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Mar/Apr 2013 - Messaggero Oratinese

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Mar/Apr 2013 - Messaggero Oratinese
IL MESSAGGERO ORATINESE
Marzo - Aprile n. 213 - Anno 2013
Noi che…utilizzavamo queste foto per spedirle al genitore emigrato!
Noi che…per fare queste foto andavamo allo studio
di Trombetta o De Socio a Campobasso!
Noi che…qualche volta ci spaventavamo nel vedere
il fotografo infilare la testa in quella scatola col
panno nero!
Noi che…per fare la foto usavamo spesso vestiti
presi in prestito!
Noi che…per essere eleganti abbellivamo i vestiti
con la “pentina”!
Noi che…ben conoscevamo la “pettla” e “r mandazin”!
Noi che…oltre ai pantaloni corti indossavamo anche
i pantaloni alla zuava!
Noi che…usavamo le parole: tata, tatill, tatone,
mammuccia e quatraniell!
Noi che…con questa foto abbiamo voluto ricordare
Matilde Petti, sorella di don Cherubino e i figli Pasquale e Gioffrido, Mario e Severino Chiocchio!
Si ricorda a chi non avesse ancora rinnovato l’abbonamento di farlo al più presto rivolgendosi ad Oratino a Mad­
dalena Chiocchio. Grazie
Il Messaggero Oratinese
Marzo - Aprile - n. 213
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
(scritti in inglese e in italiano)
Quando l’acqua si andava a prendere ai pozzi
con le tine e non se ne
sciupava neanche una
goccia.
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Da Cleveland (Ohio)
Si tratta di un cimitero e terreni in Wickliffe Ohio.
The Silvaroli brothers migrated to U.S.A. from Oratino circa 1914, Joe (Giuseppe) Silvaroli settled in
Wickliffe, Ohio in 1917; this article is about a lost
cemetery on Silver Street of witch was named after
Giuseppe (Joe) Silvaroli family.
Dunque, questo articolo dovrebbe spiegare la situazione degli anni 1914-17 quando le famiglie Silvaroli
arrivarono come emigranti negli Stati Uniti d'America a Wickliffe, Ohio.
In November the city of Wickliffe acquired title to
10 acres of land in and around Lloyd Avenue and Silver Street, soon after the city officials began to hear
tales of a cemetery that once occupied a portion of
the property. I Silvaroli erano in possesso di molti
terreni poi comprati dai Lloyds, ecco perche` le vie
erano nominate Lloyd Avenue e Silver St. (abbrevazione di Silvaroli). Sin dal 1892 quei terreni erano
pieni di vigneti, eventualmente erano proprietari di
circa mille acri di terra.
Di nuovo i terreni erano venduti per costruzione di
abitazioni, ma la città non ha mai approvato di costruire in quella zona totalmente, sempre con l'attenzione che la zona era originalmente un cimitero.
Si ricordano che nell'anno 1954, Giuseppe e Louise
Silvaroli erano i primi a comperare i terreni in quella
zona.
Nel 1917, quei terreni dei Silvaroli divennero le proposte dell'inizio del Euclid Avenue Subdivision, i responsabili di questo progetto erano The Shaker
Viniards Land Company.
Questo articolo spiega degli Oratinesi del secolo
scorso, erano avvolti nei progetti locali, in questo
caso in Wickliffe, Ohio.
Siamo certi che le famiglie in questo caso i Silvaroli
sono ancora oggi fieri di essere parte della storia del
passato nella città di Wickliffe, Ohio
We like to thank Henry (Enrico) Silvaroli who sent
us this writeup about the Silvaroli in Wickliffe. Ohio
U.S.A.
Da sinistra: Vanda Gentile
(biasella), Ida Brunetti
(tammerrier), Teresa Latessa (d rusc), Esterina
Grandillo (pelone).
La Camera di Commercio di Campobasso premia
il talento
Giovedì 7 febbraio 2013 presso l’Auditorium ex GIL
di Campobasso, si è svolta la premiazione della “Fedeltà al Lavoro e del Progresso economico”: in 47
tra imprese e lavoratori hanno ricevuto l’ambito riconoscimento alla presenza di numerosi esponenti
del mondo economico e istituzionale molisano. Impegno, capacità, tenacia, costanza e longevità sul territorio: sono queste le virtù celebrate dalla Camera
di Commercio di Campobasso che ha voluto dare un
giusto riconoscimento al talento di coloro che hanno
contribuito alla crescita dell'economia locale. Tra i
premiati c’è il nostro artista Renato Chiocchio,persona che ha dimostrato attaccamento e dedizione al
“mestiere di famiglia” e al quale va il nostro ringraziamento e i nostri auguri.
Nella foto: Renato tra il presidente Unioncamere italiana
Ferruccio Dardanello (a sinistra) e il presidente della Camera di Commercio di Campobasso Amodio De Angelis
(a destra).
Messaggero Oratinese ­ Web site: messaggerooratinese.com
Pubblishing Editor: Michele Iannandrea ­ 23 Merri Parkway ­ Port Colborne Ontario ­ L3K 3X9 Canada ­ Tel. 1­905­835­8123 ­ e.mail: [email protected]
Collaboratori in Oratino: Luca Fatica ­ e.mail: [email protected] ­ Maddalena Chiocchio ­ Dante Gentile Lorusso
Collaboratori in Cleveland: Domenico Pinto
Marzo - Aprile - n. 213
Ricordi della Prigionia di Celestino Iannandrea
L’esperienza di Algeri.
Giunti ad Algeri, gli Inglesi, di cui eravamo ancora
prigionieri, chiesero cosa sapevamo fare. Io, Sossella
ed altri otto prigionieri dicemmo di saper fare i cuochi; fummo così condotti in una villa vicino al mare,
abitata da sottufficiali inglesi a riposo. In verità nessuno di noi era mai stato cuoco, ma questa ci sembrò
la scelta più comoda. Infatti il sopraintendente ci condusse nella "cambusa" della villa; questa era piena di
ogni ben di Dio. Rimanemmo senza parola e pensammo che, finalmente, non avremmo più sofferto la
fame. Per i primi dieci giorni affiancammo i cuochi
inglesi per imparare a cucinare al loro modo: Poi,
però, ci esortarono a cucinare all'italiana e così,
ognuno di noi, preparava le poche pietanze che conosceva. Agli ufficiali inglesi comunque, piaceva
molto la nostra cucina, tanto che, quasi sempre, chiedevano il bis; il responsabile della cucina, però, ci
proibiva di assecondarli. Non sempre le pietanze venivano bene; avevamo difficoltà, specialmente per i
dolci, ma poiché c'era abbondanza di tutto e nessuno
ci controllava, buttavamo quel che non riusciva bene
e riprovavamo di nuovo.
Finalmente, dopo anni di carote e rape, potevamo
mangiare a sazietà quello che volevamo.
Le cucine erano grandi, ma noi avevamo solo il compito di preparare i pasti, per le pulizie c'erano gli inservienti neri.
Questa cuccagna durò un paio di mesi, poi il comandante addetto alla cucina, un giorno ci portò la notizia
che avevamo avuto il richiamo per il rimpatrio. Ci
propose di rimanere lì a continuare il nostro lavoro
di cuochi, con regolare stipendio, ma noi, dopo due
anni di servizio militare e quattro di prigionia ,non
vedevamo l’ora di ritornare alle nostre case. Fu molto
gentile con noi e, nel congedarci, ci offrì di portare
con noi ciò che desideravamo. Io presi solo qualche
pacco di zucchero, di caffè e pezzi di cioccolata,
poche cose che lo zaino, nostro unico bagaglio, poteva contenere.
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Foggia. Io capitai con questo ultimo gruppo. Era il
17 maggio del 1945. Gli Inglesi ci sistemarono in
tende e per tenerci impegnati ci fecero costruire un
selciato tra le tende con le pietre che andavamo a
prendere ad un fiume vicino. Poiché non c’era sorveglianza ,ognuno cercava il modo di scappare via.
Io avevo informato la mia famiglia che mi trovavo a
Foggia e mandai anche l’indirizzo.
Una sera vidi arrivare mio fratello Pietro con la Balilla deciso a riportarmi a casa. Non potete immaginare l'emozione che provai nel rivedere mio fratello.
Potevo finalmente tornare a casa, ma era un ritorno
irregolare: Il mio amico Sossella mi incoraggiò ad
andare via assicurandomi che l'indomani, all'adunata,
avrebbe risposto lui per me all'appello.
Il ritorno a casa
A Oratino, per una settimana, non pensai ad altro se
non a godermi la riacquistata libertà tra i festeggiamenti e la gioia dei miei familiari. Il 28 luglio del
1945 mi recai a Terlizzi, vicino a Bari, presso il Comando dell’Aeronautica per ritirare il Foglio di congedo assoluto.
Ero ufficialmente libero
Ringrazio Dio che mi ha fatto tornare a casa sano e
salvo consentendomi di sposarmi con Lea, avere
quattro figli, dieci nipoti e sette pronipoti. Oggi, all’età di 95 anni consegno a voi figli il breve racconto
della mia prigionia in Africa, perché possiate trasmettere i valori fondamentali della vita che sono, per uno
come me che ha sperimentato la guerra e la prigionia,
la pace e la libertà.
Campobasso, 21 marzo 2012
Riflessioni
La giornata lavorativa per i contadini iniziava al sorgere del sole ed anche prima se il campo da dissodare
era lontano dal paese, e, siccome il pranzo si consumava non prima di mezzogiorno, per interrompere il
digiuno e per riposare una diecina di minuti si approIl rimpatrio.
fittava della “jevarella” ossia di uno spuntino fatto
Ci imbarcammo su una nave diretta al porto di Na- due o tre ore prima del pranzo. Durante questa pausa
poli: non ci sembrava vero che stavamo navigando a due fratelli piaceva parlare di cose sentite dire o caverso la libertà. Ma la nostra avventura non era an- sualmente lette dal barbiere in occasione del taglio
cora finita. Giunti a Napoli fummo condotti in un dei capelli; l’argomento di quel giorno riguardava la
campo di smistamento a Casoria, dove c’erano altri terra e il sole. Il più giovane dei due chiese all’altro.
prigionieri. Qui ci fu una selezione: un gruppo rimase “Geuà, secondo te è llevere ca mò è la terra che agal campo di Casoria, un altro partì con i camion verso gira attuorn a le sole e nò cumme decevene chille an-
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diche?” (Giovà secondo te è vero che ora è la terra
che gira intorno al sole e non come dicevano gli antichi?).
E l’altro di rimando: “Mechè, so tutte fessarije, chille
andiche avevene raggione! Se fusse accuescì dend’a
le pozzera nce stesse manghe na shtizza d’acqua!”.
(Michè, sono tutte fesserie! Gli antichi avevano ragione! Se così fosse nei pozzi non ci sarebbe neanche
una goccia d’acqua!”).
Come si fa a dare torto a Giovanni che conosceva
l’effetto della forza centrifuga?
Le cronache oratinesi dell’epoca, malgrado le accurate ricerche, non dicono se i due fratelli abbiano o
meno approfondito le loro riflessioni, ma sembra lecito supporre che siano state queste: se avessero
avuto un pozzo a portata di mano, Copernico non
avrebbe preso abbagli, mentre Galileo avrebbe risparmiato i soldi per farsi il cannocchiale e avrebbe
evitato la prigione!
scelto Lenza per divertirsi e stare insieme.
Un pò più sopra, nel villino rustico di Giovanni
D’Anolfo (Daniele), una comitiva di over cinquantenni ha onorato la tavola con frittata di asparagi,
spezzatino (scarola e fegatino) e agnello alla brace,
tutto innaffiato da ottima tintilia.
I più piccoli, quelli in età compresa tra i dieci ed i
quindici anni, accompagnati da qualche volenteroso
costretto a fare più viaggi in auto, si sono dati appuntamento a Colle Alto, nella dimora di Lorenzo Palladino, dove si sono divertiti giocando e gustando il
cibo preparato dai genitori.
Molti, invece, hanno scelto comunque di uscire, ma
restando più in una dimensione familiare, trasferendosi in campagna e trascorrendo una giornata diversa
dal solito.
Insomma tradizione rispettata. Ora l’appuntamento
è per il prossimo anno, anche se più di qualcuno
uscirà anche per l’ottava di Pasqua.
Anche quest’anno la tradizione della Pasquetta, con
la consueta scampagnata, è stata rispettata da molti
oratinesi.
Pur consapevoli che le condizioni meteo non sarebbero state favorevoli, in tanti si sono organizzati per
trascorrere una giornata fuori casa, all’insegna della
spensieratezza e dell’allegria.
I luoghi prescelti dai nostri compaesani sono stati più
che altro le case di campagna. La probabilità di incorrere in un acquazzone, ha indotto la maggiorparte
delle persone ad optare per zone con un appoggio sicuro, in modo da ripararsi dalle intemperie. Un
gruppo di giovani, invece, non curante dell’inclemenza meteorologica, ha preferito trascorrere la giornata a Bivaro, occupando una delle mete più
gettonate degli anni passati.
Ma sono stati i soli coraggiosi, gli altri, come dicevo,
hanno scelto i casini di campagna. Un gruppo di ragazzi si è divertito sull’Aia Serra, dove addirittura,
sul prato verde del tratturo, ha dato vita ad una partita
di mazze (una sorta di cricket all’oratinese), rispolverando una vecchia tradizione dei giochi popolari
del paese.
Gli adolescenti, quelli a cui la scampagnata offre una
concreta opportunità di incontrare il fidanzatino o la
fidanzatina, lontani dagli sguardi indiscreti dei cuoriosi o dalla naturale severità dei genitori, hanno
Crescenzo Ranallo
(Oratino, 1816-1892)
Nuccio Chiocchio Dal Catalogo “Il Cielo sopra Oratino” - La creatività oratinese dal Seicento ai giorni nostri
Pasquetta, tradizione rispettata
di Dante Gentile Lorusso
Nasce ad Oratino l’11 febbraio 1816 da Francesco,
di professione vitriataro, e Carmina Giuliani. È presumibile che i primi approcci con la scultura avvengano nel paese all’interno della bottega dell’ultimo
statuario Domenico Giovannitti appartenente ad una
famiglia di intagliatori del legno
attivi a partire
dalla fine del
Seicento. Risultano fondamentali per la sua
formazione di
scultore due sussidi, elargiti dal
Consiglio Provinciale del Molise nel 1844 e
nel 1847, che gli
permettono di
studiare nel Regio Istituto di
Belle Arti di Napoli per sei anni.
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La formazione dell’oratinese avviene copiando le
opere di grandi scultori come Berthel Thorvaldsen,
artista apprezzato nella capitale del regno meridionale per la sua interpretazione rigorosa del Neoclassicismo, inteso come fedeltà a un canone astratto e
ad un’assoluta purezza formale, e riferimento per i
giovani scultori napoletani, ma anche alcuni capolavori del mondo classico come l’Apollo (130-140
d.C.), conservato negli ambienti del Belvedere al Vaticano, considerato una delle più importanti sculture
dell’antichità, ritenuto l’incarnazione della bellezza
maschile, fonte di ispirazione per numerosi scultori
e pittori.
Il Busto del Salvatore, un gesso copiato dal Thorvaldsen, effettivamente si trova nell’elenco delle opere
del catalogo della Mostra Borbonica del 1843, dove
Festa della Mamma 1973
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lo scultore di Oratino si ritrova ancora a prendere
parte nel 1845 con una statuetta in gesso raffigurante
La Musa Polimnia, la dea della poesia lirica, che
nella mitologia greca rappresenta una delle nove
muse, figlia di Zeus e Mnemosine, indicata nell’iconografia come una giovane donna dall’aspetto devoto. Non è difficile ipotizzare che lo scultore si sia
ispirato alla Polimnia del II secolo a. C. del Museo
Archeologico Nazionale di Napoli.
Il medagliato scultore Crescenzo Ranallo, così si
legge sulla lapide posta sulla tomba, muore di influenza ad Oratino il 25 febbraio del 1892.
Nella foto: Crescenzo Ranallo, Crocifisso, 1860 ca.,
Santo Stefano, chesa di Santa Maria di Loreto
Farinaccio, Vittoria Di Iorio, Cinzia Giuliano,
Cristina Fatica, Loredana Latessa, i gemelli LuQuesta foto in bianco e nero del 1973 ritrae gli alunni ciano e Luigi Pulcella, Pasqualino Tirabasso, Suor
dell’asilo di Via Sotto Giardino, allora ancora diretto Cecilia. Nella seconda e terza fila, sempre da sidalle suore. I piccoli sono sul palco (allestito in nistra: Fulvia Tarasco, Piera Di Palma, Marilena
quell’occasione presso la scuola elementare) pronti Fatica, Antonello D’Anolfo, Adriano Ciancibello,
per iniziare la recita della Festa della Mamma.
Ivana Tarasco, Claudio Brunetti, Gianni Fatica,
Si riconoscono nella prima fila, da sinistra: le so- Nicola Mastrangelo, Lino Ziccardi, Giuseppina
relle Maria Luisa e Cristiana Mancini, Fernanda D’Anolfo.
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Il Messaggero Oratinese
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Ricorrenze ­ Nascite ­ Matrimoni
Lauree ­ Commiati
E’ arrivato Evghenij Lorenzo Fatica!
Prima di Natale i coniugi Carmela Tamborriello e
Giuseppe Fatica (Pietrangeliell) sono andati in russia ad adottare un bambino di 8 anni con gli occhi
azzurri e i capelli biondi che si chiama Evghenij Lorenzo. Al suo arrivo ad Oratino è stato accolto da parenti e amici con grande affetto.
Laurea
Il 12 febbraio a Montecassino Antonio Cosenza, figlio di Rino e Tiziana Di Bartolomeo, ha ritirato la
pergamena della laurea in Ingegneria Elettrica, conseguita il 17.07.2012 con voto 100/110 presso la facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di
Cassino. Auguri per un futuro pieno di soddisfazioni.
Laurea
Il giorno 18 dicembre 2012, Alessio Di Iorio, figlio
di Michele e di Giovanna Costanzo, ha conseguito la
Laurea in Scienze del Servizio Sociale presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi del Molise. Ad Alessio gli auguri del Messaggero Oratinese.
Nozze
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Il 29 settembre, si sono uniti in matrimonio Gennaro
De Oto (di Campobasso) e Elettra Salati, figlia di
Lillino (Bregadiere) e Diana Di Tullio. Ai novellisposi gli auguri della redazione del Massaggero Oratinese.
60° anniversario di matrimonio
Il 15 Dicembre, 2012 era il 60esimo Anniversario di
Matrimonio per Teresa e Diodoro Giovannitti di
Ottawa! Teresa e Diodoro sono cresciuti insieme
nella via Trento e Trieste. Diodoro era il terzo di 6
figli di Gennaro e Giuseppina Giovannitti. Teresa era
la prima di tre figli di Vincenzo e Angela Tirabasso.
Teresa e Diodoro si sono sposati a Oratino il 15 dicembre, 1952 e sono emigrati ad Ottawa, Canada, nel
1956 e nel 1957 è nato il loro figlio unico, Gennaro.
Nel 1962 hanno comprato la prima casa. Diodoro ha
lavorato come sarto e poi supervisor della sartoria
per la polizia reale a cavallo (RCMP), e Teresa come
seamstress per un negozio di vestimenti da uomo
(E.R Fisher Ltd.). Negli ultimi vent’anni hanno goduto la vita di pensionati con parecchi viaggi al sole
dei Carabi, insieme ai parenti ed a vedere crescere i
suoi tre nipoti Doriano, Giulio e Terenzo. Cinque
anni fa hanno comprato una casa sulla stessa strada
vicino a loro figlio Gennaro. Auguriamo tanti anni
insieme ancora con la buona salute.
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il ballo, durato tre sere, presso il palazzo ducale, con
poche pastarelle e poco vino, ma tanta gente e tanto
divertimento. Oggi Ida e Peppino godono buona salute e sono orgogliosi dei 65 anni trascorsi insieme.
Quando si chiede a zia Ida di parlare del suo matrimonio comincia così: “ero povera e sposai uno ancora più povero, ma siamo stati sempre felici”. A
questi coniugi, esempio di coppia salda e duratura,
auguriamo ancora tanta felicità.
Compleanno
In occasione dell’ottantesimo compleanno di Carmelina Latessa, la sorella Antonietta ha voluto dedicarle questo simpatico componimento.
A Carmelina d rusc per i suoi primi 80 anni
Cara sorella Carmelina,
regalarti volevo una collanina,
ma pieno hai il comò
perciò solo gli auguri io ti darò.
A cento mancano ancora venti,
mantieniti forte in salute e denti
e se alla Fontenuova sempre vorrai andare
la tasstella col vino rosso non farti mai mancare.
Manda a quel paese colesterolo e pressione
con una panetta di casa e un po’ di agnellone,
non risparmiare una grattata di cacio
Un matrimonio che dura da ben 65 anni.
così Lorenzo ti ringrazierà con un bacio.
Il 23 novembre del 1947 convolarono a nozze Giu- In allegria questo giorno desideriamo passare
seppe Farinaccio (Gambatesa) e Ida Brunetti e tanti auguri a te vogliamo cantare,
(Tammerrier) in abito bianco preso in prestito. Il a te che sei nonna d n uaglion assai biell,
pranzo nuziale, solo per pochi invitati, si svolse gioia e onore di casa Ptrangeliell!
presso la casa di Diomino Silvaroli (ciccott), mentre
Antonietta
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Il Messaggero Oratinese
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Concetta di avere la forza a continuare a vivere sempre contenta con la sua famiglia, ci ha spiegato che
nel 2013 compie 88 anni, gli auguriamo moltissimi
ancora con tanta buona salute.
Morte
Il 13 gennaio, dopo breve malattia, all’età di 88 anni
è deceduto Silverino Fatica, per tutti Nandino Salaiuol. Persona affabile e amicale, sempre attento alle
vicende politiche e amministrative del paese che seguiva con spirito critico e con passione. La sua presenza in piazza mancherà alla maggior parte dei suoi
compaesani abituati a vederlo passeggiare sempre
vestito di tutto punto. Alla moglie Olga, alla sorella
Maria e al cognato Gianni giungano le condoglianze
di tutti i lettori del Messaggero Oratinese.
Morte
Il 5 marzo 2013,
all’età di 89 anni, è
tornata alla casa
del Padre, Filomena Palladino
(Diomino). Malata
Compleanno
da più anni, viveva
Il 3 novembre, Gennaro Ciancibello (Patacchin) ha
con il figlio Mifesteggiato con parenti e conoscenti il suo 80° comchele e famiglia;
pleanno. Auguri da tutta la redazione e dai lettori del
spesso sedeva dieMessaggero Oratinese.
tro i vetri del balcone di casa da
dove salutava con
grande cordialità
le persone che passavano e con le
quali scambiava qualche chiacchiera. A Michele e
Antonella e a tutti i parenti giungano le condoglianze
dei lettori del Messaggero.
Premio Nazionale di Poesia “Arturo Giovannitti”
Morte
Nel mese di aprile scorso e` venuto a mancare a sua
famiglia il signore Felice Barile, marito di Concetta
Iafelice da 61 anni. Si inviano le piu` sentite condoglianze a Concetta e ai rimanenti di famiglia dai lettori del Messaggero Oratinese. Un saluto speciale a
Mercoledì 1 maggio 2013, alle ore 18,00, nell’Auditorium Comunale “Libero Altobello” di
Oratino, si terrà la cerimonia conclusiva della
X edizione del concorso letterario, intitolato al
nostro grande conterraneo, poeta e sindacalista,
Arturo Giovannitti. Nel corso della manifestazione, dopo il saluto delle autorità, verrà proiettata l’intervista realizzata a Roma con il gen.
Italo Giovannitti, si ricorderà un amico scomparso e saranno lette le poesie vincitrici.
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