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Facendo il bonzo ha vinto Renzi

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Facendo il bonzo ha vinto Renzi
PRIMO PIANO
Mercoledì 24 Febbraio 2016
11
Passerà la legge ma amputata della stepchild che non piace alla maggioranza degli italiani
Facendo il bonzo ha vinto Renzi
Ma è anche vero che nessuno protagonista fa l’en plein
DI
ANTONINO D’ANNA
N
on ha vinto neanche lui.
Anzi: «Quello lo fa solo
per mantenere l’equilibrio interno al partito
ed evitare di essere scavalcato». Quello è Matteo Renzi, e
la voce che ItaliaOggi riferisce
arriva dai piani alti, molto alti,
del Nuovo Centrodestra. Dove
i bene informati raccontano
come al presidente del Consiglio, tutto sommato, la situazione attuale non dispiacerebbe
perché l’idea dello stralcio della
stepchild adoption dal ddl Cirinnà, a quanto si dice, sarebbe
stata accarezzata da Renzi sin
dall’inizio di tutta l’intricata
vicenda.
Insomma, secondo quanto racconta la fonte sentita da
ItaliaOggi, il premier avrebbe
lasciato la briglia sufficientemente sciolta per vedere quali
sviluppi avrebbe assunto l’iter
della Cirinnà, ma mantenendo
un’attenta posizione mediana
in grado di rispondere anche
ad esigenze elettorali.
Fateci caso: Renzi non si è mai
espresso né contro né a favore
della stepchild, intervenendo
solo ora con l’emendamento sul
quale si porrà la fiducia in Parlamento e stralciando l’articolo
5, quello appunto sull’adozione, della discordia. Una mossa
a doppio vantaggio: da un lato
gli permette di dire a realtà
come Sel ed alla minoranza
del Partito Democratico che
se la stepchild non è passata
è un problema loro; dall’altro
gli consente di presentarsi alla
Conferenza Episcopale Italiana
dicendo che in fondo è stato lui a
tagliare questo nodo gordiano.
Ecco, la religione. In tutto
questo la religiosità di Renzi
non c’entra. Non c’entra, spiegano nelle molto alte sfere del
partito di Angelino Alfano,
che egli abbia un’appartenenza particolare a Cl, che suo cognato sia sacerdote o sua moglie Agnese neocatecumenale;
tutto questo non c’entra. È solo
l’attento modo in cui il premier
sa annusare l’atteggiamento della gente: l’Italia non era
pronta per questo, ecco tutto. Ed
ecco che con questa accorta tattica ha cercato di mediare tra le
anime del Pd. Ma non ha vinto
comunque, non essendo riuscito a trasformare tutto questo in
successo.
Chi avrebbe potuto vincere, e bene, è proprio Alfano.
Che è partito sin dall’inizio
La direzione e la redazione di ItaliaOggi partecipano commossi al lutto di
James Hansen per la
perdita della moglie
MARINA VARRIALE
con l’idea dello stralcio della
stepchild e che adesso, avendo
ottenuto questa possibilità, non
è riuscito a sfruttare il suo successo. In questa partita è stato
ad un soffio dalla vittoria ma,
adesso, sembra essersi confuso.
Malissimo ne esce il MoVimento 5 Stelle, che con il suo comportamento ondivago ha finito
per dividersi e non riuscire a
concretizzare alcunché. Grillo,
con la libertà di coscienza sulla
stepchild, ha spiazzato prima di
tutto il suo popolo e i suoi parlamentari. Adesso vedremo che
cosa faranno.
E veniamo ora al campo
cattolico. Qui ci sono due perdenti e due vincitori nella sconfitta: i perdenti sono il popolo del
Family Day, sceso in piazza per
chiedere «no» a tutta la Cirinnà per non aver ottenuto nulla
specie da Alfano; il cardinale
presidente Cei Angelo Bagnasco, che ha prima appoggiato il
Family Day poi tentato l’affondo
sul presidente del Senato Pietro Grasso, ma senza esito se
non quello di rinverdire l’anticlericalismo italiano. Vincono
il suo vice Nunzio Galantino
e il Papa, che hanno tenuto un
profilo più distaccato (il Papa
si è pubblicamente lavato le
mani del problema, dicendo
che dovevano vedersela vescovi e parlamentari) e per i quali
alla fine l’importante era evitare la stepchild. Che poi Renzi
Chi vince e chi perde sulle unioni civili
•Angelino Alfano: conduce bene la sua partita, mettendo in chiaro dall’inizio che voterà
le unioni civili ma non la stepchild. Non si fa
sedurre dalle sirene del Family Day e tira dritto
per la sua strada. Voto: 7
• Angelo Bagnasco: Il cardinale, ex generale a capo dei cappellani militari d’Italia, parte
incitando i Neocatecumenali nella persona del
leader Kiko Arguello a portare gente al Family
Day, poi si eclissa (vedi Galantino). Torna alla
carica suggerendo a Piero Grasso di far votare la
Cirinnà a scritinio segreto. Non riesce a concretizzare, se non la fine del ruinismo. Voto: 4
• I cattodem: Cercano una trattativa, provano
ad alzare la voce, ma alla fine sono scavalcati
da tutte le parti e ignorati persino dalla sinistra
Pd che alla fine spera nell’intervento della Consulta. L’affondo di Bagnasco li ha polverizzati.
Mayday. Voto: 0
• Il popolo del Family Day: Credevano di aver
convinto Alfano a votare contro la legge tout-court,
ma si sbagliavano. Volevano il “no” a prescindere alla Cirinnà e non l’hanno ottenuto. Al Circo
Massimo non hanno rappresentato tutte le anime
della Chiesa Cattolica. Mario Adinolfi e il portavoce neocatecumenale Massimo Gandolfini non
convincono. Epic fail. Voto: 0
• La sinistra: Da Ivan Scalfarotto a Nichi
Vendola quasi padre con l’utero in affitto, c’era
molta attesa per la stepchild. Adesso incassano
la sconfitta e sperano nella Consulta. Se fossero
scommettitori, punterebbero forte. In dolce (per
l’abbia stralciata per motivi
politici piuttosto che religiosi è
altra cosa. E la sinistra? Quella
di Sel e del Pd? Aspetta. Oggi la
loro) attesa. Voto: 4
• M5S: Parte in tromba votando in commissione la prima bozza della Cirinnà, poi si perde
nella difesa della Costituzione e nella libertà di
coscienza concessa da Beppe Grillo: uno shock
inaudito per chi vuole il vincolo di mandato e
150.000 € di multa. Alla fine resta con un pugno
di mosche. Epic fail. Voto: 4
• Matteo Renzi: Il premier stavolta dovrà festeggiare con meno bling-bling: intimamente
contrario (pare) alla stepchild, si tiene equidistante per evitare di spaccare il Pd. Poi alla fine
interviene con una soluzione che posticipa il
problema aspettando la Consulta. Appannato.
Voto: 5
• Nunzio Galantino: Nella sconfitta esce vincitore. È lui che, avendo seguito la linea di Papa
Francesco, porta a casa il risultato più evidente.
Predica distacco dalla politica – inascoltato dal
suo capo Bagnasco -, dice ok alle unioni civili
ed auspica la trattativa dei cattodem sulle adozioni poi affondata dall’improvvida uscita di
Bagnasco. Alla fine scarica il suo capo con una
dichiarazione di due righe riferita dall’Ansa e
potrebbe puntare alla presidenza Cei. Epic win.
Voto: 8
• Papa Francesco: Dall’aereo dice di non volersi immischiare, lasciando campo a vescovi e
parlamentari. Nella levata di scudi laica contro
la Chiesa, nessuno se la prende con lui, tanto
da uscirne indenne e mediaticamente vincitore.
Chapeau. Voto: 9
Consuta decide sulla trascrizione delle nozze di due mamme
lesbiche che hanno ottenuto le
nozze in Oregon. Nel mirino due
articoli della legge 184 del 1983
sulle adozioni: e se la stepchild
arrivasse via Consulta?
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CONTRO I GIUDICI CHE CONDANNANO IL TABACCAIO RAPINATO E CONTRO L’M5S SUI FONDI ALLE PARITARIE
Chioggia, il vescovo picconatore
Monsignor Tessarolo a gamba tesa nel dibattito politico
DI
P
RAFFAELE PORRISINI
apa Francesco dice di non volersi immischiare nelle diatribe
politiche italiane su ddl Cirinnà
e dintorni? Peccato che alcuni
suoi vescovi in giro per lo Stivale la pensino diversamente e non abbiano remore
nell’entrare a gamba tesa nel dibattito
pubblico.
Chi dimostra una certa dimestichezza
al riguardo è monsignor Adriano Tessarollo. Settant’anni a maggio, origini vicentine, nominato alla guida della piccola
diocesi in provincia di Venezia nel 2009
da Benedetto XVI, da settimane questo
vescovo picconatore fa parlare di sé per i
suoi interventi pubblicati sul settimanale
diocesano La Nuova Scintilla e rilanciati dal sito internet della curia. Prima le
frasi contro il giudice che ha condannato
a 2 anni e 8 mesi e a un risarcimento di
325mila euro il tabaccaio Franco Birolo,
colpevole di aver ucciso quattro anni un
ladro che tentava di rapinarlo. Poi, pochi
giorni fa, l’intemerata contro alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, rei di aver
acceso una polemica sui fondi alle scuole
paritarie nella discussione sul bilancio
della Regione Veneto.
Già l’affondo contro il giudice Beatrice Bergamasco del Tribunale di
Padova aveva un scatenato un putiferio,
con l’Anm infuriata e pronta a querelare
il prelato. Nel criticare la sentenza di condanna al tabaccaio («Un padre di famiglia, un imprenditore, un lavoratore, che
sta a casa sua, lavorando o dormendo, ha
diritto di non vedere violata la sua casa,
compromessa la sua attività, derubati i
suoi beni, minacciata la quiete e tranquillità sua e dei suoi familiari»), monsignor Tessarollo aveva espresso un severo
giudizio sull’operato della magistratura:
«Mi permetta un’ironia, signora giudice»,
aveva scritto: «quello che non era riuscito
forse a rubare il ladro da vivo, glielo ha
dato il giudice, completando il furto alla
famiglia, un bel vitalizio ottenuto per i
suoi familiari, con l’incidente accadutogli
nel suo ‘lavoro di ladro’!».
Nei giorni scorsi il copione si è ripetuto sui fondi all’istruzione paritaria,
in merito al quale sono sorte alcune polemiche nella maggioranza di centrodestra
guidata dal governatore Luca Zaia. Il mezzo milione di euro stornato dalla formazione professionale (delega dell’assessore
di Fi Elena Donazzan) e investito nei
danni degli animali all’agricoltura (così
da accontentare i cacciatori rappresentati
dal consigliere di Fdi Sergio Berlato)
ha sollevato perplessità nel Movimento
5 Stelle. Tanto che i due consiglieri regionali Simone Scarabel ed Erika Baldin
hanno sottolineato come «gli istituti privati non possono avere l’esclusiva della
formazione professionale», cosa che – a
loro dire – avviene già con gli asili nido.
Apriti cielo. Appena lette queste dichiarazioni, monsignor Tessarollo – che è
delegato della Conferenza episcopale del
Triveneto per la scuola – ha preso carta
e penna e vergato un nuovo e duro intervento sul suo settimanale accusando i due
consiglieri grillini di «riproporre le vecchie
idee della visione statalista della scuola e
della società». «Ma dove vive questa gente? - si è chiesto il vescovo - Ma sanno che
per ogni utente di un nido privato o paritario lo Stato risparmia oltre 5 mila euro
rispetto al corrispondente servizio offerto
da una struttura pubblica? E sanno che
oggi sono stati 24.484 i bambini veneti da
zero a 3 anni accolti nei 793 nidi, micronidi e nidi aziendali?».
Quindi l’affondo: «Benevolmente
penso che parlino per disinformazione e
per pensiero ideologico stravecchio, proprio di laici integralisti, che ancora non conoscono le leggi in vigore da 15 anni», e la
chiosa finale: «Sono questi i veri problemi
delle famiglie e anche di questi la Chiesa
si occupa per chi vuole capire: senza discriminazioni ideologica, la matematica è
matematica per tutti!». Inutile dire che i 5
Stelle, un po’ sorpresi dall’attacco, hanno
rispedito le critiche al mittente chiedendo
al prelato di occuparsi delle questioni di
fede e invitandolo in alternativa a candidarsi alle amministrative di Chioggia.
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