Comments
Description
Transcript
Anoplophora chinensis
Il “Tarlo Asiatico” Anoplophora chinensis (Forster) Informazioni a carattere generale per una nuova emergenza fitosanitaria Anoplophora chinensis (Forster) Coleoptera Cerambycidae Cos’è e da dove viene Anoplophora chinensis è un insetto appartenente all’ordine dei coleotteri, famiglia Cerambycidae ed è noto comunemente con il nome di “Tarlo Asiatico”. Si tratta di un insetto che, a causa della sua dannosità nei confronti di numerosi generi di piante facenti parte sia del verde urbano, sia del settore agricolo e forestale, viene citata negli elenchi delle specie considerate da quarantena non solo dai paesi aderenti all’Unione Europea, ma da molti altri paesi anche extraeuropei. A. chinensis è un insetto originario dell’estremo oriente (Cina, Giappone, Corea, Taiwan) ed è stato introdotto accidentalmente di recente in Italia (nel 2000 in Lombardia e nel 2008 nel Lazio) e numerose e ricorrenti sono le intercettazioni di questo organismo nocivo da parte dei Servizi Fitosanitari di vari Stati esteri. Morfologia Gli adulti di A. chinensis hanno il corpo di colore nero con numerose macchie bianche di forma irregolare sulle elitre (figura 1). Le zampe sono di colore nero con sfumature azzurre. Le antenne, nere con sfumature bianco-azzurro alla base degli antennomeri, sono piuttosto lunghe: il doppio della lunghezza del corpo nel caso dei maschi, poco più lunghe del corpo invece nelle femmine. A. chinensis è un coleottero di grosse dimensioni, lungo fino a circa 3,5 cm nel caso delle femmine e 2,5 cm circa nei maschi. Le 1 uova, di colore bianco-crema, sono simili per aspetto a dei chicchi di riso e lunghe circa 5 - 7 mm (figura 2). Le larve, prive di zampe e di colorazione bianco-crema, possono raggiungere a maturità anche i 6 cm di lunghezza (figura 3). La pupa, di colorazione bianco-crema, può raggiungere i 3,8 cm di lunghezza (figura 4). Piante attaccate Il Tarlo Asiatico è un insetto polifago in grado di attaccare e svilupparsi a spese di un numero elevato di specie di latifoglie, sia arbustive, sia arboree, anche di notevole importanza per le alberature urbane di vie, viali, parchi e giardini, nonché per molte piante del settore agricolo e forestale. Tra le piante sensibili ad A. chinensis si possono ricordare le specie appartenenti ai generi, Acer, Aesculus, Alnus, Betula, Carpinus, Citrus, Corylus, Cotoneaster Fagus, Lagerstroemia, Malus, Platanus, Populus, Pyrus, Salix e Ulmus, ma possono essere attaccate anche per esempio Cornus, Craeteagus, Prunus laurocerasus, Rosae e altre latifoglie ancora. Ciclo biologico Gli adulti di A. chinensis compaiono generalmente a partire dal mese di maggio, con un picco di sfarfallamenti tra giugno e luglio. Gli adulti sono piuttosto longevi e possono essere presenti nell’ambiente anche fino alla fine dell’estate, alimentandosi a spese di cortecce di giovani rami delle piante ospiti (figure 5 e 6). 2 Le femmine di A. chinensis, mediante l’ovopositore, depongono le uova in piccole incisioni praticate precedentemente con le mandibole nella corteccia delle piante, generalmente nella parte bassa dei fusti e sulle radici affioranti (figura 7). Le larve nascono dopo 2-3 settimane e si sviluppano scavando gallerie dapprima sottocorticali e in seguito più in profondità nel legno, sia a livello del fusto che nelle radici delle piante (figure 8, 9, 10 e 11). Lo sviluppo preimmaginale si completa, dopo diversi mesi, con lo stadio pupale all’interno di una apposito spazio scavato dalla larva in prossimità dello strato corticale delle piante attaccate. Gli adulti fuoriescono dalle piante colonizzate praticando nella corteccia dei fori di sfarfallamento perfettamente circolari e di notevoli dimensioni, circa 1-1,5 cm di diametro, ma possono raggiungere anche i 2 cm di diametro (figure 12 e 13). In Italia, il ciclo biologico di A. chinensis sembra avere una durata perlopiù annuale o biennale; molteplici possono essere i fattori che influiscono sulla durata dello sviluppo di questa specie, tra cui le condizioni climatiche. Danni Gli attacchi di A. chinensis possono causare notevoli danni alle piante a causa della progressiva distruzione del tessuto floematico e xilematico, sia nella parte basale del fusto che nell’apparato radicale (figure 14, 15 e 16). La pericolosità rappresentata da questo insetto è legata in particolare alla capacità di colonizzare soprattutto piante sane e di varie dimensioni e di differente età, a partire da piante con un diametro del tronco alla base di 3 circa 2 - 3 cm, anche se coltivate in vaso, fino ad interessare esemplari vetusti e imponenti. Gli alberi di maggiori dimensioni possono sopravvivere per più anni senza che la presenza di A. chinensis si manifesti con vistosi deperimenti; i fori di sfarfallamento scavati dagli adulti possono andare incontro a fenomeni di cicatrizzazione nel corso degli anni (figure 17 e 18). Modalità di diffusione Gli adulti di A. chinensis sono in grado di spostarsi nell’ambiente sia mediante l’attività locomotoria, sia mediante il volo. In un ambiente favorevole, in condizioni di presenza di ospiti vegetali idonei alla colonizzazione, questa specie tende ad infestare le piante già colonizzate o quelle più prossime. In ogni modo gli adulti di A. chinensis sono comunque in grado di spostarsi ed esplorare l’ambiente su distanze diverse e dare luogo in tal modo ad una azione di diffusione sul territorio a scala locale. Su scala globale, invece, la diffusione di questo coleottero avviene essenzialmente mediante la movimentazione di materiale vivaistico (in primo luogo piante in vaso, anche se nanizzate o bonsai) infestato da larve in via di sviluppo, pupe o adulti in procinto di sfarfallare. Monitoraggio Le caratteristiche biologiche ed etologiche che contraddistinguono A. chinensis, rendono spesso difficoltosa l’individuazione della eventuale presenza di questo coleottero. Al fine di prevenire l’introduzione e la diffusione di 4 questo temibile insetto, è di fondamentale importanza svolgere programmi di monitoraggio preventivi (indirizzati in un primo momento a vivai, garden o altre strutture commerciali che trattano materiale vivaistico, anche se solo occasionalmente) e attivare una capillare campagna di informazione e sensibilizzazione (sia alle strutture pubbliche che ai privati). Il monitoraggio di A. chinensis, con lo scopo di individuare eventuali piante infestate, può essere condotto durante tutto l’anno mediante la ricerca nella parte bassa dei fusti e sulle radici affioranti dei caratteristici fori di sfarfallamento degli adulti (figure 19, 20, 21); durante il periodo primavera - estate - autunno è possibile invece reperire la rosura espulsa dalle larve in alimentazione, rosura che si accumula anche abbondantemente ai piedi delle piante o in prossimità delle radici affioranti (figure 22, 23 e 24). Durante il periodo tarda-primavera ed estate, è possibile reperire eventualmente gli adulti di A. chinensis sui rametti o sui fusti delle piante, in alimentazione, in accoppiamento o in fase di ovideposizione. Normativa vigente, precauzioni e interventi di difesa La normativa dell’Unione Europea fa riferimento alle decisioni 2008/840/EU del 7/11/2008 e 2010/380/EU del 7/7/2010. In Italia è in vigore il Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria (DM 9.11.2007 pubblicato sulla GU n. 40 del 16 febbraio 2008) “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cerambicide asiatico Anoplophora chinensis”. Gli organismi 5 regionali il cui territorio è interessato dall’emergenza fitosanitaria rappresentata da A. chinensis, hanno predisposto inoltre normative specifiche in materia. La normativa fitosanitaria vigente prevede, tra le varie azioni, l’obbligo di eradicazione dei focolai di A. chinensis mediante distruzione delle piante attaccate, ceppaie e radici superficiali comprese; il materiale di risulta deve essere cippato o bruciato in loco. Per le aree interessate dalla presenza di A. chinensis, le attività di importazione, movimentazione e commercializzazione delle piante sensibili sono sottoposte a specifiche regolamentazioni per tutto il periodo vigente della condizione di “area infestata”. Il monitoraggio è obbligatorio su tutto il territorio nazionale e la tempestiva segnalazione di eventuali ritrovamenti di A. chinensis alle strutture fitosanitarie regionali, da parte di chiunque, è obbligatoria. 6 Figura 1. Adulti maschio e femmina di A. chinensis Figura 2. Uovo di A. chinensis 7 Figura 3. Larva di A. chinensis Figura 4. Pupa di A. chinensis 8 Figura 5. Adulto di A. chinensis in alimentazione su rametto di Citrus x sinensis Figura 6. Erosioni di alimentazione degli adulti di A. chinensis su rametti di Acer negundo 9 Figura 7. Ovideposizione di A. chinensis su Corylus avellana Figura 8. Uovo schiuso e larva neonata di A. chinensis 10 Figura 9. Galleria sottocorticale scavata da una larva di A. chinensis dopo aver rimosso la porzione corticale corrispondente, su Platanus spp. Figura 10. Larva di A. chinensis in scavo in una radice di Aesculus hippocastanum 11 Figura 11. Larva di A. chinensis nel legno di un fusto di Acer negundo Figura 12. Adulto di A. chinensis in fase di sfarfallamento, su Acer negundo 12 Figura 13. Foro di sfarfallamento di A. chinensis, su Ulmus spp. Figura 14. Larva di A. chinensis in alimentazione nello strato sottocorticale di una pianta attaccata 13 Figura 15. Sezione trasversale di un fusto di Aesculus hippocastanum attaccato da A. chinensis Figura 16. Radice di Aesculus hippocastanum attaccata da larve di A. chinensis 14 Figura 17. Foro di sfarfallamento di A. chinensis in parte cicatrizzato, su Acer negundo Figura 18. Foro di sfarfallamento di A. chinensis completamente cicatrizzato, su Acer negundo 15 Figura 19. Foro di sfarfallamento di A. chinensis da una pianta di Aesculus hippocastanum Figura 20. Numerosi fori di sfarfallamento di A. chinensis, su Acer negundo 16 Figura 21. Fori di sfarfallamento di A. chinensis su radici superficiali, su Acer negundo Figura 22. Rosura espulsa dalle larve di A. chinensis in fase di alimentazione, su Acer negundo 17 Figura 23. Rosura espulsa dalle larve di A. chinensis in fase di alimentazione, su Corylus avellana Figura 24. Rosura espulsa dalle larve di A. chinensis in fase di alimentazione in una radice affiorante di Aesculus hippocastanum 18 Figura 25. Adulto di A. chinensis alla base di una pianta di Aesculus hippocastanum Nota tecnica realizzata da G. Sabbatini Peverieri (Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, referente STRATECO del CRA) e B. Cavagna (SFR Lombardia, referente STRATECO per i Servizi Fitosanitari) in collaborazione con: Servizio Fitosanitario Regione Lazio, Servizio Fitosanitario Regione Lombardia, ERSAF Lombardia, Fondazione Minoprio, DiPSA Università degli Studi di Milano. 16 novembre 2011 19