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FORESTALE/Sicurezza agroalimentare
Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 28 FORESTALE / Sicurezza agroalimentare PRIMA CHE I VELENI arrivino sulle nostre tavole A caccia dei predoni di vongole nell’Alto Adriatico di Paolo Caramalli mattina quando i Forestali del Posto Fisso di Casalborsetti e del Comando Stazione di Ravenna, appostati dalle prime ore della notte precedente, piombano sui predoni che stanno razziando il Torrente Lamone della sua preziosa fauna di molluschi bivalvi: vongole filippine molto apprezzate sul mercato dei prodotti ittici. E sul fatto che questi piccoli organismi siano preziosi sono tutti d’accordo. Per i Forestali, però, il valore che posseggono è di tipo ecolo- È gico-ambientale e in termini di biodiversità. Per i predoni, invece, il loro valore è meramente finanziario: un vero e proprio oro blu destinato alle tavole degli italiani. Per questo motivo non esitano a prelevarli dai loro habitat anche dove e quando non potrebbero farlo. “È un fenomeno che interessa le foci dei torrenti dell’Alto Adriatico da molto tempo, ma non è semplice sorprendere i responsabili in flagranza”, affermano il Vice Ispettore Emanuele Battani e l’Assistente Capo Raimondo Guberti, veterani nella repressione di queste attività illecite che viaggiano spedite sulla direttrice Romagna-Veneto. Bracconieri di mare I “bracconieri di vongole” hanno elaborato diversi metodi per raccogliere il prodotto: si va dai sistemi tradizionali, come la raccolta manuale o attraverso l’impiego di grossi rastrelli a mano lunghi anche due metri (localmente dette “rasche”, fino ai metodi più sofisticati, come la rasca a pompa o idrorasca (rasca munita di pompa idraulica), e la rasca a motore o motorasca (idrorasca montata su di un’imbarcazione). Le azioni di polizia poste in essere dai Forestali sono estremamente complesse e l’intervento operativo conclusivo giunge a finalizzare una delicata fase info-investigativa preliminare durante la quale ogni informazione viene attentamente soppesata e sottoposta ad una accurata valutazione. Per fare questo è necessario adottare strumenti operativi e investigativi incisivi come fonti confidenziali, auto civetta, osservazione-controllo-pedinamento; non mancano anche inseguimenti in auto per fermare i predoni, che spesso arrivano da fuori Romagna. Attività impegnative che vedono il Corpo fore28 - Il Forestale n. 73 Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 29 Cosa sono le vongole? stale dello Stato in prima linea con il coinvolgimento attivo di più strutture e, quando occorre, anche la collaborazione di altre amministrazioni di polizia statali e locali. Un coordinamento delle forze in campo che talvolta può sembrare faticoso ma che spesso risulta indispensabile soprattutto quando nel corso della medesima nottata si devono fermare numerosi gruppi di vongolari abusivi. Oltre a quelli tecnici e di polizia giudiziaria, emergono anche importanti aspetti sociali. Non di rado i soggetti sanzionati presentano un profilo criminale ricco di precedenti penali anche gravi che vanno oltre gli illeciti itticovenatori o di sicurezza alimentare. Ricevere minacce esplicite e promesse di gravissime lesioni personali diventa prassi comune anche nel civilissimo Nord-Est del Paese. Ma esiste una nuova frontiera che alcuni di questi malviventi hanno deciso di superare: non contenti di sconvolgere i delicati equilibri degli ambienti naturali razziandoli di vongole, hanno deciso di aggredire anche quegli ecosistemi acquatici così inquinati da esservi vietata la pesca a causa dell’elevata concentrazione di agenti nocivi: i molluschi raccolti rappresentano dei veleni pronti per essere serviti sulle tavole degli italiani. Per tutti questi motivi il contrasto operato dai Forestali è risoluto e senza pause. Dal 2010 nella sola Provincia di Ravenna sono state deferite 81 persone all’Autorità Giudiziaria, accertate 192 violazioni amministrative, ed eseguiti 199 sequestri per un totale di quasi 8 tonnellate di vongole sottratte ai traffici illegali, oltre a imbarcazioni, autovetture, ciclomotori, idrorasche, fuoribordo, mute da sub…. Una montagna di alimenti non sottoposti ad alcun controllo igienico-sanitario pronti a essere immessi abusivamente sul mercato e a invadere le tavole degli ignari consumatori italiani. “La nostra azione – afferma Giovanni Naccarato, Comandante Provinciale del Corpo forestale dello Stato di Ravenna – vuole essere sempre più diffusa e incisiva, per contrastare nel miglior modo possibile questi pericolosi crimini ambientali che riverberano i loro effetti anche sulla sicurezza alimentare dei cittadini. La tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare, sono fra gli obiettivi primari del Corpo forestale dello Stato”. ongola (dal latino conchula, conchiglia) è il nome comune attribuito a numerose specie di molluschi appartenenti alla classe dei bivalvi, famiglia Veneridae. Si tratta quindi di invertebrati dal corpo molle (molluschi) racchiusi in una conchiglia con due valve a forma di ventaglio (bi-valvi) il cui asse maggiore misura a maturità 3-5 (8) cm. Allo stato naturale vivono aggregate in grossi banchi sepolti a 15-20 cm di profondità sotto fondali sabbiosi o limacciosi di corpi idrici periodicamente soggetti a maree. Come tutti gli acquatici, le vongole sono poste al termine della catena alimentare e quindi assorbono le sostanze già incamerate dagli organismi che stanno a monte. Essendo dei filtratori, inoltre, trattengono anche le sostanze presenti nelle acque che attraversano le proprie branchie: nel caso di acquiferi inquinati il rischio di contaminazione da sostanze tossiche si fa decisamente elevato. L’allevamento industriale (venericoltura) interessa principalmente la Vongola verace (Ruditapes decussatus L.) e la Vongola verace filippina (Tapes semidecussatus Reeve) che costituiscono uno dei comparti produttivi dell’acquacoltura, in Italia concentrato soprattutto nell'Alto Adriatico: lagune del Delta del Po’, di Venezia e di Merano. Il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per la quantità di prodotto, tradizionalmente commercializzato ancora vivo. Proprio una vongola dell’età di oltre 400 anni è l’animale più vecchio del mondo. Scoperta alcuni anni fa al largo delle coste islandesi, è stata ribattezzata Ming in onore della dinastia cinese imperante all’epoca della sua nascita. V Il Forestale n. 73 - 29