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CERCASI NOTIZIA
DELLA SERIE
INTRIGHI IN REDAZIONE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
DI
FRANCESCO BIANCHI
1
FRANCESCO BIANCHI
CERCASI NOTIZIA
1- INT. REDAZIONE - UFFICIO DI ANGELA - MATTINO
La STANZA è buia. All’improvviso si apre la PORTA d’ingresso e la LUCE esterna schiarisce la
sagoma di una DONNA sull’uscio. Con una mano, cerca l’interruttore della LUCE.
Ora, la stanza è illuminata e notiamo giornali di diverse testate, sparsi un po’ ovunque. Sopra ogni
mobile ci sono pile di cartelle e tanto disordine. La scrivania è ricolma di carte e fascicoli d’ogni
sorta. Sotto tutto quel caos, c’è il telefono. Davanti alla scrivania ci sono due sedie, un appendiabiti
a stelo da una parte, qualche quadro alle pareti ed uno specchio.
La donna, si toglie il soprabito e lo appende all’attaccapanni. Va ad aprire la finestra, spegne la luce
e chiude la porta. Il chiarore dell’esterno, mette in risalto il caos della stanza, ma in compenso ci
presenta ANGELA graziosa quarantenne, segretaria del giornale. “LA VOCE DI FRATTANERA”
Angela si affaccia alla finestra e la vediamo di spalle. Ha un corpo agile ben proporzionato e indossa
un abito classico, che la rende elegante e raffinata.
SCORCIO PANORAMICO DELLA TRANQUILLA CITTADINA DI FRATTANERA
Angela va davanti allo specchio e vediamo la sua immagine riflessa.
ANGELA
Buongiorno Angela. Buona Giornata. Non te la prendere se non
c’è mai nessuno che ti augura una buona giornata. Ci penso io
come sempre. Questo è il destino di chi è costretto ad arrivare
sempre per primo.
SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono sulla scrivania.
Angela, va alla scrivania e cerca il telefono palpando sopra le carte. Lo trova e risponde con
professionalità.
ANGELA
La voce grossa di Frattanera. Buongiorno dica pure.(Pausa)
No, signora, De Pallis, il direttore non c’è. E’ fuori città per
…un… un congresso.
Mentre ascolta, manifesta tutta la sua antipatia per signora De Pallis, con simpatiche ed ironiche
smorfie del viso.
ANGELA
(Con finta gentilezza)
Riferirò signora De Pallis, Buongiorno a lei signora De Pallis,
arrivederla, arr…
SENTE chiudere la COMUNICAZIONE e rimane un attimo con la cornetta in mano.
2
Posa il ricevitore con un gesto seccato e lo ricopre più di prima. Quella telefonata, le ha tolto il buon
umore, ora è preoccupata e scuote il capo in segno di sventura. Prende una copia de “LA VOCE DI
FRATTANERA”, la sfoglia, si ferma su una certa pagina e scuote il capo. E’ cupa in viso e sembra
che stia aspettando una severa sentenza.
La porta si apre e appare un UOMO con una cartella in mano.
Angela alza la testa di scatto, con un’espressione di stupore, e fa sparire rapidamente il giornale.
L’uomo entra deciso e getta distrattamente la BORSA sulla SEDIA DI SINISTRA, senza centrarla.
e la BORSA cade in TERRA. Angela lo segue con lo sguardo.
ANGELA
Buongiorno <DIRETTORE>
UOMO
Buongiorno Angela.
L’uomo si ferma davanti all’attaccapanni e si sbottona il soprabito.
Angela, che non si aspettava di vederlo così presto, lo guarda a testa bassa per nascondere il disagio
che prova in quel momento, ma non rinuncia a chiedere spiegazioni e lo fa con la sua solita simpatica
ironia.
ANGELA
Già di ritorno? Averlo saputo, ti avrei passato la signora De
Pallis e avrei evitato di mandarla a … a …. a quel paese.
L’uomo guarda Angela in silenzio per capire se la donna sta scherzando o fa sul serio.
UOMO
Tu hai mandato a quel paese la signora De Pallis? Brava, un’idea
veramente geniale! Complimenti! E così, mi hai messo contro
anche la signora De Pallis. Che t’ha preso Angela?
Angela si abbandona contro lo schienale e giocherella con una penna. Finge un atteggiamento
rilassato nel tentativo di nascondere la preoccupazione che la pervade in quel momento.
Nico ha un’espressione perplessa, forse vagamente preoccupata.
ANGELA
Oh! Non te la prendere, sono stata molto diplomatica. La signora
De Pallis, la puoi mandare anche a fan… all’inferno, che non si
offende mai. Credo che quella donna abbia un debole per te, Nico.
Ultimamente non fa che chiamarti.
NICO
Le inventi da sola queste battute cretine o ti fai aiutare da
qualcuno? Io invece credo che. quella donna abbia un debole per
l’affitto e che il suo interesse per me, sia esclusivamente economico.
3
Angela ha un attimo di riflessione. Si scosta dallo schienale, posa i gomiti sul ripiano e guarda l’uomo
come se lo vedesse per la prima volta.
ANGELA
Tu non dovevi stare via una settimana? Come mai sei tornato così
presto? L’aria del nord non è di tuo gradimento, o non hai
incontrato quella persona?
NICO
Oh! sì l’ho incontrata, ma è stata di poche parole. Anzi, non ha
parlato affatto. Ai funerali, non si parla molto.
Nel frattempo si leva il soprabito e lo appende.
ANGELA
Troppo commosso?
NICO
No, troppo morto. Un camion, l’ha… l’ha… messo a tacere
per sempre.
Angela, affonda la schiena nella sua sedia, posa le mani sui braccioli e chiude gli occhi.
ANGELA
Oh! No! Che sfiga però. E così è saltato anche il finanziamento.
Nico, va davanti alla finestra, guarda fuori e gira le spalle ad Angela.
SCORCIO DELLA STRADA
NICO
(OFF)
Cosa te lo fa pensare, che il finanziamento sia saltato?
La donna indica timidamente la BORSA di Nico, ai piedi della sedia, con un sorriso un po’
malinconico.
Nico guarda la sedia con occhi interrogativi.
ANGELA
Non hai centrato la sedia.
Nico guarda Angela, sempre occhi interrogativi e alza le spalle.
NICO
Non ho centrato la sedia e allora?
ANGELA
Quando tu non centri la sedia, significa, che sei preoccupato.
4
A quel punto Nico riflette e getta uno sguardo obliquo ad Angela. I due si guardano a lungo, senza
parlare. Angela è la prima a rompere il silenzio, con tono intrigante.
ANGELA
Se una segretaria, non s’accorge di queste cose, non è una buona
segretaria.
Nico, pur lusingato per tanta attenzione, si rifiuta di prendere la cosa seriamente.
NICO
Vuoi dire che tu... Ma fammi il piacere.
Angela accenna un sorriso ironico, che sa di sfida.
ANGELA
Vuoi che ti elenchi le volte che non hai centrato la sedia?
NICO
Si… cioè no. Che cavolo vuoi elencare? Tu queste idiozie le
pensi di notte, o ti vengono in mente ogni ora del giorno?
Angela si alza e si avvicina a Nico. Pensa un attimo e gli punta un dito.
ANGELA
La prima volta è stata quando non sei stato eletto sindaco di
Frattanera…
Nico rimane lievemente impressionato da quella verità, ma non vuole ammetterlo e rimane in
silenzio.
ANGELA
…La seconda, quando tua moglie se ne n’è andata con quel
pittore squattrinato. Quella volta hai sbagliato la sedia di almeno
due metri. Vado avanti? (Pausa) La terza volta è stata quando ti
sei accorto che il tuo figlioccio non è cresciuto a tua immagine e
somiglianza.
Nico va a raccogliere la borsa, la posa lentamente sulla sedia e va verso il suo ufficio.
ANGELA
Nico, che sta succedendo?
Nico si gira di scatto e guarda Angela in viso.
NICO
Niente. Va tutto bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Angela si accosta alla scrivania con le braccia conserte. Lo guarda scuotendo il capo.
Nico indugia un attimo e sospira stancamente.
5
NICO
Vuoi la verità? Bene, avrai la verità. Tu sai che la carta va… a
rotoli.
Con lo sguardo Nico fa una panoramica della stanza.
NICO
Ecco, ora anche il giornale sta andando a rotoli. E senza quel
finanziamento, stiamo rotolando a velocità impressionante.
Quindi, si chiude bottega. Ora subito.
Angela non risponde, va alla finestra e guada fuori. Nico la osserva e si stupisce dell’apparente
indifferenza della donna.
(Stacco)
2 – INT. CAMERA DA LETTO- MATTINO
La stanza è in penombra. Sul LETTO disfatto, un UOMO e una DONNA dormono. Lei ha parte delle
GAMBE scoperte. Lui dorme su un fianco. Sparsi in terra ci sono INDUMENTI intimi femminili. Su
di una sedia, gettati alla rinfusa, ABITI maschili. Sono evidenti i segni di una lunga battaglia notturna.
SUONO IMPROVVISO (OFF) di una sveglia sul comodino.
La SVEGLIA fa sobbalzare l’uomo, che si gira sull’altro fianco. Lo squillo insistente, gli strappa un
mugolio seccato. Allunga una mano sul comodino e cerca la sveglia. La urta e la sveglia cade in terra.
Si sporge oltre il bordo del letto e la cerca palpando il pavimento. La trova e guarda l’ora.
UOMO
Cazzo! Le nove.
Scatta sul busto, posa la sveglia sul comodino e si rivolge alla ragazza al suo fianco con una pacca sul
sedere. La ragazza emette un mugolio seccato, si gira su se stessa e continua a dormire.
UOMO
Ehi! Tu, svegliati.
La ragazza non risponde. L’uomo la scuote energicamente e aggiunge un’altra pacca sul fondoschiena
nudo. La ragazza sobbalza.
UOMO
Hai tre minuti per sparire.
L’uomo scende dal letto e va velocemente sotto la doccia.
La ragazza si sveglia lentamente, contrariata per quel brusco risveglio. Fa un lungo e sofferto respiro,
scuote la testa un paio di volte, infine scende dal letto e rimane seduta sul bordo.
RAGAZZA
Ti rivedo questa sera Marco?
6
VOCE (OFF) di Marco sotto la doccia
MARCO
(Off)
No, Questa sera ho un impegno.
RAGAZZA
Allora, quando ti rivedo?
MARCO
Non lo so. Ti chiamo io.
La ragazza scatta in piedi con rabbia. Cerca la biancheria, i vestiti sparsi per la stanza e si veste in
fretta. Raccoglie alla meglio alcune cose non indossate e guarda verso la doccia.
RAGAZZA
Bastardo!
Esce sbattendo la porta.
(Stacco)
3 – INT. UFFICIO DI ANGELA – MATTINO
Angela è seduta alla scrivania e tormenta il ripiano con una penna. Nico è curvo sulla scrivania con le
mani appoggiate sul ripiano. Entrambi hanno il volto cupo.
NICO
Che ne so accidenti! Qualcosa inventeremo.
ANGELA
Allora dobbiamo fare in fretta. I creditori ci stanno addosso come
un cappotto d’inverno .
NICO
Lo so maledizione!
ANGELA
Dove abbiamo sbagliato Nico?
NICO
Che ne so! Forse i lettori vogliono emozioni forti. E se ne fregano
se la squadra di Frattanera perde o vince in casa con la Rubbiana.
Nico si scosta dalla scrivania e rimane in piedi con le mani in tasca. Entrambi sono preoccupati.
Angela azzarda una proposta temeraria.
ANGELA
Sai Nico, cosa ci manca in questo momento? Una notizia esplosiva.
Una notizia… come quella di un anno fa.
7
NICO
(Con tono deciso)
Lo so. Lo so accidenti! Ma se la notizia non c’è, mica possiamo
inventarcela. Che vuoi farci se in questo paese non succede mai
niente? Qui c’è solo brava gente che vive in armonia con tutti.
Perfino le puttane sembrano in grazia di Dio! Più sfigati di così.
Angela si strofina le mani per nascondere l’imbarazzo. Nico, che conosce quell’atteggiamento,
la guarda con sospetto.
Angela volge lo sguardo altrove per non incontrare quello di Nico. Sono attimi grevi, difficili da
sostenere, finché prende una decisione. Si alza e lentamente si affianca a Nico, lo prende sotto
braccio con simpatica malizia e insieme muovono alcuni passi.
ANGELA
Ecco…Nico…io… io avrei… qualcosa da dirti, riguardo quella
notizia. (Pausa) Che ne dici di manipolarla un tantino e riproporla
ai lettori?
Nico si scosta bruscamente da Angela e l’aggredisce con tono molto severo.
NICO
Manipolare cosa? Che ti sei messa in testa Angela?
La dura reazione di Nico costringe Angela a una strategica ritirata.
ANGELA
Niente. Cosa vuoi che mi mette in testa? Posso mettermi in testa
qualche cosa io?
NICO
(Con tono di rimprovero)
Figuriamoci, inventare notizie solo per vendere qualche copia in
più? No mai.
Anche Angela alza il tono della voce. La sua risposta è ironica, ma d’effetto.
ANGELA
È questo è il risultato: non paghiamo l’affitto da sei mesi e non
abbiamo più un foglio di carta nemmeno per scrivere una lettera.
Non abbiamo più niente, Nico, niente.
NICO
Questo non ci autorizza raccontar balle ai nostri lettori.
Angela si siede alla scrivania.
ANGELA
Quali lettori? Siamo sepolti sotto una montagna di resi, che per
mandarli al macero, ci vuole un capitale. Pensaci Nico. Potresti
anche cambiare idea. Marco è convinto che…
8
NICO
Ah! Marco! Si certo, avrei dovuto immaginarlo. Solo lui poteva
avere un’idea così scema. La mente diabolica del nostro giovane
don Giovanni ha partorito un’altra delle sue demenziali trovate e
tu ti sei lasciata convincere.
Angela va decisa all’archivio. Prende un plico di carte e lo getta con violenza sulla scrivania.
ANGELA
Non è stato il giovane… “Don Giovanni” come lo chiami tu a
convincermi, ma le fatture insolute, che languiscono in archivio.
Nico la raggiunge, posa con violenza le mani sul plico delle fatture e sbotta.
NICO
Non tentare di crearti un alibi e dimmi che avete combinato in
mia assenza.
La reazione di Nico ha reso Angela, più cauta.
ANGELA
Ecco… Marco… pe…pe.. pensa che…
Nico la guarda in pieno viso.
NICO
Tu balbetti!
Angela porta istintivamente una mano sulla bocca.
NICO
Anch’io ti conosco sai? Quando tu balbetti, significa che c’è
qualcosa che ti disturba.
Alle parole di Nico, Angela, ha un piacevole tonfo al cuore. Abbassa la testa per nascondere il proprio
disagio. Nico pronuncia la stessa frase di Angela, con molta ironia.
NICO
Se un capo, non s’accorge di queste cose, non è un buon capo.
Vuoi che ti elenchi le volte che hai balbettato?
Angela ha un attimo di smarrimento e vergogna. Deglutisce rumorosamente e si schiarisce la voce con
un colpo di tosse.
ANGELA
No, meglio di no. Ascolta tu invece. Hai presente quella notizia
di un anno fa?
NICO
Ridajjè! Hai la testa più dura del marmo di Carrara.
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Nico va verso il suo ufficio. Angela sbotta con fermezza.
ANGELA
Nico, qui, “o si fa la notizia o si muore”.
Nico si gira di scatto e le punta un dito contro.
NICO
Non fregare le battute a Garibaldi e dimentica quella notizia.
Nico entra nel suo ufficio. Angela lo segue.
ANGELA
Nico ascolta. Poi mi ammazzerai, ma prima devi ascoltarmi.
Nico, l’articolo è…
Nico si siede alla sua scrivania e Angela posa le mani sul ripiano. Nico la fissa con sguardo
indagatore.
Marco appare sulla soglia. E’ un giovane esuberante, bella presenza. Richiama l’attenzione con un
colpo di tosse.
Angela, gira la testa verso Marco, ma rimane con le mani sulla scrivania, Nico alza lo sguardo verso
la porta, poi guarda l’ora.
NICO
Non si può certo dire che sei mattiniero.
Marco chiede scusa, alzando lievemente le braccia.
Angela si scosta dalla scrivania con uno scatto improvviso e guarda Marco dritto in viso.
ANGELA
Continua tu. In fondo l’idea è stata tua.
Angela esce dall’ufficio di Nico, sotto gli sguardi sbigottiti dei due uomini.
NICO
Angela torna qui. Non è il momento di fare la rivoluzione.
Nico colpisce il ripiano della scrivania con il palmo di una mano.
NICO
Merda! Merda! Merda! Non mi ascolta più nessuno in questo
ufficio!
(Emette uno sbuffo e si calma)
Allora Don Giovanni? Sei abbastanza sveglio da dirmi che cavolo
succede? O devi ancora smaltire le fatiche notturne?
Nico si lascia cadere sulla sedia, invece Marco si siede con calma e indifferenza.
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4 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO
Angela prende la sua borsetta con gesto brusco e va verso l’uscita.
SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono.
Angela alza il ricevitore e risponde con finta calma.
ANGELA
Pronto. (Pausa per ascoltare) Mi dispiace signora, ma non posso
svelarle nulla. Saprà tutto leggendo il nostro giornale. (Pausa)
La prossima, settimana troverà tutte le copie che vorrà. (Pausa)
Grazie a lei. (Posa il ricevitore)
SUONO (OFF) del telefono.
ANGELA
Pronto. (Pausa per ascoltare) Certo signore, la notizia è verissima.
(Pausa) Vedrà caro lettore, che sul prossimo numero, troverà tutti
i dettagli che desidera… Ecco si bravo, compri il giornale. Grazie
signore. (Riattacca)
SUONO (OFF) del telefono
ANGELA
Che cavolo succede stamattina? Di punto in bianco sono diventati
tutti lettori? Pronto. (Pausa) Sì è la redazione. (Pausa) Vorrebbe
saperne di più sulla notizia di questa mattina? (Pausa) Cara signora!
Mi permetta di darle un consiglio. Si abboni al nostro giornale, è la
soluzione migliore, mi creda. Buongiorno a lei. (Riattacca)
SUONO (OFF) del telefono
ANGELA
E no, basta! Che sono io, l’ufficio informazioni?
Copre il telefono con le scartoffie e se ne va velocemente.
SUONO (OFF) del telefono che continua a squillare.
VOCE (OFF) autoritaria di Nico dal suo ufficio.
NICO
(OFF)
Angela! Rispondi a quel maledetto telefono.
5 – INT. – UFFICIO DI NICO - STESSO MOMENTO
Nico e Marco sono seduti alla scrivania, uno di fronte all’altro.
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MARCO
Ecco…Nico...Mentre tu eri via, ho rispolverato una vecchia
notizia e l’ho data in pasto ai lettori. Ho inserito anche alcune
foto, tanto per renderla più intrigante.
Nico, scatta ancora in piedi e scarica la sua collera, colpendo la scrivania con entrambi i pugni.
NICO
Cosa?
Tempestivo Marco, mette le mani avanti, tentando di placare le ire di Nico.
MARCO
Oh! Ma ho fatto un bel lavoro sai! Quando avrai letto l’articolo,
sarai orgoglioso di me. Ho preso alcune foto in archivio e con un
semplice fotomontaggio, ho confezionato una storia che salverà
il giornale da un umiliante fallimento.
Nico, con un gesto seccato, si allontana dalla scrivania. Affonda le mani nelle tasche dei pantaloni e
volge le spalle a Marco per qualche passo, poi si gira.
NICO
Io dovrei ammazzarti. Dimmi un po’ bell’imbusto è questo
che ti ho insegnato io? Rispondi. E’ questo che ti ho insegnato io?
(Stacco)
6 – INTERNO - BAR DEL PAESE – GIORNO
Angela, seduta a un tavolo, sta conversando con una giovane DONNA. Dal loro modo scherzoso
e allegro, si capisce che si conoscono bene, ma non si vedono da diversi anni.
ANGELA
Tu sei sempre la solita bugiarda. E dimmi, Katia, che hai fatto di
bello in tutti questi anni?
KATIA
Oh! Tante cose. Alcune buone altre meno buone. Per esempio,
quella di essermi sposata è stata la peggiore, per non dire un
disastro clamoroso.
ANGELA
Sposata tu? No, non ci posso credere! Sei stata sempre così
contraria al matrimonio.
KATIA
Oh! Lo sono stata per poco. In un anno mi sono sposata,
separata e ora sono in attesa di divorzio. Ce l’ho messa tutta,
ma più veloce di così non ho potuto fare.
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Angela, assume un’aria dispiaciuta e Katia, la tranquillizza, con un bonario urto sul braccio e una
risata divertita.
KATIA
Non fare quella faccia. Mica potevo passare tutta la vita con lo
stesso uomo. Se non altro per gli sganassoni che mi dava.
Aveva due mani che sembravano due pinne, quel bastardo.
Angela ascolta con interesse ed ha il volto cupo.
KATIA
“Era il suo modo di amare” diceva. Se non mi picchiava, non…
non… Capisci quello che voglio dire?
Angela annuisce con il capo e un velo di tristezza sul viso.
KATIA
Un giorno però, mi sono rotta i coglioni e l’ho mandato a farsi
fottere con una ginocchiata nelle palle.
Angela affonda il collo nelle spalle e s’immagina l’effetto della ginocchiata.
KATIA
Divorziata anche tu?
Ancora una volta Angela scuote il capo e Katia la guarda con curiosità.
KATIA
Vedova?
ANGELA
(Con un velo di tristezza)
No, single.
Katia accenna un sorriso sornione.
KATIA
Single tu, che hai sempre desiderato una famiglia con tanti
marmocchi? No, non è possibile!
Angela fa un gesto di rassegnata impotenza e Katia nota la profonda tristezza di quel gesto.
KATIA
Però, sei innamorata?
Angela scuote lievemente il capo. Katia invece annuisce.
ANGELA
Ti dico di no.
Katia si avvicina ad Angela e guarda in giro con circospezione.
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KATIA
Com’è? Com’è? Puoi dirmelo, tanto prima o poi lo scopro. Non
temere.
(Stacco)
7 – INT. UFFICIO DI NICO – GIORNO
Troviamo Marco e Nico, uno di fronte all’altro, al centro della stanza. Entrambi sono alterati.
NICO
Geniale un corno. Cosa hai scritto sul mio giornale?
MARCO
Se ti calmi, ti racconto tutto.
Nico si siede dietro alla scrivania ed emette un lungo e sofferto sospiro.
NICO
Va bene. Sono calmo. Ti ascolto e ti ammazzo dopo.
Marco si siede davanti alla scrivania.
MARCO
Ecco, così va meglio. Quel giorno di dicembre di un anno fa,
Pettinelli era in visita alla fabbrica e scoprì che il suo
amministratore manipolava i libri contabili e così, tra i due,
scoppiò una violenta lite e il giorno dopo Pettinelli fu trovato
morto per infarto in una stanza d’albergo.
NICO
E allora? Questo l’abbiamo già pubblicato a quel tempo.
Marco, avvicina la sedia alla scrivania e tenta di rendere interessante il suo racconto.
MARCO
Un anno fa, il portiere di notte dell’albergo, ci ha raccontato che
Pettinelli quella sera era in compagnia di una donna. S’è mai
saputo chi fosse quella donna?
NICO
No. Sappiamo che è rimasta in albergo solo mezz’ora.
MARCO
Poi è scappata via di corsa. Ti dice niente questo?
Nico va alla finestra, scuote il capo e punta un dito su Marco, seduto davanti alla scrivania.
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NICO
Marco, da retta a me, lasciamolo in pace Pettinelli. Rovistare
nel passato, salta fuori solo il torbido. Non mettiamo in moto un
meccanismo più grande di noi.
Marco si alza con uno scatto repentino.
MARCO
Siamo giornalisti, no! Il nostro lavoro è anche quello di frugare
nel passato, nel presente e, quando c’è possibile, anche nel futuro.
Nico cerca di mantenere la calma e ribatte con ironia.
NICO
E allora che vogliamo fare? Vogliamo andare a interrogare il
cadavere e chiedergli se la causa dell’infarto è stata una scopata
di troppo? Lascia stare, non è roba per noi.
(Stacco)
8 – INT. BAR DEL PAESE – GIORNO
Sul tavolo ci sono due TAZZINE di caffè vuote e un mezzo BICCHIERE d’acqua. Angela e Katia,
stanno ancora conversando.
KATIA
Beh! Anche se fosse sposato? Che te frega? E’ tempo di
globalizzazione no? Allora globalizziamoci e niente scrupoli.
ANGELA
E va bene. Non è sposato. Contenta ora?
KATIA
Sarai contenta tu. Il mio è sposato.
Angela ha un’espressione di rimprovero verso Katia.
KATIA
Eh! Non fare quella faccia scandalizzata! Se aspetti quelli non
sposati, cucchi poco e gli anni passano veloci, mia cara.
Il volto di Angela si chiude in un’espressione cupa. Katia intuisce e sibila.
KATIA
Credo d’aver capito. Tu stai aspettando qualcuno che non si
decide. Sbaglio?
Il silenzio di Angela ha il sapore di una conferma. Katia incalza con tono incoraggiante.
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KATIA
Datti una mossa bambina mia. Se è un bello scapolo, o un
divorziato, non fartelo scappare. Marcalo stretto e colpiscilo
ai fianchi.
Angela ha un sorriso amaro e scuote il capo.
ANGELA
Sei sempre la solita pazza.
Katia scrolla le spalle con noncuranza.
KATIA
Che vuoi fare in un mondo di pazzi? Mica l’ho inventato io il
mondo. Io ci vivo solo dentro. Allora, com’è questo misterioso
cavaliere errante?
Angela sorride amara.
ANGELA
Hai detto bene. Errante.
KATIA
Errante quanto? Errante, errante?
Angela piega la testa da un lato e scuote il capo.
ANGELA
(Guarda l’ora) Oh! Mio Dio! Com’è tardi. Devo scappare. C’è
baruffa oggi al giornale. E Nico a quest’ora, sarà fuori dalle grazie.
KATIA
Chi è Nico?
ANGELA
Il direttore. Il grande capo.
Katia fissa Angela con occhi maliziosi.
KATIA
Com’è? Com’è Questo Nico?
Angela accenna un sorriso.
ANGELA
Oh! Quante cose vuoi sapere. Comunque è divorziato da dieci
anni con una già divorziata, che gli ha lasciato un figlio avuto
dal precedente matrimonio. Ora Marco, il figlioccio, vive in un
appartamento in centro e lavora al giornale. Ho soddisfatto la
tua curiosità?
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Insoddisfatta Katia, scuote lentamente la testa. Angela si fa seria e guarda l’amica con insistenza,
Katia sente il peso dello sguardo. Si guarda per assicurarsi che non abbia qualcosa fuori posto, poi
guarda Angela e scuote la testa, come per dire “Che c’è?”
ANGELA
Mi faresti un favore Katia?
KATIA
Sì, certo. Di che si tratta?
Angela si alza e prende la sua borsetta.
ANGELA
Usciamo, ti dirò cosa fare mentre camminiamo.
Katia corruga la fronte pensierosa e segue Angela.
(Stacco)
9 – INT. UFFICIO DI NICO - GIORNO
Nico, irritato dalla proposta di Marco, esce dal suo ufficio sbattendo la porta. Marco lo segue, ed ha
tutta l’intenzione di farsi ascoltare.
MARCO
Ascolta almeno la mia invenzione. Un famigliare di Pettinelli,
vuole offrire trentamila euro, come riconoscenza, alla persona
che ha assistito il caro estinto, fino all’ultimo respiro. Così, ha
incaricato noi di trovare questa persona.
Nico si ferma di scatto sull’uscio e rimane immobile, come pietrificato.
MARCO
Naturalmente non è vero, ma noi faremo in modo che sembri
vero.
Nico si passa una mano sulla fronte in segno di disperazione. Apre la porta, esce e la richiude alle
sue spalle. Marco lo segue.
10 – EST. UNA STRADA DESERTA - GIORNO
Da lontano vediamo Marco che cerca di trattenere Nico prendendogli un braccio e questi cerca di
allontanarlo. Parlano, ma non sentiamo le loro voci. Si fermano e sembra di intravvedere la
possibilità di una tregua.
MARCO
L’articolo, invita questa persona in redazione per un’intervista.
Vuoi scommettere che tutta Frattanera verrà a raccontarci un
sacco di balle, con la speranza di avere il premio? Naturalmente,
17
noi pubblicheremo le interviste saltuariamente, inducendoli a
comprare il giornale ogni giorno. Hai un’idea di quante copie
riusciremo a vendere in questo modo?
La conversazione incalza con ritmo sostenuto, come una partita di ping - pong.
NICO
(Con tono minaccioso)
E tu, hai un’idea in che razza di pasticcio ci cacciamo, se salta
fuori che Pettinelli, la notte della sua morte, era in compagnia
di una prostituta o peggio ancora, con la <gentil> consorte di
qualche rispettabile personaggio del posto? T’immagini che
bel regalo sarebbe per il cornuto e per la famiglia Pettinelli?
Marco, per nulla turbato, sfodera ancora una volta il suo freddo cinismo.
MARCO
Se agli interessati non piace la nostra storia, possiamo sempre
vendergli l’esclusiva a un prezzo onesto.
NICO
Quindi, non te ne frega niente se qualcuno viene danneggiato
da questo scandalo?
MARCO
No, non me ne frega niente. I nostri lettori si aspettano questo
da noi: misteri, intrighi, scandali e porcherie varie. Vai a fare un
giro di notte, lungo le nostre strade e troverai tanto materiale
sporco da far tremare mezza città.
Nico annuisce con il capo, in una sorta di triste conferma.
NICO
Però noi siamo solo giornalisti e non possiamo raccontare quello
che deve ancora accadere, o ricattare la gente, solo per riempire
quattro maledetti fogli di carta. Questo lo capisci vero? (Pausa)
Rispondi. Lo capisci o no?
MARCO
Vuoi che ti dica di si? Va bene, ti dico di si. Ma non è vero. Non
capisco questo tuo buonismo del cazzo.
Nico non gradisce quella frase, ma si sforza di rimanere calmo. Riflette un attimo.
NICO
Se il mio buonismo ti disturba, puoi sempre andartene. Io non
posso darti quello che non ho. Quello che vuoi tu, lo devi
cercare altrove.
Nico riprende a camminare.
18
Marco lo segue con lo sguardo e sembra dispiaciuto dello sfogo, ma l’orgoglio gli impedisce di
scusarsi. Trova una scappatoia nell’ironia.
MARCO
Però devi ammettere che la mia, è stata una trovata geniale.
In quella frase Nico, sente un vago sapore di scuse. Si ferma, indugia un attimo, si gira e guarda il
giovane figlioccio
NICO
Io la definirei, demenziale. E i trentamila euro, chi li tira fuori?
Marco lo raggiunge con pochi passi.
MARCO
Il giornale.
NICO
Cioè io. Sempre esagerato tu. Non bastavano cinquecento euro?
MARCO
Non fare il taccagno. Più è grossa l’esca e più pesci abboccano.
Trattandosi di ricchi ereditieri, trentamila euro, mi sembra una
ricompensa equa.
NICO
Ma trattandosi di noi, che non siamo ricchi ereditieri, mi sembra
una vera follia.
Marco si ferma e con una mano trattiene un braccio di Nico.
MARCO
Suvvia Nico, cerca di vedere questa avventura come … come un
investimento. Anzi, un buon investimento. Nella peggiore delle
ipotesi, possiamo sempre pubblicare che non abbiamo trovato
nessuno, meritevole di riconoscenza e così, noi, non diamo niente
a nessuno.
Nico afferra Marco per il bavero della giacca.
NICO
Sai che ti dico Marco?
MARCO
(Con ironia)
Si lo so. Vuoi congratularti con me.
NICO
No, voglio solo dirti che sei un gran figlio di…..
Marco lo interrompe tempestivamente mettendo le mani avanti.
19
MARCO
Ferma, ferma. Ricordati che mamma è stata anche tua moglie.
Nico riflette un attimo e rassegnato lo lascia.
NICO
Allora, vaffanculo Marco. La tua messa in scena è così
maledettamente perversa… che potrebbe anche funzionare e
saremo costretti a inventare sempre di più, senza tener conto
della realtà.
MARCO
E ti lamenti? Una volta tanto, saremo i pionieri del nuovo
giornalismo.
NICO
Nuovo giornalismo? No grazie, non ci tengo affatto. Quindi per
favore, fai sparire il tuo <CAPOLAVORO>
Marco accenna un gesto d’impotenza.
MARCO
Impossibile. La notizia l’hanno già letta questa mattina.
NICO
Allora, fai subito una smentita. Maledizione!
MARCO
Altrettanto impossibile. Non abbiamo più carta.
Nico si allontana seccato, Marco lo segue con lo sguardo e un sorriso sornione stampato sul viso.
(Stacco)
11 – EST – STRADA DEL PAESE - GIORNO
Angela e Katia camminano affiancate.
ANGELA
Oh! Ma tu, vedi il sesso dappertutto? Scendi dal letto per favore.
KATIA
Be, sai… ultimamente, non ho avuto offerte migliori, quindi, mi
aspetto di tutto.
ANGELA
Cristo Santo, Katia! Vuoi che ti chieda una cosa del genere? Devi
fare solo una telefonata in redazione. Non c’è niente di osceno o
d’ illegale. Devi solo chiedere del direttore e dire che sei la figlia
di Romolaldo Pettinelli….
20
Katia ha un sussulto e sembra che faccia anche un passo indietro. Angela la prende sottobraccio
e la costringe a seguirla.
KATIA
No, no, aspetta un momento. Io… io… non credo di essere la
persona adatta. Io… io… non me la sento.
Angela si ferma e guarda Katia fissa in viso.
ANGELA
Ti prego Katia, fammi questo favore.
Katia, riflette un attimo, poi sul suo viso appare in sorriso.
KATIA
Ok. Ok. E…quando dovrei farla questa telefonata?
ANGELA
Oggi, nel pomeriggio.
Le due donne s’incamminano, parlano animatamente, ma non sentiamo la loro voce.
(Stacco)
12 – ESTERNO – IN RIVA AL MARE – TRAMONTO
Nico cammina sulla battigia a testa bassa e le mani in tasca. Gli ultimi avvenimenti l’hanno posto di
fronte a una difficile scelta e si trova in conflitto con se stesso. Cammina a lungo, finché vediamo solo
un puntino scuro in lontananza.
13 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – GIORNO
Marco è seduto alla scrivania di Angela, con le gambe allungate sul bordo. E’ pensieroso.
VOCE IMPROVVISA (OFF) di una ragazza sull’uscio.
RAGAZZA
(OFF)
E’ questa la redazione della “Voce di Frattanera”?
Marco, volge lo sguardo in direzione della voce e, contemporaneamente, lascia cadere le gambe.
In piedi sull’uscio, c’è una RAGAZZA, con un vassoio in mano.
Marco libera un angolo della scrivania e la ragazza posa il vassoio con tre caffè. Marco la guarda con
evidente interesse.
MARCO
Tu, non sei di Frattanera.
21
RAGAZZA
No, sono arrivata ieri sera tardi e questa mattina ho preso servizio
al bar come cameriera. Io mi chiamo Marina.
MARCO
Ciao Marina. Io sono Marco.
Marina accenna un lieve inchino. Marco la guarda attentamente con un sorriso ammiccante.
MARCO
Cara Marina, è il cielo che ti manda.
MARINA
(Stupita e confusa)
Ecco… Veramente è stata mia cugina Veronica che mi ha
mandato. Conosceva il proprietario del bar e allora… Oh! Ma
non farò la cameriera per sempre, molto presto farò anch’io la
giornalista.
Marco la scruta dalla testa ai piedi. Annuisce con il capo e sembra che mediti qualche cosa.
MARCO
Sono sicuro, che diventerai una brava giornalista.
Il volto di Marina s’illumina di un simpatico sorriso di ringraziamento.
MARCO
Se vuoi, puoi fare esperienza qui nel nostro giornale.
MARINA
(Raggiante)
Davvero? No, non ci posso credere!
MARCO
Sai che faccio? Ti dò subito un incarico.
Marina, prende quella proposta come uno scherzo e si mette a ridere.
MARINA
(Ironica)
Devo fare un’intervista a Mel Gibson?
Marco scuote il capo, con una nota di tristezza.
MARCO
No! Niente Mel Gibson. Per ora, devi solo fare una telefonata
qui in redazione.
Marina ha un’espressione delusa. Marco tenta di rendere interessante l’incarico, circondandolo
di mistero
22
MARCO
Oh! Ma è una telefonata importante sai? Ora ti spiego. Tu dovrai
chiedere del direttore e dirai di essere la figlia di Romoaldo
Pettinelli e che stai cercando una persona di Frattanera che sappia
darti qualche notizia sulla morte di tuo padre. Non potendo farlo
di persona, incarichi il nostro giornale. Aggiungerai, che sei anche
disposta a donare trentamila euro come riconoscenza. Tutto qui,
al resto ci pensiamo noi.
Marina guarda Marco con occhi acuti, per capire se la sta prendendo in giro.
MARCO
Resta inteso che, non dovrai parlarne con nessuno. Deve restare un
segreto tra noi due <naturalmente>.
Marina rimane ancora in silenzio. Marco attende con calma e con qualche ammiccamento, per
convincerla.
MARINA
Quando dovrei farla questa telefonata?
Marco posa le mani sulle spalle di Marina.
MARCO
Marina, sei un tesoro. Benvenuta in famiglia.
Prende un biglietto sulla scrivania e lo consegna a Marina.
MARCO
.
Puoi chiamare nel pomeriggio. E noi, potremmo vederci questa
sera.
Marco cinge ancora una volta le spalle di Marina.
MARCO
Dobbiamo parlare di tante cose. Del tuo nuovo lavoro nel giornale
per esempio. Potremmo vederci a casa mia.
Marina non vuole essere scortese, ma la proposta non la convince. Rimane un attimo in silenzio,
per cercare le parole giuste.
MARINA
Io … di solito… frequento ambienti più affollati.
MARCO
Ricordati, che io potrei fare molto per la tua carriera giornalistica.
MARINA
(Con un sorriso)
Grazie ne terrò conto. Arrivederci.
23
Marina va verso l’uscita e Marco la segue con lo sguardo e un sorriso di compiacimento.
Stacco)
14 - EST. - PIAZZA DEL PAESE – GIORNO
Nico attraversa la piazza a passi lenti e a testa bassa. Ha le mani in tasca ed è assorto nei suoi pensieri.
SUONO IMPROVVISO (OFF) Voce del Commissario ALBERTI, alle spalle di Nico.
ALBERTI
(OFF)
Scusi Signor Lorenzi
Nico si ferma con una smorfia di disapprovazione e si gira verso il Commissario.
NICO
Salve Commissario.
Alberti saluta con la mano all’altezza della fronte
ALBERTI
Le dispiace se l’accompagno?
NICO
Affatto. Di questi tempi, avere un Commissario di Polizia, come
scorta è piuttosto rassicurante.
Con un gesto della mano, Alberti invita Nico a proseguire. Parlano, ma non sentiamo le loro voci.
Davanti ad un portone si fermano, si salutano. Il Commissario prosegue e Nico scompare all’interno
del portone.
15 – INT. – SCALE - UFFICIO - DI NICO – SERA
Nico percorre tutto l’interno che porta al suo ufficio.
(Stacco)
16 – INT. – UFFICIO DI ANGELA - SERA
Angela entra nel suo ufficio posa le sue cose, si siede dietro la scrivania e apre un registro (o altro)
SUONO (OFF) del telefono
Alza il ricevitore e mentre ascolta, non risparmia silenziosi commenti di disappunto.
Nico appare sull’uscio.
24
Angela copre il microfono con una mano e con l’altra schiocca le dita, per richiamare l’attenzione di
Nico.
NICO
(A bassa voce)
Riccardi?
Angela, annuisce con la testa e Nico agita l’indice e scuote il capo. Angela lo guarda con disappunto.
ANGELA
Riferirò signor Riccardi. Buona giornata.
Angela riattacca e guarda Nico con sguardo severo.
NICO
Via quella faccia. Ho una notizia che ti ridarà il buon umore.
Ha telefonato la figlia di Romolado Pettinelli.
Angela abbassa il capo con vergogna.
ANGELA
Lo so.
NICO
(Stupito) Come lo sai?
ANGELA
Ecco Nico… io… C’è una cosa che non sai.
NICO
Ne parleremo dopo. L’articolo che tu e Marco avete pubblicato,
non è più falso. Non so per quale stregoneria, ma è così.
Nico cammina per la stanza e Angela lo segue con lo sguardo, sbigottita più che mai.
NICO
La figlia di Pettinelli…
ANGELA
Katia.
NICO
No, Luciana
ANGELA
Katia.
NICO
A me ha detto che si chiama Luciana
25
ANGELA
Invece si chiama Katia. E se mi lasci parlare, ti spiego tutto.
SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono nell’ufficio di Nico.
Nico va a rispondere al telefono e Angela emette uno sbuffo per il momentaneo scampato pericolo.
La porta d’ingresso si apre lentamente e appare il volto cupo di Katia.
ANGELA
Katia! Che ci fai quì?
KATIA
(Mortificata e a bassa voce)
Scusami Angela. Io volevo dirti che quella telefonata non l’ho
fatta e non la posso fare.
Angela la guarda incredula e contrariata.
Katia si guarda in giro, fa qualche passo verso la scrivania e parla sempre a bassa voce.
KATIA
No, non l’ho fatta. Perché... perché non voglio essere coinvolta.
Katia è di fronte ad Angela, a testa bassa, come se si vergognasse. Si guarda ancora attorno per
assicurarsi che siano sole e parla sempre a bassa voce.
KATIA
Quella notte del dieci dicembre di un anno fa, c’ero io in quella
camera d’albergo con il commendator Pettinelli. Capisci perché
non posso fare quella telefonata?
Angela spalanca occhi e bocca contemporaneamente. Porta le mani sulla fronte e, dopo qualche
attimo, comincia a passeggiare avanti e indietro per la stanza.
ANGELA
Ho! Cristo Santo! Tu eri con Pettinelli?
Katia è costretta a continui spostamenti della testa, per mantenere lo sguardo su Angela, che insiste nel
suo girovagare per la stanza.
ANGELA
Allora chi ha telefonato in redazione?
KATIA
Lo chiedi a me? Che ne so io?
ANGELA
Che rapporti avevi tu, con Pettinelli?
26
KATIA
Rapporti di lavoro e nient’altro.
Angela si ferma di scatto e lancia un’occhiataccia pesante a Katia.
ANGELA
Rapporti di lavoro, in una camera d’albergo?
KATIA
Mi aveva promesso che mi avrebbe aiutato nell’ambiente del cinema
e io gli ho creduto. Sarei andata anche sulla punta di un parafulmine,
se fosse stato necessario.
Angela fissa Katia, aspettandosi il peggio.
ANGELA
Ed è morto... mentre...
Katia ha una reazione seccata.
KATIA
Che cazzo dici Angela? Quando mi sono resa conto che voleva
solo scopare, gli ho dato il classico calcio nei testicoli. Mica
faccio quelle cose io. Cioè, le faccio, ma non con il primo porco
che incontro per strada.
ANGELA
Quindi, il Commendatore lo hai lasciato vivo?
KATIA
Certo, che l’ho lasciato vivo. Mica ammazzo la gente perché mi
vuole scopare! Dovrei fare una strage allora.. Era vivo, era vivo,
anzi, vivissimo. Con i testicoli in fiamme, ma vivo.
Angela sembra assente. Il suo pensiero è altrove.
ANGELA
Allora, chi ha telefonato in redazione?
KATIA
Che accidenti ne so io! Sarà stata la vera figlia di Pettinelli.
Non era quello che volevi?
Angela scuote il capo per niente convinta.
17 – INT. – UFFICIO DI NICO – STESSO MOMENTO
Nico è seduto dietro la sua scrivania, parla al telefono e lo vediamo di spalle. Non sentiamo la sua
voce.
27
18 – INT. - UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO
Angela è di spalle alla finestra. Katia è seduta davanti alla scrivania ed è girata verso Angela.
Marco entra e il suo sguardo cade subito su Katia. Angela gli va incontro strofinandosi le mani per
attenuare il nervosismo del momento. Marco si rende conto della situazione e la guarda con occhi
indagatori.
ANGELA
E’ successo una cosa incredibile.
NICO
Sono d’accodo con te. È davvero incredibile vedere tante belle
cose assieme in una donna solo. (Indica Katia)
Katia gli regala un simpatico sorriso.
ANGELA
Piantala Marco, Non è il momento.
MARCO
Perché non mi presenti questa adorabile creatura?
Angela fa una smorfia di disappunto e fa le presentazioni nel modo più breve possibile.
ANGELA
Katia. Marco.
Katia e Marco si stringono la mano, ma sono subito interrotti da Angela.
ANGELA
Nico ha ricevuto una telefonata dalla figlia di Pettinelli.
MARCO
Lo so.
Angela ha una smorfia di stupore.
ANGELA
Te l’ha detto Nico?
Katia ascolta e li guarda come se seguisse una partita di tennis.
MARCO
No. Lo so perché è stata Marina a telefonare.
ANGELA
No, si chiama Luciana.
MARCO
Macché Luciana. Si chiama Marina.
28
Angela emette uno sbuffo d’impazienza.
ANGELA
Nico mi ha detto che si chiama Luciana.
MARCO
In realtà si chiama Marina.
Katia alza timidamente un dito per chiedere la parola.
KATIA
Scusate: Vi dispiace litigare più vicini? Rischio il torcicollo con
questo movimento rotatorio. Grazie.
ANGELA
(A bassa voce) Ti ripeto che si chiama Luciana.
MARCO
No, è Marina, la ragazza del bar. Le ho chiesto io di telefonare in
redazione e fingersi la figlia di Pettinelli. Fra poco ci porterà il
caffè e la conoscerai.
Angela si rende conto di essere di fronte a una situazione imprevedibile. Porta una mano sulla fronte
e sembra ridere di un riso misto a disperazione.
KATIA
Scusate se m’intrometto nei vostri affari? Per caso è la stessa
telefonata che avrei dovuto fare io?
Marco si rende conto della situazione, scopre il viso e si mette a ridere.
ANGELA
Che potevo fare? Nico era talmente contrario a quell’articolo.
MARCO
(Ridendo) Non c’è niente da dire, siamo due geni noi due.
Katia guarda Marco e Angela in alternanza con occhi indagatori. E’ evidente che non ha capito
nulla di ciò che sta accadendo.
SUONO IMPROVVISO (OFF) di qualcuno che bussa alla porta d’ingresso.
Marina entra lentamente con un vassoio di caffè.
MARINA
Permesso.
Allegramente, Marco presenta Marina, allungando un braccio.
29
MARCO
Eccola qua. Vi presento la signorina Pettinelli. Grazie Marina,
hai fatto un ottimo lavoro.
Marina si ferma di scatto e sul viso appare un’espressione addolorata, o quanto meno dispiaciuta.
MARINA
Oh! Mio Dio! Ho dimenticato di fare la telefonata. Con tutto il da
fare nel bar, mi è passato di mente.
Marco e Angela, la guardano con occhi interrogativi.
MARINA
Scusami Marco! Se vuoi, posso farla ora.
Marco e Angela, incrociano gli sguardi in cerca di una spiegazione.
Marina posa il vassoio sulla scrivania.
MARINA
Torno più tardi per ritirare il vassoio. Scusami ancora Marco.
Marina esce chiudendo la porta dietro di se.
21 – INT. – UFFICIO DI NICO – STESSO MOMENTO
Nico riattacca il telefono. Quella telefonata, sembra avergli dato un po’ di serenità. Si lascia andare
contro lo schienale della poltrona e si gode un momento di relax e nello stesso momento medita come
agire.
22 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO
Angela cammina avanti e indietro per la stanza, facendosi mille domande.
ANGELA
Io mi chiedo chi può aver telefonato a Nico, se non è stata Katia
e nemmeno quella ragazza, chi è stato?
KATIA
Bella domanda. Sarà stata la vera figlia di Pettinelli.
Marco non sembra preoccupato e ci scherza pure.
MARCO
A caval donato non si guarda in bocca. Dov’è ora Nico?
Nico esce dal suo ufficio, con la faccia cupa.
30
NICO
Il Commissario Alberti ci sta stringendo alle corde come avevo
previsto.
Nico guarda tutti, poi il suo sguardo cade su Katia, infine di novo su Angela, che si sente in dovere di
dare alcune spiegazioni. Indica prima Katia.
ANGELA
Lei è Katia
Entrambi si salutano con lo sguardo e un lieve cenno del capo.
KATIA
Io… credo… credo di aver fatto molto tardi. Buonasera a tutti.
ciao Angela.
ANGELA
Ciao Katia.
Nico va alla finestra, guarda fuori.
NICO
Katia… Katia… Dove ho sentito questo nome.
Angela rimane in silenzio a testa bassa in attesa di giudizio e la conseguente condanna.
NICO
Angela! Angela! Come hai potuto pensare che io potessi credere
a una telefonata, arrivata dopo la pubblicazione dell’articolo. Non
sono così stupido.
Angela non osa alzare lo sguardo e si prepara al peggio.
ANGELA
Perché te la prendi solo con me? Anche Marco ha avuto la mia
stessa idea. Avanti Marco, diglielo.
MARCO
Tu eri talmente contrario a quella notizia. Così ho convinto la
ragazza del bar a spacciarci per la figlia di Pettinelli. E Angela ha
fatto la stessa cosa, con una sua amica.
Nico si gira lentamente. Marco e Angela, si preparano a ricevere la punizione. Il volto cupo
di Nico si trasforma in un sorriso rassicurante.
Marco e Angela, si passano una mano sulla fronte, come se in quel momento grondassero di sudore.
NICO
Nonostante io non sia d’accordo con quello che avete combinato,
devo ammettere che siamo una bella squadra.
Marco e Angela si guadano stupiti. Nico rimane in silenzio qualche attimo, poi sorride sornione.
31
NICO
Sapete che anch’io ho avuto la stessa vostra idea?
Angela e Marco, rimangono un attimo in silenzio e si guardano ancora, sbigottiti più che mai e
Nico si mette a ridere.
NICO
A me non serviva la telefonata, a me è bastato inventarla.
Nico fissa i volti sconvolti dei due collaboratori.
NICO
Vi stupisce che anch’io sappia barare? Sapete? Barare è la
prima cosa che s’impara in un giornale, ma è meglio non
farci l’abitudine.
ANGELA
(A voce e testa bassa)
Che bastardo!
Angela e Marco, scuotono la testa e sorridono sollevati.
MARCO
Credevo d’essere l’unico bastardo del giornale invece...
Il volto di Nico esprime contemporaneamente rassegnazione e pazienza.
NICO
Non mi avete dato altra scelta. Dopo la vostra pugnalata alle spalle,
non potevo certo perdere la mia autorità, accettando di pubblicare
una notizia falsa. E d’altra parte, non potendo confermare, o smentire
la notizia, ho ingoiato il rospo e ho inventato la telefonata della figlia
del commendator Pettinelli. Ma vi giuro che se avremo un futuro con il
giornale farò in modo che di questa storia non rimanga nemmeno il
ricordo. Non dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto. Chiaro?
MARCO
E con il Commissario Alberti come ci regoliamo? Hai detto che
ci sta stringendo alle corde.
Nico si allontana dagli altri e assume l’atteggiamento da vecchia volpe che sa muoversi tra gli intrighi
e le difficoltà.
NICO
Il Commissario Alberti, non sarà più un problema. Gli ho raccontato
tutta la storia, la verità intendo. E ho scoperto che nella sua carriera,
gli manca un caso clamoroso. E così ed è disposto a fare carte false
e … anche <articoli falsi>, pur di avere il suo caso importante.
Quindi se ne frega se il nostro articolo è vero o è falso. Inoltre,
vuole riaprire il caso Pettinelli e chiede la nostra collaborazione.
32
Angela e Marco si guardano, poi si lasciano andare con un grido liberatorio e battono il cinque con
entusiasmo.
MARCO
(Esulta)
Davvero una bella botta di culo. Cosa si aspetta da noi il
Commissario? Noi non siamo investigatori.
NICO
Giornalisti si nasce, investigatori si può diventare. E noi lo
diventeremo.
Angela guarda fuori alla finestra.
ANGELA
Si tratta d’interrogare tutta quella gente che cammina per strada?
MARCO
Tutta no, basta azzeccare quella giusta.
La porta si apre e Marina appare sull’uscio.
MARINA
Posso entrare?
MARCO
Sicuro che puoi. Entra pure Marina.
Marina, rimane sull’uscio, intimidita e imbarazzata. Ha la testa bassa e la voce tremula
MARINA
Ecco... io...io avrei dovuto dirvelo prima, ma... non ero ancora
sicura di fare bene.
Nico, Angela e Marco, si guardano increduli. Marina li guarda per carpirne la reazione.
MARINA
Io, non mi chiamo Marina.
Nico, Angela, e Marco si guardano ancora con stupore, poi guardano la ragazza con aria interrogativa,
come per domandarle di spiegarsi meglio.
MARINA
Io sono Luana Pettinelli e da sei mesi sono la figlia di Romoaldo
Pettinelli.
Tutti gli altri rimangono a bocca aperta. Superato l’imbarazzo, Nico guarda Angela e Marco,
con occhi accusatori.
NICO
Se è un’altra delle vostre stupide trovate, vi strappo gli occhi.
33
Angela e Marco alzano le mani in segno di resa.
LUANA
Mia madre ha avuto una relazione con Romualdo Pettineli e da
quella relazione…. Qualche mese prima della sua morte, mio
padre aveva iniziato le pratiche per il mio riconoscimento e da
sei mesi sono ufficialmente la figlia di Romoaldo Pettinelli.
Quell’incredibile rivelazione ha generato un silenzio quasi innaturale.
Luana Pettinelli prende un documento da una tasca e lo consegna a Nico che, dopo averlo controllato,
guarda Marco e Angela annuendo con la testa. Infine, restituisce il documento a Luana.
NICO
Piacere di conoscerla signorina Pettinelli. Non immagina quanto
sia gradita la sua presenza.
LUANA
Perdonatemi se mi sono presentata con un altro nome. Sono
venuta a Frattanera in incognito, per saperne di più sulla morte
di mio padre. Il vostro articolo, mi ha colto di sorpresa e non
sapevo se potevo fidarmi di voi. Invece ora sono sicura. (Pausa)
Per favore, volete aiutami a scoprire com’è morto mio padre?
Angela e Marco, guardano Nico e annuiscono con il capo.
NICO
Lei crede che ci sia qualcosa da scoprire?
LUANA
Molte cose attorno alla morte di mio padre non sono state
chiarite e le indagini sono state sospese troppo in fretta. Sembra
che qualcuno abbia avuto l’interesse a tenere nascosta la verità.
Nico guarda Angela e Marco, con occhi interrogativi, che rispondono annuendo con il capo.
Dopo averli guardati ad uno ad uno, Luana ringrazia con un cenno del capo.
Dopo alcuni attimi d’incertezza, Marco, sprona Angela con una gomitata e l’invita a dire qualche cosa.
Lei passa la gomitata a Nico, che ha sua volta, la restituisce ad Angela. Infine Angela capisce che la
patata bollente è nelle sue mani. Invia una smorfia di disappunto ai due uomini e decide di osare. Alza
un dito e con un colpo di tosse.
LUANA
L’articolo parlava di trentamila euro vero?
Angela, Marco e Nico si guardano stupiti. Alzano le spalle e girano la testa da un lato come per dire:
“faccia lei”
Luana sorride. Da una tasca prende un assegno, lo guarda e lo porge. Marco e Nico fanno per
prenderlo, ma Angela li blocca con un gesto discreto. Luana posa l’assegno sulla scrivania.
34
I tre giornalisti fissano L’ASSEGNO sulla scrivania.
LUANA
Bene signori. Spero di avere presto buone notizie.
Luana va verso l’uscita, poi si gira.
LUANA
Grazie per l’invito Marco, ma non credo che… Marina accetterà.
Angela e Nico guardano Marco con rimprovero. Marco per tutta risposta, fa capire con un gesto che,
in effetti, ci aveva provato. Aggiunge un colpo di tosse per mascherare l’imbarazzo.
MARCO
Oh! Sì certo capisco. Comunque l’invito a far pratica nel nostro
giornale è sempre valido.
Marco guarda Angela e Nico per una conferma.
Angela abbassa il capo e sorride con malizia. Nico, preso alla sprovvista, pensa un attimo e alza le
spalle in segno di consenso.
LUANA
Questo sì, con piacere. Arrivederci.
TUTTI
Arrivederci.
Nico, Marco e Angela, si guardano a lungo senza parlare. Sembrano storditi dagli eventi. Poi tutti e tre
si avventano sull’assegno. Angela schiaffeggia le mani dei due uomini e le allontana. Prende l’assegno
lo mette nel cassetto sotto gli sguardi contrariati di Nico e Marco. Tutti e tre fissano il cassetto.
ANGELA
E’ tutta vera questa storia, o è stata solo un’allucinazione?
Guarda il cassetto e lo apre lentamente, quasi timorosa. Nico e Marco cercano di sbirciare e Angela lo
chiude subito.
ANGELA
L’assegno c’è davvero, ma non si tocca.
Angela si pone a difesa del cassetto.
ANGELA
Voi andate a fare gli investigatori. Farò buona guardia io
all’assegno.
NICO
Comincia tu Marco. Io devo chiarire alcune cose con questa
signora. E non perderti dietro alla prima gonna che ti passa
vicino.
35
MARCO
Perché non dovrei?
Esce, salutando vagamente con una mano.
Angela scuote il capo con un sorriso sornione.
ANGELA
Già, perché non dovrebbe? Ha avuto un ottimo maestro il
giovane Don Giovanni.
NICO
Che fai sfotti?
ANGELA
No. Da te ha imparato anche l’arte della seduzione e ora sta
mettendo in pratica i tuoi insegnamenti.
NICO
No, tu sfotti. Ora però, pensiamo a cose più serie. Angela, vuoi
tu prendermi come tuo legittimo…
ANGELA
Sì
NICO
Aspetta, non ho ancora finito. Come tuo legittimo direttore e
mollarmi subito l’assegno?
Angela si affretta a mettersi in difesa del cassetto.
ANGELA
No.
NICO
Angela… l’assegno.
Angela scuote il capo.
NICO
Almeno fammelo vedere.
Angela prende l’assegno dal cassetto e glielo sventola davanti agli occhi. Nico tenta di strapparglielo
dalle mani e lei sguscia via facendosi scudo con la scrivania. Si rincorrono girandole attorno.
(Dissolvenza)
23 – EST. – UNA STRADA DESERTA - SERA
In lontananza vediamo Angela e Nico che camminano affiancati. Parlano ma non sentiamo le loro
36
voci. Man mano che si avvicinano, le parole diventano comprensibili.
ANGELA
Marco troverà una brava ragazza che lo metterà sulla strada
giusta, vedrai. Io invece mi preoccupo per un distinto signore,
che non vuole rassegnarsi a essere soltanto un distinto signore.
NICO
Di chi stai parlando?
ANGELA
Di un vecchio Don Giovanni di mia conoscenza.
(Dissolvenza)
FLASHBACK Ricordo recente di Angela con Katia. Frammento scena 8
24 – INT. – BAR DEL PAESE – MATTINO – PENSIERO DI ANGELA
Angela rivede e ricorda le parole di Katia.
KATIA
Credo di aver capito. Tu stai aspettando qualcuno che non si
decide. Datti una mossa bambina mia. Se è un bello scapolo,
non fartelo scappare. Marcalo stretto, colpiscilo al fianchi.
SUONO IMPROVVISO (OVER) voce di Nico.
NICO
Angela.
Angela si scuote con un sobbalzo.
RITORNO AL PRESENTE
25 – EST. UNA STRADA DESERTA – CASA DI ANGELA - SERA
NICO
Non è casa tua, quella?
Angela annuisce con il capo. Sul suo volto è apparso un velo di tristezza, celato dall’ombra della notte.
Rimangono a guardarsi per un lungo momento.
Ora anche Nico sembra dispiaciuto di lasciarla ed è indeciso se dire qualche cosa o tacere ancora.
ANGELA
Hai impegni per questa sera?
Nico scuote il capo.
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ANGELA
Se non hai impegni... potresti restare a cena da me.
Nico pensa un attimo.
NICO
Credi sia una buona idea? (Pausa) Ora che ci penso, sai che
non sono mai entrato in casa tua?
Anche se certa, Angela finge di pensare.
ANGELA
Già, è vero. Le poche volte che mi hai accompagnato, ci siamo
sempre fermati qui dove siamo ora. (Pensa) Per dieci anni. Un
primato mondiale.
NICO
Ti sei mai chiesto il perché?
ANGELA
No, mai.
(Poi si corregge)
Non è vero. Me lo sono chiesta ogni volta, ma sempre senza
risposta.
NICO
Anch’io me lo sono chiesto e mi sono dato la risposta. “Sta
alla larga da questa donna e non entrare in quella casa.”
ANGELA
Perché? Mica è una casa stregata, la mia.
NICO
Non lo so, qualcosa mi dice che se entro in quella casa non ne uscirò
più. Qualcosa di stregato deve esserci.
Angela ride divertita. Sono fermi davanti al portone, parlano, ma non sentiamo le loro voci. Angela
apre la porta, Nico indugia un attimo, infine entrano e la porta si richiude alle loro spalle.
La casa rimane in P.P. per alcuni istanti. Poi, si allontana lentamente dalla nostra vista, fino a diventare
un puntino nero. Infine, diventa parte di quel paese tranquillo, ma non troppo, che si chiama
FRATTANERA.
FINE
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CERCASI NOTIZIA
PERSONAGGI
RUOLI
1) NICO LORENZI
2) ANGELA
3) MARCO VERSARI
4) KATIA
5 ) MARINA
6) ALBERTI
7) UNA RAGAZZA
VARIE COMPARSE PER ESTERNI
Direttore del giornale
Segretaria del giornale
Giovane allievo e socio di Nico
Amica di Angela
Ragazza del bar
Commissario di Polizia
Occasionale compagna di Marco
CERCASI NOTIZIA
SINOSSI
Un giornale di provincia, sta attraversando una profonda crisi economica. Mentre Nico, il direttore, è
in viaggio per incontrarsi con un probabile finanziatore, Marco, suo figliastro, escogita un sistema per
incrementare le vendite del giornale, sfruttando una vecchia notizia e la fa pubblicare.
Angela, fidata segretaria di Nico, non osa confessare che la notizia è già stata pubblicata e passa la
patata bollente in mano a Marco. Il giovane rampante spiega la sua trovata con freddo cinismo, che
stupisce Nico, seppur più esperto e vissuto.
La tanto scandalistica notizia, si riferisce a un fatto clamoroso accaduto un anno prima, quando il
commendator Romoaldo Pettinelli fu trovato morto in una stanza d’albergo.
Per renderla ancora più ghiotta, Marco ha pubblicato che un famigliare di Pettinelli offre una
ricompensa di trentamila euro a chi darà informazioni sulla morte del caro estinto.
Angela sa che Nico non accetterà mai di scendere a compromessi, così, convince l’amica Katia a
telefonare in redazione e spacciarsi per la figlia di Pettinelli. Anche Marco, non potendo spuntarla con
Nico, ha la stessa idea di Angela e convince Marina, una ragazza che fa la cameriera in un bar, a
telefonare in redazione e spacciarsi per la figlia di Pettinelli.
Nico, consapevole che la notizia ormai è di pubblico dominio e non può smentirla, inventa una
telefonata della figlia di Pettinelli, che lo incarica di trovare la persona che è stata vicina a suo padre
negli ultimi attimi di vita. Quando Nico, informa Angela della provvidenziale telefonata, la poveretta
si sente in colpa e tenta di spiegare l’equivoco, ma Nico, mantiene la sua posizione per non perdere il
suo alibi. Gli eventi precipitano. Katia confessa ad Angela di non aver fatto quella telefonata. A quel
punto Angela, si convince che esiste davvero una figlia di Pettinelli. Trionfante, informa Marco, ma
questi le rivela che la telefonata l’ha fatta fare alla ragazza del bar, ma questa appena può informa
Marco che ha dimenticato di telefonare perché troppo presa dal lavoro. Allora, la figlia di Pettinelli
esiste. Bel colpo di fortuna. Mica tanto. Nico ammette che la telefonata è una sua invenzione. Intanto il
Commissario Alberti indaga e arriva in redazione. Nico, da vecchia volpe, intuisce che il commissario
ha un sogno nel cassetto: risolvere un caso clamoroso. Racconta tutta la verità al Commissario, che si
dimostra clemente pur di avere il suo caso importante e chiede la collaborazione del giornale.
Gaudio in redazione. Nico ha salvato la sua dignità e l’autorità di capo. Marco, con la sua invenzione,
ha salvato il giornale. I lettori hanno la loro ghiotta notizia, il Commissario il suo caso importante.
Non manca più niente. No, manca una cosa... mancano i trentamila euro.
Marina, rivela la sua vera identità. Fa la cameriera al bar, ma è arrivata a Frattanera, per saperne di più
sulla morte di suo padre, ed è disposta ad offrire trentamila euro a chi saprà darle notizie utili, perché
lei è Luana Pettinelli, figlia del commendator Romoaldo Pettinelli e, naturalmente affida l’incarico al
giornale <LA VOCE DI FRATTANERA>
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