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Appalti e favori, l`ombra dei clan

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Appalti e favori, l`ombra dei clan
Appalti e favori, l'ombra dei clan
Nella richiesta di misura cautelare per Incalza i pm fiorentini sostengono che il "sistema collusivo"
messo in piedi finisce per agevolare, grazie ai subappalti, l'arrivo di imprese legate al crimine organizzato
I PM fiorentini Giuseppina Mione, Giulio Monferini e Luca
Turco indagano da anni sugli appalti e sulla corruzione
che li inquina, ma quel che è emerso nell'inchiesta sul «sistema collusivo» attorno alle grandi opere li ha lasciati
quasi increduli. «Il quadro delineato dalle indagini - scrivono nella richiesta di misure cautelare nei confronti del
grande burocrate Ercole Incalza e dei suoi amici e collaboratori Stefano Perotti, Franco Cavallo e Sandro Pacella - disegna l'affresco di un sistema che ad una prima lettura potrebbe apparire un azzardo interpretativo», ma in realtà
fotografa «la più deprecabile e devastante mercificazione
delle alte funzioni di uno dei più importanti dirigenti delcessione che evoca antichi rituali di sottomissione, accompagnati dal Perotti si presentano
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alla sua corte per ingraziarsi la
sua benevolenza». Gli effetti di
UESTA non è una sto- questo sistema vengono definiria di ordinaria corru- ti «devastanti» e tali da favorire
zione», scrivono i l'infiltrazione delle imprese cripm. «osto è lo scenario deva- minali. «Una direzione dei lavostante di una corruzione siste- ri così finta e piegata ad illeciti
mica nella gestione dei grandi interessi è stata e continua ad
appalti». L'inchiesta del Ros Ca- essere la ragione per cui, nelle
rabinieri ha mostrato come «la grandi opere, l'effettiva esecuprevisione normativa contenu- zione dei lavori è in gran parte
ta nel codice degli appalti, in for- in mano a una miriade di ditte
za della quale è consentito allo subappaltatrici, spesso contistesso esecutore dell'opera di gue alla criminalità mafiosa,
nominarsi il direttore dei lavori, che trovano ingresso nei lavori
e cioè il suo controllore, previo attraverso i mille espedienti
gradimento dell'ente appaltan- contrattuali elusivi delle regole
te, è divenuta un grimaldello». del subappalto... Si pensi, in parL'inchiesta ha rivelato uno sche- ticolare, alle modalità di gestioma: Ercole Incalza, «potentissi- ne dello smaltimento dei rifiuti
mo funzionario ministeriale, in nei cantieri, come dimostra
grado di condizionale il settore quanto accaduto nel cantiere
degli appalti pubblici da moltis- Tav di Firenze, ove il lavoro venisimi anni», fa in modo che le im- va dato in subappalto apparenprese affidino all'ingegner Ste- temente a plurime ditte, ma tutfano Perotti, «suo socio occul- te riconducibili, quanto alla eseto», «una serie notevole di inca- cuzione del trasporto ed alle rearichi professionali per importi li operazioni di smaltimento, alstratosferici». Da Incalza «gli ap- la stessa impresa, risultata vicipaltatori non possono prescin- na alla criminalità organizzata.
dere e, come in una sorta di pro- Nell'appalto Tav di Firenze, i
trasporti, sebbene i subappalti
riportassero il nominativo di dit1 magistrati riportano
te diverse, erano fatti in preval'esempio della ditta
lenza dalla Ve.Ca Sud di Maddaloni, impresa vicina ai casalesi;
legata a i casalesi che
si pensi, nel medesimo appalto
smaltiva i rifiuti
citato, al fatto che a questi smaltimenti di rifiuti sono stati indebitamente attribuiti nuovi prezzi senza che la direzione lavori
avesse mai nulla da obiettare».
La direzione dei lavori di Tav Firenze era affidata alla Spm Consulting di Stefano Perotti, in associazione con altre due società.
Le moderne tangenti - peri pro, sono gli incarichi pilotati, il cui
lo Stato e la deriva meschina in cui ampi segmenti della
imprenditoria italiana sono sprofondati». L'inchiesta - sostengono i pm - ha svelato «un sistema che ha consentito
a un gruppo di soggetti di istituire una sorta di filtro criminale all'ordinario accesso ai grandi appalti pubblici da
parte delle imprese private» e che finisce, attraverso la
miriade di subappalti, per favorire imprese «contigue alla criminalità mafiosa», come è accaduto per i lavori Tav
di Firenze, dove il trasporto dei rifiuti dei cantieri e le operazioni di smaltimento sono stati di fatto affidati a una ditta «vicina ai casalesi».
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effetto è forse anche più distruttivo della antiquata bustarella.
«Non è necessario pervenire a
fotografare la dazione di occulte somme di denaro in contanti:
le cosiddette mazzette sono, infatti, un ricordo quasi patetico
dell'agire illecito del secolo scorso. Nella moderna prassi corruttiva, l'alto dirigente del Ministero delle infrastrutture è ormai
diventato compartecipe di soggetti privati in un'organizzazione criminale tesa alla condivisione delle faraoniche remunerazioni derivanti dagli incarichi
professionali pilotati. I professionisti nominati direttori dei lavori e gli stessi funzionari dello
Stato fanno parte di un'unica
compagine criminale che condivide strategie, azioni, proventi
illeciti». I pm sono convinti che
l'inchiesta abbia messo a fuoco
e delineato con precisione «l'esistenza di una organizzazione
criminale di spessore eccezionale, che ha condizionato per almeno un ventennio la gestione
dei flussi finanziari statali destinati alla realizzazione delle
grandi opere infrastrutturali e
tale organizzazione, senza timore di attribuire troppa enfasi alle parole, può essere considerata una delle cause, se non la principale, della lievitazione abnorme dei costi, della devastante distorsione delle regole della sana
concorrenza economica, di efficienza e di trasparenza e non da
ultimo dell'aumento esponenziale del debito pubblico nazio-
"I professionisti e i
funzionari dello Stato
fanno parte di un'unica
compagine criminale"
nale». Giulio Burchi, ex presidente Italferr, «gola profonda»
a sua insaputa dell'inchiesta,
aveva ben chiara la degenerazione del sistema quando diceva che «queste direzioni lavori
commissionate dai general contractor sono una delle vergogne
grandi di questo Paese, perché
hanno depotenziato la funzione
di controllo dello Stato, no?, affidando alle stesse imprese la propria direzione dei lavori, una cosa che se tu la spieghi ad un inglese non ci riesci...». Ma lo stesso Burchi, in un momento di sincerità, ammette che mai in Inghilterra o in America avrebbe
guadagnato quanto «in questo
Paese di merda deregolarizzato».
-PRODI IZIONE RISERVAR
"Renzi revochi
le assegnazioni
t
a tra tativa privata"
«Perché il governo Renzi
non prova a revocare le
assegnazioni a trattativa
privata sulle opere non
ancora avviate, mettendo a
regolare procedura di gara i
lavori? ». t la proposta il
presidente della Toscana
Enrico Rossi in un lungo post
su facebook dedicato
all'inchiesta sulle grandi
opere pubbliche. «Che fine
faranno ora i lavori del
sottoattraversamento di
Firenze, tanto importante
per Firenze e per la Toscana
per evitare ritardi sul
trasposto regionale? Spetta
alla magistratura accertare
la fondatezza delle accuse,
ma da cittadino e da
presidente della Regione
esigo invece una svolta nel
paese per le assegnazioni
delle grandi opere, che
faccia prevalere la
trasparenza e la
competizione del mercato.
(s.p.)
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