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le fiabe nell`era moderna
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I.C.” Mahatma Gandhi” - Roma
Anno Scolastico 2013/14
Ringrazio i miei alunni della I D
per l’impegno, la creatività e la voglia
che hanno dimostrato nel mettersi alla prova
in questo progetto di fiabe. Bravi!
Ringrazio la maestra Giuliana Cimino e
le due quinte A e B
della scuola elementare “Paolo Rossi”
per la realizzazione dei tanti disegni con cui
hanno arricchito
il lavoro dei bambini più grandi
in questo libro di fiabe.
Prof.ssa Loredana Picciolo
Il disegno sulla copertina è
di Laura V A
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LE FIABE NELL’ERA MODERNA
- Biancaneve
di L. Andolfi
- Cenerentola
di E. Bielli
- Pollicino
di G. Croci
- Cappuccetto Rosso di M. Cinti
- Cenerentola
di R.Masone
- Cappuccetto Rosso rap di S.Menegat
- Biancaneve 2013 di M. Vastante
- Cenerentola
di L. Leonetti
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LE FIABE INVENTATE
- Il vestito del nano di L. Andolfi
- Il ragazzo coraggioso di F. Falla
- Il segreto del castello di L. Forsinetti
- Il drago a Borcking di D. Visciglio
- La nuvola verde
di S.Bertocci
- Il drago e il contadino di M. Vastante
- La pesciolina d’argento di S. Moretti
- Il contadino e il vecchio di F. Pulcinelli
MISCELLANEA DI FIABE
- Pinocchio e .. di F.Falla
- Alice e Biancaneve di E. Bielli
- I lupi delle fiabe di L. Forsinetti
- Cappuccetto Rosso e..di M. Vastante
- Il cielo di fiabe
di G. Fatuzzo
- Cappuccetto e… di A. Brandimarte
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IL SEGUITO NELLE FIABE
- …di Biancaneve di F. Di Domenica
- …di Cenerentola di E. Bielli
- …di Pollicino di M. Vastante
- …di Hansel e Gretel di D. Visciglio
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UN ALTRO PUNTO DI VISTA NELLE FIABE
- Genoveffa ,la sorellastra di L. Rumori pag.
- La strega di Hansel e Gretel
di E. Bielli
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- Il lupo dei tre porcellini di S. Giua
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- Il lupo di Cappuccetto Rosso
di F. Cucchiella
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- La matrigna di Cenerentola
di G. Ricotta
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- La matrigna di Cenerentola
di F. Catena
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- La strega di Hansel e Gretel
di F. Bertelli
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- La nonna di Cappuccetto Rosso
di L.Leonetti
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- La matrigna di Cenerentola
di A. Ronga
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- Edgar, il maggiordomo degli aristogatti
di L. Forsinetti
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LE FIABE NELL’ERA MODERNA
FEDERICA V A
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BIANCANEVE NELL’ERA MODERNA
C’era una volta una donna che sposò un re con una bambina
bellissima. La matrigna aveva un’applicazione sul suo i-Phone : ogni
volta che faceva una domanda, quello rispondeva sinceramente. La
matrigna faceva sempre la stessa domanda:’’I-Phone, i-Phone delle
mie brame chi è la più bella di tutto il reame?’’ E l’applicazione
rispondeva con voce quasi stanca : “ Sei tu la più bella di tutto il
reame o mia regina’’. A volte però il cellulare non prendeva e quindi
la matrigna doveva affacciarsi alla finestra del suo grattacielo.
Quando parlava,però, tutti quelli che passavano di lì, la prendevano
per matta. Intanto Biancaneve cresceva e diventava sempre più
bella. Un giorno la matrigna fece la solita domanda all’ i-Phone ma
quello rispose:’’ Eri tu la più bella o mia regina, ma ora è
Biancaneve’’. A quella risposta la matrigna andò su tutte le furie e
chiese ad un suo amico malfattore di uccidere Biancaneve. Quando
l’uomo vide Biancaneve non riuscì a fare quanto gli era stato
ordinato e consigliò alla ragazza di scappare per le vie della città.
L’uomo tornò dalla matrigna e le disse di aver ucciso Biancaneve. La
ragazza, intanto in fuga, era arrivata davanti ad una villa enorme di
lusso e super tecnologica con la porta aperta. Allora decise di
entrare: c'era di tutto ed ogni cosa era super tecnologica. Volle
subito darsi da fare: si mise a lavare il pavimento con il roto-mop e
a pulire i vetri con il vetril. Notò una cosa: tutto in quella casa era
più piccolo del normale. Arrivò alla camera da letto e lì trovò sette
lettini, li mise tutti vicini e pensò che era meglio farsi una dormita.
Quando i sette nanetti proprietari di casa tornarono dalla fabbrica e
la videro sui lettini,la svegliarono e,dopo che lei ebbe raccontato la
sua storia, la lasciarono stare in casa ma ad una condizione: doveva
tenere la villetta in ordine e pulita. Intanto la matrigna scoprì che
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Biancaneve era viva e quindi pensò di scaricare sul suo telefono un'
applicazione che permetteva di modificare la voce. Si sarebbe
travestita da vecchietta per dare una mela avvelenata. Biancaneve
sarebbe morta e l’avrebbe svegliata solo il bacio del vero amore. Il
piano della matrigna funzionò. I sette nani, addolorati, la misero in
una bara trasparente. Un giorno un Principe passò di lì. Al suo bacio
Biancaneve si risvegliò. I due allora scapparono con la moto del
principe e vissero per sempre felici e contenti.
LAURA ANDOLFI
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ELISABETTA V A
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CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA
C'era una volta una bellissima ragazza di nome Cenerentola che
viveva con la sua matrigna e le due sue sorellastre. Cenerentola
faceva le pulizie nella loro casa ma anche se doveva fare la
lavapiatti teneva molto al suo aspetto fisico: ogni giorno si alzava
prestissimo, faceva jogging, poi doccia, piastra ai capelli e iniziava la
giornata. Mentre spazzava, dato che la casa era piena di specchi,
passava gran parte del tempo davanti a questi, spostandosi i capelli
da una parte all’altra e facendo smorfie strane con la bocca. Come
potete vedere,Cenerentola era un po’ vanitosa e se la matrigna la
beccava, tornava subito sull'attenti, come se non fosse successo
niente. A fine giornata, stanca e insonnolita, si recava nel suo bel
bagnetto, con il telefono in mano, si sedeva sullo sgabellino e
metteva i piedi in una bacinella con petali di rosa, cosicché fossero
profumati morbidi e curati, pronti per infilarsi sotto le coperte. Un
giorno arrivò una email alla matrigna che diceva: “Tutte le ragazze
dai 20 anni ai 25 sono invitate al ballo del Conte Azzurro che cerca
moglie”. La perfida chiamò le sue figlie e disse loro di farsi belle e di
ordinare su internet un nuovo vestito da ballo. Cenerentola, che
aveva intercettato l'email, si procurò un vestito da sogno turchese
di pizzo con scarpette di cristallo. Si fece prestare da un suo lontano
amico la limousine e, quando la matrigna uscì di casa, pronta
all'attacco si fece più bella che mai. Giunta al ballo vide delle
ragazze sconcertatamente brutte e capì che aveva campo libero. Poi
aguzzò la vista e notò le due leccapiedi delle sorellastre appiccicate
al principe; allora furiosa partì,senza indugio, alla conquista
e,mentre camminava, vide venire incontro a lei il principe che la
invitò a ballare. Dopo quella magica serata Cenerentola visse per
sempre felice e contenta nella reggia del principe.
ELISA BIELLI
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POLLICINO NELL’ERA MODERNA
In una villa abitavano marito e moglie che sognavano da tempo di
avere un figlio e,dopo lunga attesa, nacque. I due lo chiamarono
Pollicino, perché era di struttura esile. Dopo anni di vita trascorsa
accudendo il figlio, i genitori si resero conto che era diventato molto
difficile andare avanti, perché le tasse aumentavano sempre di più:
c’erano le bollette da pagare, l’IMU, l’ICI, l’AMA e la spesa da fare.
Non riuscendo ad arrivare a fine mese con quei pochi soldi, i
genitori decisero di abbandonare il figlio in città, così che lui non
sarebbe più tornato da loro. La mattina seguente si recarono nel
grande centro commerciale della città e lo seminarono. Il
bambino,però, aveva portato con sé il suo “IPHONE 5” con il GPS
che era stata una spesa folle che i genitori avevano fatto per lui. Fu
così che lo usò per ritrovare furbescamente la strada di casa.
Quando se lo ritrovarono davanti, i suoi genitori decisero,
nuovamente, imperterriti di sbarazzarsi del figlio. Questa volta non
si dimenticarono , però, di togliergli il cellulare. Il bambino,
ritrovandosi da solo nelle strade di Parigi, con soli due euro in tasca,
fu attratto da una slot machine in un bar. Giocò: una volta, due
volte, tre volte, alla quarta…eccola la combinazione vincente! Il
bambino, con il suo bottino, nonostante l’abbandono, ripensò ai
genitori e decise di tornare a casa e di godere con loro la sua
vincita.
GABRIELE CROCI
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ELISA
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CAPPUCCETTO ROSSO NELL’ERA MODERNA
Un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso chiese alla figlia di
portare alla nonna un cesto di dolci, in cui mise una torta e
dell’acqua . Tutte quelle delizie non erano solo per la nonna ma
anche per Cappuccetto Rosso. La nonna abitava a un Km da casa
sua e per arrivarci si doveva passare attraverso i giardini pubblici.
Dopo un'ora partì a piedi. Mentre attraversava i giardini pubblici, la
bambina ascoltava musica dalle cuffie verdi, infilate sulla sua
testolina. Aveva al polso un orologio "Rolex" e le mitiche "Blazar" ai
piedi,per le quali aveva dovuto aspettare una stagione. Mentre
camminava, incontrò un lupo che adocchiò subito il suo prezioso
orologio e le domandò: "Dove vai piccola bambina?" . Lei gli rispose:
"Vado a portare i dolci alla mia nonnina". Allora il lupo le chiese
dove stava la casa della nonna e lei gli rispose che si trovava a 300
mt da lì.Cappuccetto Rosso continuò a camminare , immersa nella
musica, con un rumore assordante alle orecchie, ma non prestò
attenzione al percorso e finì in una via sconosciuta. Per fortuna
aveva il telefono "I Phone", così attivò il "GPS" e procedette
tranquilla. Intanto il lupo stava studiando un piano perché voleva
per sé quello splendido orologio che aveva visto al polso di
Cappuccetto Rosso. Decise, perciò, di prendere in ostaggio la nonna
e chiedere come riscatto proprio il "Rolex". Il lupo si mise a correre
per arrivare prima a casa della nonna e ci riuscì. Una volta arrivato,
legò le mani, mise un bavaglio alla bocca della nonna e aspettò
pazientemente Cappuccetto Rosso.
Dopo dieci minuti lei arrivò, aprì la porta e trovò con sua grande
sorpresa davanti a sé il lupo che aveva incontrato poco prima. Lui
le disse con tono deciso: "Dammi il tuo Rolex o uccido tua nonna".
Cappuccetto Rosso non ci pensò due volte e gli diede il Rolex.
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Mentre il lupo godeva di aver preso l'orologio, passò una guardia
forestale che lo vide e gli sparò tre colpi in testa. Cappuccetto Rosso
perciò si poté riprendere il suo Rolex, diede i dolci alla nonna e
insieme a lei si gustò la cremosa torta che aveva portato nel suo
cestino.
MANUEL CINTI
CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA
C’era una volta una bambina di nome Cenerentola. Aveva ormai 19
anni e voleva andare all’Università per diventare medico ma la sua
matrigna non aveva nessuna intenzione di mandarla alla Facoltà di
Medicina. “A cosa ti serve studiare, se devi fare le faccende di
casa?”, le diceva. Quindi Cenerentola decise di scappare di casa e ci
riuscì. Sarebbe andata a studiare in una città lontana, Roma, perché
lì c’erano molti monumenti da vedere. Il giorno dopo, Cenerentola
era a Roma. Visto che il ricco padre le aveva lasciato in eredità un
bel gruzzoletto, affittò una villetta e, siccome, non aveva più voglia
di fare le pulizie, comprò l’ultima generazione di aspirapolvere,
programmata per spostarsi e aspirare la sporcizia da sola; per
asciugare i panni, un’asciugatrice che asciuga e per giunta poi li
stira; infine, per lavare piatti e pentole, una lavastoviglie. Il primo dì
d’Università, nella sua classe, conobbe un ragazzo molto bello e
simpatico. Dopo tre lezioni, i due si scambiarono i numeri di
telefono. Si chiamarono nel pomeriggio e decisero che il sabato
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seguente sarebbero andati a prendere un gelato. Il loro primo
appuntamento andò benissimo: già si davano i baci sulla guancia.
Da quel momento furono sempre insieme e, quando non potevano
vedersi, si scambiavano messaggi lunghissimi su whatsapp. Fu
Cenerentola a prendere il coraggio per prima e un giorno, mentre
chattavano, scrisse: “Ci fidanziamo? ” Lui, che si chiamava
Pasquale, accettò. Quattro anni dopo, entrambi si laurearono col
massimo dei voti. Cenerentola, quindi, coronò il suo sogno di
diventare medico e non solo, scoprì anche di voler formare una
famiglia con Pasquale, con cui l’anno dopo si sposò. Per il resto
della loro vita, vissero felici e contenti insieme ai figli che erano nati
e svolgendo la loro professione con enorme piacere.
RAUL MASONE
VERONICA V A
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CAPPUCCETTO ROSSO Rap NELL’ERA MODERNA
C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che si
vestiva tutta di rosso, stile rapper. Mentre attraversava il bosco per
andare dalla nonna a portarle da mangiare, incontrò un lupo molto
esibizionista con un cappello Dolce e Gabbana, un orologio Rolex
tutto d’oro e con un anello d’argento. Le disse:”Dove vai cara
bambina?:” La bambina gli rispose:”Vado da mia nonna a portarle
da mangiare perché lei è molto anziana e con l’aiuto del GPS
arriverò presto da lei” . Si salutarono e Cappuccetto continuò il suo
tragitto. Il lupo conosceva una scorciatoia per arrivare dalla nonna
di Cappuccetto Rosso, quindi partì, per giungervi prima di lei.
Appena il lupo fu davanti la casa della nonna di Cappuccetto Rosso
suonò il citofono. Dopo alcuni secondi ,un grande cancello elettrico
si aprì, lui entrò e suonò al campanello. La nonna aprì e il lupo ,
indovinate un po’: se la mangiò in un sol boccone, indossò i suoi
vestiti e si mise nel suo letto. Cappuccetto Rosso, arrivò a casa della
nonna, suonò al campanello ed il lupo con voce stridula,
disse:”Entra pure, nipotina mia, è aperto!”. Appena Cappuccetto
Rosso vide la nonna, che in realtà era il lupo, disse:”Che occhi
grandi che hai!”. Il lupo rispose:”Cara, sono per guardarti meglio”.
Cappuccetto Rosso replicò:”Nonnina, che orecchie grandi hai!”
“Sono per ascoltarti meglio, bambina mia!”;”Che naso grande
hai!”;”E’ per sentire meglio il tuo dolce profumo”;”Che bocca
grande hai!”; ”Si! Per mangiarti meglio!”e la mangiò. Il lupo , sazio,
si addormentò. Un cacciatore, passava di lì, vedendo la casa della
nonna aperta, entrò e vide il lupo cattivo, addormentato nel letto
della nonna con indosso i suoi vestiti ed una pancia enorme.
Cappuccetto Rosso e la nonna non erano in casa, quindi, con il suo
coltello laser, decise di tagliare la pancia del lupo e ne tirò fuori sia
la nonna che Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso, da quel
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giorno, capì che, non doveva fidarsi degli sconosciuti. Intanto il
cacciatore, seppellito il lupo, aveva pensato bene di sfilargli il Rolex
e l’anello d’oro. Perché lasciarli sotto terra?
SIMONE MENEGAT
LIVIA V B
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BIANCANEVE 2013 NELL’ERA MODERNA
In un piccolo paese sul lago di Como, viveva una ragazza di nome
Biancaneve, figlia di un ricco industriale. La madre di Biancaneve
era morta in un incidente stradale, quando lei aveva cinque anni, ed
il padre si era risposato da poco con una giovane e bellissima
ragazza, poco più grande di Biancaneve. La matrigna, che era una
persona molto cattiva, oltre ad essere gelosa della bellezza di
Biancaneve, mirava ad ereditare tutte le proprietà del marito. Per
questo motivo stava pensando un modo per uccidere Biancaneve.
Un giorno preparò una strana bevanda e andò a trovare, in gran
segreto, un’amica di Biancaneve. La matrigna le chiese di dare da
bere a Biancaneve quella bevanda ed in cambio le avrebbe regalato
dei vestiti firmati e un I-Phone. L’amica di Biancaneve, che non era
ricca, si lasciò tentare ed accettò la proposta della matrigna.
Telefonò a Biancaneve e la invitò a casa sua a fare due chiacchiere.
Quando Biancaneve arrivò a casa dell’amica, trovò sul tavolino un
vassoio con due bicchieri e dei pasticcini. Le due iniziarono subito a
chiacchierare ma, presto, l’amica si rese conto che non poteva
tradire Biancaneve e scoppiò a piangere. Tra le lacrime raccontò
che la matrigna voleva ucciderla. Biancaneve rimase sconvolta e
capì che doveva scappare via da casa, altrimenti sarebbe stata in
pericolo. Partì subito e andò in un paesino arroccato sulle Alpi, dove
qualche anno prima era stata in vacanza. Si ricordò di una piccola
baita in mezzo al bosco e la raggiunse, sperando di trovare un
rifugio. La porta era aperta, ma in casa non c’era nessuno.
Biancaneve notò subito che vi era un gran disordine e si mise a
ripulire le stanze. Quando giunse in camera da letto, era talmente
tanto stanca che si addormentò profondamente. Dopo un po’, sette
boscaioli che abitavano nella baita, rientravano dal lavoro nei
boschi e restarono molto stupiti dal trovare tutto in ordine.
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Andarono a controllare nelle altre stanze e, infine, trovarono
Biancaneve che dormiva. La svegliarono delicatamente e le chiesero
chi fosse. Biancaneve raccontò la sua storia ai boscaioli che,
commossi, le offrirono ospitalità. La matrigna, però, non si era
rassegnata all’idea che fosse ancora viva e decise di cercarla.
Ingaggiò un investigatore privato che, in poche settimane, rintracciò
il rifugio di Biancaneve e lo rivelò alla matrigna. Questa volta la
matrigna decise di andare personalmente ad uccidere Biancaneve e
preparò una torta al cioccolato, il dolce preferito di Biancaneve, con
dentro il veleno. Partì ,quindi, con il suo fuoristrada e, arrivata
davanti alla baita dove abitava Biancaneve, suonò il campanello.
Quando Biancaneve aprì la porta fu molto stupita di trovarsi di
fronte la matrigna, ma questa la implorò di perdonarla per il suo
comportamento, dicendole che si era pentita e offrendole una torta
in segno di pace. Biancaneve, che era una ragazza molto buona,
accettò il dolce ma non appena diede il primo morso, cominciò a
sentirsi male e cadde a terra svenuta. Uno dei boscaioli, che era nei
paraggi, aveva assistito a tutta la scena. Chiamò immediatamente
un’ambulanza e i Carabinieri che arrivarono subito sul posto.
Mentre i Carabinieri inseguivano la matrigna per arrestarla,
dall’ambulanza scese un medico bellissimo che, non appena vide
Biancaneve, se ne innamorò. Si adoperò subito per soccorrerla.
Dopo un po’ Biancaneve si riprese ed anche lei rimase colpita dalla
bellezza del medico. I boscaioli capirono subito che Biancaneve
ormai non correva alcun pericolo perché aveva trovato chi
l’avrebbe protetta per sempre.
MATTEO VASTANTE
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ELENA V B
CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA
C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola. Era bella,
simpatica ma a volte un po’ testarda. Un giorno, mentre era su
Whatsapp, seppe da una sua amica che un ragazzo molto attraente
dava una festa in discoteca. Lei ci voleva andare. La madre avrebbe
fatto sicuramente storie a mandarla ma tentar non nuoceva. La
prima cosa da fare era comprarsi un bel vestito. Cenerentola pensò,
dunque, di andare a fare shopping. Trovò un negozio che subito la
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interessò. Aveva le vetrine decorate con dei divertenti fiocchetti
rosa e, poi, si intravedevano all’interno vestiti bellissimi. Appena
entrata, incontrò alla cassa un’anziana signora che, pur essendo un
po’ cicciottella, sapeva tessere in pochi minuti qualsiasi cosa:
sciarpe, magliette, abiti, pantaloni… La vecchietta disse: - Salve!
Cerca qualcosa? Veramente sì! -rispose. Sto cercando un vestito
per andare ad una festa in discoteca. La vecchietta capì subito che
era un’emergenza, così disse: “E’ veramente un onore per me avere
una ragazza così attraente nel mio negozio. Ho perciò deciso di
tessere un vestito appositamente per te”. Cenerentola a queste
parole arrossì. La vecchietta tessé così in 5 minuti un abito che
lasciò Cenerentola senza parole: era color turchese, lungo e con un
meraviglioso pizzo. La ragazza la ringraziò molto e proprio quando
stava per andarsene, fu fermata dalla vecchietta. L’avvisò che
l’abito avrebbe potuto scucirsi improvvisamente e che perciò
doveva stare attenta: se avesse visto un filo di cucitura penzolare,
doveva darsela a gambe. Si scambiarono il numero di telefono così
che Cenerentola non l’avrebbe dimenticato. A casa Cenerentola si
mise a chattare con l’amica che le aveva detto della festa. Le
scrisse: Confermo la mia presenza alla festa. Vestito pronto! Per una
volta la casa potrà anche pulirla mia madre. Non credi? Arrivò il
giorno del ballo e Cenerentola andò in garage per prendere la FIAT
del padre e così, senza alcun indugio, salì a bordo e si avviò.
Arrivata a destinazione, pensò subito che quella era una festa
qualunque perché da fuori, era veramente orribile. Ma appena
entrata, si accorse che era un posto veramente alla moda! Subito si
diresse dal ragazzo attraente e si misero a ballare come matti, senza
nemmeno presentarsi. Ad un certo punto della festa, le squillò il
cellulare: era la vecchietta che le ricordava la storia del filo. Lei
attaccò e si rimise a ballare, perché non avrebbe lasciato alle altre il
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ragazzo più carino della festa! Balla e balla, Cenerentola si accorse
che già si era scucita tutta la gonna. Noooo! Si diede subito alla
fuga, ma nella sua corsa perse un orecchino. Il ragazzo cercò di
fermarla,ma era troppo tardi: lei era saltata dentro la sua FIAT e
sfrecciava per le strade, dirigendosi verso casa. Vide il suo
bellissimo vestito scomparire piano piano e sì consolò a casa con il
calore del suo morbido pigiama. Disperata e delusa, era
sprofondata sul divano in salotto, quando fu scossa dal suono del
campanello. Chi è? Aperta la porta, si trovò davanti il ragazzo
attraente della festa con in mano l’orecchino che aveva perso. Il
ragazzo le spiegò che l’aveva seguita e che aveva faticato molto a
starle dietro con sua auto. Le ridiede l’orecchino,si presentarono . E
poi? Quello che tutti si aspettano: si sposarono e vissero per
sempre felici e contenti.
LUCREZIA LEONETTI
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LE FIABE INVENTATE
SIMONA LATTANZI
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IL VESTITO DEL NANO
C’era una volta un re che ormai era un po’ in là con gli anni. Aveva
un figlio bellissimo che aveva raggiunto l’età giusta per sposarsi e
diventare re. Peccato che il principe non voleva assumersi
responsabilità troppo grandi né tantomeno governare al posto del
padre. Un giorno, il re disse al figlio che doveva assolutamente
trovare moglie per diventare il nuovo re. Allora il principe si mise a
cavallo e, dopo lunghe ore di cammino, giunse in un bosco. Fu lì,
che sentì la voce bellissima di una ragazza che cantava. Decise di
seguire quella voce melodiosa. Arrivò dalla ragazza e si nascose
dietro un cespuglio per non spaventarla. Appena vide quella
bellissima ragazza che cantava e tesseva, se ne innamorò subito.
Non sapeva cosa fare e pensava:’’Se esco potrei spaventarla, ma
non posso certo rimanere qui per tutta la vita’’. Allora uscì e, dopo
essersi presentato alla fanciulla, le chiese di sposarlo. La ragazza si
innamorò, anche lei, a prima vista, di quel giovane intraprendente e
affascinante, ma gli spiegò che sarebbe stata per sempre schiava di
un nano dei boschi, se con un vestito magico non fosse riuscita a
farlo ritornare alto e bello. Il principe allora chiese a un piccione
viaggiatore di portare un biglietto al re, con il quale chiedeva aiuto
al padre. Il re, felice che il figlio avesse trovato la sua sposa, mandò
subito dal castello una fatina per aiutare il principe. La ragazza,ago
e filo, si mise subito al lavoro. Quando ebbe finito di tessere il
vestito, la fatina lo rese magico. La giovane portò il vestito al nano
che diventò di nuovo alto e bello come un tempo. Ora la ragazza era
libera e poteva sposare il principe.
LAURA ANDOLFI
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IL RAGAZZO CORAGGIOSO
C’era una volta un bambino che aveva perso i genitori e viveva nell’
orfanotrofio, ai piedi del castello del regno. Il suo sogno era di
diventare un principe, ma la sua istitutrice era una strega e non gli
permetteva di dire la sua. Le sue opinioni non contavano. In più, lo
utilizzava come servo, facendogli pulire ogni giorno, le grandi sale
dell’orfanotrofio, fino allo sfinimento. Il ragazzo, ormai cresciuto,
portava anche in inverno un paio di pantaloncini corti e una
canottiera. Aveva un cappello da cacciatore, che era appartenuto al
padre e da cui non si separava mai, neanche la notte. Un giorno la
strega gli ordinò di andare a prendere della legna nel bosco. Il
ragazzo ci andò e iniziò a spaccare legna con la sua ascia. Era
immerso nel silenzio del bosco, quando sentì una presenza dietro di
lui. Era un vecchio misterioso e incappucciato. Gli disse di aver
conosciuto un tempo suo padre, che gli aveva salvato la vita. Si
sentiva, perciò in debito, e avrebbe fatto qualsiasi cosa il ragazzo
avesse chiesto, in memoria di un grande uomo, a cui doveva la vita.
Il ragazzo se ne tornò al castello, rimuginando su quanto quel
vecchio gli aveva detto. Giunto alle porte dell’orfanotrofio, venne a
sapere che un orco aveva rapito la principessa e si era impossessato
del castello. Il ragazzo aveva visto tante volte quella principessa
gentile venire a trovare i bimbi dell’orfanotrofio. Con il cuore gonfio
d’amore per lei, doveva assolutamente salvarla. Andò a cercare il
misterioso mago,incontrato nel bosco che intrattenne la strega con
alcune delle sue magie, mentre lui, animato da tanto coraggio e
dall’amore per la principessa,scappava con la sua spada verso il
castello. Si trovò così faccia a faccia con l’ orco. Fu un
combattimento all’ ultimo sangue. L’ orco alla fine scaraventò il
ragazzo e lo disarmò ma, mentre stava per uccidere il ragazzo,
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giunse il mago che intrappolò l’orco in una gabbia. La principessa
era salva. Il ragazzo coraggioso così sposò la sua amata, diventò il
principe del castello e tutti vissero felici e contenti.
FILIPPO FALLA
MANUEL
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IL SEGRETO DEL CASTELLO
C’era una volta in un villaggio lontano un povero contadino che
lavorava nel suo campo dalla mattina alla sera per poter sfamare i
propri figli. Qualche anno prima sua moglie era scomparsa senza
lasciare traccia, lasciandolo da solo a crescere i ragazzi. Per il
contadino era molto faticoso ma lo faceva con piacere poiché
amava i suoi figli. Un giorno, mentre zappava in una parte di
terreno lontano dalla sua capanna, trovò una lampada tutta
incrostata di terra. La portò a casa e, mentre la puliva, dalla
lampada uscì del fumo, poi dei fuochi d’artificio insieme a dei
gridolini e delle risate. Il contadino si spaventò tantissimo,
lanciando la lampada in un angolo della capanna. Ad un certo punto
vide una luce fortissima e poi una voce disse: “E’ così che si trattano
gli ospiti? Sono qui per esaudire i tuoi desideri e tu mi lanci come
una palla?”. “Chi ha parlato?” disse il contadino e la voce rispose
“Sono il genio della lampada, non le hai mai lette le favole? Non sai
che nelle lampade ci sono i geni che esaudiscono i desideri? Ma in
che mondo vivi?”. Il contadino, sorpreso, cominciò a ridere, saltava
e gridava. Ad un tratto urlò: “Non dovrò più lavorare, saremo ricchi!
Genio trasforma la mia capanna in un gigantesco e bellissimo
castello. Voglio mobili preziosi e tende alle finestre”. Arrivarono i
figli contentissimi. Che cosa era successo? Come mai la loro casa era
diventata così bella? Poi videro il genio e capirono tutto. Il Genio
però disse che il castello custodiva un segreto: da qualche parte là
dentro si nascondeva una strega. Chi avesse scoperto il segreto,
avrebbe dovuto sciogliere il terribile incantesimo. Quando il
contadino trovò la strega nelle segrete del castello, si sentì in
dovere di aiutarla. La strega aveva uno sguardo familiare ma era
troppo brutta per riconoscerla, eppure gli ricordava qualcuno che
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non vedeva da molto tempo! Doveva assolutamente scoprire chi si
nascondeva sotto tutti quei capelli arruffati e quel ghigno diabolico.
Subito corse a prendere la lampada che avrebbe sciolto
l’incantesimo. Si lanciò giù dalle scale e arrivò davanti alla strega. Le
puntò la lampada sugli occhi ed un fascio di luce l’avvolse: rimasero
per un momento tutti accecati dal bagliore! Poco dopo al posto
della strega c’era una bellissima donna vestita di bianco. Era la sua
amata moglie. Era stata intrappolata lì sotto per molto tempo senza
poter vedere suo marito ed i figli. Ora avrebbero potuto
ricominciare a vivere tutti insieme felici e contenti!
LUDOVICA FORSINETTI
IL DRAGO A BORCKING
C’era una volta un principe di nome Master e una principessa di
nome Susy che vivevano felicemente in una città di nome Borcking.
Abitavano in un castello bellissimo, arredato con mobili antichi,
quadri di pittori famosi, foto e statue di marmo di Carrara.
Purtroppo a Borcking viveva anche un grande drago che, ogni notte
usciva per le strade della città e si mangiava due o tre persone. Ma
il suo cibo prelibato erano le principesse, per questo tentava ogni
notte di rapire la principessa Susy. A difendere la principessa c’era
sempre uno gnomo magico di nome Cico. Una notte, però, lo
gnomo per la stanchezza si addormentò, Il drago ne approfittò per
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rapire la principessa Susy e la portò in una grotta per mangiarsela.
Nessuno conosceva l’esistenza di questa grotta, tranne lo gnomo
Cico. Appena Master e Cico si accorsero che la principessa era
scomparsa, si misero subito in azione. Lo gnomo spiegò al principe
dove si trovava la grotta del drago e gli fornì anche una spada
potentissima e magica. Il principe trovò la grotta, e appena entrò,
vide Susy pericolosamente tra le grinfie del drago. Immediatamente
il principe attirò l’attenzione del drago, facendo un forte rumore. Il
drago posò la principessa per andare a vedere da dove provenisse
quel frastuono e il principe, velocissimo e di nascosto, poté
avvicinarsi alla fanciulla e riuscì a portarla in salvo fuori dalla grotta,
affidandola a Cico. Poi tornò nella grotta e con la potente spada
decise che bisognava liberarsi finalmente del drago. Con il suo
coraggio e la sua spada magica,lo affrontò e riuscì a ucciderlo. Tutti i
cittadini di Borcking uscirono dalle loro case per festeggiare
l’uccisione del drago e onorare il principe Master che, dopo tanti
anni di soprusi e angherie, era finalmente riuscito a liberare gli
abitanti di Borcking da quel drago cattivissimo. Il principe Master
la principessa Susy poterono così continuare a vivere insieme felici
e contenti.
DAVIDE VISCIGLIO
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LA NUVOLA VERDE
C’era una volta un principe e un povero contadino, che
combattevano per l’amore di una principessa. Lei era figlia di un
sovrano di un grande regno e per la sua grande bellezza era il sogno
di ogni uomo. Per i due contendenti ogni momento era buono per
scontrarsi e ogni loro combattimento era senza esclusione di colpi.
Un giorno gli abitanti del regno, stanchi di svegliarsi ogni mattina
con il fragore dei loro duelli, il caos alle orecchie tra urla, battere di
spade,lanci di oggetti, decisero di chiamare il mago della foresta e il
suo amico, un vecchio misterioso, il quale era sempre di poche
parole ed era abilissimo nel fare incantesimi. I due maghi erano
appassionati lettori di fiabe e dalle fiabe avevano imparato che i
principi si innamorano solo di principesse bellissime. Per mettere
fine alla lite tra i due contendenti allora escogitarono una magia
destinata alla giovane, ammirata da tutti per la sua bellezza e amata
dai due. Un incantesimo la avvolse in una nuvola verde e PUFF
diventò brutta e brufolosa. Chi l’avrebbe più amata? Solo il primo
bacio di vero amore avrebbe potuto sciogliere quest’incantesimo.
Ogni giorno aveva ricevuto dei regali dal principe e dal contadino,
che provavano con i doni a guadagnare il suo cuore. Brutta e
brufolosa, per effetto dell’incantesimo, la giovane principessa si
affacciò, come faceva d’abitudine, per ammirare i regali. Non
appena i due la videro in viso, non riconoscendo la bella amata, se
la diedero a gambe levate. Durante la fuga, il povero contadino
ripensò ai sentimenti che provava per la giovane, alla gioia e alla
spensieratezza che straripavano dal suo cuore. Tornò indietro e la
chiese in moglie. Lei accettò perché riconobbe in lui l’amore vero.
Dopo il matrimonio, bastò che le loro labbra si sfiorassero e
l’incantesimo si sciolse. E mentre i due vissero felici e contenti, il
principe se ne andò cavalcando giorno e notte nelle campagne del
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regno, cercando di scaldare il suo cuore solitario e di alleggerire il
suo sentimento di gelosia.
SAMUELE BERTOCCI
SAMUELE
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IL DRAGO E IL CONTADINO
C’era una volta, in un regno lontano, un drago che seminava il
terrore e distruggeva qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Il re allora,
disperato convocò a corte tutti i cavalieri del reame e disse loro che,
a chi fosse riuscito a sconfiggere il drago, avrebbe dato in sposa sua
figlia, la bellissima principessa. Purtroppo nessuno dei cavalieri
riuscì nell’impresa. Un giorno un povero contadino che tornava dal
mercato dove aveva venduto il suo magro raccolto, incontrò un
vecchio, vestito di stracci che chiedeva l’elemosina. Il contadino,
mosso a pietà, gli diede le sue monete. Il vecchio lo ricompensò per
il nobile gesto, dandogli una pergamena. Il povero contadino rimase
molto stupito, ma il vecchio, che in realtà era un mago, gli disse che
sulla pergamena vi era scritta la ricetta di una zuppa che lui doveva
preparare e dare al drago. Il contadino, fidandosi delle parole del
mago, cucinò la zuppa e la portò dinanzi alla grotta del drago.
Questi, non appena sentì il profumo della zuppa, si fiondò su di essa
e la divorò in un battibaleno. Poco dopo in tutto il reame si udirono
degli strani gemiti: era il drago che a tutta velocità correva verso il
lago dove bevve tutta l’acqua fino ad esplodere. Il re, felice per lo
scampato pericolo, ringraziò il contadino e, come promesso, gli
diede in sposa la bella principessa e poi lo proclamò re,
consegnandogli una favolosa ricchezza.
MATTEO VASTANTE
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LA PESCIOLINA D’ARGENTO
Un giorno un vecchio pescatore stava pescando in riva ad un lago
dove c'era un silenzio di tomba. Ad un certo punto vide saltare fuori
dall' acqua un bellissimo pesce con le squame d'argento e gli occhi
blu. Cercò di prenderlo a tutti i costi e finalmente il pesce abboccò.
Il pescatore non credeva ai suoi occhi nel vedere una creatura tanto
bella, così pensò di portarla in dono al suo re . Quando il re la vide,
riconobbe nei suoi occhi lo sguardo della figlia che aveva perduto
tanti anni prima per colpa di una strega. Questa strega molto
cattiva era arrabbiata con tutto il popolo che amava la bambina. Lei,
invece, la odiava e per questo motivo aveva trasformato la bambina
in un pesce. Il re, sicuro che fosse la propria figlioletta, prese la
pesciolina d’argento e la portò nel castello della strega. Quando li
vide la strega cominciò a ridere a squarciagola. Il re la supplicò di
sciogliere l'incantesimo ma la strega gli disse: “Se vuoi riavere la tua
bambina, dovrai affidare a me tutto il tuo potere " e così fu. Con
tutto quel potere la strega combinò tantissimi disastri. Trasformò gli
uomini in draghi,i bambini in asini e le donne in mucche. Un mago,
che aveva seguito tutto dall' inizio e sapeva tutta la storia, decise di
affrontare la strega in un duello di magia. Con un colpo di fortuna
riuscì a vincere e finalmente salvò il regno da tutto quel disastro. Il
re riprese il controllo del popolo, riebbe l’amata figlia e visse con lei
felice nel loro meraviglioso, fantastico castello.
SILVIA MORETTI
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IL CONTADINO E IL VECCHIO
C’era una volta un povero contadino. Zappava la terra e pensava:
“Se solo avessi un po’ di soldi per curare la mia piccola figliuola dalla
sua brutta malattia. Il giorno dopo, raccolte le sue rape, le portò al
mercato e lì un vecchio misterioso le comprò tutte. Il vecchio ne
assaggiò un pezzo e, meravigliato da tanta squisitezza, chiese al
contadino: “Di che cosa hai bisogno?” Il contadino rispose
prontamente: “Di soldi per curare la malattia di mia figlia”. Il
vecchio misterioso, deciso ad aiutarlo, gli raccontò allora che in una
grotta si trovava un grande scrigno pieno di monete d’oro. “Se vuoi
averlo, dovrai affrontare il gigante che custodisce il prezioso
scrigno” disse. Il contadino chiese al vecchio dove si trovava la
grotta. L’uomo rispose che doveva attraversare la foresta, ai
margini del villaggio, e che avrebbe dovuto scavalcare un grande
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masso di colore rosso. Lì dietro avrebbe trovato la grotta. Il
contadino si mise in cammino. Quando vide il grande masso, lo
scavalcò e vide la grotta. Entrò e trovò il gigante che dormiva.
Davanti a lui c’era una grande pietra con su scritto : “Se passar tu
vorrai, ammazzare il gigante dovrai”. Così salì sulla schiena del
gigante pronto a sfidarlo. Il gigante si svegliò e cominciò a dare
pugni in direzione del contadino che agilmente li schivò. Il
contadino, invece, si lanciò con la sua lancia e ferì a morte il gigante
che cadde a terra al primo colpo. Il contadino allora avanzò
all’interno della grotta. Al centro di una stanza trovò uno scrigno
pieno pieno di monete. Le prese e poté curare sua figlia.
FABIO PULCINELLI
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MISCELLANEA DI FIABE
GABRIELE
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PINOCCHIO E…
C’era una volta un vecchio falegname che un giorno decise di fare
un burattino di legno a fargli compagnia. Quando finì di intagliarlo,
volle dargli vita. Chiamò il suo amico Merlino e gli chiese di
animarlo. Merlino era un vecchio mago medievale. Portava una
lunga tunica blu e un cappello dello stesso colore. Era molto
anziano, ma era un mago eccellente. Lui accettò e il bambinoburattino si chiamò Pinocchio. Viveva come un bambino normale e
diventò come un figlio per Geppetto. Pinocchio, però, non voleva
fare il bravo scolaro e la mattina, invece di andare a scuola,
gironzolava a fare marachelle e, presto, ne aveva fatte di tremende.
Rubò il cappuccio a Cappuccetto Rosso, la pelliccia al Lupo di
Cappuccetto Rosso per farsi un cappotto, un paio di stivali al Gatto
con gli Stivali e persino un paio di pantaloni al principe di
Cenerentola. Come hobby voleva suonare il piffero, che rubò al
Pifferaio magico. Insomma questo bambino era parecchio
dispettoso. Quando gli altri personaggi delle fiabe si accorsero del
furto domandarono il colpevole alla Fata Madrina. Lei rispose con
certezza: Pinocchio! Il gruppo corse da Pinocchio con il pensiero di
riprendersi le proprie cose, ma una volta arrivati Pinocchio, essendo
un grandissimo bugiardo, s’inventò un’altra bugia. Disse a tutti di
averle sotterrate sotto l’albero miracoloso del Gatto e la Volpe.
C’erano cascati e se ne andarono. Pinocchio aveva paura di essere
scoperto e scappò,allora, sulla sua balena verso un’ isola lontana.
Qui fece amicizia con Robin Hood che, col passare del tempo, scoprì
i furti dell’amico e, volendo fare giustizia, recuperò di nascosto gli
oggetti rubati e li restituì ai proprietari. Come punizione Pinocchio
fu obbligato ad andare a scuola.
FILIPPO FALLA
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LUDOVICA
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ALICE E BIANCANEVE
Dovete sapere che Biancaneve, una volta sposata, ebbe tre figli e
assunse come baby sitter (dato che i nanetti dovevano andare in
miniera) una ragazzina bionda, molto allegra, carina nel suo
vestitino azzurro e bianco, che si chiamava Alice; e già proprio lei,
quella del Paese delle Meraviglie. Sapeva prendersi cura dei
piccolini ed ogni tanto raccontava loro delle favolette, tra cui quella
del paese dei suoi sogni. Un giorno Alice dovette andare a fare una
commissione importantissima, così Biancaneve, non potendosi
occupare dei bambini, affidò l'incarico del giorno a Brontolo, l'unico
nanetto non indispensabile in miniera. Brontolo era un tipo molto
presuntuoso ed egoista, privo di fantasia e di senso dell'umorismo.
Però, in fondo in fondo, non era poi così cattivo. Detestava i
bambini, soprattutto quelli piccoli: quelle lagne e quei mugugni gli
davano al cervello. Iniziò la giornata. Brontolo arrivò a casa di
Biancaneve, già stanco e più nervoso del solito. I figli di Biancaneve
erano molto vivaci, due maschietti ed una femminuccia, che
amavano giocare ed adoravano Alice. Brontolo iniziò a preparare la
colazione, latte caldo e biscotti. I piccoli sembravano mangiare
tranquillamente ma ad un tratto Lory, il più piccolo, lanciò un
biscotto imbevuto di latte e bava dritto dritto sul naso di Brontolo,
che furioso cominciò ad urlare, facendo ridere i bambini a
crepapelle. Brontolo sparecchiò la tavola, si pulì il naso, mise i
bambini sul tappeto e diede loro un po’ di giochini. Uno di questi
finì dritto dritto sul vaso della mamma, un altro invece sul
contenitore di spade del papà, rompendole tutte e, per finire, uno
andò dentro l'acqua saponata, rovesciandola a terra. Il salotto era
completamente allagato ed i bambini sguazzavano di qua e di là,
divertendosi da matti. Intanto anche Alice era in ansia per quei
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poveri piccoli, lasciati con quel nanetto incapace di divertirsi. E
Biancaneve tranquillizzò la sua premurosa baby sitter, perché aveva
deciso che sarebbe tornata a casa prima del solito. Quando
Brontolo riuscì a riparare il danno, rincollando tutte le spade del
papà, il vaso della mamma ed asciugando l'acqua nel salotto, si
preparò per il bagnetto dei bambini, per togliergli da dosso l'odore
forte del sapone per i piatti, che lui detestava. Riempì la vaschetta e
vi mise i tre fratellini. Li lavò bene e poi li avvolse in un asciugamano
caldissimo. Poco dopo i bimbi, stanchi della faticosissima giornata,
crollarono dal sonno e mentre Brontolo li cullava arrivò Biancaneve:
“Wow! Non pensavo fossi così bravo” esclamò la ragazza. “Neanche
io” - disse Brontolo e si misero ad addormentare i piccoli bambini.
ELISA BIELLI
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CARMEN V A
BEATRICE V A
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I LUPI DELLE FIABE
C’era una volta, nel mondo delle fiabe, un grandissimo palazzo che
conduceva a tutte le fiabe. Ognuna di queste aveva una porta. Ogni
volta che qualcuno leggeva la storia, tutti i suoi personaggi
dovevano entrare nella porta corrispondente e recitarla. Arrivò il
turno della storia de “ I tre Porcellini”…C’era una volta una famiglia
di porcellini che aveva tre figli. Questi un giorno andarono via di
casa e si misero a costruire un’abitazione ciascuno: il primo la
costruì di paglia, il secondo di legno ed il terzo di mattoni. Intanto i
lupi cattivi avevano sbagliato favola. Erano entrati rispettivamente:
uno nella favola di “Cappuccetto Rosso”,l’altro in quella de “I tre
Porcellini”. Mentre i tre Porcellini si rilassavano dopo una dura
giornata di lavoro, arrivò il lupo cattivo. I Porcellini erano
terrorizzati ed il lupo imbarazzato non sapeva cosa dire. Il lupo
allora improvvisò e si mise a parlare col primo Porcellino del più e
del meno. Nel frattempo, nell’altra favola, il lupo cercava di
abbattere la casa della nonna, soffiando con forza. La nonna era
stupita e Cappuccetto Rosso non sapeva cosa dire, vedendo che il
lupo non seguiva più il copione. A causa di questo, il lettore chiuse il
libro confuso e non finì neanche di leggere la fiaba. Tutti i
personaggi delle favole de “i tre Porcellini” e di “Cappuccetto
Rosso” si incontrarono nel salone del palazzo: erano tutti infuriati,
era la prima volta che questo accadeva. Intanto i due lupi
passeggiavano e si raccontavano un po’ della loro vita. Si erano
stancati di fare sempre la parte dei cattivi. Ebbero in mente molte
idee, tra cui quella di fare una fiaba tutta loro, ma sapevano che
dovevano continuare ad interpretare quelle vecchie, poiché senza
di loro le fiabe non sarebbero più state le stesse. Così decisero che
ogni due giorni si sarebbero scambiati la favola. Inoltre la Direzione
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stabilì che per tre volte al mese i personaggi delle due favole
avrebbero avuto la giornata libera, così che i lupi potessero vedersi.
La decisione fu accolta con gioia: i personaggi delle favole
recitavano così bene, che i bambini leggevano volentieri, tanto che
in poco tempo i racconti ebbero un gran successo. Col passare del
tempo, però, i bambini non leggevano più fiabe,infatti alla lettura
preferivano guardare la TV o giocare ai videogame. Così i
personaggi recitavano sempre meno e, anche se avevano molto più
tempo a disposizione per le proprie cose, erano diventati molto
tristi. Ad un certo punto ai due lupi tornò in mente la strana idea di
fare una favola tutta loro e con gli altri decisero di chiamarla
“Scambio di Lupi”. La storia assai divertente diventò famosissima in
poco tempo, ancora di più delle due vecchie favole. La storia
raccontava di come si erano conosciuti i due lupi, delle loro
divertenti avventure trascorse insieme, fino al loro successo.
LUDOVICA FORSINETTI
FRANCESCA
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CAPPUCCETTO ROSSO E…
C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che era
andata nel bosco, per portare alla nonna un cesto pieno di cose
buone da mangiare. Mentre attraversava il bosco, trovò una casa di
mattoni in cui vivevano tre porcellini, che la misero in guardia dal
lupo cattivo che, da qualche tempo, si aggirava in quei boschi.
Cappuccetto Rosso salutò i tre porcellini e ripartì. Dopo un po’ si
fermò ad un ruscello per riposarsi e bere. Lì incontrò un principe
con un vestito azzurro ed un bellissimo cavallo bianco. Il principe
aveva in mano una scarpetta di cristallo e le chiese se conosceva
una certa Cenerentola. Cappuccetto Rosso gli disse che Cenerentola
era una giovane fanciulla, che abitava in un castello non molto
distante. Il principe ringraziò Cappuccetto Rosso e le chiese come
poteva sdebitarsi. Lei gli chiese di accompagnarla a casa della nonna
perché aveva paura di incontrare il lupo. Cammina, cammina
arrivarono a casa della nonna, bussarono alla porta e aprì il lupo
travestito da nonna. Cappuccetto Rosso si accorse subito del
tranello e chiese al principe di uccidere il lupo. Il principe sguainò la
spada ma il lupo fu più veloce e riuscì a scappare. Per fortuna un
cacciatore aveva preparato una trappola ed il lupo ci andò a finire
dritto dritto dentro. Cappuccetto Rosso cominciò a cercare la nonna
in casa e la trovò, impaurita, rinchiusa in un ripostiglio. La nonna
ringraziò il principe ed il cacciatore e li invitò a pranzo. Il principe,
però, aveva una certa fretta perché doveva cercare la sua
Cenerentola. Anche il cacciatore non si fermò perché doveva
andare a vendere la pelle del lupo a dei mercanti. Cappuccetto
Rosso, allora,con una tavola tanto ricca di cose buone, pensò che i 3
simpatici e generosi porcellini del bosco avrebbero gradito tali
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leccornie. Ci pensarono gli animaletti, amici di Biancaneve, ad
avvisarli che quel giorno avrebbero ricevuto un invito a sorpresa.
MATTEO VASTANTE
FABIO
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IL CIELO DI FIABE
-Vai a dormire!- esclamò mia madre. Oggi ero stato stravolto dai
compiti di scuola ed ero rintronato alla testa. Certo faccio la prima
media e i compiti sono tanti da finirli pure fino a sera o addirittura
di notte. Avevo fatto tutte le faccende pre-ninna : lavarmi i denti,
mettermi il pigiama, ecc. Mi ero addormentato, quando a
mezzanotte accadde un fatto inaspettato. Sentii dei passi nel
balcone e credevo fosse un ladro o un gitano con lo spray sonnifero.
Invece no, perché non ci sono ladri che volano con una fata sulle
spalle e che suonano un flauto con le canne e capii subito che la
fatina era Trilly e che quel ragazzo era Peter Pan. Appena uscii fuori
al balcone, vidi anche Wendy con fratelli e i bimbi sperduti. Cosa ci
facevano nel mondo reale? mi domandai. Peter mi disse:- Sappiamo
che sei stravolto dalla scuola e vogliamo farti distrarre, vuoi venire
con noi?- Io ero perplesso proprio come Wendy,ricordando che
nella fiaba lei non sapeva cosa fare, però non volevo farmi rovinare
quest'opportunità dai miei genitori e da quell'adolescente di mia
sorella Flavia, così partii da solo. Pensando ai pensieri felici e con la
polvere magica che mi spruzzò Trilly, volai, facendo uno starnuto
per l'allergia alla polvere che ho avuto l'anno scorso. Ci innalzammo
nel cielo più in alto che potevamo. -Peter!-esclamai- Da quaggiù il
ciel sembra che cresce. Peter Pan:-Crescere! Il solo suono di questa
parola mi offende!- E io ribattei:-Ah! già è vero dimenticavo la tua
fobia che però ho anch'io. Già anch'io non voglio crescere perché
ho paura di morire.- Ad un tratto ci accorgemmo che non eravamo
più soli. Accanto a noi Aladdin e la principessa Jasmin stavano
volando sul tappeto magico con il Genio della lampada. Volammo
tutti insieme, parlando tra di noi sotto la bella atmosfera della sera,
ma a un certo punto una scarpa mi cadde sulla testa, facendomi un
gran male. Notai che era di cristallo e capii che c'era anche
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Cenerentola. Mi disse:-Scusa, ho perso la scarpetta di nuovo.Incredibile i personaggi delle fiabe solcavano il mio pezzo di cielo. La
sirenetta Ariel stava volando con il principe Eric, lasciando scie
d'acqua dietro di sé. Alice volteggiava con Bianconiglio che, pignolo
come sempre, diceva:- Alice non abbiamo tempo per volare. Rilassati Bianconiglio e divertiti! –gli urlava Alice. Sembrava tutto
magico ma la magia di questo momento fiabesco fu interrotta
perché erano arrivati i cattivi : Capitan Uncino, la Regina Rossa,
Jafar, Ursula, la matrigna e le sorellastre ci circondarono tutti. Al
loro arrivo un tuono si sentì in tutto il quartiere. Le forze del male
fecero un incantesimo saetta che mi colpì. Le fate allora
svolazzarono intorno a me, facendomi starnutire di nuovo e
facendo una magia al giacchetto che avevo portato con me. Grazie
a quella magia io diventai invincibile e, insieme a tutti i buoni, avevo
sconfitto i cattivi. La serata finì con il trionfo del bene e io capii che,
se la prossima volta fossi stato stravolto dai compiti scolastici,
magari gli amici delle fiabe sarebbero tornati da me.
GABRIELE FATUZZO
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GIULIA V B
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CAPPUCCETTO E I PORCELLINI
C’erano una volta tre porcellini che vivevano tutti insieme in una
fattoria. Un bel giorno decisero di costruirsi ognuno di loro la
propria casa. Il primo porcellino, per fare più velocemente, decise di
farla di paglia, il secondo più pauroso di farla di legno, mentre il
terzo meno svogliato decise di farla di mattoni. Un giorno, dopo
che avevano completato le loro case, passò di li un lupo affamato. Il
lupo, quando è affamato, non guarda in faccia nessuno, deve
mangiare! Quando li vide, decise di mangiarseli. I porcellini capita la
situazione, scapparono via immediatamente. Si nascosero tutti e tre
nella casetta di paglia, ma il lupo soffiò, soffiò e la casa crollò. Allora
via, tutti si nascosero nella casa del secondo che era fatta di legno.
Anche questa volta il lupo riuscì a farla crollare, sferrando potenti
colpi d’ascia. Mentre il lupo si dava da fare, sudando sette camicie, i
fratellini se la diedero a gambe dal retro e si infilarono nella casa
sicura del più grande. Il lupo si avvicinò. Soffiò, soffiò, ma la casa
questa volta non ne voleva sapere di venire giù. Passava di lì, per
caso, una bambina curiosa e coraggiosa, di nome Cappuccetto
Rosso che, vedendo quella scena, disse: “ Non t’azzardare a toccare
i tre fratelli, altrimenti te la vedrai con me.” Lei era abituata a
trattare con i lupi. Uno l’aveva sistemato proprio ben bene poco
tempo prima, tanto che nel bosco si era guadagnata il nomignolo di
“Sistemalupi”. Il lupo affamato, non conoscendo però la bambina,
non ci pensò due volte e cercò di mangiarsela, ma CAPPUCCETTO
ROSSO tirò fuori la sua bacchetta magica e fece scomparire il lupo in
un secondo. A quel punto i tre porcellini uscirono festanti dalla loro
casa e, per ringraziarla dell’immenso favore, la invitarono a pranzo
a casa loro. Fu così che divennero grandi amici e iniziarono a fare
tante cose insieme. Da quel giorno i tre porcellini, CAPPUCCETTO
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ROSSO e la nonna vissero tutti insieme felici e contenti nella
bellissima e sicura casetta di mattoni.
ALESSANDRO BRANDIMARTE
MARIANNA V A
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SOFIA V B
IL SEGUITO NELLE FIABE
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IL SEGUITO DI …BIANCANEVE
Biancaneve e il Principe decisero che era giunto il tempo di
celebrare le loro nozze. Li aiutarono a fare i preparativi i sette nani e
tutti gli animali del bosco: cerbiatti, uccelli, scoiattoli… Una volta
preparato tutto, distribuirono i biglietti per il paese. La data tanto
attesa era il 24 giugno. Ordinarono la torta e si fecero fare i vestiti
dalla sarta. Il giorno del matrimonio apparve la strega in chiesa,
perché –dovete sapere- caduta nel precipizio, era atterrata su un
albero, con tanti graffi e lividi ma viva. I presenti si spaventarono,
compresa Biancaneve. Un uccellino, lì presente, andò a cercare
subito gli altri animali del bosco e tutti gli animali allora corsero lì.
Intanto i sette nani stavano pulendo la sala e mettendo la torta ben
in vista e al sicuro. In chiesa, in gran flotta come un plotone,
arrivano gli animali amici di Biancaneve. Attaccarono la strega,
buttandola in un pozzo senza fine che portava al mare. Finalmente!
Il matrimonio,così, poté essere celebrato, per la felicità di tutti. Poi
Biancaneve, il Principe e gli invitati si spostarono nella sala, tutta
addobbata per la festa. Questa notizia fu così bella che arrivarono
alla festa tutte le altre principesse come Cenerentola, Rapunzel,
Ariel e Aurora: belle, con abiti molto eleganti e acconciature
invidiabili. Erano uscite dalle loro fiabe per andare a quella di
Biancaneve. Il viaggio durò più di sei ore ma alla fine le principesse
arrivarono alla festa e si divertirono moltissimo con la musica
suonata dai nani e dagli animali. Rimasero a festeggiare fino all’una
di notte e alla fine mangiarono la grande torta alla panna e crema.
Nel frattempo la strega, finita in mare, fu mangiata da uno squalo.
Biancaneve e il Principe coronarono il loro sogno e vissero per
sempre felici e contenti.
FLAVIO DI DOMENICA
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IL SEGUITO DI …CENERENTOLA
La loro storia molto romantica e sdolcinata, anche se sembrava
essere scritta sulle stelle, non durò tanto a lungo. Cenerentola era
una moglie assai esigente e il Principe un poco troppo stupido e
imbranato (il classico tipo tutto muscoli e niente cervello), infatti ne
combinò una peggio dell'altra: le macchiò l'abito da sposa,le perse
la valigia e le ruppe persino il diadema. Cenerentola, stufa di
quell'atteggiamento, lo lasciò e fuggì dal viaggio di nozze per far
ritorno a casa, lasciando il Principe tutto solo a PARIGI. Si suppone
che la storia sia terminata,ma invece no. Il Principe non si scoraggiò
e si trovò un lavoro alla "PASTICCERIA DI PARIGI" dove apprese
tutti i trucchi per diventare primo pasticciere di Parigi con duro
lavoro e impegno e diventò una persona migliore. Intanto
Cenerentola, che non amava stare senza far niente, aveva aperto
una sartoria in paese con i topolini ed era diventata la sarta più
brava del paese e, dato che guadagnava molto e i suoi abiti erano
molto richiesti, decise di fare ritorno a Parigi, perché non aveva
finito ancora di visitarla. Il viaggio per arrivare a destinazione fu
lungo e Cenerentola lo passò nella carrozza in compagnia dei suoi
fidati topolini. L’aria di Parigi era meravigliosa. Cenerentola volle
comprare dei pasticcini ai topolini e lesse su di un'insegna "Il re dei
bigne’' cerca moglie". Incuriosita e attirata dalla scia di profumo
esclamò: “Devo assolutamente assaggiarne uno”. Entrò nella
pasticceria e domandò alla pasticciera chi fosse questo tizio cosi
famoso e dove abitasse. Ritirò i pasticcini e si incamminò verso la
via che le aveva dato la pasticciera e finalmente trovò la casa del
pasticciere. Bussò e le aprì la porta: indovinate chi? Ma si! Era
proprio lui il Principe!!! Non credeva ai suoi occhi. Cenerentola si
accorse che, in realtà, amava ancora il principe e anche lui l’amava.
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Allora tornarono una coppia felice, fecero ritorno al paese ma non
al castello. Decisero di comprare una casetta, ebbero 4 figli così
vissero per sempre felici e contenti.
ELISA BIELLI
GABRIELE V A
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IL SEGUITO DI …POLLICINO
I genitori di Pollicino, che non erano molto parsimoniosi, finirono
per spendere tutti i soldi che Pollicino era riuscito a portare a casa
in viaggi, vestiti costosi e cibi raffinati. Ai due taglialegna non
rimasero che poche monete d’oro che conservavano gelosamente
in un cofanetto di legno. Un giorno la madre portò i figli nel bosco a
cercare legna. In realtà era un pretesto perché non volevano fare
sapere a Pollicino che il padre, rimasto a casa da solo, stava
cercando qualcosa da vendere. Il padre, così,trovò un bel paio di
stivali e, pensando che valessero molti soldi, li portò al mercato del
paese. Appena i fratellini arrivarono a casa, Pollicino si accorse
subito dell’assenza del padre e degli stivali e corse immediatamente
in città a cercarli. Pollicino, purtroppo, arrivò troppo tardi; il padre
aveva appena venduto gli stivali ad un ricco mago. Quell’Orco, che
nella storia originale aveva perso le sue ricchezze, era diventato
povero e viveva di elemosina. Un giorno andò al mercato e,
vagando per le bancarelle, passò davanti al baraccone del mago.
Notò subito che questi aveva in bella mostra i suoi stivali magici.
Con un balzo repentino si impossessò degli stivali che gli fecero
riacquistare tutta la sua agilità. Altri balzi veloci gli fecero
raggiungere la casa di Pollicino e, per vendicarsi, rubò il cofanetto
con dentro le ultime monete d’oro. Quando Pollicino ed i suoi
genitori rientrarono a casa si accorsero che erano stati derubati.
Tornati nuovamente poverissimi, i genitori di Pollicino decisero di
abbandonare di nuovo i figli nel bosco. Questa volta però, Pollicino
ed i suoi fratelli chiesero aiuto all’Orchessa, che diede loro asilo.
L’Orco, che era dispiaciuto per aver ucciso le sue figlie, decise di
adottare Pollicino e i suoi fratelli, per crescerli e amarli come un
vero padre. Infatti, Pollicino non volle più tornare a casa dai
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genitori. Ogni volta che c’erano delle difficoltà padre e madre
abbandonavano i figli ,senza considerare i pericoli che avrebbero
corso da soli nel bosco. Pollicino pensò che sarebbero stati più al
sicuro a casa dell’Orco.
MATTEO VASTANTE
FRANCESCA
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IL SEGUITO DI …HANSEL E GRETEL
Vi ricordate Hansel e Gretel, quei due bambini biondi e magri e la
strega della casa di marzapane? Bene. Quei due bambini erano
diventati dei ragazzi. Somigliavano a due vichinghi: occhi azzurri,
capelli biondi e fluenti, carnagione chiarissima e lentiggini sulle
guance ancora paffute. Hansel e Gretel erano andati a lavorare,
insieme ai loro genitori, in un albergo di nome Saleg. Iniziarono così
a fare i camerieri, però non erano molto di aiuto, anzi, combinavano
tantissimi guai: una volta facevano cadere i bicchieri, una volta
rompevano i piatti, altre volte portavano le pietanze ordinate dai
clienti ai clienti sbagliati. Insomma facevano un gran caos e
provocavano le lamentele di molti clienti del Saleg, a tal punto che
alcune persone interruppero il loro soggiorno presso il Saleg per
andare in un altro albergo ritenuto più professionale. Un giorno
arrivò una comitiva di cinesi che avevano una particolarità:
mangiavano tutti quanti con le mani senza utilizzare le posate. I
genitori di Hansel e Gretel, erano preoccupati, perché il
comportamento dei loro figli avrebbe potuto provocare
l’abbandono dell’albergo da parte di altri clienti, soprattutto di
quelli più esigenti. Inoltre, la cuoca dell’albergo era la strega, che
assecondava tutti i gusti dei clienti ma non ne poteva più di
sopportare le marachelle di Hansel e Gretel. La cuoca era molto
brava a cucinare e, in particolare, cucinava dei vermi fritti che
piacevano tantissimo alla comitiva di cinesi. Dopo un lungo
soggiorno il gruppo di vacanzieri rientrò in Cina, tranne due cinesi di
nome Jiung e Axin che decisero di rimanere a lavorare nell’albergo,
dando un valido aiuto alla vecchia strega. I due fratellini Hansel e
Gretel furono contentissimi di ciò, perché Jiung e Axin gli erano
proprio simpatici. Dopo un po’ di tempo Hansel e Gretel
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diventarono grandi e la simpatia per i due cinesi divenne qualcosa
in più, a tal punto che decisero di sposarsi. La famiglia si allargò
perché i due fratelli ebbero quattro figli ciascuno. Mentre Hansel e
Gretel erano alti, biondi e magri, i loro figli erano mori, cicciotti e di
colorito olivastro, con dei bellissimi occhi a mandorla neri come il
carbone. Continuarono a lavorare presso l’albergo in armonia tra di
loro e riuscirono a diventare i proprietari dell’albergo. Migliorarono
il servizio e il loro divenne uno dei migliori alberghi di tutta la zona.
La strega venne promossa da cuoca a direttrice dell’albergo e quei
bambini che tanto la facevano disperare divennero dei bravissimi
genitori.
DAVIDE VISCIGLIO
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ELENA V B
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UN ALTRO PUNTO DI VISTA
NELLE FIABE
Lucrezia
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GENOVEFFA, LA SORELLASTRA
Quando mia madre decise di sposarsi per la settima volta, io sapevo
di non potercela fare a conoscere un altro “padre”, che per di più si
vantava di quanto fosse bella sua figlia. Quella ragazza non era
nemmeno così bella o, almeno, non era alla mia altezza. Che tortura
sopportarla in casa per così tanto tempo! Mancavano solo due
giorni alla festa al castello del Principe che avrebbe scelto la sua
sposa. Io, però, non volevo partecipare perché: primo, se non avessi
vinto, avrei dovuto vivere con mia sorella Anastasia per sempre;
secondo, perché preferivo sposare il Principe d’Inghilterra, che era
pure più ricco. Mia madre, però, insisteva che dovevo partecipare,
anche contro la mia volontà. Secondo Anastasia io non sarei mai
potuta diventare una principessa e, mentre litigavamo, si era
infilata, come al solito, nella discussione quella lingua biforcuta di
Cenerentola. Non aveva mai imparato a stare al suo posto!
Mancavano due ore all’inizio della festa e, passando davanti alla sua
camera, l’avevo sentita parlare non so con chi e diceva che il suo
vestito per la festa era meraviglioso. Eravamo tutte pronte,
agghindate, truccate… quando vedemmo in cima alle scale
Cenerentola con un vestito tutto pizzo e merletti e una fantastica
capigliatura. Sognavo di essere io così bella, poi di colpo mi svegliò
dai miei pensieri l’urlo furibondo di Anastasia che si era lanciata a
strapparle il vestito. Arrivò anche la mamma e diede a Cenerentola
la lista delle cose da fare in nostra assenza. Noi salimmo sulla
carrozza e ci avviammo al castello. Il viaggio era stato molto lungo e
pieno di imprevisti ma quando entrammo nel castello, ritirai tutto
quello che avevo pensato e detto sul principe. Doveva
assolutamente scegliere me! Io e Anastasia eravamo in fila, finché il
Principe non vide apparire una meravigliosa fanciulla. Certo che era
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proprio bella : aveva una cipolla di capelli biondo-oro legati con un
grazioso fiocchetto celeste; la sua collana aveva un diamante al
centro, per non parlare del vestito. Era di un colore verde-acqua,
impreziosito da tanti brillantini luccicanti. Un attimo dopo il Principe
e la misteriosa fanciulla erano spariti. Chi se lo poteva immaginare
che quella ragazza bellissima della festa era Cenerentola? Lei,
dissero i giornali, aveva perso la scarpetta. Il Principe cercò in lungo
e in largo la sua promessa sposa, finché non bussò da noi. Si
presentò con la scarpetta di cristallo. Certo né a me né ad
Anastasia, che i piedi li abbiamo lunghi e cicciotti,sarebbe potuta
entrare quella minuscola scarpetta. Quando fu il turno di
Cenerentola, lei già sorrideva soddisfatta…
LISA RUMORI
LA STREGA DI HANSEL E GRETEL
Spolveravo la mia casa tranquillamente quando, udii due colpi
assordanti sulla porta di marzapane.
- Ed ora chi è!!! -- Siamo noi, Hansel e Gretel -- Su, via entrate
marmocchi! Loro sono i miei due aiutanti: io li mantengo e loro mi
aiutano nelle faccende di casa. I ragazzi sono buoni a nulla. Gretel
non sa lavare un piatto, non sa stirare i miei panni perché dice che
sono troppo grandi e non entrano nella tavola da stiro; ed è li che
cado in depressione. – Noooo!! Non sono così grassa. E’
sicuramente lo specchio che Hansel non ha pulito bene che mi fa
sembrare una balena - mormoravo.- Non inventar scuse, la dieta del
mirtillo non va bene, quella della carota è troppo dolce, quella della
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rapa è troppo amara. E basta! - esclamava Gretel. Il vero problema
è che avevo perso il controllo della mia vita. Poi la mia lampadina
fulminata da tempo si accese. I ragazzi mi mancano di rispetto,
continuassero a farlo, ora gli faccio vedere io chi comanda in casa.
Il mattino seguente li mandai a raccogliere bacche, frutti e cose
varie e dissi loro di non tornare prima di un'ora. Trasformai la mia
"dolce casa" in un covo segreto, dove avrei fatto credere loro che
volessi mangiarli, cosicché imparassero a rispettarmi. Quando
furono di ritorno, li rinchiusi in una gabbia e li feci mangiare fino
allo sfinimento. Infine accesi la stufa, facendogli credere che ce li
volessi buttare dentro, ma fu troppo tardi. Erano caduti talmente
nello scherzo che, mentre salivo le scalette per accendere la stufa,
sentii due manine sul mio fondoschiena e subito dopo un grande
ardore:- Aaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!! -urlai; poi sentii:- Ohhhhhhhh
sì fratello mio ,adesso finalmente potremo tornare a casa! –
ELISA BIELLI
FLAVIO V A
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EUGENIA V A
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IL LUPO DEI TRE PORCELLINI
Era un inverno molto freddo, aveva nevicato e io non sapevo cosa
mangiare perché alcuni animali erano andati in letargo, altri erano
andati in paesi più caldi, altri ancora erano dentro le fattorie con gli
uomini. A me non rimaneva niente per soddisfare la mia fame. Per
portarmi fortuna mi dicevo che io ero il lupo più forte di tutti. Un
giorno vidi un porcellino che viveva in una casetta di paglia. Cibo,
pensai! E mi venne l’acquolina in bocca. Mi avvicinai molto
lentamente per non farmi sentire ma lui mi sentì e..viaaa.. si
rifugiò nella sua casetta. Avevo tanta voglia di mangiarmi un grosso
porcellino alla brace! Subito mi venne un’idea. Soffiai e spazzai
via la casetta. Saltai dalla gioia ma il porcellino se l’era data a gambe
levate. Dove andava il mio pranzo? In un’altra casa fatta di legno.
Allora feci la stessa cosa che avevo fatto prima. Stavolta, però, presi
fiato per bene e poi..soffiai,soffiai fino a quando…Che bravo
che sono! Capriole, ruote, salti all’indietro per la felicità. I porcellini
erano due ma avevano fatto in tempo a scappare per trovare riparo
da un altro porcellino che viveva in una casetta di mattoni.
Cominciavo a non farcela più. Ero molto stanco. Avevo 60 anni e
non avevo più l’energia di quando ero giovane ma la voglia di 3
porcellini tutti per me era troppo grande. Allora
..soffiai,soffiai,soffiai ma non accadde niente. Io a quel
punto riuscivo a vedere solo cosciotti di maiale che aspettavano di
essere mangiati da un lupo coraggioso come me! Come entrare
nella casetta di mattoni? Dall’unico ingresso aperto: il camino. Mi
infilai ma ..Ahhhhhhhhhh!!...il mio fondoschiena! Io volevo solo
mangiare no..morire di fame.
SUSANNA GIUA
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FILIPPO
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IL LUPO DI CAPPUCCETTO ROSSO
Tanto tempo fa viveva tranquillo nel bosco un lupo. Un giorno,
però, la nonna di Cappuccetto Rosso, camminando nel bosco, lo
vide e, spaventata a morte, chiamò il cacciatore. Il lupo, poverino, si
atterrì perché non aveva fatto niente di male. Così corse di gran
fretta a rifugiarsi nella sua tana. Da quel momento provò una
grande rabbia verso la nonna di Cappuccetto Rosso, perché per
colpa sua il cacciatore ormai gli dava la caccia in continuazione. Così
un giorno decise di andare dalla vecchietta per risolvere la
questione. Arrivò e, dato che la porta era aperta, entrò in casa. Vide
la nonna a letto malata e le disse: “ Nonna, per colpa tua la mia vita
è rovinata. Tutti pensano che il cattivo sia io! La nonna gli rispose:
“Lupo, ma tu mi avevi spaventata! Hai dei denti così affilati, una
bocca così grande ed io ho avuto paura!” Il lupo commentò: “Mi hai
giudicato senza conoscermi. Sono nato con questi denti e con
questa bocca ma questo non significa che io sia cattivo.” La nonna
allora disse. “ Se non te ne vai, mi metto a urlare. Sta arrivando mia
nipote Cappuccetto Rosso. Lei chiamerà il cacciatore e…”. La nonna
non finì di parlare che il lupo, accecato dalla rabbia, la divorò in un
sol boccone. Proprio in quel momento sentì la voce di Cappuccetto
che chiamava la nonna. Il lupo non poteva più scappare ma non
poteva permettere che lei chiamasse il cacciatore. Allora decise che
anche la bimbetta era un buon bocconcino e, non appena
Cappuccetto entrò in casa, se la mangiò. Era così sazio che decise di
farsi un pisolino. Passò poco tempo dopo ,vicino casa, proprio il
cacciatore il quale, sentendo un russare forte e sgradevole
provenire dalla casa, vi entrò. Vide il lupo con un addome enorme e
capì subito cosa era successo. Il lupo fece una bruttissima fine
perché il cacciatore prese le forbici e iniziò a tagliare la sua pancia.
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Ne uscirono tutte intere Cappuccetto Rosso e la nonna. Al loro
posto infilò nella pancia del lupo delle pietre, fino a rimpinzarlo e la
ricucì. Quando il lupo si svegliò , decise di andare a bere un po’
d’acqua ma il peso delle pietre lo fece cadere nel fondo del fiume e
annegò.
FRANCESCO CUCCHIELLA
SUSANNA
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LA MATRIGNA DI CENERENTOLA
Buongiorno a tutti! Il mio nome è Morgana e abito in una splendida
villa nel reame delle Nebbie Incantate. Ho due bellissime figlie di
nome Genoveffa e Anastasia e sono la matrigna di Cenerentola, da
quando mi sono risposata con il suo adorato padre. Fino a quando
mio marito non morì, eravamo una famiglia felice. Tutti mi
conoscono come la cattiva ma non è così. Che emozione! Ho
appena saputo che il re ha deciso di sposare suo figlio, quindi, il
prossimo venerdì ci sarà a palazzo un grande ballo per permettere
al Principe di scegliere la sua futura sposa, tra tutte le giovani
ragazze in età da marito. Anche mia figlia Cenerentola andrà al
ballo. Sono in ansia perché, se il Principe dovesse scegliere proprio
lei, sono sicura che non potrebbe mai essere una buona compagna.
Ogni volta che le chiedo di stirarmi un vestito, me lo porta con un
miliardo di grinze e non riesce a combinare mai nulla di buono,
quando deve riordinare la casa. Ma quante volte ancora dovrò
ripeterglielo? Allora mi viene un’idea geniale! Mi do da fare: sporco
tovaglie, rompo bicchieri e metto in disordine tutte le stanze, in
modo che Cenerentola possa imparare come prendersi cura di una
casa e del suo futuro marito. Purtroppo Cenerentola non prende
molto bene la mia decisione e si rifiuta di eseguire le faccende
domestiche. Io cerco di convincerla ma è tutto inutile. Sbraito, urlo.
Niente da fare. Ma proprio mentre penso che sia tutto inutile,
avviene il miracolo. Cenerentola si mette a riordinare la casa: lava,
stira e pulisce alla velocità della luce e, in meno di un’ora, la casa
risplende. Cenerentola è tanto impegnata a pulire,che non si rende
conto di che ora è! Io, da brava mamma, l’aiuto a sbrigarsi,
permettendole così di arrivare giusto in tempo al ballo. Prima di
uscire da casa, le raccomando di tornare per mezzanotte, visto che
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poi non si trovano più carrozze disponibili per il ritorno. Ma quella
sbadata di Cenerentola, mentre balla con il Principe, non si accorge
che si è fatto tardi. Per non perdere l’ultima carrozza, fa una gran
corsa e perde una scarpetta. Il Principe, ormai innamorato di lei,
non sa come fare per ritrovarla, perché anche lui, molto sbadato, si
è dimenticato di chiederle il nome. Solo grazie al mio intervento,
riesce a rintracciarla e a chiederle di sposarlo.
GIULIA RICOTTA
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ALESSIA
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LA MATRIGNA DI CENERENTOLA
Un giorno stavo passeggiando con le mie due figlie, Genoveffa e
Anastasia. Ad un certo punto vidi un uomo bellissimo. Vedendolo
triste, dissi alle mie due figlie di aspettare e andai da lui.
Chiacchierammo quel giorno e il giorno seguente, sempre al solito
posto. Scherzavamo e ridevamo, quando ad un certo punto lui si
fece serio e mi chiese di andare a cena da lui. Io rimasi un po’ in
silenzio, lui mi guardava aspettando una risposta. Arrossii ma poi gli
dissi di sì. Chiamai Anastasia e Genoveffa:- Oddio!! Sono cosi
agitata!! – Loro mi risposero:- Non devi, tu sei perfetta!Quell’uomo era rimasto vedovo della prima moglie ma mi piaceva
per la sua eleganza, la simpatia e la generosità. Quando arrivai alla
casa mi sembrò un castello. E mi sfuggì un U-A-O!! A fine cena si
inginocchiò davanti a me e mi chiese se volevo sposarlo. Io senza
indugio dissi un forte si! Il giorno dopo ci sposammo e incontrai sua
figlia. A prima vista, mi sembrò educata ma di certo erano meglio le
mie figlie! Passò del tempo e il mio adorato sposo morì. Ormai era
passato del tempo dalla sua morte e soprannominai sua figlia
CENERENTOLA,perché stava sempre vicino al camino. Non era brava
a fare niente! Solo una cosa riusciva a fare bene…lamentarsi! Un
giorno arrivò un invito che diceva:- IL PRINCIPE CERCA MOGLIE.
TUTTE LE FANCIULLE NUBILI SONO INVITATE DA SUA
MAESTA’ IL RE AL GRAN BALLO CHE SI TERRA’ AL PALAZZO
REALE SABATO SERA AL TRAMONTAR DEL SOLE. - Genoveffa e
Anastasia si tiravano i capelli, perché volevano essere loro le future
principesse del castello del principe. Io feci un urlo e richiamai
l’attenzione. Cenerentola come sempre origliava e mi chiese se
poteva andare anche lei. Io la guardai e le risposi un netto NO!! Era
arrivata la sera del ballo e lasciai a Cenerentola molte faccende da
fare. Eravamo nella grande sala da ballo. C’erano degli abiti
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stupendi da mille colori, delle luci rosse, verdi e rosa. Tutti stavano
ballando allegramente; alcuni con il proprio partner, altre facevano
le moine al principe per potere ballare con lui, comprese le mie
figlie. Ad un certo punto arrivò una ragazzina che se lo prese tutto
per sé! Io nel frattempo pensavo a chi poteva essere, perché aveva
qualcosa di familiare. Pensavo e pensavo quando… non la vidi più.
Era scomparsa,proprio al rintocco della mezzanotte.. Il giorno dopo
seppi che la fanciulla misteriosa aveva perso la scarpetta. Il principe
venne a casa nostra ma né a me né alle mie figlie entrò. Toccava a
Cenerentola e lei si infilò la scarpetta al piede senza alcuna
difficoltà. Non ci potevo credere!! Allora era lei la misteriosa
fanciulla. Ero talmente incredula.. Cenerentola se ne andò tutta
contenta con il suo amato principe, mentre io rimasi a casa con le
mie due figlie che urlavano.
FRANCESCA CATENA
LAURA
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LA STREGA DI HANSEL E GRETEL
Quel giorno mi alzai molto presto la mattina e come ogni giorno
iniziai a riordinare casa. Quando arrivai alla dispensa, la trovai
vuota, come sempre. Dopo tanti giorni di digiuno era vitale per me
mettere qualcosa sotto i denti. Mi ero quasi di nuovo rassegnata a
mangiare pane e cipolla, quando sentii bussare alla porta. L’ultima
volta che qualcuno aveva bussato alla porta, lo avevo cucinato
arrosto con le patate. Mi venne subito l’acquolina in bocca. Quando
andai a vedere chi fosse all’occhiolino della porta, rimasi molto
delusa: erano due piccoli e magri bambini biondi. Non li potevo
nemmeno cucinare con il brodo! Allora decisi di farli ingrassare per
avere la possibilità di farli arrosto; ma le cose andarono
diversamente. Infatti, sfortunatamente, quei due piccoli bambini
erano anche molto intelligenti e capirono subito le mie intenzioni.
Così fui costretta a imprigionarli e a farli ingrassare con la forza per
poi “compiere la mia missione di vita”. Ma anche questa volta quei
due bambini mi buggerarono. La femmina si liberò prendendo un
osso, mettendolo nel lucchetto, e, senza che me ne accorgessi, mi
spinse dentro al camino. Per fortuna pochi giorni prima avevo
perfezionato un incantesimo, per stare in mezzo al fuoco senza
bruciarmi. Così aspettai che quei due guastafeste dei bambini se ne
fossero andati e ripresi la mia vecchia vita. Da quel giorno diventai
così come sono, cioè buona e soprattutto vegetariana!
FRANCESCA BERTELLI
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FABIO V A
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LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO
Mi stavo tranquillamente rilassando sul letto, quando ad un certo
punto mi venne un brontolio alla pancia. Senza pensarci due volte,
chiamai la mia figliola (la madre di Cappuccetto Rosso) che mi
rispose subito: - Pronto? - Sono la mamma! Le dissi. Avevo molta,
ma molta fame e le chiesi: Mi puoi portare uno dei tuoi fantastici
dolci fatti in casa? Lei mi rispose che mi avrebbe mandato
Cappuccetto con una prelibata torta. Ah! Che dolce quella bambina!
Con la sua faccina, così tenera e carina, mi affascina ogni volta. Ma
come farà? Mi chiesi. Mentre aspettavo mia nipote, mi misi a
ricamarle una giacchetta di lana, nel caso avesse freddo. Certo che
farei proprio di tutto per quella dolce e tenera ragazzina! Ero a
metà lavoro, quando qualcuno bussò alla porta … E’ la mia dolce
nipotina, pensai, ma quando andai ad aprire, vidi che al posto della
mia amata nipote c’era un enorme lupo. Accidenti! Cosa ho fatto di
male? Mi chiesi. Senza sapere il perché e senza avere il tempo di
reagire, il lupo mi divorò senza pietà … Aiuto! Aiuto! Gridai dentro
il suo stomaco, ma invano, poiché nessuno mi poteva sentire. Ero
persa, non c’era speranza che qualcuno mi venisse a prendere e a
portarmi fuori da quel luogo così orrido. Era pieno di cose che nel
lungo periodo di vita che avevo vissuto, non avevo mai visto:
animali, topi morti, foglie, erba e uccelli. Avevo paura che tra poche
ore il lupo mi avrebbe digerita e quindi sarei morta. Rimasi tra me e
me per qualche minuto quando … BUM!!!!!!! La situazione non
migliorò affatto! Anzi, peggiorò! Cappuccetto Rosso era in trappola
con me! Quello era decisamente il giorno più brutto e triste di tutta
la mia vita. Accendemmo un fuoco con le ossa degli animali morti,
visto che nella pancia del lupo faceva molto freddo. Così mi feci
raccontare dalla mia dolce nipotina come era arrivata in quel posto.
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Mi raccontò la sua storia e io la mia. Era brutta la sua,perché lei
aveva creduto che nel letto c’ero io e non un enorme lupo!
Chiacchierammo ancora un po’, ma ad un certo punto sentimmo
uno sparo. Un cacciatore con un colpo di pistola uccise il lupo, gli
tagliò la pancia e ci tirò fuori. Per fortuna adesso siamo sane e salve
grazie a quel cacciatore. Ora io, la mia nipotina e il cacciatore,
nostro gradito ospite, ci meritiamo una bella fetta di torta!
LUCREZIA LEONETTI
MAILA V A
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LA MATRIGNA DI CENERENTOLA
Sono la matrigna di Cenerentola, voi tutti mi conoscete per il mio
brutto caratteraccio ma in realtà voi non sapete che sono buona.
Quando ho conosciuto il padre di Cenerentola ero una donna
povera, con due figlie, poi invece tutto è cambiato quando ci siamo
sposati. Io non sapevo che lui avesse una figlia di nome
Cenerentola. Quando l'ho conosciuta, mi sembrava una persona
simpatica ma invece non lo era per niente. Ad esempio, mentre lei
puliva, io la sgridavo e lei si arrabbiava, ma in fondo io volevo solo
insegnarle a pulire il pavimento. Inoltre era gelosa perché, mentre
lei puliva, le mie figlie perfette si dedicavano a loro stesse: trucco,
capelli, vestiti. Anche Cenerentola mi chiedeva se poteva uscire, ma
io ovviamente le diceva di no, perché non era ancora pronta per
affrontare il mondo esterno. In fondo, io cercavo solo di educarla
ma lei era molto testarda. Un giorno, al nostro rientro, trovammo
sul tavolo un invito al ballo dal principe. Che bello! Ero eccitatissima
per le mie figlie. Ovviamente Cenerentola voleva andarci, ma io le
dissi di no perché doveva rassettare casa e poi era piccola per avere
un ragazzo, al contrario delle mie figlie. Il giorno del ballo noi ci
preparammo e, mentre Cenerentola puliva, subito uscimmo.
Appena arrivata al ballo, le mie figlie andarono dal principe che
però le rifiutò, perché diceva che non erano alla sua altezza.
Quando mi girai, vidi Cenerentola con un bellissimo vestito
addosso. Subito le chiesi dove avesse preso quel vestito ma lei non
volle dirmelo, però mi vide così arrabbiata che dalla paura se ne
tornò a casa. Correndo le cadde una scarpetta. Il principe
innamorato si mise alla ricerca della proprietaria della scarpetta.
Quando entrò dentro la mia casa io, ovviamente, feci provare la
scarpetta alle mie figlie, ma non entrò a nessuna delle due. Se la
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provo allora anche Cenerentola e a lei andò. Io mi arrabbiai molto
ma in fondo ero felice per la ragazzina. Dopo qualche tempo i due si
sposarono, malgrado il mio parere contrario. Secondo me,
Cenerentola non era ancora pronta per il matrimonio.
ALESSIA RONGA
EDGAR,IL MAGGIORDOMO DEGLI ARISTOGATTI
Mi chiamo Edgar e sono il maggiordomo della signora Adelaide da
moltissimo tempo. Ogni giorno non solo mi prendo cura di lei, della
sua casa e di ogni suo capriccio ma anche dei suoi gattacci…ai quali
lascerà tutto quello che possiede. Che cosa se ne faranno i gatti
delle poltrone di pelle, dei mobili e delle mie adorate pentole? Quei
gattacci non saprebbero neanche cucinare la crema speciale alla
Edgar. Tutta colpa del Notaio. Devo essere sempre sorridente per
non far notare niente, ma voglio proprio sbarazzarmene di quei
gattacci, li odio! Ogni volta che preparo quegli intrugli per loro, i
gatti si mettono a ballare con la signora Adelaide per tutta casa,
perdendo il pelame chiazzato. Non riesco a resistere alla rabbia,
quando mi guardano con quelle faccette. C’è chi si intenerisce: io
proprio no! Li metterei tutti in una scatola e li manderei a
Timbuktu…lo volevo proprio fare. Per questo avevo deciso di
travestirmi, per portare via da questa casa quegli stupidi gatti.
Erano le 22,00, pronto per mettere in atto il mio piano e… addio
gattacci: l’eredità sarebbe stata tutta mia! Alle 23,00 tutti
dormivano. Era il mio momento, non ero stato mai così felice. Ciao
gattini e buona fortuna! Li ho presi e portati via, lontani da casa. Al
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mio ritorno la signora Adelaide era sveglia. “Come mai è già
sveglia?” Le avevo chiesto. “Edgar ho sentito un rumore e la mia
Duchessa è sparita insieme a tutti i gattini. Com’è possibile?” Meno
male –avevo pensato - adesso la mia vita sarà una pacchia. Invece,
dopo quattro giorni…Che cos’è questo miagolio? Non posso
crederci ancora quei gatti! Ma ce n’è anche un altro, quello che mi
entra sempre nella cucina. Ora c’è un gatto in più, non bastavano
già quelli che avevo? Non volevo farli vedere alla signora Adelaide,
altrimenti il mio incubo sarebbe ricominciato.
Non posso
permettermelo! “Gattini amori siete tornati dalla vostra mamma”.
Troppo tardi. “Edgar prepara la tua crema speciale ai cuccioli,
saranno affamati”… ma certo, ma certo poveri piccoli gattacci.
LUDOVICA FORSINETTI
Fly UP