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L`iniziazione, la dedicazione di sé e l

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L`iniziazione, la dedicazione di sé e l
L'iniziazione, la dedicazione di sé e l'appartenenza nella Wicca
Scritto da Ikaros Kein
Nelle scorse settimane ho partecipato ad un acceso dibattito riguardo un tema scottante,
benché trito e ritrito, riguardo il definirsi wiccan senza aver ricevuto l'iniziazione in una congrega
tradizionale ed il concetto di auto-iniziazione o dedicazione. L'argomento riveste di sicuro un
certo interesse e può essere utile fornire delle coordinate più generali riguardo la questione.Ben
ché io non mi definisca wiccan, questo articolo vuol essere un contributo a questo dibattito.
Ogni critica è ben accetta.
And thou who thinkest to seek for me, know thy seeking and yearning shall avail thee not unless
thou knowest the mystery; that if that which thou seekest thou findest not whithin thee, thou wilt
never find it without thee. For behold, I have been with thee from the beginning; and I am that
which is attained at the end of desire.
- Doreen Valiente, Charge of the Goddess Da alcuni decenni, ormai, la Wicca è approdata in
Italia e, qui come altrove, costituisce una delle correnti neopagane maggiormante influenti
soprattutto su chi si avvicina per la prima volta a queste forme di spiritualità.
Aprendo un qualsiasi libro sulla Wicca pubblicato in Italia si hanno buone possibilità di trovare,
tra le sue pagine, un rituale di auto-iniziazione o di dedicazione, benché nella maggior parte dei
casi gli autori utilizzino il secondo termine come alternativa preferenziale al primo e in molti casi
affermino che l'accostamento del prefisso auto- alla parola iniziazione costituisca una
contraddizione.
Un esempio molto chiaro di questo atteggiamento è presente in Scott Cunningham, Wicca: a guide for the solitary practitioner
, pubblicato in Italia nel 2001 da Armenia Edizioni col titolo
Wicca.
In quest'opera, probabilmente la più diffusa tra i libri di Wicca in Italia, l'autore polemizza
apertamente sul concetto di iniziazione inteso in senso tradizionale, quello cioè che concepisce
come unico iter iniziatico possibile quello che avviene attraverso la formazione all'interno di una
congrega e che culmina nel rituale di iniziazione in congrega.
Cunningham non intende in alcun modo sminuire l'importanza di questo approccio all'interno
delle congreghe tradizionali, ne sottolinea anzi il valore e l'utilità, egli tuttavia critica l'idea (che
indica come molto diffusa) che questo approccio sia l'unica possibilità per dichiararsi wiccan o
strega, per dedicarsi a questa forma di spiritualità. A questo concetto, che sintetizza in breve
nell'espressione "only a wiccan can make a wiccan", Cunningham oppone un evocativo "only
the Goddess and God can make a wiccan".
Il suo approccio, sintetizzato da queste parole, definisce il processo di iniziazione come una
armonizzazione dell'individuo con le divinità e riconosce che questo è pure il fine principale
delle iniziazioni di stampo tradizionale ma non per questo è precluso a chi non ha la possibilità
o non vuole unirsi ad una congrega. Si esprime infatti nell'invito, rivolto a chi vuole praticare
l'Arte, di cercare e trovare il proprio personale rapporto con le divinità e lo descrive come una
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possibilità pienamente realizzabile. Per questi stessi motivi egli fornisce un rituale di
auto-dedicazione, inteso come un modo per esprimere, attraverso la forma del rito, la volontà di
mettersi sul cammino della Wicca.
Bisogna precisare però, per rendere giustizia a quest'autore, che, a differenza di quanto
pensano molti che conservano un'opinione critica riguardo la pratica solitaria, egli non ha mai
inteso sminuire l'impegno e la serietà che sono richiesti dalla pratica di una qualsivoglia via
spirituale e, nella sua opera, sottolinea ripetutamente l'importanza capitale della pratica e dello
studio, esattamente come avviene nell'ambito di una congrega.
L'opera di Cunningham, però, costituisce solo una delle ultime tappe di un percorso cominciato
molto prima e che è utile ripercorrere per comprendere meglio l'evoluzione del concetto di
autoiniziazione o autodedicazione all'interno della Wicca.
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L'iniziazione, la dedicazione di sé e l'appartenenza nella Wicca
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Un po' di storia Per seguire il percorso che ha segnato l'ingresso e l'evoluzione del concetto di autoiniziazione e
autodedicazione all'interno della Wicca percorreremo, almeno in parte, le tracce indicate da
Ronald Hutton in The Triumph of the Moon: A History of Modern Pagan Witchcraft,
probabilmente il più completo lavoro storico, scritto da uno storico, sulla nascita e sulla
diffusione della Wicca in Gran Bretagna. Bisogna precisare che l'argomento del libro non è
esattamente la Wicca ma il più generico concetto di
Modern Pagan Witchcraft
poiché Hutton include nel suo studio anche le tradizioni che non si dichiarano wiccan (benché
porti avanti l'idea che, in Gran Bretagna, buona parte di queste tradizioni siano nate o siano
state influenzate, in maniera diretta o indiretta, dalla Wicca). Per quel che riguarda il definirsi
wiccan, comunque, l'argomento sarà trattato più avanti nell'articolo. Il primo evento di rilievo per l'argomento trattato risale agli inizi degli anni '70, quando sulla
rivista esoterica Quest, fondata da Marian Green e diffusa nel Regno Unito, compaiono degli
articoli che portano la firma di Diana Demdike e che mettono in discussione molti dei concetti
classici allora presenti nella Wicca, come la necessità della formazione e dello studio entro un
contesto di gruppo (congrega), l'iniziazione e anche il sistema duoteistico. Secondo
quest'autrice le divinità sono forze elementali che devono essere contattate in via diretta e nella
maniera che si preferisce da chi vuole intraprendere il cammino della stregoneria attraverso il
contatto col mondo naturale.
Nel 1974 Raymond Buckland, iniziato da Monique Wilson alla tradizione Gardneriana, pubblica,
negli Stati Uniti, The Tree: Complete Book of Saxon Witchcraft, col quale fonda la tradizione di
Wicca Sassone
o
Seax Wica
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. Questa tradizione possiede molte caratteristiche che la differenziano dalle tradizioni allora
esistenti: essa è probabilmente l'unica a dichiararsi come la tradizione Wicca "più giovane",
poiché appena fondata, senza cercare di accampare pretese di antichità e, inoltre, è aperta a
chi decide di autoiniziarsi. Bisogna considerare che Buckland stesso, alcuni anni prima, aveva
fortemente criticato coloro che, senza aver ricevuto istruzione ed iniziazione in una congrega
tradizionale, si dichiaravano streghe senza avere la minima conoscenza della Wicca. Tuttavia in
questo libro e nella tradizione nata da esso (tradizione ancora viva) il suo atteggiamento verso il
concetto di autoiniziazione evidentemente cambia. In un'opera successiva,
Buckland's Complete Book of Witchcraft
del 1986 (di particolare interesse per questa trattazione perché è stata tradotta anch'essa, come
l'opera di Cunningham, in italiano da Armenia nel 2003 ed ha avuto larga diffusione in Italia),
l'autore ribadisce il suo favore per la pratica solitaria e l'autoiniziazione e, a ben vedere, si
comprende anche che l'opinione contraria mostrata alcuni anni prima non è affatto mutata ma
che, anzi, i due libri citati ne rappresentano un'evoluzione: la critica mossa alle
"streghe-fai-da-te" (come li aveva definiti alcuni anni prima) si addolcisce di poco e l'autore dà
ad intendere che lo scopo dei suoi libri è proprio quello di proporsi come manuali affinché chi ha
intenzione di praticare la stregoneria possa farlo avendo quelle che Buckland ritiene siano
informazioni valide e necessarie.
Nel 1978 Doreen Valiente, che era stata in passato alta sacerdotessa al fianco di Gerald
Gardner nella congrega Bricket Wood coven, ed è spesso definita la madre della
Wicca, pubblica
Witchcraft for Tomorrow. L'introd
uzione di quest'opera (in riferimento probabilmente alle passate esperienze dell'autrice) si
chiude con parole abbastanza violente contro la presunzione di alcuni "leader autoproclamati" e
con la dichiarazione di voler mettere, attraverso questo libro, la stregoneria alla portata di tutti
coloro che desiderano praticarla. Valiente precisa di non voler minare l'idea della formazione e
dell'iniziazione all'interno delle congreghe tradizionali, che ritiene comunque la via migliore (a
patto, dice, che ciò avvenga con un "insegnante sincero ed esperto") ma solo di voler dare un
punto di partenza pratico e non semplicemente teorico. Nel libro è presente un Libro delle
Ombre che contiene un rituale di autoiniziazione. A chi dovesse muovere obiezioni a questo
rituale, Doreen Valiente risponde con una semplice domanda: "who initiated the first witch?" L'anno successivo Lois Bourne, anche lei in passato alta sacerdotessa al fianco di Jack
Bracelin nella Bricket Wood coven, pubblica un'autobiografia (Witch Among Us) in cui parla del
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periodo passato in congrega ma, soprattutto, enfatizza particolarmente ciò che era avvenuto
prima e dopo quel periodo, ovvero la sua vita di praticante solitaria.
Nel 1979 vengono anche pubblicati, negli Stati Uniti, due libri che hanno influito molto sullo
sviluppo del movimento neopagano in quel paese. Il primo è Drawing Down the Moon: Witches,
Druids, Goddess-Worshippers, and Other Pagans in America Today
di Margot Adler, iniziata alla tradizione gardneriana. In quest'opera, che descrive magistralmente la potenza espressiva del movimento neopagano
d'oltreoceano in tutte le sue sfaccettature, viene dedicato ampio spazio al New Reformed
Orthodox Order of the Golden Dawn
(abbreviato in NROOGD ma che, nonostante il nome, non ha alcun legame con lo
Hermetic Order of the Golden Dawn
) una corrente eclettica, nata al di fuori dei lignaggi iniziatici direttamente riconducibili a Gardner,
ispirata principalmente agli scritti di Gardner, Murray e Graves.
Nell'opera, inoltre, in un altro capitolo, l'autrice tocca anche la questione della iniziazione e dei
wiccan che non appartengono al lignaggio iniziatico citando le parole di due sacerdoti wiccan
(Myrdden sulla rivista Gnostica e Phoenix sulla rivista Green Egg. Nei testi citati non solo si
mette in discussione l'idea dell'iniziazione di congrega come l'unica via possibile ma si
riconosce il valore effettivo di molte tradizioni di "autoiniziati" e si solleva il problema delle
iniziazioni "onorarie" o che non derivano dall'apprendimento e dal lavoro di congrega (nel testo
indicate come la maggioranza). Mettendo a confronto le tante valide tradizioni fuori del lignaggio
e alcuni iniziati onorari per cui l'iniziazione è solo una questione di pubblicità o di ego si chiede,
retoricamente, "who of these, then, is
truly
of the Wicca?"
L'altro testo americano del '79 è The Spiral Dance: a Rebirth of the Ancient Religion of the
Great Goddess,
scritto da Starhawk, per qualche tempo allieva
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di streghe di tradizione gardneriana e poi iniziata nella tradizione Feri, che non è una tradizione
Wicca ma si dichiara come corrente di stregoneria
tradizionale
, da Victor Anderson. Anche questo testo ha avuto una forte influenza sul panorama pagano
italiano dal momento che, nel 2002, Macro edizioni ha tradotto e pubblicato, in Italia, la versione
che è stata pubblicata negli Stati Uniti per il ventesimo anno del libro e, nel 2007, l'autrice ha
tenuto un seminario in Sicilia. Il testo, come tanti altri manuali, offre parecchie nozioni, esercizi e
rituali per la pratica della stregoneria, incluso un rituale di iniziazione, senza esprimersi sulla
questione del lignaggio.
A partire da questo libro sono state fondate decine, se non centinaia, di congreghe ed è nato il
movimento del Reclaiming. In una nota presente nell'edizione per il ventesimo anniversario,
Starhawk polemizza contro l'utilizzo dell'iniziazione come segno di uno
status
e precisa che, all'interno del
Reclaiming
, non è necessario essere iniziati per partecipare ai rituali né per insegnare. All'interno del
movimento alcuni membri della comunità rifiutano deliberatamente di essere iniziati. Anche qui,
non si attacca il valore dell'iniziazione di congrega
in sé
, ma solo alcuni atteggiamenti cui, in alcuni casi, questo paradigma può portare. Gli stessi
concetti sono ribaditi, sul sito del
Reclaiming
, da Macha M. NightMare.
Nel 1984 Janet e Stewart Farrar, iniziati da Alex e Maxine Sanders alla tradizione Alexandriana,
pubblicano The Witches' Way in cui si esprimono chiaramente sulla questione
dell'autoiniziazione. In accordo con quanto scritto qualche anno prima da Doreen Valiente,
ritengono utile ed importante il paradigma dell'iniziazione in congrega ma affermano che, a quel
punto della storia dell'Arte, non credono esso debba restare l'unica possibilità. È bene che si
segua l'iter dell'iniziazione in congrega, se se ne ha la possibilità, ma in caso ciò non avvenga
l'autoiniziazione è una alternativa del tutto praticabile. Secondo quanto scritto in questo libro, la
Wicca è un modo di vedere il mondo e di vivere in esso ed è praticata da chi vi si sente
naturalmente attratto.
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Nel 1986, come si è detto poco sopra, viene pubblicato Buckland's Complete Book of
Witchcraft,
e solo nel 1988 viene dato
alle stampe il libro di Scott Cunningham con cui abbiamo cominciato questo articolo.
La Wicca oggi 7 / 19
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Negli anni seguenti e fino ad oggi sono state pubblicate decine di libri sulla Wicca. Molti di
questi libri sono rivolti direttamente ai praticanti solitari, agli "eclettici" per i quali i libri (e, poco
alla volta, in maniera sempre più preponderante, Internet) costituiscono l'unica via d'accesso
alle informazioni sulle forme di spiritualità pagana. Molti di questi testi sottolineano comunque
l'importanza dell'esperienza diretta delle pratiche esposte nei libri, che deve essere affiancata
allo studio per poter affrontare con coscienza un percorso spirituale di tutto rispetto. Tuttavia
non è un manuale per la pratica solitaria il libro di cui andiamo ora a trattare.
Nel 1989 Vivianne Crowley (ancora una volta, un'autrice particolarmente importante, oltre che
nel panorama internazionale, nella Wicca italiana poiché tiene regolarmente seminari in Italia),
iniziata alla tradizione Alexandriana ed a quella Gardneriana, pubblica Wicca, the Old Religion
in the New Age,
poi
aggiornato e ripubblicato nel 1996 col titolo di
Wicca, the Old Religion in the New Millennium
e di nuovo nel 2003 come
Wicca: a comprehensive Guide to the Old Religion in the Modern World
. In quest'opera (almeno nell'edizione cui ho avuto la possibilità di accedere, cioè quella del
1996) viene fornita una definizione molto esaustiva del concetto di iniziazione così come si è
sviluppato nella Wicca attraverso i decenni. L'autrice distingue quattro forme di iniziazione:
l'iniziazione come rito di passaggio all'età adulta; l'iniziazione interiore, intesa come contatto tra
il Sé e la scintilla divina presente in ciascuno; l'iniziazione in una tradizione spirituale, magica o
religiosa; l'iniziazione in un gruppo ristretto, come una congrega o una loggia.
Crowley sottolinea particolarmente il valore di questi ultimi due tipi di iniziazione, che
permettono all'iniziato di accedere alla mente di gruppo della congrega e della tradizione cui la
congrega appartiene, tuttavia si esprime chiaramente sul fatto che il secondo tipo di iniziazione,
l'iniziazione interiore, quella che riguarda l'individuo e che, in qualche modo, è il nucleo
dell'intero suo percorso iniziatico, non necessita dell'iniziazione di congrega o in una particolare
tradizione: essa può essere stimolata, accelerata, da queste altre ma, in definitiva, può avvenire
spontaneamente. Si tratta di un processo che riguarda solo l'individuo e gli dèi.
Poche righe oltre, l'autrice prende posizione anche riguardo il tema dell'autoiniziazione.
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Preferisce chiamarla autodedicazione cosa che, a conti fatti, può essere interpretata, secondo
quanto precisato in precedenza, come una terminologia migliore, dal momento che questo
genere di operazione può avere come unico obiettivo quella che l'autrice definisce
iniziazione interiore
, per la quale il prefisso "auto-" non è certamente applicabile. Crowley dice poi che molti seguaci
della Wicca eseguono cerimonie di autodedicazione e la semplice pratica solitaria dell'Arte è,
per alcuni di essi, del tutto sufficiente, ma, afferma Crowley, questo tipo di pratica non è affatto
facile. La Wicca è, essenzialmente, una tradizione orale, insegnata dalla pratica più che dalle
parole e non può essere appresa dai libri. Il testo continua dicendo che la pratica solitaria non si
esaurisce nell'apprendimento attraverso i libri ma nella crescita spirituale che viene da un duro
lavoro. La Rivelazione giunge aprendosi al vero Sé attraverso quella che è stata descitta come
iniziazione interiore
, tuttavia si tratta di un cammino estremamente difficile senza una guida e che, secondo
l'autrice, può essere tentato da soli soltanto quando non si ha nessuna alternativa.
Infine, Crowley mette in guardia da chi si autoproclama autorità della stregoneria ma questo
problema, stando a quanto scritto da Doreen Valiente (di cui abbiamo parlato poco sopra), non
riguarda solo gli autoiniziati, ma anche chi ha ricevuto l'iniziazione in congrega.
Hutton ci dice che negli anni '90 tutte le varietà di stregoneria presenti negli anni '60
(Gardneriana, Alexandriana, Cochraniana) sono vive e si diffondono ma, in più, vi sono anche
coloro che dichiarano origini indipendenti e, ancora, tantissime congreghe fondate da persone
che hanno letto i libri pubblicati sulla materia (molti dei quali sono stati citati in quest'articolo) e
hanno da essi sviluppato le proprie pratiche. A volte i fondatori di queste congreghe si
dichiarano appartenenti alle tradizioni dell'autore o degli autori da cui sono stati maggiormente
ispirati, altre volte si dichiarano semplicemente "tradizionali".
Oltre alla stregoneria pagana basata sul paradigma della congrega, Hutton ci dice che, alla fine
degli anni '80, appare una tendenza formalmente costituitasi che viene incontro ai praticanti
solitari. Questa tendenza, in Gran Bretagna, trova un'identità principalmente grazie ad un libro
di Rae Beth che formula, per questo genere di praticanti dell'Arte, il termine (che Hutton
definisce delizioso) di Hedge Witch, Il libro che porta questo titolo viene pubblicato nel 1990 ed
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è essenzialmente un manuale di Wicca che non presenta una struttura di congrega ed una
iniziazione formale, arricchito dai versi, dalle invocazioni e dalle meditazioni dell'autrice. L'anno
successivo esce un altro libro di Marian Green (
A Witch
Alone
),
autrice che, come abbiamo visto, aveva sempre osteggiato la necessità di strutture e liturgie
prescritte. Anche quest'opera tratta del lavoro solitario ed è dedicata a chi non può o non vuole
unirsi ad un gruppo.
Questi ibri, insieme a molti altri che erano stati pubblicati in passato e a quelli che verranno
pubblicati successivamente, forniscono, a chi voglia praticare la stregoneria pagana o la Wicca,
tutti gli strumenti necessari. La corrente dei praticanti solitari rappresenta, da quegli anni, uno
dei settori in maggior crescita in quest'ambito.
Nel 2001 viene pubblicato WitchCrafting: A Spiritual Guide to Making Magic, di Phyllis Curott
(iniziata nella tradizione della
Minoan Sisterhood
e fondatrice della
Tradizione di Ara,
i suoi libri sono stati tradotti in italiano e tiene seminari in Italia). In quest'opera Curott descrive
l'iniziazione come processo di trasformazione del Sé e, parlando del fatto che ormai molti rituali
di iniziazione di molte tradizioni della Wicca sono stati resi disponibili attraverso i libri, sottolinea
il fatto che, benché potente, il rituale non è che uno strumento e che è la vita stessa ad operare
l'iniziazione. Anche qui si mette in evidenza che il cammino dell'iniziazione non è facile.
Nell'opera viene fornito un rituale di autodedicazione o autoiniziazione ma, precisa Curott, non
si tratta di una iniziazione formale nella
Tradizione di Ara
, che richiede un certo tipo di formazione, ma è un punto di partenza sul percorso della Wicca.
Un'altra opera fondamentale per la definizione dei rapporti tra iniziazione ed autoiniziazione (o
meglio, come abbiamo visto, dedicazione) è Progressive Witchcraft: Spirituality, Mysteries and
Learning in Modern Wicca
, di Janet Farrar e Gavin
Bone, pubblicato nel 2004. Nel testo gli autori eseguono una accurata decostruzione della
Wicca così com'è intesa negli ambienti tradizionali, ne esaminano approfonditamente la storia e
l'evoluzione come pure i metodi e, in quest'ultimo caso, a partire dalle esperienze portate avanti
nella loro congrega e nei loro seminari, anche traendo ispirazione da correnti neopagane non
wiccan. Più volte viene toccato il tema dell'iniziazione in congrega, il concetto di mente di
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gruppo, la necessità di un'accurata formazione sia pratica che teorica.
La loro conclusione, che in qualche modo caratterizza il loro approccio alla Wicca (approccio
che gli autori definiscono Progressive Witchcraft), è che lo schema classico dell'iniziazione
all'interno di una congrega è solo una delle possibili vie e che essa ha valore solo quando
stimola un cambiamento sul livello spirituale, cioè una
vera iniziazione
, come gli autori la definiscono, ma questo cambiamento, questo processo, può avvenire anche
fuori da una congrega, anche al di fuori di un
cerchio propriamente preparato,
poiché, secondo una delle Leggi dell'Arte
gardneriane, "there is only one true initiator"
,
e ciò significa che non è un sacerdote od una sacerdotessa che "iniziano" qualcuno alla Wicca,
ma il Divino, come il dio o la dea, o il "Sé superiore".
Secondo Farrar e Bone non vi è nulla, nessun segreto, della Wicca gardneriana originale che
non sia ormai disponibile attraverso il materiale pubblicato (riguardo questo punto specifico c'è
da sottolineare che molti altri iniziati non sono della stessa opinione) ma le conoscenze segrete,
in sé, non hanno valore poiché i Misteri non sono una conoscenza intelligibile ma solo esperibile
dal singolo, e da ciascuno in maniera diversa. I
Segreti
dell'Arte
,
siano essi pubblici o meno, sono meri strumenti che possono essere utilizzati per fare
esperienza diretta dei Misteri.
Farrar e Bone ci tengono anche a sottolineare il valore e la validità delle tradizioni nate al di
fuori del lignaggio gardneriano, così come delle streghe che non hanno ricevuto una iniziazione
in congrega, facendo anche esempi di tradizioni che essi hanno avuto modo di conoscere,
descrivendone i meriti.
Per questi motivi il parere degli autori è che la dottrina del lignaggio sia irrilevante ed il termine
"autoiniziazione" fuorviante (in accordo con le stesse conclusioni tratte da Vivianne Crowley)
poiché l'iniziazione interiore è solo una, a prescindere che essa sia una iniziazione in un
lignaggio, in una tradizione, in una congrega, attraverso un rituale solitario o attraverso
un'epifania nella vita di tutti i giorni. Potremmo dire che ognuno di questi elementi è un fattore in
più che caratterizza di volta in volta quella specifica iniziazione ricevuta da quello specifico
individuo (e, come abbiamo visto, sia Farrar e Bone che Crowley si soffermano molto a
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descrivere quali sono le caratteristiche specifiche dell'iniziazione in congrega).
Chi è wiccan? 12 / 19
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Abbiamo ripercorso, a partire dai primi anni '70 fino ai giorni nostri, quarant'anni di storia della
Wicca. Se consideriamo che la Wicca è nata, con la pubblicazione di Witchcraft Today di Gerald
Gardner, nel 1954 (assumiamo questa data senza considerare ciò che la Wicca era prima di
quell'anno: le origini della Wicca potranno essere argomento, magari, di un altro articolo) ed ha
quindi meno di sessant'anni, possiamo comprendere quanto le tematiche fin qui esplorate,
sviluppatesi per quasi mezzo secolo, siano radicate e fondanti in questa moderna corrente
pagana. Se poi consideriamo ciò che oggi la Wicca rappresenta nel movimento pagano su
scala internazionale, se consideriamo che i libri pubblicati sull'argomento sono stati non solo il
maggiore veicolo di diffusione della filosofia e delle pratiche di questa corrente ma anche lo
strumento privilegiato di autoanalisi che ha portato la Wicca a quello stato di "maturità" (
coming of age
, nelle parole di Ronald Hutton) in cui è stato messo in discussione il suo stesso mito di
fondazione, possiamo apprezzare l'influenza su larga scala che le opere fin qui analizzate
hanno avuto.
Giungiamo quindi ad una nuova questione, forse per molti la più spinosa. Abbiamo visto i modi
in cui, negli anni, la Wicca ha, per gradi successivi, aperto il proprio scrigno dei segreti,
rendendo di fatto quella che era nata come una via iniziatica, diffusa in ambienti chiusi, un
cammino spirituale accessibile a molti, le cui idee, tecniche, pratiche, sono divenute disponibili
ad un vastissimo pubblico. Dunque ciò che consegue direttamente da queste considerazioni
sono le due domande: cos'è e come si caratterizza la Wicca e, la più spinosa, chi sono i
wiccan?
Ancora una volta è Ronald Hutton a fornirci una descrizione esaustiva di ciò che è la moderna
stregoneria pagana da lui analizzata (come abbiamo già detto, Hutton non parla solo di Wicca)
attingendo le prime tre caratteristiche alla definizione generale della Pagan Federation e
aggiungendo altre cinque voci che egli ritiene specifiche e caratterizzanti:
1. L'accettazione della intrinseca divinità del mondo naturale ed il rifiuto di ogni nozione di
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creazione da parte di un potere esterno ad esso;
2. Il rifiuto di ogni concetto di legge prescritta dalla divinità per il comportamento umano, e
dunque del concetto di peccato e salvezza. In luogo di ciò vi è un'etica di libertà di esprimere e
gratificare i bisogni ed i desideri individuali, e così perseguire la crescita personale e la felicità,
con l'unica maggiore limitazione che consiste nell'impegnarsi ad evitare di danneggiare altri in
questo processo;
3. L'accettazione del fatto che la divinità può essere sia femminile che maschile;
4. La moderna stregoneria pagana ha lo scopo di portare alla luce e valorizzare la divinità
presente negli esseri umani;
5. Essa abolisce la distinzione occidentale tradizionale tra religione e magia;
6. È una religione misterica, o un insieme di religioni misteriche;
7. La sua essenza sta nell'esecuzione creativa dei rituali;
8. Essa è eclettica e versatile.
Queste caratteristiche sono attribuite da Hutton a tutte le correnti di stregoneria pagana
moderna con cui è venuto in contatto: principalmente la Wicca, ma anche altre correnti di
stregoneria tradizionale, correnti che si definiscono ereditarie e la Hedge Witchcraft, che
abbiamo incontrato qualche paragrafo fa. Tuttavia l'opinione che egli si è formato è che tutte
queste varie denominazioni hanno, essenzialmente, gli stessi rituali e le stesse credenze.
Ognuno degli otto punti qui elencati necessiterebbe di una serie di utilissimi approfondimenti
ma, per affrontare la tematica dell'appartenenza alla Wicca, ci limiteremo a definire meglio solo
il concetto dato al punto sei. La connotazione misterica della Wicca, del resto, è probabilmente
una delle sue caratteristiche più affascinanti. Molti autori si sono espressi sul concetto di
Mistero, definendolo una conoscenza personale, una rivelazione individuale che non può
essere comunicata ma di cui solo l'individuo può fare esperienza diretta. Ogni rituale, ogni
tecnica, ogni invocazione, è una tensione verso questa esperienza e nessun precetto religioso
scritto su alcun libro, né comunicato in alcuna forma, può sostituirsi a questa forma di
conoscenza. Si tratta, in definitiva, di quel rapporto non mediato con le divinità.
Hutton, nel paragrafo dedicato a questa caratteristica della stregoneria pagana moderna,
sottolinea il fatto che non esistono atti o luoghi pubblici di culto. Essa è riservata quasi
interamente a gruppi chiusi o individui singoli che si sottopongono ad un processo di formazione
ed iniziazione che richede, generalmente, un tempo considerevole. Si riconosce, in genere, che
questa via spirituale richiede una certa dedizione e duro lavoro, e che essa non si addice a tutti.
Si tratta, dice Hutton, di una via altamente selettiva ed esclusiva. Quanto qui espresso è in
accordo con quanto affermato, come abbiamo visto, dai Farrar, secondo i quali la stregoneria è
praticata da chi è naturalmente attratto da essa e col concetto, chiaramente definito da Adler, di
religione senza convertiti.
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Vi è un'ulteriore caratteristica, secondo molti, che definisce l'identità della Wicca, ovvero quella
del lignaggio e, insieme ad esso, del segreto. Nonostante il gergo comune, ciò che qui si
intende per segreto non è assimilabile al concetto di Mistero di cui abbiamo trattato. In questo
caso si tratta proprio di un elemento trasmesso da maestro ad allievo, da iniziatore ad iniziato e
che segnerebbe il discrimine, secondo alcuni, tra un wiccan ed un pagano non wiccan. Come
abbiamo visto, Vivianne Crowley ha sottolineato particolarmente questa caratteristica della
Wicca, da lei definita essenzialmente una tradizione orale, mentre Farrar e Bone hanno
dichiarato che non vi è nulla di questi segreti che non sia ormai disponibile.
Siamo così arrivati all'ultimo punto di questo articolo, cioè la domanda: chi è wiccan?
C'è da sottolineare il fatto che è necessario distinguere un praticante della Wicca iniziato in un
lignaggio ed un praticante della Wicca non iniziato in un lignaggio. La differenza non riguarda
una maggiore o minore efficacia della pratica e tutt'al più, secondo alcuni, può riguardare
l'appartenere o meno alla Wicca, tuttavia la maggiore distinzione che è indispensabile fare tra
queste due tipologie è semplicemente il fatto di appartenere o meno ad un lignaggio, con ciò
che quest'appartenenza implica (ovvero quegli stessi punti su cui si sono soffermati
particolarmente Vivianne Crowley e Janet Farrar e Gavin Bone), inclusa la trasmissione di
quegli elementi che abbiamo definito come segreti. Per gli stessi motivi è improprio che un
wiccan non iniziato in una tradizione si definisca appartenente ad una specifica tradizione
iniziatica. Tuttavia non tutte le tradizioni della Wicca sono tradizioni iniziatiche. Abbiamo visto
che la Seax Wica ammette gli autoiniziati ma soprattutto che, in generale, è sorta una intera
corrente di praticanti che apprendono dai libri e dalle proprie esperienze.
Come abbiamo visto, Hutton, nella sua indispensabile opera, non descrive solo la Wicca, ma
una realtà più ampia, benché tenda a non fare troppe distinzioni tra la stregoneria Wicca ed
altre forme di stregoneria. Nella sua opera utilizza sia i termini Wicca/wiccan, sia il più generico
witchcraft a seconda delle situazioni (e lo stesso è stato tentato in questo articolo), tuttavia non
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L'iniziazione, la dedicazione di sé e l'appartenenza nella Wicca
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si pronuncia sul criterio di questa distinzione. Si potrebbe essere portati a pensare che egli
utilizzi questi termini seguendo la definizione che, di volta in volta, si danno gli individui o i
gruppi di cui parla: in un caso specifico, infatti, cita il fatto che tre congreghe con cui era in
contatto durante il lavoro di ricerca per il libro, formatesi negli anni '80 utilizzando principalmente
le informazioni pubblicate sui libri, modificarono la propria definizione da wiccan a "tradizionale"
verso la metà degli anni '90 (a seguito, secondo l'autore, dei colpi inferti da Aidan Kelly alla
figura di Gerald Gardner).
Abbiamo visto pure che in Gran Bretagna Rae Beth ha coniato il termine "hedge witch" per
riferirsi ai praticanti solitari e, in più, negli Stati Uniti è venuta in uso una distinzione tra Wicca e
Neo Wicca (in cui rientrano anche alcune correnti appartenenti al lignaggio che hanno però
modificato e personalizzato le pratiche e le nozioni classiche). In Italia è diventata abbastanza
diffusa la definizione di "wiccan eclettici" per tutti coloro che cominciano a praticare la Wicca al
di fuori di un contesto tradizionale (la maggior parte, probabilmente, sono i wiccan eclettici
solitari), terminologia accolta peraltro anche da Francesco Dimitri in Neopaganesimo. Perché gli
dèi sono tornati
. Questo
libro è un'ottima introduzione al neopaganesimo che segue un po' gli stessi percorsi del libro di
Margot Adler, ma si concentra in maniera specifica sull'Italia. Dimitri non solo riconosce che in
Italia la maggior parte dei wiccan utilizza questa definizione, ma che è proprio l'introduzione di
questo nuovo elemento analizzato in quest'articolo, ovvero il cambiamento nel concetto di
iniziazione, insieme alle altre caratteristiche che hanno segnato lo sviluppo della Wicca dagli
anni '70 ad oggi, che ha permesso alla magia di rimanere ancora una forza culturale nella
società moderna.
Rinchiudere la Wicca all'interno del concetto di lignaggio (che, è bene sottolinearlo, resta un
concetto fondamentale, come si è detto, nell'ambito delle tradizioni iniziatiche e rappresenta
appunto il discrimine necessario tra wiccan iniziati in un lignaggio e wiccano non iniziati in un
lignaggio) parrebbe voler disconoscere non solo l'influenza che la Wicca ha avuto, e cui si è
spesso fatto cenno, sul paganesimo moderno ma anche negarle il merito di aver operato quello
svecchiamento di cui parla Dimitri.
Tutto ciò sarebbe dunque avvenuto solo per merito delle eresie della Wicca, ed essa dovrebbe
essere descritta, piuttosto, come una corrente conservatrice (il che, secondo alcune
considerazioni statistiche che Hutton trae dalla sua ricerca, potrebbe anche essere vero in Gran
Bretagna ma non negli Stati Uniti). Tuttavia è necessario tenere in considerazione le altre
numerose evoluzioni e rivoluzioni che la Wicca ha saputo operare in se stessa, come l'apertura
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agli omosessuali (come sappiamo, Gardner non aveva una buona opinione riguardo la
questione) e la fondazione di tradizioni dedicate alle loro forme di spiritualità, per non parlare del
fatto che la stessa struttura della Ruota dell'Anno così come la conosciamo oggi (composta di
otto feste, quattro maggiori e quattro minori) è il risultato di un processo graduale che ha portato
ad aggiungere alle quattro feste celtiche tradizionali i due solstizi e i due equinozi. Perciò anche
i meriti cui abbiamo fatto cenno prima non le si possono negare. Non si può negare che oggi la Wicca rappresenti una corrente maggioritaria all'interno del
neopaganesimo, soprattutto perché tantissimi vi si avvicinano attraverso i libri ed Internet. Vi
sono migliaia, forse milioni di individui che praticano una forma di paganesimo moderno
utilizzando le pratiche della Wicca, condividendo le idee della Wicca, facendosi ispirare dalla
poetica della Wicca, rendendo culto alle divinità della Wicca, trovando, attraverso la Wicca, la
propria via d'accesso ai Misteri ed a quella iniziazione interiore di cui si è detto. La sola cosa
che essi non hanno è l'appartenenza al lignaggio. Molti di costoro continuando la propria ricerca
si allontanano dalla Wicca, ma tanti altri vi restano, poiché trovano in essa una forma religiosa
che sentono soddisfacente. Io trovo improprio che un così largo numero di pagani che sono
totalmente caratterizzati dalle forme della Wicca debba essere chiamato in altro modo,
soprattutto quando la differenza che si vuole proporre è quella tra "wiccan" e "praticante della
Wicca" che potrebbe addirittura creare ulteriore confusione. Quest'ultima, naturalmente, è l'opinione di chi scrive. Il fine primario di quest'articolo, però, è
quello di fornire delle utili informazioni che permettano di districarsi nella storia di un'idea-chiave
del paganesimo moderno, parte integrante di quella rivoluzione spirituale cui ciascuno di noi sta
contribuendo.
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Bibliografia - Adler, Margot, Drawing Down the Moon: Witches, Druids, Goddess-Worshippers, and
Other Pagans in America Today
, Viking Press, 1979.
- Beth, Rae, Hedge Witch: A Guide to Solitary Witchcraft, Robert Hale, 1990, citato in
Hutton.
- Bourne, Lois, Witch Among Us, Satellite, 1979, citato in Hutton.
- Buckland, Raymond, Buckland's Complete Book of Witchcraft, Llewellyn Publications,
1986. - Buckland, Raymond, The Tree: Complete Book of Saxon Witchcraft, Samuel Weiser,
1974, citato in Farrar, Bone. - Crowley, Vivianne, Wicca: The Old Religion in the New Millennium, Thorsons 1996.
- Cunningham, Scott, Wicca: A Guide for the Solitary Practitioner, Llewellyn Publications,
1988.
- Curott, Phyllis, WitchCrafting: A Spiritual Guide to Making Magic, Broadway Books, 2001.
- Demdike, Diana, Witches: Cult or Craft?, Quest 3, settembre 1970, citato in Hutton.
- Demdike, Diana, The Gardnerian "Heresy", Quest 6, giugno 1972, citato in Hutton.
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- Demdike, Diana, Don't let Witchcraft Die, Quest 15, settembre 1973, citato in Hutton. - Dimitri, Francesco, Neopaganesimo. Perché gli dèi sono tornati, Castelvecchi, 2005
- Farrar, Janet, Bone, Gavin, Progressive Witchcraft: Spirituality, Mysteries and Learning in
Modern Wicca,
Career Press, 2004.
- Farrar, Janet, Farrar, Stewart, The Witches' Way, Robert Hale, 1984.
- Green, Marian, A Witch Alone, Aquarian Press, 1991, citato in Hutton.
- Hutton, Ronald, The Triumph of the Moon: A History of Modern Pagan Witchcraft, Oxford
University Press, 1999.
- Myrdden, Gnostica, Vol. II, n. 8, giugno 1973, citato in Adler.
- NightMare, Macha M., The “W” Word, or Why We Call Ourselves Witches, pubblicato su
www.reclaiming.org
- Phoenix, Gardnerian Aspects, Green Egg, Vol. VII, n. 63, giugno 1974, citato in Adler. - Starhawk, The Spiral Dance: A Rebirth of the Ancient Religion of the Great Goddess, Har
per and Row, 1979; si veda anche l'edizione per il ventesimo anniversario del 1999.
- http://templeofara.com
- Valiente, Doreen, Witchcraft for Tomorrow, Robert Hale, 1979.
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