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Punta di Scais, cresta Corti - On-Ice

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Punta di Scais, cresta Corti - On-Ice
Itinerari della Redazione di www.On-Ice.it
Punta di Scais, cresta Corti
Zona: Lombardia - Orobie
Partenza: Agneda (SO) (1220 m).
Quota attacco: 2450 m.
Quota arrivo: 3038 m.
Dislivello: 700 m.
Difficolta`: AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione: Nord-Ovest
Rifugio di appoggio: Rif. Capt. Luigi Mambretti
Materiale consigliato: N.d.A. in ambiente severo, selvaggio e assolutamente fuori mano e pochissimo frequentato.
Occorre una buona dose di esperienza su questo tipo di terreno.
Orario indicativo: ore 2.30 al Rifugio. ore 7.30/8.00 dall'attacco alla vetta.
Periodo consigliato: Estate
Valutazione itinerario: Eccezionale
Note
La bellissima e lunga cresta Nord-Ovest della Punta di Scais, che diparte dalla cima a dividere le vallate glaciali di
Porola e di Scais/Redorta, fu scalata per la prima volta il 22 Luglio del 1926 da parte di A.Bonola e dal grande A.Corti,
che di questa zona delle Alpi Orobie fu appassionato ed attento esploratore.
Meglio conosciuta, per questo motivo, con il nome di "Cresta Corti", costituisce il modo migliore di raggiungere la
bella ed aerea Cima di Scais.
E' tuttavia un ascensione molto impegnativa e su roccia non sempre solida e pulita, lunga e con pochissime (e
comunque difficoltose) vie di fuga. Per questo va affrontata con una più che buona preparazione alpinistica e una gran
passione per l'avventura, pur se su una cima "minore".
Descrizione
Da Agneda, 1220m, si percorre la valle di Scais sul suo lato sinistro orografico lungo la strada sterrata nella piana
prativa. Alla fine di tale piana conviene lasciare l’auto. La strada continua ripida con stretti tornanti, ma a tratti
cementata, fino alla diga di Scais 1450m e per un altro chilometro sulla sponda sinistra orografica del lago. Sin qui si
può arrivare pagando un pedaggio di 10 euro. Alcuni tornanti prima della diga un sentiero attraversa il torrente e si
inerpica nel bosco fin alla diga stessa. Corre a mezzacosta sul lago e giunge a delle case nel bosco. Fin qui si può
arrivare dalla sponda opposta seguendo il sentiero che si stacca dalla fine della strada e attraversa il fiume a monte su
un ponte. Dalle case si segue il sentiero nel bosco e con alcune radure fino alle Baite di Caronno, 1650 m, in una verde
piana. Si attraversa tale piana e si riprende la salita su un costone boscoso con conifere rade fino a sbucare verso i
1900 metri su uno spallone. Continuando si giunge al Rifugio Mambretti (2004m) posto in un punto panoramico, alto
sul fondovalle.
Dal rifugio proseguire per il sentiero segnalato a mezzacosta e anche in leggera discesa per etrare nel vallone superiore
di Scais. Giunti al ghiaione nel centro della valle, risalirlo puntando all’evidente avancorpo della Cresta NordOvest
della Punta di Scais (Cresta Corti), tra i ghiacciai di Porola (sinistra) e di Scais (destra).
Attaccare cinquanta metri a sinistra dello spigolo sul lato del Porola. Risalire per un centinaio di metri le facile balze
che sostengono l’avancorpo spostandosi leggermente a destra. Seguire fedelmente la fessura di destra delle due che
solcano tutto l’avancorpo (6 filate di II/III-con chiodi e cordini sporadici alle soste). Giunti alla sommità
dell’avancorpo seguire il filo della cresta che devia decisamente a sinistra. Qualche passo interessante di II-III si
incontra. Ci si cala in due casi a degli intagli della cresta senza difficoltà. Dopo esser rimontati considerevolmente,
superando eventualmente le difficoltà alternativamente sul lato destro o sinistro appena sotto il filo, ci si cala ad un
evidente intaglio dal versante Ovest. Di qui o si segue la variante Giudici-Longo, che scesa per dieci metri sul lato
destro, rimonta due placche con fessura (IV- e IV+), oppure, si traversa a sinistra per una piccola cenetta esposta fino
ad un chiodo e un piccolo fittone nella roccia. Di lì si sale in verticale facendo attenzione alla roccia non sempre sana.
Giunti alla fine del muro (molto esposto, 40m, IV-III, sosta su spuntoni) si prosegue fino alla vetta del Torrione
Occidentale di Scais (2970m). Si prosegue sul filo, eventualmente sul lato Nord Est, con passaggi aerei. Superate
nuove asperità, si giunge ad una selletta. Di lì si rimonta una placca facile sul lato destro e si giunge alla base delle
placche inclinate e sovrapposte. Chiodo all’inizio. Si rimonta la rampa appena sotto il filo sul lato sinistro (IV) e si
giunge su un’aerea crestina (sosta su spuntoni). Poco oltre il filo, su una placca rossastra sono presenti dei cordini da
calata. Ci si cala per 7 metri da un tetto stando attenti alla corda che potrebbe tagliarsi sulle rocce per l’angolatura
obbligata e ad atterrare sulla selletta (stare più verso nord). Rimontare l’elevazione successiva. Scendere leggermente
sul versante nord. Proseguire in cresta pochi metri e calarsi decisamente (15 metri sul versante nord, fino ad una
prima cengia ascendente, dalla quale scendere ancora ad una seconda cengia di sfasciumi più larga che porta (evitando
molte asperità della cresta semipiana) ad una crestina ed una selletta alla base della sommità. Attaccare il muro finale
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sulla destra per inerpicarsi per un diedro che porta in vetta per lo spigolo sud. Presenti 2 Crocette.
Per la discesa si hanno due possibilità:
1) Scendere per la cresta Nord (direzione Porola) per roccette non difficili (II°globale), ma esposte, marcie e instabili.
Lungo la cresta sono sì presenti chiodi, ma in discesa risultano pressochè invisibili. Giunti al di sopra dell'alta
placconata sovrastante la bocchetta di Porola Meridionale (stretta tra punta di Scais e piz Porola), cercare un grande
masso con cordino per la calata in doppia, ad approdare sul ghiacciaio. In alternativa la discesa è anche possibile lungo
certi, non facilmente individuabili, canalini friabili ai lati (Est e Ovest) della placca.
Raggiunto il ghiaccio, percorrere la vedretta del Porola fino alla base, riallacciandosi col percorso tenuto in andata.
Questa possibilità è consigliabile quando il ghiacciaio sia ancora ben innevato, causa creapacci e massi che rendono
tale bacino glaciale particolarmente insidioso a fine di stagione.
2)Scendere per la cresta Sud (via Baroni) fino a raggiungere la sommità della placca Baroni, poco sotto la vetta. Con
una calata da 15metri la si discende (sosta in loco).
Alla base della piodessa (sosta su cordino) si scende sulla sinistra (versante Est) e poi si taglia in orizzontale su una
cengia fino a riprendere la cresta alla base del torrione Curò. Da quì si piega a destra scendendo 5-6 metri per reperire
la sosta per la prima calata del canale (i cordini sono visibili solo stando vicino alla parete del torrione Curò guardando
in basso a destra). Con tre doppie da 25 metri si giunge alla base del canale roccioso riprendendo il canale (nevoso o
ghiaioso) di salita. Lo si scende fino a superare con molta attenzione le balze rocciose levigate dall'acqua e a mettere
piede sul ghiacciaio di Scais. Da questo si torna facilmente a Caronno.
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