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Giugno - Luglio - Agosto 2012

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Giugno - Luglio - Agosto 2012
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Anno 50 - n. 13 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno
Periodico di informazione, attualità, cultura
giugno - luglio - agosto 2012 - n. 13 - copia omaggio
SUPPLICA
AL PREMIER MONTI
CARO MARIO,
LASCIACI
ALMENO
IL MARE
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giugno - luglio - agosto 2012
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Il Paradisino Beach
Un’oasi di relax in riva al mare
immersa in un verde parco di piante mediterranee
INGRESSO LIBERO AL PARCO
I TITOLARI
Stabilimento balneare - Ristorante panoramico - Pizzeria - DiscoBar
Novità 2012 pizzeria e super spaghetteria aperta anche di giorno
ore 18-21 aspettando la cena... aperitivi a richiesta
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giugno - luglio - agosto 2012
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Quest’estate
8 Esclusivo: l’uomo e l’automobile
9 Editoriale di Ivio Barlettani e Paola Valdata
10 Salmastro di Giampaolo Talani
11 Costa Etrusca e Sergio Agostini di Franco Biegi
12 Intervista a Valerio Fabiani, segretario Pd di Stefano Sanna
16 Gelichi, l’uomo che vuole conquistare la città
18 Mannari, da contabile alla guida della banca di Paola Valdata
24 Fatti & persone (Montomoli presidente Toremar)
25 Fatti & persone (Talani, le sfide non finiscono mai)
26 Inchiesta: finanziamenti ai partiti di Paola Valdata
28 Osservatorio di Gordiano Lupi
30 Turismo, parlano gli operatori
32 Bolgheri Melody, brillano le stelle
33 Fiera Mostra Economica, al via la 41ª edizione
34 Gli eventi di Costa Etrusca
36 Stazione di sosta di Clan
38 Unicoop, alla ricerca del libro randagio
39 Scuola di Populonia, è nata la bibliotechina
40 Palazzo Appiani, il museo marino di Giuseppina Toncelli
41 Corri, corri Cavallino Matto
42 “Non siamo angeli”, intervista a Max
43 Nel mondo del sociale
43 Diritto ad una vita dignitosa
44 Fagioli, il medico specialista dell’ecografia di Paola Valdata
48 Relax di Paolo Pachi
49 Spigolature
50 Fabio Del Ghianda e le sue foto di Pierluigi Galassi
52 Un calcio affogato nei debiti di Claudio Nassi
54 Quel fenomeno chiamato Gavorrano di Fiorenzo Bucci
55 Angelo Cereser, grande cuore granata
56 Ricordi
58 In libreria
60 La parola ai lettori
61 Le scelte difficili di Mauro Sozzi
62 Le strade del mare nostro di Emilio Guardavilla
Anno 51 - n. 13
giugno - luglio - agosto 2012
Periodico trimestrale
di informazione,
attualità, cultura
Direttore responsabile
Ivio Barlettani
[email protected]
Coordinatore redazionale
Stefano Sanna
[email protected]
Marketing-pubblicità
Umberto Maria Barlettani
[email protected]
Direzione, redazione, pubblicità
Corso Italia 95 - Piombino
[email protected]
Tel 0565 32843 - Fax 0565 474572
334 3378121
Registrazione Tribunale Livorno
n. 167 in data 4/7/1962 r.s.
Sped. abb. post. 70% DCB Livorno
Poste Italiane Spa
Editore e pubblicità
Costa Etrusca Comunicazione
Grafica e impaginazione
Opus Piombino
Stampa
Centro Rotoweb
Tivoli Terme (Roma)
Gli articoli firmati
o con pseudonimo riflettono
unicamente le opinioni dell’autore
Chiuso in redazione,
25 maggio 2012
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www.costaetrusca.net
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ESCLUSIVO
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Incredibile.
In questo mondo in cui tutto, o quasi,
sembra sia stato già “inventato”, ecco apparire sulla
scena un uomo. Che vuole progettare un’automobile.
Sensazionale. In un momento di crisi dilagante, economica e
politica, che vede trionfare il vuoto di idee, ecco apparire sulla scena della
provincia di Livorno un imprenditore, impegnato in un progetto ardito.
L’industriale è di Piombino, il suo nome, almeno per il momento,
resta top secret.
Costa Etrusca è riuscito ad apprendere, in assoluta esclusiva, una novità dirompente.
Un imprenditore locale sta lavorando da tre mesi, nel più totale silenzio e nel riserbo più
stretto alla realizzazione del prototipo di un’automobile: innovativa, appositamente studiata
per i paesi in via di sviluppo, destinata quindi al mercato del Sud del mondo.
Scarni, ma certi, sono gli elementi in nostro possesso: l’auto avrà quattro ruote motrici, un
motore di oltre 1000 di cilindrata e sarà caratterizzata da accorgimenti semplificati e da
una tecnologia essenziale. L’elettronica e il digitale sono sostituiti dai più vecchi e
robusti impianti elettrici.
Dove sarà prodotta, al suo esordio, la nuova auto, oggi non è possibile
saperlo. Quanto al prototipo, vi mostriamo in anteprima il bozzetto, ma
non è escluso che alcuni dettagli del veicolo possano essere
modificati, in corso d’opera.
Il progetto è affascinante.
E presto se ne saprà di più…
Parola d’ordine: rialzare la testa,
senza piangersi addosso. La
situazione drammatica è sotto gli
occhi di tutti. L’economia globale è stretta nella morsa di una
crisi senza precedenti, che trascina nella bufera dell’incertezza la superpotenza internazionale
come la piccola provincia italiana. La nostra compresa.
In Italia, lo scenario già compromesso registra anche, come se non bastasse, una politica al minimo storico della credibilità, caratterizzata da un pericoloso vuoto di idee e proposte
di cambiamento. Il benessere ha
Rialziamo
la testa
ceduto il passo alla recessione: la maggior parte delle famiglie fruga nel portafoglio già alla terza settimana del mese, gli
imprenditori arrancano. E c’è
chi, costretto a licenziare i dipendenti e a chiudere l’azienda,
non resiste alla disperazione e
sceglie il suicidio come ultima, tragica soluzione. La cronaca lo
conferma.
Rialzare la testa, si diceva. È indispensabile e urgente invertire
la rotta. Per non affondare. Oc-
corre passare da una politica
del dire, tra dichiarazioni, smentite e dibattiti spesso pretestuosi, ad una politica del fare. Tornare ad una sobrietà diffusa,
ad uno stile di vita moderato,
alla concretezza.
Largo, dunque, a imprenditori
seri, preparati e innovativi, che
però, per operare, hanno bisogno di essere liberati da lacci e
lacciuoli. Non per strafare, ma per
produrre e creare lavoro. Ben
vengano imprenditori che hanno idee nuove e nuovi progetti.
E che, con determinazione, li
portano in fondo.
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ed
La crisi non spegne le idee
l’intera provincia di Livorno, volano eccezionale di un motore coml premier rivol- plesso, che comprende
giamo, attra- alberghi, ristoranti, locali,
verso la coper- negozi. Non poco.
tina di Costa Etrusca, E il pensiero corre ad
una vera e propria sup- una parola usata ed abuplica: «Caro Mario, la- sata, ma che non deve risciaci almeno il mare». manere vuota di conteIn tempo di crisi e re- nuto: diversificazione.
cessione, con il porta- Perché di fronte alla crifoglio alleggerito, il ri- si del polo siderurgico,
schio è quello di essere occorre individuare sotravolti dalle preoccu- luzioni alternative. Di
pazioni. Ma il nostro più. Metterle in pratibel mare blu, a portata di ca, senza perdere altro
mano, mette di buon tempo prezioso. L’auumore e induce a ri- spicio, dunque, è che
flessioni. Intanto, è un in- questo mare “tiri”, che
no alla bellezza della la stagione sia buona e
natura, tanto generosa che il comparto turisticon il nostro territorio. co funzioni, con la proNon sarà che ad averlo spettiva di crescere, a
sempre sotto gli occhi fi- dispetto della crisi, in
niamo di non apprez- termini di volume d’affari e posti di lavoro.
zarlo abbastanza?
E poi, questo mare e Una bella sfida per gli
questo paesaggio che operatori turistici del
molti ci invidiano riac- territorio, impegnati nel
cendono i riflettori sul te- mettere a punto servizi
ma del turismo, prezio- di qualità a prezzi comsa fonte di economia per petitivi. Senza mai di-
di Ivio Barlettani
e Paola Valdata
A
menticare che la prima
carta vincente, per conquistare l’ospite, resta
una cordiale accoglienza.
* * *
La crisi non ci deve affossare e soprattutto non
deve spegnere le idee.
Ben vengano nuove iniziative, nuovi progetti.
Come quello, pubblicato in esclusiva da Costa Etrusca, di una nuova automobile. Ci ha
pensato un industriale
della provincia di Livorno. Sensazionale.
Un esempio vincente,
che ci sprona a rialzare
la testa, per uscire dalla crisi, senza piangerci addosso.
* * *
Anche la politica deve
fare la sua parte. I partiti sono scesi al minimo
storico della loro credibilità, con lo scandalo dei rimborsi elettorali
e dello sperpero di de-
naro pubblico. Ma la
realtà della provincia e
delle sezioni locali, fotografata dal nostro giornale, è ben diversa. Sul
territorio, la politica la
portano avanti volontari pronti ad autotassarsi, che nella bandiera credono ancora. Un
bell’esempio, che fa riflettere.
* * *
No al vuoto di idee, si è
detto. No a quel pericoloso immobilismo che
raggela, toglie entusiasmo. Cos’è un territorio
senza dibattito, senza
confronti? Quanto conta la cultura, intesa come proposte, iniziative,
desiderio di valorizzare
luoghi e tradizioni, guardando al futuro? Conta.
E molto. Costa Etrusca
ci crede e dà il suo contributo. Organizzando
eventi e manifestazioni, alcune già rodate,
altre nuove. Guardando avanti.
INSERZIONISTI:
Acqua & Calore di Pistolesi 11; Asiu 66; Assicurazione Fondiaria Sai (Luca Ardenghi) 60; Assicurazione Unipol (Carlo Lami) 27; Banca Credito Cooperativo Castagneto Carducci 2; Bar La Fontana 41;
Bar La Principessa 16; Bolgheri Melody 68; Calidario Terme Etrusche 6; Camera di Commercio Livorno 15; Cargo Abbigliamento 5; Comune Campiglia Marittima 23; Comune Suvereto 53; Consorzio
Balneare Costa Est Piombino 40; Consorzio Balneari Sabbia Etrusca San Vincenzo 33; Coop Unicoop
Tirreno 67; Dal Pont Movimentazione Terra 64; Dolceamaro 37; Edicola Tabaccheria di Rita & Paolo
46, Edilcoop Fiorenzani 5; Falesia Srl Prodotti Siderurgici 29; Fiera Mostra Economica 65; Gioielleria Rosignoli 59; Grassi Arredamenti 5; Hotel Centrale 37; Hotel Collodi 32; Il Paradisino Beach 3; Il
Peschereccio (Francesco Pampana) 36; Immobiliare Cristiani 37; Lampogas Tirrena 39; Martini Professionale 47; Natalini Estintori 47; Park Albatros 17; Podere Tre Cipressi Casa Vacanze 4; Quanto Basta Festival 46; Ristorante La Rocchetta 10; Ristorante Otello 61; Ristorante Zanzibar 47; Tabaccheria Magnani 52.
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M
ari e Monti in questo
inizio di stagione estiva di una Italia triste e
suicida. Soprattutto Monti che
oscurano i mari e gli incerti bagnanti che si spera arrivino. Ma
l'ombra dei Monti riesce ora a raggiungere anche le spiagge, le
nostre, aiutata da esose colline sottostanti di ulteriori tasse di soggiorno richieste proprio ai poveri
(sempre più poveri) bagnanti ai
quali, dovremmo casomai pagare noi un riconoscimento di gratitudine per la scelta di venire a
spendere i pochi timidi risparmi
proprio sul nostro territorio.
Volendo poi inoltrarsi appena
appena sul campo dell'accoglienza e dell'immagine, una
piccola ma equa tassa sarebbe da
chiedere a tutti noi indigeni affinchè vengano finalmente restaurati i palazzi e le facciate di
salmastro
di Giampaolo Talani
quei municipi che da anni versano in condizioni vergognose e
che invece sono, o dovrebbero essere, il primo biglietto da visita
per ogni turista che vuol spendere
quelle due lire di villeggiatura che
ci fanno tanto tanto comodo. I
Grilli hanno cominciato a cantare, allora oltre che un caloroso augurio di buona estate è più
il caso quest'anno un' accorato
Buona fortuna!
Monti che oscurano
mari e bagnanti
ora
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Festa per i cinquant’anni del nostro giornale
Costa Etrusca e Sergio Agostini
di Franco Biegi
T
empo fa Costa Etrusca ha pubblicato “La
ballata della Rocchetta”, la storia di una bimba nata proprio lì, alla Rocchetta,
“con una spiga in mano”.
Qualcuno vide una rosa invece di una spiga e non ci sarebbe niente di strano se qualche altro avesse visto una
margherita. Una margherita
da sfogliare per avere una risposta al “m’ama, non m’ama”
dei primi sospiri amorosi,
con tutto il garbo, quindi, da
riservare alle pagine del nostro
giornale. Noi siamo per la
spiga e sfogliamo Costa Etrusca piano piano, senza leccare il dito. Continua a caricarci la partecipazione dei lettori che riesce a scuotere le incartapecorite corde della nostra lusinga.
Quando Barlettani lo conobbe, Sergio Agostini aveva
già fatto il giro di mezzo
mondo al seguito delle mostre della sua pittura. Si era
fermato nella vecchia Campiglia e, scrittore sempre attento, colse subito certi
“quadretti”di Piombino da
annotare sul quotidiano
“Diario”. In un suo pezzo
scriveva: «Le code dei turisti in attesa di imbarcarsi per
l’Elba… s’intrecciano i dialetti di mezza Italia con i
“de” dei piombinesi e con i
suoni gutturali germanici, le
frasi a mezza bocca degli inglesi con il ciarlare gentile
dei francesi. E le spinte de-
Un’opera del pittore Sergio Agostini
gli uni con quelle degli altri.
Stupisce l’organizzazione
degli australiani con le station wagon stracariche e
cinque o sei bimbetti biondi
come la canapa. Mancano
canguri, ma è solo questione
di tempo».
Uno scappa e fuggi a Parigi
e al ritorno ha in mente accostamenti incredibili: «Vedo confuso il Gran Cafè de
France con il Bar Centrale e
il corso Italia delle “vasche”
dei piombinesi mescolato
con gli Champs Elisée dei
poeti, degli artisti e dei perdigiorno che per Parigi hanno fatto più dei Re e di Napoleone, insieme ai pittori
che i francesi amano come
fratelli e che si annidano nei
caffè e nelle mansarde». Pare una lusinga.
Il “Diario” no stop, come
pure il “Quarantatreesimo
parallelo” di Arturo Ciampolini, magonista ai treni e
“olio porta a porta” dopo i
guai della Magona del 1953.
La rubrica di Ciampolini era
una tribuna aperta, un’aula
di esame dell’accaduto che
faceva il giro del mondo, ta-
le da apparire troppo vasto
per un “giornalino di provincia”. Sì, ma solo ai superficiali e ai del tutto “assenti”.
Caimpolini critica il brusco
collocamento a riposo di
Kruscev e Goldmeier per le
loro idee sull’uso dell’atomo. Poi inneggia a Garibaldi e all’Unità d’Italia: «Come sono tristi le amnesie politiche. Dai mille manifesti
tricolori per lo storico anniversario di Porta Pia e dell’Unità d’Italia, a un generale silenzio. Se tornasse al
mondo Garibaldi se ne andrebbe a Caprera senza il
sacco delle semente e si lascerebbe morire di fame».
Costa Etrusca ne ha fatta di
strada, grazie anche all’importanza delle origini e al rispetto delle tradizioni.
L’incontro
col grande
pitttore.
I suoi
“Diari”
deliziavano
i lettori.
Romano
de Roma
si stabilì
a Campiglia
idraulica - riscaldamento - condizionamento - irrigazione
arredo bagno impiantistica antincendio - gas - pavimenti - rivestimenti
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giugno - luglio - agosto 2012
di Stefano Sanna
V
alerio Fabiani 28 anni è il più giovane segretario di Federazione del Partito Democratico in Toscana. È figlio di un
operaio e poi impiegato della Magona, ha fatto il liceo
classico a Piombino, è iscritto alla facoltà di scienze politiche di Firenze ma non si è
ancora laureato, gli mancano 6 esami. La sua attività politica inizia nel movimento
studentesco. Nel 2001 aderisce ai giovani Democratici
di Sinistra e nel 2004 ne diviene il segretario e fa parte
della direzione nazionale dei
giovani Ds. Nel 2007 è il coordinatore della segreteria
Ds della Val di Cornia-Elba,
praticamente il vicesegretario. Nel 2010 è eletto segretario della Federazione del
Partito Democratico della
Val di Cornia-Elba e fa parte della direzione regionale.
È segretario da due anni,
qual è la tua valutazione
su questa esperienza?
Fare “Politica” è una cosa
entusiasmante, specie insieme a molta gente che la fa
per passione. Per me il partito è soprattutto una comunità di donne e uomini, che
oltre a farti sentire meno solo di fronte alle scelte rappresenta anche il migliore
antidoto ai possibili errori,
perché così c’è sempre qualcuno pronto a darti il consiglio giusto o a tirarti le orecchie …
La crisi dell’industria siderurgica è uno dei grandi
temi, quali sono gli sviluppi possibili?
Le istituzioni e la politica
hanno affrontato e gestito
l’emergenza. Ora è necessario un lavoro più profondo
che non si esaurisce in Toscana e chiama in causa il
governo nazionale che deve
rispondere ad una domanda:
cosa farà l’Italia da grande?
Dobbiamo scegliere se con-
Intervista a Valerio Fabiani, il più giovane
«FARE POLITICA CON E
tinuare a essere uno dei
principali paesi industrializzati nel mondo oppure no.
Si tratta di una scelta strategica su cui deve misurarsi la
politica.
E in cosa devono concretizzarsi queste scelte?
Sappiamo qual è il punto di
vista della destra, che ci ha
lasciato un apparato industriale debole e arretrato.
Noi che nel 2013 assicureremo all’Italia un governo di
sinistra vogliamo rovesciare
questa impostazione perché
crediamo importante mantenere un ruolo strategico nella manifattura. Siamo con-
vinti che si possa fare sviluppando la ricerca, l’innovazione tecnologica per avere un’industria allo stesso
tempo più sostenibile e più
competitiva. Ambiente e
sviluppo si devono tenere
per mano, non c’è l’uno senza l’altro, e il lavoro deve recuperare centralità, per questo, secondo me, il Pd dovrebbe proporre anche un
ruolo maggiore dei lavoratori all’interno delle aziende.
In testa ho il modello tedesco della cogestione.
Ma nel territorio ci sono
anche altre potenzialità
Certo, e sono molto importanti. Per anni c’è stato chi
teorizzava che dovevamo
mettere gli ombrelloni al
posto dell’altoforno. Non
sarebbe una soluzione credibile. La sfida è applicare il
concetto di diversificazione
anche alle voci più tradizionali dell’economia locale.
13
segretario Pd della Toscana
ENTUSIASMO»
Penso all’agricoltura dove
esprimiamo molte eccellenze nella produzione ortofrutticola e del vitivinicolo,
dove sono occupate migliaia
di persone, ma in cui avanzano segni di debolezza. C’è
bisogno di promuovere forme di aggregazione e cooperazione fra produttori e di
dare una maggiore capacità
industriale anche alla produzione agricola, cercando di
completare sul territorio la
filiera produttiva, spingendoci verso la trasformazione
in loco del prodotto.
Bisogna quindi parlare
delle infrastrutture: qual è
la tua posizione sull’autostrada?
L’autostrada va fatta subito
e bene. Nel tratto tirrenico il
nostro territorio è quello che
subisce le conseguenze peggiori. I lavoratori e le imprese pagano una sorta di sovrattassa per la inadeguatez-
za delle infrastrutture. Abbiamo bisogno di migliorare
subito i collegamenti con la
viabilità nazionale e internazionale sia per lo sviluppo
del porto che per una migliore fruizione turistica
della Val di Cornia e dell’isola d’Elba.
Sulla vicenda di Rimigliano cosa vuoi dire?
I lavori della commissione
paritetica regionale si sono
conclusi con un accordo che
ha confermato sostanzialmente quello che noi e il
Comune di San Vincenzo
abbiamo sempre sostenuto.
È brutto il clima che si è
creato intorno a tutta la vicenda. Ho visto che gli oppositori politici che contestavano il piano hanno progressivamente abbandonato
il terreno del confronto politico, prima immaginando di
strumentalizzare politicamente quello che è invece
Nella sanità a che punto
siamo?
Abbiamo lanciato una proposta che anticipa l’apertura
di una stagione di politiche
sovra comunali su basi nuove. Pensiamo che per gestire
un servizio sanitario di qualità occorra definire un bacino di utenza più ampio. Abbiamo proposto di integrare
i servizi e le strutture della
Val di Cornia con quelle delle Colline Metallifere e
creare nuove sinergie con
l’isola d’Elba. Questo processo può partire subito,
tendendo ad ampliare sempre più la rete territoriale dei
servizi di prossimità (lunghe
degenze, assistenza domiciliare per gli anziani e portatori di handicap) per poi realizzare una nuova struttura
ospedaliera, per acuti, corrispondente ad un territorio
più vasto e quindi ad una ca-
La crisi della grande industria
Il percorso
politico.
Rimigliano,
accordo ok.
Turismo,
migliorare
la qualità
dei servizi
sistica maggiore, quella del
bacino dell’Alta Maremma.
E per il turismo?
In questo territorio, a differenza di altre realtà, il gettito derivante dalla riscossione dell’imposta di soggiorno assicurerà una copertura
finanziaria ad un progetto
per la promozione turistica
capace di diversificare l’offerta e migliorare la qualità
dei servizi. La prima cosa
che dobbiamo riconoscere è
che è impensabile che un
Comune da solo possa promuovere il proprio territorio
nel 2012, quindi abbiamo
associato le funzioni al turismo di ciascun Comune per
garantire una programmazione unitaria e più forte a
beneficio di tutto il territorio, evitando di creare sovrastrutture. Anzi in quest’ottica ci siamo preoccupati di
utilizzare gli strumenti di
cui già disponevamo anziché inventarne di nuovi. Per
questo un ruolo fondamen-
씯
uno strumento istituzionale
come la paritetica, poi andando direttamente alla Procura della Repubblica. Questa è il sintomo, purtroppo,
di una degenerazione della
politica. Ma nelle scelte che
hanno cambiato profondamente il vecchio piano “Parmatour” e nelle altre significative sempre di natura urbanistica che l’amministrazione sanvincenzina sta facendo, ci sono i segni di un
riallineamento della pianificazione urbanistica di quel
Comune a quella del resto
del territorio. Questa è la vera novità della quale dovremmo discutere.
14
giugno - luglio - agosto 2012
tale sarà svolto dalla Società
dei Parchi, che dovrà essere
riorganizzata potenziandone
la funzione di promozione
turistica, ovviamente attraverso una proficua collaborazione con gli operatori del
settore. Questo ruolo della
Parchi rappresenta anche
emblematicamente la caratteristica principale di questo
progetto: si tratta di tenere
insieme sviluppo turistico e
tutela dei beni ambientali e
culturali. L’ambizione è
quella di valorizzare insieme un territorio più ampio
quello dell’Alta Maremma e
dell’Arcipelago Toscano e
che va dal sistema di Bolgheri alle Colline Metallifere passando dalla Val di
Cornia con le sue coste, i
suoi parchi e le sue tradizioni e da quella perla che è
l’Elba con il resto dell’arcipelago.
Le province le dobbiamo
abolire?
Sì, nell’ottica di una riforma
istituzionale più completa.
Come sono cambiati i rapporti tra le forze politiche
che avevano costituito la
maggioranza nei Comuni?
Sinistra e Libertà ha deciso
di abbandonare il centrosinistra tradendo di fatto il
mandato conferitogli dagli
elettori, rinnegando il programma di governo da loro
sottoscritto e contraddicendo perfino la propria stessa
funzione, dal momento che
Vendola ogni giorno ci dice
di aver fondato quel partito
per aiutare una ricomposizione dell’area di centrosinistra.
Tutto è successo frettolosamente, nell’arco di pochi
mesi e adducendo motivi
francamente imbarazzanti,
come quello del livello di
qualità della struttura ricettiva prevista al Casone di Baratti e contenuta dal nuovo
piano particolareggiato su
cui, fra l’altro, quel partito
nel giro di qualche mese è
Potenziare il settore agricolo
riuscito ad assumere tutte le
posizioni possibili, dal favorevole al contrario.
Speriamo che questo cambiamento repentino non sia
il frutto di una sorta di occupazione militare, che qualcuno ha notato, a danno del
gruppo dirigente di Sel da
parte di coloro che fanno
parte di una “castina” locale
che anziché accompagnare e
assecondare un necessario
processo di rinnovamento,
non lo hanno accettato e nel
momento in cui questo processo avrebbe provocato un
loro passo indietro da posizioni di spicco nel territorio.
Sono usciti dal partito, si sono messi ogni giorno alla ricerca di qualche comitato da
capeggiare e hanno fondato
liste civiche ma che spesso
di civico hanno molto poco
e invece hanno molto più di
personale…
È nata anche una nuova lista: “AscoltaPiombino”.
Stiamo assistendo in tutto il
Paese a una proliferazione
di liste elettorali spesso di
stampo personalistico. A
Sassetta si sono presentate
sei liste per 400 votanti. Conosco la storia politica del
fondatore come la conoscono in molti e penso che non
ci sia bisogno di un mio
commento. Il punto è che la
crisi della politica non si
manifesta solo attraverso la
distanza dei cittadini o la loro non partecipazione al voto, ma anche attraverso l’avvicinamento alla vita politica di diverse persone che lo
fanno pensando così di migliorare la propria condizione personale. Invece la politica o torna ad essere servizio e dimensione collettiva o
è destinata a scomparire e
con essa la democrazia.
Comunque noi alle prossime elezioni ci confronteremo serenamente con tutti, il
punto oggi è capire come sarà la Piombino che affronterà quel passaggio elettorale,
dal punto di vista economico e sociale. Questo è quello che mi interessa di più, su
questo siamo impegnati a lavorare.
Come si finanzia il Partito
Democratico della Val di
Cornia-Elba?
Il nostro bilancio è su internet, lo approva ogni anno la
direzione della Federazione
e chiunque può vederlo e mi
piacerebbe che fosse possibile conoscere anche quello
degli altri partiti. Sarebbe un
bel segnale di trasparenza e
responsabilità. Ci finanziamo con le tessere di nostri
iscritti, con i contributi dei
nostri amministratori ed
eletti, con le feste del Partito
e riceviamo 10mila euro dal
Turismo, migliorare i servizi
finanziamento pubblico nazionale. La politica e cioè la
democrazia, è il “bene comune” per eccellenza, il finanziamento pubblico è una
garanzia per la democrazia.
Anziché cavalcare assurde
demagogie sarebbe più utile
imporre controlli e trasparenza nella gestione dei soldi pubblici e nel funzionamento generale dei partiti
che dovrebbero tutti assicurare un minimo comune denominatore di democraticità, capace di garantire a tutti
possibilità di partecipare.
Un partito deve poter garantire ad un operaio o ad un
piccolo imprenditore di diventare deputato o segretario, a prescindere dal conto
in banca di ciascuno. Oggi
si parla di Montezzemolo,
Grillo, io penso che con i
miliardari in politica abbiamo già dato. Oggi c’è bisogno di partiti che siano fedeli alla Costituzione.
Stiamo ormai correndo
verso le elezioni politiche e
subito dopo ci saranno le
comunali, le regionali e le
europee, come gestirà le
candidature il Partito Democratico?
Siamo fortemente impegnati
per cambiare la legge elettorale nazionale e regionale
per consentire agli elettori
di scegliere i propri rappresentanti. In ogni caso noi ormai da tempo abbiamo avviato l’esperimento delle
primarie, è uno strumento
che dobbiamo perfezionare
ma che manterremo sicuramente per scegliere le candidature.
15
1862 – 2012:
il sistema camerale compie 150 anni
PREMI ALL’INNOVAZIONE
E ALLA CREATIVITÀ
Spirito di iniziativa, fantasia, capacità di guardare
al futuro con intelligenza, maestria e fiducia: sono
le doti delle imprese livornesi che hanno vinto due
concorsi promossi dalla Camera di Commercio: “Impresa Innovativa” e “Arte come Mestiere”.
Impresa Innovativa ha premiato tre imprese della provincia di Livorno che si sono distinte per le capacità di innovazione e invenzione: sono GEOSTUDI
ASTIER (software per progettazione, interpretazione
e rendering grafico 3D di misure di tomografia
elettrica), BOZZI & FIGLI (fabbricazione di parti meccaniche di precisione, dal prototipo alla piccola
serie fino al macchinario completo), ERREDUE GAS
(realizzazione di un’apparecchiatura per la produzione
di azoto ultrapuro e ridotto consumo energetico per
il trattamento termico dei metalli e il taglio con laser di acciaio inox). Premi da 20.000, 15.000 e 10.000
euro.
Arte come Mestiere ha dato a tre imprese artigiane che
si sono distinte per i migliori
manufatti in ferro, vetro o ceramica la possibilità di partecipare gratuitamente, con
uno stand, a importanti Fiere internazionali del settore,
quali “Maison Object” di Parigi, “Macef 2012” e “Artigiano in fiera” di Milano, “ART
2012 - Mostra internazionale dell’artigianato di Firenze”.
Premiate BAMBOLE DELLA BOTTEGA SCURA di De Montis Livia per l’opera Trittico con
pesci, FABBRO FERRAIO di Quochi Filippo per
l’opera Ricerca, STUDIOZERO-VETRO di Caterina Zucchi per l’opera Extravaganza.
CON LE IMPRESE,
PER USCIRE
DAI CONFINI NAZIONALI
Iniziative in tema
di internazionalizzazione
La Camera di Commercio di Livorno partecipa a fiere internazionali dedicate alla logistica portuale. Le prossime sono:
• Transport Logistic China, Shanghai 57 giugno 2012
• Intermodal India, Mumbai 26-28 settembre 2012
In India è prevista anche un’azione di
scouting diretta a far incontrare le Autorità
con le istituzioni del territorio. Possibilità di
incontri tra operatori per le imprese del
settore.
Queste iniziative sono state progettate in
collaborazione con l’agenzia regionale Toscana Promozione e le Autorità Portuali di
Livorno, Piombino ed Elba, Marina di Carrara.
In occasione di ogni manifestazione all’estero sono organizzati seminari informativi gratuiti per le imprese, in collaborazione con la Dogana di Livorno e lo sportello Sprint di Toscana Promozione.
Info:[email protected]
www.li.camcom.gov.it
16
giugno - luglio - agosto 2012
Gelichi alla guida della lista civica AscoltaPiombino
L’uomo che vuole conquistare la città
maggioranza, scegliendo la
strada più comoda e il percorso opposto al mio. E comunque, non dimentichiamo
che l’articolo 67 della Costituzione riconosce la piena libertà dell’eletto, che non deve sentirsi vincolato da alcun
mandato né verso il partito
d’appartenenza. Questo per
garantire la democrazia.
Lavora in Coop da 25 anni.
È entrato grazie a qualche
raccomandazione?
Assolutamente no. Ho superato un colloquio e sono stato assunto. In contemporanea
ricevetti anche la chiamata
della Magona, ma scelsi la
Proletaria.
semblea degli iscritti segretario
comunale, nel novembre del
2007, ho accettato l’incarico
con orgoglio, entusiasmo e
una buona dose di ingenuità
politica.
Nessuna esperienza politica
prima del 2007?
No. Un impegno invece nel
mondo delle associazioni, come presidente del Circolo Porticciolo di Marina per sei anni.
Qual è stata la molla per
entrare in politica?
Il contatto con i tanti soci del
Circolo, la realtà del mare, di
quel porticciolo, che mi hanno avvicinato, con gradualità,
ai problemi della città. È nato allora il desiderio di dare il
mio contributo.
Perché, allora, a distanza
di tre anni, le dimissioni da
segretario e la fuoriuscita
dal partito?
Non ho mai svolto, in realtà,
la funzione di segretario comunale, i contrasti con la federazione del partito erano
profondi e insanabili. Non accettavo di fare il passacarte, e
ho deciso di andarmene. In
consiglio comunale sono passato al Gruppo Misto, e via via
che aumentavano le divergenze con il sindaco, maturava
l’idea di una lista civica. Che
oggi compie un anno di vita.
L’esordio?
Sono entrato nei Ds al tempo
dei congressi, quando avvenne la scissione ho aderito al
progetto di Veltroni, credendo
nel nascente Pd. E quando
sono stato nominato dall’as-
Anselmi, per tutta risposta,
l’ha definita “Scilipoti”…
Il sindaco, spinto da un moto
di rancore, ha usato un paragone inappropriato. Innanzitutto perché Scilipoti è uscito
dalle minoranze per entrare in
RISTO-BAR
LA PRINCIPESSA
di Massimo Catania e Monia
Quindi non si è sentito imbarazzato neppure nei confronti dei suoi elettori?
No, innanzitutto perché il mio
è stato un atto dettato dalla coerenza, e poi perché chi mi ha
dato la preferenza, alle scorse amministrative, ha votato la
persona, tanto che all’epoca io
ho persino rifiutato i voti del
partito. E continuo a lavorare
seguendo una visione progressista e riformista che doveva identificare il partito democratico.
Oggi è tempo di attacchi al
sindaco e di critiche puntuali alle strategie adottate
dall’amministrazione. L’obiettivo futuro è il governo
della città. AscoltaPiombino
correrà da sola?
Questa è l’intenzione. La lista
nasce per analizzare i problemi e dare le risposte, trasversalmente alle ideologie politiche. Il nostro collante è la concretezza: «riprendiamoci il
futuro».
Si possono conoscere i nomi
in lista?
Non ancora. Per il momento
Insalate, piatti freddi, carpacci
primi e secondi piatti anche da asporto
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씯
N
ella Piombino roccaforte del Pd, sarà l’ex
segretario comunale
del partito ad insidiare il successore del sindaco Gianni
Anselmi. È Riccardo Gelichi, alla guida della lista civica
AscoltaPiombino, l’outsider
che ambisce alla poltrona di
primo cittadino. Si candiderà
sindaco, alle prossime amministrative, insieme ad un
gruppo di donne e uomini per
lo più nuovi alla politica, sulla stessa lunghezza d’onda,
nel segno della concretezza. Il
programma della lista è pronto da un pezzo e ha ricevuto il
sigillo dell’ufficialità attraverso la presentazione in un’assemblea pubblica, aperta a
tutta la città.
Gelichi, piombinese, leva
1965, perito tecnico industriale, oggi caporeparto nel supermercato Coop di via Gori,
si è dato alla politica dal 2007:
in ottobre si costituisce il Partito Democratico, un mese
dopo Gelichi diventa segretario
comunale di Piombino. Risale al giugno del 2009 la sua
elezione in consiglio comunale,
all’interno di un Pd che conquista il 52 per cento dei voti. Un anno dopo si dimette dalla carica di segretario e, trascorsi pochi mesi, restituisce
la tessera del partito, entra
nel Gruppo Misto consiliare.
Nel 2011 nasce la lista AscoltaPiombino.
17
Lavoro e impegno politico sono assorbenti. Gelichi nel
privato?
Mi dedico alla famiglia, ho una
figlia ventenne e un bimbo
di due anni dall’attuale compagna. E quando trovo il tempo coltivo il mio hobby, la
pesca subacquea. La mia grande passione resta il cinema, come per Veltroni.
Una parte della costa vista da piazza Bovio
c’è un gruppo di lavoro, formato da Roberto Bonanni,
Monica Bartolini, Massimo
Castellani, Marcello Cillo,
Giampiero Nannini, Egidio
Pizzi, Luigi Pizzi, Lauro Zucchelli, Marica Savino.
E se alla vostra porta bussasse un partito?
Difficile rinunciare alla nostra autonomia. Le alleanze
eventuali, comunque, si stringono solo sulla condivisione
dei programmi.
colato. Quali sono, in sintesi, le sfide per il futuro di
Piombino?
La riqualificazione della costa
urbana, portando il turismo
in città; lo sviluppo della nautica, individuando come sito
ideale la foce del Cornia; il potenziamento del sistema viario, realizzando la Poggio ai
Venti-San Rocco; la riqualificazione del decoro urbano,
anche attraverso la realizzazione di un grande parco, a
Ghiaccioni.
A proposito, il vostro è un
programma ampio e arti-
Oltre alla crisi industriale,
quali sono i campanelli d’al-
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larme che stanno suonando?
Tanti. Due tra tutti: la cultura
sta regredendo, tra le prove il
mancato decollo del liceo
classico. Occorre una gestione diversa anche del fenomeno immigrazione: il Cotone si
sta trasformando in un ghetto,
ma nessuno ha il coraggio di
dirlo.
Un voto ad Anselmi…
Ha buone capacità, è preparato,
eccellente oratore, ha una visione d’insieme valida. Ma è
stato frenato dal sistema ed è
solo nelle scelte.
Da segretario
comunale del Pd
a consigliere
del Gruppo Misto.
La sfida che lo
attende
è la candidatura
a sindaco.
Possibili alleanze
con i partiti?
«Difficili e
comunque solo
condividendo i
programmi»
Sulla Costa degli Etruschi,
in una splendida e immensa pineta secolare,
il Park Albatros è un gioiello
incastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti
e i tipici paesini medievali.
18
giugno - luglio - agosto 2012
FABRIZIO MANNARI
DA CONTABILE
ALLA GUIDA
DELLA BANCA
Nuovi impegni e sfide
per la Bcc di Castagneto Carducci
che l’anno scorso ha investito
45 milioni di euro sul territorio
19
D
alla finestra della
casa natale, in via
dei Mulini a Castagneto, scorgeva la banca, a
quel tempo racchiusa in pochi metri quadrati. E a
chiunque, fin da ragazzo, gli
chiedesse quale mestiere voleva fare da grande, rispondeva «lavorare lì», indicando la Banca di Credito Cooperativo di Castagneto
Carducci.
Parla con fervore ed entusiasmo, Fabrizio Mannari, direttore generale della Bcc,
del suo lavoro, del suo staff,
delle origini e delle sfide future dell’istituto. Crede nei
numeri, ma a patto che si
concilino con il pensiero etico; non si sottrae al peso
della responsabilità che il
suo ruolo comporta, ma sa
condividere e delegare. E
quando cita lo slogan della
Bcc, «una banca un po’ speciale», si coglie dal suo tono
di voce che per lui questo è
molto di più di un motto
aziendale: è una convinzione maturata giorno dopo
giorno e nello stesso tempo
un impegno da rinnovare.
Perché l’obiettivo da raggiungere e mantenere è
chiaro ed ambizioso: far crescere la banca di pari passo
con le aziende e le famiglie
del territorio.
E che Mannari creda nel territorio e nelle sue potenzialità economiche ma anche
culturali, lo si capisce affacciandosi alla sua stanza,
quando lo sguardo cade sui
quadri di Sergio Agostini, il
celebre pittore romano che
elesse Baratti a sua dimora e
che oggi riposa nel cimitero
di Campiglia Marittima.
«Acquistare opere di un artista legato al territorio – sostiene il direttore – fa parte
della missione di una banca
locale. Tutto ciò che crea
cultura qui merita di essere
sostenuto e sponsorizzato».
Sostegno, parola chiave nella filosofia della Banca di
Chi è Fabrizio Mannari
Fabrizio Mannari nasce il primo ottobre del ’63 a
Castagneto Carducci. Il babbo, Claudio, è il barbiere
del paese, la mamma, Franca, casalinga. La casa natale di Mannari è in via dei Mulini, proprio di fronte
alla banca che oggi dirige, e che allora era contenuta nei pochi metri quadrati di una stanza. Una presenza
determinante per Fabrizio bimbo e poi studente a Ragioneria: respirando fin dalla più tenera età l’aria dello storico istituto di credito, ha le idee subito chiare,
tanto da decidere e desiderare di lavorare proprio lì.
Lo sfondo della prima esperienza lavorativa per Mannari è la bottega di barbiere del padre. Una volta diplomato, fa il contabile in una cooperativa: un impegno che dura tre anni. Segue l’ingresso in banca,
come impiegato, all’interno di un gruppo che conta sette persone.
Oggi, Mannari è il direttore generale della Bcc, i dipendenti dell’istituto sono 105. Sposato con Carla e padre di due figli, Gioele di 21 anni e Emily di 15, dedica il poco tempo libero che gli resta, terminato il lavoro,
alla famiglia e ai suoi hobby, in particolare l’arte e la
musica.
Credito Cooperativo di Castagneto, che nel 2010 ha tagliato il traguardo del secolo
di vita. Parola d’ordine, per
un istituto innovativo e dalle
radici profonde, che non ha
mai messo in archivio lo
spirito antico di quando,
Cassa rurale di prestiti, rivolgeva la sua operatività
verso le categorie più deboli, per le quali l’accesso al
credito era molto difficile.
Superati anni bui, risorta nel
1957, negli anni Ottanta la
Bcc cade in piedi dopo un
triplo salto mortale: il divorzio dalla Federcasse toscana
nel 1984, la fondazione nel
1985 di un network di servizi indipendente, la Cabel,
l’apertura della prima filiale
fuori dal borgo, a Donoratico, nel 1987.
«Risale a due anni dopo la
mia assunzione – ricorda
Mannari –. Entrai nella Banca di Castagneto dopo un’e-
sperienza di tre anni in una
cooperativa, come contabile. Eravamo in sette, i tre
“anziani” che mi avevano
visto nascere, il direttore
Sergio Acerbi - che purtropo
recentemente ci ha lasciato Piera Viti e Venio Lancioni,
tre giovani colleghi ed io.
Oggi siamo in 105, gli sportelli aperti sono 19, i soci
1700, i clienti 30mila. E, rimanendo ai numeri, il bilancio 2011 è stato chiuso con
un utile netto di 4 milioni e
mezzo di euro».
Cifre, ma molto di più. Tratteggiano l’impegno di una
squadra di pionieri, oggi dirigenti dell’istituto, che con
lo slancio determinato dalla
giovane età e da una forte
motivazione hanno fatto la
fortuna della banca. «Acerbi
ha creduto in noi – sostiene
Mannari – nel 2008 ho ricevuto da lui il testimone. Sono trascorsi vent’anni dal
mio ingresso in banca, ma
sembra più di un secolo: basti pensare che all’epoca i
bonifici si facevano ancora a
mano, il cliente compilava
sette moduli. Cinque anni
dopo, arrivò la svolta informatica, con la rete interbancaria della Cabel».
La passione per la programmazione e l’esperienza nel
centro elaborazione dati del-
Flessibilità e duro lavoro: i segreti del successo
La sede centrale della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci
씯
di Paola Valdata
giugno - luglio - agosto 2012
la banca sono state tra i capisaldi della carriera di
Mannari, che sintetizza il
segreto di un percorso brillante in una parola, «impegno».
«Lavoro fino a 12 ore al
giorno – spiega il direttore –
sacrificando anche qualcosa
alla famiglia. In banca ho
fatto tutti i mestieri, la conosco come le mie tasche. Essere flessibili è determinante». Soddisfazioni? «Molte.
Ma le difficoltà non mancano, e neppure qualche inevitabile delusione. La più
grande arriva da quei clienti
che decidono di portare il
loro denaro altrove, in banche fuori piazza, quando noi
raccogliamo per investire
sul territorio, per farlo crescere. Andarsene significa
non aver capito il ruolo della banca e quello del socio,
nel segno dei due pilastri
che ci caratterizzano da
sempre: solidarietà e mutualità».
Solidarietà e mutualità, non
parole sbandierate ma principi concreti, «in nome dei
quali corriamo anche dei ri-
schi. L’anno scorso abbiamo
impiegato sul territorio 45
milioni di euro, può sembrare una follia in un momento
come questo. Ma siamo rimasti gli unici, e dobbiamo
farlo». La crisi è sotto gli
occhi di tutti, «ma la Bcc –
dice con un pizzico di orgoglio Mannari – l’ha affrontata facendo la banca, continuando a intermediare, raccogliere e reinvestire sul territorio. Senza mai cedere alla tentazione di titoli tossici».
Il direttore della Banca di
Botta e risposta
Castagneto non si illude sul
2012, anno difficile. «Ma
sono ottimista e credo che in
autunno i segnali di ripresa
si faranno cogliere. Quello
che sta avvenendo in Germania e Stati Uniti si riproporrà anche nel nostro Paese, anche se più tardi. Del
resto, la crisi ci ha travolto
dopo altre nazioni, e quindi
anche la ripresa avrà tempi
differenti».
Mannari guarda avanti con
fiducia e le sue azioni lo
confermano. A partire dalla
creazione di un comitato
ri
a
n
n
a
M
di Umberto Barlettani Non ricordo, pensavo a di- Con quale personaggio scelte.
Dono di natura che vorrebbe avere?
Saper suonare e cantare.
Il tratto principale del suo
carattere?
L’entusiasmo.
Un suo difetto?
Parlo molto vorrei saper
ascoltare di più.
La persona cui chiederebbe consiglio?
Oggi ad un fiscalista.
Il giorno più felice della
sua vita?
Quelli della nascita dei miei
figli.
E il più infelice?
Lo immagino ma meglio
non parlarne.
Di cosa ha bisogno per essere felice?
Andar per mare.
Una cosa che non ha mai
capito della gente?
La superficialità, un grande
male per gli italiani.
Il vero lusso è?
Saper vivere bene con quello che si ha.
Il più bel ricordo da bambino?
Il rapporto con i miei genitori.
Cosa voleva fare a 12
anni?
vertirmi.
Un consiglio ai giovani di
oggi?
Hanno davanti un futuro
difficile, anche per merito
nostro, rimboccarsi le maniche.
L’incontro che le ha cambiato la vita?
A parte gli affetti direi Paolo Viviani, un grande maestro di banca a cui devo la
mia carriera lavorativa.
Città preferita?
New York.
Il piatto che predilige?
Spaghetti ai ricci di mare
(possibilmente sulla mia
barca!).
E la bevanda?
Un buon rum invecchiato
oltre 20 anni.
La qualità che preferisce
in un uomo?
La saggezza, oggi sempre
più rara.
E di una donna?
La femminilità che non
sempre coincide con la bellezza.
Quel che detesta di più?
La stupidità, spesso ai “piani alti”.
Personaggio storico più
ammirato?
Luigi Einaudi.
politico vorrebbe parlare?
La politica parla un linguaggio irrazionale e molto diverso dal mio.
Film cult?
La vita è bella.
Attori preferiti?
Robert De Niro, Alberto
Sordi, Ugo Tognazzi.
Cantanti preferiti?
Vasco Rossi, Pink Floyd.
Pittore preferito?
Il Guernica di Picasso mi ha
impressionato per la forza
comunicativa.
Animale preferito?
I classici cane e gatto.
Dove vorrebbe vivere se
non a Donoratico?
A Donoratico sto bene, anche perchè mi divido tra ufficio e casa!
Una frase che porterebbe
sulla t-shirt?
Ho una maglietta con scritto
in inglese che tutto si muove per soldi, penso sia vero.
Libri preferiti?
Libri che raccontano la nostra storia, libri legati al mio
lavoro.
È scaramantico?
Assolutamente no.
Ha un portafortuna?
No, la fortuna dipende parzialmente dalle nostre
Colore preferito?
Azzurro.
La soddisfazione più grande?
I miei figli.
Hobby?
Sci, mare, lettura.
Il regalo più bello che ha
ricevuto?
Un biliardo.
Un suo rimpianto?
Studiare di più a suo tempo.
Ha il potere assoluto per
un giorno: la prima cosa
che fa?
Tolgo la fame nel mondo.
Il suo rapporto con Dio?
Così così, lo cerco al bisogno come fanno molti.
Ciò di cui non può fare a
meno?
La libertà, in tutti i sensi.
Nella vita a chi deve dire
grazie?
Ai miei genitori, a mia moglie, a tanti amici.
L’amico più caro?
Le amicizie dell’adolescenza, gli amici che vedi dopo
tanti anni e ti sembra di essere stati insieme ieri.
Io vorrei?
L’elenco sarebbe lungo,
senz’altro viaggiare di più.
씯
20
21
giovani, cinque dipendenti
che non superano i 25 anni
d’età. «Il loro entusiasmo è
indispensabile, si coniuga
con l’esperienza di chi ha
maggiore anzianità. Li riunisco ogni mese, lascio che
prendano iniziative rivolte al
loro target. Ora, tra gli altri
impegni, stanno anche preparando il profilo Facebook
della banca».
Rinnovarsi, rimettersi in
discussione sono imperativi
per la Bcc, senza rinnegare
la continuità. «I progetti non
mancano – spiega Mannari
–. Staremo sempre più vicini ai nostri clienti, anche
con servizi che altri non offrono. Stiamo realizzando,
ad esempio, una struttura interna in grado di aiutare le
imprese a valutarsi, individuando le aree critiche da
migliorare. Una consulenza
preziosa, che aumenterà la
fiducia nei confronti del nostro istituto».
Lo sviluppo della Bcc avrà
il suo confine geografico in
Grosseto. L’apertura di una
filiale, rinviata per far fronte
ad una richiesta di credito
pressante, rimane nel piano
industriale. Il sogno di Man-
I vertici della Bcc
di Castagneto Carducci
Presidente:
Silvano Badalassi
Vicepresidente:
Alessandro Scappini
Consiglieri:
Andrea Ciulli, Paolo Corrieri, Fabio Favilla,
Natale Ferrari, Francesco Irrera
Collegio Sindacale
Lorenzo Gai (presidente)
Sindaci effettivi
Laura Baroni, Fulvia Gilleri
Sindaci supplenti
Chiara Baroni, Emiliano Viti
Direzione generale
Fabrizio Mannari (direttore generale)
Mario Tuci (vicedirettore generale)
nari? «Che la Bcc diventi la
banca locale numero uno in
entrambe le province, Livorno e Grosseto. Nella prima
ce la faremo, nella seconda
è senz’altro più difficile».
Una priorità assoluta? «Preservare il clima interno alla
banca, sereno, coeso. Veniamo tutti da anni di dura gavetta, ma, grazie alle scelte
compiute dai nostri predecessori, oggi in banca c’è un
nucleo storico di nuova ge-
nerazione che facilita la collaborazione interna e il gioco di squadra. Tutti percepiscono che quando vinciamo
è un successo di tutti e non
solo del direttore generale».
Anche mantenere la carta
vincente della reattività e il
volto umano che contraddistingue la banca rientra tra
gli impegni del direttore,
che può contare su una
squadra affiatata e su un
presidente esempio di uma-
nità. «Silvano Badalassi –
dice Mannari – porta con
sé, anche nel ruolo di presidente, che riveste dal 2000, i
segni della professione che
ha sempre svolto, quella di
medico. È un uomo serio,
essenziale, al servizio degli
altri».
Ma con una vita di lavoro
tanto assorbente, non solo in
termini di tempo ed energia
dedicati, ma anche di responsabilità e attaccamento,
resta spazio per altro, fatta
eccezione la famiglia? Mannari assicura di sì e snocciola un elenco di interessi e
passioni.
«L’arte e la musica sono ai
primi posti, ma non posso
rinunciare allo sci e alla vita
in barca». Entrambi sinonimo di spirito libero e intraprendenza: ricevuti e al tempo stesso dedicati ad una
banca, la Bcc, che in un’era
di diffidenza generalizzata
nei confronti degli istituti di
credito, è un’eccezione alla
regola. Sarà perché di spericolati giochi finanziari e costi occulti per i clienti non
c’è neppure l’ombra. Sarà
per la modernità addolcita
dallo stile antico.
Ecco lo staff
Alcuni componenti dello staff della direzione generale della Bcc di Castagneto Carducci. Da sinistra: Sabina Bini,
Mario Tuci, Fabrizio Mannari, Monia Toninelli, Stefano Belmonte, Enrico Cicali, Riccardo De Tomasi
22
giugno - luglio - agosto 2012
Fabrizio
Mannari,
impressioni
a caldo
Sergio Benedetti (Titolare
ristorante Otello, Venturina): «Fabrizio Mannari, allievo del compianto storico
e valido direttore Sergio
Acerbi, ha contribuito allo
sviluppo e diffusione della
“Banchina” nonostante le
attuali difficoltà dovute al
periodo sfavorevole dell’intera economia nazionale e
mondiale. Con la proficua
collaborazione del vicedirettore Mario Tuci, esperto
conoscitore dei problemi locali, ha saputo stare vicino
alle varie esigenze della nostra gente. Tanti auguri di
continua prosperità!
Monica Giuntini (Responsabile marketing e relazioni
esterne Cavallino Matto, ex
sindaco Castagneto Carducci): «È semplice e competente. “La persona giusta
al posto giusto” cosa rara in
Italia! Mi è capitato, insieme ad altre imprese importanti del territorio, di sottoporgli il nostro progetto per
la costituzione di una rete di
Parchi tematici: con lungi-
Dicono di lui
Il direttore generale Fabrizio Mannari al tavolo di lavoro
miranza ha colto subito la
novità e sostenuto con entusiasmo l’idea! Vorrei inoltre
sottolineare come la Banca
che dirige – in questo momento di grave crisi economica – stia svolgendo un
ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie e le imprese del territorio».
Luciano Ghironi (Responsabile Comunicazione e Immagine Bolgheri Melody):
successive. Grazie anche alla
Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci un
Festival così prestigioso può
proseguire nel tempo e crescere. Un plauso, dunque, alla serietà del direttore Mannari,
che dimostra di credere profondamente nel territorio e
nella sua vocazione».
Fabio Tinti (Sindaco Castagneto Carducci): «Di Fabrizio
posso dire che la sua serietà e
professionalità hanno rappresentato elementi e qualità
importanti grazie alle quali
ha raggiunto la posizione di rilievo all’interno della Banca
di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci. Desidero
sottolineare l’attenzione e la
disponibilità con la quale sta
operando e che rende sempre più vicino un istituto di credito alle imprese e ai cittadini del territorio».
«Il direttore generale Mannari è stato molto sensibile
alla ridistribuzione dei proventi della banca, investendo
sul territorio. Ha dato impulso anche alla partenza del
Bolgheri Melody, mantenendo l’impegno nelle edizioni
Il presidente Silvano Badalassi (a destra) al taglio del nastro della Bcc a Donoratico
Silvano Badalassi (Presidente Banca di Credito Cooperativo Castagneto Carducci): «Fabrizio Mannari
assume la direzione della
banca nel 2008, in un momento particolarmente dif-
ficile. L’esperienza consolidata negli oltre venti anni
di lavoro e la vicinanza di
validi collaboratori, uno su
tutti il vicedirettore Mario
Tuci, gli hanno permesso
comunque di poter conti-
nuare a guidare l’istituto
con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Il modo semplice e diretto
di “fare banca” proprio di
una banca locale, ha determinato la vicinanza della
banca al sistema economico locale ed alle famiglie e
questo ha sicuramente permesso di alleviare parte
delle difficoltà generate
dalla crisi economica ancora in corso».
ABC FESTIVAL
APRITIBORGO
L’incanto di Campiglia
nelle sere d’estate
9 Agosto 2012
Cena medievale
10 agosto
Calici di stelle
Comune di
Campiglia Marittima
In collaborazione con:
Terzostudio
Accademia di Belle Arti di Firenze
EVC Pro Loco
11, 12, 13, 14, 15 agosto
Apritiborgo
info: www.apritiborgo.it
24
giugno - luglio - agosto 2012
fatti & persone
Stelio Montomoli
Giuseppe Contrani
Montomoli presidente Toremar
D
ue piombinesi scalano la Toremar, ricoprendo incarichi
prestigiosi ai vertici.
Stelio Montomoli, 69 anni,
ex segretario generale dell’Autorità Portuale e primo
segretario del Pds dopo la
svolta di Occhetto, è il nuovo presidente della Toremar. Nel consiglio d’amministrazione è entrato anche
Giuseppe Contrani.
Montomoli, che era già
membro del Cda dall’inizio
dell’anno, colma il vuoto
lasciato da Angelo Roma.
La sua iniziale resistenza,
di fronte alla proposta di un
ruolo tanto impegnativo, ha
lasciato spazio alla decisione di accettare, «e con entusiasmo – sono parole del
nuovo presidente – perché
Toremar ha contribuito a
scrivere pagine importanti
nella storia del nostro mare,
e questa nuova responsabilità è una sfida emozionante».
Toremar, acquisita all’inizio del 2012 da Moby, ha
mosso i primi passi dopo la
privatizzazione non senza
Sventolano le Bandiere Blu
su 7 spiagge della provincia
Il litorale della provincia di Livorno merita un 10 in pagella. Sono infatti ben 7 le
spiagge, su 16 in tutta la Toscana e 246 in
Italia, ad aver ottenuto il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu. Tra gli
altri, hanno avuta la riconferma del vessillo
Piombino (Costa Est) e San Vincenzo.
Anche quest’anno, quindi, la Fee, l’ente che
assegna le bandiere, ha certificato la qualità delle acque e l’eccellenza della gestione
ambientale, dei servizi e della sicurezza lungo la costa dei territori premiati.
Il riconoscimento non è affatto scontato.
Ogni anno, è il risultato di un impegno che
deve esser rinnovato. La Bandiera Blu
sventola solo là dove spiagge e mare hanno superato l’esame della Fee, rientrando
in parametri rigorosi.
incidenti di percorso: le dimissioni di Roma e il licenziamento del responsabile
area tecnica Rutilio Cesari
hanno lasciato il segno.
Ora, Achille Onorato, amministratore delegato della
compagnia di navigazione,
confida in un’era nuova,
grazie anche all’impegno
assunto da Montomoli.
«Contiamo – sostiene – sul
contributo prezioso di un
uomo che ha dalla sua competenze ed esperienze maturate proprio nel settore
del trasporto marittimo».
La rotta di Toremar è tracciata: gli sforzi sono concentrati nel miglioramento
del servizio, incrementando
la qualità della flotta.
Al futuro della compagnia
e alla realizzazione degli
ambiziosi progetti concorreranno, dunque, due piombinesi. Oltre al neo presidente Montomoli, anche
Giuseppe Contrani, entrato
nel Cda: è stato responsabile di armamento dell’agenzia marittima Freschi e presidente della Pubblica Assistenza.
Rimigliano, il rebus è risolto
Tenuta di Rimigliano, è stato raggiunto l’accordo sulla variante urbanistica.
La conferenza paritetica interistituzionale ha dato il via libera al piano, che richiederà, per la sua realizzazione dai 4 ai 6 anni di lavori.
La Regione, in definitiva, ha riconosciuto la bontà del progetto, che
prevede la costruzione di 120 appartamenti e un hotel da 6mila metri quadrati e 75 camere.
E’ storia annosa quella della Tenuta di Rimigliano, acquistata per circa 30 milioni di euro all’asta fallimentare Tanzi-Parmalat nel lontano 2004, dalla Rimigliano srl, che vede in società Maurizio Berrighi,
Gioia Falk, Piero Antinori ed Enri-
co Pecci.
La variante era già stata approvata dal
consiglio comunale di San Vincenzo lo scorso ottobre. Ma l’atto era stato rinviato all’esame della giunta
regionale, per presunte incoerenze tra
lo strumento urbanistico e il Piano
di indirizzo territoriale.
25
fatti & persone
Talani, le sfide non finiscono mai
M
esi fulgidi e ricchi
di impegni e soddisfazioni per il
sanvincenzino noto in tutto il
mondo Giampaolo Talani.
Mentre proseguono i contatti con il porto di Miami, che
gli ha chiesto di progettare un
Marinaio in bronzo altro 18
metri, Talani è reduce da un
altro momento prestigioso
della sua brillante carriera.
Unico artista figurativo italiano, è stato invitato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la cerimonia di chiusura dei 150
anni dell’Unità d’Italia. Per il
Quirinale, Talani ha realizzato
un busto bronzeo di Giuseppe Garibaldi.
Anche la Fondazione Piaggio
si è rivolta a Giampaolo Talani, chiedendogli di decorare
la livrea di due Vespe Px,
una delle quali sarà collocata all’interno del Museo Piaggio di Pontedera, mentre l’altra sarà mantenuta in mostra
all’aeroporto di Pisa. La poetica del viaggio di Talani è
condensata sulle curve della
Geni in erba
premiati
Altro che ragazzi distratti e
svogliati! Due giovanissimi
piombinesi si sono aggiudicati premi importanti in concorsi nazionali. Valentina
Gargiulo, 19 anni, del Centro
musicale di Viviana Tacchella,
scuola di canto di Rossella Canaccini, ha conquistato il primo posto assoluto al concorso musicale di Civitavecchia. Ha stravinto con la canzone “Je suis malade”, versione di Lara Fabian.
Anche il piccolo pianista
carrozzeria, con tanto di valigie, rose e ombrelli che volano, pezzetti di mare con
improbabili boe rosse e balene
all’orizzonte. In concomitanza con la presentazione
di questa inedita Vespa d’autore, il Museo e la Fondazione Piaggio dedicheranno
a Talani una mostra personale
dal titolo “Bottega Talani”
dal 1° al 15 giugno a Pontedera. Sarà l’occasione per rivedere esposto “Partenze”,
l’affresco di Santa Maria Novella, e 15 opere tra le più importanti degli ultimi anni, oltre ai lavori degli allievi del-
la scuola di affresco che Talani, assieme a Massimo Callossi, ha condotto a Pontedera,
in accordo col Comune e la
Fondazione Piaggio.
Leonardo Merlini, 9 anni, è
reduce da un nuovo successo: primo posto assoluto per
lui al concorso nazionale
“Città di Riccione”, giunto alla decima edizione. Allievo del
maestro Alessandro Gagliardi,
Leonardo ha terminato la terza B della scuola primaria
di via XXV Aprile.
Madioni
sul podio
È stato assegnato al critico
d’arte senese Gilberto Madioni
il prestigioso “Premio Comunicare l’Europa 2012”,
destinato a personalità che
si distinguono, in vari settori, per la vocazione e l’impegno internazionale ed europeo. Madioni, presidente del
Comitato cateriniano di Siena, è reduce dal consueto
successo riscosso dal Premio Internazionale Santa Caterina d’Oro, che, per la sua
diciottesima edizione, ha vi-
Infine, Talani imprime il suo
segno anche sul ristorante e
l’american bar che prendono
il posto del famoso Gambero Rosso, a San Vincenzo,
chiuso mesi fa. Sarà il figlio
dell’artista, Martino, che già
gestisce lo stabilimento balneare Venere, ad occuparsi
dell’american bar, mentre il
ristorante sarà seguito da una
collaboratrice di Talani, Laura Farina, anni fa titolare di un
noto ristorante modenese.
Come sottolinea l’artista, il suo
sarà un contributo di idee,
generato dall’affetto rispettivamente di padre e di amico.
sto salire sul podio, tra gli
altri, la bella attrice Virna
Lisi.
Il critico è profondamente
legato al territorio della provincia di Livorno ed è solito
trascorrere le vacanze estive
a San Vincenzo: tra i suoi
prossimi impegni professionali, la presentazione della pittrice di Venturina Paola Salvestrini al Festival dei Due
Mondi di Spoleto.
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giugno - luglio - agosto 2012
Inchiesta: rimborsi ai partiti, vertici straricchi
Ma alla base arrivano le briciole
di Paola Valdata
B
asta ai partiti straricchi
che comprano diamanti e non danno un
euro alla base. Basta ai superfinanziamenti pubblici,
chiamateli più correttamente
rimborsi elettorali, concentrati nelle mani di pochi, al vertice, e investiti persino all’estero. Mentre le sezioni locali, che portano avanti la politica sul territorio, chiudono
i battenti per mancanza di denaro. Basta. Sale un grido
d’indignazione. Corale, e dettato da più di una ragione.
Noi la nostra verifica del malumore crescente l’abbiamo
compiuta nella provincia di
Livorno. Tra la gente, è inutile
dirlo, trova conferma il disgusto
che attraversa tutto il Paese.
Provocato da una politica spa,
da affari milionari, che fa a botte con un’economia in recessione e una crisi che stringe al
cappio le famiglie.
Tra i politici del territorio,
che certo si associano all’aspra
critica del cittadino, avanza
un rammarico rabbioso: la
base, tranne qualche eccezione, è trascurata, snobbata. E costretta a cavarsela da
sé, nel segno dell’autofinanziamento. Anzi, se mai, è la base che finanzia il vertice, consegnando quote del tesseramento locale. Insomma, una
politica affidata al volonta-
Sergio Giorgi
riato, a quanti sono pronti a
montare banchetti, raccogliere firme, presidiare sezioni.
E mettere mano al portafoglio. E cosa succede se l’autofinanziamento, per un motivo o per l’altro, viene meno?
Semplice: la bandiera del partito smette di sventolare, la
sezione chiude. In molti, che
non definiamo eroi della politica solo per rispetto al sentimento antipolitico tanto diffuso, oggi testimoniano l’andazzo di anni, le richieste di sostegno economico respinte al
mittente, gli sforzi personali.
E spesso, l’amarezza di una
bandiera ammainata, per mancanza di risorse.
«Non ho mai ricevuto contributi dal partito – sbotta Sergio Giorgi, ex assessore Piombino – quando ero referente comunale di Idv. Ho chiesto più
volte aiuto a Livorno, ma ho
sempre incassato dei no».
Bocconi amari per Giorgi che,
insieme a Giuliano Fedeli,
oggi vicepresidente del consiglio regionale, fu tra i pionieri
dell’Italia dei Valori nella provincia di Livorno. «Un vero
peccato – aggiunge – siamo riusciti ad aprire una sezione a
Piombino, in via Galilei, e
per tre anni mi sono tassato pagando l’affitto, devolvendo
una quota del mio emolumento da assessore e aggiungendo altre somme. Qualche
amico dava una mano, per
pagare le bollette della sede.
Una volta fuori dalla giunta,
quella cifra è venuta meno. Ad
un certo punto non ce l’ho
più fatta. A fine inverno la
sede è stata chiusa». Il comportamento del partito? «Criticabile. Dovrebbe dare una
mano ai territori nei quali è rappresentato».
Le difficoltà non impediscono ad Andrea Serni, responsabile Idv per Piombino-Val di
Cornia, di confidare in un futuro migliore. «Cerchiamo
una nuova sede, più grande –
dice – anche perché un rientro in Comune è più che probabile. Ho chiesto al provinciale un contributo, mi è stato risposto che la disponibilità c’è, ma che al momento i
soldi non bastano».
Si vedrà. Intanto, quanto sia duro tenere in piedi la sede del
circolo di Sel, che gestisce
tutta la Val di Cornia, lo sa bene anche Ilio Benifei, oggi
membro della segreteria, per
due anni e mezzo coordinatore.
«Fino a quando il partito è
stato in maggioranza, a Piombino – spiega – potevamo contare su un consigliere e un
assessore e quindi su una percentuale dei loro introiti. Una
volta fuori dalla maggioranza,
il problema del mantenimento della sede, in via Ferrer, si
è fatto sentire. Contiamo sul
tesseramento, fermo restando che una quota va al nazionale, al regionale e al provinciale. E poi ci autofinanziamo.
A tutti è richiesto uno sforzo,
organizzeremo qualche cena
sociale, cucineremo noi. L’alternativa è chiudere».
Quanto ai finanziamenti ai
partiti, il giudizio di Benifei è
duro: «La gente disse no, con
un referendum, ma si aggirò
Ilio Benifei
27
l’ostacolo introducendo i rimborsi elettorali. Una presa in
giro. A questo punto devono
almeno essere fissati limiti di
spesa alle campagne elettorali
e tutto deve essere documentato. La trasparenza deve essere un obbligo».
Al commento si associa con
forza Andrea Ghilarducci, coordinatore provinciale di Sel,
che plaude i politici locali,
«nel nostro caso volontari puri – dice – che mantengono il
presidio del territorio autofinanziandosi, o con l’autocontribuzione di chi è stato
eletto».
Giampiero Amerini, capogruppo di Fli in consiglio comunale a Piombino, testimonia una duplice esperienza:
quella più recente di Futuro e
Libertà e quella di An, di cui
è stato capogruppo dal 2004 al
2009. «Alleanza Nazionale
dava una mano per le campagne elettorali amministrative, ma per la sede non abbiamo mai ricevuto contributi.
Piuttosto, una quota delle tessere locali andava al nazionale» Fli guarda avanti. «Se i
finanziamenti arriveranno –
aggiunge Amerini – il partito
ha già deciso una ripartizione,
comprendendo anche la base,
in proporzione agli iscritti.
Giampiero Amerini
La base si scatena:
troppi soldi
buttati.
Tutti d’accordo
sul tetto
ai finanziamenti.
La politica
sul territorio
sopravvive solo
grazie all’impegno
dei tanti volontari.
Molte sedi locali
devono chiudere
Questa dovrebbe essere la regola per tutti, insieme ad un
controllo rigido e a importi
dimezzati rispetto ai rimborsi elettorali attuali».
Anche per Rifondazione Comunista la parola d’ordine è autofinanziamento. Il tesseramento, gli introiti della festa
di Liberazione e le cene sociali
servono per pagare il mutuo
della sede in via Marco Polo.
«Dai vertici del partito non
arriva nulla – assicura Torrino Checcoli, capogruppo consiliare – piuttosto una quota delle tessere locali è devoluta al
nazionale».
Sul finanziamento pubblico,
Checcoli ribadisce un concetto, «la democrazia ha un costo». «Ma – precisa – il denaro
pubblico deve servire solo per
finanziare azioni politiche, e
i partiti devono giustificare
le cifre spese. Il controllo da
parte della base è fondamentale: il leader di un partito
non può fare quello che vuole».
Gli eventi politici nazionali
e la bufera che ha travolto i par-
Torrino Checcoli
titi hanno talmente disgustato Massimo Montanari, per
anni segretario amministrativo prima di Forza Italia e
poi del Pdl, che non è più
iscritto al Popolo delle Libertà.
«Siamo sempre andati avanti con le sole forze degli associati – spiega amareggiato
Montanari – ma non sono bastate a evitare la chiusura, per
mancanza di fondi, di due sedi, una a Piombino, in via
Trento e Trieste, e l’altra a
Venturina. Non sono state seguite dal punto di vista politico, amministrativo, logisti-
co». Montanari punta il dito
senza riserve, «siamo stati
trascurati dal coordinamento
regionale e da quello provinciale. Eppure ci era stato promesso un contributo dal vertice: il frutto del tesseramento finiva a Roma, ma doveva
tornare sul territorio il 50 per
cento. Abbiamo ricevuto solo qualche gazebo e qualche tavolino. La verità è che la Val
di Cornia rappresentava solo
un avamposto, da snobbare».
Massimo Montanari
Anche la Lega Nord sul territorio ha incassato consensi
e ha sempre lavorato sodo
per ottenere i risultati eletto-
28
giugno - luglio - agosto 2012
rali. Ma tanto impegno non
è stato premiato, visto che
anche nel caso del Carroccio la storia si ripete: cifre
esorbitanti concentrate e gestite dal vertice, sezioni locali senza un soldo. Che sopravvivono fino a quando
l’autotassazione e il volontariato lo consentono. Poi
ammainano la bandiera.
Fin qui, un grido di dolore
collettivo dei partiti locali trattati come “figliastri” da un
vertice “matrigna”. Ed emerge la fotografia desolante di una
politica territoriale portata
avanti con sacrificio, anche
economico, da chi nel partito
crede ancora, nonostante gli
aiuti chiesti e rifiutati. Ma
spicca qualche isolata voce
fuori dal coro. Come quella
dell’Udc, che testimonia una
realtà differente. «Dalla segreteria amministrativa regionale – sono parole di Luigi Coppola, consigliere comunale e segretario provinciale
del partito – sono sempre arrivati i contributi, sia per il
mantenimento della sede, che
a Piombino è in via Petrarca,
sia per la campagna elettorale. Contributi che coprono
l’80-90 per cento delle spese.
Il resto è affidato all’autotassazione e a iniziative varie,
cene comprese, per raccogliere fondi». Prassi diversa,
dunque, quella seguita dall’Unione di Centro, che a livello regionale è presieduta dal
parlamentare Francesco Bosi,
molto legato al territorio. Condiviso, invece, anche da Coppola, il giudizio negativo sui
partiti che peccano di avarizia
nei confronti della base politica locale: «Devono abbandonare una visione verticistica e avere più cura della periferia, punto fondamentale
di riferimento».
gli amministratori, che devolvono una quota dei loro
emolumenti. «Dal vertice –
spiega Daniele Mercati, segretario dell’unione comunale dal 2010 – riceviamo sostegno per la propaganda elettorale in termini di volantini e
brochure. Inoltre, in base ai voti espressi dal territorio, il nazionale devolve una cifra alla federazione, che la utilizza
in loco». Mercati prende posizione sul tema finanziamenti
ai partiti, «non si può prescindere da quelli pubblici,
sempre che non si voglia consegnare i partiti alle lobby.
Ma devono essere ridotti, controllati e regolamentati. Per
quanto ci riguarda, la nostra gestione del denaro è trasparente e consultabile, con tanto di bilanci discussi e ap-
Luigi Coppola
Caso ancora diverso quello
del Pd, che può contare su
un’organizzazione capillare:
solo a Piombino i circoli sono sei e gli iscritti 1300. A livello locale le entrate sono
rappresentate dal tesseramento,
dalle feste e dai contributi de-
Daniele Mercati
di Gordiano Lupi
a cultura non è certo il primo
pensiero dei nostri amministratori e quasi sempre viene
considerata una cosa inutile per la
quale non sono mai disponibili risorse.
Nei rari casi in cui si trovano finanziamenti si tende a soddisfare interessi settoriali, spesso si cerca di fare cultura riproponendo collaudati modelli televisivi, invitando personaggi famosi a tenere conferenze, presentare libri e pellicole. Si va sul sicuro, non si esperimenta, non si inventano occasioni e palcoscenici
per far esprimere dal territorio le
reali potenzialità culturali. Perdiamo il poco che abbiamo, non lo valorizziamo abbastanza, abbandoniamo cose di cui dovremmo an-
L
O
E
SS
RVATOR
IO
dare fieri, purtroppo. Mi limito a citare l’esempio di due cinema gloriosi:
il Gran Guardia di Livorno e il Sempione di Piombino, lasciati morire dopo una lenta agonia, fino a una poco gloriosa chiusura.
Il Gran Guardia era un cinema-teatro dove si esibivano cantanti, si recitavano commedie in vernacolo e
provati dagli iscritti, dagli attivisti».
L’impegno del Pd è encomiabile, ma non sufficiente
a contrastare il sentimento
antipolitico sempre più diffuso. Che spiega il trionfo
dell’astensionismo alle recenti amministrative e il proliferare delle liste civiche.
Come AscoltaPiombino, guidata da Riccardo Gelichi, ex
segretario comunale del Pd,
pronto a candidarsi sindaco nell’agone elettorale del 2014.
Nonostante la scelta di uscire
dal Pd, Gelichi non ha dubbi
sul ruolo prezioso svolto dai
partiti locali.
«Sono loro il vero motore della macchina politica – sostiene il leader di AscoltaPiombino
– ma, purtroppo, non incidono sulle scelte e non sono sostenuti economicamente. La
base lavora per gli apparati
regionali e nazionali e non riceve nulla in cambio. Ha tutta la ragione di indignarsi».
Quanto ai contributi elettorali-finanziamenti pubblici,
«devono essere ridotti – conclude - ed erogati sulla base di
spese elettorali sostenute e
documentate. Mentre i finanziamenti dei privati devono
essere resi noti, per evitare
lobby occulte».
nel fine settimana si proiettavano pellicole in prima visione. Roba del
passato. Adesso tutto è superato da
un multisala periferico, in un centro
commerciale, vera e propria antitesi della cultura, struttura predisposta
allo spaccio di pellicole in 3D con accompagnamento di Coca Cola e
pop-corn.
Il Sempione, invece, sarebbe stato
perfetto come saletta d’essai per
organizzare retrospettive e incontri,
serate a tema, cicli sul cinema del passato, da storicizzare.
Ma occorreva investire in cultura e,
come sappiamo, mancano sempre
le risorse. Quindi via libera alle chiusure, alle profumerie che prendono
il posto dei cinema, alla distruzione
del passato. Tanto quel che conta è
lo spread…
29
Falesia
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giugno - luglio - agosto 2012
Puntiamo sul futuro e giochiamo la carta del turismo
Stessa spiaggia stesso mare...
S
tessa spiaggia, stesso
mare… Ben venuta
estate, che ci riporti,
dopo il letargo dei mesi
freddi, a desiderare sole,
mare, relax. Se anche i tempi della scuola e della lunga
pausa estiva sono lontani,
chi non sogna di staccare la
spina per dedicarsi a “impegni” più gradevoli del consueto lavoro? Lo stress non
dà tregua, la crisi economica incalza ed erode, in molti
casi, la capacità di spesa.
Ma il cuore ci dice di godercela, quest’estate.
Chi abita in un territorio bello come il nostro ha almeno
il privilegio di averlo a portata di mano, e forse di por-
I cipressi di Bolgheri:
«alti e schietti in duplice
filar…»: attrazione
internazionale
tafoglio, questo mare blu
che fa dimenticare, almeno
in parte, le tristezze dell’inverno. Quanto agli ospiti, alla vacanza, magari più breve, in molti non vogliono rinunciare. La ricerca si concentra, piuttosto, su mete
che possano vantare un
buon rapporto qualità prezzo, attrattive ma compatibili
con bilanci familiari più
contenuti. La proposta turistica della nostra provincia è
competitiva, l’offerta ampia,
a cominciare dalla varietà
del paesaggio. Al mare, con
le sue belle spiagge e scogliere, si aggiungono i magnifici borghi medioevali
dal fascino antico, la campagna splendida, ricca di vigneti e oliveti, la macchia
mediterranea con i suoi profumi di ginestra e pino, le
colline incantate. Chi non
conosce la fama dell’Isola
d’Elba, di Cecina e San Vincenzo, o di Follonica, solo
per citare qualche destinazione di mare? Tra quanti
preferiscono le zone più interne, comunque a pochi
chilometri dalla costa, non
sfugge il fascino di Bolgheri
o Castagneto Carducci, ma
l’elenco è più lungo.
La gamma delle strutture ri-
cettive a disposizione è ampia: dagli alberghi ai campeggi, agli agriturismi. L’ottima tradizione enogastronomica completa il quadro,
conquistando anche i buongustai più raffinati.
Certo, le grandi potenzialità
del nostro territorio non
escludono gli sforzi degli
operatori turistici, che devono tenersi al passo con le
nuove esigenze degli ospiti,
sempre più attenti ai dettagli, puntando su professionalità, qualità dei servizi e
tariffe sostenibili. Con l’obiettivo di conquistare nuovi
target, allungare la stagione,
ed esportare nel mondo, con
una promozione mirata ed
efficace, anche l’immagine
di località meno conosciute,
ma altrettanto appetibili.
Eccoli, ai nostri microfoni,
gli operatori della zona, che
testimoniano l’auspicio di
una stagione proficua e
l’impegno profuso per raggiungere il risultato. Strutture e servizi sono fondamentali, ma tutto parte dallo spirito giusto: una calorosa accoglienza ai turisti in arrivo.
Musica e spettacoli negli antichi borghi della provincia
a
l
o
r
La pa tori
a
r
e
p
agli o tici
turis
Anche per questa stagione registriamo il
tutto esaurito. Il Park
Albatros si è
consolidato
c a m p eg g i o
internazionale con una
massiccia
presenza di
turisti provenienti da vari paesi
europei: tedeschi, francesi, danesi e olandesi. Il nostro
gruppo ha una fitta rete di collaborazioni in tutta Europa che
garantisce l’afflusso della clientela. Da giugno a settembre registriamo circa seimila presenze giornaliere. Ogni anno
lavoriamo per migliorare le nostre strutture e per offrire sempre il massimo ai nostri ospiti.
Bisogna dare ai turisti tutto
quello che vorremmo trovare
noi. Qualità, professionalità,
pulizia, sicurezza, tranquillità
e prezzi contenuti sono le armi
vincenti per garantire un soggiorno piacevole e indimenticabile nella meravigliosa Costa degli Etruschi.
31
Si apre la stagione turistica 2012 con i primi turisti in arrivo. La
cortesia, la qualità dei servizi e lo spirito d’accoglienza stanno
facendo crescere il bacino d’utenza turistica
della Val di Cornia. L’offerta in termini di
numeri è molto vasta ma il turista sempre
di più sceglie strutture dove il rapporto
qualità prezzo è migliore, quindi l’operatore deve stare sempre più attento ad offrire
il massimo in termini di immagine, cura degli ambienti ecc. Solo con grande impegno
e passione possiamo contare su queste presenze. Molto importante è il continuo aggiornamento del personale e l’approccio con ospiti di diverse culture, sapere insomma quali sono le esigenze di ciascun ospite e
cercare di farlo sentire a casa propria.
Alessandro Doria
Titolare casa vacanze Podere Tre Cipressi.
Nonostante la forte crisi che colpisce
tutti i settori, compreso quello turistico, anche quest’anno
lo staff del Paradisino è pronto a fare la
sua parte: accogliere
al meglio i turisti
che scelgono il meraviglioso litorale di
San Vincenzo. Da
parte nostra cerchiamo di mantenere e
migliorare i servizi da offrire: stabilimento balneare attrezzato incorniciato
tra mare e pineta, animazione, intrattenimento, ottima cucina e divertimenti di ogni tipo come il parco giochi
gonfiabili dell’amico Andrea Salvini.
Un impegno costante, uno stimolo a fare
sempre meglio per soddisfare le esigenze dei nostri ospiti. Un benvenuto
e buone vacanze a tutti.
Doriano Socci
direttore Il Paradisino
San Vincenzo
Marco Vannucchi
direttore Park Albatros
Nonostante le funeree aspettative per la
stagione 2012 a causa della crisi del debito e il persistere di
un periodo di incertezza economica,
il Calidario, cerca di
guardare alla stagione turistica con
una visione più realistica, una visione
propositiva ricca di
eventi e nuove attenzioni nei confronti dei propri ospiti.
Siamo e restiamo comunque orgogliosi di essere in Toscana, una delle regioni
italiane che riesce ad affermarsi anco-
ra con un “forte appeal turistico” mantenendosi (fonte T.O. Enit), al 2° posto
per il gradimento dei turisti di oltre
oceano ed al 3° posto per quelli europei.
Forti di questi dati e visto il continuo e
crescente interesse da parte del cliente
per il “last minute”, per cercare di confermare la performance della passata stagione, abbiamo riservato una particolare
attenzione alla creazione di nuovi pacchetti turistici.
Mentre, per battere le funeste aspettative, auspichiamo una maggiore e migliore sinergia tra operatori, in fin dei conti abbiamo un tessuto imprenditoriale e
risorse umane locali di tutto rispetto
che devono continuare ad innovarsi
con la storica lungimiranza, che li ha sempre contraddistinti a difesa e per un sano sviluppo del proprio territorio.
E come diceva il governo inglese nel 1939
per infondere ottimismo ed evitare la disperazione tra la popolazione “Keep
Calm and Carry On” (mantieni la calma e vai avanti)».
Auguriamo a tutti una felice e prospera stagione!
Massimo D’Onofrio
Il Calidario Terme Etrusche
32
giugno - luglio - agosto 2012
Cartellone ricco di eventi e nomi prestigiosi
Bolgheri Melody, brillano le stelle
M
etti i cipressi più
famosi del mondo,
il cielo stellato, aggiungi il fascino della storia,
il sapore delle tradizioni enogastronomiche e condisci il tutto con spettacoli di musica,
danza, teatro, talk show e arte di calibro internazionale.
E hai il grande evento live
Bolgheri Melody, giunto alla
sua terza edizione. La cornice è magica: l’Arena Mario Incisa Della Rocchetta, il periodo è quella di mezza estate, dal 18 luglio al 18 agosto,
ideale per intercettare ospiti italiani e stranieri. E convincerli a tornare ospiti della Costa
degli Etruschi, se mai avessero
qualche dubbio.
Il cartellone lascia senza fiato e conta su dieci eventi, speciali esclusi. L’onore di aprire il sipario spetta a Roberto
Bolle, il 18 luglio. Dopo aver
provato l’emozione di questo palcoscenico nel 2010,
l’etoile ha deciso di tornare per
presentare uno spettacolo nuovo, il Trittico Novecento, con
un pezzo inedito di Nacho
Duato. Per tre giorni, il 27, 28
e 29 luglio, protagonista sarà
la grande lirica: la trilogia di
Giuseppe Verdi, Rigoletto, Il
★
★★
e Massimiliano Simoni responsabili comunicazione e
ufficio stampa, è la promozione del territorio attraverso
le arti, grazie ad un sistema di
attori pubblici e privati che
concorrono al successo della
manifestazione. Con un obiettivo di lungo corso: dare linfa all’intero indotto turistico ricettivo, dodici mesi l’anno.
Ad accompagnare lo spettacolo
il dibattito arguto ed intelligente
di Bolgheri Melody RacConta, il Talk Show ideato da Luciano Ghironi e Massimiliano
Simoni. Dibattiti, per l’appunto, informali e gustosi da
consumare nell’ora dell’aperitivo con tanti ospiti e tanti temi da toccare ed approfondire. E ancora l’Enoteca di Bolgheri, l’Area Ristoro, il Profumo per vivere momenti unici sospesi tra poesia e spettacolo.
(info www.bolgherimelodyfestival.it)
Trovatore e La Traviata, diretta
da Alberto Veronesi, conquisterà gli appassionati. La compagnia di danza più conosciuta a livello internazionale, i Momix, presenteranno
Bothanica il 4 e il 5 agosto. È
sufficiente un numero a rendere
l’idea del valore dello spettacolo: solo in Italia, nelle ultime due stagioni, gli spettatori sono stati oltre 150mila.
È in agenda il 9 agosto la performance dei Nomadi, impegnati in un concerto tributo ad
Augusto Daolio a vent’anni
dalla sua morte. Bolgheri è
una delle tappe principali del
Ricordarti Tour che porta la
band in tutto il Paese, strappando applausi. Il gran finale,
il 18 agosto, è affidato ad Andrea Bocelli, che sostiene il
“Progetto Dolore” dedicato
ad Amos Martellacci.
L’intento di Sauro Scalzini e
Massimo Guantini, geniali
ideatori del Festival, unitamente al presidente Luciano
Giorgerini e a Luciano Ghironi
HOTEL
COLLODI
Bolle torna
a danzare
nella bella
Arena
sotto la luna.
Bocelli
ha l’onore
di chiudere
la kermesse
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33
Vetrina eccezionale per tutti gli espositori
Al via la 41a Fiera Mostra Economica
V
etrina eccezionale per
tutti gli espositori che
vogliono essere presenti, la Fiera Mostra Economica della Costa Toscana è
giunta alla sua quarantunesima edizione: l’appuntamento
prende il via il 26 maggio,
per terminare il 3 giugno;
l’ingresso, anche quest’anno,
Leonardo Carolini
è libero.
I numeri delle precedenti edizioni confermano il successo
della formula: oltre 250 espositori vogliono essere presenti, settantamila visitatori
apprezzano la rassegna.
Per il terzo anno consecutivo
mette la firma sull’evento la Sefi srl, società di servizi di
Campiglia Marittima, presieduta da Leonardo Carolini.
«Abbiamo curato ogni dettaglio – spiega Carolini – affinchè
questi nove giorni raggiungano l’obiettivo: valorizzare e
commercializzare il made in
Italy e la multiculturalità. La
Fiera rappresenta un’ottima
opportunità per le aziende di
incrementare il volume d’affari. Mantenere invariati i
prezzi rispetto alla passata
edizione, tra i più bassi delle
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un’ulteriore attrazione per i potenziali clienti».
Momenti di svago e relax rendono piacevole il percorso
del visitatore tra gli stand del-
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la Fiera, tra le più antiche di tutta la Toscana. E tra le più apprezzate, grazie alla capacità
di coniugare il richiamo alle tradizioni locali e l’offerta di
nuove tecnologie e prodotti.
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34
giugno - luglio - agosto 2012
Patrocinio
Comune Piombino
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Gl
Periodico di informaz
«Un giorno… insieme»: pronti per l’ottava edizione
Il mare, la musica e la buona cucina sono gli ottimi ingredienti, ma il piatto
forte di “Un giorno… insieme” è la
gioia, la gioia della condivisione.
Fervono i preparativi per l’ottava edizione
della festa che Costa Etrusca dedica
ogni anno ai diversamente abili e agli anziani delle strutture del territorio. È ormai partito il conto alla rovescia per
realizzare la manifestazione che di stagione in stagione conferma una buona
verità: dall’impegno dei tanti che lavo-
rano gomito a gomito nascono buone cose.
Ecco allora che tutti i collaboratori coinvolti nell’organizzazione dell’iniziativa,
in calendario venerdì 29 giugno, danno
il meglio di sé, affinando i dettagli dell’evento che registra sempre un boom
di presenze, e che deve il suo successo
alla semplicità della proposta: la minicrociera nel Golfo, con partenza dalle banchine del Circolo Pontedoro e il pranzo
sociale nella splendida pineta di Barat-
ti, tra canti e allegria. Un nutrito gruppo
di sponsor, sostenitori e volontari concorre alla realizzazione di “Un giorno…insieme”, che vuole donare ai meno fortunati ore serene, un appuntamento da ricordare con il desiderio di rinnovarlo, l’estate successiva.
L’invito è esteso a tutti coloro che, al di
là dell’appartenenza ad un’associazione
del territorio, desiderano lasciarsi coinvolgere in questa festa della solidarietà.
35
dal 1962
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Esposizio
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Fotogr
zione, attualità, cultura
Non se ne può fare a meno.
Documenta la realtà, immortala mode e personaggi, sottrae alla corrosione del
tempo istanti indimenticabili,
crea miti. È la fotografia:
tecnica, strumento, arte che
ha cambiato la storia, e che
contribuisce a conservarla
e comunicarla. Ed è proprio alla fotografia, o più
precisamente alle macchine fotografiche, che Costa
Etrusca dedica una rassegna-evento, organizzando
la prima edizione di “Fotografica: viaggio dalle prime fotocamere con il soffietto
all’era del digitale”.
L’iniziativa conta sul patrocinio del Comune di Piombino e la collaborazione del
quartiere Porta a Terra e
di tutti gli sponsor che hanno creduto nel valore della
mostra. Gli apparecchi esposti, oltre cento, dal 1860 ai
giorni nostri, appartengono alla preziosa collezione
di Domenico Finno, fotoamatore e collaboratore del
giornale.
La mostra
si svolgerà
dal 4 al 19
agosto nella
prestigiosa cornice di Palazzo
Appiani, in piazza
Bovio e sarà aperta ai
visitatori tutti i giorni dalle 18
alle 20 e dalle 21.30 alle
23.30. Le macchine saranno esposte all’interno delle
sale Giovannardi, intitolate
al primo fotografo di Piombino, allievo degli Alinari di
Firenze, sindaco della città,
il celebre Luigi Giovannardi. Luogo migliore non poteva essere individuato dall’amministrazione comunale e dall’assessore alla cultura Ovidio Dell’Omodarme per ospitare la rassegna
al suo esordio.
Le tappe salienti della storia della fotografia saranno ricostruite, sottolineando
i passaggi più interessanti:
il primo modello Leica nel
1913, la prima Polaroid nel
1948, la
prima digitale nel
1999, solo
per ricordarne qualcuna.
E ancora, il successo delle istantanee della Kodak, che
hanno fatto epoca, o il ruolo controverso del paparazzo, a partire dal celebre
film di Fellini, la Dolce Vita,
che per primo ha reso il fotografo dei divi personaggio.
L’intento della manifestazione conferma la vocazione di Costa Etrusca, che
oltre a pubblicare un giornale
profondamente legato al
territorio, questo territorio
intende valorizzare, porre al
centro dell’attenzione, realizzando iniziative che destino interesse, promuovano cultura.
Il soggetto della fotografia e
quindi delle macchine per
realizzarla, compresi tutti
gli accessori e le attrezzature indispensabili nel tem-
po, dalle bacinelle agli acidi, dalle pellicole agli otturatori, si presta bene per il
fascino che esercita sul
pubblico. Perché al carisma della fotografia non si
sottrae nessuno, e oggi più
che mai anche strumenti
come il cellulare e il computer contribuiscono alla
sua diffusione, al suo scambio, in una società che divora
immagini a getto continuo.
La prima fotografia
della storia è stata
scattata da una
finestra. Risale al
1826, opera del
francese Joseph
Nicephore Niepce,
che, dalla finestra
della sua casa, a
Le Gras, in
Borgogna,
immortalò i tetti
del vicinato. Fu
una svolta
epocale.
Personaggio dell’Anno e Premio alla Carriera
Al lavoro, in cerca di chi, con la propria eccellenza
nell’arte o nella professione ha dato un contributo
prezioso alla valorizzazione del territorio. Non conosce sosta l’impegno della commissione di Costa
Etrusca che deve individuare la cinquina dalla quale
usciranno trionfanti due nomi: uno sarà consacrato,
nei prossimi mesi, al termine di un sondaggio tra i lettori, Personaggio dell’Anno, all’altro sarà consegnato
il Premio alla Carriera. Archiviata con successo la seconda edizione dell’evento organizzato dal nostro
giornale, sono ripresi a tamburo battente i lavori per
la prossima premiazione. Personaggio dell’Anno
2009 è stato consacrato il pittore sanvincenzino
Giampaolo Talani, il Premio alla Carriera è andato al
cineasta di fama internazionale Luciano Tovoli. A
gennaio, nell’affollato salone del Centro Giovani De
Andrè, la scrittrice Silvia Avallone, autrice del romanzo Acciaio, ambientato a Piombino ed edito da Rizzoli, è stata proclamata Personaggio dell’Anno 2010;
ad Aldo Agroppi, ex calciatore con il cuore granata,
ex allenatore e graffiante opinionista sportivo è stato
assegnato il Premio alla Carriera.
36
giugno - luglio - agosto 2012
L
a sintesi è un dono
che Madre Natura dispensa con parsimonia. Mai dilungarsi, quindi, nel
presentare questa rubrica.
Diceva Giosuè Carducci:
«Chi usa quindici parole
quando ne basterebbero dieci è capace di qualsiasi misfatto». Detto, inoltre, che è
vietato prendersi sul serio,
invitiamo a soffermarsi a riflettere. Divertendosi.
Azrat Alì (Poeta arabo): «Il
silenzio è la miglior risposta a uno stupido».
Mario Melloni (Detto Fortebraccio, giornalista): «Aveva la fronte inutilmente spaziosa».
Cornelio Nepote (Storico):
«Dobbiamo giudicare gli uomini per la loro capacità e
non per la loro fortuna».
Marco Terenzio Varrone
(Filosofo): «Quando tutte le
cose ci sono favorevoli dobbiamo tenerci pronti ad affrontare le avversità».
Staziontea
di sosan
di Cl
Pete Carril
«Conta chi conosci, non cosa conosci»
I giudizi che fanno pensare
Un Cardinale: «Per diventare
Papa bisogna essere un sant’uomo, poi bisogna aver dato prova di capacità organizzative, infine se c’è bisogno
di un diavolo che ti porti».
Charlesa Augustin De Saint
Beuve (Letterato): «Quando vedete un uomo assalito
con accanimento, con furia da
ogni sorta di persone e con
ogni mezzo, state certi che
quest’uomo ha molto valore».
Confucio: «È meglio stare
zitti e dare l’impressione di essere scemi piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio».
Samuel Smiles (Giornalista): «Il buon senso non è
altro che il frutto dell’esperienza, saggiamente corretto».
Carlo Rubbia (Premio Nobel per la fisica): «L’esperto
è quello che ha già commesso tutti gli errori».
Axel Oxenstierna (Cancelliere di Svezia): «Un mezzo
sicuro per non essere invidiato è essere senza meriti».
Pete Carril (Coach americano
– basket): «Conta chi conosci, non cosa conosci».
Edmond Jabes (Poeta): «Se
la parola rischiara, il silenzio
non oscura: rigenera».
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giugno - luglio - agosto 2012
Innovativo servizio voluto da Unicoop Tirreno
Alla ricerca del libro randagio
«S
e ami un libro abbandonalo». Questo è lo slogan che
annuncia al pubblico di tutti i
negozi di Unicoop Tirreno la
presenza dell’originale servizio “Libri randagi”. Sull’onda del bookcrossing e nell’era della formazione e autoformazione permanente, una
realtà sempre al passo con i
tempi come Coop non poteva
sottrarsi all’impegno di favorire cultura a costo zero. Sono sorti con questo obiettivo
i punti di scambio all’interno
dei negozi Coop che, grazie all’instancabile attività dei comitati soci, crescono in maniera
costante sul doppio binario
dell’offerta dei volumi e del
gradimento dei lettori. Gli inconfondibili scaffali rossi zeppi di libri, all’ingresso dei supermercati, si fanno notare e
attirano l’occhio anche del
consumatore più distratto.
Perché la lettura, anche in una
società condizionata dal piacere frettoloso delle immagini, resta motivo di relax, di divertimento, di riflessione, oltre che di conoscenza. Talvolta interviene, a ridurne le oc-
Chi ama un libro non lo abbandona mai.
In tutti i negozi Coop, è possibile lo scambio.
Il servizio favorisce cultura a costo zero.
All’opera gli infaticabili Campani e Ruffoli.
E il numero dei volumi continua a crescere
casioni, la questione economica.
Il servizio “Libri randagi”
ha conquistato molti consensi perché permette di evitare
«Che bella iniziativa»,
parola di socia
La Coop di Piombino ha
istituito un nuovo servizio che
incentiva il piacere della lettura. Si tratta dei cosiddetti
“Libri randagi”, che puoi
prendere in prestito e riportare dopo letti, con comodo.
Un po’ come la biblioteca, ma
senza l’obbligo di dare le
tue generalità e senza scadenza precisa per riconsegnare i volumi.
Grazie a questa iniziativa,
io che amo moltissimo la
lettura ma, da pensionata,
non posso permettermi di
spendere troppo in libri, ho
potuto trovare tanti testi interessanti che non avevo mai
letto.
Non solo li riconsegno, come richiede il servizio, ma ne
aggiungo alcuni miei, che
da anni stazionavano nelle librerie di casa, senza essere
consultati.
Giuseppina Toncelli
socia Coop
una spesa, attraverso la formula
dello scambio.
«Il successo dell’iniziativa si
traduce in numeri – sostengono
Maurilio Campani, presiden-
te Comitato soci Coop Piombino e Piero Ruffoli, consigliere
– Basti pensare che solo a
Piombino, ogni tre mesi, vengono etichettati 800 nuovi volumi. Persone di ogni età, dallo studente al pensionato, mossi da interessi culturali differenti, possono prendere in
prestito ogni genere di libri, dalla narrativa alla saggistica».
Per usufruire del servizio non
si devono fornire generalità, né
compilare moduli. E’ sufficiente scegliere il libro, leggerlo
con tutta calma e, senza scadenze, riconsegnarlo. Chi desidera donare nuovi volumi
può recarsi ai punti d’ascolto
dei negozi Coop, per l’etichettatura. Unico suggerimento: evitare grosse enciclopedie e vecchi libri scolastici ormai superati.
Quale miglior modo, insomma, di tradurre nel concreto il
pensiero del celebre scrittore
francese Daniel Pennac? Chiaro il suo invito: «Abbandonatelo, se un libro non vi è piaciuto. Se vi è piaciuto, abbandonatelo per farlo leggere
a qualcun altro. Se vi è piaciuto
così tanto, ricompratelo».
Costa Etrusca
in tutti i supermercati
Nelle edicole, nei centri di aggregazione, nei locali pubblici, nelle scuole. E ora anche nei negozi Coop della
provincia di Livorno, a Follonica e Gavorrano all’interno
degli spazi dedicati ai “Libri randagi”, o in punti strategici del supermercato e in
bella vista. Ecco dove è possibile procurarsi la copia
omaggio di Costa Etrusca,
grazie ad un accordo che la
testata ha stretto con il Comitato soci. Un’iniziativa
che favorisce la capillare
diffusione del nostro giornale,
incrementando il suo legame con il territorio e con le
realtà, come la Coop, che meglio lo rappresentano.
39
T
rasmettere ai ragazzi,
fin dai banchi di scuola, la passione per la lettura vuol dire farli crescere
nella curiosità, favorendo in loro l’apertura di mente e cuore. Con questo obiettivo è stata realizzata la nuova bibliotechina all’interno della scuola primaria di Populonia. In un
ambiente allegro e colorato, i
bimbi possono scegliere tra
oltre quattrocento volumi, fin
da ora, «ma il loro numero è
destinato a crescere», assicura la maestra Antonella Spinelli,
ideatrice del progetto, avviato a suo tempo a Riotorto.
Un grosso contributo alla bibliotechina è stato dato da
Unicoop Tirreno e dal Comitato soci Piombino, perché,
come spiegano Maurilio Campani, presidente del Comitato e Piero Ruffoli, consigliere, buona parte dei Libri Randagi per ragazzi sono finiti
sugli scaffali della nuova struttura scolastica.
«Il termine bibliotechina –
L’amore per la lettura fin da bambini
Scuola di Populonia,
è nata la bibliotechina
sostiene Rinaldo Barsotti,
membro del consiglio d’amministrazione Unicoop Tirreno – è un vezzeggiativo,
che amplifica il valore di un’iniziativa di pregio, da replicare
in altre realtà. E Coop ha voluto fare la sua parte».
Un plauso al progetto arriva anche dall’amministrazione comunale di Piombino: «Nell’era del multimediale – sono
parole di Anna Tempestini,
assessore alla pubblica istruzione – il libro deve rimanere un fondamento culturale. Il
ruolo della scuola, pilastro
della comunità, è dunque determinante».
L’impegno del primo circolo
didattico Piombino segue questa rotta: «Questo è un progetto
dell’intero circolo – dice il
reggente, Maurizio Grassi,
preside della primaria di Populonia – che si affianca all’ammodernamento di tutte
le biblioteche scolastiche, senza trascurare l’importanza di
quelle di classe. Immergiamo i bimbi nei libri, questo è
il nostro motto».
Ecco lo staff della scuola di Populonia. Insegnanti: Bulichelli
Monica, Cattaneo Laura, Faleni Gabriella, Monacizzo Teresa, Marescalco Concetta,
Salerno Maria, Sommavilla
Claudia, Spinelli Antonella, Tani Anna. Custode, Esposito
Rosaria.
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40
giugno - luglio - agosto 2012
di Giuseppina Toncelli
H
a cinquanta milioni
di anni, ma non li dimostra. E’ un dente di
squalo proveniente dal Marocco il fossile più antico che
rende davvero interessante il
repertorio del museo marino
ospitato nelle segrete di Palazzo
Appiani, a Piombino.
La collezione è ricca di sorprese e lo sguardo dei visitatori si posa con curiosità sui numerosi esemplari tropicali e sui
reperti mediterranei. Anche
la cornice, le segrete appunto,
contribuiscono a rendere suggestiva la struttura, che contiene, tra gli altri, lo scheletro
di un delfino, enormi tartarughe e conchiglie di ogni dimensione. Uno degli ultimi arrivati è il gambero killer della Lousiana, che ha trovato
qui un ambiente ideale, a discapito delle nostre più innocue
specie. E’ possibile ammirarlo anche vivo e vegeto, in una
vasca dell’acquario che sarà riaperto al pubblico una volta
A Palazzo Appiani, il museo marino
Tra gli innocui fossili,
occhio al... gambero
conclusi i lavori in corso.
Le segrete di palazzo Appiani, in cui il signore di Piombino
si trasferì nel 1399, hanno
una storia affascinante. La loro destinazione iniziale fu
quella di magazzino viveri,
considerata la temperatura inferiore di diversi gradi rispetto
viamento commerciale, in acquario e laboratorio per lo
studio degli animali marini, per
volontà dei professori Roberto e Riccardo Bedini, con
la collaborazione di Asl e università di Pisa. In seguito, la
struttura si è trasformata in
un Centro di Biologia Marina:
vanta rapporti con varie università italiane e istituti stranieri ed è meta di intere scolaresche. I laboratori hanno
l’entrata in piazza Bovio, per
visitare acquario e segrete si
può accedere da via Mazzini.
al resto dell’edificio. Nel 1940
furono adibite a rifugio antiaereo; nel 1945 al loro interno
trovò spazio l’impianto di una
fabbrica per la produzione di
acqua minerale, chiamata “Acqua Bertone”. Risale al 1980
la trasformazione di Palazzo
Appiani, ex scuola per l’av-
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G
aloppa il Cavallino
Matto e non si ferma
mai. La corsa inarrestabile del parco divertimenti ecocompatibile della Toscana, il più importante e moderno del centro Italia, ha un
traguardo ambizioso: offrire al
suo pubblico, ogni anno alla
riapertura, novità adrenaliniche. E ci riesce. Anche l’estate
2012 è sotto il segno della
grande emozione. Basti pensare alla nuova attrazione a ritmo di rock’n roll, le 25 auto
oscillanti con juke box incorporato che passa la musica
dell’intramontabile Elvis Presley. La sua collocazione è nell’area centrale, a pochi passi
dal Pala Verde.
Anche gli spettacoli promettono
divertimento: il ventriloquo
Kevin Huesca si cimenta nei
personaggi Bruno e Giovanni;
da non perdere il numero di giocoleria incrociata con la part-
ner Kelly nello spettacolo Brilliant. Il nuovo filmato in 4 D,
Future Circus, è un omaggio al
circo, con animali futuristici ed
effetti speciali.
Proseguono, inoltre, i progetti
didattici di educazione ambientale e stradale che il Cavallino Matto ha studiato per
i ragazzi e non viene meno il
forte impegno sociale: gli imbuti gravitazionali sostengono Amref, per costruire pozzi d’acqua potabile, cisterne e
servizi igienici in Kenya, nel
distretto di Makueni.
Aperto negli anni Sessanta,
nella splendida pineta di Marina di Castagneto, come piccolo parco con pochi e semplici
giochi, oggi il Cavallino Matto, grazie all’intervento della
famiglia Manfredini, proprietaria dal 2006, vanta attrazioni importanti come la
Shocking Tower, la torre di 50
metri di pura adrenalina, lo Yu-
catan e le montagne russe
Project One.
Riccardo Manfredini, amministratore delegato, è un imprenditore venuto da Lignano
Sabbiadoro, nipote di quell’Ernesto che nei primi decenni del Novecento importò
in Italia, dalla Germania, il
primo ottovolante. In questi
anni il parco ha raddoppiato il
giro d’affari e aumentato del
35 per cento le presenze, oggi a quota 150mila.
Per raggiungere l’obiettivo,
sono stati necessari investimenti per oltre 10 milioni di
euro ed un’ampia rivisitazione che ha riguardato l’80 per
cento delle attrazioni. Anno dopo anno, si lavora per migliorare ed arricchire i percorsi, la sistemazione ambientale, i servizi e la sicurezza.
Insignito nel 2008 del Premio Iniziativa Imprenditoriale Parksmania Awards e nel
2009 dal Golden Pony Awards
dalla rivista specializzata Games e Parks, per l’attenta integrazione di servizi e attrazioni
di alto livello nello splendido
contesto naturalistico, dà lavoro
a 100 persone e genera un
fortissimo indotto. Oggi più che
mai, rappresenta un’eccellenza: non a caso è stato inserito nella recente pubblicazione del giornalista Maurizio
Bologni, “Imprese Coraggio”,
tra le 43 storie di eccellenza
della Toscana. A tal proposito, dichiara Monica Giuntini, Responsabile Marketing
e Relazioni Esterne, il Cavallino Matto è un esempio d’impresa che si rinnova continuamente e investe per migliorare la qualità del servizio.
Da sottolineare quest’anno,
la collaborazione con le strutture alberghiere del territorio
volte a promuovere pacchetti turistici in bassa stagione.
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42
giugno - luglio - agosto 2012
Disabili, nuovo sito di Max Ulivieri sulla sessualità
Non siamo angeli. Anche noi ci amiamo
cietà spesso ottusa.
M
ax ha un motto:
“Do not be afraid
to fail”, ovvero,
“non aver paura di sbagliare”. Un motto che imprime
un sigillo inconfondibile ad
una vita contrassegnata dalle difficoltà e dalle sfide.
Max Ulivieri, 42 anni,
piombinese trasferito a Bologna, è affetto da distrofia
muscolare da quando aveva
due anni. Si definisce
“mucchietto di ossa storte”,
ma ha dalla sua grinta e coraggio. Il coraggio di affrontare il tema della disabilità senza retorica e buonismo, infrangendo, uno
dopo l’altro, i tabù più resistenti. Come non comprendere nell’elenco quello della sessualità?
Max è pronto a girare un
film sullo scabroso argomento, al fianco di Valeria
Golino: la regista Roberta
Torre ha scritto con Rocco
Castrocielo “Come una
piuma”, alzando il velo sul
mondo dei disabili e delle
loro passioni.
Le riprese inizieranno con
buone probabilità il prossimo anno, perché la ricerca
di un produttore si è rivelata più impegnativa del previsto. Nell’attesa del set,
l’instancabile Max non ha
perso tempo e ha creato un
nuovo sito, www.loveability.it.
Che cos’è love ability?
Il primo progetto in Italia
destinato a creare un luogo
Cosa contiene il sito?
Racconti, news, dating,
cioè single che si presentano nella speranza di colpire
al cuore un lui o una lei.
Una sezione è dedicata a
chi cerca coccole, compagnia.
Max, che cos’è l’amore
per te?
Serenità.
Come vivi la tua sessualità?
Con pienezza e innata curiosità.
Max Ulivieri è nato a Piombino 42 anni fa. Sposato
con Enza nel 2008, si è trasferito a Bologna nel 2011.
Web designer, crea siti e blog, ed è project manager per
il turismo accessibile. Della sua compagna di sempre,
la distrofia muscolare, è solito dire:«Non so se lei si è
abituata a me o io a lei. Fatto è che ci sopportiamo».
di conoscenza e divulgazione delle tematiche sulle relazioni tra disabili e non
disabili.
Perché, dopo www.diversamenteagibile.it, per un
turismo senza barriere
architettoniche, hai voluto realizzare questo nuovo
sito?
Per dare risposte a tutti coloro che nel tempo hanno
interagito con il mio blog,
nel quale ho raccontato di
me, della mia vita, dei sogni e dei desideri, delle relazioni e della sessualità.
Un luogo virtuale nel quale
molte storie tristi e di solitudine sono state raccolte.
E posso dire che un sito
specifico era atteso.
Cosa te lo fa pensare?
L’adesione massiccia alla
campagna di sostegno al
progetto. Ho lanciato una
raccolta fondi, e il numero
delle quote prenotate dimostra l’interesse che il tema
suscita. Non solo tra i disabili, ma, più in generale,
tra quanti desiderano mantenere una mente aperta, in
controtendenza con una so-
Che cosa sogni per il tuo
futuro e per quello di tutti i disabili?
Un atteggiamento culturale
diverso, una nuova consapevolezza non solo delle
esigenze dei disabili ma anche delle loro risorse, di
quanto possano dare alla
società.
Quali sono i tuoi prossimi
progetti?
Un libro, un’autobiografia
romanzata.
Che cos’è la vita?
Una scoperta. Io non cammino, ma sono vivo, vedo,
sento e tocco, vivo tutto in
un modo più intenso. Il
grande Proust aveva ragione: “ Un vero viaggio di
scoperta non è trovare nuove terre, ma avere nuovi occhi”.
ale
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62 i
dal 19 ostra terra
della n
www.costaetrusca.net
43
Non preoccuparti solo di essere migliore dei tuoi
contemporanei o dei tuoi predecessori. Cerca solo di essere
migliore di te stesso. (William Faulkner)
Unitalsi,
treni della
speranza
di Antonio Diella*
S
iamo quelli dei “treni
bianchi”, siamo quelli
dei grandi pellegrinaggi, siamo L’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali.
Siamo gente di speranza proprio dove la sofferenza sembra togliere la voglia di sorri-
Si è svolto al bocciodromo
Arci Uisp Fib di San Vincenzo il 3° torneo “BocciHabile”,
gara di bocce per persone con
disabilità intellettiva, promosso dall’Associazione La
Provvidenza onlus di Piombino, attiva in tutta la Val di
Cornia.
Sempre più numerosa la partecipazione degli atleti rispetto
alle precedenti edizioni: ben 81
i partecipanti divisi in tre categorie, maschile, femminile
e speciale.
L’impegno di Alberto Guerrieri a favore dei disabili gravissimi non ammette battute
d’arresto e non cede alla tentazione di una resa, di fronte al talvolta tiepido interesse manifestato dalle istituzioni.
Guerrieri, piombinese, fondatore e referente del movimento associativo “Diritto
ad una vita dignitosa” persegue con determinazione un
obiettivo: far recepire dalla Regione Toscana una proposta
dere. volontari senza alcun
corrispettivo se non la gioia di
“spendere la vita” per la vita
e la felicità degli altri.
È la fede in Gesù Cristo che ci
rende compagni di strada di tutti, senza esclusione, ma soprattutto di coloro che “restano indietro”.
Siamo anche una grande esperienza di condivisione con gli
ammalati, con i poveri, con i
bambini in difficoltà e le loro
famiglie.
È l’aiuto di tanti che ci consente
di avere le risorse per realizzare le case famiglia per gli ammalati soli, gli appartamenti di
accoglienza per le famiglie
dei bambini che arrivano nei
grandi centri ospedalieri, i
progetti di intervento in fa-
vore degli anziani soli.
Perché anche questo è il nostro
pellegrinaggio verso quello
straordinario santuario che è
ogni uomo.
La Provvidenza torneo “BocciHabile”
chia, Isis Ceccherelli (22 punti); Maica Marchetti, La Provvidenza (18 punti), Sara Scarano, Isis Ceccherelli (17 punti).
Categoria maschile: Fabio Ricignano, La Provvidenza (20
punti); Antonio Argenziano,
Isis Volta (19 punti); Giovanni Montella, La Provvidenza
(16 punti).
Categoria speciale: Luca Bergamaschi, L’Ancora di Venturina (36 punti).
«Il numero crescente delle
partecipazioni – spiegano dall’Associazione La Provvidenza – ci sprona e ci conferma
come organizzatori e promotori, a proseguire e promuovere
questo tipo di sport molto utile per i processi di miglioramento psicofisico ed impegno del tempo libero nell’area
della disabilità intellettiva».
Al torneo presenti i centri
diurni della zona: Cst di Ven-
turina, Nuvole e Colori di San
Vincenzo, le scuole Isis Volta e Ceccherelli di Piombino, la Fondazione Scotto con
la Casa Famiglia Borrelli,
l’Anffas di Livorno, il centro
Mare di Orbetello, il centro
L’Ancora di Venturina e I Ragazzi dell’Arcobaleno dell’Associazione La Provvidenza.
Ecco i vincitori. Categoria
femminile: Ilaria Sparnoc-
Diritto ad una vita dignitosa
di legge finalizzata a garantire un’assistenza domiciliare 24 ore su 24 a chi è affetto da una disabilità gravissima. Partendo da un presupposto fondamentale: il malato
e la sua famiglia rappresentano un unicum inseparabile,
entrambi devono poter contare su sostegno e tutela.
Gli sforzi di Alberto Guerrieri
hanno una matrice ispirata
da un profondo senso di equità, «perché in Italia – spiega
– esistono situazioni assistenziali, a parità di disabilità gravissima, dispari: un’ingiustizia inaccettabile».
La proposta di legge è stata
presentata durante un convegno a Firenze. Da allora, il
fondatore di “Diritto ad una
vita dignitosa” ha avviato
una serie di incontri con gli
*Presidente Naz. Unitalsi
Sottosezione
Massa Marittima-Piombino
Luigi Vianesi
Tel. 3388209401
amministratori della Regione, per sensibilizzarli. In contemporanea, è partita una
raccolta di firme: in trecento,
a Piombino, hanno già aderito.
«Affinchè la proposta di legge non resti lettera morta –
conclude Guerrieri – occorre il consenso del mondo politico, sociale e della comunità cattolica. Il nostro movimento, sostenuto da volontari di tutta Italia, prosegue
la sua attività, in attesa di risposte concrete».
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giugno - luglio - agosto 2012
Andrea Fagioli
Il medico
con la passione
per l’ecografia
Quando una lezione universitaria ha la forza di una folgorazione.
In un istante, il destino del professionista e del paziente si incrociano.
La competenza conta, ma l’umiltà è una dote indispensabile.
Decine di migliaia di esami, ma ogni volta è la prima volta.
Un consiglio ai giovani: darsi con slancio ed entusiasmo.
Un augurio? Mantenere inalterata questa voglia di lavorare
45
C
ome non credere al
destino, a quella imponderabile dose di
fatalità che incide sul tracciato della nostra vita, quando incroci storie come quella
di uno dei radiologi più affermati nella provincia di Livorno, Andrea Fagioli? Per il
dottor Fagioli è stata una lezione, una in particolare, durante l’università, a determinare il corso della sua attività medica, facendolo appassionare all’ecografia, con la forza di una folgorazione. Esegue
quest’esame ormai da 30 anni, e continua a definirlo, con
entusiasmo e convinzione «la
diagnostica più rivoluzionaria
del secolo».
In una società che ha fame
crescente di salute, medici e
operatori sanitari diventano
figure centrali, sulle quali sono riposte grandi aspettative.
Non a caso, il pianeta sanità,
con le sue luci e le sue ombre,
è spesso sotto i riflettori. Ecco allora il senso di un percorso
con il dottor Fagioli, a suon di
domande e risposte, alla ricerca
del valore profondo di una
professione, quella medica,
che richiede competenza ed
esperienza, ma non può prescindere dalla dote, rara, dell’umanità.
Andrea Fagioli, 58 anni, originario di Sassetta, vive dal ’60
a Piombino, dove si trasferì con
i genitori, mamma Valdemara e babbo Vincenzo, impiegato
in Comune, e il fratello maggiore Adriano. Sposato con
Cristina Cadelago, ha due figli, Lorenzo di 22 anni e Camilla di 13. Oggi, la sua attività si divide tra l’ospedale
Villamarina e l’istituto Cremisi.
Di sé ama dire che ha fatto il
medico per caso e il radiologo per passione.
Perché il medico per caso?
Perché quando frequentavo
il liceo scientifico, mi hanno
proposto di scegliere tra un’enciclopedia medica e una sui
premi Nobel, ed io ho scelto
la seconda. Poi, quando si è
trattato di decidere la facoltà
universitaria, preferendo l’applicazione alla scienza pura, sono entrato a medicina, a Pisa.
E perché, invece, il radiologo per scelta appassionata?
E’ stata una lezione del celebre professor Selli, all’università di Pisa, ad imprimere
un segno nella mia vita di
medico. Quelli erano gli anni
in cui l’ecografia muoveva i primi passi. Durante la lezione,
è intervenuto un giovane radiologo ecografista, e lo stesso Selli è rimasto colpito dalla sua illustrazione di questo
esame e dei suoi risultati. Vedere un luminare quasi in soggezione di fronte a questa innovazione scientifica, mi ha folgorato e ha orientato la mia attività verso l’ecografia. La
scelta di diventare radiologo
è stata tra le più sentite di tutta la mia vita, e ancora oggi,
a distanza di 30 anni, l’ecografia mi appassiona. Ai miei
occhi, resta l’unica diagnostica nobile.
Cosa intende per diagnostica nobile?
L’ecografia “costringe” il medico a stare accanto al paziente, in un rapporto intimo
con lui. Mentre radiografie, tac
e risonanza vengono eseguite dai tecnici, l’ecografia è
compito del medico: spetta a
lui capire, tirare fuori il meglio
di sé.
Frequentando la specializzazione in radiologia a Siena, ha vissuto un altro incontro determinante. Con
chi?
Alla fine del primo anno, ho
conosciuto un numero uno
dell’ecografia, Francesco Saverio Ferrari, che lavorava all’ospedale Le Scotte di Siena.
Ho trascorso un lungo periodo con lui, vivendo, se così si
può dire, di ecografia. Sono nate allora un’intesa professionale e un’amicizia profonda
che perdurano.
Avviandosi al termine della
specializzazione, il dottor Fagioli ha lavorato per qualche
mese, come radiologo, a Casteldepiano, poi ha vinto il
concorso ed è entrato all’ospedale di Piombino, che allora aveva una sede anche a
Campiglia, dove ha prestato
servizio fino al ’91. Quell’anno, ha preso il via la sua attività a Villamarina: oggi prosegue di pari passo con quella all’istituto Cremisi, il cui inizio risale all’87.
Un istituto storico…
Il Cremisi appartiene a pieno
titolo alla storia di Piombino. Dire che offre, da lungo
tempo, un servizio ai cittadini è riduttivo. Fa parte del patrimonio della città.
Ecografista al Cremisi, radiologo all’ospedale. Di ecografie ne avrà effettuate a migliaia…
Decine di migliaia. Ma ogni
volta è la prima volta. E’ un’esperienza unica che si rinnova sempre, per me. Ogni ecografia rappresenta una novità.
In tempo reale, tu medico verifichi lo stato del paziente, e
sei in grado di comunicargli notizie buone, rassicuranti, o,
al contrario, negative.
Un compito difficile, quello
del medico che deve dire al
suo paziente che ha appena
riscontrato una patologia
importante. Come si affronta?
Con umiltà. Il medico entra
nella vita di una persona che
magari non ha mai visto prima, i destini, in quegli istanti cruciali, si incrociano. Il
paziente pesa con il bilancino
dell’oro la parola del medico,
la sua diagnosi può aprire scenari drammatici. Occorre saperla comunicare, senza mai
togliere la speranza.
Questa cura, quest’attenzione nei confronti del paziente non sempre si verificano nel pubblico. Perché?
I tempi compressi dell’attività ospedaliera spesso ostacolano questo tipo di rapporto con il paziente. Ma l’obiettivo non deve essere perso di vista.
Fagioli effettua un’ecografia: l’esame richiede la massima attenzione
씯
di Paola Valdata
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giugno - luglio - agosto 2012
possibile archiviarlo. Ecco
perché la mia ricerca di risposte prosegue nel tempo,
anche attraverso certi tipi di letture. L’ultima, “L’anima e il suo
destino”, di Vito Mancuso.
A proposito di sanità pubblica: cosa chiederebbe, rivolgendosi alla direttrice generale della Asl, Monica Calamai?
Una collaborazione più stretta tra tutti i servizi sanitari, a
livello provinciale, per raggiungere una sanità di qualità, nel totale rispetto del paziente.
Occorre anche un cambio
di mentalità collettiva?
Certo. Bisogna smettere di
correre dietro al desiderio di
benessere e mettere di nuovo
al centro il concetto del bisogno di salute.
Il paziente deve moderare la
domanda di sanità, il medico, a sua volta, deve cercare
di evitare richieste inappropriate.
In questo modo, si riduce il
rischio che chi ha davvero
necessità e urgenza rimanga
penalizzato da tempi d’attesa abnormi: sei mesi per
un’ecografia rendono inutile
l’esame.
Quale augurio rivolge a se
stesso?
Che mi resti inalterata la voglia di lavorare che oggi mi
sento dentro.
Il radiologo alla sua scrivania, mentre firma un referto
Una visione lucida, quella che
Fagioli ha della sanità, dei
suoi limiti, delle sue carenze.
Ma il radiologo piombinese ha
dalla sua un amore inossidabile per la professione, tanto
da consigliarla ad un giovane,
«perché è un lavoro bellissimo», sostiene.
Ma cosa si deve aspettare
il giovane che decide di diventare medico?
Il punto non è questo. Il medico deve dare. Questa è la sua
ancora di salvezza.
Edicola Tabaccheria n. 10
di Rita & Paolo
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Quotidiani e riviste
Cartolibreria
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Ricariche telefoniche e fax
Punto servizi
Una visione profondamente
umana, quella che contraddistingue il dottor Fagioli.
Che, nel poco tempo libero a
disposizione condivide con
la figlia la passione per l’equitazione, va al cinema e si
dedica alla lettura. Tra i libri
amati, anche testi che pongono le cruciali domande sulla fede, sul rapporto tra scienza e religione.
Lei crede in Dio, dottore?
Sono scettico, ma questo è
un tema così vasto che è im-
Pianeta sanità,
al centro
il paziente.
Per un servizio
più efficiente
la parola
d’ordine
è coordinamento.
Deve contare
di più il bisogno
di salute
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PIAZZA DEL PORTO - SAN VINCENZO
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♥
♣
Le pillole di Paolo Pachi
La vecchiaia si nutre di rimpianti e non di speranze.
L’occasione fa l’uomo ladro… e un’occasione è
capitata a tutti.
Cara, al telefono chiedono del padrone di casa,
cosa rispondo?
Mi ha mentito dicendo che aveva un panfilo e
poi ha fatto remare solo me!
Mettendoci una mano sopra si tenta di ammansirla… la coscienza!
Lavora stando con le mani in mano: la manicure.
Il negoziante di bigiotteria avrà mai una gioia?
Farebbe qualsiasi cosa pur di non fare niente!
Per mettere un marziano in fuga, basta fargli
vedere i nostri prezzi!
Il comico può essere un professionista serio?
Io sono autodidatta. Mi sono fatto tutto da sè!
Si dà per vittorioso, ma resta sempre al verde:
l’alloro.
PAROLE INCROCIATE (di Paolo Pachi)
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ORIZZONTALI
1. Comune in prov. di Livorno che comprende Guasticce e Vicarello – 12. Prima ballerina – 13. Famiglia dell’antico ducato di Ferrara – 14. Notizie nere di fatti delittuosi – 16. Rollare senza pari – 18.
Stato, parte delle Grandi Antille, ( j=i )– 19. Plurale senza L e R –
20. Anonimo – 21. Cespuglio – 23. Iniziali di Toscanini – 24. Lo era
Re Lucumone–26. Pensa solo a se stesso – 27. Razzo Nucleare –
29. Dopo due – 30. Società Telefonica Emiliana – 32. La spiaggia
di Quercianella – 35. Antichi banditori – 37. Elemento volatile – 39.
Vende vino senza principio – 40. Napoli – 41. Contrazione involontaria dei muscoli oculari – 43. Li vinse la nazionale italiana di
calcio nel 2006 – 45. Ente Biblioteche Statali – 46. Importante isola dell’Indonesia – 47. Musicò l’Adriana Lecouvrieur.
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VERTICALI
1. Città in prov. di Livorno, fra la California e Vada – 2. Comune in
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45
prov. di Lecce, famoso per il suo canale – 3. Lega Otoiatri e Odontoiatri Milanesi – 4. Diminutivo di Pasqualina – 5. Telai senza prin46
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cipio – 6. Prosciugato al sole – 7. Il nome dell’attore Marvin – 8.
Vostro nelle lettere commerciali – 10. È una Costa che hai in mano
– 11. Nascono in testa – 15. Il nome di Marvin, antropologo americano autore del libro Buoni da mangiare – 17. La coda
dello squalo –19. Valle delle Alpi Orientali con Brunico – 22. Contiene la missiva – 24. Supremazia di uno Stato su un altro
– 25. Il casato di Carlo I° Re di Sicilia – 26. Dio dell’amore – 27. Luminosa, raggiante – 28. Elettrocardiogramma – 29. Infuso di erbe – 31. Fiammata sull’arrosto – 33. Capitale del Vietnam – 34. Continente orientale – 36. Cascata (salto) del Venezuela – 38. Orchestra Strumentale Latina – 42. Vizio nervoso – 43. Moto Guzzi – 44. Divo senza vocali.
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È inutile che ti brillino gli occhi: porto solo la valigia a riparare!
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Spigolature
In un momento di
crisi così particolare
da indurre cambiamenti drastici di abitudini e di vita, è fortemente diseducativo
che le televisioni pub-
bliche e private continuino a proporre
piogge di soldi in
giochi a quiz spesso
demenziali, che trasmettono un messaggio di facile arricchimento.
Gesto poco civile
Un noto e ripetu
to spot pubblic
itario ricorda bene che le im
poste e tasse sono
corrispettivi
per i servizi re
si ai cittadini
dagli organi
centrali e locali
dello Stato. Dev
ono essere
pagate. L’evasor
e è un parassita
della società.
Tale spot è retic
ente. Non acce
nna ad altri,
diffusi tipi di pa
rassiti: fannullo
ni, assenteisti,
irresponsabili,
imprevidenti.
Tace su carenz
e e inefficienze
di pubbliche
amministrazio
ni. Nulla dice
sui costi eccessivi di: cast
a partitocratica,
alta burocrazia e statalis
mo. I beni pubb
lici – di tutti e di nessuno
– possono favo
rire il menefreghismo gest
ionale e la fina
nza allegra.
La marca da bollo
La marca da bollo annuale sul passaporto è una realtà solo italiana che
peraltro pochissimi rispettano. Che
si aspetta a eliminarla?
In un tg, il segretario generale Cgil
Susanna Camusso è stata ripresa dalle telecamere mentre, camminando per strada, stava gettando
a terra un mozzicone di sigaretta.
Evidentemente deve essere abituata a farlo. È forse il caso di ricordarle che non è un gesto civile.
50
giugno - luglio - agosto 2012
Il sanvincenzino Fabio Del Ghianda
comincia a fotografare con una Condor.
Oggi è presidente onorario Uif
di Pierluigi Galassi
F
FABIO DEL GHIANDA
L’ingegnere
col pallino
delle foto
abio Del Ghianda, classe 1956, ingegnere, direttore dei
sistemi informativi della cosiddetta “Area vasta”- che
comprende le Asl di diverse città toscane - abita da sempre a San Vincenzo.
Giovanissimo, nel 1976, inizia a fotografare in bianco e
nero con una Condor (mitiche Officine Galileo) del padre.
Nel 1981 si iscrive alla Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e, nel 1985, insieme ad altri appassionati, fonda il Circolo Fotoamatori San Vincenzo, in cui
ricopre per undici anni la carica di presidente e, per quattordici, quella di vicepresidente.
Si forma e si perfeziona nei concorsi fotografici locali per
poi passare a quelli nazionali ed internazionali; tanto che
conta ventuno anni di presenza in statistica Fiaf, e dieci in
quella internazionale Fiap (Federazione Internazionale
dell’Arte Fotografica).
Nel 2005 la Fiaf gli offre l’onorificenza di artista fotografico italiano (Afi), nel 2008 quella di benemerito della fotografia italiana (Bfi) e nel 2012 la Fiap gli concede l’onorificenza internazionale. È doveroso ricordare che Fabio, nel 1998, viene eletto presidente nazionale della Uif
(Unione Nazionale Fotoamatori). Viene riconfermato per i
tre anni successivi per poi diventarne presidente onorario.
Non sto ad elencare tutte le pubblicazioni e i successi fotografici ottenuti da Del Ghianda durante la sua carriera di
fotoamatore, perché lo spazio a mia disposizione non sarebbe sufficiente per citarli tutti. Naturalmente ora è passato al digitale - come la maggior parte degli appassionati
di fotografia - continuando ad ottenere ottimi risultati.
Fabio tiene a precisare che i suoi impegni professionali gli
hanno impedito di dedicare più tempo di quello che avrebbe voluto alla fotografia: malgrado tutto però, a mio avviso, resta un bravo fotoamatore e anche un buon amico.
IMPORTANTI RICONOSCIMENTI
PER LA SUA ATTIVITÀ ARTISTICA
Galassi, il decano dei fotoamatori
presenta Fabio Del Ghianda
Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidente della sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo la presentazione
di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido Morelli, Oreste
Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri, Davide Bedini,
Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati porta, oggi, alla ribalta il
fotoamatore Fabio Del Ghianda.
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Gli scatti
di Fabio Del Ghianda
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giugno - luglio - agosto 2012
Ridurre gli ingaggi e valorizzare i vivai
Un calcio affogato nei debiti
V
enerdì 9 marzo u.s.
La Gazzetta dello
Sport dedica due
pagine alla crisi del calcio
con un titolo a dodici colonne: «I conti della A sempre
peggio». Il 30 marzo Il Tirreno replica con un titolo a
cinque colonne: «Il pallone
è sempre più sgonfio». In
precedenza il problema era
stato dibattuto da altre testate e più volte dal Sole 24
ore. Il ritornello? Crescono i
ricavi, mai, però, come le
spese.
L’indebitamento complessivo della Serie A nel 20102011 è salito del 14,6%, 2,6
miliardi contro i 2,3 della
stagione precedente. Lo dice
il Centro Studi della Federazione Italiana Gioco Calcio.
E continuerà a salire, senza
contare che i bilanci di troppe società vanno presi con
beneficio d’inventario. Si
Crescono le spese, mai i ricavi.
Ai mediocri non spettano
ingaggi da campioni.
Troppi calciatori stranieri.
Insegnare i fondamentali
legge che dei 117 club professionisti solo 19 hanno i
conti a posto, o che la sola
Serie A, in dieci anni, ha
bruciato 2,5 miliardi di euro.
Accettiamo per buone le cifre, anche se con qualche
perplessità, e aggiungiamo
che da tempo immemore
tutti sanno che l’impegno
del nostro calcio, anche se
incredibile, è uno solo: accumulare debiti! Mai si è
pensato seriamente a un piano di risanamento. Si continua a riempirci la bocca di
frasi fatte come: «Il calcio è
opinabile», anche se faccio
fatica a credere che qualcosa
possa essere opinabile in
aziende dove circolano soldi. Oppure che: «Non possiamo competere con i club
spagnoli perché il nostro fisco è infinitamente più esoso di quello iberico e i calciatori preferiscono andare
dove pagano meno tasse».
La cosa strana è che la Ger-
mania offre un buon campionato di vertice, ha squadre importanti, la media
spettatori più alta d’Europa,
non paga ingaggi stratosferici, con qualche eccezione,
e vanta società con i conti a
posto. Anzi ricordo una retrocessione dello Stoccarda,
alcuni anni fa, perché non si
era allineata. Siamo sicuri
che sarebbe impossibile fare
altrettanto?
Non so da quanto vado ripetendo che in due anni si potrebbe risanare il calcio. Come? Riducendo i costi, a
Piazza Gramsci, 2
Tel. 0565 222213
Piombino
씯
di Claudio Nassi
53
partire dagli ingaggi, e tornando a costruirsi i calciatori in casa. Diceva Bill Veek,
manager della squadra di
baseball dei Saint Louis
Cardinals: «Non è il costo
della qualità che mi preoccupa, è il costo della mediocrità che mi rovina». E ai
mediocri non spettano, come avviene, ingaggi da
campioni. Non si può pagare fino all’89% dei ricavi in
stipendi. Guai andare oltre il
60%. Eppoi, portieri, difensori e centrocampisti di
quantità si costruiscono in
casa. Basta che chi allena
sappia insegnare i fondamentali e correggere i difetti. È così difficile? Per far
ciò bisogna avere allenatori
degni di questo nome. Quindi fare corsi dove si dimostra ciò che va insegnato ai
ragazzi, quello che per i
maestri del passato era
scontato.
Quanti campi di allenamento hanno le forche e i muri?
Forse uno su cento. Però
non mancherà la “gabbia”,
così come si continuerà a
credere che il calcio consista nella realizzazione dello
schema e il saper passare dal
4-4-2 al 4-2-4, o dal 4-2-3-1
al 5-3-2 o al 3-5-2.
Mino Favini è l’ultimo maestro che ci rimane. Ha settantasei anni, è il responsa-
bile del settore giovanile
dell’Atalanta. Ripete da una
vita: «Per insegnare uno
schema a una squadra basta
una settimana, per insegnare
i fondamentali a un calciatore non basta una vita».
Quindi non si può prescindere da tecnici che sappiano
lavorare con i ragazzi (pur-
troppo non ci sono ndr.); miglioriamo gli allenatori con
corsi di aggiornamento, senza ripetere che abbiamo i
migliori del mondo. Costruiamo manager che sappiano qual è il loro mestiere,
che non prevede solo la cura
dell’immagine, la comunicazione e il possesso di una
supercar.
Smettiamola di acquistare
stranieri che non hanno diritto di cittadinanza nei nostri campionati, facendo
uscire soldi che non rientrano più in circolo. E non continuiamo a raccontare che
non possiamo competere
con chi spende più di noi. In
campo non vanno i soldi,
ma i calciatori e il calcio si
gioca con i piedi. Se è vero,
come è vero, che l’esercizio
migliora l’attrezzo, è necessario lavorare come si conviene. Il problema è solo
uno: capire! E qui casca l’asino. Per questo è più comodo continuare a ripetere che
il calcio è opinabile.
54
giugno - luglio - agosto 2012
Quel fenomeno chiamato Gavorrano
di Fiorenzo Bucci
P
erugia ha 169mila abitanti, Gavorrano non
arriva a novemila. Come dire che il piccolo comune maremmano “entra” 19
volte nel capoluogo umbro. Nel
Perugia calcio hanno giocato
Paolo Rossi e Salvatore Bagni,
nel Gavorrano calcio per anni hanno militato ragazzi del
paese, per diletto e per qualche lira di rimborso spese. Il
Perugia calcio gioca allo stadio “Renato Curi”, 28 mila
posti a sedere. Il Gavorrano calcio, fino a poco tempo fa, non
aveva neanche uno stadio e giocava a Venturina. Oggi che
ce l’ha, ospita gli avversari
al “Romeo Malservisi – Mario Matteini”, campo sportivo
storico che, a Bagno, è stato trasformato, con volontà e sacrifici, in “struttura omologata per i tornei di Lega Pro”.
Non immaginereste che Perugia e Gavorrano giochino nello stesso campionato, che il Perugia sia risultato vincitore a
fine stagione ma che il Gavorrano abbia inseguito per
tutto l’anno, mancandolo per
un soffio, lo stesso traguardo
Il presidente Luigi Mansi
Il bomber Fioretti
del capoluogo umbro, ovvero
la promozione alla Prima divisione, la vecchia C1.
Ci sono miracoli che l’imprevedibilità del calcio può
regalare e quello del “piccolo” Gavorrano è un miracolo.
Ci sono storie che non nascono dal nulla e quella del Gavorrano è storia di lavoro, di
passione di sapiente iniziativa imprenditoriale. Un esempio di come con poco e dal poco si possono costruire sogni.
La mente, perché una mente
c’è sempre, in questo caso si
chiama Luigi Mansi. Era apprezzato come imprenditore,
con la Nuova Solmine e con
molto altro, era noto per la
sua determinazione trasmessa puntualmente ai figli (Antonella è riuscita in poco tempo a scalare le vette più alte di
Confindustria nazionale), non
era conosciuto nel calcio, per
lui un amore recente. Ma il calcio non è diverso da un’azienda e se si sa programmare, se si sa far gruppo, alla fine i risultati vengono. E a Gavorrano oggi il gruppo c’è:
tanto lavoro, un occhio al bilancio e l’altro ai tanti campi
e campetti da dove può uscire il campione che costa poco,
che fa divertire, che può, al-
l’occorrenza, riempiere la cassa con una cessione che dà
lustro al ragazzo e a chi lo ha
aiutato a crescere. L’esempio
quest’anno è presente. Perché non il Perugia ma il Gavorrano vanta il capocannoniere del torneo: si chiama
Giordano Fioretti, ha 26 anni
ed ha segnato 33 gol tanti
quanti ne conta il record di un
certo Antonio Valentin Angelillo, “angelo dalla faccia
sporca”, giunto anni fa dall’Argentina per indossare la
maglia dell’Inter. È probabile che Fioretti approdi presto
a più alti lidi ma di certo non
lascerà orfano il piccolo Gavorrano perché i record ed i
successi nascono dalla costanza, dai programmi e dalla passione e questa “merce”
al Malservisi c’è ma non è in
vendita.
Onore e meriti
ad una squadra
che fa sognare.
Quel piccolo paese
e gli scontri
con grandi città
55
21
marzo 1971. Si
gioca l’ennesimo
derby della Mole. Il Toro è sotto 3-2 e sta
cercando di rimettere le cose a posto. Ad un tratto dall’ennesima mischia in area
juventina scaturisce un fallo, un fallo da rigore. All’inizio del match un precedente rigore è già stato trasformato dai granata, per la
precisione da Angelo Cereser, il libero della squadra.
Ora si fa sotto nuovamente
lui. I compagni, che intuiscono il momento chiave
dell’incontro, gli si fanno
intorno e lo esortano: «Vieni
Angelo, che ti puliamo le
scarpe». Non un granello di
polvere ci deve essere sopra:
il tiro, decisivo, deve venir
fuori preciso e pulito, destinazione gol. Alla fine del
match manca soltanto un
pugno di minuti. Il Comunale di parte granata freme, un
attimo eterno e il pallone è
in fondo alla rete. Il portiere
Tancredi si lancia in tuffo,
ma non serve: 3-3 e tutti a
casa.
Nella sua carriera granata
Cereser ha segnato soltanto
5 gol, ebbene 2 in un colpo
e per giunta in una stracittadina! Come a dire, una questione di carattere.
Volendo, in sintesi, offrire
un quadro pressoché completo di Cereser giocatore
granata una parola meglio di
tutte è sufficiente alla bisogna: grinta.
Quella stessa forte determinazione che lo aveva portato
dalla squadretta del San Donà alle giovanili del Torino e
da qui, dopo le trafile di rito,
alla prima squadra, fino all’esordio in serie A. È il 19
settembre del 1965 e il Torino gioca a Ferrara, contro la
Spal. Mentore e guida Nereo Rocco, al quale i ragazzi
tosti come Cereser sono
sempre piaciuti. Con gli
spallini finisce 0-0. Da qui
parte la sua carriera di difensore estremo e, volendo, lo
si potrebbe intendere come
Angelo Cereser bandiera del Toro
Grinta e coraggio,
grande cuore granata
Difensore arcigno, difficile da superare.
La lotta e il contrasto sull’uomo
sono state le sue armi migliori
un segno, una specie di marchio. «Difensore arcigno,
difficile da superare, la lotta
e il contrasto sull’uomo sono le sue armi migliori», così si legge nelle classiche didascalie del tempo.
Quante attese, quanti sospiri, però, prima di farcela.
Dal 1962 al 1965, il primo
triennio in granata è duro,
lontano anni luce dall’idea
mitizzata del calciatore professionista che, nell’immaginario della gente, vive fra
lusso e ricchezza. Sono gli
anni delle 15mila lire al mese di stipendio, della pensioncina in cui vivere, con
ordine e compostezza, assieme con altri ragazzi arrivati
a Torino un po’ da ogni parte d’Italia, il cuore colmo di
belle speranze. È il tempo
delle lunghe camminate a
piedi, dal tram per andare al
campo, di qualche raro cinema di seconda visione. Anni
duri, ma buoni per temprare
il carattere di chi, alla fine,
ce la fa, di chi arriva felice
sul traguardo.
Dopo qualche esperienza di
stopper e di terzino, Cereser
il posto fisso in squadra se
lo conquista come libero.
Lui stesso osserva: «Solo in
apparenza giocare da libero
poteva sembrare facile. Posso concedere, pur avendo i
miei dubbi, che non sia logorante a livello fisico, ma
garantisco che sul piano
nervoso è molto impegnativo, fatta forse eccezione per
il portiere. Se sbagli hai
chiuso, è un po’ come se dicessi all’avversario: prego si
accomodi. Non si tratta soltanto di intervenire in modo
tempestivo e deciso, ma soprattutto di anticipare le
mosse e le intenzioni di chi
ti attacca. Aver giocato in
tutti i ruoli della difesa mi
ha molto ben attrezzato per
questo compito non facile».
E così per alcune stagioni
Cereser diventa il riferimento difensivo di un gruppo
che la tifoseria non può
scordare: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi.
Tutto fila al meglio fino al
1972 quando infortuni e il
tecnico Giagnoni gli rendono la vita difficile. Ma l’arrivo di Edmondo Fabbri rimette la sua pedina sulla
scacchiera granata. Cereser
rinasce, come tirato a nuovo, e la sua avventura in granata continua. La forte solidarietà che lo lega agli amici storici, colonne di un Torino che ha ancora la fortuna
di contare su delle bandiere
(Ferrini e Vieri, su tutti) si
trasforma in una sorta di
patto d’acciaio. Come poter
anche soltanto immaginare
l’ipotesi di un cambio di casacca?
L’intenzione è quella di stare al Toro fino al capolinea
di carriera, per poi, magari,
incominciare a crescere
qualche giovane da svezzare
alla prima squadra. Ma l’impensabile, diventa purtroppo
crudele realtà. Al Torino del
presidente Orfeo Pianelli arriva Gigi Radice, il trainer
della svolta e la parola d’ordine è “ringiovanire”. Già
Rampanti ha lasciato la
squadra. Ora tocca ad
Agroppi e Cereser. Le lacrime agli occhi, deve accettare il trasferimento al Bologna. In quello stesso anno il
Torino diventa campione
d’Italia. Alla delusione del
distacco si aggiunge la disdetta. Lui che per un tricolore col Toro avrebbe pagato
di tasca sua.
Tuttavia, per uno scudetto
rincorso e mai vinto c’è però il compenso di una grande soddisfazione: ancora
oggi Angelo Cereser sta in
cima alle simpatie di gran
parte della tifoseria granata.
56
giugno - luglio - agosto 2012
Cordoglio per la scomparsa di Rolando Tamburini
Dal Cotone al Parlamento
S
e ne va mezzo secolo
di storia della città
con la scomparsa di
Rolando Tamburini, sindaco di Piombino dal 1970 al
’76, poi deputato del Pci fino all’estate del 1983.
Se ne vanno oltre cinquant’anni duri e densi, insieme
ad un uomo definito da un
coro di voci buono, leale, di
grande spessore politico e
personale. All’età di 89 anni l’ex sindaco si è spento
nella sua casa, in piazza
della Costituzione.
Tamburini era nato nella
popolare borgata del Cotone e di queste origini andava fiero. Temprato dall’esperienza in guerra, terminata con la prigionia in un
lager tedesco a Linburg, rientrato in Italia fu assunto
come operaio all’Ilva. Dopo la Liberazione si iscrisse
al sindacato e al Pci. Resta
memorabile quella stagione
di lotte in fabbrica che lo
vide protagonista: insieme
ad altri sei dirigenti sindacali fu licenziato, alla fine
del ’52, per aver convocato
una riunione contro la co
siddetta “legge truffa”.
Coro di voci:
«Uomo buono,
leale, di grande
spessore politico»
Grazie di tutto ZioRolando
«Grazie di tutto ZioRolando, che la terra ti sia lieve».
Lo ricorda così, con immenso senso di gratitudine, il
nipote giornalista Stefano Tamburini. Ricorda ZioRolando, pronunciato d’un fiato e scritto tutto attaccato,
uomo forte nelle sue convinzioni, nella sua militanza,
che si sentiva operaio prestato alla politica. «Alla festa
in piazza Verdi per la sua elezione a deputato, nel 1976,
ho visto anziani militanti piangere a dirotto – sono parole di Stefano Tamburini – . Ho capito allora che erano tanti quelli che gli volevano bene».
Nel suo percorso rientra anche l’incarico di segretario
della camera del lavoro di
Spoleto, poi, nel 1960,
quello di segretario della
Cgil. Risale al 1970 l’elezione a sindaco di Piombino, ruolo che lo portò a misurarsi con più di un problema cittadino, compresa
Sport in lutto
Ciao, Mr. Franco
L’ultima partita l’ha affrontata con la malattia. Non gli
ha lasciato scampo, ma lui
si è battuto fino all’ultimo
con coraggio e grinta. Se
n’è andato a 72 anni Francio Cioni, ex giocatore e allenatore nerazzurro, lasciando un grande vuoto. Se
n’è andato l’amato mister
che per tanti ragazzi ha rappresentato molto di più di
un eccellente allenatore: un
uomo di grandi valori e insegnamenti, senza retorica,
capace di andare al cuore
delle cose. E delle persone.
Mediano elegante, è stato
capitano della selezione azzurra di serie C: memorabile il gol di testa su cross di
Gigi Riva. Cioni ha giocato
in più di una squadra di serie C girone unico: Taranto,
l’Aquila, Como, e per ultima Chieti, che lasciò, a metà degli anni Sessanta, per
tornare a casa, accettando
la contrastata realizzazione
della centrale Enel. Rieletto
primo cittadino nel ’75, rimase alla guida della città
per un anno, perché nel
1976 entrò in Parlamento.
Tra gli impegni degli anni
più recenti, la presidenza
dell’Atm dall’85 al ’90, e la
lunga parentesi sportiva,
come presidente dell’Unione sportiva Piombino. Ne
seguiva le imprese dalle tribune, in compagnia dell’inseparabile moglie Flora:
una volta scomparsa, lasciò
in lui un vuoto incolmabile.
La politica di oggi aveva
deluso Rolando Tamburini,
ma non gli aveva tolto il desiderio di partecipare a tutte le manifestazioni: fino
all’ultima, il 25 Aprile, alla
quale ha voluto essere presente, accompagnato dal figlio Fabio.
l’offerta del Piombino, in
serie D, e un lavoro alle acciaierie. Poi la carriera di
allenatore, guida di tanti
calciatori che hanno avuto
la fortuna di incontrarlo sui
campi: Piombino, Venturina, Massetana, ma l’elenco
è più lungo. Tra le tappe
storiche, la vittoria del
Piombino nel campionato
di prima categoria nel
1987: il mister traghettò la
squadra in Promozione, nel
tripudio generale.
Franco Cioni lascia la moglie Giuliana, i figli Sandro,
Federica e i nipoti.
57
Q
uando il canto è
una passione senza
uguali e un generoso dono agli altri, ti imbatti
in persone dalle rare doti
come Cafiero Chelotti. Ci
ha lasciato, andandosene in
punta di piedi, come era nel
suo stile. Piombinese, leva
1919, superò le dure prove
della guerra e della prigionia. Tornato nella sua città,
nel 1947, si sposò con Albertina, fedele compagna di
tutta la vita e madre dei
suoi figli, Fabrizio e Marta:
pochi giorni dopo la morte
di Cafiero, anche lei si è
spenta.
Quando nel 1979 Cafiero
andò in pensione, lasciando
il suo lavoro di operaio metalmeccanico all’Ilva, si dedicò alle passioni di sempre, alla pesca, alle gare di
bolentino, ma soprattutto al
canto. Quelli erano i tempi
memorabili della Lega Navale e delle serate danzanti
con cantante e orchestra:
Cafiero è ancora lì, con il
microfono in mano, accanto agli amici di sempre Pas-
Silvano,
una vita
nel commercio
Intraprendente, tenace. Impegno e zelo hanno contrassegnato il corso della vita di
Ricordando Cafiero
con la splendida Amapola
Cafiero Chelotti durante un’esibizione
qualino, Egisto Gherardini,
“Foffo” Capitani, Sandrelli,
Aroldo Bernardini. Per anni
si esibì con il gruppo Corale Mascagni e con la Banda
Cittadina A. Galantara, nell’ultima fase della vita si
dedicò al coro della Parrocchia di Sant’Antimo.
Silvano Montecchi. Ci ha
lasciato e la sua scomparsa
ha suscitato cordoglio nel
mondo del commercio e
della piccola imprenditoria
locale. Montecchi, piombinese leva 1935, terminata
l’esperienza lavorativa alle
acciaierie, fonda prima un
maglificio, poi apre un negozio di arredamento in
corso Italia, “Vecchia Marina”. Altre due attività, successivamente, sorgono grazie a lui: il negozio di calzature Elvis Shoes di via
Ferrer e la GB Pedrini, abbigliamento, in corso Italia.
Appassionato di calcio, fede bianconera, molti lo ricordano anche come presidente, per molti anni, dello
Juventus Club.
Montecchi lascia la moglie
Maria Pia Rosellini e la figlia Sandra.
«Un uomo solare – lo descrive commosso il figlio
Fabrizio, ex calciatore del
Piombino e tecnico comunale in pensione –. Una
persona buona che, attraverso il canto, si donava
agli altri, regalando indimenticabili emozioni». Gli
amici di sempre conservano
nella memoria l’immagine
di Cafiero che ogni giorno
percorreva le vie del centro
storico, dove abitava: giornale sotto braccio, busta del
pane e per tutti un cordiale
saluto, una battuta. La sua
voce calda da tenore lo rendeva capace di interpretare
i classici popolari e il melodramma, con una predilezione per Verdi e Puccini.
Quella voce ha conquistato
tanti. «Ancora pochi anni fa
– ricorda l’amico Marcello
Cardinali – l’ho sentito
cantare al Torrione la splendida Amapola. Un’interpretazione spettacolare».
Ogni mattina
pane sotto il braccio
e un saluto per tutti.
Una splendida voce
e tante emozioni
Riccardo, promessa del rugby
Quel sogno infranto a 25 anni
Il sogno si infrange su un
nastro d’asfalto, contro un
terrapieno di cemento.
Il sogno del grande sport
era quello di Riccardo
Bargagli, ventincinquenne
piombinese, bandiera dell’Union Rugby.
Era lui l’anima della squadra, apprezzato da dirigenti e compagni per le
capacità tecniche di ala
formidabile e per un dono
raro, quello di saper contagiare il gruppo con la sua
allegria.
Riccardo ha perso la vita
in un incidente stradale
lungo l’Aurelia, vicino a
Carbonifera, in una notte
di tragedia: la sua scomparsa ha gettato nello
sconforto la famiglia, il
mondo del rugby e dei
giovani, l’intera città.
E che sapore amaro ha oggi la citazione preferita di
Riccardo, “Cogli l’attimo”.
58
giugno - luglio - agosto 2012
in libreria
Terzo libro di Michele Marchiani
Le orme del Tiburzi
La terza fatica letteraria di Michele
Marchiani è una storia della Maremma
raccontata in prima persona da un maremmano purosangue. L’autore lo fa per
bocca di Quartuomo, io narrante indecifrabile quanto il suo antenato Domenico Tiburzi, il brigante per il quale ogni tentativo di aggettivazione risulta
tutt’oggi restrittivo. I percorsi dei due
lontani parenti si articolano su piani
temporali sfasati da un secolo di storia
italiana, con le sue miserie, le sue mancanze e la cronica ricerca d’identità
culturale come unica via di scampo alle leggerezze di una classe dirigente
mai affidabile. Entrambi vivono all’ombra degli ingranaggi dei rispettivi
meccanismi sociali, latitando in due
epoche parimenti ciniche e contraddittorie. Negli apparati narrativi equidistanti
sull’asse temporale, ma coincidenti nei
riferimenti spaziali, le loro esistenze
sfumano in una fuga drammatica dal consorzio umano a cui l’anagrafe li ha costretti ad appartenere; l’avo destinato a
darsi alla macchia come fedele alleata
della sua missione, il discendente condannato dal suo passato all’anonimato
in una vegetazione urbana ancor più infida, ostile, nemica. Selva o cemento armato che sia, l’alternativa è obbligata.
Le orme del Tiburzi, Ass. culturale
Il Foglio, € 14.
Emilio Guardavilla
Le ricerche di Mauro Carrara
Commercianti e Artigiani a Piombino
dal 1803 al 1940
È andato in stampa l’ultimo lavoro del
nostro amico e collaboratore Mauro
Carrara che in questa occasione focalizza le sue ricerche su un altro aspetto storico del nostro territorio, quello delle attività commerciali.
L’opera è il risultato di uno studio attento
e minuzioso sulla piccola imprenditoria sviluppatasi nel Comune di Piombino
dal periodo francese all’immediato anteguerra.
La documentazione abbraccia più di
centotrenta anni di attività commerciali ed annovera nelle sue tre sezioni
cronologiche l’elenco di tutti i titolari
di arti e mestieri suddivisi per categorie merceologiche; un doveroso tributo alle origini del nostro terziario che vuole essere interpretato come un buon
auspicio per il suo futuro.
Particolarmente suggestiva è l’appendice fotografica.
Il volume, pubblicato dal Consiglio
Regionale della Toscana, rientra nel
progetto celebrativo del “150° anniversario dell’Unità d’Italia” e può essere
richiesto gratuitamente alla Biblioteca
Falesiana o all’Archivio Storico. (e.g.)
59
Giallo Mondadori di Luigi Carletti
Prigione con piscina
Luigi Carletti approda a Mondadori,
dopo aver pubblicato alcuni romanzi
interessanti con Baldini-Castoldi-Dalai, dimostrando una raggiunta maturità con Alla larga dai comunisti
(2006), un’intensa storia di provincia
legata al mondo del calcio, e Lo
schiaffo (2008), sulla vita di un regista che sfonda nel mondo del cinema
a cinquant’anni.
Non ci sono riferimenti autobiografici nell’ultima opera, né ricordi legati
ai luoghi della giovinezza come isola
d’Elba e costa maremmana. Roma è il
teatro del nuovo romanzo, per la precisione il quartiere Monteverde, nella
inesistente Villa Magnolia, condominio residenziale munito di piscina. Filippo Ermini è un giovane professore
universitario, autore di saggi sui nuovi mezzi di comunicazione, che un
giorno resta vittima di un grave incidente motociclistico e resta paralizzato sopra una sedia a rotelle. Villa Magnolia è la sua prigione dorata senza
sbarre, popolata da professionisti e
ricchi pensionati che passano il tempo tra piscina e aperitivi, chiacchiere
inutili e cene di lusso.
Filippo ricorda James Stewart ne La
finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, perché dal suo privilegiato angolo di osservazione, in compagnia
Nella vasta esposizione,
le migliori porcellane,
cristalli
e articoli da regalo
non di Grace Kelly ma del fido domestico peruviano Isidro, scruta i
movimenti dei facoltosi vicini. Tra
questi nota uno strano personaggio
che si fa chiamare Rodolfo Raschiani,
sconosciuto ai motori di ricerca, che
esce dal suo appartamento soltanto
per nuotare in piscina. Rodolfo stringe amicizia con Filippo, confessa la
sua vera identità e i motivi per cui si
trova a Villa Magnolia, ma i misteri
non sono finiti, anzi, la trama di un
giallo avvincente comincia proprio
con questa rivelazione. Non sveliamo
oltre perché il romanzo di Carletti è
un noir d’atmosfera, cupo e claustrofobico, introspettivo, che porta alla
luce passioni, conti in sospeso con il
passato, momenti di depressione e
istanze suicide.
Luigi Carletti non rinuncia a fare letteratura, scrive un romanzo giallo che
non si può confinare nel ghetto della
narrativa di genere anche se la trama
sarebbe perfetta per girare una fiction.
Leggete come descrive l’incontro con
Alessia Martini, esperta di motori di
ricerca, vecchia compagna di studi:
«Di lì in poi chiacchiere caramellose
infarcite da nebbiosi amarcord universitari, con quell’allegria posticcia
dei reduci che si risentono dopo un
secolo e fanno finta che sì, d’accordo,
la vita è un casino, ma alla fine tutto
funziona. Più o meno».
Rodolfo Raschiani, in arte Rudy de
Ryscky, viene dipinto con poche ma
efficaci pennellate: «Lui amava cucinare e mangiare. Amava le buone letture e le donne. Amava la vita, lui che
veniva dalla palude dei delinquenti
autentici che ammazzano e si ammazzano tra di loro. Che non tornano indietro».
Il romanzo prosegue tra citazioni da
Blade Runner, il maestralino della sera che i romani si ostinano a chiamare ponentino, uomini che pensano alla morte perché fa parte della vita, ma
che non rinunciano a pensare, perché
pensare è come rivivere. Notevole la
considerazione per raccontare un tentativo di suicidio che nella vita si cade, dopotutto. Si comincia da bambini e non si smette più. In ogni caso
ognuno è padrone del proprio percorso, anche il protagonista del romanzo
che cade per risorgere ma si trova impreparato di fronte al nuovo scherzo
del destino. La vendetta attende dietro l’angolo. Forse non lo riguarda.
Forse sì. Per saperlo non resta che
leggere Prigione con piscina. Non ve
ne pentirete.
Prigione con piscina, Mondadori,
pagine 220, € 17.
Un nome di fiducia dal 1955
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Orologi
LISTE DI NOZZE
Accessori
Corso Italia, 2-4 - Tel. 0565 225495 - Piombino
www.rosignoli.it - e-mail: [email protected]
GIOIELLERIA
60
giugno - luglio - agosto 2012
Questa rubrica è libera. Il
contenuto delle lettere può
non collimare col pensiero del
giornale. Costa Etrusca si
riserva di ridurre le lettere e
di eliminare espressioni che
possano integrare ipotesi di
diffamazione. Gli autori, purchè noti alla direzione, potranno chiedere che la loro firma sia omessa.
Precisazioni o rettifiche saranno pubblicate.
pie acquistarne una. Tutto ciò
avrà ripercussioni sul mercato immobiliare che già è in forte sofferenza. Un po’ di buon
senso, cari ministri e professori: sacrifici sì, ma senza
esagerare.
Egidio Minervino
POLITICI
Finanziamenti,
ingordigia infinita
GIOCHI ONLINE
Come le sigarette,
vietare gli spot
Ogni giorno di più, e nonostante la crisi economica, la
pubblicità di qualunque tipo si
infarcisce di spot sui nuovi
giochi online. Può darsi che
sbagli ma credo che sarebbero da vietare al pari di quelli
sulle sigarette. Perché sappiamo tutti, anche se facciamo
finta di ignorarlo, che il gioco nuoce gravemente al portafoglio quanto il tabacco alla salute.
Italo Mariani
IL COMUNE SBAGLIA
Quel campino,
diventa parcheggio
Il mio rammarico è condiviso
da un nutrito gruppo di amici, ed è anche a nome loro
che lo esprimo a gran voce. A
suscitarlo è il futuro segnato
del campino marrone, donato
a suo tempo dalla Magona,
insieme allo stadio, alla città
di Piombino.
Il suo destino è segnato perché
così ha deciso l’amministrazione comunale, che vuole
trasformare lo storico campo
in un parcheggio. Perché, mi
domando io, cancellare in
questo modo un’altra pagina
di storia? Era proprio necessario? Certo, è sotto gli occhi
di tutti il problema incalzante dei parcheggi, ma se andiamo ad osservare quella zona, nelle immediate vicinanze del campino ci sono altre
aree che potrebbero ospitare
parcheggi, valide alternative.
Non si può dimenticare che fino a poco tempo fa quello era
terreno di gioco, calpestato
da duecento ragazzi impegnati nell’allenamento delle loro squadre. La scelta del Comune non mi sembra azzeccata
e rilancio l’interrogativo a chi
di dovere: non era più giusto
che il campino rimanesse a
disposizione della associazioni sportive e dei giovani?
Ivano Ros
UNA LETTRICE
Felice di rileggere
il nostro Costa Etrusca
Premetto che sono una divoratrice di giornali. E che, negli scorsi mesi, ho apprezzato l’articolo dedicato da un
quotidiano locale alla persona che mi è stata più cara,
mio marito. Oggi voglio fare
Luca Ardenghi
Agente Generale Procuratore
un plauso alla redazione di
Costa Etrusca, il periodico
diretto da Ivio Barlettani. Sono felice di poter rileggere
Costa Etrusca: per me è una
vecchia conoscenza, perché
già negli anni Sessanta - Settanta circolava a casa mia,
seppur in formato diverso.
Apprezzo le numerose rubriche, gli articoli dei vari opinionisti, i pezzi di Franco Biegi che mi riportano al passato, ad anni lontani, con nostalgia. Grazie, Costa Etrusca, perché ci racconti il nostro
territorio.
Maria Baroncelli
PROPRIETARI DI CASE
Accanimento del fisco,
ci vuole buon senso
La casa che è sempre stato il
sogno di ogni famiglia, oggi
rappresenta un incubo senza fine. Si inizia al momento dell’acquisto: prezzi inaccessibili,
mutui da pagare per 20/30
anni a tassi insostenibili e
successivamente spese condominiali, spese di manutenzione, Imu, ecc. A me pare che
il fisco si stia accanendo troppo sulla casa e stia rendendo
impossibile alle giovani cop-
L’ingordigia dei politici (di
ogni colore) non ha fine. Non
basta essersi attribuiti stipendi, privilegi e rimborsi elettorali
che non trovano riscontro in alcun Paese democratico, ma
ogni giorno dobbiamo assistere
a denunce per tangenti, spartizioni, finanziamenti illeciti,
favoritismi e altre amenità del
genere. L’amarezza cresce nel
constatare che non esiste una
via democratica per risolvere
questo vero e proprio cancro.
Gianni Torresani
DALL’ANNO 2000
Fondi e azioni,
risparmi dimezzati
L’articolo 47 della costituzione recita: «La repubblica incoraggia e tutela il risparmio
in tutte le sue forme. Favorisce
l’accesso del risparmio popolare al diretto o indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del
Paese». Ebbene, nel 2000 ho
investito i miei risparmi in un
fondo bilanciato di una primaria banca e successivamente, in una gestione patrimoniale. Tra inflazione reale
e crolli di borsa ho perso circa il 50% dei miei risparmi!
Corso Italia, 71
Tel. 0565 222312
Piombino
m.b.
61
di Mauro Sozzi
C
’è sempre un rovescio
della medaglia! Una
città che viene definita bella lo è sotto tutti i punti di vista. Quello però che, a
parer nostro, rende una città
piacevole in se stessa è la
quantità dei suoi parchi, delle sue spiagge, dei suoi ambienti di ritrovo, di appartenenza ai suoi cittadini a prescindere di quale estrazione sociale essi siano. La città ha, però, per il suo cuore battente nelle varie fonti di lavoro dalle
quali i suoi abitanti ricavano
ciò che permette loro di vivere:
sono, insomma, il sangue della loro vita.
Detto quanto sopra, facciamo un salto nell’immaginario,
entriamo in un mondo dove tutto è definitivamente statico: in
città del genere, quali che fossero il livello culturale e le
classi sociali, non sarebbe affatto difficile far sì che i luoghi ameni allo stato “naturale” rimanessero tali per sempre. Ma le città non sono statiche o immobili, come dir si
voglia, ma dinamiche ed evolutive, con la conseguenza
che al loro dinamismo fa riscontro il bene e, alle volte, il
male.
Oggi, purtroppo, il dinamismo della nostra città non è positivo, le relative classi sociali, in genere, non hanno di
che arricchirsi, anzi, quelle
meno agiate sono trascinate
verso condizioni di vita sempre meno positive. Ebbene,
allora, chi è preposto alla salvaguardia della città escogiti
qualunque “cosa” che argini
questo trascinamento negativo.
Piombino ha delle potenzialità
ambientali che – se sfruttate nel
Le scelte difficili
Quel rovescio
della medaglia
Piombino, veduta aerea
modo giusto – possono far sì
che emerga un dinamismo
positivo: la città è sul mare; ha
però una costa rustica e scogliosa più o meno ripida. Tale morfologia gli dà un aspetto singolare di particolare selvaggia bellezza. La costa potrebbe essere manipolata, nei
punti adatti, per dar luogo alla costruzione di alberghi, ristoranti ed altro, con l’originalità di essere abbarbicati
alla costa, quasi galleggiando
sul mare. Accanto, piccoli
tratti di spiaggia con ghiaia e
scoglietti che farebbero la
gioia dei turisti non troppo
amanti della sabbia. Oh…
non sarebbero più i luoghi
naturali di oggi, però si contribuirebbe a creare quel dinamismo positivo tanto necessario alla città. Sissignori,
sono d’accordo con voi che non
avremo più gli spazi di prima,
dove però rischieremmo di
muoverci con la pancia vuota.
Sì, è vero che, oggi, ormeggiare
una barchetta è un problema
perché sono stati costruiti porti turistici che hanno sfrattato
le barchette dando alloggio a
ben altre barche i cui proprietari possono permettersi di
pagare il relativo affitto. C’è,
però, il rovescio della medaglia: si sono fatti investimenti, si è lavorato e creato nuovi posti di lavoro, insomma si
è contribuito a creare quel dinamismo positivo necessario
alla città. E ciò non è poco, se
si tiene conto che nel nostro territorio si sta verificando una
marcia sempre più zoppicante in quei settori sino a ieri punti di forza della nostra economia.
È difficile dare suggerimenti
su quali segmenti di mercato
puntare con garanzia di successo, però uno intendiamo
darlo in relazione a ciò che sta
accadendo nella nostra città,
cioè al sempre crescente, anche se lento, aumento di turismo. Sul turismo può trovarsi una delle poche carte vin-
centi. Non ci sono, poi, tante
vie di fuga, così, proprio in relazione a ciò non dobbiamo
sprecare la possibilità che il nostro territorio può offrirci. Si,
è vero, in cambio di un cedimento della nostra terra. Ma,
vedete, sta proprio qui la scelta, non tanto come fine a se
stessa, quanto per le relative
conseguenze che, in un modo
o nell’altro, ci saranno. Insomma, è una scelta difficile
che va fatta, che non può non
tener conto del contesto in
cui ci troviamo e verso quale
direzione stiamo andando. È
una scelta che può far male ma
dalla quale non possiamo prescindere.
Noi non siamo eterni, e non viviamo in un mondo statico, per
di più sapendo che non ci sarà mai un mondo statico. Si devono fare scelte adeguate, oggi, anche se difficili altrimenti
un comportamento “pilatesco” graverà come un macigno
sulle nostre future generazioni.
C’è sempre un rovescio della
medaglia! Ma se riteniamo
che certe scelte siano positive,
facciamole! Anche se per esse dovesse servire molto coraggio.
Il turismo
è una delle
carte vincenti.
La costa
può ospitare
alberghi,
ristoranti e
altre strutture
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Continua l’excursus storico
dei collegamenti marittimi
tra l’isola d’Elba e il Promontorio di Piombino. In
questa seconda parte si rivivono gli anni che vanno
dallo scoppio del primo
conflitto mondiale fino all’occupazione nazi-fascista
compresa. I destini di un intero continente lasciano
tracce indelebili anche nelle cronache dell’Arcipelago Toscano.
Le strade
del mare nostro
Storia dei collegamenti marittimi nel Canale di
Piombino dall’alba della civiltà ai giorni nostri
di Emilio Guardavilla
Neanche lo scoppio della
grande Guerra destabilizzò in maniera sensibile la
qualità e la frequenza dei
collegamenti marittimi
nel Canale. Il primo anno,
al contrario riportò un notevole aumento di traffico
merci e passeggeri nella
fattispecie sulla tratta
Piombino – Portoferraio.
D’altronde, solo i piroscafi Alfredo Cappellini e
l’F.D. Guerrazzi della NT
saltuariamente furono requisite dalla Marina Militare per missioni di scorta, trasporto materiali o
come rimorchiatori nel
bacino del Mediterraneo
così da poter dare continuità al loro servizio fino
alla fine del conflitto ed
oltre. Occorre attendere la
metà degli anni Venti per
riscontrare un tangibile
cambiamento nelle politiche gestionali del naviglio locale. I piroscafi per
trasporto misto di merci e
passeggeri Alfredo Cappellini, F.D. Guerrazzi,
Argentario, Santo Stefano, Montecristo e Cortellazzo furono considerati
ormai inadeguati a soddisfare le richieste del mercato dei trasporti, sia
quello ordinario che quello alterato dai mesi estivi.
Nel maggio 1928 fu messo in linea l’Elbano Gasperi, oltre 740 tonnellate
di stazza lorda mentre nel
luglio e settembre del
1930 l’Andrea Sgarallino
e il Dino Leoni, rispettivamente di 730 e 514 tonnellate, destinati al rimpiazzo dell’Argentario e
del Santo Stefano. La
flotta così rinnovata copriva la tratta Piombino –
Portoferraio con due partenze nei giorni feriali e
una domenicale con sosta
a Cavo, una settimanale
Livorno – Portoferraio
andata e ritorno, una tratta circolare intorno all’Isola settimanale nel periodo tra maggio e ottobre
compresi. Con frequenza
bisettimanale si effettuava la Livorno – Gorgona
– Capraia – Marciana
Marina – Portoferraio –
Piombino (solo al ritorno)
– Rio Marina – Porto Azzurro – Marina di Campo
– Pianosa e viceversa.
Piombino era prevista come ultima tappa anche
nella linea Porto Azzurro
– Rio Marina – Cavo. I
nuovi dislocamenti delle
unità della NT imposero
dal 1932 la soppressione
degli approdi nella rada di
Marina di Piombino per
cui, a far data dal 4 aprile
dello stesso anno, le operazioni di imbarco e sbarco avvennero al Molo Elba di Portovecchio. Il golfo di Baratti continuò ad
essere usato come ripiego
pratico e sicuro nelle occasioni di condizioni meteo estremamente avver-
se. Nel 1934 la NT passava la maggioranza azionaria alla società Terni,
già sotto il controllo dell’IRI dal 1934. Grazie all’impulso fattivo e innovativo dell’ente statale
destinato alla ricostruzione industriale, a breve,
per l’esattezza il 22 ottobre 1936, si sarebbe completato il processo di ammodernamento della flotta statale con la messa in
linea della motonave Giuseppe Orlando (837,85
t.s.l.), prima nave a vapore della compagnia impiegata stabilmente sulla
linea Portoferraio –
Piombino. La Giuseppe
Orlando, grazie alla propulsione di due motori
diesel dalla potenza complessiva di 1200CV, poteva assicurare una velocità
di crociera di 15 nodi ed
una ricettività in termini
di passeggeri pari a 250
unità, tutti sistemati comodamente sottocoperta.
La Seconda Guerra Mon-
La motonave Giuseppe Orlando
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diale impegnò a tempo
pieno tutte le unità della
NT, coinvolgendole a più
riprese, una dopo l’altra,
nel tragico destino delle
sue sorti. In concomitanza con l’irrigidirsi dei
rapporti internazionali
che minarono irreparabilmente gli equilibri politici del Vecchio Continente
l’Andrea Sgarallino, l’Elbano Gasperi e il Giuseppe Orlando passarono ai
ruoli del Naviglio Ausiliario dello Stato. Già nel
maggio del 1940 i tre piroscafi furono requisiti
dalla Regia Marina con la
conseguente militarizzazione dei loro equipaggi.
In tempo di guerra le linee, ridotte nel numero e
nella frequenza dei collegamenti impegnarono pericolosamente ciò che rimaneva della flotta, ovvero il Dino Leoni, l’F.D.
Guerrazzi e l’Alfredo
Cappellini, talvolta affiancate da motovelieri o
motopescherecci noleg-
Il piroscafo Elbano Gasperi militarizzato
giati da armatori privati
locali. Si ricordino a questo proposito il Procione
(Società Anonima di Pesca e Reti, Roma) e il Maria Maddalena (ceduto a
nolo dall’armatore gigliese Meino Mattera). Ma la
furia distruttiva delle operazioni belliche annientò
le iniziative di chiunque
avesse voluto sfidarle tanto che, già nei primi mesi
seguenti l’Armistizio, tutte e sei le unità che componevano la flotta della
NT avevano raggiunto il
buio degli abissi di acque
più o meno amiche. La
NT rimase di fatto una
compagnia di navigazione senza navi. Per sopperire ad un danno così ingente ed irreparabile si ricorse a soluzioni estemporanee derivate da espedienti azzardati e provvisori, come ad esempio la
messa in servizio del Giovanni Ingrao, un ex piroscafo iugoslavo (Drava)
sequestrato qualche tempo prima e approntato a
tempo di record per poter
riprendere il mare. Nonostante la bandiera bianca
issata il Giovanni Ingrao
esercitò la sua missione di
emergenza per poco più
di un mese prima di essere colpito da un attacco
aereo nel porticciolo di
Pianosa dove stava ultimando l’approvvigionamento per il penitenziario
(gennaio 1944). Ma le acque del Canale erano ormai diventate rischiose ed
inopportune per qualsiasi
tipo di trasporto data la
particolare attenzione che
le Forze Alleate riservavano a questo tratto di
mare così considerevole
Gli alleati sbarcano all’Elba nel falso storico di Walter Molino
Riportiamo integralmente il disegno di Walter Molino che il popolare settimanale La Domenica del Corriere pubblicò nell’estate 1943. In questa tavola il famoso illustratore emiliano prefigura un improbabile quanto fantasioso sbarco delle forze angloamericane, presumibilmente
a Portoferraio, per la gioia dei civili e di camicie nere festanti, schierati in ordine sparso a celebrare il lieto evento. Come poi la storia del conflitto avrebbe dimostrato con azioni cruente e terribili rappresaglie la fine dell’occupazione nazi-fascista del Canale di Piombino non ebbe alcun
epilogo festoso ma fu sancita da un considerevole tributo in vite umane per tutte le fazioni.
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dal punto di vista strategico; ogni natante costituiva un potenziale bersaglio. Il Giovanni Ingrao
venne sostituito tempestivamente dal motopeschereccio Vincere (46,5 tonnellate) del santostefanese Oreste Costanzo nelle
corse giornaliere sulla
Piombino – Portoferraio
per il trasporto di passeggeri e posta. La bandiera
bianca e l’assidua supervisione dei militari tedeschi non poterono assicurare l’integrità dell’imbarcazione che, qualche
mese più tardi (19 giugno
1944), fu mitragliata e affondata nella rada di San
Giovanni poco distante da
Portoferraio.
Durante l’occupazione la
regolarità dei collegamenti subì un brusco
quanto dannoso per il sostentamento degli isolani
Porto di Piombino, pontile Elba anni Trenta
periodo di stasi. Le fonti
relative a questo periodo
attestano numerose iniziative di privati cittadini
che misero in gioco i loro
modesti capitali per garantire l’arrivo di materie
prime e generi di prima
necessità. Informazioni
attendibili segnalano in
attività sul Canale i motovelieri Sempre Amedeo di
Giovanni Diversi, il Successo, la motobarca Giovanni Battista Padre, la
Maria di Marino Colombo. Ma il dovere di cronaca impone anche di celebrare coloro i quali sfuggirono all’immortalità
delle pagine relative a
questi tempi funesti della
nostra storia; il loro ricordo, quello delle loro im-
prese disperate e spesso
fatali, sempre eroiche
seppur scaturite dall’incoscienza più impulsiva,
sopravvive scritto in neretto nella memoria collettiva che si tramanda attraverso le generazioni di
marittimi che si sono susseguite fino ad oggi.
(II continua)
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