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Folgorato sulla via del fumetto!

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Folgorato sulla via del fumetto!
Roberto Battestini,
dall’erotismo
ai fumetti religiosi,
fino a un toccante
libro autobiografico
di Paolo Guiducci
O
cchiali scuri e
abito nero, il Re
si presenta alla
Blues Brothers
e intona uno
scatenato “I’m a soul man”, naturalmente modificato in “I’m a
Saul man”. Davide, che non vuol
essere da meno, si affida alla
melodia italiana e con “affacciati
alla finestra bella mia” tenta di
colpire il cuore dell’amata. Sono
solo due esempi degli innumerevoli giochi verbali e lessicali che
Roberto Battestini si è divertito
a disseminare nei due volumi
della storia di Davide; un argomento affrontato con competenza e una straordinaria dose di
umorismo. A Lucca Comics Battestini presenterà in anteprima
la toccante vicenda personale di
Fratelli (Bottero Edizioni), dove
racconta della sua adolescenza
lontano dalla famiglia. Forte anche del premio “Fede a strisce”
2009 (organizzato da Cartoon
Club a Riminicomix) con Genesi.
E la luce fu! (EDB).
14
Da Blue a Catecomics il salto
è lungo...
“Ognuno di noi ha la possibilità di scegliere” dice infatti Dio
per mezzo del profeta Isaia, ché
“oggi io metto davanti a te due
vie”. Dopo aver collaborato per
parecchi anni con Blue ho deciso di non fare più fumetti associabili a quel genere. Ho scelto,
ma questo non vuol dire che io
sia meglio di chi fa fumetti pornografici. Al contrario, credo che
proprio chi è più lontano da un
linguaggio di tipo “religioso”, nel
senso negativo del termine, può
dare molto al fumetto cristiano. Per me il fumetto è sempre
stato un riflesso della mia vita,
un modo per raccontarla. Mi ha
sempre emozionato la scrittura
di Andrea Pazienza, quel suo
vivere a fumetti e nei fumetti.
Quello straordinario desiderio
di comunicare gioie, dolori, passioni. Non è stato l’unico a
farlo, e oggi esistono autori
molto bravi a raccontarsi,
ma quando ho conosciuto
lui avevo sedici anni. All’epoca pensavo che era uno che
parlava di me, di come volevo essere, di come ero e di
come sarei stato. Forse una
grossa parte l’ha fatta l’edonismo, ma di fatto lui ha rotto
un argine, ha creato qualcosa
che nel fumetto italiano non
c’era, se si esclude forse qualcosa di Guido Buzzelli.
Ma come ci sei arrivato su
Blue?
Per caso. Uscivo dalla facoltà di
Lingue e Letterature Straniere e
lavoravo come traduttore, mentre facevo il servizio civile e frequentavo la Scuola Internazionale di Comics. Mi proposi a Blue
proprio come traduttore, ma un
lungimirante Francesco Coniglio, osservando il mio biglietto
da visita, una cartolina con un
mio personaggio che usciva su
Crimen, un detective idiota di
nome Merlow) mi disse: “ma tu
sai disegnare!”.
Mi propose di fargli vedere
qualcosa che poteva essere pubblicato su Blue e iniziai con la mini-serie In amore bisogna essere
sinceri, sempre a sfondo più o
meno autobiografico. Poi nacque
il resto, in particolare Susi, che
ha imperversato sulle pagine di
Blue dal 1995 al 2003 circa. Susi,
la bambina terribile, era un riflesso del mio io ferito di bambi-
no che, come molti, ha vissuto un
tentativo di abuso in età puberale. Cose che capitano. Susi è simbolo della resilienza di cui parla
Francois Truffaut in L’argent de
poche per bocca del maestro di
scuola, la Zazie di Queneau. Parafrasando Flaubert verrebbe
da dire: “Susi ètait moi”, ma non
voglio andare troppo oltre. Susi è
la risposta all’adulto sporcaccione, ma è stata un po’ fraintesa in
alcuni ambiti, diciamo, culturali.
Come ti sei rapportato al
tema della sessualità?
A me piacciono molto la sen-
Qui sopra, una tavola
da Fratelli e, in alto, un
dettaglio. A lato, le copertine
del primo volume di Storia di
Davide e di Genesi
sualità, il sesso, l’affettività e
l’amore, e mi piace molto raccontare a fumetti tutto quello che riguarda questo ambito. Anche con
Susi facevo continui riferimenti
al sesso e all’amore, ma mi rendo
conto che talvolta il ri/ferimento
deve essere, per non diventare
mero “ferimento”, molto cauto,
pieno di rispetto. Non posso più
accettare di professare una cultura che tolleri la superficialità
per quanto riguarda la sfera della sessualità, anzi, che ne esalti
Dalla sessualità della bambina terribile sei passato ai Catecomics, attualmente l’unica
collana del genere in Italia. Un
altro salto.
Ho inventato i Catecomics
dopo un periodo di grande crisi
personale come autore di fumetti. Amo il fumetto alla follia, e mi
sono sempre immerso nei fumetti trovandovi un universo che mi
ha fatto un’enorme compagnia in
ogni momento buio. Non pago,
ho iniziato a farli da quando stavo in collegio alle scuole medie
e ho poi continuato a lavorarci
al liceo e all’università. I Catecomics sono nati per un’iniziativa parrocchiale. Ho realizzato a
mie spese mille volumi a colori
in brossura intitolati Storia di
Davide, per poi venderli a scopo
benefico durante una sagra. Erano quattro anni buoni che non
disegnavo fumetti e in una settimana circa, e con l’aiuto di due
collaboratori, realizzai tutta la
storia. Bibbia alla mano, leggevo
e disegnavo. Dopo mesi e mesi
di piccole ispirazioni, abortini a
fumetti, ideuzze e mostre di pittura sono quindi nate la Storia di
Davide e l’etichetta indipendente Catecomics. Ci sono poi voluti
un annetto e circa sessanta case
editrici cattoliche contattate per
Sopra, disegni utilizzati per
il sito Internet dell’autore
(www.battestini.it); a lato,
Sfigato Solo Blues, tratto
da Blue e utilizzato per
lo spettacolo per matita,
chitarra e pennarello,
“Mamma, manna! Sono un
fumettista”
avere l’ok, che è arrivato dalle
Edizioni Dehoniane di Bologna.
Anche per me, come per Pazienza, il fumetto iniziava all’ombra
delle due torri. Le EDB, nella
figura di Mara Scarpa, responsabile della collana Catecomics,
hanno voluto rischiare e hanno
creato una collana che, almeno
per ora, è qualcosa di unico in Italia. La collana tratta il vecchio e il
nuovo testamento e comprende
per ora otto titoli: due sono usciti nel 2008, altri due usciranno
quest’anno e altri ancora negli
anni a venire. Per la mia storia
personale sarei dovuto diventare una specie di Robertino alla
Troisi, in pantofole sul divano,
ma Dio ha voluto darmi la libertà
di capire che potevo scegliere.
Le vendite hanno dato ragione a questa iniziativa originale?
A livello di vendite saprò qualcosa a breve. Però il fatto che
mi abbiano fatto fare altri due
libri quest’anno la dice lunga. In
un mercato come quello del fumetto, e del fumetto religioso, è
qualcosa di strabiliante.
Adesso pubblichi un libro
autobiografico, Fratelli. Una
storia drammatica dove non
c’è spazio per le battute fulmi-
nanti e la levità che
in genere ti caratterizzano.
Fratelli ha avuto una
lunghissima gestazione: quasi 12 anni. Doveva uscire per Castelvecchi nel 1997, quasi
contemporaneo a Peluche sullo stomaco, le
avventure di Susi, una
bambina politicamente scorretta. Era stato
concepito come un libro dai capitoli brevi,
quasi fotogrammi di
un’esperienza. L’esperienza in questione è
la mia, quella di un ragazzo la cui esistenza
è condizionata dall’ingombrante presenza di
due fratelli, più grandi
di quattordici e diciotto anni, che entrano e
escono dalla galera per
poi morire, entrambi a trentotto
anni, in tragiche circostanze. (I
due fratelli facevano parte della
banda Battestini, nota a Pescara
e in Abruzzo. Il padre, per tenere
Roberto lontano dai maggiori, lo
mandò in collegio, lontano dalla
famiglia. Nel frattempo i fratelli
morirono, uno suicida in carcere
e l’altro nel corso di una sparatoria, NdR).
Raccontavo con ritmo spezzato e con la tecnica del flusso di
coscienza episodi vecchi e nuovi,
mettendo in scena la mia sofferenza, la mia finta indifferenza,
lo schiacciante dolore. Il tutto
condito all’epoca da una grossa
assenza di significato dei fatti
narrati. Puro resoconto, nello
stile di parecchi autori italiani di
quel periodo. Il libro era piaciuto
molto a Castelvecchi, che all’epoca era in società con Coniglio,
ma in seguito non se ne fece più
nulla e il progetto finì nella frattura che si creò tra i due universi
fumetto-romanzo. Se penso che
auitori
auitori
Folgorato sulla via
del fumetto!
i tratti più scabrosi. Oggi
credo che la sessualità
sia un dono. Anche se per
seguire questa strada, insieme a molte altre, devo
andare un po’ contro me
stesso. Molti direbbero:
“ma chi te lo fa fare?” E io
rispondo che la posta in
gioco è molto alta. Sono i
miei figli, la mia famiglia,
altre persone che si sono
perse e che forse hanno
bisogno anche di me, di
scelte coerenti, anche se
fatte con poche doti oltre
alla voglia di mettersi in
gioco come cristiano e
un talento, molto sudato, per disegnare storie a
fumetti. Tutto è lecito ma
non tutto è buono, dice
San Paolo. Per questo
dico che la pornografia
può diventare una gabbia
sia per chi ne fruisce sia
per chi gli vive accanto.
Non meno della droga
in tutte le sue accezioni. Siamo
responsabili degli altri, nessuno
vive solo per se stesso. Insomma,
mi rendo conto sempre più che
esistono due vie. E lo dico senza
fare il moralista, perché non ne
sono all’altezza, e senza sentirmi
diverso da nessuno né in qualche
modo speciale.
doveva essere un instant-book di
ottanta pagine mi viene da sorridere.
E poi cos’è successo?
Nel 2007 trasformai parte di
quel libro in una storia a fumetti
che vinse il primo premio a Bologna nell’ambito di “Arena!” Allora
mi gasai un po’, e mi dissi che forse non ero completamente finito
come autore completo. Feci girare quelle sei tavole a fumetti con
il sommario, l’idea, il soggetto e
la sceneggiatura per sommi capi,
ma credo che non piacesse troppo l’angolazione cristiana che nel
tempo il progetto aveva preso. O
forse nessuno l’aveva letto e basta. Comunque il mio progetto di
fumetto autobiografico, prima
Fratelli ribelli, poi Viva la banda
B. e infine Fratelli, era diventato nel tempo sì il racconto di
un’esperienza negativa, ma anche, e soprattutto, un modo per
illuminare un evento triste, che
nella sua sofferta accettazione
offriva più possibilità rispetto
all’apparente vitalità di una reazione “contro”, che spesso finisce per diventare solo contro se
stessi. Insomma, sempre lo stesso discorso delle due vie. Quindi
ho conosciuto Alessando Bottero e mi è sembrato l’editore più
adatto a questo tipo di prodotto.
Mi sono trovato bene e, umilmente, mi sono messo al lavoro sapendo che avrei raccolto i
frutti, con molte incognite sulla
riuscita commerciale del libro,
solo molto tempo dopo la pubblicazione. Quindi gli eventuali
lettori possono starne certi: non
è un prodotto pensato a tavolino. Fratelli contiene qualcosa del
romanzo originario, ma spero di
essere riuscito a creare un lavoro
poliedrico, con materiale raccolto in interviste, documenti inediti e così via. Il libro sarà di centosessanta pagine, ma il materiale
raccolto è veramente molto. Mi
piacerebbe fare un altro graphicmemoir con il materiale che ho
a disposizione, ma gli impegni
sono tanti.
Progetti futuri?
Da qui in poi vorrei continuare
su tre strade parallele: i Catecomics, ovvero storie basate sulla
Bibbia, la vita dei santi e altro
materiale a carattere religioso; il
genere “fratelli”, per raccontare
storie di disagio senza moralismi
ma con una prospettiva di fede;
infine vorrei riprendere il genere
comico tout court, un po’ come la
serie Un mondo perfetto che avevo pubblicato per oltre un anno
su Comix. Spero di fare in tempo,
gli impegni, ripeto, sono tanti.
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Fly UP