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Programma Specifico di Prevenzione 2013-2015

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Programma Specifico di Prevenzione 2013-2015
Programma Specifico di
Prevenzione
2013-2015
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
INDICE
NOTA INTRODUTTIVA……………………………………………………3
QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO………………………………4
Quadro economico…………………………………………………………4
Quadro legislativo ................................................................ 6
Unione europea ................................................................... 6
Ordinamento nazionale ......................................................... 8
I RISULTATI IN PROSPETTIVA……………………………………..11
Obiettivi di Riciclo e Recupero ........................................... 11
PREVENZIONE…………………………………………………………….12
I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni ........... 13
Intercompetizione tra materiali da imballaggio ................. 14
Rapporto peso imballaggio/peso contenuto ...................... 16
Ottimizzazione Imballaggi ................................................. 17
In Europa ........................................................................... 17
ATTIVITA’ ISTITUZIONALI…………………………………………..19
Imballaggi in plastica immessi al Consumo ....................... 19
Raccolta differenziata ........................................................ 20
Selezione ........................................................................... 24
Riciclo ................................................................................ 25
Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica ................... 25
Riciclo imballaggi da Commercio e Industria .......................... 27
Promozione Riciclo ............................................................. 28
Recupero Energetico .......................................................... 29
Utilizzo della plastica in acciaieria ......................................... 29
Utilizzo della plastica in gassificazione................................... 30
COMUNICAZIONE ............................................................... 32
RISULTATI ECONOMICI E INNOVAZIONE ........................... 33
1
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Risultati economici ............................................................ 33
Ricavi ............................................................................... 33
Costi ................................................................................ 33
Sistemi Informativi ............................................................ 35
Adeguamento tecnologico……………………………………………………………35
Adeguamento applicativo…………………………………………………………….35
Certificazioni ...................................................................... 36
Ricerca e Sviluppo.............................................................. 36
INDICATORI ONR………………………………………………………..37
2
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
NOTA INTRODUTTIVA
Dal 1° Ottobre 2012 è stato ulteriormente abbassato il Contributo
Ambientale CONAI sugli imballaggi in plastica portandolo a 110 €/ton
(era 160 e poi 140 €/ton, rispettivamente nella prima e nella seconda
metà del 2011, 120 €/ton dal 1° Gennaio 2012).
Vista la difficile congiuntura in cui le imprese si trovano a operare e le
disponibilità finanziarie, CONAI, su proposta di COREPLA, ha ritenuto
giusto dare un segnale in controtendenza per dare respiro alle imprese
stesse.
A partire dal secondo semestre 2014 si renderà necessario un
adeguamento del CAC (140 €/ton) per mantenere l’equilibrio
patrimoniale.
Il sistema consortile ha saputo ottemperare appieno al suo ruolo
istituzionale. In sostanza, pur in un passaggio di grandi difficoltà
economiche, gli obiettivi posti dalla normativa continuano ad essere
perseguiti con confermata efficacia, migliorata efficienza ed economicità
di medio periodo.
3
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO
Quadro economico
L’analisi della Banca d’Italia descrive un 2012 di grande difficoltà, con un
ultimo trimestre che tradisce le attese di ripresa e traccia un quadro
futuro ancora irto di ostacoli. La crisi sembra stemperarsi negli ultimi
mesi del 2013, ma l’uscita è tuttora rimandata. Alla debolezza del
sistema Italia si aggiunge infatti la debolezza del contesto internazionale
e del quadro congiunturale nell'area dell'euro, dove però le tensioni sui
mercati finanziari sono in sostanziale allentamento a seguito dell'azione
monetaria, dei progressi a livello europeo e delle politiche nazionali.
In Italia la fase ciclica resta debole anche nei mesi iniziali del 2013 e sono
principalmente gli scambi con l'estero extra UE a sostenere ancora
l'attività produttiva.
Aumentano le persone in cerca di lavoro e la cassa integrazione.
L'inflazione scende ma le condizioni del credito restano ancora tese. Le
ultime assunzioni sul PIL 2012 ne quantificano la flessione in -2,4%, con
un quarto trimestre particolarmente negativo.1
La
caduta
dell'attività
potrebbe arrestarsi nel corso
del secondo semestre del
2013, pur rimanendo negativa
(-1%)
e
tornerebbe
lievemente positiva solo nel
2014.2 In questo contesto, è
chiaro che si allontana la
ripresa a breve termine dei
consumi
delle
famiglie.
Consumi che, nel 2012, sono
calati del 3,9% in termini medi
annui. 3
1
BANCA D’ITALIA “L’Economia italiana in breve n°71”, marzo 2013
BANCA D’ITALIA “Bollettino Economico n°71”, gennaio 2013
3
Istat “PIL e indebitamento AP”, 01/03/2013
2
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
A ulteriore riprova dello stato d’animo dei
particolarmente eloquente il seguente grafico
consumatori
finali,
è
Fonte: BANCA D’ITALIA “L’Economia italiana in breve n°71”, marzo 2013, su elaborazione
dati ISTAT
Secondo Prometeia4, che ad oggi fornisce l’unica proiezione utile a tutto il
2015, la fase di contrazione tenderà a protrarsi nel 2013 (PIL -0,6%) e
dovrebbe registrare ancora una diminuzione significativa della spesa per
consumi in termini medi annui (-1,5%). La crescita della domanda
interna tornerà positiva nel 2014 con un incremento dello 0,9% e
dell’1,3% nel 2015, dopo tre anni di contrazione, contribuendo
positivamente alla crescita del PIL. Tale crescita si attesterebbe all’1,3%
nel 2014 e all’1,4% nel 2015. Meno ottimistica la più recente stima del
IMF5 che per il 2013 stima un calo del PIL del -1% e per il 2014 un
incremento dello 0,5%.
Un barlume di ottimismo per alcuni comparti dell’economia italiana, già
nel 2013, potrebbe arrivare tuttavia dalle esportazioni -per lo più extra
Ue- che sono state uno dei pochi settori a tenere e verosimilmente
costituiranno il motore della ripresa. Le stime OCSE vedono l’area euro in
ripresa ma ancora con PIL negativo nel 2013 (per effetto anche del
rallentamento della locomotiva tedesca) e finalmente un PIL al +1,3% nel
2014. A livello globale le ultime stime disponibili indicano una crescita del
PIL per l’area OCSE dell’1,4% per il 2012 e 2013 e del 2,3% per il 2014,
mentre a livello globale le previsioni indicano +3,4% per il 2013 e +4,2%
4
5
Prometeia “Rapporto di previsione”, gennaio 2013
IMF “World Economic Outlook Update”, 23/01/2013
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
per il 2014.6 Dello stesso segno, ma con qualche decimo di punto in
meno le stime da parte di IMF.7
Per quanto concerne i mercati delle materie prime, i petroliferi mostrano
un precario equilibrio tra due opposte tensioni. In particolare da più di un
anno il greggio di qualità Brent è quotato intorno ai 110 dollari al barile
con oscillazioni di ±10%. Su tale tendenza hanno influito, al rialzo, le
sempre vive tensioni geopolitiche vicino orientali e da ultimo lo
scongiurarsi del fiscal cliff negli USA, che hanno portato rispettivamente
timori di riduzione della disponibilità di greggio e speranze di ripresa
economica dal lato della domanda. A raffreddare i prezzi, evitando
un’impennata delle quotazioni, ha d’altro canto influito una domanda
mondiale “pigra”, la disponibilità di nuovi e importanti giacimenti sotto
forma di shale gas (per quanto non si tratti di greggio, contribuisce
all’offerta energetica) ed il rallentamento delle stesse economie trainanti
(BRICS). Il precario equilibrio tra queste tensioni sarà probabilmente la
chiave di lettura per il prossimo futuro.
Quadro legislativo
Unione europea
Il 2012 si è chiuso idealmente con la presentazione al Parlamento e al
Consiglio della proposta della Commissione europea relativa al VII
Programma di azione per l'ambiente (Paa), destinata ad orientare la
politica ambientale dell'Ue fino al 2020. L’atto, che si ricollega ad alcune
recenti iniziative strategiche in campo ambientale, tra cui la “Road map”
verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e quella verso
un'economia a basse emissioni di carbonio, potrebbe entrare in vigore già
nel 2013.
Contemporaneamente è stata avviata una piattaforma tecnica, “Technical
Platform for Cooperation on the Environment”, finalizzata allo scambio di
informazioni e al dialogo interistituzionale, anche con enti locali e
regionali europei, per l’attuazione della normativa UE in materia
ambientale.
Sempre in tema di attuazione del diritto ambientale l’esecutivo UE ha
proposto alcuni innovativi strumenti per migliorare l’applicazione, a livello
nazione, delle norme ambientali di diritto derivato. Tra gli altri si
segnalano ispezioni e sorveglianza più efficaci; elaborazione di criteri per
il trattamento delle denunce dei cittadini da parte degli Stati membri;
accesso facilitato alla giustizia; sostegno alle reti europee di professionisti
dell’ambiente. I nuovi strumenti sono illustrati nella comunicazione
6
7
OCSE “Economic Outlook No 92”, dicembre 2012
IMF “World Economic Outlook Update”, 23/01/2013
6
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
(COM(2012)0095) che la Commissione europea ha presentato il 7 marzo
2012 al Parlamento europeo e al Consiglio.
Un’altra iniziativa di significativo interesse avviata nell’ultimo scorcio del
2012 dalla DG Ambiente della Commissione, in collaborazione con
l'Agenzia europea dell'ambiente, concerne lo sviluppo di un modello di
produzione di rifiuti urbani e di gestione per tutti gli Stati membri
dell'Unione europea. Il modello sarà utilizzato, da un lato, per sviluppare
scenari che aiutino a comprendere il divario tra le prestazioni di gestione
dei rifiuti in determinati Stati membri e dall’altro per meglio quantificare
gli obiettivi di riciclaggio, recupero e di riduzione dell’avvio in discarica e il
loro impatto sull'ambiente.
Per ciò che attiene l’adozione di atti giuridici vincolanti, si segnalano i
regolamenti 674/2012/UE e 135/2012/UE, il primo diretto a disciplinare
l’esportazione, ai fini di recupero, di determinate miscele di rifiuti verso
paesi non appartenenti all’OCSE, il secondo finalizzato ad integrare
nell’All. IIIB del Reg. n.1013/2006/CE le spedizioni intra-UE concernenti
alcune categorie di rifiuti. Sono inserite nell’All. IIIB, tra le altre, le
frazioni di plastica non separabili ottenute dal pretrattamento di
imballaggi usati adibiti al contenimento di liquidi; le frazioni di plasticaalluminio non separabili ottenuta dal pretrattamento di imballaggi usati
adibiti al contenimento di liquidi, nonché i rifiuti puliti biodegradabili
provenienti da agricoltura, orticoltura, silvicoltura, giardini, parchi e
cimiteri.
Con riferimento all’attuazione della direttiva quadro sui rifiuti sono stati
stabiliti i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto per i rottami di
vetro ex Reg. n.1179 del 10 dicembre 2012, la cui disciplina sarà
direttamente applicabile a livello nazionale a partire dal prossimo 13
giugno 2013, mentre è in dirittura d’arrivo il regolamento per i rottami di
rame, (il 7 gennaio 2013 è stata presentata la proposta di Regolamento).
Per la carta sono ormai conclusi gli studi tecnici e non è escluso che si
possa arrivare all’adozione dei pertinenti regolamenti nel corso del 2013.
Nello specifico della plastica, i progressi avvenuti nel corso del 2012
hanno portato alla stesura di un final draft emesso nel mese di Marzo che
tutte le parti in causa sono invitate a commentare entro il prossimo 26
Aprile.
Con riguardo specifico agli imballaggi, la Commissione europea ha varato
la direttiva 2013/2/UE, pubblicata sull’OJEU in data 8 febbraio 2013, che
modifica l’Allegato I della direttiva 94/62/CE. Le integrazioni apportate
nell’allegato, che contiene esempi illustrativi degli imballaggi, hanno la
finalità di consentire una interpretazione armonizzata della definizione di
imballaggi. I nuovi criteri, ai quali gli Stati membri dovranno conformarsi
entro il 30 settembre 2013, prevedono ad esempio l’inclusione tra gli
7
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
imballaggi di: grucce per abiti (ma solo se vendute insieme all'abito),
rotoli per alluminio, pellicola o carta, scatole di fiammiferi, piatti e tazze
monouso, capsule per sistemi erogatori di bevande lasciate vuote dopo
l’uso, pellicole di plastica per gli indumenti lavati nelle lavanderie, ecc.
Non sono invece imballaggi, tra gli altri. le grucce per indumenti vendute
separatamente, i budelli per salumi, le bustine solubili per detersivi, le
posate monouso, i lumini per tombe.
Per il 2013 una delle priorità fondamentali della Direzione Generale
Ambiente della Commissione europea concerne la revisione degli obiettivi
fissati nella direttive imballaggi, discariche e direttiva quadro sui rifiuti,
considerati uno degli strumenti per rendere operativi gli obiettivi di
efficienza delle risorse. Il processo di revisione potrà portare al
rafforzamento degli obiettivi esistenti o all'introduzione di nuovi obiettivi,
tra cui la prevenzione dei rifiuti e la riduzione in discarica. Al tempo
stesso, la revisione esaminerà possibili sovrapposizioni e, se necessario,
individuerà le opzioni per semplificare la legislazione e migliorarne la
chiarezza e la coerenza. La consultazione delle parti interessate sulla
revisione è prevista per la prima metà del 2013.
Ordinamento nazionale
Nel 2012 sono state approvate numerose modifiche al d.lgs. 152/2006
(cd. Codice ambientale), intervenute in modo disorganico nei diversi
ambiti di riferimento, ciò che non ha mancato di determinare una certa
instabilità normativa.
Tra le disposizioni maggiormente oggetto di modifica si segnalano, tra gli
altri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) la cui disciplina è stata
prorogata più volte per le criticità legate alla sua attuazione, e lo stesso
tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (art. 14 del D.L. 201/2011), la cui
disciplina è stata da ultimo novellata dall’art. 1-bis del D.L. 1/2013.
Il governo è poi intervenuto con decretazione d’urgenza a disciplinare
l’emergenza nella Regione Campania, i sacchetti biodegradabili, e i
materiali di riporto con il Dl 25 gennaio 2012, n.2, poi convertito, con
modifiche, nella legge 24 marzo 2012, n.28. Il provvedimento ha previsto
la proroga del termine relativo al divieto definitivo di commercializzazione
dei sacchi per l’asporto merci non biodegradabili, limitatamente alla
commercializzazione di alcune tipologie di sacchi indicati dalla norma. Di
recente è stato firmato il decreto interministeriale di natura non
regolamentare. Per il perfezionamento dell’iter normativo occorre ora che
sia portata a compimento la procedura di notifica alla Commissione
europea.
Parimenti
con decretazione d’urgenza
sono state
dall’esecutivo le cd., “liberalizzazioni” (Dl.24 gennaio
disciplinate
2012, n.1,
8
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
convertito, con modificazione nella legge 24 marzo 2012 n.27). Per
quanto di nostro diretto interesse sono stati modificati gli artt. 221,
commi 3 lett. a e 5; 261, comma 1; e soppresso l’art. 265 del Dlgs.
152/2006 con la finalità dichiarata di introdurre “Misure in favore della
concorrenza nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio e
per l’incremento della raccolta e recupero degli imballaggi”.
Con il recentissimo decreto legge n. 1 del 2013, convertito nella legge 1
febbraio 2013, l’esecutivo ha poi introdotto una serie di disposizioni volte
a prorogare termini in materia di gestione dei rifiuti e in talune gestioni
commissariali di emergenze di carattere ambientale. Il provvedimento ha
ulteriormente prorogato al 31 dicembre 2013 il temine di entrata in
vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti (urbani e speciali)
con potere calorifico inferiore (PCI) superiore a 13.000 kJ/Kg.
Nell’ultimo scorcio dell’anno il governo è poi intervenuto a disciplinare
l'autorizzazione unica ambientale e a semplificarne gli adempimenti
amministrativi a favore delle piccole e medie imprese e degli impianti non
soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata
ambientale. Lo schema di DPR, emanato in attuazione dell'articolo 23 del
Dl 5/2012 convertito in legge 35/2012 (decreto "Semplificazioni"), è stato
presentato alle commissioni competenti di Camera e Senato lo scorso
dicembre, previo via libera del Consiglio di Stato e della Conferenza
unificata, e approvato in via definitiva dal CdM il 15 febbraio 2013.
Con il Dpcm 20 dicembre 2012 recante “Approvazione del modello unico
di dichiarazione ambientale per l'anno 2013” è stato poi abrogato il
Dpcm. 23 dicembre 2011, e introdotta una nuova modulistica per la
comunicazione dei rifiuti gestiti nell'anno solare precedente. Il nuovo
Modello Unico di Dichiarazione Ambientale si è reso necessario a fronte
della sospensione del Sistri e al fine di consentire la presentazione della
dichiarazione da parte di tutti i soggetti individuati dall’articolo 189 del D.
Lgs.
152/2006,
ivi
compresi
i
trasportatori
e
gli
intermediari/commercianti di rifiuti senza detenzione che avevano
beneficiato negli ultimi due anni dell’esonero.
Da ultimo, le Commissioni parlamentari di Camera e Senato hanno
esaminato uno schema di regolamento sull'utilizzo di combustibili solidi
secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali,
in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale
(atto del Governo 529) esprimendo rispettivamente il parere nelle sedute
dell’11 febbraio 2013 e del 16 gennaio 2013. Allo stato attuale il destino
del provvedimento è alquanto incerto avendo la Commissione ambiente
della Camera espresso parere contrario all’emanazione.
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Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Sempre in tema di combustibili solidi secondari è invece stato pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 62 del 14 marzo 2013 il decreto 14 febbraio
2013, n.22 “Regolamento recante disciplina della cessazione della
qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari
(CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni”.
Diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare non hanno potuto,
per contro, essere definitivamente approvate anche a causa della fine
anticipata dalla legislatura. E’ il caso, ad esempio, della proposta di legge
A.S. 3162-B il cui travagliato iter ha avuto inizio il 30 marzo 2011, e si è
arenato in Senato in seconda lettura il 21 dicembre 2012. Il
provvedimento, il cui ambito è quanto mai variegato (definizione di
rifiuto, biomasse vegetali, bonifiche, pneumatici fuori uso, emissioni,
acque, terre da scavo, Raee, Via, Aia) introduce all’articolo 2 una
disposizione difficilmente condivisibile, se non altro in quanto di difficile
attuazione: l’obbligo, per i soggetti detentori che conferiscono rifiuti per il
trattamento, di garantire che il prezzo riconosciuto per il conferimento al
riciclo sia superiore a quello riconosciuto per il conferimento al recupero
energetico. In caso di violazione di tale obbligo la proposta normativa
prevede poi l’applicazione di sanzioni pecuniarie e rimanda per le
modalità di attuazione ad apposito decreto da emanare a cura del
Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro dello sviluppo
economico.
Le Commissioni parlamentari hanno infine svolto un'intensa attività
conoscitiva finalizzata ad acquisire elementi di informazione in materia di
rifiuti. La Commissione ambiente del Senato ha approvato un documento
conclusivo nella seduta del 16 gennaio 2013.
10
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
I RISULTATI IN PROSPETTIVA
Obiettivi di Riciclo e Recupero
L’evoluzione dei quantitativi di raccolta e l’attività del consorzio sempre
più mirata alla qualificazione e massimizzazione delle frazioni riciclabili ha
portato a formulare il seguente quadro d’insieme per il triennio 2013 –
2015.
Tabella di sintesi obiettivi (Kton)
anni
Immesso al consumo
Riciclo Corepla
Riciclo Indipendente
TOTALE RICICLO
incidenza % riciclo
Recupero energetico Corepla
Recupero energetico RSU
TOTALE RECUPERO ENERGETICO
incidenza % recupero energetico
RECUPERO TOTALE
incidenza % recupero totale
2012
2.052
406
348
754
36,7%
254
450
704
34,3%
1.458
71,1%
2013
2.031
432
345
777
38,3%
268
450
718
35,4%
1.495
73,6%
2014
2.042
449
346
795
38,9%
276
450
726
35,6%
1.521
74,5%
2015
2.063
466
347
813
39,4%
287
450
737
35,7%
1.550
75,1%
11
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
PREVENZIONE
COREPLA opera un costante monitoraggio dell’evoluzione delle tipologie di
imballaggio presenti sul mercato, sia per quanto concerne il mercato
domestico che quello commerciale e industriale.
La prevenzione si basa su innovazioni tecnologiche e su scelte strategiche
di marketing compiute dalle imprese produttrici, utilizzatrici e distributrici
di imballaggi e di merci imballate. COREPLA partecipa a tutte le attività
che, in sede CONAI, attraverso il “Gruppo di lavoro prevenzione”, hanno
anche un respiro che va al di là del singolo materiale. In particolare, in
questo ambito le linee di sviluppo principali vertono intorno alle seguenti
problematiche:
la definizione, anche attraverso processi di LCA (Life Cycle
Assessment), di un approccio al concetto di prevenzione che vada
oltre il mero dato quantitativo-ponderale (la riduzione di materia
prima utilizzata), inserendo anche la compatibilità dell’imballaggio
rispetto ai processi di riciclo e recupero;
l’adozione di una sistema volontario di etichettatura degli imballaggi
finalizzato specificamente alla immediata identificazione dei materiali
di cui è composto da parte del comune consumatore, al fine di
facilitarne il corretto conferimento nella raccolta differenziata;
il supporto alle richieste delle aziende produttrici ed utilizzatrici di
imballaggi che desiderino avere informazioni tecniche su come
avvenga la gestione del fine vita degli imballaggi da loro immessi sul
mercato, allo scopo di orientare le scelte di packaging verso soluzioni
che, fatte salve le esigenze tecniche (come assicurare una shelf life
adeguata), siano compatibili con i processi di selezione e riciclo
esistenti. A tale proposito è prevista nel 2013 la messa in operatività
uno sportello presso Conai (con il supporto dei Consorzi di Filiera)
finalizzato a rispondere alle domande delle aziende sulle
problematiche di sostenibilità degli imballaggi;
lo studio di alcune tipologie di imballaggi a rendere in Italia e in
Europa.
12
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni
In Europa nel 2011 gli imballaggi hanno pesato per il 39,4% sul totale dei
consumi di polimeri (47.000 t/a). 8
Tra i polimeri più utilizzati nel campo dell’imballaggio, data la continua
evoluzione delle applicazioni, l’elenco che segue non può che essere
meramente indicativo e non esaustivo:
Polimero
Impieghi – Rigidi
Impieghi – Flessibili
PET
Bottiglie
e
flaconi,
Etichette, pellicole accoppiati ad
boccioni, vassoi, blister,
elevata barriera
vaschette
PE – HDPE - Flaconi, fusti, cisterne,
Sacchetti, sacchi, pellicole, film per
LDPE
secchi, cestelli e cassette,
confezionamento automatico, film
barattoli e astucci.
per pallet, film per accoppiati, film a
bolle per protezione.
PP
Cassette,
vaschette,
Sacchetti, sacchi, accessori, film
vassoietti, secchi, cestelli,
poliaccoppiato ad alta resistenza,
flaconi,
imballaggi
di
reti, reggette
protezione e tappi
EPS - PS
Vasetti,
vaschette,
n. a.
imballaggi di protezione
Biopolimeri Vasetti,
vaschette,
Sacchetti,
pellicole,
film
per
bottiglie e flaconi
confezionamento automatico
Altri
Flaconi, vaschette, vassoi
Film poliaccoppiato e multistrato,
film per pallet, sacchi, sacchetti,
accessori da imballaggio
I grafici che seguono mostrano la ripartizione degli imballaggi immessi al
consumo in Italia nel 2012, suddivisi per tipologia e per polimero:
Imballaggi per tipologia
36%
41%
Imballaggi per polimero
Biopolim
eri
2%
PS/EPS
9%
Altri
4%
PP
18%
23%
PET
22%
Imballaggi flessibili
Contenitori per liquidi
Altri imballaggi rigidi
8
Fonte: PlasticsEurope, Plastics – the Facts 2012, 21/09/2012
PE
45%
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Rispetto al passato si nota l’apparire, per quanto ancora poco incidente,
dell’utilizzo dei Biopolimeri, in questo contesto intesi come nuovi polimeri,
diversi da quelli tradizionali, ottenuti da fonti rinnovabili (non si tratta
quindi dei polimeri cd. Bio-based di cui si parlerà più avanti).
Nell’analizzare e, nei limiti del possibile, prevedere i processi in atto, va
considerato l’incrociarsi di diverse tendenze:
l’immesso al consumo, per la prima volta dopo anni di continua
crescita, subisce un arresto per via principalmente della crisi
economica;
può dirsi in gran parte consolidato il processo di sostituzione degli
imballaggi in plastica in luogo di altri materiali meno performanti o
più costosi, anche se rimangono alcuni territori da esplorare;
continua il processo di significativa progressiva riduzione dei pesi
per unità di vendita. In media il peso dei singoli imballaggi in
plastica negli ultimi 10 anni è diminuito del 28%9;
Aumentano le confezioni monodose ed i piccoli formati per consumi
“itineranti” (sport e tempo libero).
Di seguito si prendono in esame nel dettaglio alcune delle tendenze sopra
illustrate, mentre della quantificazione del fenomeno della contrazione
dell’immesso al consumo si tratterà più oltre.
Intercompetizione tra materiali da imballaggio
Per quanto concerne il comparto delle bevande si nota una sostanziale
stabilità nelle quote di utilizzo dei diversi materiali per cui nei settori
tradizionali delle acque minerali e delle bevande analcoliche non si
evidenziano ulteriori margini di sostituzione.
Tuttavia, la messa a punto di preforme di PET a elevata barriera e con
costi accettabili rende in linea di massima accessibili altri mercati
interessanti, per quanto di dimensioni abbastanza limitate. Una buona
penetrazione è già stata acquisita nell’imbottigliamento di succhi e
bevande di frutta, dove le bottiglie di PET barriera costituiscono una valida
alternativa ai poliaccoppiati cartoncino/Al/PE e incontrano una crescente
accettazione così come in quello delle conserve di pomodoro che è
attualmente in avviamento.
Poco sfruttato risulta invece sul nostro mercato il potenziale nel settore
della birra che è stato aggredito con successo dal PET con effetto barriera
in Europa Orientale ed in alcuni paesi dell’Europa occidentale.
Un altro fenomeno in progressivo aumento è la sostituzione del PE o dei
poliaccoppiati nei contenitori per i succhi di frutta e gli oli vegetali con
bottiglie di PET trasparente interamente ricoperte di etichette (sleeve) in
9
Fonte PlasticsEurope
14
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
PVC o PS; tali etichette presentano ad oggi diverse problematiche e
difficoltà per le fasi di riciclo del PET in quanto difficilmente separabili dal
corpo della bottiglia. Da una parte queste etichette possono indurre errori
nell’identificazione della tipologia di polimero in fase di selezione
automatica. Dall’altro, in fase di riciclo, se queste etichette hanno densità
superiore a quella dell’acqua, non vengono rimosse in maniera efficace e
possono contaminare i flakes di PET da riciclo, riducendone la qualità ed i
possibili impieghi. E’ tuttora in corso una azione di sensibilizzazione
dell’industria, allo scopo di sviluppare etichette che non risultino
problematiche in fase di selezione e riciclo.
Nell’imballaggio di trasporto di ortofrutta e pesce l’utilizzo di cassette a
perdere in materie plastiche è predominante, dopo che negli anni si era
verificato un massiccio processo di sostituzione del legno, e altrettanto si
può dire dell’imballaggio degli elettrodomestici, dove il cartone ondulato è
stato ormai sostituito in larga misura dalle materie plastiche, in particolare
gusci in polistirolo espanso (EPS) e macro bolle d’aria in Film di polietilene.
Nell’imballaggio dei piccoli elettrodomestici si sta assistendo alla
sostituzione dell’imballo tradizionale (scatola di cartone con inserto
protettivo in polistirolo espanso) con uno in solo cartone in cui la funzione
di protezione contro gli urti è svolta da cartone ondulato, opportunamente
sagomato.
Per finire, in alcune tipologie di prodotti, come i detersivi per
lavatrice/lavastoviglie, è in corso un passaggio dal tradizionale detersivo
liquido o in polvere alle “monodosi”, confezionate singolarmente. Ad
esempio nel caso dei detersivi per lavastoviglie, il tradizionale detersivo in
polvere confezionato in un flacone di HDPE è stato in gran parte sostituito
dalle “pastiglie per lavastoviglie”, ovvero tavolette monodose che
integrano in un solo prodotto le funzioni di detersivo, brillantante ed
addolcitore, confezionate singolarmente e vendute in una scatola di
cartone, in un contenitore di PET o in una busta di LDPE o PP.
Negli ultimi anni la comunità scientifica, le organizzazioni non governative
e le autorità sanitarie di alcuni paesi UE hanno dedicato molta attenzione
alle problematiche collegate al policarbonato ed ai coatings, come quelli
applicati all’interno delle lattine. Come conseguenza di questa sensibilità, si
sta registrando una tendenza alla sostituzione del policarbonato con altri
materiali, principalmente polipropilene e PET. L’impatto di questo processo
non è molto significativo, poiché l’uso del policarbonato per la realizzazione
di imballaggi è limitato a poche applicazioni specifiche.
La sempre maggiore attenzione dei consumatori e delle aziende verso le
problematiche di sostenibilità ambientale, sta portando alla comparsa di
imballaggi realizzati con materiali plastici ottenuti da fonti rinnovabili e di
materiali che (nelle opportune condizioni) vanno incontro a degradazione
15
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
in un tempo più o meno lungo, al termine del ciclo di vita dell’imballaggio.
Per questi ultimi, tranne che nel caso degli shoppers, ragioni economiche
e/o di performance limitano la diffusione di questi imballaggi ad
applicazioni di nicchia e rinviano la soluzione di eventuali problematiche di
riciclo (sulle quali è comunque sempre attento un continuo monitoraggio).
Per i primi, i cosiddetti polimeri bio-based, potrebbe trattarsi invece di un
nuovo paradigma produttivo: sono infatti in corso massicci investimenti,
anche da parte di brand prestigiosi, che puntano a raggiungere in tempi
brevi dimensioni produttive industriali. Ovviamente l’impiego di monomeri
ottenuti da fonti rinnovabili per produrre materiali identici per struttura
macromolecolare e performance a quelli tradizionali si va ad inserire nella
filiera del riciclo senza alterarne gli equilibri, mentre lo sviluppo di nuovi
polimeri potrebbe richiedere nuove soluzioni. Resta comunque opportuna
una azione di sensibilizzazione dell’industria, anche supportata dal fatto
che nelle analisi del ciclo di vita, il riuso ed il riciclo economicamente ed
ambientalmente perseguibili sono quasi sempre opzioni preferibili alla
degradazione o alla biodegradazione.
Rapporto peso imballaggio/peso contenuto
Una forte riduzione del peso unitario degli imballaggi è stata ottenuta in
passato con l’introduzione delle materie plastiche in sostituzione dei
materiali
tradizionali
(carta/cartone,
legno,
vetro,
metalli)
e
successivamente con l’alleggerimento dei contenitori plastici reso possibile
dalla messa a punto di polimeri e tecnologie di trasformazione volte a
mantenere le prestazioni degli imballi riducendone il peso e lo spessore.
Oggi una bottiglia da 500 ml pesa intorno ai 19 grammi mentre una da 1,5
l pesa circa 30 grammi, negli ultimi dieci anni il peso delle bottiglie in PET
si è ridotto di circa il 30% e ciò ha comportato indubbi benefici ambientali
(minor consumo di risorse e trasporti più efficienti).
Con riferimento alla bottiglia di PET, ad oggi può essere considerato
raggiunto il massimo risultato in termini di spessore della parete, mentre
sussistono ancora margini di miglioramento per quanto riguarda il collo e
le chiusure.
Per contro, sempre nel caso delle bottiglie di PET, di fronte alla riduzione
del peso a parità di capacità, è in corso una progressiva diffusione dei
piccoli formati, legata all’affermarsi di trend di consumo itinerante, che
comporta inevitabilmente un sensibile aumento del peso per unità di
contenuto tendenza questa in contrasto con il progressivo alleggerimento
dei contenitori di capacità maggiore.
Da segnalare che in alcuni settori industriali (per esempio nei prodotti per
la detergenza) è stato spinto l’uso dei concentrati, che consente di ridurre
sensibilmente il volume dei contenitori utilizzati, ed è stato introdotto il
concetto di ricarica, mettendo in commercio dei concentrati in confezioni
16
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
leggere (buste di laminati PET/PE) da diluire travasandoli nei tradizionali
flaconi, che perdono così in buona parte la loro originale connotazione di
imballaggio a perdere, potendo essere riutilizzati più volte. L’effetto di
questa operazione di “dematerializzazione” degli imballaggi, avviata molti
anni fa, è ormai del tutto marginale.
Da segnalare inoltre che anche nel campo dell’imballaggio flessibile una
considerevole riduzione degli spessori è stata resa possibile dal
miglioramento delle prestazioni dei polimeri utilizzati e della sempre
maggiore diffusione delle tecnologie di coestrusione, che consentono
l’ottenimento di caratteristiche meccaniche superiori a parità di spessore.
Ottimizzazione Imballaggi
Già da tempo nel trasporto delle materie plastiche si è limitato l’impiego di
sacchi, passando progressivamente al trasporto sfuso (autocisterne) o
semisfuso (sacconi e bin). E’ da registrare un sempre più diffusa tendenza
alla vendita di prodotti di largo consumo sfusi, per esempio i detersivi, per
i quali alcuni punti vendita della GDO si sono attrezzati con erogatori da
cui il cliente può riempire contenitori portati da casa. Analogamente,
alcune municipalità hanno organizzato centri di erogazione di acqua
potabile, resa disponibile anche addizionata con CO2, dove i cittadini
possono approvvigionarsi gratuitamente.
Un certo sviluppo ha avuto anche l’impiego di “boccioni” per la
distribuzione dell’acqua in uffici e luoghi pubblici che hanno raggiunto una
penetrazione nel 2% circa sul totale del mercato dell’acqua confezionata,
nonché la vendita “alla spina” di birra e bevande gassate presso bar ed
esercizi pubblici. Questi contenitori di grande capacità erano in passato
realizzati in policarbonato, ma, per i motivi già espressi, è in atto la loro
sostituzione con altri polimeri, principalmente PET.
A seguito della maggiore definizione del quadro normativo relativo agli
shopper non compostabili, con l’esclusione di fatto della possibilità di
utilizzo di PE + oxodegradabili e la possibilità che sia anticipata l’entrata in
vigore del regime sanzionatorio (inizialmente rinviato al 31.12.2013), è
avviata a consolidarsi la tendenza alla diffusione di borse riutilizzabili
realizzate in vari materiali durevoli. Di conseguenza, per gli shopper,
compostabili o meno, è ipotizzabile un calo ulteriore del 10-15%.
In Europa
A livello internazionale COREPLA, in quanto membro di EPRO (European
Association of Plastic Recycling and Recovery Organizations) e di Petcore
(PET Containers Recycling Europe) partecipa alle attività orientate alla
17
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
prevenzione e alla promozione del riciclo. In particolare è attiva una
piattaforma denominata EPBP (European PET Bottle Platform): un gruppo
di lavoro –cui COREPLA contribuisce mettendo a disposizione un esperto
tecnico- creato per fare in modo che le innovazioni nel settore dei
contenitori in PET non vadano a discapito della riciclabilità di questo
polimero, in particolare di quella bottle-to-bottle. Gli esperti operano grazie
al supporto delle aziende che li mettono a disposizione e mantengono la
confidenzialità delle informazioni, consentendo quindi alle aziende
interessate di interagire con EPBP quando le loro innovazioni di packaging
sono ancora nella fase di ricerca e sviluppo.
Sul fronte europeo, qualcosa si muove nell’applicazione del Regolamento
(EC) 282/2008. In accordo con quanto previsto dallo stesso Regolamento,
nel corso del 2012 EFSA ha finalmente cominciato a rilasciare le opinioni
relative ai processi di produzione e utilizzo di polimero riciclato adatto al
contatto alimenti. Per la maggior parte si tratta di processi relativi al PET.
Nel corso dei prossimi mesi EFSA dovrebbe continuare a rilasciare le
opinioni, fino ad esaurire la lista dei processi che hanno presentato una
domanda di autorizzazione entro la scadenza del dicembre 2009. Si tratta
dei processi che erano operativi a tale data. Una volta completato il
processo, la Commissione Europea assegnerà un numero di autorizzazione
a ciascun processo autorizzato, e creerà l'Albo Europeo dei Processi di
Riciclo. A questo punto il Regolamento (EC) 282/2008 entrerà nella fase di
piena attuazione e la normativa nazionale dei singoli stati membri che
disciplina l'utilizzo delle plastiche di riciclo a contatto con alimenti verrà a
decadere. Eventuali nuovi processi, che vogliano operare sul mercato
europeo, dovranno presentare domanda di autorizzazione secondo le
prescrizioni del regolamento, e, in caso di valutazione positiva, ricevere un
numero di autorizzazione ed essere iscritti nell'Albo. Il numero di
autorizzazione verrà utilizzato per assicurare la tracciabilità nella filiera,
mentre il Registro servirà alle autorità per eventuali controlli. Non è ancora
chiaro quando EFSA completerà la fase di valutazione dei processi esistenti
e quindi l'attuale fase transitoria si concluderà con la piena entrata a
regime del Regolamento europeo.
18
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
ATTIVITA’ ISTITUZIONALI
Imballaggi in plastica immessi al Consumo
Lo sviluppo della domanda di imballaggi dipende in larga misura
dall’andamento dell’economia e risulta correlato alla crescita del PIL e alla
spesa delle famiglie.
Gli altri fattori che possono influenzare l’andamento dell’immesso sono
stati brevemente esaminati nei paragrafi precedenti. In sintesi si è
verificato un effetto cumulato di recessione economica, evoluzione dei
modelli di consumo e scelte normative.
Di qui la flessione evidenziata per il 2012 (-1,1%) e 2013 (-1,0%) con
ripresa, peraltro moderata, prevista per il 2014 (+0,5%) e 2015
(+1,0%).
(valori in kton)
anni
Immesso al consumo
di cui circuito domestico (HH)
di cui circuito Commercio e Industria (C&I)
2012
2.052
1.321
731
2013
2.031
1.308
723
2014
2.042
1.315
727
2015
2.063
1.328
735
Nella lettura della tabella di cui sopra, valga ricordare che la distinzione
tra “circuito Domestico” e “circuito Commercio e Industria” (industria,
distribuzione, settore alberghiero e ristorazione) non è completamente
sovrapponibile a quella tra rifiuti urbani (origine domestica) e rifiuti
speciali. Infatti, la prima descrive il canale di destinazione degli
imballaggi immessi al consumo, mentre la seconda descrive la
provenienza dell’imballaggio divenuto rifiuto post-consumo. Per fare solo
un esempio: un imballaggio generato dal settore HORECA (circuito C&I),
in ragione del fenomeno dell’”assimilazione”, confluirà verosimilmente tra
i rifiuti urbani. Purtroppo non vi sono al momento gli strumenti per
determinare quanto di questo imballaggio confluisce nell’urbano e quanto
di questo viene conferito alla RD. Tuttavia, per dare un’idea dei flussi
coinvolti, il dato 2011 riporta un assorbimento di 92,5 Kton di bottiglie e
42,5 Kton di vaschette da parte del canale HORECA10.
10
Plastic Consult Segmentazione dell’immesso al consumo 2011
19
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Raccolta differenziata
La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica segue un trend in
aumento per il 2013 del 4,6% e per gli anni seguenti intorno al 4%.
L’incremento è inferiore a quello del passato in quanto alla fisiologica
curva declinante della raccolta si è affiancata la flessione dei consumi.
Evoluzione della raccolta per area 2013 2015 (kton)
area
2012
NORD OVEST
232
variazione %
NORD EST
184
variazione %
CENTRO
123
variazione %
SUD
114
variazione %
ISOLE
40
variazione %
ITALIA
693
variazione % su anno prec.
2013
242
4,3%
190
3,3%
131
6,5%
121
6,1%
41
2,5%
725
4,6%
2014
252
4,1%
192
1,1%
140
6,9%
128
5,8%
42
2,4%
754
4,0%
2015
257
2,0%
193
0,5%
150
7,1%
139
8,6%
45
7,1%
784
4,0%
La tabella mostra gli andamenti previsti della raccolta per i prossimi tre
anni con evidenza del dato pro-capite, ipotizzando una stabilizzazione e
moderato aumento per le regioni centrali e settentrionali ed un più
marcato aumento per quelle meridionali specie per gli anni 2014 e 2015.
Anche in questo caso non si assiste ai tassi di crescita visti in passato.
Certamente in tutte le situazioni incide la stretta economica in cui si
dibattono i comuni, portando essenzialmente, salvo casi specifici, a due
risultati: in alcune regioni il livello raggiunto è considerato soddisfacente
ed ulteriori risultati possono essere raggiunti solo con risorse
proporzionalmente crescenti; in altre la mancanza di risorse, e spesso il
cattivo uso fattone in passato, continuano a produrre risultati di gran
lunga sotto la media.
20
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Tabella raccolta pro-capite per regione (kg/ab./anno)
REGIONE
2012
2013
2014
2015
8,2
10,5
12,4
14,9
Lombardia
15,4
15,9
16,4
16,5
Piemonte
15,4
15,6
15,8
16,0
Valle d'Aosta
13,7
13,7
15,0
15,7
totale Nord Ovest
14,6
15,3
15,8
16,2
Emilia R.
14,1
14,9
15,2
15,4
Friuli V.G
15,1
15,4
15,8
16,2
Trentino A.A
15,7
16,2
16,2
16,4
Veneto
18,1
18,2
18,3
18,4
totale Nord Est
16,0
16,5
16,7
16,8
8,1
9,2
10,0
11,2
Marche
14,6
14,8
15,0
15,1
Toscana
12,5
12,9
13,5
14,0
Umbria
9,3
9,7
11,2
12,3
10,4
11,1
11,9
12,7
Abruzzo
8,0
8,6
9,0
10,5
Basilicata
6,6
6,8
7,6
8,5
Calabria
2,8
3,1
3,5
3,8
11,7
12,4
12,6
12,9
Molise
4,6
5,5
5,9
6,2
Puglia
6,0
6,1
7,4
8,6
totale Sud
8,1
8,5
9,1
9,8
12,9
13,2
13,3
13,5
Sicilia
3,6
3,8
4,0
4,4
totale Isole
5,9
6,1
6,3
6,6
11,6
12,1
12,5
13,1
Liguria
Lazio
totale Centro
Campania
Sardegna
Italia
21
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Nelle Regioni delle aree Nord Est e Nord Ovest gli incrementi della
raccolta pro-capite segnano incrementi annui di pochi decimi di punto
percentuale ed anzi, per effetto di politiche di ottimizzazione,
razionalizzazione e miglioramento qualitativo della raccolta si può
assistere localmente anche a fenomeni di apparente regressione (qualità
vs. quantità). Sull’incremento dell’area centro incide l’inderogabile
soluzione richiesta a Roma dalla chiusura della discarica di Malagrotta.
L’incremento delle raccolte al Sud potrà vedere risultati apprezzabili solo
dopo che si saranno formate le nuove aggregazioni dei comuni che si
sostituiranno ai precedenti organismi, risultati nella maggior parte
fallimentari e sfociati spesso in situazioni di sconfortante immobilismo
(che la mancanza di risorse rischia di rafforzare). Tutto ciò pur in
presenza di una sempre maggiore presa di coscienza da parte dei
cittadini che, anche se in modo a volte superficiale e contraddittorio, non
sono più parte passiva del processo.
Il Consorzio infine, con l’attiva collaborazione di Regioni e Province, ha
rinnovato l’impegno a supportare le Amministrazioni Pubbliche nelle
attività di tracciatura e ricostruzione dei flussi, nell’individuazione delle
problematiche legate alla raccolta e nell’intervento concreto per la
risoluzione delle stesse partecipando anche a progetti specifici in singole
realtà che vogliano modificare il proprio sistema di raccolta e rendendosi
disponibile
ad
individuare
aree
di
intervento
per
eventuali
sperimentazioni.
Tabella stato convenzionamento
anno
2012
2013
2014
2015
convenzioni
892
910
920
920
comuni
7.370
7.400
7.400
7.400
%
91%
91%
91%
91%
abitanti % *
57.964.000 97%
58.000.000 97%
58.000.000 97%
58.000.000 97%
(*) la percentuale varia in funzione del numero degli
abitanti Italia in base all'aggiornamento Istat;
Trattandosi di una realtà dinamica e in continua evoluzione, la stipula di
nuove convenzioni continuerà anche nel prossimo triennio nonostante la
copertura nel 2012 abbia riguardato già il 91% dei comuni ed il 97%
degli abitanti.
L’incremento del numero delle convenzioni è principalmente motivato dal
fallimento o dalla cessazione di politiche di aggregazioni previste in
22
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
alcune regioni “commissariate” nei periodi di “emergenza rifiuti” (ATO in
Sicilia, Società Miste in Calabria, Consorzi di Bacino in Campania).
Questo effetto, dopo un primo periodo di assestamento, dovrebbero
permettere ai comuni o alle aggregazioni che si costituiranno, di
riprendere la gestione dei propri rifiuti, rendendoli maggiormente
consapevoli e responsabili dell’andamento delle proprie raccolte
differenziate e costringendoli ad intervenire al fine di migliorare sia le
quantità sia la qualità del materiale conferito.
La copertura del 97% degli abitanti convenzionati è il più alto valore tra
tutti i Consorzi di filiera e si può ormai considerare il limite fisiologico di
copertura raggiungibile dal sistema Corepla.
Attività di promozione sul territorio
L’attività di comunicazione e promozione sul territorio, già potenziata nel
corso degli ultimi anni, sarà ulteriormente rafforzata per dare maggior
risalto al rapporto che il Consorzio ha con il territorio in cui opera. Gli
interventi, volti a garantire un’adeguata assistenza ai cittadini, alle
imprese di igiene urbana e ai comuni per il miglioramento della raccolta
differenziata,
potranno
prevedere
contributi
sia
di
tipo
formativo/informativo sia investimenti economici a supporto di specifici
progetti.
23
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Selezione
L’attività di selezione, rappresenta la fase prodromica all’avvio a riciclo e
recupero di tutta la raccolta differenziata conferita dai Comuni e dagli altri
soggetti convenzionati. Nel corso del 2012 si è dato ulteriore corso alle
linee guida introdotte nel Contratto di Selezione:
Miglioramento e misurazione continua della performance dei CSS;
Distribuzione del materiale pressato sulla base di criteri di
economicità, prossimità e di qualità;
Incremento delle tipologie di Prodotti da destinare a riciclo.
Per quanto soddisfacenti siano i risultati raggiunti in termini di efficacia
ed efficienza, anche per merito della struttura del contratto, il percorso
rimane in divenire in quanto le attività di selezione sono e saranno
influenzate da una molteplicità di variabili in continua evoluzione. Per
citare solo le principali: l’aumento costante delle quantità raccolte e di
conseguenza selezionate, l’incremento della gamma e delle tipologie di
imballaggi immessi al consumo anche in termini di complessità di
componenti e polimeri utilizzati, il cambio delle abitudini dei consumatori.
Al fine di adeguarsi a tali cambiamenti, ci si è posti l’obiettivo di limitare
al massimo la presenza di materiale “nobili”, specialmente di PP, HDPE,
LDPE, PET nei sottoprodotti residuali della selezione, cercando di
massimizzare l’attività di selezione tramite l’individuazione di nuovi
Prodotti omogenei quali l’IPP (Imballaggi in Polipropilene) o il Fil/S ( film
di LDPE di piccole dimensioni).
L’allineamento della scadenza del Contratto di Selezione con l’Accordo
Quadro ANCI CONAI al 31.12.2013, darà la possibilità di trattare temi
comuni in differenti tavoli di discussione per procedere con un approccio
integrato sempre più equiparabile ad un processo industriale in termini di
approvvigionamento e produzione. L’obiettivo principale sarà quello di
aumentare i quantitativi avviati a riciclo tramite sistemi incentivanti per i
CSS, inquadrando il sistema in un’ottica di miglioramento della
tracciabilità e del metodo di retribuzione dei convenzionati e operando
tramite una rete di CSS meglio distribuita sul territorio. Parallelamente, la
sfida che l’attività di selezione si troverà ad affrontare per il prossimo
triennio è quella di sviluppare rapidamente capacità di adeguamento alle
diverse condizioni di mercato adattando i processi con flessibilità
qualitativa e quantitativa, ovvero valorizzando il più possibile i materiali
raccolti attraverso la selezione di nuovi prodotti e perseguendo il
miglioramento continuo della qualità dei prodotti consolidati. La finalità
ultima è ovviamente quella di incrementare l’indice di riciclo contribuendo
anche alla diminuzione del deficit di catena che caratterizza le attività del
Consorzio.
24
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Riciclo
Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica
Il portafoglio prodotti avviati a riciclo tramite vendita con aste
telematiche può contare sugli ormai consolidati item PET e HDPE –i cui
mercati a valle appaiono sempre più ricettivi- e sul Film (essenzialmente
LDPE), il cui mercato soffre di maggiore discontinuità. Tuttavia, proprio
per quanto riguarda il Film, dopo un periodo negativo, si è assistito ad
una ripresa guidata sia da una migliore qualità del prodotto che da una
congiuntura che l’ha indirettamente favorita. Infatti, a causa della
situazione macroeconomica negativa, si è verificato un calo di
disponibilità di film industriale e/o teli per i riciclatori i quali hanno rivolto
maggiore attenzione verso il Film proveniente dal post consumo
domestico. A ciò si aggiunga che il bando degli shoppers monouso ha
incrementato la richiesta di sacchetti domestici per i rifiuti nella cui
matrice il polimero riciclato trova un destino ideale (in blend o anche al
100%).
Fuori dal campo aste si situano invece quei prodotti che per valore,
quantità o perché sono ancora in fase sperimentale non sono idonei a tale
forma di commercializzazione.
Le poliolefine miste e gli imballi misti di PET stanno trovando una discreta
collocazione sul mercato e per questi articoli vi è una ragionevole
prospettiva di ulteriore sviluppo.
Durante il 2012 sono stati inoltre lanciati due nuovi prodotti sperimentali:
IPP (imballaggi in polipropilene) e FIL/S (film di piccola pezzatura). Per
questi prodotti c’è stato un ottimo riscontro da parte dei Clienti che
stanno partecipando alla fase di industrializzazione, nonostante la qualità
non sia ancora del tutto standardizzata.
Sullo stesso filone di intervento, anche nel prossimo triennio la sfida
maggiore nel campo del riciclo sarà quella di valorizzare frazioni
specifiche per gli “altri imballaggi” rigidi e flessibili che oggi sono destinati
al recupero energetico.
Per valorizzazione si intende non la semplice vendita, ma la creazione di
valore attraverso un processo che si basa sulla creazione di sinergie
territoriali tra i diversi attori coinvolti, la standardizzazione qualitativa ed
il raggiungimento di una massa critica dal punto di vista dei volumi. A
valle di questo processo, il passo successivo è quello di allargare il
25
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
numero dei riciclatori e, laddove possibile, quello di individuare ulteriori
frazioni selezionabili in condizioni di efficienza.
Il rinnovamento della cultura aziendale in senso market oriented è
supportato da un nuovo assetto organizzativo che si allontana dal classico
modello funzionale per orientarsi sempre più verso la gestione sinergica
dei processi con l’obietivo di incrementare, in maniera economicamente
sostenibile, l’indice di riciclo della raccolta differenziata.
Durante il 2012 si è avuta l’entrata a regime della produzione di agente
riducente in acciaieria (SRA) sia in termini quantitativi che qualitativi. Il
traguardo da perseguire nel prossimo triennio, sarà quello di rendere
questa opzione economicamente meno onerosa ed in grado di contribuire
maggiormente agli obiettivi di riciclo del Consorzio.
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Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Riciclo domestico
(valori in kton)
Contenitori in PET
Contenitori in HDPE
Cassette
Film
Imballaggi misti in PET
RICICLO con VALORIZZAZIONE
Sottoprodotti
Raccolta a riciclo diretto
Imballaggi misti in PO
Agente riducente per acciaierie
RICICLO senza VALORIZZAZIONE
TOTALE RICICLO URBANO (HH)
2012
186
62
2
42
5
297
21
3
65
9
98
395
2013
192
61
2
46
9
310
11
3
85
10
109
419
2014
199
64
2
48
10
323
12
3
88
10
113
436
2015
207
66
2
49
11
335
13
3
92
10
118
453
Riciclo imballaggi da Commercio e Industria
La rete delle Piattaforme per il conferimento a titolo gratuito degli
imballaggi in plastica da Commercio e industria è in continua evoluzione
con l’obiettivo di garantire l’intervento sussidiario e residuale del
Consorzio dove necessario senza turbare meccanismi di mercato che si
autosostengono in modo virtuoso e indipendente.
Pertanto, nel corso del prossimo triennio vedremo declinarsi
ulteriormente questi due concetti alla ricerca del miglior equilibrio tra
intervento e rispetto del mercato.
Le "PIA" (piattaforme per la raccolta di rifiuti d'imballaggio di origine
commerciale e industriale) sono destinate a crescere di numero con
l’obiettivo di una miglior copertura su tutto il territorio nazionale. A
partire dalla seconda metà del 2013, sarà infatti introdotta una nuova
forma di gestione, più sinergica con la rete di carta e legno, al contempo
più efficiente ed in grado di tracciare con più accuratezza i flussi avviati a
riciclo da parte dei recuperatori.
Per quanto riguarda le "PIFU" (per fusti, cisternette, ecc.), ad agosto
2012 è stato siglato un accordo tra CONAI, COREPLA, RICREA, RILEGNO
e le imprese del settore rappresentate da ARI, ANRI e Confima. Il
primario obiettivo di tale accordo consiste nell’incrementare il numero
delle imprese che rigenerano e riciclano questa particolare tipologia di
imballaggi garantendo l’applicazione del CAC sugli imballaggi rigenerati
reimmessi al consumo. I primi dati sono incoraggianti, le imprese
convenzionate con COREPLA sono quasi quadruplicate, passando da 9 a
33, e i quantitativi sono in crescita. Il fatto che buona parte di esse siano
27
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
localizzate per lo più al nord non è di per se un grosso ostacolo dal
momento che per la peculiarità del business in cui operano, assicurano la
copertura dell’intero territorio nazionale (isole escluse).
Sia per le PIFU che per le PIA è in corso un importante processo di
informatizzazione finalizzato ad incrementare la tracciabilità del dato.
Diverso il caso delle "PEPS" (per imballaggi in polistirolo espanso), che
coprono solo alcune aree e per le quali il rapporto peso/volume
dell’imballaggio rende la logistica particolarmente onerosa. In questo
caso, nelle aree non coperte non vi sono operatori con le caratteristiche
necessarie. Inoltre, la difficile congiuntura economica ed il forte
rallentamento dell’edilizia, principale mercato di sbocco del materiale
trattato, hanno di fatto congelato ogni possibile prospettiva di aumentare
le quantità ritirate.
Promozione Riciclo
Pur tra mille difficoltà, non ultima la stretta creditizia che ha penalizzato
molte aziende del settore, il comparto del riciclo delle materie plastiche
nel loro complesso e, in particolare, dei rifiuti d’imballaggio, ha
continuato a rappresentare una modalità per massimizzare l’efficienza
nella gestione dei materiali. Nonostante, o forse proprio a causa della
congiuntura economica. Grazie anche a soluzioni tecnologiche per cui
l’Italia continua a poter vantare posizioni di eccellenza, la sostituzione di
polimeri da riciclo a polimeri vergini ha offerto per alcuni utilizzi la
possibilità di contenere i costi a parità di qualità.
In quest’ottica il Consorzio conferma di non voler interferire con un
mercato con i suoi equilibri ma si propone di “fare sistema” favorendo
insieme la crescita del settore ed il raggiungimento degli obiettivi di
riciclo posti dalla normativa vigente con la miglior qualificazione dei dati.
COREPLA registra quindi, come richiesto dalla legge, l’andamento delle
quantità di rifiuti di imballaggi in plastica riciclate da tutti gli operatori del
settore, in quanto i produttori di imballaggi in plastica e della relativa
materia prima sono
per legge responsabili degli obiettivi di
riciclo/recupero.
Tale rilevamento viene effettuato a partire dallo studio delle dichiarazioni
MUD compilate ogni anno dalle aziende riciclatrici e formula una
previsione per gli anni successivi basata su metodi statistici che tengono
conto del generale andamento dell’economia del paese e dei principali
indicatori di sviluppo economico.
28
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Evoluzione del Riciclo da Commercio e Industria (kton)
(valori in kton)
Riciclo Corepla
Riciclo Indipendente
RICICLO COMMERCIO & INDUSTRIA
2012
11
348
359
2013
13
345
358
2014
13
346
359
2015
13
347
360
Recupero Energetico
L’attività di Recupero Energetico continuerà a orientare i propri sforzi
nella ricerca di soluzione di recupero alternative alle quali indirizzare i
quantitativi di scarti avviati a recupero. Ad esempio sono state oggetto di
studio le tecnologie di gassificazione, con prove su due impianti pilota.
Inoltre, la già citata pubblicazione del Regolamento recante la disciplina
della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di
combustibili solidi secondarie (CSS) è di notevole importanza. Infatti a
partire da una riduzione del consumo di risorse naturali, ovvero di
carbone utilizzato sia nel processo di produzione del cemento che nelle
centrali elettriche, si avrebbe una rilevante riduzione dell’emissioni della
CO2. In tal modo anche l’Italia potrebbe raggiungere indici di sostituzioni
in linea con i livelli europei; oggi nei cementifici italiani viene sostituito
poco meno del 8% di combustibile fossile mentre mediamente nel resto
d’Europa tale percentuale raggiunge il 48% circa, con punte per alcuni
cementifici austriaci e tedeschi del 97%.
Anche dal punto di vista economico l’utilizzo di un combustibile
alternativo di ottima qualità al posto di un rifiuto consentirebbe una
riduzione dei costi di gestione dei rifiuti per le amministrazioni locali e più
in generale una remunerazione dell’attività di produzione del
Combustibile Solido Secondario compreso il loro utilizzo negli impianti
industriali.
Tabella recupero energetico
(valori in kton)
anni
Recupero energetico Consortile:
Sottoprodotti avviati direttamente a REC
Materiale proveniente da superfici private
scarti da lavorazione e da riselezione
Quota in termovalorizzatori RSU
TOTALE recupero energetico
2012
254
252
1
1
450
704
2013
268
268
450
718
2014
276
276
450
726
2015
288
288
450
738
Utilizzo della plastica in acciaieria
Le caratteristiche energetiche delle plastiche hanno consentito il loro
utilizzo nelle acciaierie nei processi di produzione della ghisa.
29
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Infatti il mix plastico derivato dai processi di selezione degli imballaggi in
plastica post consumo, a seguito di opportune operazioni di preparazione,
può essere trasformato in SRA (Secondary Reducing Agent) ed essere
utilizzato in altoforno come agente riducente nelle reazioni di ossidazioni
dei minerali ferrosi.
Nel 2012 sono stati forniti circa 9.000 t di SRA all’acciaieria Voestalpine di
Linz in Austria e per il 2013 è prevista una fornitura di 10.000 t.
L’acciaieria di Linz ha una produzione di ghisa annua di circa 2.750.000
tonnellate ottenute attraverso l’utilizzo di circa 825.000 tonnellate di
coke. Grazie all’utilizzo di 220.000 tonnellate di SRA in sostituzione del
coke vengono risparmiate poco meno di 200.000 tonnellate di coke e
117.000 tonnellate di CO2.
L’utilizzo della plastica da imballaggi post consumo (plastiche miste)
come agente riducente in acciaieria offre vantaggi ambientali ed
economici:
minor immissione di CO2 in atmosfera rispetto all’utilizzo del coke.
Infatti si ha riduzione del 4% circa rispetto all’impiego del
combustibile tradizionale.
minori costi di acquisto del coke.
E’ poi necessario ricordare che l’utilizzo dei rifiuti plastici in acciaieria, il
cosiddetto Feedstock Recycling, secondo la normativa vigente viene
valutato riciclo e non recupero energetico, una volta raggiunto l’obiettivo
di legge del 26% di riciclo meccanico. COREPLA è già da anni al di sopra
di tale obiettivo.
Tale modalità di riciclo rappresenta inoltre una possibilità di fine vita
alternativa al riciclo meccanico per la frazione di plastiche più difficili da
riciclare in momenti di flessione dei mercati delle materie prime seconde.
Utilizzo della plastica in gassificazione.
Tra le soluzioni per il recupero energetico degli scarti derivanti dai
processi di selezione degli imballaggi in plastica sono stati investigati i
processi di gassificazione attraverso prove sperimentali su due differenti
impianti pilota.
Alla base di tale scelta vi sono alcuni aspetti tecnici che hanno reso la
gassificazione come valida alternativa per affiancare soluzioni più
classiche quali quelle rappresentate dai termovalorizzatori e dai
cementifici.
30
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Negli impianti di incenerimento di rifiuti le cinetiche complesse e lente,
dovute alla tipologia ed alla eterogeneità del combustibile utilizzato,
necessitano di essere aiutate da grossi eccessi di aria rispetto a quelli
stechiometrici. Questo comporta un’elevata turbolenza con trascinamento
(così detto carry over) sia delle ceneri leggere che di una parte della
frazione fine del rifiuto incombusto, specialmente se di bassa densità
come nel caso delle plastiche.
Nella gassificazione le portate dell’agente ossidante (specialmente se aria
arricchita con ossigeno) sono molto più basse rispetto alla combustione
diretta del rifiuto, con forte riduzione del carry over.
Negli impianti di combustione la normativa impone una camera di
postcombustione ai fini del rispetto dei limiti per le emissioni gassose al
camino. Gli eccessi di aria utilizzati rendono tale camera molto
voluminosa. Inoltre le alte portate dei fumi prodotti impongono la
presenza di un sistema di depurazione dei fumi stessi molto voluminoso e
costoso sia come investimento che come gestione.
Nella combustione la presenza di sostanze corrosive (SOx, NOx), favorite
dall’atmosfera ossidante, danneggia le parti metalliche delle sezioni di
recupero energetico dell’impianto.
Nella gassificazione invece l’atmosfera presente nei reattori è riducente e
quindi non porta alla formazione di SOx ed NOx.
Le prove condotte hanno permesso di arrivare a definire un progetto
preliminare costituito da un package in cui sono presenti sia il process
design che il basic design di un potenziale impianto in grado di trattare
30.000 t/anno di plastiche miste eterogenee con due possibili scenari per
quanto riguarda lo sfruttamento del syngas: per la sola produzione di
energia elettrica o per la cogenerazione, ovvero la produzione di energia
elettrica e termica.
COREPLA nei prossimi anni sarà impegnato a illustrare i risultati di tale
ricerche nell’intento di suscitare l’interesse di imprenditori che volessero
investire in tecnologie innovative a basso impatto ambientale che
contribuiscano, insieme a quelle esistenti, a eliminare lo smaltimento in
discarica di alcune tipologie di rifiuti che hanno ancora un alto valore
energetico.
31
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
COMUNICAZIONE
Per il triennio 2013-2015 è previsto un consolidamento della ritrovata
immagine e del rinforzato ruolo del Consorzio rispetto alle diverse
categorie di stakeholder, attraverso anche la prosecuzione ed il costante
affinamento delle attività di comunicazione e di relazione.
In questa ottica, almeno per il 2013 e il 2014 è previsto l’ulteriore
sviluppo della campagna adv, con l’inserimento di nuovi contenuti tesi a
fornire ai diversi pubblici elementi di approfondimento e di ulteriore
riflessione, nonché una progressiva “specializzazione” del messaggio, al
fine di andare a sollecitare esigenze di informazione differenziate,
utilizzando un panel di mezzi e strumenti piuttosto articolato,
corrispondente all’attuale crescente segmentazione dei target.
Al di là della campagna adv, che per altro non è un elemento a sé, isolato
dal complesso delle attività di comunicazione del Consorzio, le linee di
sviluppo che si intende perseguire sono:
Mantenere ed intensificare l’azione di proposizione, supporto e
contributo alle attività di comunicazione locale, in stretto contatto
con gli attori che operano sul territorio, per il miglioramento qualiquantitativo della raccolta differenziata, integrandola per quanto
più possibile in un’azione di assistenza anche tecnica per il
miglioramento dell’operativo dei servizi al cittadino;
Seguire gli sviluppi e le enormi potenzialità della comunicazione
web, sfruttando in particolare le caratteristiche di bidirezionalità
dell’universo social;
Accrescere la disponibilità di iniziative, materiali e sussidi per il
mondo della scuola, individuando modalità di intervento adeguate
anche per la fascia adolescenziale delle superiori;
Individuare aree di intervento per iniziative speciali e progetti di
largo respiro, possibilmente in collaborazione con partner
istituzionali ed operativi nazionali ed internazionali, su tematiche di
forte attualità ed impatto, come il marine littering;
Dare forma e visibilità agli sforzi delle Imprese dei settori di
riferimento per la prevenzione, che si candida a divenire sempre
più un tema centrale ed ineludibile.
32
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
RISULTATI ECONOMICI E INNOVAZIONE
Risultati economici
Ricavi
Per quanto riguarda il ricavo da contributo ambientale si è optato per uno
scenario che preveda un CAC di 110 euro/ton fino al 30 giugno 2014, per
poi essere aumentato a 140 euro/ton a partire dal 1 luglio. Questo
consentirebbe di mantenere un equilibrio patrimoniale fino alla fine del
2015.
(euro/000)
RICAVI DA CONTRIBUTO AMBIENTALE
2012
2013
2014
2015
224.333
215.812
246.396
278.657
Per quanto concerne i ricavi da vendita si prevede per il 2013 una
contrazione dei prezzi unitari rispetto al 2012 ed un mantenimento sui
livelli 2013 per i due anni successivi.
(euro/000)
RICAVI VENDITE DA RICICLO
2012
2013
2014
2015
96.600
92.037
95.618
99.443
Costi
Il triennio 2013-2015 sarà caratterizzato da un elevato grado di
incertezza; nel 2013 scadono sia l’accordo quadro Anci/Conai in materia
di raccolta differenziata, sia il contratto di selezione tra CSS e Corepla. I
costi di raccolta e selezione oltre a essere influenzati dall’incremento dei
volumi dovranno anche essere aumentati a seguito dell’adeguamento
previsto dall’Accordo Quadro ANCI/CONAI per i 2/3 del NIC11.
Per quanto concerne gli altri costi industriali, il Consorzio intende operare
scelte volte a premiare sempre più le applicazioni maggiormente
performanti.
Inoltre il consorzio prevede di avviare una più completa tracciatura dei
flussi da riciclo indipendente.
11
Indice ISTAT dei prezzi al consumo
33
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Suddivisione % costi 2013
COSTI RACCOLTA
2%
4%
1%
COSTI SELEZIONE
8%
0%
COSTI di RICICLO
56%
30%
COSTI di ANALISI
COSTI di TRASPORTO
COSTI DI SMALTIMENTO in
DISCARICA
COSTI DI RECUPERO
ENERGETICO
Suddivisione % costi 2015
COSTI RACCOLTA
2%
4%
30%
1%
COSTI SELEZIONE
8%
0%
COSTI di RICICLO
56%
COSTI di ANALISI
COSTI di TRASPORTO
COSTI DI SMALTIMENTO in
DISCARICA
COSTI DI RECUPERO
ENERGETICO
La percentuale dei costi di riciclo comprende anche la quota stanziata a favore
del circuito indipendente;
34
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Sistemi Informativi
I sistemi informativi aziendali in COREPLA supportano le attività operative
e di controllo e “mediano” tra le esigenze di operative e le innovazioni
tecnologiche. Ne risulta un’evoluzione continua dovuta da un lato
all’adeguamento tecnologico della parte infrastrutturale, dall’altro
all’adeguamento applicativo alle nuove esigenze dell’attività gestionale.
Adeguamento tecnologico
Nel corso del triennio sarà eseguito un piano di aggiornamento
infrastrutturale che permetterà di evitare l’obsolescenza della parte
hardware e quella dei sistemi operativi. In particolare saranno aggiornati
i sistemi operativi, e sarà sostituito (ed ampliato) l’hardware esistente,
anche con il ricorso a soluzioni in cloud.
Adeguamento applicativo
Nel corso del triennio si offrirà una gamma sempre più vasta di servizi
informatici sviluppati in tre “linee di prodotto”:
Sistema informativo CEBIS, E’ il sistema centrale dell’azienda
basato su Oracle E-Business Suite. Nel corso del 2012 è stata
effettuata la migrazione ad una nuova versione (12.1.3). In questo
sistema sono presenti molte personalizzazioni che rendono il
sistema stesso più aderente alla realtà di COREPLA;
La business intelligence basata su prodotto Qlickview. La business
intelligence è importante per un’analisi dei dati. Viene utilizzata da
tutte le funzioni aziendali. Il software Qlikview si basa su un
criterio associativo che rende più facile l’analisi dei dati;
Sviluppi web-based. Oltre al sistema informativo CEBIS sono
presenti in azienda una serie di altri software (es. consorziati,
gestione presenze, portale raccolta, etc.). Questi sistemi verranno
omogeneizzati utilizzando un unico database, linguaggio di
programmazione e modalità di esecuzione.
35
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Certificazioni
Nel corso del 2012 sono state effettuate le periodiche ispezioni per il
mantenimento delle certificazioni ISO 14001:2004 relativa all’ambiente,
OHSAS 18001:2007 relativa alla sicurezza sul lavoro e ISO 27001:2005
relativa alla gestione della sicurezza delle informazioni.
E’ stata inoltre rinnovata la certificazione ISO 9001:2008.
Per l’anno 2013 è previsto il
18001:2007.
rinnovo della certificazione OHSAS
Per il prossimo triennio, oltre al mantenimento delle certificazioni
attualmente in essere e della revisione di bilancio, sarà ancora effettuata
la certificazione flussi operata da CONAI che si incentrerà sulla
validazione dei flussi di Riciclo e Recupero analizzando anche i nuovi
processi che dovessero essere attivati.
Ricerca e Sviluppo
Nel 2012 il Consorzio si è dotato di una funzione di Ricerca & Sviluppo, i
cui compiti possono anche per il triennio essere riassunti nei seguenti
punti:
gestire progetti di ricerca finalizzati ad incrementare sia la
percentuale di prodotti avviati a riciclo rispetto a quelli destinati a
recupero energetico, sia il loro valore, contribuendo a sviluppare
applicazioni e sinergie lungo la filiera;
fornire supporto tecnico alle aziende;
effettuare attività di formazione tecnica avanzata sulla sostenibilità
degli imballaggi in plastica presso scuole ed università;
supportare le altre funzioni aziendali (qualità, vendite, assistenza
tecnica) su aspetti e problematiche tecniche relative agli imballaggi
ed ai processi di riciclo;
supportare iniziative, sia a livello nazionale che internazionale, tese
a promuovere il riciclo degli imballaggi in plastica e ad assicurare
che le nuove soluzioni di packaging, che l’industria continua a
sviluppare, non vadano a discapito dei sistemi di raccolta e riciclo
esistenti, ad esempio attraverso la partecipazione a tavoli tecnici e
gruppi di lavoro.
36
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
INDICATORI ONR
La tabella seguente mostra l’evoluzione negli anni delle percentuali di
raccolta (suddivisa per macro area geografica), riciclo e recupero rispetto
all’immesso al Consumo;
Tabella di sintesi obiettivi (Kton)
anni 2012
% 2013
% 2014
% 2015
%
Immesso al consumo
2.052
-1,1% 2.031
-1,0% 2.042
0,5% 2.063
1,0%
Raccolta differenziata
693 33,8%
725 35,7%
754 36,9%
784 38,0%
delta rispetto anno precedente
36
5,5%
32
4,6%
29
4,0%
30
4,0%
nord
417
60,1%
432 59,6%
444 58,9%
450
57,4%
centro
122
17,7%
131 18,1%
140 18,6%
150
19,1%
sud e isole
154
22,2%
162 22,3%
170 22,5%
184
23,5%
Conferiti a riciclo urbano
693 100,0%
725 100,0%
754 100,0%
784 100,0%
di cui gestione consortile
693 100,0%
725 100,0%
754 100,0%
784 100,0%
Riciclo urbano (HH)
395 19,3%
419 20,6%
436 21,4%
453 22,0%
di cui gestione consortile
395 100,0%
419 100,0%
436 100,0%
453 100,0%
Riciclo privato (T&I)
359 17,5%
358 17,6%
359 17,6%
360 17,5%
di cui gestione consortile
11
3,1%
13
3,6%
13
3,6%
13
3,6%
di cui da operatori indipendenti
348
96,9%
345 96,4%
346 96,4%
347
96,4%
Riciclo totale
754 36,7%
777 38,3%
795 38,9%
813 39,4%
di cui gestione consortile
406
53,9%
432 55,6%
449 56,5%
466
57,3%
Recupero energetico
704 34,3%
718 35,4%
726 35,6%
737 35,7%
di cui gestione consortile
254
63,9%
268 66,0%
276 63,9%
287
63,9%
di cui da RSU
450
36,1%
450 34,0%
450 36,1%
450
36,1%
Recupero complessivo
1.458 71,1% 1.495 73,6% 1.521 74,5% 1.550 75,1%
Di seguito l’indice che mostra in quale misura i costi del Consorzio siano
coperti dal Contributo Ambientale CONAI.
Percentuale di copertura dei costi mediante il Ricavo CAC.
anni
2012
2013
2014
2015
% di copertura dei costi
totali COREPLA
65%
59%
64%
69%
% di copertura dei soli costi
di riciclo e recupero
72%
64%
69%
74%
-19
-55
-41
-28
RISULTATO D'ESERCIZIO (mln/euro)
37
Programma Specifico di Prevenzione 2013 - 2015
Aggiungendo anche i ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti avviati a
riciclo, migliora la copertura dei costi industriali di riciclo e recupero.
Percentuale di copertura dei costi mediante
Contributo Ambientale e ricavi da vendita.
anni
% di copertura dei costi
totali COREPLA
% di copertura dei soli costi
di riciclo e recupero
RISULTATO D'ESERCIZIO (mln/euro)
il
Ricavo
da
2012
2013
2014
2015
93%
84%
89%
94%
103%
91%
96%
101%
-19
-55
-41
-28
38
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