...

Luglio - Ciba Vision Academy

by user

on
Category: Documents
18

views

Report

Comments

Transcript

Luglio - Ciba Vision Academy
sommario
luglio 2007 vol. IX, n. 2
Articoli
Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa
Euromcontact Comitato esecutivo
pag. 3
pag. 9
BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition
Laura Boccardo
pag. 11
Quel sottile filo rosso che unisce
il professor Robert Fletcher all’Italia
Luigi Lupelli
Deve essere davvero una preoccupazione
il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel?
Gli applicatori comparano l’idrogel ed il silicone idrogel su loro stessi
Antonio Calossi, Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli, Fabrizio Zeri
pag. 14
BCLA All’Old Trafford di Manchester
Antonio Calossi segna una splendida rete!
Luigi Lupelli
pag. 17
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
Peter Bergenske, Bill Long, Sally Dillehay, Joseph T. Barr,
Peter Donshik, Glenda Secor, John Yoakum, Robin L. Chalmers
pag. 19
Rubriche
Immagini di lac
Fabrizio Zeri
pag. 29
Tips & tricks
Laura Boccardo
pag. 31
In libreria
Laura Boccardo
pag. 32
lenti a contatto
contact lenses
Codirettori scientifici
L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma)
Comitato scientifico L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo),
R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze),
P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma),
A. Madesani (Forte dei Marmi), S. Maffioletti (Bergamo),
L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo),
M. Pastorelli (Novi Ligure), M. Rolando (Genova),
A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona),
L. Sorbara (Toronto), M. Zuppardo (Roma)
Ringraziamenti
Si ringraziano A.I.LAC e S.Opt.I. per la collaborazione scientifica
Comitato editoriale
A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon),
M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma)
Segreteria
O. De Bona
via E. Mattei, 11 - 30020 Marcon (VE)
tel. 041.5939411
e-mail: [email protected]
Nome della rivista LAC
Direttore responsabile
Marco Perini
Proprietario testata
BieBi Editrice
Editore
Tiratura BieBi Editrice
di Mauro Lampo
Via Losana, 4 - 13900 Biella
Tipografia
TrueColor
via Pio X, 2/g - 28021 Borgomanero (NO)
Registrazione Tribunale
Biella, in data 6/5/99 al n. 487
Sped. gratuita
Numeri arretrati
Presso la segreteria
Quadrimestrale, 32 pagine
2
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
Euromcontact Comitato esecutivo
Press Release
Introduzione
I produttori internazionali di lenti a contatto
e liquidi per la manutenzione (vedere tabella 1
- aziende partecipanti), rappresentati attraverso
EUROMCONTACT, raccolgono dal 2003 i dati
sulle vendite di prodotto in tutti i mercati europei
(vedere tabella 2 e 3 per i paesi ed i mercati rilevati e non rilevati). Per il secondo anno di fila, il
presidente di EUROMCONTACT e la segreteria
generale hanno pubblicato il consueto rapporto
annuale, approvato dal comitato esecutivo. Per
ragioni di valutazione del trend, questo report
assume una forma molto simile ai precedenti.
Tuttavia si rileva un cambiamento importante
nei segmenti, che non consente esatte comparazioni. In ogni caso i dati riportati coprono i mercati meglio rispetto ai precedenti documenti.
Il processo di raccolta dati
Trimestralmente, i quartieri generali delle
aziende che partecipano inviano ad una struttura
indipendente esterna, che ha il compito di raccolta dati, il numero totale di lenti (espresso in unità)
vendute (consegnate) e il valore del proprio mercato calcolato in base al prezzo di vendita del produttore (dati ex factory). Per la prima volta anche
i dati relativi alla Repubblica Ceca, l’Ungheria e la
Russia sono stati raccolti su base trimestrale, quando nel passato lo erano solo su base annuale. La
società di statistica indipendente ha il compito di
rimuovere le informazioni specifiche e dettagliate
sui singoli produttori e aggregare i dati generici
relativi ai volumi e ai valori di vendita, il valore
dei liquidi per la manutenzione delle lenti a totale Europa e per totale paese, nonché per specifico
segmento. I dati così strutturati sono poi rinviati
a ciascuna azienda che li ha forniti. I dati consolidati sono prevalentemente destinati alle aziende
partecipanti (produttori), che sono così in grado di
valutare l’andamento dei loro singoli prodotti; tuttavia queste informazioni sono punti di riflessione interessanti anche per i professionisti e tutto il
comparto industriale nel senso ampio del termine.
Questo documento considera i portatori di lenti
a contatto morbide in Europa, basandosi sulle vendite delle aziende partecipanti nel 2006 e coprendo
così dall’80 al 90% del mercato totale delle lenti a
contatto disposable nei paesi coinvolti.
Inoltre, riporta le variazioni sull’anno precedente (a monitoraggio dell’andamento).
La base dei portatori di lenti a contatto
Esistono una serie di variabili che generano il
“successo” delle lenti a contatto nei mercati di ri-
Tab. 1: Aziende partecipanti (2006)
AMO
Alcon
Avizor
Bausch & Lomb
CIBA Vision
Cooper Vision
Disop
Hecht
Johnson & Johnson Vision Care
Menicon Europe
3
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 1: Tasso di crescita delle lenti negli 11 Paesi rappresentati
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
Percentuale di portatori di DD - W/B - CS nella popolazione di età inferiore ai 15
Fig. 2: Valore base dei portatori di lenti morbide per paese o regione rappresentato, per categoria di lente e per confronto verso 2005.
Penetrazione espressa in % sul totale della popolazione con età superiore ai 15 anni
ferimento. Fattori come il valore totale del mercato sono chiaramente importanti, ma sono soggetti
a variabili esterne come ad esempio le fluttuazioni di valuta corrente e promozioni di prezzo.
Una misura piuttosto interessante del successo
delle lenti a contatto e dello sviluppo dei vari
segmenti sta nel numero di persone che portano
lenti a contatto in ciascun paese. Questa misura è
identificata dall’espressione “base portatori” ed è
presentata come rapporto tra il n. di adulti (di età
superiore a 15 anni) che indossano lenti a contatto
e il totale della popolazione. Sarebbe forse più interessante valutare questo il rapporto sul numero
Tab. 2: Mercati rappresentati - Abbreviazioni
basate sui rispettivi domini internet
(es: .it - .es - .de - .uk )
Paese/ Regione
Austria
Belgio e Lussemburgo
Francia
Germania
Italia
Paesi Bassi
Paesi Nordici
Russia
Svizzera
Spagna
Regno Unito e Irlanda
Abbreviazione
AT
BE-LU
FR
DE
IT
NL
NO-SE-DK-FI
RU
CH
ES
UK-IE
di coloro che necessitano di correzione visiva, ma
contrariamente ai dati sulla popolazione, questo
numero non è disponibile.
La metodologia di verifica della base portatori qui utilizzata è la medesima rispetto quella
fornita dai membri di EUROMCONTACT, così
da poter per fare riferimento ai dati di vendita
dei produttori. In questa analisi, i dati sono stati
forniti per le seguenti categorie:
•lenti morbide giornaliere (DD)
•lenti morbide settimanali/quindicinali e mensili (W/B&M)
•lenti morbide conventionali/tradizionali (tutti
i tipi di lac morbide a rimpiazzo frequente non
incluse nel segmento precedente)
•lenti morbide in silicone-hydrogel (incluse anche nel segmento W/B&M).
Dati raccolti, ma non utilizzati nella pubblicazione sono:
•lenti morbide a rimpiazzo frequente (lenti a rimpiazzo mensile o più frequente, incluse le giornaliere, la somma dei segmenti DD e W/B&M)
•lenti morbide colorate (giornaliere, a rimpiazzo frequente e tradizionali) e lenti rigide.
Questo report sui mercati europei non include le lenti rigide, poiché le aziende che forniscono i dati rappresentano la parte più consistente
delle lenti a contatto morbide vendute in Europa,
ma una significativa porzione di vendite di lenti
rigide (per esempio stimate essere più del 50%
4
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
nel Regno Unito e nei Paesi Bassi) è rappresentata
da aziende che non sono coinvolte in questo processo di raccolta dati. Quindi, questa valutazione
compara solo le lenti morbide e tra queste la base
portatori di lenti giornaliere, (DD), settimanali/
quindicinali e mensili (W/B&M) nei mercati europei. Per una lista completa dei paesi rappresentati in questo documento, vedere tabella 2.
Per ciascuna categoria di lenti e per ciascun
paese o regione, il numero di portatori è calcolato su base annuale per unità vendute, dividendo
tale valore per il tasso di consumo annuo stimato
per portatore. Come per lo scorso anno, in questa analisi, questi valori sono stimati a 350 lenti/
annue per un portatore di lenti giornaliere1, a 26
lenti/annue per il rimpiazzo frequente1 e a 2,7
lenti/annue per le lenti morbide tradizionali2.
Il numero di portatori per ciascuna categoria
è stato poi rapportato alla popolazione adulta (>
15 anni), per ciascun paese, al fine di fornire un
valore di base dei portatori, in proporzione sulla
popolazione3.
Risultati
Il valore totale delle lenti nei 18 mercati è
stato pari a 1.040 miliardi di Euro. Per i soli 11
mercati rappresentati, il valore è di 967 milioni
di Euro, ossia il 93% del totale Europa.
Mentre tutti i 18 mercati mostrano in generale un valore positivo di crescita: in particolare va
segnalata la Russia come il paese con la più forte
ascesa (+45%), mentre i Paesi Bassi come la regione
con valore più contenuto rispetto gli altri (+1,5%).
I Paesi Nordici hanno il più alto tasso di penetrazione delle lenti a contatto (6,74%), in crescita
del +4,9% vs 2005. La penetrazione più bassa si
registra in Russia (1,39%, in crescita del 2,5%).
L’unico Paese dove si rileva una perdita sono
i Paesi Bassi (-0,4%), pur rimanendo però il terzo
paese per maggior tasso di penetrazione.
Le lenti giornaliere sono indossate da più del
1,5% della popolazione adulta in 3 paesi: Paesi
Nordici (3,34%, in crescita del 7,6%), Regno Unito e Irlanda (2,37%, in crescita del 5,4%) e Svizzera
(1,72%, in crescita del 6,4%). Paesi Nordici, Regno
Unito e Irlanda rappresentano oltre il 2%, e i Paesi Nordici superano addirittura il 3%. La maggior
parte dei paesi si attesta attorno allo 0,5%, o poco
più, di adulti che utilizzano le lenti giornaliere,
eccetto Spagna con solo 0,26% (però in crescita
del 29,02%), Germania con 0,32% (in crescita del
12,3%) e Russia con 0,04% (in crescita del 120,5%).
5
2007, vol. IX, n. 2
Tutti gli 11 mercati mostrano un incremento
in questo specifico segmento.
Lenti a contatto settimanali/quindicinali e
mensili sono utilizzate dal 4,25% degli adulti nei
Paesi Bassi (+6,1%) e tra 1,70% e 3,28% in tutti
gli altri paesi ad eccetto della Russia (0,28%, con
+23,5%). Tutti segnano una crescita in questo segmento, tranne Francia ed Italia. La Francia nello
specifico è sostanzialmente piatta nella crescita
(-0,16%), mentre l’Italia perde 1%. Le lenti morbide convenzionali (tradizionali) sono generalmente una tipologia meno diffusa nei mercati europei;
sono utilizzate solo dallo 0.09%-0,25% della popolazione adulta in tutte le regioni ad eccezione
dei Paesi Bassi (0,44%, dove però perdono -39,1%)
e la Russia (1,07%, dove segnano -3,5%).
Tutti i paesi eccetto Austria e Svizzera mostrano un declino in questo segmento.
Lenti in silicone - idrogel
Dopo le lenti giornaliere, le lenti in silicone idrogel sono un vero e proprio traino ed un’innovazione importante per il mercato delle lenti a contatto.
Risulta perciò fondamentale monitorare l’incidenza delle lenti in silicone idrogel sul segmento delle
settimanali/quindicinali e mensili. Degno di nota
è che i Paesi Nordici, Regno Unito e la Svizzera
sono tra i paesi con il più alto tasso di penetrazione
- rispettivamente primo, secondo e quarto - nonché con la maggiore quota di silicone idrogel, sul
segmento delle settimanali/quindicinali e mensili.
Solo i Paesi Bassi sembrano non avere questa
caratteristica: pur essendo il terzo paese più importante per penetrazione, la quota del silicone
idrogel risulta la minore. Tutti i paesi ad eccezione della Russia hanno incrementato la propria
quota tra il 28,2% (ITA) e l’80,2% (Nordici). La
Russia era già al 30,2% e ha perso in quota arriTab. 3: Mercati rilevati e ma non rappresentati
in questo report - Abbreviazioni basate sui
rispettivi domini internet (es: .it - .es - .de - .uk )
Paese/ Regione
Repubblica Ceca
Grecia
Ungheria
Polonia
Portogallo
Sudafrica
Turchia
Abbreviazione
CZ
GR
HU
PL
PT
ZA
TU
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
vando al 19,1% dal 24,5%. I dati 2006 sul silicone
idrogel relativi alla Russia includono solo 3 trimestri, poiché 1 trimestre non è stato disponibile, a favorire una più corretta lettura del dato.
Assumendo anche un 8% addizionale comunque
questo porterebbe la Russia ad una crescita.
Nei paesi Nordici e in Svizzera, il silicone
idrogel ha già conquistato una quota superiore
al 40% e ormai vicina al 50% delle lenti settimanali/quindicinali e mensili.
Potenziali errori ed avvertenze
Una potenziale fonte di errore in questo modello è che la stima dei tassi di consumo annuale delle
lenti a contatto sia imprecisa. Da un’analisi di mercato simile a questa svolta nel Regno Unito, i tassi
di consumo hanno dimostrato di essere piuttosto
solidi e sembrano essere comunemente condivisi
e accettati. In ogni caso, un errore generico su questi dati permetterebbe comunque di ottenere una
buona comparazione relativa ai mercati.
Tab. 4: Dimensione del segmento Soluzioni
Uniche vs il Perossido d’idrogeno, per paese
Paese
Soluzione
Unica/
Perossido
2005
Variazione
vs Anno
precedente
AT
BE-LU
CH
CZ
DE
ES
FR
GR
HU
IT
NL
NO-SE-DK-FI
PL
PT
RU
TU
UK-IE
ZA
Totale
1.33
1.80
1.34
n. a.
1.24
3.36
3.34
4.55
n. a.
2.27
4.02
5.64
n. a.
2.63
n. a.
n. a.
3.05
5.67
3.85
+55.0%
+3.4%
+49.2%
n. a. +19.8%
-8.9%
-1.7%
n.a.
n. a.
+0.3%
+63.6%
+16.5%
n. a.
-12.1%
n. a.
n.a.
+30.0%
n.a.
72.5%
Inoltre è importante considerare che il tasso di
consumo potrebbe essere differente tra i mercati.
La popolazione russa potrebbe utilizzare un
numero superiore o inferiore di lenti giornaliere
all’anno, rispetto a quanto si possa verificare in
Svizzera, per esempio. A questo punto, c’è poca
informazione disponibile sulle differenze nelle
modalità di porto delle lenti a contatto all’interno
dell’Europa, e nessuna considerazione è stata fatta
in merito all’interno di questo modello specifico.
In ogni caso è possibile che le modalità di
porto siano ragionevolmente similari tra i paesi,
e per questo i dati complessivi non dovrebbero
per tale ragione esserne fortemente impattati.
Un declino percepito potrebbe essere dovuto
ad uno spostamento delle vendite tra i produttori che partecipano alla pubblicazione e coloro
che non vi partecipano. Lanci di nuovi prodotti
e una conseguente spinta iniziale di sell-in, per
la costruzione dello stock, potrebbero anche
aver impattato in modo artificiale sul numero di
portatori incrementato nel primo anno, mentre
la gestione dello stock potrebbe aver impattato
sull’anno successivo. Un’ulteriore importante
avvertenza in questo lavoro verte sul fatto che i
dati raccolti riguardano il solo mercato delle lenti a contatto morbide ed è noto che alcuni produttori locali - tradizionalmente specializzati in
lenti morbide e che possono avere significative
quote di mercato - possono esser stati esclusi,
(per esempio in Germania, in Svizzera, Regno
Unito e Irlanda).
Quindi la base totale dei portatori di lenti a
contatto illustrata potrebbe essere differente dalla base totale, specialmente in quei paesi con un
alto utilizzo di lenti rigide, come Germania e Paesi Bassi.
Liquidi per la manutenzione
Per quanto concerne il mercato dei liquidi
per la manutenzione delle lenti a contatto, i soli
dati raccolti sono a valore, poiché differenti formati dei flaconi, e la quantità utilizzata in base a
ciascun sistema e portalenti, non favoriscono un
sistema unitario di calcolo.
I segmenti rilevati sono i seguenti:
(non è stata apportata alcuna modifica di
rappresentazione dei segmenti rispetto gli anni
precedenti)
1. Perossido d’idrogeno (HP) soluzione/sistemi
2. Soluzioni Uniche (MPS)
3. Soluzioni per RGP (disinfettanti chimici)
6
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
Percentuale di lenti in silicone idrogel sulle lenti W/B&M 2006 vs 2005
Fig. 3: Silicone idrogel come % sul segmento settimanale/quindicinale e mensile (dati 2006 versus 2005)
4. Detergenti (per lenti rigide e morbide)
5. Prodotti per la rimozione delle proteine
6. Soluzioni per il risciacquo (saline)
7. Umettanti (gocce, soluzioni)
8. Totale (somma di tutti i segmenti).
I dati non sono disponibili per ciascun segmento in ciascun paese, ma e ciò non vale per i primi
due segmenti che sono i più rilevanti. L’obiettivo
è guardare al totale ed ai soli 2 segmenti Soluzioni Uniche e Perossido d’idrogeno. Il mercato
totale dei Liquidi nei 18 paesi si è contratto del
9,1%. È importante tenere alla mente che uno dei
maggiori produttori nel 2006 non è stato in grado
di consegnare i propri prodotti per parecchi mesi
ed un altro produttore ha provveduto al ritiro di
un prodotto dal mercato. I dati ne sono stati impattati ragione per cui diventa difficile fare una
raffronto con l’anno precedente. Solo 4 su 18 paesi hanno una crescita dei Liquidi, mentre gli altri
tutti sono declino. Le Soluzioni Uniche perdono
solo 0,8% in valore (tenere a mente I problemi sopraccitati). Ora pesando per il 73,6% sul mercato
Liquidi ed il mercato delle Soluzioni Uniche è di
3,85 volte maggiore rispetto quello dei Perossidi
d’idrogeno. (vedere Tabella 4 per tutti i Paesi, che
hanno fornito i dati sui segmenti delle soluzioni
uniche e perossidi).
Consumo annuale di Liquidi
per portatore
Portatori di lenti settimanali/quindicinali e
mensili, come pure portatori di lenti convenzionali morbide utilizzano Soluzioni Uniche e Solu7
2007, vol. IX, n. 2
zioni al Perossido d’Idrogeno. Così se si prende
il valore complessivo delle soluzioni uniche e
dei perossidi d’idrogeno e lo si suddivide per il
numero di portatori di lenti settimanali/Bi-settimanali e mensili più convenzionali morbide, si
ottiene un valore annuale di consumo di liquidi
per portatore.
Questo numero è più alto in Svizzera e più
basso in UK-Irlanda. La differenza è di 3,8 volte!
Ciò può essere dovuto a numerose ragioni. Può
dipendere dal fatto che in Svizzera i prezzi sono
generalmente più alti o può essere legato al fatto
che in Svizzera si utilizzano più flaconi all’anno,
o una combinazione dei due. Un’altra opzione
è considerare il mix tra soluzioni uniche, che
costano meno, e perossidi, che costano di più.
Probabilmente è una combinazione di tutto questo, dove però quest’ultimo mix è il fattore più
rilevante. (UK-Irlanda utilizzano 3 volte più Soluzioni uniche che Perossidi, mentre in Svizzera
questo valore è solo del 1,3%), seguito dal numero di flaconi utilizzati.
Confronto sul costo totale
tra i differenti sistemi di manutenzione
per i professionisti
Prendendo il consumo di lenti stimato, si può
ottenere il costo annuale delle lenti per portatore.
Aggiungendo a questo valore quello relativo al
consumo di liquidi (per le settimanali/quindicinali mensili e convenzionali morbide), si ottiene
il costo totale al quale l’ottico acquista la propria
fornitura annuale di tutti i sistemi. Ora prendendo le giornaliere come base (100) in ciascun pae-
a r t i c o l o
Lenti a contatto morbide:
mercati a confronto in Europa
Confronto sul costo annuale per ottici dei diversi sistemi, per paese
Fig. 4: Confronto sul costo annuale per gli ottici dei diversi sistemi, per paese, relativamente alle giornaliere, inclusi i sistemi
di manutenzione per mensili, quindicinali e convenzionali.
se, è possibile esprimere gli altri costi di sistema
relativi alle giornaliere. Questo è stato fatto solo
per i paesi che hanno dati sia per le soluzioni
uniche sia per i perossidi. (vedere figura 4)
I paesi sono ordinati a partire dal costo più
basso sino al più alto rilevato per le giornaliere in
quel paese. È importante notare che in alcuni paesi
come i Paesi Bassi, la Germania e il Portogallo c’è
una piccola differenza tra i sistemi, anche da parte
degli professionisti. In altri paesi le differenze sono
maggiori, come in Francia dove le convenzionali
morbide sono più costose e nei Paesi Nordici, dove
le lenti morbide settimanali/quindicinali e mensili
sono più le costose. Come per i liquidi, ciò può essere dovuto a molteplici ragioni.
La conformità nel raffronto, poi il mix (qui tra
le settimanali/quindicinali e mensili un traino
nei Paesi Nordici, come in Danimarca ad esempio dove le settimanali quindicinali sono più forti) o può essere dovuto al prezzo, che può esser
effettivo o un mix delle più costose in silicone
idrogel, le toriche e le bi-focali rispetto le semplici sferiche. Per ciascun paese è necessario considerare una serie articolata di variabili. Ma ciò richiederebbe approfondimenti troppo complessi,
per essere affrontati in questa occasione.
sistente dei portatori si trova nei Paesi Nordici,
con 6,74% su tutti gli adulti. La più piccola parte
di portatori di lenti morbide è in Russia di circa
1,36% su tutti gli adulti. Nella maggior parte dei
paesi, lenti a rimpiazzo settimanale/quindicinali e mensile sono quelle più comunemente utilizzate, con le giornaliere particolarmente diffuse
nei Paesi Nordici, UK e Irlanda e Svizzera. Tra le
lenti settimanali/quindicinali e mensili, quelle in
silicone idrogel stanno crescendo maggiormente
con +50%, in tutti i paesi eccetto due. Queste lenti morbide sono il traino per il cambiamento e
per la crescita. La Russia (1,07%), i Paesi Bassi
(0,44%, rispetto 0,72%) e Spagna con 0.25% (da
un precedente 0.33%) hanno l’utilizzo maggiore
di lenti convenzionali morbide (tradizionali) tra
gli adulti. Per la prima volta sono stati inclusi il
mercato dei liquidi e un confronto tra i costi dei
differenti sistemi per gli professionisti. Questo
può stimolare approfondimenti ulteriori in ciascun paese.
Sintesi finale
1. Rapporto annuale sul porto delle lenti a contatto, Eurolens
Research, UMIST.
2. Jones L, Woods CA e Efron N. “Life expectancy of rigid gas
permeable and high water content contact lenses”. CLAO J.
22: 258-261.
3. http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/
Questa è la quarta volta in cui dati pan-europei, forniti da aziende membro di Euromcontact,
sono stati utilizzati per analizzare la dimensione
nazionale della base portatori di lenti a contatto. Sulla base di questi dati, la parte è più con-
EUROMCONTACT ringrazia tutte le aziende
che hanno partecipato, per il loro contributo e
cooperazione.
Riferimenti
8
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
Quel sottile filo rosso che unisce
il professor Robert Fletcher all’Italia
Luigi Lupelli
Istituto Superiore di Stato “E. De Amicis”
Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche
[email protected]
Al culmine dell’estate alcune nostre grandi
città tendono ad assumere un’aria indolente, un
aspetto sonnacchioso. In un agosto molto caldo
della fine degli anni settanta non ci misi molto
a rendermi conto che a Londra le cose non stavano certo così. Quella metropoli frastornante
era un brulicare di attività nonostante il periodo vacanziero. Un’ulteriore prova di tale vitalità la ebbi quando mi recai al Department of
Optometry and Visual Science della City University. Volevo consultare alcune pubblicazioni
sulle lenti a contatto praticamente introvabili
in Italia. Così quando chiesi, alla segreteria del
Dipartimento, l’autorizzazione per frequentare
i locali della biblioteca mi aspettavo di dover riempire qualche modulo ingiallito ed invece mi
invitarono a parlare con il direttore del dipartimento, il professor Robert Fletcher, che mi fece
visitare i vari reparti dove ben presto mi resi
conto che si faceva ricerca anche ad agosto! Sapevo chi fosse il professor Fletcher; avevo letto
alcune pubblicazioni sue e su di lui. Quello fu
Fig. 1: Robert Fletcher tra Luigi Lupelli (alla sua destra) e
Federico Bartolomei al Congresso Interdisciplinare tenuto a
Bologna ad aprile di quest’anno
9
2007, vol. IX, n. 2
l’inizio. Di Fletcher divenni allievo e collaboratore e le occasioni d’incontro sono state numerose in quest’ultimo quarto di secolo.
Il professor Fletcher ha avuto un rapporto
privilegiato con l’Italia essendo stato, per otto
anni, direttore di un Istituto di Optometria di
Roma che ha proposto un’esperienza formativa
coordinata con la City University di Londra e
inoltre, più recentemente, ha diretto il rapporto
di mutua collaborazione tra il l’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Roma e l’Institute
of Ophthalmic Science di Tel-Aviv.
Ad aprile di quest’anno Fletcher è stato invitato dall’Istituto Zaccagnini di Bologna a tenere
un relazione ed un seminario all’XI Congresso
Interdisciplinare (Fig. 1). È stata l’occasione per
molti di noi di abbracciare di nuovo il Maestro
ma è stata anche l’occasione per molti altri di
incontrare chi ha percorso da protagonista gli
ultimi 60 anni della scienza della visione e che a
loro si rivolgeva dicendo di chiamarlo confidenzialmente “Uncle Bob”!
Fletcher ha praticamente veleggiato in quasi
tutti i mari dell’optometria. Questo salta facilmente agli occhi se si scorre l’elenco dei libri che
ha scritto: sull’optometria occupazionale, sulla
gestione optometrica del glaucoma, sulla refrazione oculare, sul senso cromatico, sull’esame
clinico dell’occhio, sulle professioni che s’interessano della salute oculare e sulle lenti a contatto. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto diversi riconoscimenti ufficiali come la BOA (British
Optical Association) Research Medal nel 1963, la
Owen Aves Medal nel 1968 e il Gold Award della Norwegian Optometric Association nel 1983.
Comunque è possibile individuare almeno tre
campi che ha privilegiato: l’educazione optometrica, le lenti a contatto e il senso cromatico.
Nel campo dell’educazione optometrica ha
svolto un ruolo gigantesco. Prima lettore e poi
professore, direttore per 16 anni e quindi professore emerito alla City University di Londra con
a r t i c o l o
Quel sottile filo rosso che unisce
il professor Robert Fletcher all’Italia
Fig. 2: La Lanterna Fletcher-Evans CAM per l’esame del
senso cromatico
Fig. 3: Diversi tipi di lenti a contatto rigide sclerali
apporti formativi di ampio respiro all’estero. Le
esperienze didattiche prolungate in Italia ed in
Israele non sono certo le uniche. Per anni ha insegnato in Norvegia ma anche, seppur per periodi
più brevi, in Nigeria, in Portogallo ed in Malesia
e proprio in questi ultimi anni sta contribuendo
allo sviluppo dell’educazione optometrica in
Etiopia! Sulle professioni dell’universo oftalmico ed il loro insegnamento ha scritto anche un
libro insieme alla figlia maggiore Isobel.
Nel campo della visione dei colori, ed in particolare in quello del riconoscimento del daltonismo, Fletcher ha messo in evidenza la sua genialità! Ha elaborato addirittura tre test originali
per lo screening e/o la quantificazione del daltonismo: il City University Color Vision Test (in tre
diverse edizioni), il Fletcher-Hamblin Simplified
Colour Vision Test, adatto per l’esame nell’età
infantile e, più recentemente la Lanterna Cromatica Fletcher-Evans CAM (Fig. 2), strumento
che soddisfa in toto gli standard per un esame
del senso cromatico nel campo dei trasporti aerei, marini e terrestri ma che permette anche di
eseguire un esame clinico della percezione cromatica. Le pubblicazioni di Fletcher sul senso
cromatico sono numerose ma va certamente
menzionata un’opera che rappresenta una summa sull’argomento: “Defective Colour Vision.
Fundamentals, Diagnosis and Management”
scritto, nel 1985, insieme all’altra figlia Janet.
Il suo ruolo nello sviluppo della conoscenza
e la pratica delle lenti a contatto è stato monumentale. Intorno alla metà del secolo precedente
ha attivato quello che è stato, probabilmente, il
primo insegnamento di contattologia in ambito
universitario (nella City University). Successivamente propone delle tecniche originali per l’esecuzione del calco oculare e del modellamento
della lastrina di polimetimetacrilato, per ottenere
delle lenti sclerali. Le sue pubblicazioni, articoli
e capitoli di libri, vertono principalmente sulle
lenti a contatto sclerali (Fig. 3). Nella prima metà
degli anni ‘90 pubblica insieme a Luigi Lupelli e
ad Angela Rossi il libro “Contact Lens Practice, a
Clinical Guide” per i tipi della Blackwell di Oxford che, in una versione aggiornata ed ampliata,
verrà pubblicato anche in italiano. È stato anche
presidente della “Contact Lens Society” (UK) e
membro del Honorary Editorial Board del “The
Contact Lens Journal”. Fa tuttora parte del Comitato Scientifico della rivista “LAC”.
A presto “Uncle Bob”, un’altra generazione
di persone innamorate della contattologia ti attende nel Bel Paese!
10
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
BCLA
31st Clinical Conference and Exhibition
Laura Boccardo
Optometrista FAILAC
Quando si parla di Manchester, all’italiano medio viene in mente solo il calcio, eppure
questa città, che diede impulso alla Rivoluzione
Industriale, è oggi un fervente centro culturale,
con una delle più grandi università del Regno
Unito, oltre novanta musei, una dinamica scena
musicale ed un’esuberante vita notturna. Tutto
ciò ha fatto da cornice alla trentunesima edizione
del congresso del British Contact Lens Association (BCLA), che si è svolto presso il Manchester
Central dal 31 maggio al 3 giugno scorsi.
Il congresso del BCLA è in questo momento
nel mondo il maggiore evento interamente dedicato alle lenti a contatto, con più di mille visitatori l’anno, provenienti da quaranta diverse
nazioni. Quest’anno la presenza italiana è stata
particolarmente rilevante, con due poster scientifici presentati ed una ventina di partecipanti al
convegno.
Il programma è stato molto intenso: le relazioni si sono svolte in due diverse sale, per lasciare
spazio agli oltre novanta relatori che si sono alternati sul palco nei quattro giorni di congresso.
Di seguito cercheremo di dare una breve sintesi
degli argomenti trattati e, non potendo parlare
di tutti, daremo maggiore spazio alle presentazioni più rilevanti.
Il tema del primo giorno è stato l’impiego
della tecnologia digitale in contattologia. Il compito di aprire i lavori è stato affidato a Patrick
Caroline, che ha parlato dell’utilizzo di strumenti computerizzati nella misura di diversi parametri dell’occhio, come la curvatura e lo spessore corneali, lo studio della camera anteriore,
l’esame dell’endotelio e la valutazione aberrometrica dello stato refrattivo. Louis Catania ha
approfondito l’argomento, parlando dell’impiego della tecnologia wave-front nella pratica clinica e nello sviluppo di nuove lenti a contatto e
per occhiali. La relazione di James Wolffsohn è
stata interamente dedicata alla tecnologia OCT
(optical coherence tomography) che, introdotta
11
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 1: Manchester Central Convention Complex,
sede del congresso
nell’oftalmologia per lo studio della retina, potrebbe trovare nel prossimo futuro utili applicazioni anche nel campo delle lenti a contatto.
Le relazioni di Gary Andrasko, Philip Morgan e Lyndon Jones hanno introdotto l’argomento, poi via via affrontato anche nei giorni successivi, del rapporto fra il comfort della lente ed i
segni clinici. Andrasko è autore di un’utile tabella costantemente aggiornata sul sito www.staininggrid.com, che mette in relazione l’incidenza
di staining corneale nell’utilizzo di diversi tipi
di lenti a contatto, in abbinamento con differenti
sistemi di manutenzione. Philip Morgan ha illustrato l’importanza di utilizzare metodi quanto
più oggettivi nella valutazione delle condizioni
oculari: l’impiego delle grading scales può diventare ancora più agevole se abbinate a sistemi
di acquisizione digitale e di morphing delle immagini. Lyndon Jones ha sottolineato quanto sia
importante una corretta prescrizione del sistema
di manutenzione, per evitare sfortunati abbinamenti fra lenti e liquidi.
a r t i c o l o
BCLA
31st Clinical Conference and Exhibition
Fig. 2: Patrick Caroline
Fig. 3: Un gruppo di italiani in pausa pranzo
Fig. 4: La sala del convegno durante il dibattito fra Brian
Holden, Bernard Gilmartin e Earl Smith III
Fig. 5: Antonio Calossi, Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli e
Fabrizio Zeri davanti al poster
La giornata di venerdì è stata dedicata all’epidemiologia della miopia. Dopo un’introduzione
sull’incidenza della miopia nelle varie parti del
mondo, condotta da Saw Seang Mei di Singapore, Bernard Gilmartin ha illustrato la morfologia
dell’occhio miope, mostrando delle immagini
tridimensionali di occhi in vivo, acquisite con un
metodo simile alla TAC. Quindi, Earl Smith III, ha
illustrato la sua teoria sull’eziologia della miopia,
mettendo in evidenza l’importanza della periferia
della retina nel processo di emmetropizzazione.
Le relazioni successive si sono occupate dell’impiego delle lenti a contatto nella correzione della
miopia, con particolare riferimento all’ortocheratologia ed alla possibilità di un eventuale controllo della progressione miopica. La sessione si è
conclusa con un dibattito fra tre saggi, che hanno
discusso sull’effettiva possibilità di arrivare ad
una prevenzione della miopia. Brian Holden ha
parlato come esperto di lenti a contatto, Bernard
Gilmartin ha portato la sua esperienza nel campo
della biometria oculare, mentre Earl Smith III si è
basato sui lavori condotti su modelli animali. Le
più recenti tecnologie aprono ogni giorno nuove
speranze, ma la vittoria sulla miopia non è ancora
a portata di mano.
Le relazioni del sabato mattina sono state dedicate all’epidemiologia, al trattamento ed alla
prevenzione della cheratite microbica, mentre
nel pomeriggio, tema dominante è stato il trattamento dell’occhio secco. L’evento clou della
giornata è stato in realtà la Cena di Gala, organizzata presso lo stadio Old Trafford, sede del
Manchester United Football Club. Dopo una
visita al museo ed alle gradinate dello stadio, è
stata servita la cena per oltre 1200 ospiti in abito da sera, al termine della quale si è svolta la
cerimonia di consegna degli attestati ai nuovi
12
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
BCLA
31st Clinical Conference and Exhibition
fellows del BCLA, fra cui il primo italiano, Antonio Calossi. La serata si è conclusa in un turbinio
di danze, accompagnate da The Lost Faculties,
una band di optometristi canadesi, che ci ha permesso di apprezzare il professor Lyndon Jones
nell’inedito ruolo di cantante.
Malgrado molti congressisti fossero rimasti a
ballare fino alle 4, la domenica mattina si sono
riaperti i lavori con una sessione dedicata allo
staining corneale. Le relazioni hanno illustrato
le tecniche di esame e le cause di questo segno
clinico, con particolare riferimento all’incidenza
di staining in caso di occhio secco e nell’utilizzo
di particolari sistemi di manutenzione.
Come al solito, molto ricca è stata anche la
sessione poster, con due significative presenze
italiane: Antonio Calossi, Alessandro Fossetti,
Luigi Lupelli e Fabrizio Zeri hanno presentato uno studio sul comfort delle lenti in silicone
idrogel, mentre Fabrizio Zeri, Luigi Lupelli e
Luciana Zarrilli hanno analizzato l’effetto di una
lente in silicone idrogel durante la misura della
pressione intraoculare.
Il BCLA Clinical Conference and Exhibition si
è confermato un punto di riferimento per chiunque voglia capire come si sta muovendo la contattologia in questo momento, sia da un punto di
vista scientifico, sia di mercato. Un congresso di
queste dimensioni offre la possibilità di prendere
contatto con persone da tutto il mondo, ascoltare
i maggiori esperti, incontrare le aziende e toccare con mano le novità destinate ad entrare nella
nostra pratica clinica nel più immediato futuro.
L’anno prossimo, per la sua trentaduesima
edizione, il BCLA Clinical Conference and Exhibition tornerà nella tradizionale sede di Birmingham, dal 29 maggio al 1 giugno 2008.
13
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 6: Lyndon Jones e The Lost Faculties in concerto, durante
la serata di gala
Fig. 7: Tutti in pista dopo la cena di gala
a r t i c o l o
Deve essere davvero una preoccupazione
il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel?
Gli applicatori comparano l’idrogel ed il silicone idrogel su loro stessi
Antonio Calossi*, Alessandro Fossetti**,
Luigi Lupelli***, Fabrizio Zeri***
* Dip Optom It FAILAC FBCLA1; Optometrista, Certaldo (FI)
** Dip Optom It FIACLE FAILAC3; Università di Padova
*** Dip Optom It BSc (Psychol) FIACLE3; Istituto Superiore di Stato De Amicis, Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche, Roma
Introduzione
Alcuni applicatori manifestano qualche preoccupazione nel proporre le lenti in silicone
idrogel e la giustificazione riportata più comunemente è che sono più fastidiose rispetto alle
altre lenti morbide per il loro alto modulo di elasticità1. Lo scopo di questo studio è stato quello
di comparare il comfort iniziale in un gruppo di
soggetti neofiti, tutti applicatori di lenti a contatto, a cui sono state applicate lenti mensili in
idrogel (Hy) e lenti in silicone idrogel (Si Hy).
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio in doppio cieco,
controllato e randomizzato. Nello studio sono
stati inclusi duecentoundici volontari (72 femmine) di età compresa tra i 21 e i 65 anni (età media
39.9, SD 9.4 anni) escludendo tutti coloro che erano già portatori di lenti a contatto. Tutti i soggetti
dello studio erano applicatori di lenti a contatto
reclutati durante una serie di corsi ECM che si
sono tenuti in 12 luoghi diversi in tutt’Italia.
Ad ogni soggetto sono state applicate, simultaneamente, in modo casuale e mascherato, una
lente in lotrafilcon B (CIBA Vision Airoptix TM)
su un occhio e una lente in vifilcon A (CIBA Vision Monthly TM) sull’altro. Tutte le lenti avevano
potere neutro. I parametri delle lenti utilizzate
in questo studio sono elencati nella tabella 1. Le
lenti erano selezionate da un applicatore diverso rispetto al gruppo che le applicava. La prima
lente da inserire era scelta in modo casuale. Nessuno dei soggetti aveva la possibilità di toccare
od osservare direttamente le lenti che gli venivano applicate.
Ogni soggetto doveva valutare il comfort
soggettivo delle due lenti con un punteggio
da 0 (molto scarso) a 10 (eccellente) al momento dell’applicazione, dopo 20 e dopo 60 minuti
dall’inserimento.
Per confrontare il comfort e per osservare le
differenze nel tempo, è stata utilizzata l’analisi
della varianza per misure ripetute (ANOVA).
Dato che in questo studio sono state analizzate
diverse variabili, è stata introdotta una correzione di Bonferroni, utilizzando un livello di significatività α = 5%.
Risultati
I risultati sono elencati nella tabella 2 e riassunti nella figura 1. Nei primi 20 minuti, c’è stato un
leggero miglioramento del comfort per tutte e due
le lenti. Non è stata trovata alcuna differenza statisticamente significativa fra le due lenti ad ogni confronto. Al momento dell’applicazione la valutazione media del comfort è stata di 6.69 ±2.3 per l’idrogel
e 6.74 ±2.3 per il silicone idrogel (p=0.7394); dopo
20 minuti la valutazione media del comfort era di
7.24 ±1.82 per l’ idrogel e 7.55 ±1.69 per il silicone
idrogel (p=0.0643) e dopo 60 minuti la valutazione
media del comfort era di 7.41 ±1.96 per l’ idrogel e
7.68 ±1.97 per il silicone idrogel (p=0.0991).
Tab. 1: Parametri e proprietà delle lenti a contatto usate nello studio
Tipo di lente
Lotrafilcon B
(AirOptix)
Vifilcon A
(FocusMonthly)
Curva
Diametro
base (mm)
(mm)
Spessore
centrale
(mm)
Contenuto
Dk
d’acqua
(barrel)
(H2O %)
Potere
(D)
Modulo
(MPa)
8.60
14.20
0.08
33
110
plano
1.2
8.90
14.00
0.10
55
16
plano
0.79
14
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
Deve essere davvero una preoccupazione
il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel?
Fig. 1: Confronto del comfort soggettivo nel tempo. Zero rappresenta un comfort molto scarso e 10 un comfort eccelente. I dati sono
presentati come media ± una deviazione standard.
Tab. 2: ANOVA Bonferroni/Dunn post-hoc test per la valutazione del comfort. Livello di
significatività: 5 %. In questa tabella la differenza è statisticamente significativa se il valore p
è inferiore a 0.0033.
0’ SiHy, 0’ Hy
20’ SiHy, 20’ Hy
60’ SiHy, 60’ Hy
0’ SiHy, 20’ SiHy
0’ SiHy, 60’ SiHy
20’ SiHy, 60’ SiHy
0’ Hy, 20’ Hy
0’ Hy, 60’ Hy
20’ Hy, 60’ Hy
Discussione
Diff. media
Diff. critica
P-Value
0.06
0.30
0.27
-0.81
-0.94
-0.14
-0.56
-0.73
-0.17
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.7394
0.0643
0.0991
<0.0001
<0.0001
0.4089
0.0007
<0.0001
0.3046
È noto come il comfort iniziale possa influenzare il successo di una applicazione2,3. Anche se
alcuni pazienti già portatori di lenti in materiali
convenzionali possono manifestare un certo disagio, quando passano da lenti idrogel a lenti in
silicone-idrogel,4,5 i soggetti neofiti tendono ad
adattarsi senza differenze significative6,7.
I nostri risultati mostrano che i neofiti non
sono stati in grado di riconoscere soggettivamente differenze significative tra una lente in
15
2007, vol. IX, n. 2
significantivo
S
S
S
S
silicone idrogel e una lente in idrogel mensile
durante il periodo di un’ora.
In studi analoghi Fonn e Dumbleton2 e Dumbleton et al5 hanno valutato il comfort iniziale
(rispettivamente nel corso di 7 ore e nel periodo
di 1-8 settimane) dell’utilizzo del silicone idrogel
in soggetti adattati all’utilizzo di lenti idrogel.
Du Toit et al.8 hanno mostrato che il comfort iniziale di due differenti lenti a contatto in silicone
idrogel non differisce da alcune lenti a contatto
disposable in idrogel d’uso comune. Nel loro la-
a r t i c o l o
Deve essere davvero una preoccupazione
il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel?
voro ogni lente è stata indossata monocularmente per un periodo di 10 minuti, i soggetti arruolati avevano già esperienza con le lenti a contatto
ed il loro numero era limitato a 15.
Nonostante le differenze nelle procedure, tipi
di campione (neofiti e portatori abituali) e tempi
di utilizzo delle lenti, i nostri risultati concordano con quelli di questi studi simili.
Conclusioni
Poiché la prima impressione ha una grande
influenza sulla percezione delle lenti a contatto e
sul successo definitivo dell’applicazione, alcuni
applicatori hanno delle preoccupazioni riguardo
le lenti in silicone idrogel. Il pregiudizio più comune è che i pazienti le trovino poco confortevoli a causa del loro alto modulo. I nostri risultati,
anche se limitati a due soli tipi di lenti a contatto,
indicano che i vantaggi fisiologici del siliconeidrogel, sia per l’uso diurno che per l’uso esteso,
possono essere presi in considerazione per ogni
nuovo portatore senza preoccupazioni eccessive
relative al comfort e all’adattamento.
Ringraziamenti
Bibliografia
1. Calligeros E. Why wouldn’t you fit silicone hydrogels?
http://www.siliconehydrogels.org/editorials/feb_05.asp
2005 (February).
2. Fonn D, Dumbleton K. Dryness and discomfort with silicone hydrogel contact lenses. Eye Contact Lens 2003;29(1
Suppl):S101-4; discussion S115-8, S192-4.
3. McMonnies C. The critical initial comfort of soft contact
lenses. Clin Exp Optom 1997;80(2):53-8.
4. Dumbleton K. Daily wear performance of Silicone Hydrogel Lenses. http://www.siliconehydrogels.org/editorials/jun_05.asp
2005 (June).
5. Dumbleton K, Keir N, Moezzi A, Feng Y, Jones L, Fonn
D. Objective and subjective responses in patients refitted to
daily-wear silicone hydrogel contact lenses. Optom Vis Sci
2006;83(10):758-68.
6. Maldonado-Codina C, Morgan PB, Schnider CM, Efron N.
Short-term physiologic response in neophyte subjects fitted
with hydrogel and silicone hydrogel contact lenses. Optom
Vis Sci 2004;81(12):911-21.
7. Initial comfort of lotrafilcon A silicone hydrogel contact
lenses versus etafilcon A contact lenses for extended wear.
Contact Lens and Anterior Eye; 2007;30(1):23-8.
8. Du Toit R, Papas E, Stahl U, Sweeney D. Initial comfort
ratings of soft contact lenses. http://www.siliconehydrogels.org/
posters/poster_renee_du_toit.asp 2003 (October).
Questo studio è stato supportato da CIBA Vision Italia
Poster presentato al BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition.
Manchester, UK, 2007
Autore corrispondente: Antonio Calossi, e-mail: [email protected]
16
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
BCLA All’Old Trafford di Manchester
Antonio Calossi segna una splendida rete!
Luigi Lupelli
Istituto Superiore di Stato “E. De Amicis”
Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche
[email protected]
Nel 2007, per gli italiani, Manchester ha voluto
dire grandi sfide di calcio Champion Leage. Prima la Roma, imbambolata non solo dalla strong
lager, ha dovuto contare fino a sette! Poi il Milan,
a cui le cose sono andate meglio perchè, pare,
qualcuno ha pensato bene di mandare presto sotto le lenzuola i suoi piedi buoni con la scusa di
uno sciopero dei pub! Ma per una piccola cerchia
d’irriducibili non era finita qui. Manchester, a cavallo tra maggio e giugno, ha anche ospitato il 31°
Congresso Annuale della British Contact Lens Association (BCLA), praticamente il più importante
evento scientifico al mondo sulle lenti a contatto.
Quindi la partita è stata di quelle imperdibili.
Certo non era il caso di aspettarsi “sul campo”
doppi passi di trequartisti brasiliani o rigori che
facessero sconquassi della rete proprio sotto il
sette, ma dire che lo spettacolo non è stato stuzzicante sarebbe una bella bugia! Va subito detto
che i sudamericani, che in genere danno spettacolo dal centrocampo in giù, hanno giocato un
ruolo marginale. I campioni, oltre ai sudditi della regina Elisabetta che ospitavano la manifestazione, parlavano, perlopiù, un inglese con una
cadenza un po’ snobbata all’ombra della Torre di
Londra. Le cronache riportano le gesta di statunitensi come Don Korb, Dwight Cavanagh e Jan
Bergmason, di australiani come Brian Holden
ed Eric Papas, di canadesi come Lyndon Jones
e Kathy Dambleton (qui le donne sgambettano
sul “campo” alla pari con il sesso forte!) ma anche qualche sorpresa come la cinese Saw Seang
Mei. A dire il vero alcune di queste nazionalità
sono solo accademiche visto che Jan Bergmanson è scandinavo, Eric Papas nasce in Inghilterra
e Lyndon Jones è gallese! Noi non ci siamo fatti
scappare, come nella tradizione, gli oriundi di
grande spessore. Infatti Lou Catania (New York)
ha i nonni siciliani (certo con quel cognome!) e
Gina Sorbara (Toronto) (che tra l’altro fa parte
del comitato scientifico di “lac”) è di origini calabresi.
17
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 1: Una parte della formazione italiana ...non del tutto sobria!
Fig. 2: Consegna ad Antonio Calossi della certificazione di
Fellow della BCLA
La pattuglia italiana, tra i delegati, era
quest’anno piuttosto numerosa (Fig. 1) e alla
fine nel tabellino dei marcatori possiamo trovare anche nomi con cui abbiamo più confidenza.
Menzione particolare la merita Antonio Calossi
(Figg. 2 e 3) primo italiano ad ottenere la certificazione di Fellow della British Contact Lens
Association (FBCLA). Tale riconoscimento viene
assegnato dalla BCLA soltanto se lo specialista
che ne fa richiesta soddisfa dei criteri molto ri-
a r t i c o l o
BCLA All’Old Trafford di Manchester
Antonio Calossi segna una splendida rete!
gidi (come ad esempio avere pubblicato su riviste referenziate o avere presentato relazioni e/o
poster in congressi internazionali, ecc.). Inoltre il
candidato sostiene un colloquio finale su argomenti di carattere contattologico.
Sono diversi anni che Antonio ha messo in
evidenza le sue enormi qualità di clinico, ricercatore e divulgatore in campo contattologico. Questo ulteriore riconoscimento non fa altro che confermare, anche a livello internazionale, la qualità
cristallina del suo lavoro e, in qualche modo,
getta luce sull’intera contattologia italiana.
Antonio Calossi a Manchester è stato presente
anche come uno degli autori, gli altri sono Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli e Fabrizio Zeri, di
un poster scientifico in cui è stato dimostrato che
non vi è alcuna differenza statisticamente significativa nel comfort iniziale di una lente morbida
in idrogel in confronto a quello ottenuto con una
lente morbida in silicone idrogel avente un modulo relativamente elevato.
Un altro poster scientifico, stavolta di matrice esclusivamente romana, è stato presentato
da Fabrizio Zeri, Luigi Lupelli e Luciana Zarrilli
(Istituto di Scienze Optometriche di Roma - Zaccagnini Bologna). In tale lavoro è stato mostrato
che è possibile eseguire misure tonometriche corrette anche se sulla cornea è applicata una lente a
contatto in silicone idrogel ad alto modulo.
Fig. 3: Antonio negli spogliatoi dello stadio con un collega della
formazione scozzese
18
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
Peter Bergenske O.D.; Bill Long B.S.; Sally Dillehay O.D., Ed.D.;
Joseph T. Barr O.D., M.S.; Peter Donshik M.D.; Glenda Secor O.D.;
John Yoakum O.D.; Robin L. Chalmers O.D.
Questa è la traduzione della versione originale in inglese dell’articolo “Long-term Clinical Result: 3 years of up to 30-Night Continuos
wear of Lotrafilcon A Silcone Hydrogel and Daily Wear of Low-Dk/t Hydrogel Lenses” apparso su Eye & Contact lens 33 (2): 74-80, 2007
Si ringraziano l’editore e l’autore per la gentile concessione a tradurre e pubblicare l’articolo.
Propositi: Riassumere i risultati di un esperimento della durata di tre anni volto a valutare
l’esperienza soggettiva e oggettiva con lenti in
silicone idrogel lotrafilcon A (SH) ad utilizzo continuo fino a trenta notti o con lenti in idrogel a
basso DK/t (LDW) ad uso diurno.
Metodi: Diciannove siti hanno applicato, in
uno studio durato 3 anni, lenti in SH a 317 soggetti (286 già portatori abituali e 31 nuovi utilizzatori) e lenti LDW a rimpiazzo bisettimanale ad
81 nuovi portatori.
Risultati: il gruppo di portatori di lenti SH,
rossore limbare, rossore congiuntivale e neovascolarizzazione corneale migliorati tra il 23%,
21% e 13% degli occhi, rispettivamente (P<0.001)
con nessun segno aumentato in modo significativo. Per il gruppo di utilizzatori di lenti LDW,
rossore limbare, congiuntiviti papillari e staining corneale aumentati tra l’11%, 21% e 13%
degli occhi, rispettivamente (P<0.02) con nessun
segno significativo di miglioramento.
La variazione media del potere sferico equivalente è stato di -0.03 diottrie per il campione di
riferimento SH basato sull’età e di -0.40 diottrie
per il gruppo di portatori LDW (P=0.0007). DuDalla Pacific University School of Optometry
(P.B.), Forest Grove, OR; CIBA Vision Corporation
(P.B., B.L., S.D.), Duluth, GA; The Ohio State
University College of Optometry (J.T.B.),
Columbus, OH; University of Connecticut Health
Center (P.D.), Bloomfield, CT; Studio privato
(G.S.), Huntington Beach, CA; Groat Eyecare
Associates (J.Y.), Greensboro, NC; and Indiana
University, Bloomington, IN (R.L.C.). Finanziato
da CIBA Vision, a Novartis company.
Lippincott Williams & Wilkins non è responsabile
per eventuali errori di traduzione. Lippincott
Williams & Wilkins non consiglia o pubblicizza
prodotti commerciali, servizi o dispositivi.
19
2007, vol. IX, n. 2
rante i tre anni il gruppo di utilizzatori SH ha
riportato in modo significativamente meno frequente: secchezza durante e alla fine del giorno,
rossore, fotofobia, sensazione di corpo estraneo
e visione appannata. Un numero significativamente più alto di portatori di LDW hanno riportato frequentemente secchezza e visione appanata durante e alla fine del giorno.
Conclusione: durante i 3 anni, i portatori di
lotrafilcon A che hanno utilizzato le loro lenti in
modo continuo fino a trenta notti, hanno mostrato miglioramenti stabili e a lungo termine riguardo a molti segni e sintomi della salute corneale,
inoltre hanno avuto una progressione miopica
inferiore rispetto ai portatori di lenti idrogel a
basso Dk/t ad uso diurno. Molti segni e sintomi
biomicroscopici sono peggiorati tra i neofiti che
hanno utilizzato lenti in idrogel ad uso diurno a
basso Dk/t. L’uso di lotrafilcon A può minimizzare molti cambiamenti oculari causati dall’utilizzo di lenti a contatto morbide.
Parole Chiave: lenti in silicone idrogel - lotrafilcon A- uso continuo - progressione miopica
- segni biomicroscopici - sintomi.
Con l’introduzione di nuove tecnologie la
comunità clinica deve lavorare per costruire
un database sulle performance di lungo termine dei dispositivi nella pratica clinica. Le lenti
in silicone idrogel non fanno eccezione a questo tipico modello di sviluppo della conoscenza clinica. Aspetti specifici della performance
clinica di breve periodo sono già stati esplorati
per quanto riguarda l’uso continuo e per le lenti
in silicone idrogel. La formazione di microcisti
corneali entro un mese dal passaggio alle lenti
in silicone idrogel, dopo aver utilizzato lenti in
idrogel è stata definita in alcuni studi1,2 come la
risposta dei vasi limbari all’ipossia3-6. Altre ricerche hanno mostrato un relativo vantaggio, in
termini di progressione miopica, di queste lenti
rispetto alle lenti idrogel a basso Dk/t durante
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
un anno di uso notturno di ognuno dei tipi di
lenti7,8. La gamma e i fattori di rischio di risposte
infiammatorie alle lenti in silicone idrogel sono
anch’essi stati approfonditamente descritti in
studi recenti9–11. Nonostante tutti gli studi pubblicati resta una relativa scarsità di dati a lungo
termine sulle lenti in silicone idrogel nella sperimentazione clinica12-13. Il campo della contattologia manca ancora di stime affidabili sul tasso
di interruzione nell’utilizzo a lungo termine di
lenti in silicone idrogel e sulle risposte fisiologiche e fisiche dei tessuti oculari ad anni di utilizzo di lenti a contatto morbide. La performance
dell’uso continuo delle lenti in silicone idrogel è
stato rigorosamente comparato all’uso esteso di
lenti idrogel14-15 sebbene i professionisti che raccomandano lenti in idrogel per l’uso esteso siano
in diminuzione. Forse un confronto più appropriato sarebbe quello tra la performance clinica
complessiva dell’uso continuo di lenti in silicone
idrogel e quella dell’uso solo diurno delle lenti idrogel. Applicare le lenti a pazienti che non
hanno mai portato questo tipo di lenti nè queste modalità di utilizzo eviterebbe la deviazione
rappresentata dallo scegliere pazienti che tollereno facilmente un certo tipo di lenti. Esperimenti
clinici randomizzati, altamente controllati con
severi criteri di idoneità sono gli standard necessari per testare le ipotesi, poichè possono essere
utilizzati per testare direttamente gli effetti della
variazione di alcuni aspetti specifici della performance della lente. A causa dei rigidi controlli sui
soggetti selezionati, le prove randomizzate possono generare informazioni che sono poco utili
per gli specialisti poichè il dispositivo non viene
utilizzato sulla popolazione che verrebbe scelta
come più appropiata dalla comunità clinica16, 17.
Tab. 1: Grading Scale per segni e sintomi
Segni
Rossore congiuntivale
Rossore limbare
Neovascolarizzazione corneale
Microcisti epiteliali
Edema corneale
Staining corneale
Staining congiuntivale
Congiuntivite papillare
Infiltrati corneali
Ulcera corneale
Grading scale
Nessuno, 0
Tracce, 1
Medio, 2
Moderato, 3
Severo = 4
Studi non randomizzati che permettono al ricercatore di far partecipare allo studio pazienti ritenuti più adatti ad un prodotto, possono produrre informazioni importanti riguardo all’efficacia
di quel prodotto sotto condizioni meno stringenti,
che si avvicinano di più alla reale pratica clinica.
Il proposito di questo studio è stato quello
di confrontare la performance di lungo termine
fino a 30 notti di utilizzo continuo di lenti Lotrafilcon A e l’utilizzo diurno per 2 settimane di
lenti idrogel a ricambio frequente in termini di
mantenimento da parte del paziente, segni biomicroscopici, sintomi soggettivi e cambiamenti
nella refrazione in un esperimento clinico della
durata di 3 anni, non casuale e prospettivo.
Materiali e metodi
In un esperimento clinico non randomizzato
e prospettivo 19 siti clinici negli Stati Uniti hanno ingaggiato ognuno 15 soggetti per indossare
lenti in silicone idrogel e 5 soggetti per indossare solo di giorno lenti in idrogel a basso Dk/t.
Lo studio ha messo a confronto l’uso continuo
bilaterale di lenti in silicone idrogel lotrafilcon
A (CIBA Vision, Duluth, GA) fino a 30 notti con
un gruppo di controllo di nuovi portatori di lenti
a contatto morbide a rimpiazzo quindicinale da
portare solo di giorno. Sono stati selezionati ed
iscritti all’esperimento un totale di 398 soggetti. I soggetti non sono stati inseriti casualmente
nei gruppi di trattamento. Il ricercatore è stato
istruito per selezionare i pazienti di ogni gruppo in base alle loro abitudini. I soggetti hanno
firmato il consenso informato, successivamente
sono stati esaminati e sono state applicate loro
le lenti, con l’intenzione di seguirli nei successivi
Sintomi
Secchezza durante il giorno
Secchezza a fine giornata
Rossore
Bruciore o irritazione
Palpebre gonfie
Lacrimazione
Muco e eccessiva secrezione
Prurito
Sensibilità alla luce
Sensazione di corpo estraneo
Grading scale
Frequenza:
Mai, 0
A volte, 1
Spesso, 2
Ogni giorno, 3
Severità:
Nessuno, 0
Medio, 1
Moderato, 2
Severo, 3
20
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
tre anni. Non c’è stato un periodo di interruzione per i portatori abituali di lenti. Il gruppo test
consisteva in 317 soggetti a cui sono state applicate lenti lotrafilcon A. Al momento della distribuzione 280 di questi soggetti erano portatori
di lenti a contatto morbide a bassa permeabilità
all’ossigeno (Dk), 140 di questi avevano avevano indossato lenti a basso Dk con modalità solo
diurna e 140 avevano indossato lenti a basso Dk
con modalità estesa o notturna. Trentuno soggetti aggiuntivi non avevano indossato lenti a contatto per i precedenti 12 mesi (neofiti) e sei erano
ex portatori di lenti rigide gas permeabili.
Un gruppo di controllo parallelo di 81 neofiti che
non avevano mai indossato lenti a contatto o che
avevano smesso per almeno un anno, è stato iscritto all’esperiment. A settantanove di questi soggetti
è stata distribuita una varietà di lenti a rimpiazzo
bisettimanale. Il sistema di manutenzione delle lenti
è stato scelto dai ricercatori tra quelli approvati dall
FDA americano. Alla visita per la distribuzione e ad
ogni visita di controllo, sono stati valutati 10 segni
biomicroscopici usando una scala da 0 a 4 (da nessuno a severo) scala di Efron come riferimento (Tabella 1). Ad ogni visita, la frequenza e la severità dei
10 sintomi veniva valutata dai soggetti utilizzando
la scala 0 (mai) 1 (a volte) 2 (spesso) e 3 (ogni giorno)
per quanto riguarda le frequenza e, per la severità
dei sintomi, la scala 0 (nessuno), 1 (medio) 2 (moderato) 3 (severo). I sintomi venivano registrati tramite
un questionario somministrato ai soggetti. La percentuale di soggetti che hanno riportato frequente
o costante secchezza agli occhi alla fine del giorno è
stata rilevata ad ogni visita.
I risultati deduttivi per i soggetti che hanno
completato lo studio dei 3 anni sono indicati come
“completi”, con un confronto tra il loro status iniziale e quello dopo 3 anni. Per alcune variabili
vengono mostrate le differenze tra chi ha seguito il
programma completo e chi ha interrotto lo studio.
Tab. 2: Dati demografici e dati refrattivi di partenza di tutti i soggetti arroulati nello studio
Gruppo Gruppo
Caratteristiche
SH
LDW
Genere
211
52
Femmine
(67%)
(64%)
106
27
Maschi
(33%)
(36%)
Età (anni)
Media ± SD
38 ±11
23 ±12
Range
13 - 72
11 - 54
Refrazione da occhiale (D)
Ipermetropia
N. occhi
52
16
+2.57
+1.61
Sfera media ± SD
±1.55
±0.53
-0.40
-0.19
Cilindro medio ±SD
±0.37
±0.27
Miopia
n. di occhi
580
146
-3.89
-2.12
Sfera media ± SD
±2.09
±1.45
-0.31
-0.31
Cilindro medio ± SD
±0.33
±0.38
Cheratometria (D)
Lettura meridiano
44.01
43.58
più piatto
±1.41
±1.40
Lettura meridiano
44.74
44.24
più curvo
±1.50
±1.44
SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di
lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie
Risultati
Campione di pazienti, mantenimento e abitudini di utilizzo
La storia demografica e refrattiva di tutti
i soggetti coinvolti nello studio è visibile nella
Tabella 2. I soggetti che sono stati inseriti dagli
specialisti nel gruppo SH, avevano in partenza
un alto grado di ametropia (cioè ipermetropia o
miopia) ed erano più vecchi rispetto alla media
del gruppo LDW. Al gruppo LDW sono state
applicate le seguenti lenti: a 39 soggetti (49.4%)
21
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 1: Mantenimento per lenti in lotrafilcon A e uso diurno del
gruppo di lenti idrogel (*P<0.005, x²)
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
ACUVUE 2, a 9 soggetti Biomedics 55 (11.4%),
a 9 soggetti Frequency 55 (11.4%), a 5 soggetti
ììEncore Premium (6.3%), a 3 soggetti Extreme
H2O (3.8%), e i restanti 14 con altre marche. Nel
gruppo LWD a cinque pazienti sono state applicate lenti giornaliere o lenti in silicone idrogel
(AcuVue, Vistakon, Johnson & Johnson Inc.; Biomedics 55, Frequency 55, Encore Premium, CooperVision; Extreme H2O, Hydrogel Vision Corp.)
e sono per questo stati esclusi dallo studio.
Fig. 2: Modalità di utilizzo prescritte ai soggetti a cui sono state
applicate lenti in silicone idrogel
Fig. 3: Modalità di utilizzo prescritte ai soggetti che utilizzavano lenti in silicone idrogel, sia per quanti hanno concluso i 3
anni e per quanti hanno interrotto
Il mantenimento da parte dei pazienti ad ogni
visita in programma viene mostrato nella figura
1. Inizialmente il gruppo di portatori SH che provenivano dalle lenti idrogel a basso Dk/t e a cui
sono state applicate lenti lotrafilcon A ha avuto
un alto grado di mantenimento. Rispetto al gruppo LDW (1-visita settimanale, 93% contro. 85% [x2
= 5.35, P=0.02]). Non c’è stata nessuna differenza
significativa nella percentuale di soggetti in ogni
gruppo che continuavano a sottoporsi alle visite
da un anno in avanti ([x2 = 0.75, P=0.38]).
La modalità di utilizzo prescritta. per il gruppo SH è rimasta pressochè costante per i soggetti
che hanno completato i 3 anni di studio. A quasi
il 90% di questi è stato prescritto di indossare lenti fino a 30 notti di fila, con il restante 10% diviso
in una varietà di modalità di utilizzo più brevi
(Fig. 2). La modalità di utilizzo per i soggetti che
utilizzavano delle lenti SH e che hanno completato lo studio sono stati paragonati a quelli che
invece lo hanno interrotto (Fig. 3) (confronti per i
primi 6 mesi solo per acquisire i dati del maggior
numero di soggetti che hanno interrotto). Ai soggetti che alla fine hanno interrotto era stato pre-
Tab. 3: Condizioni preesistenti dell’occhio riportate dagli specialisti all’inizio dello studio
Gruppo SH
Gruppo LDW
Condizioni preesistenti
(% dei soggetti) (% dei soggetti)
P valuea
Occhio secco
15.5
2.5
0.002
Allergie
12.9
4.9
0.05
Neovascularizazione
12.0
0
0.001
Congiuntivite giganto papillare
10.7
1.2
0.008
Blefarite
6.6
1.2
0.06
Occhio rosso acuto da lac
5.7
0
0.03
Disfunzione delle ghiandole di Meibomio
5.7
0
0.03
Cicatrice corneale
3.6
0.6
0.30
Staining cronico
1.9
0
0.22
Test del Chi-Quadro
Tutte le condizioni con P<0.05 tra i gruppi in grassetto
SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD,deviazione standard; D, diottrie
a
22
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
scritto un tempo di porto notturno significativamente più breve, anche all’inizio della prova.
La Tabella 3 illustra le condizioni preestenti per
ogni gruppo annotate dagli specialisti. I portatori
di lenti a contatto all’inizio dello studio riportavano con più frequenza una storia di occhio secco,
allergia, neovascolarizzazione corneale, congiuntivite gigantopapillare, occhio rosso acuto e disfunzioni delle ghiandole meibomiali rispetto ai
non portatori di lenti a contatto (P< 0.05, x2= tutti i
confronti). La percentuale dei portatori abituali di
lenti a contatto con segni biomicroscopici positivi
in partenza era significativamente più alta, eccetto per quanto riguarda l’edema e le microcisti, rispetto ai pazienti che non avevano utilizzato lenti
a contatto prima di essere coinvolti nello studio,
come mostra la Tabella 4 mettendo a confronto i
dati di partenza dei gruppi.
Segni di salute corneale
La variazione nella percentuale dei soggetti che
avevano segni di rossore limbare, neovascolarizzazione corneale o congiuntiviti papillari di grado superiore allo 0 è illustrato graficamente per ogni visita nelle Figure dalla 4 alla 6. La Figura 4 mostra la
rapida decrescita nel rossore limabare tra i soggetti
che sono stati spostati dalle lenti LWD alle lenti SH
e la lenta crescita del rossore limbare tra i nuovi
portatori di lenti. I segni del rossore congiuntivale
sono cambiati in modo simile (non illustrati). Per il
gruppo SH i livelli di partenza della neovascolarizzazione corneale sono migliorati dalla visita della
prima settimana e si sono stabilizzati dopo la sesta
visita mensile. Contrariamente i nuovi portatori di
lenti in idogel hanno cominciato a mostrare segni
di neovascolarizzazione nel tempo intercorso tra
la visita della prima settimana e quella del primo
anno (Fig. 5). Dopo 3 anni approssimativamente il
9% dei portatore di LDW mostrava neovascolarizzazione. Il rapporto di portatori di lenti LWD che
avevano congiuntivite papillare non è cambiata significativamente durante lo studio, nonostante tra i
nuovi portatori ci sia stata una crescita costante della prevalenza di congiuntivite papillare (Fig. 6).
La Tabella 4 riassume i cambiamenti biomicroscopici avvenuti dall’inizio alla fine dei 3 anni
per i soggetti che hanno completato lo studio.
Sintomi
La percentuale di soggetti che hanno riportato
sintomi frequenti da moderati a severi sono significativamente differenti in partenza tra i due gruppi,
23
2007, vol. IX, n. 2
Fig. 4: Prevalenza di rossore limbare nel tempo tra i soggetti che
hanno completato lo studio
Fig. 5: Prevalenza di neovascolarizzazione nel tempo nei soggetti che hanno completato lo studio
Fig. 6: Prevalenza di congiuntiviti papillari nel tempo tra i
soggetti che hanno completato lo studio
i portatori abituali riportavano più sintomi rispetto
ai neofiti (Tabella 5). Per la coorte SH c’è stata una
significativa riduzione nei sintomi di secchezza
durante e alla fine del giorno, rossore, lacrima-
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
Tab. 4: Cambiamenti nella prevalenza dei segni biomicroscopici per i soggetti che hanno
completato i 3 anni di studio
Percentuale di occhi con segni maggiori di 0
SH (n = 460)
LDW (n = 108)
Segni biomicroscopici
Inizio
3 anni
Inizio
3 anni
a
Rossore limbare
32
9
4
15b
a
Rossore congiuntivale
36
15
11
19
Staining congiuntivale
16
15
3
9
Staining corneale
15
13
3
15b
Congiuntivite papillare
25
21
10
28c
Neovascolarizzazione corneale
19
6a
0
4
b
Microcisti epiteliali
4
1
0
0
Edema corneale
4
1b
0
0
Il numero di ogni risposta varia leggermente.
Tutti i segni con cambiamenti significativi nei 3 anni in grassetto.
a
P_0.001
b
P_0.05
c
P_0.01
SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie
Fig. 7: Prevalenza di secchezza alla fine del giorno per i soggetti
che hanno completato lo studio
Fig. 8: Prevalenza di chi presenta, alla fine dello studio,
un’acuità visiva di 20/20 o superiore tra i soggetti che hanno completato i 3 anni
zione, bruciore o irritazione, sensazione di corpo
estraneo, fotofobia, visione appannata e prurito
dall’inizio alla fine dei 3 anni. Molti sintomi sono
cambiati significativamente entro una settimana
di applicazione di lenti SH, come mostrato per la
secchezza a fine giornata nella Figura 7. Contrariamente c’è stato un significativo aumento della
secchezza durante e alla fine del giorno e visione
appannata per i portatori delle lenti LDW dopo
aver cominciato a portare lenti in idrogel.
selezionato in modo casuale un campione di riferimento basato sull’età di portatori di lenti SH e di
portatori di lenti LDW che hanno completato lo
studio. I dati demografici e refrattivi per il campione di riferiemento basato sull’età vengono mostrati
nella Tabella 6. Il gruppo che indossava lenti SH
ha avuto un aumento della miopia di 0.03 diottrie
(D), mentre il gruppo LDW ha avuto un aumento
di miopia di 0.40 D nei tre anni di prova. (P= 0.007,
metodo dei minimi quadrati).
La frazione di soggetti che hanno completato lo
studio e che presentavano ad ogni visita un’acuità
visiva di almeno 20/20 viene mostrata alla Figura 8.
La frazione di soggetti del gruppo SH con un’acuità visiva di 20/20 o migliore è rimasta relativamen-
Cambiamenti nell’errore refrattivo e nella
acuità visiva
Per il confronto tra l’impatto dei due tipi di lenti sulla progressione dell’errore refrattivo, è stato
24
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
Tab. 5: Prevalenza dei sintomi all’inizio e dopo 3 anni per i soggetti che hanno completato i 3 anni
Percentuale di occhi
SH (n= 226)
LDW (n = 54)
Sintomi
Inizio dei 3 anni
Inizio dei 3 anni
Secchezza durante il giorno
10a
6
2a
11
a
Secchezza fine giornata
17
7
0a
20
Fotofobia
7a
2
4
2
a
Rossore
7
3
0
0
Sensazione di corpo estraneo
5a
2
0
2
Visione appannata
4b
2
4b
2
Muco
2
7
0
2
Bruciore e irritazione
2
1
0
0
Lacrimazione
2
1
0
0
Il numero di ogni risposta varia leggermente; viene mostrato il massimo numero di risposte.
a
P_0.001
b
P_0.05
SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie
te stabile durante lo studio, mentre la frazione con
acuità visiva di 20/20 per il gruppo LDW andava
dal 63% al 78% dopo 1 mese di studio.
Discussione
Campione di pazienti
Il progetto dello studio ha permesso la comparazione di un campione di neofiti che ha cominciato ad indossare lenti giornaliere in idrogel con
un campione,composto per la maggioranza da
portatori abituali di LDW, a cui sono state applicate lenti SH.
Questi studi clinici sono stati utilizzati per
supportare l’approvazione da parte della Food
and Drug Administration statunitense della commercializzazione delle lenti SH per l’uso continuo mensile, coinvolgendo il confronto diretto
tra le lenti in SH e lenti in idrogel a basso Dk/t
approvate per l’uso esteso14, 15.
È stato comunque chiesto agli specialisti di
informare i pazienti che indossavano lenti idrogel, con qualsiasi modalità d’utilizzo, nel caso
avessero potuto beneficiare di qualsiasi altra
tecnologia di lenti. Uno studio come questo che
confronta l’uso giornaliero di lenti idrogel con
l’uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone
idrogel potrebbe rispondere a domande in cui ci
si imbatte abitualmente nella pratica.
Per determinare se ci siano differenze nella
selezione dei pazienti per i vari tipi di lenti lo studio ha inoltre permesso ai ricercatori la libertà di
selezionare le lenti. Lo studio, diversamente da
prove cliniche con criteri estesi di inclusione ed
25
2007, vol. IX, n. 2
esclusione, dà una visione delle abitudini degli
specialisti in lenti a contatto. Lo studio è cominciato subito dopo l’approvazione da parte della
Food and Drug Administration delle lenti lotrafilcon A e potrebbe riflettere parte della cautele
e delle aspettative nei confronti di queste lenti.
Senza nessuna indicazione in tal senso da parte
del gruppo di ricercatori, i pazienti che sono stati
selezionati per indossare lenti SH ad alto Dk/t
avevavano errori refrattivi più alti all’inizio dello studio ed erano più vecchi. Forse ciò sta ad
indicare più anni di utilizzo di lenti, rispetto ai
soggetti più giovani a cui sono state prescritte
lenti idrogel ad uso diurno, similmente al range
d’età trovato nell’ampia ricerca di controllo sul
mercato delle lenti lotrafilcon A19.
Sebbene questa prova sia utile per i vecchi
portatori di lenti a contatto, vale la pena di riconsiderare il motivo per cui i giovani pazienti neofiti con superfici oculari pulite siano stati messi
nel gruppo di lenti a basso Dk/t che possono
alla fine portare a segni sulla superficie oculare e
negli strati profondi della cornea1,4,6,12,20,21.
Nei primi anni di introduzione delle lenti in
SH forse l’esclusione dell’uso esteso ha portato
i ricercatori ad evitare i prodotti in SH per i pazienti più giovani. Contrariamente, una frazione
sostanziosa di portatori di più di 40 anni di età
sono stati messi nel gruppo dello studio di uso
continuo di lenti SH. Questo può indicare che i
ricercatori hanno scelto le lenti in silicone idrogel per i vecchi portatori o forse per i pazienti
più anziani con sintomi emergenti di secchezza.
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
Tab. 6: Sommario dei dati demografici e dei dati refrattivi per gruppo d’età dei soggetti che
hanno completato lo studio
Caratteristiche
SH
LDW
Genere
Femmine
23 (64%)
23 (64%)
Maschi
13 (36%)
12 (33%)
Non disponibile
—
1 (3%)
Età (anni)
Media ±SD
27.9 ± 12.4
27.9 ± 12.5
Range
14.3-54.0
13.8-53.6
Inizio
Refrazione da occhiale (D)
Sfera media ±SD
-3.59 ±1.99
Cilindro medio ±SD -0.79 ±0.48
Cheratometria (D)
Lettura meridiano
44.70 ±1.52
più piatto
Lettura meridiano
45.48 ±1.63
più curvo
3 anni
Inizio
3 anni
-3.62 ±2.16
-0.83 ±0.47
-2.10 ±1.78
-0.65 ±0.48
-2.50 ±1.93a
0.71 ±0.61
44.52 ±1.37
43.48 ±1.19
43.53 ±1.40
45.34 ±1.49
44.13 ±1.32
44.24 ±1.36b
P_0.001
P_0.05
SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD,deviazione standard; D, diottrie
a
b
Le sottigliezze riguardanti la selezione dei
pazienti e la scelta delle lenti continueranno ad
emergere mentre si acquisisce esperienza con
questa nuova tecnologia. Si spera che la transizione ad un materiale con più alta trasmissibilità
all’ossigeno renderà possibile, per i vecchi portatori, continuare ad utilizzare lenti a contatto per
decenni senza i problemi associati alla mancanza di ossigenazione corneale.
Mantenimento dei portatori
La più diminuzione di soggetti si è verificata
nel gruppo di portatori di lenti LDW nella prima
settimana dello studio (15%) con il 32 % di interruzione nei tre anni. Questa parte dello studio
è la transizione da non portatori ad utilizzatori
di lenti a contatto. È probabile che una serie di
questioni abbia influenzato questo gruppo (per
es. motivazione soggettiva, abilità di manipolazione delle lenti e così via). Similmente, nel sottogruppo di 31 portatori di lenti SH che erano
vecchi o nuovi portatori di lenti, 12 (38%) hanno interrotto prima della fine dei tre anni, con
il maggior numero di interruzioni precedenti
alla prima visita semestrale ed il 7% di interruzione nella prima settimana. Ciò è confrontabile
con un tasso di discontinuità molto più basso
per i portatori esperti nel gruppo di SH. Perciò
è più probabile che un nuovo portatore sia più
propenso ad interrompere nel periodo iniziale,
indipendentemente dal tipo di lenti.
Il confronto nel mantenimento di lungo termine è stato favorevole per il gruppo di portatori di
lenti ad uso continuo, che si potrebbe considerare
come più rigoroso nella modalità di utilizzo (cioè
24 ore al giorno per la maggioranza dei giorni del
mese). Inoltre, questo studio ha riportato un tasso
di mantenimento più alto del tasso del 42% in 3
anni riportato da Stern et al12, forse perchè, a causa delle limitate geometrie di lenti disponibili al
tempo del primo studio e a causa del maggiore
rigore delle visite trimestrali, il mantenimento era
più difficile per i soggetti coinvolti. Solomon et
al.13 hanno trovato un tasso di mantenimento in
3 anni di varie lenti idrogel che varia dal 58.7% al
74.3%, similmente ai risultati di questo studio.
Abitudini di utilizzo
Il risultato che più colpisce nei dati sulla modalità di utilizzo è l’ampia differenza tra di modalità di utilizzo tra i soggetti che hanno completato
i 3 anni dello studio e quelli che hanno interrotto.
Anche nel gruppo di portatori di lenti SH, non a
tutti i soggetti erano stati prescritti 30 giorni di uso
notturno al momento della distribuzione. La prescrizione di meno di 30 notti di uso continuo ten26
2007, vol. IX, n. 2
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
deva a prevedere chi avrebbe interrotto l’utilizzo
delle lenti più avanti nello studio. Non risulta chiaro nello studio se le modalità di utilizzo prescritte
derivassero da un insieme di convinzioni dei ricercatori, limitazioni fisiologiche dei pazienti, oppure
da preoccupazione riguardanti l’uso notturno da
parte dei pazienti. Così come non è chiaro il motivo per cui un limitato uso notturno possa ridurre
la capacità dei soggetti di non interrompere lo studio. Teorie riguardanti l’interazione con i sistemi
di manutenzione o l’insoddisfazione dei pazienti
relative alle aspettative di raggiungimento dell’uso
continuo potrebbero essere esplorate in altri studi.
Cambiamenti nell’errore refrattivo e nell’acuità visiva
L’ampia differenza iniziale nell’errore refrattivo
per il gruppo SH era visibile anche nel momento in
cui è stato scelto un sottogruppo basato sull’età.
Ciò è simile all’alta percentuale di pazienti
ametropi trovati durante la ricerca sul mercato
sul lotrafilcon A19. Pare che gli specialisti rispondano al più alto bisogno di ossigeno dovuto a
lenti spesse e con alti poteri, prescrivendo lenti
SH a chi presenta alte ametropie.
Questo studio ha riscontrato una minore progressione miopica nel campione di riferimento basato sull’età che portava lenti SH ad uso continuo,
anche in confronto con l’uso diurno di lenti idrogel.
Sebbene sia in accordo con i risultati degli studi precedenti nei quali è stato confrontanto l’uso esteso
delle lenti idrogel e in SH, il meccanismo di variazione nella miopia con l’utilizzo di lenti idrogel non
è stato precisamente compreso7,8. Può essere stato
causato da un aumento nello spessore corneale o
da un cambiamento della curvatura corneale.
Dato che questo studio non misura ogni
componente oculare che può essere coinvolta
nell’aumento della miopia (per es. lunghezza assiale, spessore corneale ecc.) è in grado di riportare solo i risultati senza commenti sulle cause.
La frazione di soggetti LDW che si presentavano
alla visita con un’acuità visiva di meno di 20/20
con le lenti a contatto è stata più alta per le visite del primo anno ed era significativamente più
alta che nel gruppo SH: Poichè un’ampia percentuale del gruppo LDW ha avuto una progressione miopica durante lo studio, è ragionevole
aspettarsi che la loro acuità visiva con le lenti
a contatto abbia sofferto a causa di una miopia
emergente non corretta. Ciò suggerisce il bisogno di effettuare una sovrarefrazione e aggiusta27
2007, vol. IX, n. 2
re la prescrizione delle lenti tra i portatori di lenti a basso Dk/t che più probabilmente saranno
soggetti ad una progressione miopica.
Segni di salute corneale e sintomi
I segni biomicroscopici che si sono sviluppati
nei nuovi portatori di LDW sono ben documentati
segni cronici dell’utilizzo delle lenti idrogel. Molti
di questi segni, come il rossore limbare, il rossore
bulbare e la neovascolarizzazione si ono alleviati
dopo 1 settimana di lenti SH, anche con modalità
d’uso continua. Questi risultati supportano quelli
di molti altri studi3-6. Al fine di dare un giudizio
ai cambiamenti nel gruppo durante i 3 anni dello
studio, è stato analizzato solo il gruppo composto
da chi ha completato lo studio per avere un resoconto della condizione di quegli specifici occhi
per la durata dello studio. I soggetti che in seguito
hanno interrotto, comunque non avevano alcun
segno oculare premonitore inizialeche avrebbe
indicato che si sarebbero comportati così. Come
era prevedibile secondo molti altri studi sui sintomi tra i portatori, i neofiti che indossavano lenti
LDW hanno sviluppato sintomi significativi, in
particolare secchezza durante e alla fine del giorno (Tabella 5)22,23. Sebbene il gruppo a cui sono state assegnate le lenti SH avesse un’età media più
alta e fosse quindi probabile che avesse un po’
di secchezza dovuta alla fisiologia della lacrima,
i sintomi di secchezza si sono significativamente
alleviati nel gruppo a cui sono state applicate lenti SH dopo aver utilizzato precedentemente lenti
in idrogel. Il gruppo LDW inoltre ha continuato a
sperimentare un crescente livello di sintomi alla
fine del giorno e ha raggiunto una prevalenza di
sintomi simili a quelli della coorte SH all’inizio,
che generalemente, prima dello studio, indossavano lenti a basso Dk/t. Il sollievo dai sintomi
cronici che potevano impedire il porto di lenti
dovrebbe essere considerato come ragione appropriata per ri-applicare a portatori di lenti idrogel,
lenti SH, specialmente perchè i sintomi sono associati all’abbandono delle lenti a contatto2,22.
Papas et al.3–5,24 hanno stabilito che un minimo
di Dk/t di 125 è necessario per evitare iperemia
limbare, che è uno dei primi segni della risposta
dei tessuti all’ipossia e al danno corneale. L’iperemia limbare può anche essere un indicatore
precoce di una risposta infiammatoria.
Shoshani et al.25 hanno documentato che almeno un tipo di edema corneale induce il rilascio di
marcatori infiammatori, citochine, fattore di cresci-
a r t i c o l o
3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel
lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t.
Risultati clinici a lungo termine
ta vascolare endoteliale ed enzimi che degradano
la matrice. In questo studio è stato notevole il fatto
che la diminuzione del rossore limbare e la neovascolarizzazione siano stati osservati in concomitanza con il miglioramento dei sintomi secchezza
e discomfort. Nomura et al.26 hanno documentato
un’associazione tra la presenza di neovascolarizzazione e sintomi di secchezza nei portatori di lenti
a basso Dk/t. Numerosi team di ricercatori hanno
documentato una diminuzione dei sintomi di rossore e secchezza con le lenti lotrafilcon A2,6,27. Il discomfort e la secchezza da parte di portatori di lenti a basso Dk/t possono diminuire in parte grazie
alla più alta trasmissibilità all’ossigeno delle lenti
SH o grazie all’elusione dell’infiammazione, come
evidenzato dalla diminuita iperemia limbare. La
risposta limbare alle lenti a contatto è significativa,
non solo perchè può dare luogo alla formazione di
nuovi vasi sanguigni, ma anche perchè il limbus è
l’unica sorgente di cellule dell’epitelio corneale. Il
danno da ipossia cronica in quest’area può avere
effetti di lungo termine sulla salute della cornea24.
Conclusioni
Le lenti a contatto in silicone idrogel con alta
trasmissibilità all’ossigeno hanno performance
migliori per i segni della salute corneale, comfort e stabilità dell’errore refrattivo nella maggior parte dei casi. Questo studio aggiunge dati
di lungo termine alle conoscenze di cui i portatori possono beneficiare in termini di fisiologia
oculare e sintomi usando questi materiali.
Ringraziamenti
Gli autori ringraziano Chaio-hua Wang per
l’assistenza nell’analisi statistica e lo staff di
CIBA Vision Clinical Trial per aver monitorato e
guidato lo studio.
Bibliografia
1. Keay L, Sweeney DF, Jalbert I, et al. Microcyst response to high
Dk/t silicone hydrogel contact lenses. Optom Vis Sci 2000;77:582-585.
2. Chalmers RL, Dillehay S, Long B, et al. Impact of previous extended and daily wear schedules on signs and symptoms with
high Dk lotrafilcon A lenses. Optom Vis Sci 2005;82:549-554.
3. Papas E, Vajdic CN, Austen R, et al. High-oxygen-transmissibility soft contact lenses do not induce limbal hyperaemia. Curr Eye Res 1997; 16:942-948.
4. Papas E. On the relationship between soft contact lens oxygen transmissibilityand induced limbal hyperaemia. Exp Eye
Res 1998;67:125-131.
5. Papas E. The role of hypoxia in the limbal vascular response
to soft contact lens wear. Eye Contact Lens 2003;29(1S):S72-S74.
6. Dumbleton K, Chalmers RL, Richter DB, et al. Vascular response to extended wear of hydrogel lenses with high and
low oxygen permeability. Optom Vis Sci 2001;78:147-151.
7. Dumbleton KA, Chalmers RL, Richter DB, et al. Changes
in myopic refractive error with nine months’ extended wear
of hydrogel lenses with high and low oxygen transmissibility. Optom Vis Sci 1999;76:845-849.
8. Jalbert I, Stretton S, Naduvilath T, et al. Changes in myopia
with low-Dk hydrogel and high-Dk silicone hydrogel extended wear. Optom Vis Sci 2004;81:591-596.
9. McNally JJ, Chalmers RL, McKenney CD, et al. Risk factors
for corneal infiltrative events with 30 night continuous wear of
silicone hydrogel lenses. Eye Contact Lens 2003;29(1S):S153-S156.
10. Efron N, Morgan PB, Hill EA, et al. The size, location and
clinical severity of corneal infiltrative events associated with
contact lens wear. Optom Vis Sci 2005;82:519-527.
11. Efron N, Morgan PB, Hill EA, et al. Incidence and morbidity of hospital-presenting corneal infiltrative events associated with contact lens wear. Clin Exp Optom 2005;88:232-239.
12. Stern J, Wong R, Naduvilath TJ, et al. Comparison of the performance of 6- or 30-night extended wear schedules with silicone hydrogel lenses over 3 years. Optom Vis Sci 2004;81:398-406.
13. Solomon OD, Freeman MI, Boshnick EL, et al. A
�������������
3-year prospective study of the clinical performance of daily disposable
contact lenses compared with frequent replacement and conventional daily wear contact lenses. CLAO J 1996;22:250-257.
14. Summary of Safety and Effectiveness Data. PureVision (balafilcon A) Soft Contact Lenses - P980006/S004B. Rockville, MD,
U.S. Food and Drug Administration, 2001.
15. Summary of Safety and Effectiveness Data. Focus Night & Day
(lotrafilcon A) Soft Contact Lenses-P010019. Rockville, MD, U.S.
Food and Drug Administration, 2001.
16. Schein OD. Microbial keratitis associated with overnight orthokeratology: What we need to know. Cornea 2005;24:767-769.
17. Saviola JF. The current FDA view on overnight orthokeratology:
How we got here and where we are going. Cornea 2005;24:770-771.
18. Efron N. Grading scales for contact lens complications.
In: Efron N, ed. Contact Lens Complications. Oxford, Butterworth-Heinemann, 2004, pp 239–343.
19. Schein OD, McNally JJ, Katz J, et al. The incidence of microbial keratitis among wearers of a 30-day silicone hydrogel
extended-wear contact lens. Ophthalmology 2005;112:2172-2179.
20. Perez JG, Meijome JM, Jalbert I, et al. Corneal epithelial
thinning profile induced by long-term wear of hydrogel lenses. Cornea 2003; 22:304-307.
21. Patel SV, McLaren JW, Hodge DO, et al. Confocal microscopy in vivo in corneas of long-term contact lens wearers.
Invest Ophthalmol Vis Sci 2002;43:995-1003.
22. Begley CG, Chalmers RL, Mitchell GL, et al. Characterization of ocular surface symptoms from optometric practices
in North America. Cornea 2001;20:610-618.
23. Nichols JJ, Mitchell GL, Nichols KK, et al. The performance of
the Contact Lens Dry Eye Questionnaire (CLDEQ) as a screening
survey for contact lens-related dry eye. Cornea 2002;21:469-475.
24. Fonn D, Bruce AS. A review of the Holden-Mertz criteria for
critical oxygen transmission. Eye Contact Lens 2005;31:247-251.
25. Shoshani Y, Pe’er J, Doviner V, et al. Increased expression
of inflammatory cytokines and matrix metalloproteinases
in pseudophakic corneal edema. Invest Ophthalmol Vis Sci
2005;46:1940–1947.
26. Nomura K, Nakao M, Matsubara K. Subjective symptom
of eye dryness and lifestyle factors with corneal neovascularization in contact lens wearers. Eye Contact Lens 2004;30:95–98.
27. Fonn D, Dumbleton K. Dryness and discomfort with silicone hydrogel contact lenses.
28
2007, vol. IX, n. 2
r u b r i c a
immagini di lac
Fabrizio Zeri
Occhio non vede cuore
non duole!
Una lente a contatto morbida
si conforma pressoché completamente al profilo oculare esterno.
Ciò non permette di sfruttare
l’effetto del menisco lacrimale
per la correzione di un eventuale
astigmatismo corneale come avviene in contattologia rigida.
È solo attraverso l’uso di lenti
a contatto morbide toriche che
incorporano un cilindro nel loro
potere totale, che si può correggere astigmatismi, corneali e
non. L’efficacia della correzione
ottica in questo caso è però legata
al controllo della rotazione delle
lenti che viene garantito dai cosiddetti sistemi di stabilizzazione
(prisma di ballast, stabilizzazione dinamica etc). Una rotazione
indesiderata, anche minima, è
infatti in grado di produrre un
sensibile residuo refrattivo sferocilindrico (sovrarefrazione).
Si prenda ad esempio un
sistema che ha bisogno di una
correzione ottica cilindrica di
-3.00 ax180°. Nel caso in cui la
correzione avvenga attraverso
un cilindro di -3.00 ruotato in
senso orario di 10° ci troveremo
di fronte un residuo refrattivo
di sf+0,52 cil-1,04 ax40°. Per una
rotazione di 20° il residuo salirebbe a sf+1,03 cil-2,05 ax35° e
per 30° si arriverebbe a sf+1,50
cil-3,00 ax30°. In sostanza se una
lente torica ruota di 30° rispetto
al suo asse corretto la sua capacità di correzione dell’astigmatismo diviene nulla: il residuo
sferocilindrico indotto ha un
potere cilindrico esattamente
uguale a quello originalmente
da correggere.
Quando si applica una lac
morbida torica è quindi impor29
2007, vol. IX, n. 2
tante poter monitorare l’eventuale rotazione della lac, cosa che
può essere fatta:
- indirettamente, attraverso la sovrarefrazione sferocilindrica;
- direttamente attraverso i segni di
riferimento presenti sulla lente.
La sovrarefrazione, misurabile oggettivamente o soggettivamente dopo aver applicato una
lac torica morbida, sarà tanto più
alta e produrrà peggiore qualità
visiva tanto più forte è il valore
cilindrico e più ampia è la rotazione (il tetto si raggiunge a 90°
di rotazione dove il cilindro residuo si raddoppia rispetto al
valore originario). Disponendo
del valore di sovrarefrazione e
di quello della correzione sferocilindrica di partenza è possibile
calcolare la rotazione della lente
o, molto più utile clinicamente,
il potere della lente nuova da ordinare e cioè di quella lente che
continuando a ruotare come la
lente provata è in grado di correggere perfettamente il difetto
di partenza (per le formule relative a questi calcoli vettoriali vedi
Calossi, 2000 e Lindsay, 2007).
Per la valutazione diretta della rotazione di una lente torica ci
si affida invece ai segni di riferimento: marcature presenti sulla
superficie della lente che consentono di stimare la rotazione paragonando la loro posizione assunta sull’occhio (osservata) con
quella attesa in cui la posizione
dell’asse del potere è conforme
alla ricetta del paziente.
I segni di riferimento, collocati vicino al bordo, si differenziano
a seconda dei vari brand per:
- forma: linea radiale (Fig. 1),
punto, lettera etc;
- posizione: a ore 3, 5, 6, 6±15°
(Fig. 1), 7, 9 o 12;
Fig. 1
Fig. 2
- numero: possono essere singoli
(in genere a ore 6) o presenti in
coppie in posizioni diverse (a
ore 3 e 9 oppure 6 e 12) oppure
in triplette (per esempio ore 3, 6
e 9 oppure 6±15° o 6±30°);
- modalità di realizzazione (incisione meccanica o laser, stampaggio).
La valutazione dei riferimenti va effettuata quando la
lente si è stabilizzata, senza toccare o sollevare le palpebre (ciò
potrebbe influenzare la rotazione), cercando di non quantificare come rotazione eventuali
spostamenti laterali dei riferimenti legati a decentramenti
r u b r i c a
immagini di lac
Fabrizio Zeri
delle lac. Per quantificare la
rotazione della lente possiamo
ricorrere a 2 metodi principali:
- una valutazione attraverso dei
riferimenti angolari;
- una stima a “occhio”.
Lo strumento più utile per
effettuare questa valutazione è
la lampada a fessura. È possibile allineare la fessura di luce
orientabile, prodotta dallo strumento, al segno di riferimento e
leggere sulla scala angolare che
indica la rotazione della fessura il valore preciso. In Fig. 2 è
illustrato l’esempio di una fessura con cui si procede all’allineamento e in alto la scala angolare su cui è possibile leggere
l’angolo dell’inclinazione. In
questo caso la fessura è disposta esattamene a 90°, se il segno
di riferimento con cui si è allineato è a ore 6 o 12 la rotazione
è nulla.
Per quanto il prima sistema
è certamente molto preciso non
è sempre usato, infatti è molto
più diffusa la stima ad occhio.
Il problema della stima ad occhio è però il possibile errore.
Il paradigma del rod and frame,
molto simile al compito richiesto qui, usato in studi di psicologia della percezione (un soggetto deve stimare la rotazione
di un segmento, rod, inserito
all’interno di una cornice; frame), ha dimostrato come si può
essere soggetti a possibili bias.
Ad esempio esiste un certo effetto del campo esterno (frame)
in grado di influenzare la stima
dell’orientamento del segmento, effetto che risente di una
forte differenza individuale.
È stato dimostrato che il tipo
di segno di riferimento può
leggermente influenzare la stima (Bergenske e
coll, 2003):
- l’accuratezza
nella stima è
migliore
con
i
riferimenti
orizzontali (ore
3 e 9) rispetto a
quelli verticali
(6 e/o 12);
- l’errore con i riferimenti verti- Fig. 3
cali è di leggera
sottostima, con gli orizzontali
di leggera sovrastima.
In genere si è visto che la presenza di più riferimenti, con diverse angolazioni può facilitare
una migliore stima (Bergenske
e coll, 2003; Lindsay, 2007).
Durante un corso ECM sulle
lac toriche (Calossi e Zeri, 2005)
è stato effettuato un piccolo
esperimento sull’accuratezza
della stima ad occhio. I 20 partecipanti tutti ottici con esperienza però piuttosto eterogenea,
hanno valutato la rotazione di
una lac torica con riferimento
a ore 6, giudicata attraverso
un’immagine precedentemente acquisita con un sistema digitale. In Fig. 3 è riportato un
istogramma con la frequenza di
errore tra la stima ad occhio e la
misura della rotazione effettuata con lampada a fessura e scala graduata. Seppure la media
di errore di circa 5° è piuttosto
contenuta, e in linea con quella
di altri studi (Bergenske e coll,
2003), è possibile evidenziare
come per parecchi soggetti si
verificano errori clinicamente
rilevanti (di circa 10°) come dimostrato dai calcoli sopra.
Soprattutto per clinici inesperti quindi, la stima ad occhio dovrebbe essere sempre
accompagnata da valutazione
con lampada a fessura e scala
angolare.
In fondo in fondo comunque l’errore fatto a occhio qualche vantaggio può anche darlo:
non ci rende consapevoli di un
problema di rotazione e quindi
non ci fa preoccupare per una
sua compensazione; secondo il
vecchio adagio che occhio non
vede cuore non duole.
Bibliografia
Bergenske P. e coll. The influence of orientation mark pattern on perceived rotation
toic soft contact Lens. Poster presentato
al: Annual Clinical Conference and Exhibition of British Contact Lens Association.
Brighton-UK, 6-8 June 2003.
Calossi A. Sovrarefrazione e calcolo
vettoriale. LAC 2000; 1:13-16.
Calossi A, Zeri F. Seminario ECM, Provider Ist. Benigno Zaccagnini “La correzione dell’astigmatismo con lenti a contatto”. Rimini 20-21 Novembre 2005.
Lindsay RG. Toric Contact Lens Fitting. In Phillips AJ, Speedwell L. Contact Lenses. Butterworth-Heinemann
Elsevier, 2007.
30
2007, vol. IX, n. 2
r u b r i c a
tips & tricks
Laura Boccardo
Unghie sempre più
lunghe
Da qualche anno è sempre
più diffusa tra le donne la moda
della ricostruzione delle unghie. Cosa fare se una paziente
con unghie sorprendentemente
lunghe si presenta per un’applicazione di lenti a contatto?
Chiediamo di rimuovere le unghie? Le facciamo accorciare? Il
problema è per lo più limitato
alla fase dell’estrazione delle
lenti. Una possibile soluzione
per non scontentare il desiderio di applicare lenti a contatto e mantenere ugualmente le
unghie lunghe, me l’ha fornita
una portatrice. La ragazza, con
unghie sporgenti circa mezzo
centimetro dal polpastrello, effettua il movimento di estrazione (la leggera compressione a
stringere la superficie della lente con il polpastrello dell’indice
e del pollice) non direttamente
sulla lente, ma sulla superficie
esterna della palpebra superiore, a occhio chiuso. Il movimento effettuato sulla palpebra
si trasferisce internamente sulla
lente, che viene compressa e
sollevata dalla superficie, come
accade durante il movimento
diretto. Prima che la lente si riposizioni, è sufficiente a questo
punto decentrare la lente, sempre servendosi della palpebra, e
il gioco è fatto. In questo modo
le unghie vanno in contatto con
la cute della palpebra esterna e
non con la più ben delicata superficie oculare.
Fabrizio Zeri
il trucco è quello di invitarlo a
chiudere quello dominante ed a
fissare lo specchio oppure il dito
che si avvicina con la lente. Solo
in questo modo, l’occhio interessato riprenderà la fissazione
ed il soggetto disporrà di tutto
il diametro corneale per centrare
la lente nel modo più semplice.
Andrea Maiocchi
Quando l’occhio guarda
da un’altra parte
Al contrario del precedente,
questo tip si applica a pazienti
con normale visione binoculare
e quindi, curiosamente, suggerisce il contrario, giungendo
però ad un risultato analogo.
Talvolta, per la tensione,
un paziente alla prima applicazione tende a tenere l’altro
occhio chiuso e, con l’occhio
dove si cerca di applicare la
lente, tende a guardare in giro,
nelle direzioni più disparate,
rendendo difficile la manovra
d’inserimento o di rimozione
della lente, soprattutto se RGP.
In questo caso, può essere
utile chiedergli di aprire l’altro occhio e, con quello, cercare di fissare nella direzione
voluta. Questo suggerimento
sposta l’attenzione del paziente sull’altro occhio e facilita la
manipolazione dell’occhio interessato.
Antonio Calossi
Prendo spunto da una ragazza affetta da sindrome di Duane
che si è presentata nel mio studio per una prima applicazione
di lenti, nella fattispecie gas-permeabili. Nel caso di Diana, era
presente un caratteristico strabismo alternante con difetto in adduzione che le rendeva difficile,
se non impossibile, l’applicazione della lente sull’occhio in quel
momento non in fissazione. In
questi casi, come in tutti quelli
in cui un occhio appare deviato
per strabismo alternante, quando il soggetto deve procedere
con questo tipo di applicazione,
Di nuovo per occhi che
guardano troppo in giro
Avete un piccolo trucco o qualsiasi suggerimento che possa risolvere i
problemi più comuni che si incontrano nella pratica contattologica di tutti
i giorni? Avete piacere di condividerlo
con i colleghi?
Inviate i vostri Tips&Tricks alla redazione di LAC.
31
2007, vol. IX, n. 2
r u b r i c a
in libreria
Laura Boccardo
Optometry A-Z
Nathan Efron
Butterworth-Heinemann, Elsevier,
2007
Copertina rigida, 414 pagine, 283
immagini a colori
Lingua inglese
Perché recensire un libro
di optometria su una rivista
di lenti a contatto? Prima di
tutto perché chi si occupa in
modo preponderante di lenti a
contatto non può, in ogni caso,
prescindere da una conoscenza
diffusa delle materie optometriche. Poi, perché questo libro è curato da Nathan Efron,
esperto riconosciuto a livello
mondiale, educatore e autore
di numerose pubblicazioni nel
campo della contattologia.
Il testo è un dizionario illustrato che affronta tutti gli
aspetti dell’optometria e include: l’anatomia e fisiologia
dell’occhio, la refrazione, la
visione binoculare, la visione
dei colori, l’ipovisione, la campimetria, le lenti a contatto e
quelle per occhiali, l’ottica geometrica e fisica, la patologia e
le terapie oculari, una rassegna
delle associazioni scientifiche e
alcuni aspetti legislativi.
Come il titolo stesso fa facilmente intuire, “Optometry
A-Z” ha una struttura enciclopedica, in cui ogni voce è elencata in ordine alfabetico. Pur
contenendo centinaia di definizioni, rispetto ad altri dizionari
di optometria di peso analogo,
“Optometry A-Z” offre meno
voci, ma ad ognuna viene dedicato uno spazio più ampio.
Non è un testo pensato per
essere letto dall’inizio alla fine,
ma piuttosto per essere consultato quando si cercano informazioni su un argomento
specifico. Opportuni rimandi
permettono di trovare velocemente le voci correlate fra loro,
ma lo studio di argomenti vasti rimane comunque piuttosto
dispersivo. Per esempio, per
studiare la refrazione, un lettore sarebbe costretto a saltare
da una pagina all’altra per rintracciare tutte le quindici voci
correlate, mentre il sistema
alfabetico funziona benissimo
quando si cerca la spiegazione
di un singolo test.
Degno di nota è il ricco contributo in tabelle, foto, grafici e
disegni schematici, che comprende anche le note grading
scales sviluppate da Nathan
Efron per la contattologia. La
veste grafica ben curata ed il linguaggio semplice ne fanno un
testo piacevole da consultare.
Sicuramente la realizzazione di un libro con questa impostazione impone al curatore
una dolorosa selezione degli
argomenti da trattare: l’impressione è che prevalgano gli
aspetti dell’optometria più le-
gati alle lenti a contatto, rispetto ad altre specializzazioni. Per
esempio, inerente alla parola
“sport” troviamo solo “Sport,
contact lenses for”, senza invece alcun riferimento a tecniche
specificatamente optometriche
o di allenamento visivo.
In conclusione, si può sostenere che “Optometry A-Z” non
può essere il vostro solo testo
di riferimento, ma di certo può
togliervi rapidamente da qualche imbarazzo anche durante
la più indaffarata sessione di
lavoro.
www.elsevierhealth.com/optometry
32
2007, vol. IX, n. 2
Fly UP