 18 se inserito in un box di adeguato
volume), a più complessi sistemi a due vie
più sub o a tre vie, aggiungendo il medio da
100 mm. Tutti gli altoparlanti sono progettati per lavorare sia in modalità attiva (“fullactive”), sia in modalità passiva, in combinazione con il filtro crossover GPZX Reference 2 Way, appositamente costruito per
Ground Zero dalla Mundorf, nota azienda
tedesca leader nella produzione di componenti elettronici passivi di altissima qualità
per impiego audio. Il sistema in prova, formato dal tweeter GZPT 28, dal mediobasso GZPW 18 e dal filtro GZPX 2 Way, realizza un kit dal prezzo non certo economico ma, come vedremo, del tutto giustificato dalla qualità della loro costruzione.
Trattandosi di componenti preziosi, viaggiano tutti ben protetti in solide casse di legno. Estratte le viti e tolto il coperchio della
più grande, si mettono in luce due woofer
da 180 mm, dai coni neri e lucidi come dischi in vinile, corredati da griglie metalliche.
Al primo contatto si rimane sorpresi dalla
particolare struttura del cestello, che in effetti cestello non è. Esso è costituito da
quattro colonnine di metallo che uniscono
ACS AudioCarStereo n. 212
punto di ascolto con un
angolo compreso entro
±15 gradi, sia in senso
verticale sia orizzontale.
Questo significa che il posizionamento in abitacolo va curato facendo attenzione al raggiungimento di
questi obiettivi.
Non potendo soddisfare nella mia auto tutte queste condizioni, ho deciso di effettuare un doppio ascolto. Il primo in casa, per
saggiare le potenzialità del sistema posizionando gli altoparlanti in due diffusori di
prova, in modo da soddisfare l’esigenza di
mantenere entro i ±15 gradi il punto di
ascolto del woofer e del tweeter, ed in un
secondo momento trasferendo tutto in auto, per verificare il sistema in un ambiente
ostico per il quale è stato progettato.
la flangia esterna (quella con i fori di fissaggio dell’altoparlante) ad una singolare flangia interna, di forma squadrata, accoppiata alla piastra polare superiore del gruppo
magnetico. In questo modo si lascia ampio
respiro alla faccia posteriore del cono e si
evita la realizzazione di uno stampo per il
cestello.
Una soluzione brillante che tuttavia non permette l’inserimento diretto del corposo altoparlante nei tipici fori da 142 mm delle predisposizioni presenti nelle porte, normalmente
adatti per componenti da 165 mm. La differenza non è abissale, e si potrebbe pensare
che siano sufficienti delle semplici smussature praticate in corrispondenza delle quattro colonnine, ma se si vuole eseguire un
montaggio accurato, come merita la qualità
dei componenti, è opportuno realizzare appositi supporti adattatori.
Poco male, anche perché nell’installazione
c’è da soddisfare una condizione primaria,
indicata nel manuale del crossover, secondo cui per garantire la migliore qualità della
resa sonora i centri di emissione degli altoparlanti devono essere orientati verso il
Un primo ascolto
Devo dire che non ci ho messo molto a regolare il flessibile crossover passivo dedicato al sistema, aiutato anche dalle indicazioni fornite a corredo dal manuale del filtro
che suggerisce le migliori regolazioni in
funzione del posizionamento adottato.
Mi aspetto un suono tipico di scuola “tedesca”, ossia asciutto e un po’ duro, con il
tweeter che rende bene i dettagli ma “spara” sui 10 kHz e alla lunga può risultare
stancante, almeno per me. Invece devo dire che il sistema risponde bene, no, anzi,
molto bene, con un eccellente amalgama
ed una ricchezza di dettaglio notevole. Un
comportamento eccezionale, tanto che
ascoltando molti dei miei brani in HD, ripresi direttamente dal vinile, vengono fuori dei
transienti eccezionalmente dinamici, compresi i tic e i toc presenti nel solco, che con
altri sistemi quasi sparivano. Nello stesso
modo vengono fuori molti più dettagli e
particolari minuti; noto allora che anche il livello delle sibilanti è eccessivo. Eccolo qui,
il tweeter comincia a mostrare quella impostazione di suono alla tedesca che a me
Il crossover GZPX Reference 2
Way è un capolavoro di ordine
e perfezione.
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Woofer Ground Zero GZPW Reference 18
misure
RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V / 1 m:
MODULO ED ARGOMENTO DELL'IMPEDENZA:
PARAMETRI MISURATI
L’originale costruzione del cestello di questo woofer, un cestello praticamente costituito da
quattro colonnette metalliche,
permette di avere una risposta
in gamma mediobassa molto
pulita ed esente da ondulazioni
particolari. Gli inserti di irrigidimento della membrana consentono inoltre all’altoparlante
di esprimersi con un buon livello
fino alle alte frequenze, sia nella
rilevazione eseguita in asse che in quella fuori asse, pur esibendo un vistoso picco a 4.000 Hz in entrambe le condizioni.
Tanto dovrebbe bastare a decidere una frequenza di incrocio
molto alta ma appena inferiore al citato picco di break-up.
Poco male, visto che anche il tweeter di questo sistema consente di scendere in buona sicurezza. Insomma, questo è uno
dei pochi casi in cui si ha una buona libertà di scelta per quanto
riguarda l’incrocio, in modo da poter adattare facilmente il sistema alle caratteristiche dell’abitacolo da sonorizzare. La variazione di modulo all’aumentare della frequenza non provoca
grosse complicazioni a livello di filtro crossover, così da non richiedere particolari compensazioni esterne al filtro passa-basso
che nelle simulazioni è venuto su abbastanza secco, con una
induttanza ed un condensatore. Anche un primo ordine acustico
Fs = 48,147 Hz
Re = 3,85 ohm
Dia. = 133 mm
Vas = 17,369 litri
Mms = 16,955 grammi
Cms = 0,64 mm/N
Qts = 0,803
Qms = 3,253
B x L = 4,304
50
DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA
ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL
MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA:
(per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%)
è possibile, grazie ad una sola induttanza ed una vigorosa cella
notch che smorza il picco ad alta frequenza. Accade, non a
caso, quando la membrana non emette break-up continui e
quando l’andamento fuori asse è ben regolare senza alcuna
vistosa alterazione del comportamento. La risposta fuori asse,
anche oltre i 45° visualizzati, è infatti molto pulita, così che se
la frequenza di incrocio è scelta con saggezza si ottiene l’invidiabile condizione di una risposta fuori asse molto simile a
quella diretta, con una discreta semplificazione tra il canale sinistro e quello destro per ottenere una risposta quanto più simile. La distorsione a 100 decibel di pressione media è quasi
da manuale, con la terza armonica che all’aumentare della
frequenza scende molto più in basso della seconda, che invece
ha un andamento quasi costante attorno all’uno per cento, un
valore abbastanza limitato. Oltre ai 1.000 Hz le due componenti più basse risalgono in maniera visibile, probabilmente a
causa delle interazioni tra membrana e sospensione, seguite
ad una certa distanza dalle due armoniche di ordine superiore.
Dal punto di vista dell’interfacciamento elettrico vediamo una
discreta risalita del modulo dell’impedenza all’aumentare della
frequenza, indicatore di una induttanza non limitata da eventuali anelli di cortocircuito. La risonanza di 48 Hz, il fattore di
merito totale non basso ed il limitato valore del Qms identificano il componente nella sua destinazione d’uso in portiera,
magari dotato di un buon passa-alto attorno ai 70-80 Hz.
Gian Piero Matarazzo
ACS AudioCarStereo n. 212
Tweeter Ground Zero GZPT Reference 28
misure
RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V / 1 m:
DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA
ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL
MODULO ED ARGOMENTO DELL'IMPEDENZA:
MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA:
(per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%)
L’altoparlante sotto test rappresenta un’eccellente dimostrazione
di come deve essere realizzato un tweeter per abitacolo, almeno
nell’accezione pura delle rilevazioni strumentali. Iniziando dal grafico di impedenza possiamo notare come la risonanza sia particolarmente bassa, alterata invero dalla cavità di decompressione
posteriore che può essere “accordata” alla stregua di una vera e
propria camera reflex, anche se con una quantità elevata di perdite per assorbimento. L’aumento del modulo all’aumentare della
frequenza appare molto contenuto e ciò consente un andamento
del filtro crossover più prevedibile oltre la frequenza di incrocio,
specialmente quando la rete di filtraggio contempla un resistore
in serie per attenuare il livello di emissione. La frequenza di incrocio
più bassa possibile senza mettere in crisi il trasduttore può essere
desunta dalla misura della distorsione armonica, tenendo presente
l’andamento della terza armonica alle frequenze più
basse. Come possiamo vedere dal grafico, al di sotto
dei 1.200 Hz la terza armonica è notevole, maggiore
anche della seconda. Dopo
tale frequenza le armoniche
di ordine superiore si abbassano drasticamente fino a
sparire, mentre la seconda si
mantiene su valori abbastanza contenuti. Notiamo attorno ai 5 kHz che la terza
armonica si risolleva fino ai
valori assunti dalla seconda, Il tweeter è orgogliosamente “manufatto
ma comunque nelle vici- in Germania”. La griglia è tenuta in
posizione dal campo magnetico.
nanze dello 0,32%, un valore molto ridotto. La risposta della cupola mostra un andamento in salita, leggermente perturbato
dalla griglia metallica nella ripresa in asse. Ai fini dell’interfacciamento con l’abitacolo vi faccio notare la risposta ottenuta a 45°
fuori asse, che potete vedere essere molto regolare fino all’estremo superiore, senza enfasi localizzate né esitazioni. Ciò comporta un posizionamento ed un filtro crossover molto oculato,
senza enfasi notevoli in gamma altissima vista la buona risposta
del trasduttore fuori asse. La MOL avvalora una frequenza di incrocio ragionevolmente vicina ai 2.000 Hz e lo fa dimostrando
che da questa frequenza a salire la massima pressione indistorta
è letteralmente appiccicata ai 115 decibel, limitata nei primi terzi
di ottava soltanto dalla presenza delle seconde armoniche del
doppio tono di prova.
Gian Piero Matarazzo
I terminali di collegamento sono
dorati e differenziati per i due poli.
Cupola da 28 mm in seta
trattata per il tweeter.
Accademia
dell’audio
non convince. Decido
allora di regolare il filtro
sulla posizione +2, che
di fatto bypassa le resistenze di attenuazione, ed
imposto la curva dell’equalizzatore parametrico con una attenuazione di 3
dB sulla gamma del tweeter, oltre ad una
ulteriore attenuazione di 3 dB centrata a
10 kHz dal Q molto alto (F
Fig. 1) per attenuare l’effetto delle sibilanti. Il sistema ringrazia. Ora le voci ed i cori sono maggiormente amalgamati e si beneficia di una eccellente ariosità e ricchezza di dettaglio,
che con la particolare equalizzazione realizzata non viene intaccata, e questo è
davvero stupefacente; con i brani in alta
definizione si gode di una libertà di espressione davvero insolita per un tweeter a cupola di grande diametro, essendo questa
caratteristica più nelle corde di un ottimo
componente a nastro.
Altra cosa che stupisce è la definizione della gamma bassa e mediobassa che risulta
asciutta e senza il minimo cenno di coda o
rimbombo, tanto da sembrare assente per
quanto controllata sia. Belle e reali le piccole percussioni, con il vibrare delle pelli
che presenta un decadimento naturale,
mentre veloce è il transiente di attacco, segno che il woofer è dotato di una eccellente risposta agli impulsi. Sarà difficile a questo punto accoppiargli un sub altrettanto
veloce!
Insomma un ascolto assolutamente lusinghiero, per un sistema che fa apprezzare la
musica senza obbligare ad estenuanti sessioni di taratura per allineare l’emissione
dei componenti. Certo, queste erano le
impressioni in un ambiente casalingo, con
un posizionamento ottimale dei componenti rispetto al punto di ascolto, ma nessuno vieta di ottenerle anche in auto, dove
a questo punto il sistema è chiamato ad
offrire il meglio di sé in una installazione che
non metta in secondo piano nessuna voce. Ma di questo parleremo più avanti, prima passiamo ad esaminare i componenti.
Il woofer GZPW Reference 18
Del woofer GZPW 18 abbiamo già detto
che adotta una particolarissima struttura
portante, costituita da quattro colonnine in
Tra la piastra polare
superiore, cromata, e
quella di supporto del
cestello, in nero, sono
presenti delle
apertura semicircolari
per la
decompressione e
ventilazione della
bobina mobile.
La faccia posteriore
del cono presenta
lunghi baffi in
materiale smorzante.
alluminio che sostituiscono il classico cestello, lasciando la massima libertà di movimento all’aria mossa dal cono. La flangia
anteriore è realizzata in materiale antirisonante definito “Stabilit”. Lo stesso dicasi
per la piastra quadrata che sostiene il
complesso magnetico. Si tratta di una resina fenolica termoindurente composta, nel
caso della flangia quadrata, da 5 o 6 strati
dello spessore complessivo di 6 mm,
mentre quella esterna è spessa ben 9 mm.
Quest’ultima è rivestita internamente da
una guarnizione dalla finitura vellutata, che
ne migliora la tenuta. Le ottime caratteristiche di isolamento elettrico della resina
hanno permesso di fissare i terminali di
collegamento direttamente sulla piastra
quadrata di sostegno. Essi sono di tipo ad
innesto (Faston), dorati.
Anche la piastra polare superiore è di forma quadrata, ma più piccola rispetto a
quella di sostegno, in modo da lasciare
spazio a quattro aperture semicircolari
(una per lato) che permettono di arieggiare
la zona al di sotto dello spider.
Una realizzazione costruttiva di questo tipo
è sicuramente più semplice da attuare e
consente di ottenere il massimo di trasparenza anche dalla parte posteriore del cono, non essendoci alcun impedimento alla
libera circolazione dell’aria.
Ma vediamo come è realizzato il resto
dell’altoparlante, partendo dal cono che è
composto dall’accoppiamento di due
membrane di cellulosa diversamente trattata. Quella inferiore è in carta pressata e
cotta, su cui sono riportati cinque lunghi
Figura 1 - Bypassate
le resistenze di
attenuazione del
tweeter, l’intervento
dell’equalizzatore
parametrico permette
di riallineare il livello
di emissione e di
applicare una
attenuazione di 3 dB
centrata a 10 kHz e
dal Q molto alto.
“baffi” di colla che percorrono la superficie
dall’attacco della bobina fino al margine
esterno. Lo strato superiore è invece realizzato in polpa di cellulosa pressata, su cui
è applicato un trattamento smorzante sull’intera superficie, così come sul cupolino
parapolvere.
Il cono è incollato ad una sospensione
esterna in gomma butilica ed è pilotato nei
suoi movimenti da una bobina mobile da
25 mm, avvolta a mano con filo di rame su
di un formatore in alluminio.
Il retro dell’altoparlante è coperto da un
pannellino di spugna sintetica trattenuto in
sede da un anello in alluminio che riveste il
magnete per l’intera altezza. Dalle caratteristiche del costruttore apprendiamo che il
gruppo magnetico è composto da una soluzione ibrida, ceramico più neodimio. Non
potendo accedere all’interno dell’altoparlante, ipotizziamo la presenza di una pasticca al neodimio posta sul polo centrale,
con funzione di simmetrizzazione del campo magnetico, in aggiunta al consueto
anello in ferrite.
I parametri elettromeccanici dichiarati ci
parlano di un componente dalla bassa
sensibilità, 85,4 dB (1 W, 1 m), capace di
scendere in frequenza con una risposta
ben definita in fabbrica, visto che la risonanza è posta a 42,7 Hz ed il Qts è pari a
0,67. Il costruttore ne consiglia l’uso in volumi chiusi di almeno 15 litri o in cassa da
25 litri con condotto reflex da 5 cm di diametro per 5 cm di lunghezza. Con un Vas
di 24,5 litri non pensate di inserirlo in 4-5 litri chiusi ed ottenere estensioni da primato: la coperta in questo caso è sempre
troppo corta.
Il tweeter GZPT Reference 28
Il GZPT è un tweeter con cupola in seta da
28 mm su cui vengono depositati due strati di materiale smorzante; la bobina mobile
è dello stesso diametro della cupola ed è
avvolta con filo di alluminio rivestito in rame
per cercare di alleggerire il più possibile
l’equipaggio mobile.
ACS AudioCarStereo n. 212
Accademia
dell’audio
Un supporto troppo ravvicinato può introdurre
colorazioni in gamma media; per evitarle è opportuno
smussare con cura il bordo interno del pannello.
Il corpo del tweeter è rivestito da un cilindro in alluminio del diametro di 48 mm e alto 35 mm. Oltre a questo bisogna considerare lo spazio necessario al collegamento
elettrico, per il quale è presente una coppia
di Faston differenziati per polo. Le dimensioni totali non sono certo lillipuziane, ma
necessarie a contenere all’interno una camera di risonanza riempita con fonoassorbente che ha il compito di tenere bassa la
risonanza del tweeter. Il dato nominale è
infatti di appena 600 Hz.
Per evitare ostacoli alla dispersione del
suono, la flangia anteriore presenta due
svasature di raccordo, una che scende sino ad incontrare la cupola ed una che si allarga verso l’esterno, a formare la battuta
per il sistema di fissaggio. Questo si avvale
di un anello di alluminio che funge da seconda battuta, inserito dietro al pannello di
supporto e fissato al tweeter mediante tre
grani.
La rete metallica di protezione presenta
ampi fori esagonali e consente una rapida
asportazione in caso di ascolto critico, essendo tenuta in loco dal campo magnetico
generato dall’altoparlante.
I dati dichiarati ci dicono che la risposta in
frequenza del tweeter si estende a partire
dai 1.500 Hz sino ai 30 kHz. L’impedenza
nominale è di 4 ohm e la potenza applicabile di 100 W rms, con filtro a 2 kHz.
Il filtro GZPX Reference 2 Way
Il filtro è un vero capolavoro sotto ogni punto di vista. Difficile fare di meglio. Una realizzazione così ben fatta è un peccato doverla nascondere, anche in considerazione
delle possibilità di accedere alle regolazione offerte. La componentistica è tutta
Mundorf di alto livello. A cominciare dai
condensatori, che sono due; il primo è della serie Supreme, in alluminio e olio, il secondo della linea ZN, in poliestere. Della
stessa Supreme sono anche i resistori dalla elevata tenuta in potenza, oltre ad un induttore variabile avvolto con nastro di rame OFC, con uscite intermedie a 0,56 mH,
0,82 mH e 1,20 mH.
I componenti sono montati su un supporto
in vetronite, le cui piazzole sono realizzate
non mediante asportazione chimica dello
ACS AudioCarStereo n. 212
strato di rame ma praticando dei solchi
che intagliano sia lo strato di rame che la
vetronite stessa. Il circuito così realizzato è
racchiuso tra due coperchi di materiale
plastico, nero quello inferiore e in perspex
trasparente con scritte indelebilmente incise quello superiore.
Il filtro effettua un taglio a 6 dB sia per il
passa-alto che per il passa-basso, ed offre
ampie possibilità, tra cui quella di variare la
frequenza di taglio del tweeter tra 2.000 e
2.800 Hz (aggiungendo il condensatore da
3,3 μF in poliestere) e di regolarne l’attenuazione a passi di 2 dB, partendo da +2
(condizione di bypass) fino a -4 dB.
Il filtro prevede anche l’impiego del sistema
in multiamplificazione, attuabile mediante
due jumper che aprono il circuito in ingresso. In questo caso, potendo regolare il livello del tweeter mediante il DSP o il finale di
potenza ad esso dedicato, la sezione di attenuazione del tweeter può essere esclusa
ponendo il relativo jumper su +2 dB.
Molto utili, infine, le indicazioni riportate sul
manuale, che consentono di districarsi
nelle varie regolazioni possibili in funzione
della posizione degli altoparlanti, nonché
utilizzare tagli in frequenza ed attenuazioni
differenziate per canale.
Da segnalare infine l’ottima morsettiera di
ingresso/uscita che accetta cavi spellati di
buona sezione.
L’ascolto in auto
molto naturale, fatta di
sfumature, colori e nuance molto piacevoli, in grado di portarti a pochi metri
dal palco.
Il palcoscenico sonoro riprodotto è
leggermente spostato a sinistra. Le regolazioni effettuate, sia sulla scelta di taglio della bobina che del tweeter, contribuiscono a
riportare al centro l’evento sonoro, anche
se per ottenere la perfezione devo agire sul
ritardo temporale del canale sinistro.
Ora che tutto torna, noto come il sistema
risponda ottimamente, soprattutto con i
segnali di basso livello, evidenziando rumori o commenti degli esecutori sul palco.
La cosa che più mi colpisce è l’apparente
assenza della gamma mediobassa e bassa che, anche in auto, malgrado il non ottimale carico dato dalla portiera, continua
ad essere controllato e molto smorzato,
senza alcun cenno a risonanze o rimbombi
estranei alla musica.
In effetti basse e mediobasse ci sono, e me
ne accorgo quando entrano in gioco strumenti in questa regione, anche se apparentemente viene meno quel tappeto di
basse alle quali siamo abituati, ma che poco hanno a che fare con la musica vera.
Dall’altro capo si gode di una eccezionale
gamma media, con voci definite e dettagliate in tutti i particolari, ed una gamma alta ed altissima di notevole qualità, capace
di estendersi ben oltre il limite dei 20 kHz.
Voglio approfondire ulteriormente la risposta in basso e allora cambio brano passando a quelli 24/96 di Yo Yo Ma, Meyer e
O’Connor che suonano basso, violino e
violoncello anche con una certa veemen-
Realizzata una coppia di flange di supporto per il woofer, mi armo di seghetto alternativo e tanta pazienza, per cercare di installare il GZPW 18 nella predisposizione
da 165 mm della portiera della Jazz.
In questo caso non potrò soddisfare
l’indicazione del costruttore di mantenere l’angolazione del woofer entro
i ±15° rispetto al punto di ascolto, essendo riuscito a mala pena a fissarli,
dopo un lavoro di fino, paralleli alle
struttura della portiera.
Per i tweeter GZPT 28 la soluzione
adottata è quella di posizionarli sul
cruscotto, alla base del parabrezza,
in modo da mantenere quasi identiche le distanze dall’orecchio dello
stesso lato.
In questa fase non collego il sub ed
amplifico il sistema con un finale stereo, in modo da verificare l’efficacia
delle regolazioni del filtro, anche in
considerazione di possibili interventi
differenziati per canale.
Naturalmente trasferisco sul mio car
PC la stessa equalizzazione impostata nel computer di casa.
Inizio l’ascolto con Diana Krall in “Live
at Montreal Jazz Festival” che mostra
la stessa qualità sonora ascoltata in
Comodissimi ponticelli a contatti dorati permettono di
adattare il filtro alle diverse configurazioni di installazione.
casa, con una impostazione timbrica
53
Accademia
dell’audio
za, soprattutto nel brano “Emily’s Reel” dove
violoncello e basso vengono spinti sulle note più
profonde portando in risonanza tutta la cassa armonica.
La prestazione resta ancorata a quel controllo e smorzamento che sono caratteristiche salienti di questo sistema di altoparlanti. Volendo completarlo con un subwoofer, per dare più corpo e presenza ad
una prestazione un po’ troppo asciutta, è
bene non accoppiargli sub dalle elevate
escursioni, pena la perdita di questo con-
trollo; sarebbe preferibile un sub veloce,
dalla sospensione piuttosto rigida e dalla
escursione limitata.
Decido allora di provare il mio nuovo carico
realizzato per il sub; oltre ad avvalersi di un
componente dalla bassa escursione, lo
vede caricato in una tromba esponenziale
che, dopo un minimo di taratura, riempie e
amplifica quella sensazione di precisione e
profondità. Il taglio in questo caso è del primo ordine, sia per il woofer che per il sub,
con una zona di sovrapposizione che va
dai 70 ai 150 Hz circa. Insolito, lo so, ma
che emozione!
Già, perché un sistema siffatto riesce ad
accontentare tutti per definizione, dettaglio, microdinamica e rigore timbrico, senza lasciare per strada l’Emozione, con la E
maiuscola, di tornare ad ascoltare la musica e non l’impianto che la riproduce.
Conclusioni
Un sistema dedicato ai veri cultori della
musica che richiede qualche sforzo di installazione in più ma è in grado, una volta
tarato e messo a punto, di regalarvi emozioni vere.
L’ascolto del Direttore
N
on c’è due senza tre, dice il proverbio, ed ecco quindi
che alle due prove d’ascolto eseguite da Roberto Pallocchia se ne aggiunge una terza. Il motivo fondamentale
è che, dopo aver letto la recensione, mi è rimasta una certa
curiosità. Anzi, più d’una. Le conclusioni del redattore sono
molto lusinghiere ma nelle sue note d’ascolto rilevo delle
critiche che mi sembrano delle stroncature. Le sibilanti sono
così evidenti che ha dovuto inserire una equalizzazione. La
gamma bassa sembra assente…
Possibile che dei componenti costruiti con tanta cura possano
mostrare dei limiti così evidenti? Un altro aspetto che mi ha
lasciato perplesso è l’indicazione di dover posizionare gli altoparlanti in modo che il loro asse di emissione sia orientato
verso il punto di ascolto entro ±15 gradi. Per il tweeter non
dovrebbe essere difficile, ma per il woofer l’unico montaggio possibile che mi viene in mente è quello in “kick panel”;
ma poi non è facile trovargli un volume di almeno 15 litri
o, meglio ancora, di 25 litri con accordo reflex. E poi a cosa
serve se le misure del nostro laboratorio dicono che il tweeter ha una risposta pressoché perfetta angolato di 45°, e
anche il woofer sembra dare il meglio fuori asse?
Per rispondere a tutte queste domande l’unico modo era di
verificare personalmente come suonano questi altoparlanti.
Ed è così che con un po’ di pazienza ho installato i componenti nella sala d’ascolto della redazione, dove ho potuto
sfruttare un impianto d’eccezione, composto da elettroniche
McIntosh C2300 (pre) e MC601 (finali), lettore CD Arcam
CD37.
Le prime impressioni d’ascolto sono state agghiaccianti: alti
sparatissimi, bassi quasi assenti, nonostante il woofer lavori
in box da 30 litri. Se questo è il risultato, Roberto Pallocchia
è stato fin troppo buono. Gian Piero Matarazzo, di passaggio, rimane anche lui molto perplesso ed esce dalla sala.
Dopo un po’ ritorna con i suoi CD di riferimento. Nel frattempo do un’occhiata al filtro e vedo che il controllo del
tweeter è nella posizione +2 dB. Attenuo subito di 4 dB,
anzi, esagero, e scendo a -4 dB. Poi controllo anche i ponticelli della sezione woofer: non ho il manuale ma ricordo
che Roberto aveva accennato ad un valore di 1,2 mH per
la bobina serie. Il ponticello è lì. Gli altoparlanti, intanto, cominciano a “sciogliersi”.
Ora il suono è già più gradevole. Con i CD di Gian Piero si
comincia ad apprezzare un suono di qualità.
Tiro un sospiro di sollievo. Questa è musica!
Scorro rapidamente vari brani e tutto mi sembra suonare
come si deve, ricco di piacevolissimi dettagli. Musica vera.
Scambio qualche opinione con GPM. Anche lui si dichiara
soddisfatto. Gli cito la questione delle sibilanti denunciate da
Pallocchia ma qui sembra tutto ok. Mi propone allora un
brano a suo dire rivelatore: una raffinata versione di “Die
Tänzerin” cantata da Ulla Meinecke. La voce è presente,
perfettamente delineata, e le sue “s” e “z” passano con naturalezza.
Proseguo l’ascolto con brani di ogni tipo e ogni tanto “gioco”
con i ponticelli del filtro per individuare il loro effetto sul
suono e cercare la configurazione ottimale. Dopo varie
prove, il risultato migliore mi sembra quello con il taglio del
woofer su 0,82 mH, mentre per il tweeter opto per il taglio
più alto. Poi Gian Piero mi svela un trucco: “togli la griglia
del tweeter!”. L’operazione è facilissima, poiché è tenuta in
sede dall’attrazione del magnete. Ora sì che ci siamo. Mi
sembrava di avere già raggiunto il massimo ma stavolta è
come se avessi ripulito le orecchie!
Difficile descrivere la qualità musicale. L’amalgama è perfetto. La voce maschile (Hans Theessink, “Call Me”) è calda
e proiettata in avanti. La voce femminile è stupenda (Diana
Krall, “My Love is”). Notevole anche il contrabbasso che l’accompagna. Qui apprezzo la qualità della gamma bassa,
ben presente, modulata e abbastanza profonda (ma è
chiaro che con l’aiuto di un sub si può avere di meglio).
Passo in rassegna altri brani di vari generi musicali: Classica,
Jazz, Rock. Ogni volta emerge qualche dettaglio che cattura la mia attenzione. Un suono che consiglio a tutti di
ascoltare, per capire cosa può offrire un sistema di altoparlanti raffinatissimo nella riproduzione dei dettagli. Perfettamente controllato nella riproduzione della gamma bassa.
Se vi piace la “botta” o un basso “generoso”, per non dire
invadente, ci sono tanti altoparlanti più economici che sotto
questo aspetto offrono di più, ma dubito che possiate trovare la stessa gamma media, e molto difficilmente velocità
e controllo di pari levatura. Su tutto, infatti, questo sistema
brilla per l’equilibrio della gamma media: voci maschili e
femminili, chitarre acustiche ed elettriche (Mark Knopfler),
fiati, ottoni (grandioso il sax). Con questi componenti se ne
gode senza limiti.
Per concludere, ringrazio Roberto Pallocchia che indirettamente mi ha spinto a fare questo ascolto, e se è vero che
“non c’è due senza tre… il quattro vien da sé”, questa volta
mi aspetto che il quarto ascolto lo facciate voi. Per questo
sarebbe opportuno che qualche valido specialista dell’installazione, o lo stesso distributore che commercializza gli altoparlanti, mettesse a disposizione un’auto dimostrativa con
questi componenti montati a dovere, in modo da permettere a chiunque ne avesse desiderio di ascoltarne il suono.
Passaggio indispensabile per apprezzarne anche il valore e,
qualora se lo potesse permettere, deciderne l’acquisto.
Buon ascolto.
M. Neri
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