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Piumaggio intenso e brinato: quali differenze?

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Piumaggio intenso e brinato: quali differenze?
CANARINI
Piumaggio intenso
e brinato: quali differenze?
li uccelli si distinguono da tutti
gli altri esseri viventi per una caratteristica peculiare: quest’ultima non è rappresentata dall’uovo, perché altri esseri viventi, quali i rettili e la
maggior parte dei pesci, sono ovipari;
non è rappresentata dal becco, poiché
alcuni mammiferi, i Monotremi, ne sono
provvisti. Resta una sola, fondamentale
caratteristica che rende “unici” gli uccelli in tutto il mondo animale: il piumaggio.
Gli uccelli che vivono allo stato libero, in
particolare il Canarino selvatico, il Verzellino e tutti gli altri Fringillidi, hanno
un’unica qualità di piumaggio: sono tutti
brinati; di contro i Canarini allevati in
cattività possono essere sia intensivi sia
brinati. Probabilmente, l’evoluzione ha
selezionato il piumaggio brinato perché
è quello che meglio ha risposto all’adattamento ambientale degli uccelli e ha garantito accoppiamenti geneticamente
corretti. Anche se corriamo il rischio
d’essere ripetitivi, vogliamo ricordare
che la piuma brinata è tale per l’assenza
di lipocromo nella punta e per un mag-
G
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Gloster consort
gior sviluppo delle barbe e delle barbule; invece la piuma è intensa per il minor
sviluppo delle barbe e delle barbule e
per l’alta concentrazione di lipocromo
che colora tutto il vessillo. Allo stato libero, il piumaggio brinato dei Canarini
selvatici mostra alcune modificazioni fenotipiche in rapporto al loro ciclo biologico. Infatti, durante il periodo di riposo,
gli uccelli presentano una livrea dal colorito spento, opaco e a malapena si nota
il lipocromo verde; di frequente, nel cosiddetto periodo di riposo, il dismorfismo sessuale è appena accennato. Con
l’inizio della stagione degli amori, l’aumento delle ore di luce solare, il cosiddetto “fotoperiodo”, stimola la secrezione degli ormoni ipofisari, gonadici e tiroidei: ciò fa sì che la colorazione del
piumaggio assuma una tonalità lipocromica più carica e lucente, in particolare
nei maschi. Questo tipo di variazione
cromatica è temporanea e reversibile ed
è evidentemente legata alla necessità,
prettamente maschile, di attirare l’attenzione delle femmine. In questo periodo,
infatti, nei maschi l’aumento del testosterone (secreto dal testicolo) in circolo stimola le aree cerebrali deputate all’elaborazione del canto e, al tempo
stesso, sembra essere responsabile di
una maggiore vistosità dei colori. Sono
questi tutti espedienti che la natura ha
messo in atto per aumentare le probabilità di perpetuare i propri geni. Nella
femmina, invece, gli estrogeni (secreti
dall’ovaio) predispongono alla costruzione del nido e all’accoppiamento,mentre la prolattina (secreta dall’ipofisi anteriore) induce la ovodeposizione, l’incubazione e le cure parentali. Gli estrogeni, inoltre, sembrano indurre una maggiore capacità di riconoscimento del
canto territoriale dei maschi e la possibilità di riconoscere lo stesso maschio
anche a distanza di anni. È stato, inoltre,
dimostrato che gli ormoni gonadici femminili, gli estrogeni, inibiscono la sintesi di eumelanina e stimolano
quella di feomelanina: ciò contribuirebbe a mantenere il piumaggio
delle femmine più spento durante
il periodo delle cove,favorendone il
mimetismo.
Nelle specie animali (uccelli e mammiferi) a fotoperiodo positivo, la luce gioca
un ruolo diretto nella ripresa dell’attività sessuale: la foto-gonado-stimolazione
è un’azione riflessa che ha come punto
di partenza la retina e come punto di arrivo l’ipotalamo (una struttura del sistema nervoso centrale facente parte del
diencefalo). L’ipotalamo, tramite la secrezione di alcune sostanze ormonali,
dette “fattori di rilascio”, esercita la sua
influenza su numerose ghiandole endocrine, l’ipofisi, la tiroide, il surrene, i testicoli e le ovaie.A loro volta, ognuna di
queste ghiandole secerne un ormone
specifico che contribuisce al raggiungimento delle condizioni migliori per affrontare il periodo riproduttivo.Tuttavia,
Novembre 2008
piumaggio intenso e brinato: quali differenze?
vale la pena di ricordare che le variazioni luminose modificano l’attività di un
programma genetico che esiste di per sé
e che è indipendente dalla luce. La luce
è presa come “sincronizzatrice” dei processi interni, ma certamente non ne è la
causa assoluta: la sensibilità al fotoperiodo è programmata dal genoma (il genoma, o patrimonio genetico, è l’insieme
dei geni di un organismo vivente) ed è il
genoma che decide di impadronirsi di un
fattore ambientale, per esempio la luce,
per farne il sincronizzatore di certi processi biologici. L’uso di un sincronizzatore esterno all’organismo è necessario
perché l’attività biologica dell’essere vivente sia modulata in funzione delle risorse dell’ambiente naturale: vi è un migliore momento (del giorno, dell’anno)
per l’accoppiamento, per mettere al
mondo la prole, per trovare idonee riserve alimentari, ecc. Affondando sempre il problema del piumaggio, ribadiamo che alla base della sua estrema varietà ci sono i geni: ad essi fanno da sfondo
i fattori ormonali capaci di influenzarne
l’attività. Gli ormoni non fanno altro che
rendere possibile la realizzazione del fenotipo, che è sempre opera dei geni:
essi sono i diretti responsabili dell’infinita varietà di forma, disegno,
consistenza e colore che caratterizza le varie parti del mantello. Gli
ormoni non intaccano il complesso genetico di base: non sono dei creatori,
bensì agenti esteriorizzatori delle potenzialità geneticamente determinate.
Pertanto, la concezione mendeliana dell’ereditarietà è salvaguardata. L’importanza dei fattori genetici nella formazione e nelle variazioni del piumaggio è dimostrata anche dalle evidenze che in
molti uccelli il piumaggio non è influenzato dall’attività endocrina delle gonadi.
Né la castrazione né l’iniezione di ormoni sono in grado di influenzare la forma o il colore delle piume. È il caso del
Piccione, della Faraona, del Passero, dello Stornello. Pertanto, viene da pensare
che il piumaggio di questi soggetti,insensibile agli ormoni sessuali, venga determinato solo da fattori genetici. Non bisogna tuttavia escludere a priori la possibilità di un intervento in senso modificatore di ormoni diversi da quelli gonadici. Infatti, il piumaggio del passero, sia
maschio sia femmina, cambia colore in
modo spiccato somministrando tiroxina
(ormone tiroideo) che agisce sulla forma e sulla pigmentazione delle piume. È
Novembre 2008
stato dimostrato, infatti, che la tiroxina,
somministrata per via orale o per via parenterale, è in grado di determinare la
caduta delle piume e la ricrescita più rapida delle stesse, di incrementare il numero delle barbule, di favorire l’eumelanizzazione delle piume e di ridurne la
feomelanizzazione.Accanto ai fattori ormonali, quelli alimentari devono essere
anch’essi considerati agenti esterioriz-
Munchener
zatori delle caratteristiche del genotipo.
Con l’inizio della stagione riproduttiva,
anche l’alimentazione cambia in ragione
delle nuove disponibilità presenti in natura. In primavera, infatti, diventano reperibili semi immaturi, germogli, frutti e,
per molte specie selvatiche di Fringillidi,
anche insetti.Alla base delle variazioni di
colore negli uccelli selvatici ci sono
quindi fattori genetici, ormonali, alimentari e… anche meccanici. È noto che, in
primavera, molti uccelli allo stato libero
si disfanno della brinatura, o per abrasione o per vero e proprio cambio della penna (muta nuziale). Su questo argomento,rimandiamo al bell’articolo di Sebastiano Paternò, pubblicato su Italia
Ornitologica nell’ottobre 2002, ma riportiamo sinteticamente alcune sue frasi:“L’abrasione della penna conferisce un
vero e proprio cambiamento di colore
generale. Può sembrare incredibile, ma
un bordino di brinatura che scompare
CANARINI
per abrasione in ogni singola piuma, a
primavera, modifica totalmente il colore
generale, generalmente del maschio, facendolo apparire quasi un altro uccello”. Ma perché avviene quest’abrasione?
Essa è resa possibile dalla estrema vivacità che gli uccelli acquistano nella stagione riproduttiva ed ha lo scopo di trasformare il piumaggio invernale in livrea
nuziale. Ritornando a parlare di piumaggio intensivo e brinato, ricordiamo che
la mutazione intensiva è avvenuta nei canarini in cattività, così come sono comparse diverse mutazioni di colore (isabellismo, albinismo, acianismo) e della
forma, alcune avvenute anche allo stato
libero sicuramente insieme con altre
modificazioni morfo-funzionali che non
conosciamo del tutto.Tuttavia in natura
compaiono mutazioni che, se peggiorative, tendono ad autolimitarsi, ad estinguersi, a differenza di quanto avviene in
cattività, perché sono fissate dalla mano
dell’uomo. Spesso, quando parliamo di
piumaggio dei Canarini di Forma e Posizione, usiamo i termini di “piumaggio intermedio”, ovvero di piumaggio intensivo con molte brinature,oppure di schimmel, oppure di brinato leggero. Tutte
queste definizioni sulla qualità del piumaggio, al primo impatto, possono sembrare anche esatte, ma poi si constata
che non è proprio così e lo chiariremo
in seguito.I cosiddetti piumaggi intermedi sono caratterizzati solo da piume di
diversa lunghezza e ciò è legato alla differente durata dell’attività riproduttiva
degli elementi del follicolo, che sono
sotto il controllo genetico, ormonale e
ambientale. È importante sapere che
tutti i Canarini domestici brinati sono
omozigoti per il fattore brinato: pertanto, da un accoppiamento tra brinati nascono figli tutti brinati. I Canarini a piumaggio intensivo, invece, sono eterozigoti per il tipo di piumaggio e, quindi, impropriamente detti “portatori di brinato”. Infatti, dall’accoppiamento tra due
intensivi, possono nascere figli intensivi
eterozigoti, brinati e intensivi a doppio
fattore (omozigoti). I Canarini di Forma
e Posizione molto spesso raggiungono
la loro migliore silhouette, quella richiesta dallo standard di perfezione, se possiedono un piumaggio cosiddetto “intermedio”. Questo tipo di piumaggio intermedio, anche se fenotipicamente diverso, è genotipicamente sempre o brinato
o intensivo.Conoscere la qualità del piumaggio di questi soggetti a piumaggio in57
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piumaggio intenso e brinato: quali differenze?
termedio e sapere se trattasi di brinati
o intensivi è di fondamentale importanza per due ordini di motivi: il primo è finalizzato alla correttezza degli accoppiamenti; il secondo è legato ai fini espositivi, onde saper scegliere la categoria
corretta d’ingabbio. Per alcune Razze, il
riconoscimento tra intensivi e brinati è
più semplice che per altre. È facile per il
Lizard, il Border, il Fife Fancy, lo Scotch
Fancy, il Bossù Belga, il Bernois, il Munchener, il Ciuffato Tedesco, il Llarguette
e il Reihlander. I Crested, i Gloster, i
Norwich, i Lancashire, gli Yorkshire alcune volte danno adito a qualche difficoltà
per il riconoscimento del tipo di piumaggio. Ci sono tuttavia canarini di due
Razze per i quali spesso, al primo impatto, non riusciamo a comprendere se appartengono alla categoria degli intensivi
o dei brinati: si tratta degli Japan Hoso e
dei canarini di Razza Spagnola. Per
quanto concerne gli Japan Hoso, le
suddette difficoltà possono causare problemi relativi solo alla corretta selezione e all’assortimento delle coppie. Il problema non sussiste per
quanto concerne le esposizioni, poiché
nelle mostre gli Japan Hoso sono esposti in un’unica categoria. Per quanto
concerne la Razza Spagnola, invece, la difficoltà nel distinguere tra
intensivi e brinati è fondamentale
sia per l’accoppiamento sia per la
partecipazione alle mostre, essendoci per questa Razza la distinzione tra
intensivi e brinati. Prima di porgere alcuni consigli su come riconoscere più facilmente il tipo di piumaggio, desideriamo sottolineare che la sagoma tipica di
ogni Razza è una sola ed è indipendente
dalla qualità, intensiva o brinata, del piumaggio stesso. Inoltre, ribadiamo che
per alcune Razze il piumaggio migliore
per raggiungere la tipicità della silhouette, rappresentata dallo standard, è quello a struttura brinata ma “con poca brinatura”, poiché consente una buona
qualità del lipocromo e la compostezza
del piumaggio stesso; ne sono esempio
tutte le Razze tipicamente brachimorfe
(Gloster Fancy, Norwich, ecc.). Per altre
Razze, quelle tipicamente dolicomorfe
(Scotch Fancy, Japan Hoso, ecc.), il piumaggio ideale è quello a struttura intensiva. Nei soggetti lipocromici una
delle differenze sostanziali per distinguere un intenso da un brinato
è data dall’osservazione del piumaggio pericloacale. In questa
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Yorkshire brinato
area del corpo il piumaggio ben colorato e la colorazione uniforme
indicano che trattasi di intensivo.
Se invece il piumaggio in tale sede
è scolorito e la colorazione non è
uniforme (compare il bianco), si
tratta di un brinato; queste caratteristiche sono costanti ed indipendenti
dal fatto che un soggetto sia un brinato
leggero o un intensivo pieno di brinature. Nelle Razze più piccole, in particolare negli Japan Hoso e nella Razza
Spagnola, è spesso più difficile riconoscere i soggetti brinati e gli intensivi. Ecco che allora è buona norma
osservare il Canarino in condizioni di illuminazione naturale molto buona, questo al fine di valutare attentamente le
caratteristiche del colore pericloacale.
Nei Canarini melaninici, invece, oltre ad osservare il piumaggio pericloacale (che ribadiamo nei brinati è bianco
sporco e negli intensivi è colorato), dob-
biamo ricorrere ad altri importanti accorgimenti. Se esaminiamo le penne del
dorso, notiamo le seguenti differenze: i
canarini intensivi hanno la fiamma (eumelanina nera che si trova attorno al rachide) più stretta rispetto a quella dei
brinati. Inoltre, gli intensivi mostrano intorno alla fiamma una banda lipocromica: quest’ultima, nei brinati, è sostituita
da un leggero contorno di eumelanina
bruna che tende a mascherare il lipocromo. I Canarini bianchi o apigmentati
non danno alcun problema ai fini espositivi, giacché devono essere esposti
convenzionalmente tra i brinati. Ai fini
riproduttivi, invece, è indispensabile osservare la qualità delle loro penne tettrici: i soggetti con penne larghe, lunghe,
vaporose e provviste di filopiume all’attaccatura del rachide devono essere accoppiati con soggetti intensivi. In mancanza di questi requisiti, i Canarini bianchi o apigmentati devono essere accoppiati con canarini brinati. In fase di giudizio, non è opportuno chiedere ad un
Collega che sta giudicando i Canarini di
Colore se si tratta di soggetto intensivo
o brinato, questo perchè la specializzazione del Colore è portata agli estremi
per la purezza dell’intensità e l’uniformità delle brinature. Per contro, nei Canarini di Forma e Posizione spesso la brinatura e l’intensità del colore non sono
indispensabili per il raggiungimento della perfezione della forma.
Concludiamo affermando che il piumaggio non può essere considerato alla
stregua di un angolo piatto, dove all’inizio esso è brinato e via via che procede
verso il 180° grado, si avvicina all’intensivo, fino a diventare intensivo perfetto.
Infatti, i piumaggi o sono intensivi o sono brinati. Nell’ambito dei piumaggi intensivi o brinati si inseriscono tutte le altre caratteristiche intermedie: penne più
o meno lunghe o corte, più o meno larghe o strette, con rachide grosso, rigido
e opaco, oppure con rachide sottile, flessibile e lucido. Per effettuare accoppiamenti corretti, stabilizzare un buon ceppo, ottenere soggetti il più vicino possibile allo standard di perfezione e per
esporre i soggetti nella giusta categoria,
è indispensabile che ogni allevatore si
“faccia l’occhio” per riconoscere queste
fondamentali differenze.
Testo a cura della C.T.N. C.F.P.L.
Foto di Redazione
Novembre 2008
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