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da Atto Primo Scena Seconda Squilli di trombe. Escono tutti tranne

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da Atto Primo Scena Seconda Squilli di trombe. Escono tutti tranne
Amleto di William Shakespeare
Traduzione Amerigo Nutolo – Danio Manfredini
da
Atto Primo
Scena Seconda
Squilli di trombe.
Escono tutti tranne Amleto.
AMLETO
Ah se questa carne troppo, troppo solida
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Si potesse sciogliere, e risolvere in rugiada.
Ah se l’Eterno non avesse fissato
La sua legge contro il suicidio. Dio, Dio,
Quanto sanno di vecchio, e come mi appaiono pesanti,
Piatte e inutili, tutte le usanze di questo mondo!
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Che schifo! Vergogna, vergogna! È un giardino abbandonato
Che va in seme. Tutto infestato
Da rancide e dure erbacce. Che si dovesse arrivare a questo –
Morto solo da due mesi, no, non tanto, neanche due –
Un re così eccellente, un Iperione
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Di fronte a questo satiro, così amorevole verso mia madre,
Da non permettere ai venti del cielo
Di passarle troppo ruvidi sul viso. Cielo, terra,
Devo ricordare? Pendeva da lui
Come se l’appetito crescesse insieme
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A ciò che l’alimentava, eppure, nel giro di un mese –
Non mi ci fate pensare; fragilità il tuo nome è donna.
Appena un mese – o prima ancora che invecchiassero le scarpe
Con cui seguì il corpo del mio povero padre –
Tutta lacrime, come Niobe, lei…proprio lei. –
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O Dio, una bestia senza ragione
Terrebbe il lutto più a lungo! – Sposata a mio zio,
Fratello di mio padre, ma non più simile a mio padre
Che io a Ercole. Nel giro di un mese,
Prima ancora che il sale delle lacrime più ipocrite
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Avesse smesso di bruciarle gli occhi,
Lei si è sposata. Oh, la rapidità più crudele – accorrere
Con tanta destrezza a lenzuola incestuose.
Non è bene, e non può venirne niente di buono.
Ma spezzati, o cuore, ché devo frenare la lingua.
Entrano Orazio, Marcello e Bernardo.
Amleto di William Shakespeare
Traduzione Amerigo Nutolo – Danio Manfredini
da
Atto Terzo
Scena Seconda
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TERZO ATTORE [Come LUCIANO]
Neri pensieri, abili mani, apposite pozioni e tempo a favore,
Complice il momento, visione non ne hanno altre creature;
Tu rancido miscuglio d’erbe matte raccolte a mezzanotte,
Con il potere d’Ecate tre volte maledette, tre volte infette,
Che la tua atroce e magica naturale proprietà
Usurpi immediatamente la salute d’una vita.
Versa il veleno nell’orecchio del re
AMLETO
L’avvelena in giardino per il suo stato. Il suo nome è Gonzago.
La storia è tuttora in circolazione, ed è scritta in italiano scelto.
Fra un istante potrete vedere come l’assassino fa presa sull’amore
Della moglie di Gonzago.
OFELIA
Il Re si alza.
AMLETO
Come! Spaventato da fuochi d’artificio?
REGINA
Come va, mio signore?
POLONIO
Date fine alla recita.
RE
Datemi luce. Via!
POLONIO/CORTE
Luci, luci, luci!
Escono tutti tranne Amleto e Orazio
Amleto di William Shakespeare
Traduzione Amerigo Nutolo – Danio Manfredini
da
Atto Terzo
Scena Quarta
REGINA
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Oh Amleto, non parlare più!
Tu mi fai volgere gli occhi nel profondo dell’anima.
E lì vedo macchie tanto nere e pesanti
Che non potranno perdere la loro tinta.
AMLETO
No, ma vivere
Nel sudore rancido d’un letto sudicio,
Satura di corruzione, a fare la melensa e l’amore
In quel porcile nauseante –
REGINA
Oh, non parlarmi più!
Queste parole mi entrano nelle orecchie come pugnali.
Basta così, dolce Amleto.
AMLETO
Un assassino e una canaglia,
Uno schiavo che non è la ventesima parte d’un decimo
Del vostro precedente signore, un diabolico mimo dei re,
Un tagliaborse dell’impero e del governo,
Che ha rubato da una mensola il prezioso diadema
E se l’è messo in tasca.
REGINA
Basta.
AMLETO
Un re di pezze e toppe.
[Entra lo spirito.]
Salvatemi e libratevi su di me con le vostre ali,
Voi sentinelle celesti! [Allo spirito] Figura di grazia, cosa vorresti?
REGINA
Ahimè, è pazzo.
AMLETO
Non vieni a rimproverare il tuo figlio impreparato,
Che, perdutosi col tempo e la passione, tralascia
L’urgente messa in atto del tuo temibile comando?
Oh, dì?
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