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Don Antonio - Oratorio di Nave

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Don Antonio - Oratorio di Nave
Numero speciale - Marzo 2006
Notiziario della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nave (BS)
Dieci anni fa...
La prima lettera scritta da don Antonio in occasione della sua accoglienza a Nave come parroco (Ottobre 1995
Carissimi lettori,
questo numero di Nave nostra
è interamente dedicato alla
presenza di don Antonio
come parroco e pastore nella
nostra comunità. È stata una
presenza intensa che lo ha visto
prodigarsi in una realtà a volte
complessa e non sempre facile
da affrontare. Abbiamo avuto
la pretesa di “raccontare” il
cammino pastorale e di uomo
di don Antonio, convinti di aver
peccato di difetto. Ci scuserà e
ci scuserete per le cose dette e
non dette, ma abbiamo cercato
di fare del nostro meglio in
troppo poco tempo. I dieci anni
di sacerdozio di don Antonio
a Nave non possono essere
contenuti in poche pagine:
preferiamo siano scritti nel
nostro cuore.
La redazione
Ente ecclesiastico
parrocchia Maria Immacolata
Direttore responsabile:
Alessandro Piergentili
Direttore:
don Antonio Tomasoni
Coordinatore:
Livio Tameni
Raccolta fotografie:
Claudio Balzarini
Ferruccio Porta
Direzione - Redazione
Amministrazione:
via S. Cesario 2, 25075 Nave (Bs)
Telefono: 0302530119
Grafica:
Vincenzo Morandi
Stampa:
Tipografia Olivieri (Nave)
Dieci anni fa...
“Si riprende
uniti e concordi”
D
omenica 10 settembre (1995) ho fatto una breve sosta a Nave. Desideravo
esprimere, nel contesto della Celebrazione Eucaristica, tutta la mia
comprensione a don Graziano per la decisione sofferta di lasciare la
Parrocchia per motivi di salute e di sensibilità pastorale e la mia partecipazione
alla manifestazione di stima e di riconoscenza da parte dei parrocchiani prevista
per la domenica seguente in occasione del saluto. Sapendo poi che si era diffusa la
voce sul successore nella missione di Parroco, ho ritenuto opportuno confermare
che in data 1° settembre Mons. Vescovo aveva nominato Parroco di Nave il re.
Don Antonio Tomasoni.
Don Antonio giunge a Nave all’età di 53 anni ed è prete da 28 anni. Il ministero
sacerdotale svolto sia in Seminario sia negli oratori, sia nel dialogo personale
che nell’animazione di gruppi e particolarmente negli undici anni come Parroco
a Bornato, lo ha ben maturato per la nuova responsabilità che lo attende. Ogni
Parrocchia ha la sua fisionomia, che si è formata lungo la sua storia intessuta di
fatti e di eventi, che hanno inciso più o meno fortemente negli animi determinando
caratteri, mentalità e comportamenti, tradizioni e costumi. Molti partecipano
alla formazione di tale fisionomia, anche se in modi diversi, con l’apporto delle
proprie capacità e del proprio impegno; lasciano la propria traccia, in questo caso
negativa, anche coloro che o contrastano o si isolano.
Ma sembra corretto affermare che tra le persone che sono nelle condizioni di
incidere più fortemente nella formazione della mentalità o del costume o della
cultura, un posto di rilievo è tenuto dal sacerdote, sia che si dedichi alla educazione
della gioventù, o curi le celebrazioni eucaristiche, o si dedichi a iniziative caritative
e assistenziali, o promuovere esperienze di sostegno alla famiglia o alla presenza
di laici formati nei vari settori della vita sociale illuminando ogni ambito con
la luce della fede e la prospettiva dei beni eterni. Sicuramente Don graziano ha
dato un contributo notevole al cammino della comunità di Nave coniugando
spessore culturale con l’attenzione alle persone anziane e malate, coinvolgendo i
vari gruppi esistenti in Parrocchia in un cammino di solidarietà.
Con Don Antonio inizia un’altra esperienza, che, pur continuando nella linea
tracciata dalla tradizione, non potrà non offrire spunti nuovi per l’educazione alla
fede sia nei giovani che negli adulti. Sicuramente don Antonio, con Don paolo e
Don Giangi, non mancherà di dare prospettive e indicazioni per il cammino della
Comunità; ma non potrà non contare anche sull’apporto dei consacrati e dei
laici presenti nel territorio. Anzi nel nostro contesto sociale si è fatto sempre più
urgente la formazione dei laici ed esigente la comunione tra tutti i membri della
comunità, per rendere sempre più visibile e credibile la missione della Chiesa nel
mondo.
Il tempo attuale poi non permette né rallentamenti né dispersione di energie;
sono troppo gravi e complessi i problemi e sono troppo poche le persone disposte
e preparate. Piuttosto occorre puntare uniti sull’essenziale: partire dalla Parola di
Dio, far affidamento sulla Grazia di Cristo mediante la preghiera ed i Sacramenti,
scegliere obiettivi chiari e unire gli sforzi e procedere con determinazione e fiducia.
E’ quanto ritengo opportuno suggerire a tutti in vista dell’ingresso di Do Antonio,
mentre invoco su di lui, sui sacerdoti, sui consacrati e sui laici l’abbondanza dei
beni del Signore.
Autorizzazione del Tribunale
di Brescia n. 59/2000
del 5/12/2000
pag. 2 Nave Nostra - Marzo 2006
“La parola del nostro nuovo Pastore”
C
arissimi Navensi,
è con timore che prendo la
penna per iniziare con Voi il
colloquio che poi continuerà ad ogni
edizione del notiziario parrocchiale.
Ho scritto con “timore e tremore”
perché la responsabilità di guidare
questa comunità cristiana ricca di un
patrimonio religioso, culturale e artistico così significativo e prezioso, mi
dà le vertigini, pensando alla povertà
della mia persona e all’ampiezza dei
miei limiti.
Per questo vi devo confessare che ho
accettato con non poche resistenze
interiori il mandato del Vescovo. Ma
ora che sto per venire a stare con voi,
sento che devo abbandonare ogni incertezza e resistenza perché la totalità dei miei pensieri, del mio cuore
e delle mie energie siano dedicate a
voi che state per diventare la mia famiglia.
La mamma di un ragazzo handicappato, cogliendo forse il mio disagio e
la mia preoccupazione di fronte alla
nuova missione, mi ha scritto una
bellissima lettera di cui voglio riportare un breve messaggio: “nella vita ci
sono momenti in cui ci viene chiesta
di vivere la nostra parte di Abramo;
Abramo lascia la tua casa e va nella
terra che io ti mostrerò… Prendi tuo
figlio e offrilo in sacrificio”.
Chissà com’era il cuore di Abramo in
quel momento mentre saliva la montagna. Chissà com’era il suo passo
con gli occhi offuscati dal dolore e
dalle lacrime. Io oso immaginare che
ogni passo faticoso, pesante, fosse
mosso soltanto da una piccola fiamma, “voglio fidarmi di Te, mio Dio”.
Don Antonio, Lei deve fare proprio
così: “un gesto di completo abbandono nel Signore”.
Vi assicuro che le parole semplici di
quella mamma e di tante altre persone buone, mi hanno profondamente
commosso e mi hanno aiutato a ri-
trovare la serenità e la pace interiore.
Voglio fidarmi di Te, Signore! So di
essere uno strumento fragile e povero; proprio per questo vi invito, già
fin d’ora, a pregare per me perché
possa, il meno indegnamente possibile, servire questa porzione di Chiesa che mi viene affidata. Da parte
mia ho già iniziato a portarvi tutti,
indistintamente, all’altare del Signore perché pur non conoscendovi mi
siete ormai diventati cari.
Dopo avervi timidamente aperto il
mio cuore, voglio dirvi che mi conforta il fatto di sapere che molte
persone collaborano nei vari settori
della vita comunitaria anche attraverso l’apporto qualificato dei gruppi e delle associazioni. Mentre già
fin d’ora li ringrazio del servizio che
hanno offerto, li invito a continuare
in una dedizione sempre più generosa e responsabile a Cristo e alla sua
Chiesa. In questo contesto voglio salutare e ringraziare particolarmente
Don Graziano per l’eredità preziosa
pag. 3 Nave Nostra - Marzo 2006
di magistero e di azione pastora
che ci lascia augurandogli un period
di vita serena e ancor ricca di sodd
sfazioni sacerdotali.
A Don Paolo e a Don Giangi, ch
partecipano con me allo stesso sace
dozio di Cristo e allo stesso ministe
ro sacerdotale, un abbraccio fratern
quale pegno di comunione e di colla
borazione.
Un saluto riconoscente e cordiale al
comunità Salesiana e alle Reverend
Suore per la loro presenza e per
loro generosa dedizione.
Non mi resta ora che darvi appun
tamento a domenica 15 ottobre pe
celebrare insieme, nell’Eucarest
d’inizio del mio servizio pastorale,
fedeltà dell’amore del Signore.
L’intercezione della Vergine Imma
colata e del patrono S. Costanzo
siano di sostegno e di conforto.
Il vescovo
La nomina
Caro don Antonio,
desidero esserti vicino con affetto di
padre, in quest’ora nella quale albergano
nel tuo cuore sentimenti diversi e
confliggenti.
Da un lato, l’amarezza del distacco da
una comunità che hai servito e amato per
tanti anni e nella quale hai impegnato
il meglio di te in un ministero generoso
e competente. D’altro lato il tuo cuore
sacerdotale ospita la gioia cristiana e
religiosa di sapersi abbandonato alla
volontà di Dio e di volere rimanere
nell’abbraccio sicuro dell’obbedienza.
In questo momento singolare il tuo passato e il tuo futuro si fondo
no
in un unico atto di affidamento al Signore che continua a servirsi
di te,
come uno strumento docile e valido nelle sue mani. Comprendo quan
to
ti costi lasciare la tua gente, ma al contempo ti voglio dire che per
un
uomo le azioni e le decisioni più impegnative e soffer te sono quell
e che
maggiormente lo realizzano e per un sacerdote la sua gente è il pross
imo
che la vita gli affianca.
Ti accompagno con fervida preghiera e imploro per te dal il Signore, Pasto
re
supremo delle nostre anime, una speciale benedizione.
pag. 4 Nave Nostra - Marzo 2006
pag. 5 Nave Nostra - Marzo 2006
Intervista a
don Antonio
Intervista a
don Antonio
Intervista a don Antonio Tomasoni
L
a redazione di Nave
nostra ha intervistato
don Antonio in merito ai suoi dieci anni di vita
pastorale nella nostra comunità. Ecco quanto ci ha
raccontato rispondendo alle
nostre domande:
1) La notizia del suo trasferimento ha colto di sorpresa
l’intera Comunità di Nave.
Sono ormai trascorsi dieci
anni dal momento in cui lei
ha fatto il suo ingresso tra
noi: era il 15 ottobre 1995.
Nella prima fase di conoscenza di una nuova collettività, qual è stato l’impatto
e quali sono state le sue prime impressioni nei confronti della Comunità di Nave?
Ricordo che mi accompagnava una trepidazione da
togliermi il sonno. Avevo avuto
modo di raccogliere alcune informazioni sull’operato del mio predecessore, don Graziano, pastore
stimato ed apprezzato da tutta la
Comunità per la sua capacità di
comunicatore profondo del Vangelo e interprete saggio e sapiente
dei segni dei tempi; e questo mi
faceva sentire ancora di più impari di fronte al mandato conferitomi. Per di più l’impatto iniziale
con la gente di Nave mi aveva un
poco raggelato perché avevo l’impressione di una Comunità fredda,
distratta e disinteressata alla proposta religiosa. Oggi ritengo che
quelle impressioni fossero dettate
più che altro dal mio stato d’animo ancora legato alla precedente
esperienza pastorale.
2) In questi anni, e soprattutto
negli ultimi, è avvenuto un notevole cambiamento nell’ambito
dell’evangelizzazione. Durante la
sua attività pastorale, quali sono
state le tappe fondamentali, per la
crescita comunitaria, che hanno
caratterizzato il suo operato?
Ritengo che due siano state le tappe significative: anzitutto la ristrutturazione dell’Oratorio che
ha comportato insieme al gravoso
impegno economico, soprattutto uno sforzo radicale e profondo
nel ripensare il progetto educativo
che doveva presiedere alla vita dell’oratorio. Tutto questo lavoro di
riflessione e di condivisione, che
ha coinvolto il consiglio pastorale,
gli educatori, il consiglio direttivo
dell’oratorio e le famiglie, è stato
sintetizzato nella CARTA Educativa che resta ancora oggi il riferimento valido e prezioso dell’aziopag. 6 Nave Nostra - Marzo 2006
ne educativa dell’oratorio.
Un’altra tappa significativa
è stata l’esperienza straordinaria della “MISSIONE
POPOLARE” celebrata nel
2000. In quella occasione
abbiamo preso coscienza
che era giunto il momento
di passare da una pastorale
di conservazione a una pastorale di annuncio. Questo
significava annunciare il
Vangelo dove la gente vive.
Da questa presa di coscienza
è nata una grande mobilitazione che ha visto la presenza
e l’azione di tanti missionari
che per 15 giorni hanno percorso le nostre strade, sono
entrati nelle nostre case e ci
hanno fatto sperimentare la
gioia dell’incontro a piccoli
gruppi nella famiglie e una
gioia nuova nelle assemblee
liturgiche. Il frutto più prezioso della MISSIONE sono stati
i CENTRI di ASCOLTO della Parola che ancora oggi coinvolgono
circa 250 persone in un cammino
costante di incontro dialogato con
la PAROLA del Signore.
p
particolare, se non farmi vicino e
condividere, per quanto mi è stato possibile, con le singole persone e con le famiglie le difficoltà,
la malattia e i momenti faticosi e
difficili. In loro ho trovato persone
aassetate di affetto e bisognose di
essere rassicurate circa l’amore del
Signore. Auguro loro di trovare dei
buoni “samaritani”, cioè persone
capaci di ascoltare, di comprendere
e di dare speranza.
4) Accanto a lei hanno lavorato i
curati e altri preziosi collaboratori, che hanno contribuito a mantenere viva l’attività in Oratorio. In
un lavoro di scambio e di reciproca collaborazione quali sono stati
i momenti di maggiore vicinanza a
queste persone?
Devo dire che con don Giangi e
D
particolarmente con don Paolo
p
aall’inizio e poi con don Adriano
e don Andrea c’è stato un dialogo
aaperto e costruttivo che ci ha permesso di mantenere e riportare immediatamente un clima di fiducia
reciproca e di intesa.
Questo ha consentito, mi pare,
di lavorare insieme dentro l’unica
Comunità senza diffidenze o divisioni e quindi di offrire una testimonianza di comunione.
I contatti e la collaborazione con
gli altri operatori di pastorale giovanile sono stati molto sporadici
e a livello quasi personale: ho cercato di cogliere le occasioni anche
più informali per sostenere, incoraggiare e motivare il loro impegno.
5) Molti gruppi, che operano in
Parrocchia, e altri gruppi di volontariato hanno sentito la sua presenza in termini di sostegno e supporto, hanno visto in lei una guida
per il raggiungimento di finalità e
la realizzazione del loro cammino. Quali sono stati i consigli, le
indicazioni, i suggerimenti che lei
ha offerto per la riorganizzazione
del loro lavoro?
Alla conclusione del mio mandato sento il dovere di ringraziare i
gruppi e le associazioni parrocchiali per la collaborazione convinta e generosa con cui hanno
sostenuto la vita della Comunità:
dal consiglio pastorale al consiglio
3) La sua presenza tra gli ammalati, nelle case e negli ospedali, tra le
persone bisognose e gli anziani è
sempre stata forte, continua e costante. Che rapporto ha instaurato con queste persone? E ora quale messaggio e quali parole vuole
lasciar loro?
Durante il Concilio Vaticano II, è
stato affermato ripetutamente che
la Chiesa deve ripartire dagli ultimi, cioè dai poveri vecchi e nuovi, dai malati, dagli esclusi, dagli
handicappati, dagli anziani abbandonati… Io non ho fatto nulla di
Don Antonio e Padre Renzo con i coscritti
pag. 7 Nave Nostra - Marzo 2006
Intervista a
don Antonio
Intervista a
don Antonio
educatori, dico che ci assumiamo
una terribile responsabilità se non
siamo capaci di trasmettere ai giovani il patrimonio di sapienza e di
fede, che ha illuminato la nostra
generazione e la generazione dei
nostri genitori.
per gli affari economici, al gruppo
dei catechisti ed educatori dell’oratorio, agli animatori dei centri di
ascolto, agli animatori della liturgia, ai responsabili e animatori
delle chiese di contrada, agli organisti, ai ministranti, agli “Amici di
Conche”, agli addetti al culto della
chiesa parrocchiale, alla redazione
di Nave Nostra.
Si tratta di un numero rilevante di
persone cui si aggiungono i gruppi
di volontariato non ecclesiale, ma
che mi hanno offerto una decisiva
collaborazione in alcuni importanti momenti di vita parrocchiale: il gruppo degli Alpini, il Coro
del Garza, la Banda S. Cecilia, gli
Amici della Pieve della Mitria, i comitati di contrada.
A tutti indistintamente l’invito a
riscoprire il gusto del servizio, andando al centro delle cose senza
idolatrare la propria immagine.
loro che vivono vicini ai giovani?
Ai giovani voglio dire che la vita
è bella, ma che per essere tale, ha
bisogno di ideali, che le diano un
senso. Oggi, mi pare, che la vita di
tanti giovani manca di significato:
sono pieni di molte cose, ma poveri di spiritualità, sono stracolmi
di esperienze affettive e sessuali,
ma poveri di amore e incapaci di
amare. Per questo ai genitori e agli
Giornata del Ringraziamento
ai Volontari di Conche
(Ottobre 2005)
7) Due momenti di partecipazione popolare e di rievocazione storica hanno caratterizzato questo
decennio: il duecentocinquantesimo anniversario della consacrazione (1748-1998) della Chiesa
intitolata a Maria Immacolata e
il bicentenario della traslazione
(1805-2005) delle reliquie di San
Costanzo dalla città di Brescia a
Nave, dove ora sono custodite e
venerate dai fedeli.
Secondo lei, come ha vissuto la
Comunità di Nave questi momenti
di aggregazione e di condivisione
di fatti appartenenti alla propria
storia locale e religiosa?
Questi due avvenimenti hanno
visto una notevole e straordinaria partecipazione di Navesi che
mi hanno aiutato a scoprire e ad
apprezzare in modo nuovo questo
popolo sensibile e attento alla propria storia e alle proprie tradizioni.
Ritengo che coloro che sono rivestiti di autorità abbiano il dovere
di richiamare l’attenzione della cittadinanza valorizzando la propria
memoria storica. Non possiamo
conoscere bene il presente e orientare positivamente il futuro senza
conoscere le nostre radici.
8) Il nostro paese è ricco di edifici
religiosi di un certo valore artistico, non mancano neppure, all’interno degli stessi, beni preziosi
che necessitano di essere conservati e salvaguardati. Durante questi
anni numerosi sono stati gli interventi sui beni mobili e immobili e
le nuove realizzazioni, lavori che
hanno comportato notevoli sforzi,
anche economici, per l’intera parrocchia. Come ha vissuto questi
6) Le speranze e le preoccupazioni
per le nuove generazioni lasciano
spesso gli adulti ad un bivio: la
serena fiducia o la preoccupante
diffidenza.
Quale messaggio vorrebbe lasciare al mondo giovanile?
E quali consigli suggerirebbe agli
educatori, ai genitori e a tutti copag. 8 Nave Nostra - Marzo 2006
interventi e quali sono state le sue
maggiori preoccupazioni?
Molto resta da fare! Colgo l’occaM
ssione per ringraziare tutti coloro a
cui sono affidati questi beni e per
invitarli a continuare nella loro
opera di custodia amorosa e di recupero. Non dobbiamo dimenticare che molte persone forse s’incamminano verso l’Assoluto sospinte
da sentieri ascetici. A coloro che
hanno collaborato con il loro lavoro e con il proprio denaro giunga
il mio grazie più cordiale.
9) Ora la partenza da Nave, l’ultimo saluto con i suoi parrocchiani
avverrà domenica 26 marzo. La
gente di Nave l’ha sempre considerata un padre sempre presente.
E lei che idea si è fatto dei suoi
parrocchiani e come vive ora il distacco da loro?
Nel sofferto distacco dai Navesi,
N
aavverto anche un senso di privazzione da un ricco e prezioso pa-
10) Questa
comunità, questo
gregge perde in questo momento
il suo Pastore. Voglia chiudere questa intervista con un messaggio
che tutti noi conserveremo come
stimolo per proseguire nel cammino di fede che lei ci ha indicato
e che in questi dieci anni abbiamo
percorso insieme.
speranza. Oggi me ne allontano
con nostalgia. Ringrazio tutti per
la fiducia che mi avete accordato nella amministrazione dei beni
e delle offerte della Comunità.
Chiedo perdono a quanti ho dato
cattivo esempio o inavvertitamente ho offeso e deluso. Continuate
a camminare nell’unità e nella docilità col nuovo Pastore e nella comunione tra di voi. Questa sarà la
vostra forza. Un grazie vivissimo a
don Giangi, a don Andrea, al diacono Franco e alle reverende Suore
Lucilla e Rosa per la stima, la fiducia e i buoni esempi che mi hanno dato. Un ringraziamento tutto
speciale alla Comunità salesiana
e ai suoi direttori, don Mario Colombo, don Enrico Castoldi e don
Eugenio Riva, per l’amicizia fraterna e per la generosa e preziosa
collaborazione offerta attraverso il
loro ministero e il servizio apostolico dei giovani confratelli.
Dieci anni fa sono entrato in questa Parrocchia con trepidazione e
Grazie,
don Antonio
trimonio artistico e architettonico
che ho imparato ad amare e custodire e che non ha confronto con la
mia nuova Parrocchia. Ho seguito
con preoccupazione l’intervento di
sostituzione del pavimento della
Parrocchiale per far posto al nuovo impianto di riscaldamento, ma
ancora di più ho sentito e vissuto
con angoscia le pesanti conseguenze del terremoto. Ho gioito per gli
interventi di restauro che si sono
susseguiti nella Pieve della Mitria,
nella chiesa di S. Rocco e in tante
opere minori.
Celebrazione della festa di S. Costanzo (2006)
pag. 9 Nave Nostra - Marzo 2006
Percorso pastorale
Percorso pastorale
Il percorso pastorale
di don Antonio a Nave
S
i suol dire che il bel gioco dura poco, e generalmente
è così, ma non sempre. Dieci anni non sono pochi
ma neanche tantissimi e in questo periodo di permanenza a Nave, don Antonio ne ha fatto parecchio di “bel
gioco” nella comunità. Il nostro Vescovo ha avuto buon
fiuto nel portarcelo via: ne ha pesato l’anima e la bontà,
unite alla stoffa del “costruttore”, e lo ha spedito ai confini della provincia, in quel di Pontevico, che quelli forse
ne han più bisogno di noi! Si sa, le vie del Signore sono
infinite e non tutte ci è dato di conoscerle; buon per loro,
intendendosi i Pontevichesi, che avranno di che gioirsene,
a buona ragione. E noi di Nave, che dell’ineluttabile ne
facciamo conto, attendiamo l’arrivo del nuovo pastore.
Ma le cose non finiscono qui. Don Antonio ci ha abituato
con l’esempio, che è insegnamento, a non adagiarci troppo, a tirare avanti al di là degli “inconvenienti”, a muoverci veloci in un mondo forse troppo dinamico che tende
a seppellirci sotto la fretta, a tener d’occhio il Vangelo in
ogni momento. Bene, la strada che don Antonio e tanti
parroci come lui e prima di lui ci hanno tracciato, la co-
Un parroco speciale
C
aro don Antonio, ci rendiamo conto (ora che
viene trasferito ad un’altra parrocchia), di
quanto tempo lei ha dedicato a noi ospiti della
casa di riposo Villa dei Fiori, con parole di conforto e
sempre con grande attenzione e sollecitudine nei momenti più critici delle nostre malattie.
Siamo consapevoli di essere stati fortunati e ringraziamo Gesù e la Madonna, di cui sappiamo lei molto
devoto, per averci mandato un pastore della sua intelligenza e saggezza, impreziosite da una straordinaria
semplicità con grande rispetto dei valori morali e religiosi; sentiremo la sua mancanza.
nosciamo da secoli: facciamo tesoro dei buoni esempi e
continuiamo sulla via segnata.
Alla fine del 1995 don Graziano Montani se ne andava
da Nave e al suo posto arrivava don Antonio Tomasoni.
Ci siamo accorti subito che non era un tipo da star troppo fermo. Ben conosciamo la sua spericolatezza in auto,
nel recarsi a trovare questo o quell'ammalato di cui aveva
notizia; una dinamicità che si è riflessa anche nell'azione
pastorale e spirituale. Don Antonio è stato tra noi missionario in “Parola e in opere di Dio” e il primo tocco
della sua creatività ha avuto al centro le celebrazioni del
Mistero di Cristo, volute gioiose, luminose, partecipate
e solennizzate con musiche e canti in un tempio (chiesa)
sobrio, ma bello.
Grazie don Antonio, grazie con questo piccolo dono a
nostro ricordo, un cofanetto in pelle con i contenitori dell’olio santo e delle particole per la comunione,
l’aspersorio dell’acqua santa, un piccolo altare ed una
stola da viaggio, che lei sacerdote sa usare con amore
per salvare le anime da presentare all’Altissimo.
Missione Popolare (anno 2000)
Grazie… Ciao don Antonio
Con affetto gli OSPITI DELLA
CASA DI RIPOSO “VILLA DEI FIORI”
suor Rosa e Giuseppe Calza
Ci ha educato a vivere lo spirito comunitario correlando
alle celebrazioni la vita con i suoi momenti di gioia e di
tristezza. E ancora, come strumento comunitario, ha voluto la radio parrocchiale attraverso la quale le persone
Consegna delle lampade
ai Centri di ascolto
impedite possono mettersi e sentirsi in comunione con la
preghiera liturgica, quella delle Lodi, del Vespro e del Rosario e soprattutto la Messa.
La vicina scadenza del millennio gli ha suggerito l’idea
della Missione popolare. Chi non ricorda con emozione i
canti: “come un soffio leggero la Parola si dona…”.
Le case si sono aperte al missionario e alla parola di Dio e
il cuore ne ha gioito.
Dalla missione sono continuati i Centri di ascolto della
Parola, veri incontri con Dio e con i fratelli nelle nostre
case. La forte spiritualità di don Antonio e il suo amore
alla preghiera hanno fatto gustare anche alla comunità i
momenti preziosi della contemplazione: ecco l’iniziativa
degli Esercizi Spirituali quaresimali e l’Adorazione Eucaristica settimanale con la disponibilità per le confessioni.
Inizio anno pastorale 2004/2005
pag. 10 Nave Nostra - Marzo 2006
Con il Vescovo a
“Villa dei Fiori” (2005)
A settembre, all’inizio di ogni anno pastorale arriva l’invito al “cammino verso Conche” come gli antichi pellegrini, per affidare alla Madonna della Misericordia la vita
della parrocchia. A ottobre invece la Settimana Mariana
con importanti momenti di discernimento comunitario,
studio e programmazione delle attività seguendo i piani
pastorali diocesani.
pag. 11 Nave Nostra - Marzo 2006
Percorso pastorale
Percorso pastorale
Anche alla Caritas e alla S. Vincenzo non sono mai mancate le sue sollecitazioni e gli aiuti concreti.
In Terra Santa
(2000)
ne del pavimento e l’installazione del nuovo riscaldamento, più efficiente del vecchio e più rispettoso dei preziosi
affreschi che abbelliscono il tempio.
Pieve della Mitria:
Ciborio ligneo e paliotto d’altare
Nuovo risalto ha dato alla festa del Patrono S. Costanzo. Ne ha proposto la solenne celebrazione nel giorno
proprio, ne ha stimolato la conoscenza e l’attualità del
messaggio, raccogliendo ogni anno in questa occasione,
tutti i sacerdoti nativi e coloro che qui hanno operato,
ha arricchito la comunità nel reciproco scambio di doni,
gratitudine e riconoscenza, rendendoci più consapevoli
della forte appartenenza alla Chiesa e al territorio di cui
S. Costanzo è il protettore.
Numerosi volontari hanno raccolto l’invito di don Antonio a fornire manodopera, alleggerendo l’onere finanziario. Quattro nuovi confessionali impreziosiscono gli altari
laterali dedicati a S. Costanzo e alla Madonna.
Importante realizzazione è stata la completa ristrutturazione dell’Oratorio, adeguandolo alle normative vigenti e
corredandolo dei necessari spazi dedicati all’attività sportiva. Uno sforzo che sta dando i suoi frutti ed è punto di
riferimento per molti giovani e per le loro attività.
Accanto al cammino pastorale, don Antonio ha saputo coniugare le necessarie “opere” dedicate alla conservazione
e rivalutazione delle nostre chiese e del loro patrimonio
artistico, frutto della devozione e religiosità popolare.
L'elenco è lungo e lo potete leggere più avanti.
Qualche cosa probabilmente ci sfuggirà e ne chiediamo
venia.
Vi vogliamo offrire alcuni esempi dei restauri eseguiti sulle opere d’arte presenti nelle nostre chiese, perché meritano la vostra attenzione la prossima volta che vi recherete,
Dalla Mitria
D
Suo motto: “La carità ad ogni costo verso tutti”.
- Ama i missionari in modo particolare come portatori del
Vangelo: lo abbiamo visto sempre molto vicino ai nostri
quattro concittadini in Africa.
- Ogni ammalato, anziano o persona in difficoltà ha sempre avuto il conforto della sua sollecita presenza in ospedale, a casa oppure degente.
- Ha saputo tradurre in carità anche i momenti sereni e
festosi della convivialità e della gita donando la sua preziosa affabilità.
Conche (13/02/2006)
on Antonio non è stato solo il nostro Parroco,
ma è stato ed è uno di noi. Noi, Amici della
Pieve della Mitria, legati dall’amore per
questa Chiesa che vogliamo sempre più bella e viva,
lo ringraziamo.
Ci mancherà don Antonio (dipendesse da noi non
partirebbe) ci mancherà, ma sappiamo che, almeno
una volta all’anno, ci ritroveremo tutti assieme
in occasione della S. Messa del 25 Marzo, giorno
dell’Annunciazione, la vera festa della Mitria.
Vorrei ricordare il cammino fatto assieme in questi anni:
dall’acquisizione degli edifici della Vecchia Canonica
(prima l’affitto, poi l’acquisto), ai festeggiamenti per
il 500° anniversario della Riedificazione della Pieve,
con una serie di concerti, tavole rotonde e l’arrivo
del Vescovo mons. Giulio Sanguineti, nonché la
pubblicazione del Libro “La Pieve della Mitria”,
comprese le non poche difficoltà incontrate per il
restauro degli Affreschi. Un cammino fatto assieme,
concordando i vari passaggi e riunendo decine e decine
di volontari. Grazie al sostegno di don Antonio ci è
stato possibile restituire ai navesi e ai visitatori esterni
un patrimonio artistico consegnatoci dalla storia e
dalla tradizione religiosa di Nave.
Grazie ancora, don Antonio, il ricordo di quanto ha
fatto ci sprona a continuare nel nostro cammino.
non dimenticando l’antica devozione dei nostri avi che
queste opere hanno voluto.
Di notevole impegno sono pure stati i gravosi lavori svolti
nella chiesa parrocchiale che hanno richiesto la sostituzio-
Gli Amici della
Pieve della Mitria
pag. 12 Nave Nostra - Marzo 2006
Presepio vivente 2005
Inaugurazione del nuovo pavimento
della parrocchiale (ottobre 2003)
pag. 13 Nave Nostra - Marzo 2006
Percorso pastorale
Non dimentichiamo, in chiusura, gli importanti interventi sulla Pieve della Mitria in primo luogo, sulla chiesa di
Monteclana , di S. Rocco e di S. Antonio e del Santuario
di Conche.
Don Antonio ha saputo raccogliere intorno a sé un numero consistente di volontari che sono stati determinanti
nella realizzazione delle opere descritte; volontari di cui è
sempre stato fiero e di cui ancora ci sarà bisogno dopo la
terribile esperienza del terremoto del 2004.
Pieve della Mitria
Percorso pastorale
I volontari di Conche
A
nche a noi, come a tutta la comunità di Nave,
è giunta inaspettata la notizia della partenza di
don Antonio per Pontevico. È stato lui stesso
a parlarcene la sera della cena che si organizza ogni
anno per i volontari del santuario. Passando per i tavoli
rideva e scherzava con noi… ma si vedeva che in fondo
era molto dispiaciuto di doversi separare da tutte le
persone con cui ha passato più di un decennio.
Siamo sicuri che sarà un’esperienza importante anche
quella che don Antonio si appresta ad affrontare, ma
siamo anche certi che un po’ le nostre belle montagne gli
mancheranno. Anche perché a Pontevico di montagne
non c’è nè nemmeno l’ombra… E poi di sicuro gli
mancherà Conche, verso cui ha sempre dimostrato di
avere un attaccamento particolare. Come parroco, don
Antonio era il presidente del Consiglio Direttivo e ha
ricoperto la sua carica sempre con molto entusiasmo,
ricordando continuamente a tutti noi volontari quale
fosse lo spirito del nostro servizio.
Tutte le ricorrenze legate a Conche, la Confraternita
e la festa del patrono in particolare, sono state
sempre organizzate da don Antonio con scrupolo e
meticolosità. Sotto la sua guida hanno assunto una
particolare importanza e la partecipazione era notevole.
Non dimentichiamo poi che è stato proprio il nostro
parroco a ripristinare la festività del 12 febbraio, festa
di S. Costanzo, e non mancava ogni anno di celebrare
la messa in Conche in occasione del Santo patrono. È
proprio per questo che vogliamo ringraziarlo, per il suo
grande attaccamento al Santuario e per averci fatto
capire quanto sia importante accogliere con gioia ogni
pellegrino che vi si reca ogni domenica. Ci auguriamo
di cuore che questa nuova esperienza a Pontevico sia
per lui un grande arricchimento e speriamo, questo ci
è lecito, che il suo successore abbia per Conche lo
stesso amore mostrato da Don Antonio.
Messa a Salve Regina
(ogni 1° sabato di agosto)
Dal Gruppo III età
F
orse per la nostra non più giovane età riteniamo
di avvertire maggiormente nel nostro animo
il contraccolpo provocato dalla notizia della
partenza di don Antonio dalla nostra Comunità. In
dieci anni, attraverso molteplici espressioni, egli ha
comprovato il Suo modo di essere “Parroco”nel senso
pieno e più significativo del termine, in un operato
incisivo e senza risparmio, aperto verso tutti, senza
alcuna preclusione.
In particolare noi anziani abbiamo sperimentato
l’efficacia della Sua parola e del Suo impegno, nella
partecipazione ai nostri incontri al I venerdì del mese,
al Natale e alla Pasqua dell’anziano, nella presenza
familiare alle nostre gite, sempre paternamente vicino
agli ammalati e agli ospiti della “Casa di riposo”, con il
dono confortante e stimolante della Sua parola. Forse
i caratteri del Suo impegno sacerdotale si possono
sintetizzare in una nota essenziale e dominante: la
“pienezza di pastoralità”.
Mentre avvertiamo una profonda sensazione di vuoto
per la Sua inattesa partenza, sentiamo urgente il
bisogno di esprimergli la nostra profonda gratitudine
per quanto di bene ha profuso tra noi, pregando il
Signore perché lo ricompensi generosamente per il Suo
operato multiforme, incessante, indefesso tra noi e
illumini sempre il Suo cammino con la pienezza della
Sua grazia.
Rievocazione della traslazione
delle Reliquie di S. costanzo
Grazie di tutto cuore don Antonio
I volontari di Conche
Santuario di Conche
Il gruppo Terza Età al gran completo
pag. 14 Nave Nostra - Marzo 2006
pag. 15 Nave Nostra - Marzo 2006
Percorso pastorale
“Ci sei sempre stato vicino”
GMG 2005 (Colonia)
C
iao Don Antonio,
siamo i tuoi giovani, quei giovani in cui tu hai
sempre creduto e su cui hai investito tanto.
Ci sei sempre stato vicino con disponibilità e attenzione
e hai saputo strappare un sorriso ad ognuno di noi,
grazie alla tua battuta sempre pronta.
Il papa che ci ha appena salutati amava ricordare,
rivolgendosi a noi giovani, “Voi siete il sale della terra
e la luce del mondo”.
Nei tuoi occhi abbiamo riscontrato lo stesso sguardo
affettuoso e la stessa benevolenza, ma soprattutto la
stessa fiducia nelle nostre potenzialità e nel credere
che avremmo potuto volare alto!
Ti ringraziamo per l’entusiasmo che hai sempre
dimostrato nell’accogliere le nostre proposte e
nell’esserti fatto vicino nelle nostre esperienze più
significative, non solo fisicamente, ma anche attraverso
la tua preziosa preghiera.
Con le tue parole semplici e umili hai saputo
raggiungere il cuore di tutti, facendoci sentire parte di
un’unica comunità, di un unico Gregge, sotto la guida
di un buon Pastore. È questa l’immagine che ci rimarrà
di te, quella di un Pastore che cura amorevolmente le
sue pecore per poi dare la vita per loro.
Grazie per la tua preziosa guida.
C
Gita sulle Dolomiti
“La tua capacità
di coinvolgerci”
È
Dio ti benedica, don Antonio
’è un tempo per ogni cosa: così
si legge nel libro di Qoelet.
Anche noi oggi dobbiamo abituarci a dirci che c’è un tempo per
ogni cosa. Se rileggiamo a ritroso la
tua presenza, don Antonio, in mezzo
a noi, possiamo dire che ora è il tempo per vivere ciò che si è capito, nella
consapevolezza di aver condiviso tanto
tempo…e di averlo vissuto bene e per
il bene.
Nave, 7 marzo 2006
Con affetto, i tuoi giovani
con un velo di tristezza che ci troviamo a scrivere due righe per salutare e ringraziare il nostro
parroco. Anche se come gruppo non siamo molto presenti nelle attività parrocchiali, abbiamo sempre
apprezzato la tua capacità di coinvolgerci senza mai
“ostacolare” i nostri progetti nell’ambito di S. Antonio
e del presepio.
Inoltre siamo certi che, pur con la tua discrezione,
tu sia stato in qualche modo complice dell’unità del
nostro gruppo. La tua partenza ci lascia amareggiati,
siamo però sicuri che la capacità che tu hai di essere
presente in mezzo alla gente, ti sarà di buon auspicio
per la nuova missione che ti appresti ad affrontare.
Grazie immensamente dal gruppo S. Antonio e arrivederci a quando verrai lassù alla chiesa di S. Antonio
dove noi, sicuramente sempre ricordandoti, continueremo la nostra opera.
Grazie,
Gruppo S. Antonio
Oratorio
Interno della chiesa
di S. antonio
pag. 16 Nave Nostra - Marzo 2006
C’è stato il tempo, in questi anni, per
tante cose… esperienze, incontri, preghiere, celebrazioni, feste…
Il tempo degli inizi, quando dalle pagine del bollettino timidamente ci scrivevi che “volevi fossimo la tua famiglia,
nella totalità dei tuoi pensieri, del tuo
cuore e delle tue energie”.
E noi siamo stati la tua famiglia e tu
un buon padre per noi, fin da subito,
dimostrandoci il tuo sguardo aperto
alla vita di tutti, ma con una attenzione particolare ai ragazzi e ai giovani e
alla passione educativa che animava il
nostro cuore.
Il tempo del sognare il nostro futuro,
un futuro bello. Per questo sogno hai
messo in campo tutte le energie, le
speranze, le idee per vedere emergere
dalla vita il di più che il sogno non sa
immaginare.
Il tempo dell’attenzione premurosa e
costante, della presenza delicata e quasi
timorosa (ricordi quando ci raggiungevi nei ritiri o nei campi?), ma decisa,
che non ti ha mai fatto desistere dall’incontrarci e dallo stare un po’ con i tuoi
giovani, come un buon padre fa con i
propri figli, come un buon padre che
aiuta , sostiene e accompagna ogni passo , ogni conquista o ogni sconfitta.
Il tempo dell’assumere coraggiosamente e con responsabilità il sogno della
ristrutturazione del nostro Oratorio,
della nostra Casa. Impegno fortemente voluto e perseguito con tenacia e
lungimiranza, perché fosse una casa
bella e accogliente, al passo coi tempi, adatta a educare a una vita bella e
capace di senso nell’incontro col volto
di Gesù.
GRAZIE per averci creduto davvero.
Il tempo della condivisione e del sostegno delle scelte e delle sfide che man
mano si prospettavano: il progetto
educativo dell’Oratorio e la carta educativa, punto di riferimento per la nuova evangelizzazione, condiviso con tutta la comunità e sostenuto da giovani e
adulti con una grande passione educativa; la scommessa sui preadolescenti e
adolescenti; il laboratorio di pastorale
giovanile dei giovani e degli educatori;
il tempo della notte valorizzato dall’attenzione al tempo diurno; il patto educativo col territorio; il tutto realizzato
nella disponibilità e nella semplicità,
nel desiderio di lavorare insieme, nella valorizzazione dei laici, nel sostegno
continuo e costante ai sacerdoti.
Il tempo delle sfide grandi: la fede in
Gesù come energia e motore del nostro
cammino e la ricerca di una spiritualità
per la vita quotidiana che facesse risuonare dentro ciascuno la bella notizia
del Vangelo: la Missione Giovani, le
GMG, i tanti momenti di spiritualità,
la sapienza dell’attesa.
Il tempo dell’incontro: sei stato per noi
luogo di carità e Parola, un vero testimone, che ci ha aiutato a scoprire che
la fede è sorgente di pienezza umana
e fondamento di convivenza fraterna;
sei stato il sacerdote di tutti e ci hai
accompagnato nel cammino di fede,
ci hai aiutati a vivere un Cristo vivo,
ad affrontare con serenità e coraggio
i problemi, a condividere gioie e difficoltà, ci hai accompagnato a diventare
comunità.
Ora è il tempo dell’andare oltre quello
che abbiamo capito, nel discernimento
del mistero e della volontà di Dio nella
nostra storia, per non chiudere la parentesi straordinaria di questi anni ma
perché tutto ciò che di bello è stato,
sia nuovamente motivo di vita vera per
tutti, con lo sguardo fisso sul volto di
Gesù perché altri lo vedano.
Il tempo di dirti grazie, don Antonio,
di averci voluto bene, di esserti preso
a cuore la nostra vita. Anche noi te ne
vogliamo e continueremo a volertene
nell’incontro con il Signore; scusa se
non siamo sempre stati tempestivi nelle risposte; il Signore ti benedica don
Antonio e benedica il tuo nuovo mandato, perché attraverso di te tante altre
persone possano incontrare Lui,
il Signore della vita.
I bambini, i ragazzi,
gli adolescenti, i giovani, gli adulti,
la Comunità Educativa dell’oratorio
Giovani in Festa (2005)
pag. 17 Nave Nostra - Marzo 2006
Le opere
Le opere
Cronistoria dei principali interventi
di restauro nel decennio 1995/2005
1996- 1998 Restauro conservativo Organo Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata.
1996 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro della pala dell’altare
maggiore “L’Immacolata Concezione”
di Marco Antonio Franceschini(sec.
XVIII) a cura di Emanuela Montagnoli
Vertua.
Primavera 1997 Pieve della Mitria.
Restauro del paliotto d’altare ligneo
raffigurante Madonna con Bambino,
S. Caterina e S. Domenico. Sponsor
Inner While. Ditta Abeni – Guerra Srl.
e Ornella Martinelli.
Autunno 1997 restauro superfici murali chiesa di S. Martino a Monteclana.
Primavera 1998 Pieve della Mitria.
Intervento di restauro al ciborio ligneo
e paliotto d’altare. Ditta Abeni – Guerra Srl. e Ornella Martinelli.
Pieve della Mitria. Restauro affresco
raffigurante Madonna con Bambino,
S. Giovanni Battista e S. Nicolò da Tolentino. Ditta Abeni – Guerra Srl.
1998 Restauro dipinto ad olio su tela
“Madonna col Bambino e S. Rocco”
dalla Disciplina di S.Rocco di Antonio
Zadei (seconda metà sec. XVIII). Restauro Emanuela Montagnoli Vertua.
1998 Restauro dipinto ad olio su tela
“L’Annunciazione” della Disciplina
dell’Annunciata di Antonio Dusi (datato 1776). Restauro Emanuela Montagnoli Vertua.
1998 Sacrestia della Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro del
dipinto raffigurante l’Apparizione della Madonna a S. Filippo Neri di Giacomo Parolini di Ferrara (sec. XVIII).
Restauratore Romeo Seccamani.
Ottobre 1998 Rifacimento della pavimentazione dell’abside della Pieve della Mitria; gli scavi hanno portato alla
luce resti di una precedente chiesa.
Ottobre 1998 Festeggiamenti per il
250° anniversario della Consacrazione della Chiesa Parrocchiale Maria
Immacolata. Pubblicazione libro di S.
Rossetti - Livio Tameni, La Chiesa parrocchiale di Nave, Nave 1998.
Inverno 1998-1999 Pieve della Mitria
Restauro della pala dell’altare maggiore raffigurante l’Annunciazione. Ditta
Abeni – Guerra Srl.
1999 Pieve della Mitria. Restauro dipinto raffigurante “Il Purgatorio”.
Luglio/agosto 1999 Convenzione tra il
Comune e la Parrocchia per la realizzazione del vialetto pedonale collegante
il sagrato retrostante la Chiesa di S.
Maria Immacolata ed il parcheggio di
Via S. Costanzo.
1998/2000 Chiesa di San Rocco. Restauro del dipinto “Madonna con Bambino” di autore anonimo del sec. XIX;
restauratore Romeo Seccamani.
2000 Pieve della Mitria. Restauro affresco raffigurante S. Giovanni Evangelista sopra la porta che immette in
sacrestia. Ditta Abeni Guerra Srl.
2000 Santuario di Conche. Angiolino
Damonti e Domenico Cretti restaurano l’affresco “Maria Madre della Misericordia”; Clara Coatti restaura il
Crocefisso ligneo del XVII secolo.
Febbraio/marzo 2001 Pieve della Mitria. Restauro affresco raffigurante cinque Santi. Parete laterale quarta cappella di sinistra. Ditta Abeni Guerra Srl.
2001 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Rifacimento tetti dopo grandinata settembre 2000.
2001/2002 Pieve della Mitria. Restauro dello stendardo raffigurante sul
recto l’Annunciazione e sul verso Ma-
pag. 18 Nave Nostra - Marzo 2006
ria Addolorata e S. Giovanni Evangelista. Ditta Abeni Guerra Srl.
2001/2002 Pieve della Mitria. Restauro affreschi parete absidale. Ditta Abeni Guerra Srl.
2001/2002 Lavori di sistemazione del
Teatro di S. Costanzo danneggiato dalla grandinata del settembre 2000.
2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Posa del nuovo impianto di
riscaldamento con conseguente rifacimento del pavimento.
2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Realizzazione di quattro
confessionali ad opera dell’Officina
Giuseppe Rivadossi.
2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro della tela “La cacciata dei mercanti dal tempio” di autore ignoto del sec. XVIII. Restauratrice
Emanuela Montagnoli Verta. Contributo Fondazione Comunità Bresciana.
Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata:
pala dell’altare maggiore “L’Immacolata Concezione”
(di Marco Antonio Franceschini - sec.XVIII)
“L’Annunciazione” della Disciplina
dell’Annunciata di Antonio Dusi
(datato 1776)
12 dicembre 2003 Il Sindaco, Ing. Luca
Senestrari, risponde positivamente alle
reiterate richieste di un potenziamento
dell’illuminazione del sagrato.
2004 Adeguamento e migliorie alla
casa estiva di Sonico.
S. Natale 2004 Prima manifestazione
del Presepio Vivente.
S. Natale 2005 Seconda manifestazione del Presepio Vivente.
500° di Rifondazione della Pieve della
Mitria.
2005 Cimitero di Nave. Restauro della
cappella cimiteriale dei Sacerdoti.
2005 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro “I misteri del SS.
Rosario” di Antonio Paglia (1739).
Restauratrice Emanuela Montagnoli
Vertua.
Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata:
“La cacciata dei mercanti dal tempio” (di autore ignoto del sec. XVIII)
pag. 19 Nave Nostra - Marzo 2006
Grazie, don Antonio
Grazie, don Antonio
Ti sei preso cura di tutti noi
“Porzione del Signore è il suo popolo, sua eredità è Giacobbe. Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di
ululati solitari. Lo educò, ne ebbe cura, lo custodì come la pupilla del suo occhio. Come un’aquila veglia la sua
nidiata che vola sopra i suoi nati egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore lo guidò da solo, non
c’era con lui alcun dio straniero (Dt 32, 10-12)”.
L
’immagine è di quelle belle, di quelle che suscitano
emozioni profonde, da legare magari a una persona
importante che ora parte e con cui si è camminato per
lungo tempo. Un ricordo, qualcosa da fissare per sempre
nella memoria, da conservare, custodire. Molti, credo, in
questi giorni stiano cercando un’immagine così. E questa
è l’immagine con cui conservo ciò che ho vissuto a Nave
con don Antonio. “…lo educò, ne ebbe cura, lo custodì…
come un’aquila veglia la sua nidiata…egli spiegò le ali e lo
prese…”. Educare, avere cura, custodire, sollevare…
Don Antonio, negli anni navensi, ho sentito che ti sei preso
cura di me. Ti sei preso cura di tutti noi.
Il Signore che affida il suo popolo, la sua eredità, ciò che ha,
quindi, di più prezioso, al sacerdote ha affidato, per 10 anni,
a te Nave, la sua gente, i suoi preti perché tu ne avessi cura.
Sei stato sacerdote, parroco, padre. Molti hanno trovato nel
tuo stile sacerdotale il volto amorevole di Dio che ama il suo
popolo. Sei stato un’aquila premurosa, hai visto lontano, hai
scrutato l’orizzonte e ci hai condotto, ci hai educato, ci ha
sollevato e custodito. Tante volte i preti si chiedono cosa
devono fare in una parrocchia, come devono essere, quale
stile assumere, con quale spiritualità vivere. I documenti
(Pastores dabo vobis di Giovanni Paolo II) parlano della
carità pastorale che unifica attorno a un centro la vita del
prete. Don Antonio tu l’hai vissuta a Nave, in questa chiesa,
in questa parrocchia giorno per giorno sull’esempio di Gesù
Buon Pastore anche quando essa poteva apparire una terra
deserta, una landa di ululati solitari.
Io me ne sono accorto, tanti se ne sono accorti. E allora,
don Antonio, grazie ancora. Te lo voglio ripetere da prete
che da novello hai introdotto al ministero. Ho capito che
non è tanto importante la parrocchia in cui un prete è
mandato in prima destinazione, i problemi delle comunità
sono molteplici, ma tutti affrontabili. La cosa che conta per
un giovane prete è trovare un prete più grande di lui che lo
metta sotto le sue ali, se ne prenda cura, gli insegni con la
vita come si ama una comunità, come ci si spende per essa,
come la si serve da prete, come la si orienti all’incontro con
il Signore e in questo faccia crescere il suo ministero.
Te lo voglio ripetere da ex responsabile dell’Oratorio.
Tu, uomo di Dio
Grazie perché ti sei preso cura
dei giovani. Le scelte coraggiose e
lungimiranti della ristrutturazione e del
progetto educativo (carta educativa)
dell’Oratorio perché a Nave non
mancasse una casa bella e accogliente
e una proposta di fede e di vita per i
giovani è frutto della tua passione
educativa, della tua amorevole cura,
del tuo sostegno costante e paziente.
Nessun direttore di oratorio, per quanto
vivace e creativo, potrebbe operare
nulla senza il sostegno del parroco
che, come te, ha saputo coinvolgere
la comunità, appassionarla all’amore
ai giovani, sostenere e condividere,
camminare verso ciò che è essenziale,
dare fiducia e apprezzare il lavoro
compiuto.
Te lo dico da uomo. Grazie, ti sei preso
cura della mia umanità e dell’umanità
di tutte le persone che hai incontrato.
Avere una parola per tutti, nella custodia
A
di relazioni autentiche, in una cura dei
dettagli che nulla lascia al caso e che
sa entrare nel cuore. Sollevare con le
ali della fede soprattutto nei momenti
difficili della malattia, del dolore, della
morte, della solitudine. Correggere e
dare speranza, richiamare, aiutare ad
accettare e ad affidarsi a un bene più
grande. Ci hai reso più umani con la
tua umanità.
Io me ne sono accorto da tempo e
sono convinto che anche Nave se ne
accorgerà ancora di più quando sarai
partito. Se ne accorgeranno anche a
Pontevico, ne sono certo. Sei un dono
splendido per quella comunità che già
ti attende. Se ne accorgerà anche chi
dopo di te raccoglierà l’amorevole
cura di questa comunità cristiana. A
lui l’augurio più grande, Nave entra
nel cuore di chi ci passa e si dona
con gioia. Troverà l’entusiasmo di
camminare insieme al proprio pastore,
la fatica della quotidianità, ma anche
una condivisione e corresponsabilità
laicale cresciuta. Troverà qualche
miseria umana dentro cui, però, si
potrà inserire, con cuore di pastore, con
quella premurosa attenzione che don
A
Antonio non ha mai fatto mancare.
“Un servo del Signore non dev’essere litigioso, ma mite con tutti,
atto a insegnare, paziente nelle offese subite, dolce nel riprendere
gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi” (2Tm 2,24-25).
Q
uesta è solo una delle tante
indicazioni che l’apostolo
Paolo consegna, nelle sue lettere, a Timoteo, suo carissimo figlio
nella fede, pastore di una comunità
cristiana. Queste lettere indirizzate
a Timoteo raggiungono e interpellano tutti coloro che sono chiamati ad
essere pastori dentro e per le comunità cristiane. I due versetti riportati
sopra, mi sembra esprimano bene le
caratteristiche a cui tende l’animo pastorale di don Antonio: il servizio generoso e gratuito svolto nel nome del
Signore, amato e annunciato “in ogni
occasione opportuna e non opportuna”; la mitezza con tutti, virtù di chi
si propone senza imporsi; il desiderio di “insegnare” il Vangelo, di farlo
entrare, segnarlo dentro la vita delle
persone; la pazienza di chi patisce,
anche in silenzio, senza condannare,
con l’attenzione di comprendere e
aspettare di fronte alle incomprensioni e alle difficoltà; la dolcezza di
un padre nei confronti dei figli per
chi si oppone a determinate scelte; la
speranza sempre viva, nutrita di preghiera e Parola, che nulla va perduto, ma tutto può essere d’aiuto per la
conversione dei cuori.
E allora, grazie ancora.
Don Adriano Bianchi
pag. 20 Nave Nostra - Marzo 2006
pag. 21 Nave Nostra - Marzo 2006
Don Antonio è un prete che vive la
carità pastorale alla ricerca continua
e instancabile, non priva di fatica,
della comunione. Una comunione desiderata non solo per la comunità, ma
soprattutto con i fratelli sacerdoti, i
curati e tutti i preti della nostra zona.
Davvero un esempio di collaborazione, disponibilità, confronto. Capace
di dare fiducia, di incoraggiare e di
sostenere un giovane prete all’inizio
del suo ministero. Accoglienza, fiducia, sostegno e condivisione hanno
segnato la vicinanza di don Antonio
al mio cammino. Per questo non posso che essere grato al Signore per il
dono della sua presenza, per il tempo
speso insieme, per il bene ricevuto.
Caro don Antonio mi sgriderai per
aver indugiato troppo sugli elogi. Io
li considero una specie di eredità spirituale che tu lasci a me, come farebbe un buon padre con il figlio.
Tu prendili non come elogi, ma
come punti fermi, essenziali sui quali ritornare continuamente per essere ancora, ovunque e con chiunque,
un pastore, un servo del Signore, un
uomo di Dio.
Don Andrea
Il saluto del Sindaco
Grazie, don Antonio
Ti siamo debitori
C
Comune di Nave
Il Sindaco
D
esidero rivolgere a Lei il mio
saluto, don Antonio, i più
sentiti ringraziamenti e la riconoscenza che la Comunità sente di
doverle per la preziosa opera prestata
a Nave nei dieci anni della Sua attività
pastorale.
La gestione quotidiana delle molte incombenze spesso ci distoglie dal valutare e considerare la precarietà, la
provvisorietà dei ruoli impedendoci
di vivere in profondità e di valorizzare la ricchezza del rapporto personale.
Questo è il rincrescimento che ora, nel
momento della sua partenza, si fa più
acuto, rendendoci, tuttavia, più consapevoli di un valore essenziale maturato
nell’esperienza dell’incontro e del dialogo.
All’annuncio del Suo nuovo incarico a
Pontevico si è diffuso immediatamente un senso di profondo rammarico:
quanto si temeva è venuto a concretizzarsi e la rapidità degli eventi è solamente l’ultimo dei motivi di amarezza
che molti hanno subito manifestato.
Si credeva, o sperava, che le numerose
e gravi necessità legate agli interventi
di consolidamento sulla chiesa parrocchiale fossero una ragione sufficiente
per un prolungamento della Sua presenza a Nave. Tuttavia, si sa, le logiche
sono anche altre e le esigenze di questa
Comunità, se viste in un contesto più
ampio, possono risultare assai ridimensionate.
Le sensazioni di questo periodo si mescolano ai ricordi dei vari incontri che
in veste di Sindaco ho avuto e dei momenti che con gli altri parrocchiani ho
con Lei condiviso: è stata una doppia
opportunità di dialogo, di confronto
e di collaborazione che ha coinvolto e
segnato positivamente anche i rapporti
tra l’Amministrazione Comunale che
rappresento e i diversi organismi parrocchiali.
Le numerose attività da Lei promosse,
dagli interventi per la conservazione
dei beni storico-artistici di Nave alle
iniziative culturali e religiose legate
alle nostre tradizioni, hanno dimostra-
Il Sindaco
Luca Senestrari
in occasione della
visita pastorale
(2004)
to il Suo apprezzamento per il nostro
territorio trasmettendo alla Comunità
fiducia, coraggio e dedizione, elementi
indispensabili per il nostro vivere insieme.
Grazie alla costante collaborazione tra
Comune e Parrocchia, su delicati e
urgenti problemi di carattere sociale,
sono stati compiuti importanti passi
avanti, un felice traguardo frutto di un
comune spirito di attenzione verso le
realtà più bisognose.
Tutti Le riconoscono la particolare attenzione nelle relazioni interpersonali:
sostegno alle famiglie nelle situazioni
di difficoltà, conforto agli ammalati
nel momento del dolore, oltre ad una
premurosa e serena presenza nelle occasioni di festa.
pag. 22 Nave Nostra - Marzo 2006
Lei ha accettato di rimettersi in gioco,
di iniziare una nuova esperienza pastorale. E’ una scelta coraggiosa e un’ulteriore conferma di come vive con fedeltà e coerenza la Sua vocazione.
A nome della comunità di Nave Le
esprimo vicinanza e sincero incoraggiamento per l’importante nuovo compito che L’attende. Prosegua con lo stesso
entusiasmo e la medesima dedizione di
cui noi abbiamo goduto e non mancheranno, accanto alle preoccupazioni, la
gioia del bene compiuto e la riconoscenza di coloro che incontrerà.
arissimo don Antonio,
anche nell’obbedienza ci sei
Padre: “Lascia la tua terra e
va’ nella Parrocchia che io ti mostrerò”…In questa tua disponibilità a seguire unicamente le vie del Signore
, germoglierà la Parola di Dio che,
con voce viva, con l’esempio, nella carità delle opere di misericordia,
hai proclamato ed esercitato. Certamente germoglierà: “chi semina nelle
lacrime mieterà nel giubilo”.
A
Anche in questi difficili momenti ci
additi il Signore con cui hai camminato fianco a fianco e, spesso, parlato
faccia a faccia di noi e per noi:
“Bisogna che Egli aumenti e io diminuisca…”.
Non ci è possibile non volerti bene
e costa anche a noi l’esercizio della
tua obbedienza. Tuttavia sappiamo
che la cronaca di questi dieci anni ha
radicato reciprocamente nel nostro
cuore, soprattutto perché le sue radici, prima che in noi, avevano dimora
nel cuore di Dio.
Dopo il lavoro di buon Pastore, di
solerte Agricoltore di Dio, di Pescatore che si fida unicamente della Paro-
Dalla redazione
la del Maestro, ci lasci risuonando la
tua ultima raccomandazione.
“E’ il Signore che dona sviluppo, che
dà incremento… Non abbiate paura!”.
Personalmente, oltre all’affetto di
fede, ti sono debitore della grazia del
Ministero Diaconale: questo vincolo
sarà, per la carità di Dio, indelebile e
segno di una unione filiale che rimarrà per sempre.
“Dio ha dato, Dio ha tolto: sia benedetto il Nome del Signore”: spesso
ho pensato a questo detto di Giobbe
come alla certificazione di una inesorabilità dolorosa: da Te ho compreso,
e spero di imparare a praticare, che il
Disegno di Dio, comunque esso sia,
anche dolorosamente tracciato nella
quotidianità, è segno di benedizione,
perché il “nostro” Dio è un Dio che
ama e salva gli uomini, e condivide
anche le ferialità dolorose.
Metto nelle Sue mani tutte le parole
che vorremmo dirti: Egli te le riscriverà, in ogni tempo, come sa.
Diacono
Franco Lonati
Ordinazione diaconale
di Franco Lonati
D
ieci anni di lavoro solidale
nella stesura di Navenostra
non sono facilmente esprimibili in poche righe. L’equilibrio e
la saggezza di don Antonio han saputo bene indirizzare la redazione
del nostro notiziario nel non sempre agevole compito di comporre un
numero dopo l’altro.
La preoccupazione di don Antonio
di far trovare alla comunità parrocchiale di Nave un notiziario di buona qualità e di contenuti adeguati,
è stata viva e concreta in ogni momento, spronandoci a migliorare.
Le discussioni in merito alle impostazioni grafiche, ai contenuti, al
tenore degli articoli da pubblicare, alle fotografie ed a quant’altro,
sono sempre avvenute su un piano
di parità con la redazione, all’insegna di una estrema correttezza.
L’esperienza di don Antonio, il suo
buon senso, il suo “sentire”, sono
fonte di riferimento per tutti noi
che collaboriamo a realizzare Navenostra e anche di questo glie ne
siamo grati.
È quindi con amarezza, sì, con amarezza, non vogliamo nasconderlo,
che abbiamo appreso del suo trasferimento alla parrocchia di Pontevico. Il nostro lavoro continuerà su
quanto don Antonio ha saputo insegnarci e donarci, anche se, a dire il
vero, ci sentiamo un po’ orfani.
Ci consola il fatto
che abbiamo
avuto un
buon padre.
La conclusione di questa esperienza lascia a chi resta una qualche amarezza
nell’immediato, ma pure la consapevolezza di aver contribuito con Lei ad
un’autentica crescita umana della Comunità navense.
Grazie di cuore
La redazione
di Navenostra
Per tutto un Grazie
e un Augurio di cuore.
pag. 23 Nave Nostra - Marzo 2006
Grazie, don Antonio
Grazie, don Antonio
Un doveroso grazie
al nostro Pastore
Le righe di Dio
D
io scrive diritto sulle righe
storte. Perché dico questo?
Quando ci tolgono una persona stimata e affettuosamente vicina
a noi, che ha condiviso gioie e dolori
della nostra comunità come un vero
padre, non ci sembra giusto. Probabilmente non sempre è stato ricambiato, ma questo non ha scalfito mai
il suo equilibrio di attenzioni e di
ascolto per ogni persona che ha incontrato, accogliendo e dialogando
con tutti a qualsiasi colore o fede appartenessero, perché ogni persona è
immagine di Dio.
E’ questo il lavoro svolto da don Antonio durante questi anni trascorsi in
mezzo a noi. “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, il Vangelo
calato nella quotidianità, il Vangelo
contro le logiche del mondo per rimanere nel mondo e salvarlo, ed ognuno
di noi è un mondo da salvare.
Ecco perché Dio sa scrivere diritto
sulle righe storte; a volte le vicende
del mondo e le nostre personali, ci
appaiono incomprensibili, ma può
accadere che ciò che si giudica negativo e doloroso, diventi l’anticamera
della serenità e proprio le cose che
pensavamo negative sono quelle che
ci arrecano benefici perché ci mettono alla prova, ci fortificano.
Questo vale per chi rimane e per chi
il Signore chiama altrove. Affrontare
nuove esperienze ci può spaventare e
non sempre è facile ma non sono solo
le qualità umane che ci aiutano a vincere le nostre paure, ma il grado di
purificazione che abbiamo raggiunto
con l’aiuto di Dio.
Quanto lavoro fatto in questi anni da
don Antonio su questo tema: incontri
pastorali, ecclesiali, culturali, esercizi spirituali, catechesi, pellegrinaggi,
centri di ascolto!
Il Consiglio Pastorale è grato e riconoscente di essere stato partecipe e di
I
Assisi (agosto 1999)
aver condiviso questo suo intenso lavoro ed anche per ciò che ha trasmesso ad ognuno di noi. Anche nelle sue
omelie ci ha ricordato spesso di non
contare sulla sicurezza umana perché
è nella povertà che opera la potenza
di Dio, l’unica che ci libera da tutte le
prigioni interne ed esterne.
Quando svaniscono i sogni accarezzati, quando i nostri eroi ci deludono,
quando una malattia limita le nostre
forze, quando una persona amata ci
viene tolta, è Dio che vuole realizzare
qualcosa di grande in noi e per mezzo
di noi, fa crollare le nostre sicurezze e
ci invita a camminare con Lui. L’unica cosa che ci permette di portare è la
nostra risposta concreta alla sua domanda: “Dov’è tuo fratello?”
Grazie don Antonio
Ti accompagnino il nostro abbraccio
e le nostre preghiere.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
Gianfranco Ravasio
pag. 24 Nave Nostra - Marzo 2006
Tutto è grazia
T
utto ciò che di genuino
di generoso e di disponibile abbiamo sperimentato nel ministero di don
Antonio ha la sua origine nella sacra umanità del Cristo
che continua a dipanarsi così
nella storia.
Con lo sguardo al Redentore
che conduce gli eventi, a don
Antonio va il nostro grazie per
l’apprezzamento della vita
consacrata e per la benevolenza accordataci in questo tratto
di cammino fatto insieme.
Auguriamo luce e forza per
continuare a far gustare a chi
è nel bisogno l’amore di Cristo Salvatore.
Le Suore
l Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, rivolge a don Antonio un sentito ringraziamento per
quanto ha fatto per la nostra Comunità. In particolare per la cura ed il sentimento che ha rivolto al patrimonio
della Parrocchia sapendolo salvaguardare, onorando così i sacrifici dei nostri padri, oltre che rinnovare, dando a
noi ed ai nostri figli la gioia di crescere
in un ambiente dai grandi contenuti artistici, umani e religiosi.
Le problematiche che il Consiglio per
gli Affari Economici deve affrontare, affiancano al precetto clericale la
quotidianità laica, quindi il Parroco,
presidente del Consiglio, è chiamato
a mediare tra le “regole di mercato” e
l’attività Pastorale cui è votato.
In ciò don Antonio ha mostrato tutta
la sua apertura ai tempi correnti e, soprattutto, grande intelligenza e saggezza nel condurre il proprio “gregge”.
Ha saputo mettere in primo piano,
sempre ed in ogni circostanza, la cristianità, anche con piccoli segni che
poi tanto piccoli non sono, quali per
esempio la breve preghiera con cui
apriva ogni riunione.
Non è assolutamente facile, pensando
alle regole di mercato che notoriamente non sempre sono ispirate a giustizia,
saper trattare la vendita di un bene
piuttosto che l’assegnazione di un appalto, senza mai dimenticare di essere
uomini di fede.
Don Antonio, in queste occasioni, ha
saputo tracciare precise linee guida,
consentendo a tutti noi di lavorare con
serenità sapendo che, in caso di debolezza, una “forte mano paterna” ci
avrebbe riportato sul binario giusto.
I risultati conseguenti all’operato di
don Antonio e la sua saggezza, si apprezzano ancora di più considerando
che si elevano critiche, non solo provenienti dai laici, ogni qual volta la Parrocchia viene ad operare nel mondo
degli affari, ignorando che la Chiesa
deve vivere e, per far ciò, deve confrontarsi con l’odierna società sempre
più lacerata e divisa dalla prepotenza
del potere economico.
E’ questa una vecchia diatriba che ha
visto per secoli tra loro contrapposte
diverse ideologie, anche affascinanti.
Basti pensare alla Regola Prima di san
Francesco d’Assisi tesa, come è noto,
al puro ascetismo ed alla assoluta povertà. La Chiesa, nella sua secolare saggezza, conscia che tutte le attività abbisognano, per reggersi, non solo di uomini ma anche di strutture e quindi di
beni materiali, ha mitigato le posizioni
più estreme affermando che la cura ed
il mantenimento dei beni materiali è
un dovere, visto che tutto è poi rivolto alla comunità specialmente quella
composta dai più deboli ed indifesi.
Il Consiglio per gli Affari Economici è
stato particolarmente impegnato negli
anni in cui don Antonio ha retto la Parrocchia.
La ristrutturazione dell’Oratorio Maschile, del cinema San Costanzo, la
realizzazione degli impianti sportivi
dell’Oratorio, il rinnovamento dell’impianto di riscaldamento della Chiesa,
la posa di un decoroso pavimento di
marmo all’interno del Tempio dedicato a Maria Immacolata, la gestione
dell’emergenza “terremoto” che ha
richiesto un grande coraggio nel deliberare il consolidamento della Chiesa
Parrocchiale e delle sue due Discipline,
gli interventi sulla chiesetta di San Roc-
co, sulla Pieve della Mitria, la cura rivolta a Sant’Antonio ed al Santuario di
Conche, la sistemazione della cappella
cimiteriale dedicata ai Sacerdoti locali.
L’elencazione di ciò che don Antonio
ha saputo fare per la nostra, la sua, Parrocchia non sarebbe finita, ma è inutile dilungarsi, perché comunque tutti i
Navensi, cristiani e non, sono ben consapevoli di quanto pregevole sia stato
il suo operato.
Grazie don Antonio per averci illuminati ogni qual volta eravamo intenti a
far quadrare i conti, grazie per averci insegnato che qualsiasi scelta deve
sempre essere subordinata al Bene
Supremo che trascende tutti gli aspetti
umani.
Non rimane che il rammarico per non
averLa più tra noi, ma, a nostra parziale consolazione, gioca il fatto che i suoi
nuovi parrocchiani non potranno far
altro che apprezzarLa per le sue doti
Pastorali e per la sua naturale propensione alla mediazione, che fanno di Lei
un grande condottiero di anime.
Lei lascerà un grande vuoto a capo tavola della saletta in cui ci riunivamo,
ma sappia che sarà sempre nei nostri
pensieri e nelle nostre preghiere.
Il Consiglio Parrocchiale
per gli Affari Economici
Don Antonio con i nostri alpini
all’inaugurazione della
nuova sede nel 1997
pag. 25 Nave Nostra - Marzo 2006
Comunità Salesiana
Grazie, don Antonio
Don Antonio: un generoso pastore
e un maestro spirituale
L
a Comunità salesiana di Nave
desidera esprimere sentimenti
di viva riconoscenza e porgere
un saluto fraterno e cordiale a don
Antonio per gli atti di amicizia e di
stima che da Lui ha sempre ricevuto.
L’uomo della Bibbia non vede mai
l’universo come “natura” ma come
“creato”; in esso egli scopre il segno
di una parola suprema ed efficace,
quella del Creatore. Don Antonio ha
vissuto in questi anni, con il sicuro
sentimento, che il territorio della città di Nave era l’opera mirabile che
Dio intesseva con l’affetto delle sue
mani.
Don Antonio ha chiaramente animato il suo mandato di pastore nella
linea tracciata dal salmista: “Il piano
del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il
Signore, il popolo che si è scelto come
erede”. (Salmo 33,11). Non ha quindi temuto i problemi e le difficoltà,
ed ha posto nel Creatore il vero con-
forto, in lui solo la sua fiducia. Ha
operato con intelligenza acuta e con
dedizione appassionata ed ha offerto
preziosi contributi per l’intelligenza
credente del mistero cristiano e per
la guida sapiente di molte esperienze
di vita cristiana.
Devoto a don Bosco, a lui si è ispirato per il suo magistero educativo
e ha condotto i giovani e le giovani
coppie a partecipare sempre più profondamente alle inesauribili ricchezze del mistero cristiano con singolare
profondità e con fede esemplare. Il
suo insegnamento è ricco e sorprendente, un atteggiamento di pastore
universale.
Nel suo ministero sacerdotale con
sistematicità e con amorevolezza ha
indicato alcuni punti, sintetici e fondamentali, capaci di sprigionare e
plasmare persone ed esperienze cristiane: anzitutto un riferimento decisivo a Gesù, crocifisso e risorto.
L’interiorità e la profondità si sperimentano quando si accetta e si vive il
L’eucaristia di saluto
a don Antonio
“rischio” di esporsi alla mediazione
umana della chiesa, giungendo così a
scoprirvi la trasparenza reale del mistero fondamentale, che si sintetizza
nella comunione con l’unico Signore
morto e risorto.
Altri punti sviluppati nella sua catechesi sono stati: un senso dell’essere
peccatori, della grazia, del riferimento alla Parola e all’Eucaristia e alla
Penitenza, della storicità dell’essere
cristiano, ai temi dell’escatologia; si
è sempre preoccupato di una vitale
integrazione della chiesa, amandola
e servendola con cuore di figlio, oggi
e sempre, al suo servizio.
La linfa irrora tutta la pianta, ha
una forza di andare sempre, anche,
contro la corteccia e di farla crescere dolcemente, senza strappi, senza
ferirla, a cerchi vivi e simmetrici, i
cerchi della vita.
Ci siamo sentiti profondamente inseriti nel territorio civile e religioso,
particolarmente e in modo suggestivo, nella festività della traslazione delle reliquie di san Costanzo.
Il cortile si è presentato come una
vasta arena di gioia popolare nella
presenza di tutte le organizzazioni
e associazioni civili e religiose del
Paese; una unione di amicizia non
solo, ma scambio cordiale di doni
carismatici.
Auguriamo a don Antonio una comunità bella e santa come la nostra
Comunità Parrocchiale di Nave e
una vita serena e felice.
La felicità non si risolve negli attimi,
ma è la situazione di una vita intera,
di una vita buona, di una vita che genera la vita.
Don Eugenio Riva
Direttore
pag. 26 Nave Nostra - Marzo 2006
Ci ha fatto
sentire “comunità”
L
a notizia che don Antonio ci
avrebbe lasciato ci ha colpito
come un fulmine a ciel sereno!
Ci siamo sentiti all’improvviso soli,
ma don Antonio è un pastore e per
questo deve andare dove il gregge ha
bisogno di lui.
Allora ci vien da pensare che, è chiaA
mato altrove a fare ciò che per noi ha
già fatto e noi, anche per questo, gli
saremo per sempre grati.
Una sera ci siamo riuniti, c’erano i rappresentanti di quasi tutte le contrade e
l’unanime pensiero per don Antonio è
stato: ”grazie”.
Grazie per averci insegnato che lavorare insieme non è solo utile, ma soprattutto è bello.
Sono state molte le iniziative che hanno potuto fiorire per la capacità acquisita dalle contrade e dai vari gruppi di
lavorare insieme; per citarne alcune:
il lavoro svolto per la ristrutturazione
dell’oratorio, del teatro San Costanzo, il rifacimento del pavimento della
chiesa parrocchiale, la festa di San Luigi, l’allestimento del presepio vivente
e molte altre ancora. Don Antonio è
stato capace di “stare a fianco”, non
solo dei gruppi ma anche delle singole
persone; ci ha stimolati a partecipare
dando impulso al volontariato, accogliendo e sostenendo le iniziative che
tutti potevano proporre, valorizzando
le qualità che ciascuno aveva e sapeva mettere al servizio della comunità;
ecco, don Antonio ci ha fatto sentire
“comunità”.
Ora un’altra chiesa lo attende, altre
contrade, altre persone e noi siamo
sicuri che lui, con la sua disponibilità, con la sua fede e con il suo amore,
saprà ricominciare il nuovo cammino
e farsi apprezzare ed amare come lo
amiamo noi.
Noi lo salutiamo riempiendo la sua
valigia del nostro affetto, di tutta la
nostra stima, della nostra riconoscenza e del ricordo che rimarrà per sempre nel nostro cuore, buon viaggio
don Antonio.
Mariuccia Liberini
per le contrade di Nave:
Borano,Campanile, Dernago,
Mitria, Monteclana, Piazza,
Sacca, San Cesario,
i genitori dei bimbi
della scuola materna e
i giovani dell’oratorio
A
nome del Gruppo di ricerca e documentazione
storico ambientale, colgo volentieri l’invito di rivolgere il saluto a don Antonio che,
dopo un’intensa attività pastorale nella nostra Parrocchia, viene chiamato a dedicare lo stesso
impegno in un altro territorio
della Diocesi.
Devo dire, innanzitutto, che
questi dieci anni sono stati proficui per l’insieme delle nostre
Contrade, grazie proprio al rispetto e alla considerazione che
il parroco ha mantenuto verso
di esse, consentendo e appoggiando la rivalutazione artistica
e culturale delle stesse.
Per tutte valga l’esempio dell’Antica Pieve, la cui rinascita,
iniziata qualche decennio or
sono, ha visto in questi ultimi
anni un salto di qualità decisivo
per la completa riabilitazione,
anche con il contributo decisivo
degli Amici della Pieve.
Il nostro periodico, Nave il paese e la sua gente, che da sedici
anni vede la luce ogni tre mesi,
ha avuto modo di intrecciare
con il Bollettino Parrocchiale
una fattiva collaborazione, proprio nel campo dei Beni artistici
e architettonici delle chiese della Parrocchia, e di questo ringraziamo don Antonio, augurandogli, anche nella nuova realtà in
cui andrà ad operare, di portare
lo stesso spirito e la medesima
attenzione. Conoscendolo, non
abbiamo alcun dubbio.
Grazie ancora.
Presepio vivente (2005)
pag. 27 Nave Nostra - Marzo 2006
Per la Redazione
Mauro Guerra
Grazie don Antonio!
Grazie Don Antonio per questi dieci anni in mezzo a noi!
Il nostro augurio è con le parole di S. Paolo a Timoteo:
“Tu però, vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi
la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi il tuo ministero”.
pag. 28 Nave Nostra - Marzo 2006
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