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La terra trema, non rimaniamo fermi

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La terra trema, non rimaniamo fermi
CAMPIONATODI GIORNALISMO
MARTEDÌ 2 FEBBRAIO 2010 il Resto del Carlino
17
••
Scuola media Malpighi, BOLOGNA
EMERGENZA TERREMOTI
La terra trema, non rimaniamo fermi
Lettera aperta a Fiammetta Cappellini, cooperante Avsi ad Haiti
IL FENOMENO
Per limitare i danni
prendiamo esempio
dal Giappone
I TERREMOTI sono
fenomeni naturali legati alla
struttura interna del nostro
pianeta. La zona più interna è
il nucleo che è molto caldo,
circa 6.000 gradi; lo strato più
esterno, la crosta terrestre, è
formato da rocce dure e
compatte. Tra nucleo e crosta si
trova una zona chiamata
mantello, calda vicino al
nucleo, più fredda verso la
crosta. Il materiale semifluido
del mantello si muove
lentamente, ma
continuamente: sale dalla zona
calda verso la zona fredda e
poi ridiscende.
A causa di questo continuo
movimento, il mantello
trascina con sé le placche
che costituiscono la crosta
terrestre, provocando fratture,
scontri e allontanamenti.
Un terremoto è una vibrazione
improvvisa della crosta
terrestre. Le zone più colpite
dai terremoti sono quelle poste
in prossimità dei punti di
scontro delle placche. L’Italia è
una delle zone più esposte ai
terremoti, perché si trova in
prossimità dell’incontro di
tante piccole placche. I
terremoti sono eventi naturali
che di per sé non sono
particolarmente pericolosi.
Possiamo limitarne i danni
studiando a fondo la tipologia
del territorio e realizzare edifici
idonei, come accade per
esempio in Giappone.
Marianna Malaguti, Lucia
Gazzano, Greta Campanelli
ARISSIMA Fiammetta,
abbiamo letto i tuoi diari in
cui racconti ciò che hai visto lungo le strade di Haiti, tra la
gente. Sappiamo che hai trovato
ed aiutato quattro fratellini dispersi e sessanta dei tanti bambini
adottati a distanza mediante l’Associazione Avsi di cui tu sei cooperante. Sappiamo, inoltre, che ospiti oltre trecento bambini mentre i
genitori vanno a cercare i parenti e
le proprie cose e ti ringraziamo
perché ci hai fatto capire meglio
cosa è accaduto ad Haiti.
Noi vediamo le immagini in TV,
ma tut vedi cosa fa la gente durante tutto il giorno. Dalle immagini
noi non ci rendiamo ‘veramente’
conto della situazione in cui state
vivendo, ma sappiamo lo stesso
dalle tue lettere che tutti i giorni vi
muovete per fare qualcosa per i terremotati: cercate i dispersi, riuscite a trovare cibo, acqua, ecc., date
alloggio a chi non ne ha e, in qualche modo, un aiuto ‘da vicino’.
terremoto. Ma come farete a continuare a vivere?
C
GUARDANDO immagini e video, ci siamo accorti che i bambini
di Haiti si accontentano e sono feli-
DISASTRO Una bambina attonita in una tendopoli di Port-au-Prince
ci con niente rispetto a noi, che abbiamo anche il coraggio di chiedere l’ultimo nuovo cellulare. Siamo
rimasti molto colpiti da questo
comportamento. Abbiamo anche
sentito dire in TV che i bambini
feriti si lasciano curare senza piangere: devono aver proprio sofferto
molto!
SAPPIAMO che hai deciso di ri-
manere ad Haiti per aiutare i bambini e le loro famiglie invece di tornare in Italia con tuo figlio, mentre qui avresti potuto ritrovare una
vita ‘facile e normale’. Abbiamo
immaginato cosa proveremmo noi
nei vostri panni, pensiamo a tutte
le cose che alcuni di voi hanno perso: la famiglia, gli amici, la casa, la
scuola, senza pensare a quanto la
gente fosse povera già prima del
GRAZIE anche al tuo aiuto e alla
tua associazione, molti riusciranno a ricostruirsi una vita in cui
avranno una nuova casa e riuniranno la famiglia, ma non riusciranno
mai a dimenticare quel giorno,
quindi hai fatto proprio bene a rimanere perché quella gente non si
senta abbandonata.
I nostri insegnanti ci hanno proposto due iniziative che abbiamo accettato volentieri. Molti di noi hanno inviato col cellulare uno o più
messaggi ai numeri suggeriti per
sostenere la Croce Rossa. Inoltre
nella nostra scuola è in atto una lotteria il cui ricavato verrà donato alla tua associazione. Era stata organizzata per sostenere la scuola, ma
ora è più importante aiutare voi,
così i ragazzi del liceo si stanno
molto impegnando nella vendita
dei biglietti e anche noi abbiamo
pensato di dare il nostro contributo.
Salutiamo te e tutti gli haitiani, in
particolare i bambini.
Giulia Martera, Federica
Babbi, Francesco Del Conte,
Teresa Babini
L’Aquila, nove mesi dopo: la vita riprende più forte del dolore
me stanno vivendo l’esperienza?
L 6 APRILE 2009 all’Aquila si è verificato
un terremoto che ha segnato la vita, non solo degli abruzzesi, ma anche del resto del
mondo. A partire da ciò, noi ragazzi abbiamo
riflettuto sull’accaduto e su cosa è veramente
importante nella nostra vita. Da cosa si riparte
dopo aver perso tutto in una notte?
Abbiamo conosciuto l’esperienza di alcuni cittadini dell’Aquila e vorremmo provare a rispondere a questa domanda. Dopo un dolore così
grande ci si chiede: «Perché?», ma con il tempo, si capisce che bisogna trasformare il dolore
in qualcosa di costruttivo per la propria vita. Ecco le nostre testimonianze.
I
Irene, tu sei stata all’Aquila durante le recenti vacanze natalizie: in quali condizioni è ora la città?
«Ora all’Aquila la gente ha una casa in cui vivere, grazie al lavoro di migliaia di persone; la città abruzzese tuttavia rimane una città distrutta.
Camminando per le strade si vedono ancora i
panni stesi di quella notte, i fiori sui balconi e
«Da mio padre, che ha progettato numerose abitazioni nuove, ho saputo che si sono impegnati
molto di più rispetto ad altre occasioni e ciò perché in questo caso si sentono veramente utili.
Gli operai svolgono un lavoro faticoso e continuo, costruendo le case, ma, vedendo le tendopoli svuotarsi in così poco tempo grazie al loro
aiuto, trovano la forza per concludere il loro lavoro nonostante la lontananza della propria famiglia».
Come hanno reagito gli abruzzesi?
RICOSTRUZIONE Tecnici al lavoro
le tv, ma tutto è fermo a quell’istante e ancora
negli sguardi delle persone si sente quel dolore.
La vita è ripresa e le macchine percorrono le
strade, ma nelle zone chiuse si sente solo il silenzio e la gente si affaccia su quei vicoli sbarrati dalle transenne, ormai da sei mesi».
IN REDAZIONE
I RAGAZZI che hanno contribuito alla realizzazione di questa pagina sui terremoti, frequentano l’istituto Malpighi di Bologna che ha sede in via Audinot 43.
Gli operai e i volontari che lavorano lì, co-
Terza A: Lucia Gazzano,
Marianna Malaguti,
Rachele Donati,
Federica Babbi,
Giulia Martera.
«Il dolore delle perdite è atroce, ma viene vissuto in modo diverso da persona a persona. C’è
chi pensa che ogni singola persona morta quella sera si trova ora nelle mani di Dio, come tutti
noi del resto. Ora questi aquilani vivono sì nel
dolore, ma è proprio da questo che ripartono,
ancora più forti di prima, con la loro vita di
ogni giorno».
Irene Rotellini, Francesca Del Giudice,
Rachele Donati
Terza C: Francesca Del Giudice,
Greta Carpanelli,
Irene Rotellini.
Seconda B: Francesco Del Conte,
Teresa Babini.
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