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Stanno sorgendo nel Polo della Ricerca della zona industriale di

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Stanno sorgendo nel Polo della Ricerca della zona industriale di
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Giovedì 19 Settembre 2013 Corriere del Veneto
SPECIALE ZIP
in collaborazione con
RCS MediaGroup Pubblicità
Scienza avanzata in Zip
Stanno sorgendo nel Polo della Ricerca della zona industriale di Padova i
nuovi edifici che ospiteranno i laboratori del Consorzio Rfx per lo studio e
la messa a punto degli iniettori di Iter, il primo prototipo di reattore per la
fusione termonucleare controllata già in costruzione nel sud della Francia
Rendering visto dalla tangenziale. Gli esperimenti Spider e Mitica saranno ospitati nel
capannone principale (110x26x24 m). Nell’edificio che lo affianca (110x22x15 m) sono
contenuti invece tutti i sistemi ausiliari di raffreddamento, criogenia e antincendio,
comprese delle vasche sotterranee con mille mc d’acqua; la produzione del fascio di
ioni assorbe infatti quasi 60 mw. L’edificio in primo piano (26x26x24 m) alloggerà in uno
speciale contenitore tutte le apparecchiature che lavorano a un milione di Volt, tensione
prodotta dai trasformatori-elevatori che si vedono in primissimo piano.
W
ww.sevuoisapere.it è il sito che si
vedrà presto pubblicizzato lungo la
tangenziale di Padova, su un cartellone 10x4m, nei pressi dell’uscita 13. Servirà a far conoscere l’uso di quei grandi capannoni che stanno rapidamente sorgendo
nel Polo della Ricerca Zip, di fianco alla torre
della Città della Speranza e ai laboratori del
Cnr e del Consorzio Rfx. Si tratta in effetti
di un’estensione di questi ultimi finalizzata
ad ospitare due importantissimi esperimenti
di Iter, il noto progetto da 15 miliardi di euro
che si propone di realizzare nel centro di
ricerca di Cadarache, in Francia, a nord di
Marsiglia, un primo reattore sperimentale
per la fusione termonucleare controllata.
Nell’operazione, oltre all’Unione europea,
sono coinvolte Russia, Cina, Giappone,
Stati Uniti, India e Corea del Sud, paesi da
cui giungeranno in Zip sofisticatissimi com-
ponenti dell’impianto e decine di ricercatori.
Premettiamo subito che questo di Padova è
il principale laboratorio associato a Iter che
esista al mondo e che comunque opererà
solo in ambito acceleratori (come a Legnaro) e non in ambito “nucleare”.
Stiamo parlando di una ricerca che si può
considerare di una bellezza estrema. La meta
è quella di riuscire a riprodurre lo stesso processo che accende di energia tutte le stelle,
compreso il nostro sole; di sfruttare a scopi
pacifici l’enorme calore sviluppato dalla fusione di due atomi di idrogeno che si trasformano in un atomo di elio. Sette Sorelle permettendo, si tratterà di un passo incredibile per
l’umanità, finalmente svincolata dai combustibili fossili e da tutte le relative guerre.
Prima di tornare al progetto Nbtf (Neutral
Beam Test Facility) di Padova, diamo solo
qualche cenno su come funzionerà il reat-
I nuovi laboratori Rfx sono in costruzione
nel Polo della Ricerca Zip compreso tra
la tangenziale (a sn) e via della Ricerca
Scientifica (a dx). Sempre a dx, al di là dei
magazzini spedizionieri, si vedono anche la
sottostazione Enel da 400 kV, i vecchi laboratori Rfx e la torre della Città della Speranza.
tore in Francia. Per innescare la reazione bisogna fornire energia, tanta. Nel reattore di
Cadarache – detta in soldoni – si introduce il
gas idrogeno in un tubo a forma di ciambella (o meglio toroidale) e attraverso enormi
elettromagneti lo si riscalda fortemente confinandolo al centro del tubo (evitando cioè
che entri a contatto con le pareti). Raggiunti
così una decina di milioni di gradi non si parla più di gas, ma di un plasma fatto di elettroni e ioni che circolano liberamente. Questa
temperatura però non basta ancora ad innescare la reazione di fusione; bisogna arrivare al centinaio di milioni di gradi. Come?
Sparando addosso al plasma violentissime
cannonate di particelle neutre (e quindi non
deviate dal campo magnetico). A tale scopo
a Cadarache è previsto l’uso di due appositi
iniettori che rappresentano un po’ il cuore
del sistema. Iniettori che il Consorzio Rfx ha
il compito di studiare e mettere a punto qui,
nell’impianto Nbtf di Padova.
Avevamo avuto già modo di dedicare uno di
questi nostri speciali [www.zip.padova.it/eccellenze.htm del 15/10/09] a tali argomenti
quando ebbe larga eco nel mondo scientifico la notizia che, in Zip, i ricercatori del
Consorzio Rfx erano riusciti a dimostrare
sperimentalmente che si poteva migliorare il
confinamento del plasma tramite un campo
magnetico che gli dava una forma ad elica.
Lo studio era stato reso possibile, tra l’altro,
dalla presenza della sottostazione Enel di
400 kV, con possibilità di assorbire fino a
100 mw in continua, che il Consorzio Zip,
superando grosse difficoltà, era riuscito nel
1987 a far installare nell’area Cnr.
«Un vero sogno per la stragrande maggioranza dei laboratori di ricerca», ci aveva
confidato allora Giorgio Rostagni, uno degli
emeriti docenti universitari che, insieme a
Gaetano Malesani, già nel 1958 aveva avviato a Padova un piccolo gruppo di ricerca
sulla fusione, in parte poi evolutosi nel celebre Istituto Gas Ionizzati.
«Anche oggi – ci conferma Roberto Piovan,
direttore di Rfx – al di là della presenza qui
da noi di un gruppo integrato di ingegneri e
fisici capace di sviluppare questa sperimentazione, un altro dei principali motivi per cui
hanno deciso di affidare a noi il compito degli iniettori è stata proprio questa alta disponibilità in loco di energia elettrica».
Positivamente impressionato anche il presidente Zip Angelo Boschetti che, dopo la
visita al cantiere, ha ribadito l’importanza di
fornire servizi adeguati per lo sviluppo economico del territorio. «Favorire la ricerca è
l’unica strada per evitare fughe di cervelli e
incassare importanti ricadute tecnologiche
che possono aprire per Padova nuove prospettive».
I capannoni Nbtf saranno completati entro la
prossima estate. Il loro costo di 20 milioni di
euro è interamente a carico del nostro governo a fronte dei 200 milioni di apparecchiature
scientifiche che arriveranno a Padova finan-
ziate dalla comunità internazionale, ma costruite anche da aziende italiane.
Per accelerare i tempi la facility prevede due
distinte sperimentazioni: Spider e Mitica. La
prima che si concentra solo sulla sorgente
di ioni, potrà partire già agli inizi del 2015; la
seconda, che prevede il funzionamento di un
iniettore completo in scala 1:1, verso la fine
del 2017. La speranza è che entro il 2020
a Cadarache possa iniziare l’installazione di
due iniettori analoghi al prototipo padovano
che continuerà comunque ad essere usato
per ogni successivo perfezionamento dei
suoi gemelli francesi, visto che qui ogni intervento è facilitato dal fatto che si opera in
ambiente non nucleare. Lo scopo principale
di Iter è il raggiungimento di una reazione di
fusione stabile che almeno per un’ora riesca
a fornire un’energia di 500 mw, pari a dieci
volte l’energia immessa. E’ già previsto che
un ulteriore passo lo debba poi compiere il
successivo reattore denominato Demo, ma
stiamo già parlando del 2050.
Questi speciali sono curati dal Consorzio Zona Industriale di Padova [www.zip.padova.it] in collaborazione con l’Associazione Amici della Zip [www.amicidellazip.it], comunicazione: alberto salvagno/studioph.it
Ricercatori da tutto
il mondo ieri in RFX
Sono giunti ieri in visita dei laboratori
Rfx i partecipanti allo International Stellarator and Rfp Joint Workshop, che si
svolge questa settimana a Padova sotto gli auspici dell’International Energy
Agency, organismo dell’Ocse che si
occupa di energia.
Ad accoglierli, tra gli altri, il presidente
del Consorzio nonché rettore vicario
dell’Università Francesco Gnesotto e il
direttore Roberto Piovan.
I 140 ricercatori provenienti da tutto il
mondo stanno discutendo insieme ai
colleghi padovani sui più recenti progressi della fusione relativamente a due
particolari categorie di esperimenti: lo
Stellarator e il Rfp.
Nel Consorzio lavorano quasi 160 persone, più una trentina di studenti anche
stranieri. Il dottorato internazionale sulla tecnologia della fusione è infatti un
altro fiore all’occhiello di Rfx.
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