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TI LASCIO UNA CANZONE. Diario di bordo. Terza

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TI LASCIO UNA CANZONE. Diario di bordo. Terza
TI LASCIO UNA
CANZONE.
Diario di bordo.
Terza ed ultima
parte
XV
MINIFESTIVAL
CITTA’ DI
VITERBO.
ASPETTARE
LA FINE DEL
2012...NON E’
LA FINE DEL
MONDO
NESSUN
COMPENSO
PER IL
SINDACO DI
ORVIETO.
CIVITA
RICORDA IL
PITTORE
PIERO
AMMANNATO
Campo de’ fiori
2
SOMMARIO
Editoriale:
Non possiamo affondare...........................3
L’intervista:
Ti lascio una canzone 2011 - diario di
bordo................................................4-5-6
Curriculum vitae:
I Bingol Jazz Quartet................................8
Una chitarra... cento canzoni...............9
XV Minifestival Città di Viterbo.....10-11
Roma che se n’è andata:
Francesco Borromini...........................12-13
Suonare Suonare:
Sergio Paternò ..................................14-15
A proposito di Campo de’ fiori e di
Giordano Bruno...................................17
Ecologia e ambiente:
Aspettare la fine del 2012.......................18
La bottega di Mastro Fiore, falegnami
da quattro generazioni.......................19
Cose da ragazzi:
Mamma e papà : genitori o amici?............21
La coscienza infelice (in molti casi) è
un re senza regno...............................22
Socializzare cinguettando..................23
Nessun compenso per il sindaco di
Orvieto.................................................24
Come eravamo:
Ricominciare a ... ricordare......................25
Agostino Paradisi................................26
Cinquantesimo per l’azienda Sbarra..27
Porta d’ingresso nel mondo d’arte del
Prof. Piero Ammannato a vent’anni
dalla sua scomparsa...........................28
Civita ricorda Piero.............................29
Il Fumetto:
Mercenary Pierre....................................30
Angolo Bon Ton:
I piatti....................................................35
Una “Fabrica” di ricordi:
Zio Paolino, la fisarmonica e le stelle........36
La rubrica dei cognomi.......................37
Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli.38
Nasce la scuola pubblica....................39
News...............................................40-41
Le storie di Max:
Domenico Modugno................................42
Sport....................................................43
Campo de’ fiori in arte news..............44
Carnevale civitonico 2012..................45
I nostri amici.......................................46
Oroscopo .............................................47
Agenda.................................................49
Messaggi.........................................50-51
Nel cuore.............................................52
Roma com’era.....................................53
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti..............................60-61
Selezione offerte immobiliari .......62-63
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Campo de’ fiori
3
Non possiamo affondare
Mentre si perdono continuamente posti di lavoro e si tagliano stipendi e pensioni, tutto continua ad aumentare
in maniera indiscriminata e folle; qualcosa non quadra!
Ma come si può solo immaginare di poter caricare ancora le famiglie italiane, che oramai da tempo non riescono ad arrivare a fine mese?
Ettore Fieramosca avrebbe detto: “Vile, tu uccidi un uomo morto!”
Vediamo invece appalti di opere pubbliche gonfiati, opere pubbliche realizzate e mai utilizzate, decine e decine
di enti inutili, emolumenti stratosferici ai super manager, mega stipendi e privilegi all’esercito dei politicanti,
appannaggi esagerati a calciatori e uomini dello spettacolo…
Ma la colpa della crisi è degli italiani, di tutti quelli che già non mangiano più, non si divertono più, di quelli ai
di Sandro Anselmi
quali è stata tolta la soddisfazione di lavorare, di progredire e, non a pochi, la voglia di tirare avanti.
Sono troppi oramai i suicidi di coloro che spaventati dalla situazione si sono caricati di responsabilità non proprie, ed hanno lasciato orfani quei figli per i quali avevano sognato un futuro tranquillo e sereno.
Come non può rimordere la coscienza a chi sa di possedere e consumare così tanto, mentre tutto il popolo muore letteralmente di
fame? Come non vergognarsi della prostrazione dei quei poveri vecchietti costretti a nei supermercati per mangiare?
Troppi fatti eclatanti e gravi segnalano il livello raggiunto: mai così basso!
Troppe famiglie, oramai, vivono della sola pensione del nonno e né lo Stato, né tanto meno le banche incentivano l’occupazione, anzi.
Ma come è potuta andare così ? E’ forse colpa dei soliti italiani scansafatiche, od invece della loro stupida irresolutezza, atavica sopportazione? Questi illustri professori non hanno considerato il limite delle nostre possibilità , pretendono risultati, ed anche se tutto
va alla deriva ed affonda, insistono nel dire che dovremmo aumentare le nostre capacità , dovremmo rendere di più, sempre di più,
e come lo Charlotte di TEMPI MODERNI, arrivare allo sfinimento.
Sono pervaso di pessimismo, ma come non esserlo?
Tante volte ho spronato i giovani, ma invano.
Se ci convinciamo che tutti i problemi li dobbiamo risolvere noi, ne rimarremo inevitabilmente schiacciati.
Bisognerebbe, invece, che venissero fatti piani concreti a breve, a medio ed a lungo termine.
Solo un’oculata ragionevolezza può auspicare uno sviluppo solido e duraturo, ma questa la può avere solo chi ha interesse al bene
pubblico, e non chi dal bene pubblico ne trae personale giovamento.
Dopo aver corso tanto è ora di fermarsi e considerare “ahimè ” dove siamo arrivati!! Non avere più una meta, un obiettivo, uno scopo
è un bel problema!
Noi potremo anche studiare, cari professori, ma la vostra lezione non ci è chiara!
Campo de’ fiori
4
“TI LASCIO UNA CANZONE 2011”
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Dia
V EDIZIONE
Tutto quello che le telecamere non dicono -
Siamo giunti alla fine… il 23 Dicembre si è
conclusa la nostra avventura nella grande
famiglia di “Ti Lascio una Canzone” e
l’ultima è stata la puntatona natalizia con
Massimo Ranieri, Amedeo Minghi e Ami
Stewart i quali hanno cantato le canzoni
natalizie di tutto il mondo. Anche molti
bimbi nel pubblico intervenuti ad applaudire i fratellini e sorelline cantanti e ballerine
cosa che nel corso dei mesi non si era
potuto fare in quanto l’auditorium era
interdetto ai minorenni. Ma torniamo
ancora indietro nel tempo per ricordare il
vincitore di questa quinta edizione :
Stefan Cristian Atirgovitoae, bimbo
romeno di 11 anni che con l’interpretazione di “Profeta non sarò ” , canzone portata al successo tanti anni fa da Demis
Terza ed ultima parte
Roussos ha incantato il pubblico italiano.
Quanti visi tristi e quante lacrime tra i
bambini cantanti e le piccole ballerine… la
trasmissione era al termine ed ognuno
doveva ritornare alla propria famiglia ed
alla propria vita, ma sicuramente qualcuno
di loro sfiorerà nuovamente il successo.
Proprio come è accaduto ad Andrea
Ascanio (8 anni) che per chi lo incontrava
per strada era “il bambino della Rai”, cosa
che a lui dava enormemente fastidio! Ma
per tutti l’esperienza è stata quella di un
grande gioco, e spetterà sicuramente ai
genitori indicare la retta via per restare
con i piedi per terra … I genitori delle
bimbe ballerine hanno voluto subito organizzare una pizza celebrativa con tanto di
torta offerta dal noto ristorante “I
Pontefici” di Roma, invitando le coreografe
Eliana Ghione e Simona Mastrecchia
e lo stesso balletto nei giorni precedenti le
feste natalizie è stato invitato dai com-
Campo de’ fiori
5
mercianti di Via Candia e Piazza
Risorgimento (Municipio XVII) nell’ambito
di manifestazioni sponsorizzate dalla
Circoscrizione attirando molto pubblico.
Anche noi genitori porteremo un gran bel
ricordo di questa esperienza, in quanto
abbiamo visto un impulso positivo per la
crescita del carattere dei nostri figli, che,
posti di fronte ad una telecamera,sono
riusciti a formare una squadra con persone
che non conoscevano. Come potremo
scordare le chiacchierate con I Cugini di
Campagna, le risate con Alessandra
Amoroso, i ricordi di Peppino di Capri,
la verve di Emma, l’istrionità di Margo
Mengoni, la signorilità di Massimo
Ranieri, la spensieratezza di Umberto
Tozzi, la carica di Olivia Newton John,
la vitalità di Loredana Bertè , l’umanità
di Fausto Leali, e dovremmo nominare
tutti gli ospiti che hanno data grande prova
di carattere prestando parte delle proprie
canzoni alle voci dei piccoli interpreti?
Come dimenticare l’emozione della prima
puntata che ogni settimana si riproponeva
ed attanagliava più i genitori che i piccoli
interpreti? Come rinunciare alla freschezza
ed alla vitalità proprie dei bambini che
dimostravano Beatrice, Gaia, Giacomo,
Ludovica, Gioele e tutti gli altri?
Sicuramente dandoci appuntamento al
prossimo anno e sperando di ritrovare il
balletto di “Ti lascio Una Canzone”…
Il corpo di ballo della trasmissione Rai con i tanti ospiti
e protagonisti di “Ti lascio una canzone”
Andrea, Giorgio e Valerio - I tre Mini
Angela e Marianna Fontana
Simona, l'assistente di studio ed Eddy
La gemella Fontana e
Giada Borrelli, che giocano in
sala prove con due bambine
del corpo di ballo
Le prove di canto e di ballo...
6
Campo de’ fiori
CANZONI FINALISTE :
Prima puntata: Parla più piano - Michael
Bonanno e Giada Borrelli
Seconda puntata: L’immensità - Giuseppe
Picciallo
Terza puntata: La voce del silenzio Maryam Tancredi (1^ superfinalista
dell’11^ puntata)
Quarta puntata: Sei nell’anima - Luana
Frazzitta
Quinta puntata: Un amore così grande Michael Bonanno e Giada Borrelli
Ancora prove... quelle dell’orchestra diretta dal maestro De Amicis e quelle del corpo di ballo
Sesta puntata: Con te partirò - Ludovico
Creti e Rebeca Maria Neacu
Settima puntata: Profeta non sarò tefan Cristian Atrgovitoae (2^ superfinalista dell’ 11^ puntata)
Ottava puntata: Il canto della terra Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu
Nona puntata: Il mare calmo della sera Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu
Il vincitore Stefan Cristian Atirgovitoae
Gli Stadio
Il nostro Sandro Alessi,
autore di questi splendidi
ed inediti reportage pubblicati sugli ultimi tre
numeri della rivista ed
alcuni volti noti ospiti
delle serate di “Ti lascio
una canzone”:Francesco
Facchinetti, Peppino Di
Capri, Shel Shapiro,
Alessandra Amoroso, e
Massimiliano Pani
Decima puntata: Casa bianca - tefan
Cristian Atrgovitoae
Undicesima puntata: Profeta non sarò
- tefan Cristian Atrgovitoae (canzone vincitrice)
Le piccole
del corpo
di ballo
festeggiano,
tutte insieme,
il compleanno
di Giulia
Grande pizzata
finale
al ristorante
“I pontefici”
di Roma,
che ha voluto
offrire una
deliziosa torta,
assolutamente
meritata!
Campo de’ fiori
8
Curriculum vitae
Chiara Nicolanti
L
a giovane attrice romana Chiara
Nicolanti inizia ben presto ad
appassionarsi di teatro, ed appena
iscrittasi al Liceo Linguistico coglie l’occasione per frequentare anche l’ “Athelier
Theatrale” in lingua francese tenuto dal
Theatre Francais de Rome, appassionandosi alla letteratura teatrale francese. Il
gioco diventa presto passione e la sua
timidezza sul palco viene convertita in
interpretazione senza alcuna paura e ciò
la porta subito a recitare “En attendant
Godot” di S. Becket e “Le Horla” di
Maupassant, proprio mentre si diplomava
presso il Liceo Classico Catullo di
Monterotondo. Nel 2007 frequenta il
corso
di
formazione
per
attori
“Shakespeare on stage” tenuto da
Simonetta De Nichilo e Guido
D’Avino interpretando successivamente
lo Shakesperiano “Sogno di una notte
di mezza estate” nel ruolo di Elena. Nel
2009 si diploma presso l’Accademia d’Arte
Drammatica “Pietro Scharoff” e, dopo
aver seguito lezioni di canto e voce con
Alessandro Bentivoglio,
frequenta gli stages intensivi diretti da Michael
Margotta. La vediamo
interpretare tra l’altro “Le
Metamorfosi” di Ovidio
(teatro/danza diretto da Di
Clemente, 2008), “Visite
di condoglianza” (regia
di Sergio Ammirata, 2009),
“Yerma” di Lorca nel ruolo
della protagonista (regia di
L.Rendine, 2010) ed il
“Berretto a Sonagli” di
Pirandello (regia di M.
Amici, 2010), “La Zia
Sabella” da una commedia di Dino Risi (regia di A.
Grossi, 2011). Molteplici i
cortometraggi girati dal
2009 ad oggi tra cui “Enne
23” (regia di A.Battaglini),
“Victims” (regia G.Cash),
“Tre ragazze da favola” (regia
C.Guerrisi), “Vite di legno” (regia
Foto di Massimo Bartolozzi
F.Tellico), “Silent Hill” (regia di
D.Misischia), “Nero Tenebra” (regia di
A. Conticelli), “Condannati a Vita”
(regia di G. Angioni) e film tra cui
“Giovani Disponibili” (regia R.
Camilli), “Fatal Noise” (regia di P.
Virone), “Th3 Pit” (regia di F. De Masi).
Tra le tante cose riesce a ritagliarsi
anche una veste di presentatrice
(Piazza di Siena – Sky Sport – Unire
Sat). Nel futuro prossimo la potremo
seguire nel film “Hope” per la regia di
D. Ciferri in uscita a Marzo 2012 e per il
Teatro
a
fine
mese
ne
“L’Anniversario” di Cechov.
Sicuramente un inizio anno promettente per un attrice che vede la giusta
fusione tra bellezza e bravura. In bocca
al lupo, Chiara !
Sandro Alessi
9
Campo de’ fiori
Una chitarra... cento canzoni
Il nuovo talent show di Rete Oro condotto dal giovane Alessandro Malatesta
di Fabrica di Roma
Un chitarra.. cento canzoni. E’ questo il
soprattutto nella sua cittadina. Ha frela
Piccola
Accademia
titolo del nuovo programma televisivo in
quentato
onda su Rete Oro, al canale 18 del digitaComunicazione e Spettacolo (PACS) di
le terreste e 926 della piattaforma Sky,
Stefano Jurgens e dopo aver inserito la
condotto dal giovanissimo Alessandro
sua qualifica sul noto e frequentatissimo
Malatesta di Fabrica di
Roma. Si tratta di un varietà
sulla falsa riga dei più noti
talent show proposti dalle
reti nazionali, che non perché venga trasmesso da una
emittente privata sarà meno
ricco di giovani cantanti, provenienti da tutta Italia, che
proporranno cover di brani
famosi o pezzi inediti, con la
speranza poi di saltare in
alto grazie anche a questo
primo trampolino di lancio.
Otto sono le puntate previste, dove i concorrenti si sfideranno senza esclusione di
colpi, sotto l’elgida di un
conduttore d’eccezione, vista
la sua giovane età , affiancato con molta probabilità
dalle Gemelle Sguizzato, già
note per la loro partecipazione al programma Rai
Mezzogiorno in famiglia.
Alessandro è alla sua prima
esperienza televisiva, ma
vanta diverse esperienze
come presentatore di spettacoli di piazza ed al teatro,
La pubblicità del programma uscita sul settimanale Vero Tv
social network Facebook, è stato contatto
dal responsabile di produzione di Una chitarra…cento canzoni. Lo studio televisivo
da cui andrà in onda il programma, in
zona Eur, sarà arricchito dalla presenza di
ragazzi immagine che sfoggeranno capi
d’abbigliamento firmati, oltre da un qualificato corpo di ballo, che danzerà sulle
note della sigla inziale e non solo.
Tutto sembra essere pronto, manca solo la
messa in onda… buona fortuna ad
Alessandro e buona visione ai nostri lettori…
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
10
Domenica 18 Dicembre 2011 la finale al Teatro San Leonardo di Viterbo
XV Minifestival “Città di Viterbo”
Beatrice Picciollo, Camilla Longo e Dario Guidi, i tre vincitori. A Marcello Turco e Davide
Valeri i premi speciali rispettivamente della stampa, offerto dalla nostra testata giornalistica e
dall’Associazione Omniarts
Dario Guidi, prima classificato della
categoria 16-20 anni
I vincitori della XV edizione del Minifestival. Da sx: Pierluigi Alberti, Gabriele Turchetti,
Dario Guidi, Beatrice Picciollo, Camilla Longo, il presidente della giuria Alberto Poli,
Giada Lai e Paolo Moricoli
Finalmente, dopo quattro anni di partecipazione, ho potuto essere personalmente
presente al Minifestival Città di Viterbo,
giunto alla sua XV edizione, per assegnare
il premio stampa offerto dalla nostra rivista. Ventitrè i finalisti, divisi in tre categorie, attentamente selezionati durante le
due semifinali di Fabrica di Roma e
Bagnoregio, dalla giuria, composta da
giornalisti ed esperti del settore musicale,
nonché presieduta, anche quest’anno, dal
giovane tenore Antonio Poli, ex vincitore di
una delle edizioni di questa rinomata
manifestazione.
Ad ospitare la grande sfida, il 18 dicembre
2011, ancora una volta il teatro San
Leonardo di Viterbo, gremito di fan dei
cantanti in gara e di tanti curiosi. La presentazione dello spettacolo è stata eccezionalmente e per la prima volta affidata a
due giovanissimi: Giada Lai e Gabriele
Turchetti, che hanno preso, così , il posto
degli storici Paolo Moricoli e Pierluigi
Camilla Longo, prima classificata della
categoria 12-15 anni
ria, sempre un po’ combattuta nell’emettere la sentenza finale, né il nostro.
Beatrice Picciollo, prima classificata della
categoria 6-11 anni
Alberti, sempre però pronti ad intromettersi simpaticamente sul palco e creare
qualche divertente sketch dei loro. Una
edizione, questa, ricca di veri talenti, sia
tra i più piccoli che tra i più grandicelli. Non
è stato infatti semplice il compito della giu-
Ecco allora l’elenco dei vincitori: Cat. 611 anni: 1. Beatrice Piciollo (11 anni,
Bagnoregio), con il brano “Caruso” (L.
Dalla); 2. Michela Conti (11 anni,
Morlupo), con il brano “Sei bellissima” (L.
Berté ); 3. Emma Ricci (9 anni,
Ronciglione), con il brano “In punta di
piedi” (Nathalie). Cat. 12-15 anni: 1.
Campo de’ fiori
Camilla Longo (15 anni, Roma), con il
brano “The climb” (M. Cyrus); 2. Eleonora
Rita (13 anni, Civita Castellana), con il
brano “Senza confini” (Eramo e
Passavanti); 3. Gianmarco Piccini (14 anni,
Blera), con il brano “Via di qua” (M.
Ranieri).Cat. 16-20 anni: 1.Dario Guidi
(17 anni, Fabrica di Roma), con il brano “Il
passo silenzioso della neve” (V.
Giovannini); 2. Miriana Bigi (19 anni,
Ronciglione), con il brano “Rolling in the
deep” (Adele); 3. Marcello Turco (16 anni,
Cesano di Roma), con il brano “La classe
degli asini / Mamma mi ci vuol la fidanzata” (N. Otto).
Ai tre primi classificati della categoria 1620, oltre all’esclusivo trofeo del Mini festival, è andata anche la possibilità di partecipare gratuitamente agli stage estivi del
Tuscia in Jazz, ed al vincitore della medesima categoria, l’opportunità di incidere un
demo in una sala di registrazione professionale. In palio anche il premio speciale
dell’Associazione Omniarts, rappresentata
dei due organizzatori del festival, Palo
Moricoli e Pierluigi Alberti, affiancati da
Roberto Anesini e Antonello Giovanni
Budano, assegnato quest’anno a Davide
Valeri, 14 anni di Villa San Giovanni in
Tuscia, che ha proposto “Granelli di sabbia”, un brano di sua composizione. Mentre
ad aggiudicarsi il nostro premio della stampa è stato Marcello Turco, già classificatosi al secondo posto nella sua categoria,
con la motivazione di aver interpretato in
modo assai originale e divertente, nonché
preciso e pulito al livello di intonazione, un
vecchio brano anni Trenta: “La classe degli
asini”.
11
Pierluigi Alberti e Paolo Moricoli, storici
organizzatori del festival, consegnano il premio speciale dell’Associazione Omniarts a
Davide Valeri
Ermelinda Benedetti consegna il premio della
stampa offerto da Campo de’ fiori
a Marcello Turco
Lo spettacolo è stato intramezzato dalla
partecipazione straordinaria di vecchie glorie del minifestival: Giulia Anesini, Virginia
Brunetti e Desirée Giove, nonché dall’imitatore Roberto Tazza e dalle ragazze della
scuola di danza classica, moderna e hip
hop “Free Dance”, di Claudia Tassi.
Anche la solidarietà è stata protagonista
di questa serata. Gli Scout del gruppo
Agesci “Viterbo 4”, infatti, hanno venduto i
primi biglietti della campagna di solidarietà 2011-2012 di “Viterbo con Amore”, e
l’Associazione “Semi di pace” ha raccolto
fondi per Noemi, la sfortunata ragazza di
Tarquinia che, a breve, dovrà essere sottoposta ad un delicato e costosissimo
intervento chirurgico negli USA.
L’appuntamento ufficiale, dunque, è per il
prossimo anno, sorprese a parte, visto che
è stata lanciata l’idea di mettere in scena
un musical con i giovani talenti del
Minifestival.
Ermelinda Benedetti
Prima il bucato si lavava a mano, poi
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sono arrivate le prime lavatrici in
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casa e negli ultimi anni si è diffu0
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sa, anche in Italia, la moda, oltre
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An
che la comodità , delle lavanderie
self service. Il primo a non permettere più di “lavare in propri panni in casa”,
a Civita Castellana, è stato Luigi Manlio
nel 2008. E che gran scoperta da allora
per tutti quelli che l’hanno provata!
Due sono fondamentalmente le parole chiave: pulizia e risparici
3 lavatra
mio. I prodotti utilizzati, infatti, sono tutti professionali e non in
in 1
commercio: anallergici, amicrobici e con profumi naturali. Sapone,
oli 7 
s
disinfettante ed ammorbidente, questo il mix perfetto di ogni lavaggio! Ma passiamo al risparmio: è possibile lavare i capi che andrebbero in 3 comuni lavatrici da casa (di 5 kg circa), in una sola volta al
costo di soli 7 . Ed inoltre, con soli 4  in più, si possono asciugare
tutti i capi appena lavati nelle apposite asciugatrici, dalle quali escono così morbidi da non dover essere nemmeno stirati.
La lavanderia self service Lava più dispone di due lavatrici da 6 kg e
due da 16 kg, oltre che 2 asciugatrici da 16 kg ciascuna. Si può
richiedere il sottovuoto per i capi ingombranti da dover mettere via.
Il locale climatizzato è attrezzato anche di cambiamonete e mette a
disposizione della clientela, in attesa di lava e asciuga, macchinetta
Piazza Sandro Pertini
del caffè e connessione wifi e vanta un ampio parcheggio esterno.
Civita Castellana (VT)
Aperta dalle ore 6:00 del mattino, alle ore 23:00 con orario contiTel. 339.8741517
nuato, la lavanderia non chiude nemmeno nei giorni festivi.
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Francesco Borromini,
Cavaliere dell’Ordine Supremo del Cristo
Fra gli Ordini Equestri
Pontifici, onorificenze
assegnate dal Papa ai
laici per speciali
benemerenze acquisite, quello dell’Ordine Supremo del
Cristo è il più prestigioso in assoluto e tra
di Riccardo Consoli i più noti al mondo; le
sue origini sono
molto antiche risalgono, infatti, all’Ordine
dei Templari, soppresso da Clemente V,
Bertrando de Got, 1305 – 1314, perché
perseguitato dal Re di Francia Filippo “il
Bello” che mirava ad impadronirsi degli
immensi beni appartenenti agli stessi
Templari.
Alessandro VI, Rodrigo Borgia, 1492 –
1503, impresse una svolta di rilievo
all’Ordine medesimo esonerando i
Cavalieri dai voti di: castità , povertà e
obbedienza, quindi, l’istituzione assunse
l’attuale
valore
di
Ordine
Cavalleresco Onorario; nell’anno 1878,
poi, Pio IX, Giovanni Maria Mastai
Ferretti, 1846 – 1878, lo rinnovò ulteriormente adeguandolo alla sua altissima funzione e stabilendo, fra l’altro, che
l’Onorificenza avesse carattere di
Ordine Supremo, di gran lunga superiore ad ogni altro.
Con Breve del 7 febbraio 1905, Pio X,
Giuseppe Sarto, 1903 – 1914, operò
un grande rinnovamento di tutti gli
Ordini Cavallereschi Pontifici confermando quello del Cristo come Ordine
Supremo tanto che, ancora oggi, la prestigiosa decorazione viene conferita
assai raramente essendo riservata a
Sovrani, Capi di Stato e personalità di
fama mondiale. L’Ordine prevede la sola
classe di Cavaliere la cui investitura ricorda il grandioso cerimoniale del medioevo.
Tra i più celebri Cavalieri dell’Ordine
Supremo del Cristo va ricordato Francesco
Borromini, il più grande maestro del
barocco assieme a Gian Lorenzo Bernini;
da tempo malato di depressione, sorta con
ogni probabilità a seguito dell’esonero da
parte di Innocenzo X, Giovan Battista
Pamphilj, 1644 – 1655, alla prosecuzione
dei lavori della Chiesa di Santa Agnese in
Agone a Piazza Navona, il 3 agosto 1667 si
suicidava gettandosi sulla propria spada di
Cavaliere, restando trafitto.
In Portogallo, però , quest’Ordine dipendeva direttamente dal Re, per cui, questi
riuscì a salvare sia i Templari che le loro
ricchezze e, il 3 agosto del 1318, Dionigi I
chiese e ottenne, da Giovanni XXII,
Giacomo Duèse, 1316 – 1334, l’autorizzazione per ricostituire l’Ordine del Tempio
con il nome di: Ordine dei Cavalieri di
Cristo che, riconosciuto e approvato con
Bolla del 14 marzo 1319, riservava soltanto al Papa il diritto di nominare Cavalieri.
Nasceva, in tal modo, l’attuale Ordine
Supremo del Cristo che rimase nettamente distinto da quello Portoghese.
Questo evento si verificava prima che il
Borromini portasse a termine la Cappella
Falconieri, la più importante della Basilica
di San Giovanni dei Fiorentini dove, per
sua volontà , venne sepolto nella tomba di
famiglia di Carlo Maderno.
Per secoli, il suo nome non apparve su
quella tomba, come da consuetudine nel
caso di suicidio e, soltanto nel 1994, alla
base di un pilastro della chiesa, venne
posta una lapide con la seguente scrittura
a ricordo della memoria del grande architetto e per onorarne la sepoltura.
FRANCISCVS BORROMINI TICINENSIS
EQVES CHRISTI
QVI
IMPERITVRAE MEMORIAE ARCHITECTVS
DIVINAM ARTIS SVAE VIM
AD ROMAM MAGNIFICIS AEDIFICIIS
EXORNANDAM VERTIT
IN QVIBUS
ORATORIVM PHILLIPINVM S. IVO S.
AGNES IN AGONE
INSTAVRATA LATERANENSIS ARCHIBASILICA
S. ANDREAS DELLE FRATTE
NVNCVPATVM
S. CAROLVS IN QVIRINALI
AEDES DE PROPADANDA FIDE
HOC AVTEM IPSVM TEMPLVM
ARA MAXIMA DECORAVIT
NON LONGE AB HOC LAPIDE
PROPE MORTALES CAROLI MADERNI
EXVVIAS
PROPINQVI MVNICIPIS ET AEMVLI SVI
IN PACE DOMINI QVIESCIT
Nato a Bissone, sul lago di Lugano, il 25
settembre 1599, con il nome di Francesco
Castelli, da Giovanni Domenico e
Anastasia Garovo, assume ben presto il
cognome Borromini avente origine da
Campo de’ fiori
Brumino, uno dei soprannomi attribuiti al
padre o, secondo diversa interpretazione,
in omaggio alla famosa famiglia Borromeo
e, in particolare, a San Carlo Borromeo di
cui Francesco era devotissimo.
Ricevuta una prima formazione dal padre,
anche lui architetto, si trasferisce a Milano
dove lavora come scalpellino, quindi,
ancora giovanissimo, si trasferisce a Roma
dove rimarrà fino alla morte; nella città
eterna trova ospitalità presso un parente
della madre, tale Leone Garovo, capomastro scalpellino alle dipendenze di Carlo
Maderno e qui, come scalpellino, ma
anche come disegnatore d’inferriate, lavora nella fabbrica di San Pietro realizzando
la decorazione della Loggia del pilone della
Veronica, alcuni volti di Cherubini sopra le
Porte della Cappella del Sacramento e
lavori vari al Basamento della Pietà di
Michelangelo.
Morto il Garovo, Francesco eredita una
buona somma di denaro con la quale
costituisce una Compagnia per il commercio di marmi e pietre, quindi, dopo la
scomparsa di Carlo Maderno, suo lontano
parente per parte della madre, di cui era
stato allievo impegnato come primo assistente in Sant’Andrea della Valle, comincia
a firmare le opere con il suo nome ma, alla
morte del Maderno, le sue aspettative per
quanto attiene la nomina di architetto
delle fabbriche iniziate da questi, vengono
disattese, a tale ruolo, infatti, viene nominato Gian Lorenzo Bernini che lo conferma
quale primo assistente delegandogli, di
fatto, tutta la progettazione; una collaborazione, questa, che sfocia nella fabbrica
di Palazzo Barberini.
Ben presto, però , i due artisti entrano in
conflitto, troppo evidenti le differenze nel
modo di concepire l’architettura: Bernini è
il simbolo della tradizione Vaticana,
Borromini diviene il veicolo delle moderne
esigenze di altri ordini religiosi che, sempre più frequentemente, si rivolgono a lui
per la differente concezione degli spazi e
del luogo Sacro; tuttavia, la rivalità fra i
due grandi maestri, si rivela una meravigliosa occasione di confronto e di arricchimento che determina straordinari effetti
su tutta l’architettura barocca romana.
Francesco Borromini ricevere numerose
commissioni: la prima riguarda la Chiesa di
San Carlino alle Quattro Fontane con
annesso Convento, quindi, Palazzo Spada
di Via Giulia, il Convento e l’Oratorio dei
Filippini presso Santa Maria Vallicella;
dopo la morte di Urbano VIII, Maffeo
Barberini, 1623 – 1644 e l’avvento al
Soglio Pontificio di Innocenzo X, essendo
caduto in disgrazia il Bernini, egli diviene il
primo fra gli architetti romani; moltissimi i
suoi lavori dei quali ricordiamo: San
Giovanni in Laterano, Sant’Agnese a Piazza
Navona, Sant’Ivo alla Sapienza, il
Campanile di Sant’Andrea delle Fratte, il
Palazzo di Propaganda Fide, dove prose-
gue il lavoro iniziato dal Bernini; la Chiesa
di San Carlino alle Quattro Fontane, suo
primo grande capolavoro.
A ben vedere, il barocco romano può
essere riassunto nell’aperta rivalità fra i
due maggiori architetti dell’epoca, furono
loro, infatti, a dare il contributo decisivo
alla nuova immagine di Roma che, proprio
dal barocco, riceve quell’aspetto che,
ancora oggi, caratterizza maggiormente il
suo centro storico.
Alla personalità estroversa di Gian Lorenzo
Bernini si contrappone quella introversa,
ansiosa e irrequieta di Francesco
Borromini, il primo è uno dei principali
protagonisti della vita artistica romana,
architetto preferito da sette Papi
riporta enorme successo; personalità vivace e fantasiosa, dotato di
grande abilità tecnica, si occupa
anche di teatro, per il quale, progetta sorprendenti macchine e spettacolari scenografie, ma il suo nome è
legato sopratutto alla Basilica di San
Pietro dove lavora per più di quarant’anni realizzando, fra l’altro, il
Baldacchino
sulla
tomba
dell’Apostolo e la sistemazione della
piazza.
E’ certamente Piazza Barberini il
luogo dove si scontrano i diversi stili
e le diverse personalità dei due
architetti protagonisti del seicento
romano, qui si trova Palazzo
Barberini, uno dei più importanti
esempi di barocco a Roma; iniziato
da Carlo Maderno, è completato da
Borromini, a cui si devono la scala
ellittica e le finestre e da Bernini,
autore della stupenda facciata;
opera di quest’ultimo è anche la Fontana
del Tritone al centro della piazza.
La carriera di Francesco Borromini è
segnata da amarezze e delusioni principalmente dovute all’impossibilità di realizzare
i suoi progetti secondo la propria visione
artistica, ma anche a causa del difficile
carattere causa di continui problemi con i
committenti; la sua arte, spesso male giudicata dai contemporanei viene ampiamente rivalutata nel corso del tempo e
oggi Francesco Borromini è considerato,
insieme a Gian Lorenzo Bernini, l’artista
più rappresentativo.
La Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza è considerata il suo capolavoro. Nel 1632, divenuto l’architetto incaricato della fabbrica,
comincia ad occuparsi della Chiesa che
doveva sorgere all’interno del complesso
Universitario e che, in quel momento, era
stata prevista a pianta circolare con piccole cappelle, ma Borromini cambia tutto e
progetta un complesso dalla geometria
assai complessa.
I lavori iniziano soltanto nel 1643 e proseguono per oltre vent’anni, la prima fase
viene realizzata tra il 1643 e il 1655 e,
13
dopo un’interruzione, i lavori riprendono
nel 1659 con il completamento della
Chiesa, la realizzazione della Biblioteca
Alessandrina e delle facciate su Piazza
Sant’Eustachio e Via dei Canestrari, nel
1660 la Chiesa viene consacrata.
Sant’Ivo alla Sapienza, un tema difficilissimo per Francesco Borromini, condizionato
com’era dall’esistenza del palazzo con
annesso cortile che lasciavano un limitato
spazio di forma quadrangolare da utilizzare per la costruzione della Chiesa; egli sceglie uno schema triangolare che raddoppia
per creare una stella a sei punte che possa
occupare tutta la superficie a disposizione.
Il risultato, davvero sorprendente!
Le mura ricalcano il perimetro della stella,
la Cupola, con sottili costolature convergenti verso la Lanterna, poggia sulla trabeazione, lo spazio interno è racchiuso in
un involucro con chiaro riferimento al
Pantheon, la conclusione più profonda è
naturalmente verso l’alto con l’immagine
dello Spirito Santo posta ad altezza smisurata e intoccabile, da ultimo, l’effetto della
luce che entra, incrociandosi, sia dalla
Lanterna che dalle finestre e che sembra
rendere le pareti della Chiesa come fossero trasparenti.
A coronamento la citata Lanterna, poichè
la Chiesa ha funzione di faro per i fedeli,
quindi, sul colmo della stessa le fiamme in
pietra a indicare il fuoco che illumina il percorso dei cristiani; la Trinità è simboleggiata dal triangolo, la figura di partenza
che, combinata con un altro triangolo
rovesciato, determina la figura stilizzata di
tre api, simbolo di carità , prudenza e laboriosità , ma anche elemento araldico nello
Stemma della famiglia Barberini, il cui
esponente Urbano VIII commissionò la
Chiesa.
14
Campo de’ fiori
S
o
P
di Carlo Cattani
ò
ergi
atern
Musica aperta al traffico!
Come tutto ebbe inizio ….. Vieste ,
Mani nelle tasche dei bermuda passeggiavo (… o venivo sospinto, sarebbe il caso di
dire !) lungo il centralissimo e commerciale Corso Marinai D’Italia di Vieste, la
rinomata località marittima pugliese in
punta al Gargano: qui d’estate ,alle nove
della sera, l’ affollamento in strada sfida
un mercato delle pulci che si rispetti !
Rilassato ? Ma quando mai ?......Un unico
pensiero ,ben “avvitato” nel cervello :non
perdere mai d’occhio la figliolanza in
quel fiume umano in piena , multicolore e
fragoroso,alternanza di corpi tarchiati,
slanciati, flaccidi, anabolizzati, tutti lì per
le immancabili “vasche” o
“struscio”
serale ….corpi che si oppongono, si evitano per un pelo o si spintonano, e, talvolta, si scusano; tutto è estremamente
ravvicinato: l’occhio non può evitare di
soffermarsi su “mises” molto poco sofisticate, l’orecchio coglie gli umori delle
famiglie,delle coppie, dei gruppi di amici e
il naso indovina , per alcuni, cosa hanno
mangiato a cena,per altri quanto siano
parchi (!!) nel consumo di acqua e sapone
.….insomma come fosse una danza collettiva, ci si incrocia ripetutamente finchè
stanchezza non sopraggiunge per la camminata fatta a men che a passo d’uomo !
Scorrendo
lungo
questo
“fiume
vivente”,
sopra il
costante vocio indistinto della folla odo
delle note di uno
strumento e localizzo la loro fonte in
corrispondenza di
un punto del marciapiede occupato da
un folto capannello
disposto a semicerchio quasi di fronte
all’ingresso
del
municipio. Il suono
è piacevole e le
note sono fluenti,
rotonde…colanti! Mi avvicino ,col bimbo “a
mano” e mi metto sulle punte per valicare con gli occhi le teste dei numerosi
astanti che circondano un ragazzo seduto
su di un mini amplificatore ,la testa ciondolante e l’espressione concentrata ,con
una chitarra elettrica rossa adagiata sulle
ginocchia e suonata quasi alla maniera di
una slide guitar con le dita di entrambe le
mani a scorrere sulla tastiera con movimenti di percussione e arpeggio: non so
come ma mi sovviene l’immagine di un
restauratore di tappeti, anch‘egli in
posizione china e completamente assorto
nel suo lavoro sul proprio prezioso prodotto ….. Il mio bimbo è sommerso nella
folla, non vede nulla ma tira come un mulo
nel senso contrario all’esibizione, richiamato da ben altre attrazioni percepite presenti nei paraggi …..si consuma, così , un
tiro alla fune tra due generazioni!
Mantengo, con fatica, la posizione ma,
ahimè , le note cessano di lì a poco e il
pubblico dopo aver riconosciuto un giusto
applauso e degli spiccioli all’artista si disperde rapidamente, lasciandomi in bella
vista frenato dal “ figlio a mano”. L’artista
è lì a pochi passi da me a ricomporsi e a
scambiare qualche chiacchiera con gli ulti-
A.D.2009 , luglio .
(prima parte/di 2)
mi presenti all’esibizione. Scorgo, vicino a
lui, alcuni cd e ho solo il tempo di
chiedere quello contenente musiche originali, il prezzo e allungare la mano libera
per lo “scambio commerciale”…..il resto è
avvenuto tutto tramite email nell’arco di
tempo compreso tra l’agosto 2009 e il
31.12.2011. Dunque, comodi, andiamo
ad iniziare !
Carlo:ciao Sergio, innanzitutto buon anno
e grazie per esserti prestato alla lunga
maratona di scambi epistolari che ci ha
portato a definire questa (per me interessante ed esauriente) lunga
intervista
:direi di iniziare con le presentazioni …
Sergio:sono nato a Buenos Aires…ovviamente in Argentina, ho 33 anni. Ho vissuto fino ai 28 anni nel mio Paese,poi mi
sono spostato in Brasile girando per diverse città , Curitiba-San Paolo, Florianapolis
e Porto Alegre;per brevi periodi ho vissuto a Madrid, Praga, Vieste, Bologna,
Venezia, Roma, Firenze, e più recentemente, circa tre mesi, a New York.
Attualmente sono in Argentina dove sto
recuperando la forma dai postumi di un
brutto incidente in bicicletta …..spero di
rimettermi presto “on two legs”
per
riprendere ….la strada!
Carlo:…eh già …,la strada !
Sergio: Ho iniziato a suonare “on the
road” a Buenos Aires che avevo 26 anni:
fu in quel di Calle Florida …..e un anno
dopo ho deciso di allargare gli orizzonti
…..volevo vivere e conoscere il mondo
usando come mezzo di trasporto….la mia
chitarra ….quindi la mia musica ….ho realizzato un mio sogno decidendo di diventare un artista di strada internazionale
….spero di continuare a farlo per molto
tempo ancora!
Carlo: come sei giunto alla tua decisione
di…. scendere in strada?
Sergio: L’idea di cominciare a suonare per
la strada è nata per diverse ragioni: motivi economici e artistici e non poca pazzia !
Non sapevo assolutamente nulla della vita
Campo de’ fiori
da artista di strada e ancora meno degli
aspetti burocratici legati a permessi e
quant’altro …..tutto questo mi intimoriva !
Fin lì non avevo mai guadagnato niente
con la musica e neanche ero soddisfatto
delle possibilità che il “sistema” offriva
ad un musicista come me ….nessuna
possibilità !...Nessun locale per esibirsi….nessuna entrata economica ..era
come percorrere una strada senza uscita
… ma dovevo trovare una soluzione
,come dire …una questione di “vita o
morte” per il mio fuoco artistico interiore
…penso che fondamentalmente un artista
debba avere quello stimolo che lo motivi a
spingersi oltre le avversità e reagire alle
insidie portate alla propria arte ….così ho
imboccato la strada e sono andato a suonare …. in compagnia della mia chitarra ,
le mie paure e le mie illusioni sfidando la
sorte .Dopo molti anni da quei giorni d’iniziazione posso dire che suonare in strada era proprio ….la strada giusta per
me, la mia vita, il mio destino ! Ho
suonato ,ho avuto il riconoscimento della
gente….gente che sulla strada non è il
pubblico inteso in senso canonico ….come
al teatro o in un locale ….la gente che ti
scorre davanti quando suoni per la strada
comincia ad essere il tuo pubblico soltanto
quando sei veramente bravo ,quando
esprimi la tua arte con il cuore…,quando
sei in grado di trasmettere ciò che c’è
dentro di te e , soprattutto ,quando ciò
che è dentro di te è bello e sincero !
Insomma, il mio “primo giorno” da artista
di strada ho suonato un’ora e mezza e ho
guadagnato ,in proporzione, quasi più
soldi che in tutti i lavori che avevo fatto
prima …ma la cosa più bella fu la grande
sensazione di libertà ! Avevo ,finalmente,
messo alle spalle i fantasmi della vita
moderna che cercano di allontanarti dal
mondo dell’arte……insomma sintetizzerei
affermando che mi sono buttato sulla
strada quasi da …suicida e ho trovato la
….mia rinascita!
Carlo: Come è nato l’interesse per la
musica?
Sergio: avevo circa 14 anni …in casa mia
c’era una chitarra classica…apparteneva a
mia madre; dopo la separazione dei miei
genitori, trascorrevo giorni non proprio
felici ….avevo pochi interessi per il disagio psicologico di quella situazione ….ero
annoiato non poco ….ho trovato quella
chitarra che mai avevo preso in mano e
pensato di suonare. Chi immaginava,fino a
quel momento, di aver dentro una grande
passione per la musica e per la chitarra ?
Fu, letteralmente, amore al primo
incontro ….accadde tutto in un giorno
….imparai a strimpellare la melodia della
nona sinfonia di Beethoven e da allora non
riesco ad immaginarmi lontano dalla musica e …dalla chitarra!
Carlo: La tua prima chitarra?
Sergio: come ti dicevo prima ,ho iniziato
con la chitarra classica di mia madre ;ma
la prima chitarra elettrica me l’ha regalata una cara amica ….elettrica ,perché io
mi sento un “chitarrista elettrico” e rossa
…come il sangue …per me la chitarra è
proprio come il sangue ….vitale!
Carlo: sei stato sostenuto in famiglia
verso il tuo interesse per la musica?
Sergio: Per la maggioranza delle famiglie
è difficile sostenere economicamente e
moralmente chi vuole fare il musicista
,soprattutto per quelle famiglie in cui ci
sono problemi economici …come la mia…e
con gli eterni problemi di incomprensione
nelle scelte dei ragazzi….voglio dire ..nelle
vere scelte …essere un artista di strada
oggigiorno significa letteralmente andare
in direzione contraria al mondo e questo
fa paura ai genitori …ma non è niente di
grave, è semplice ignoranza …purtroppo,
a volte, i genitori si chiedono <come ce la
faremo?> …invece di chiedersi come si
può vivere senza fare ciò che si ama?
Oggi, siamo noi, gli artisti di strada, che
dobbiamo convincere tutti quanti che
siamo sulla ….strada giusta, semplicemente la …nostra strada! Io ho fatto questo
lavoro con i miei genitori, dimostrando
loro che la passione e professionalità che
metto …in strada …parlano per me !
Carlo: Perché hai scelto di suonare prevalentemente la chitarra con la tecnica del
“tapping” ?
Sergio: Ho iniziato a suonare usando la
tecnica del “tapping” perché il “tapping”
aveva dentro di sé molto del mio carattere espressivo e me ne sono reso conto
quasi subito.E’ il mio “canale” comunicativo, qualcosa che mi trasporta ….fa dimenticare la chitarra…come se si stesse suonando un altro strumento ….insomma non
15
la chitarra ma la chitarra …è qualcosa di
magico e dal punto di vista sonoro è per
me un “miracolo”!
Carlo: cosa consiglieresti a chi vuole
approcciare questa tecnica?
Sergio: il mio modesto consiglio per chi
inizia
lo studio del “tapping” …con
entrambe le mani….è , fondamentalmente,
di non considerare questa pratica con prevalente finalità scenica; dentro questa tecnica c’è una filosofia chitarristico-musicale
…da scoprire e da vivere ! Per iniziare il
“tapping” ci vuole moltissima conoscenza
della chitarra nella maniera tradizionale
,per acquisire ,sul serio, la filosofia di cui
sopra ….si devono passare le diverse fasi
della chitarra elettrica tradizionale ,tutte le
varie tecniche,si deve maturare musicalmente perché ,diversamente, si rischia di
incontrare difficoltà che inducono all’abbandono dello studio ….un vero peccato
,perché c’è molto da dire con questa
“quasi” nuova filosofia chitarristico-musicale” …io la penso e la vivo così !
Carlo: parlami dei tuoi studi musicali ….
Sergio:I o sono autodidatta! I miei
grandi maestri sono stati …il tempo dedicato, la passione, la caparbietà di imparare sempre e la voglia di esprimere al
meglio la mia musica! Penso che tutti i
musicisti più o meno siano autodidatti
…voglio dire che nessuno può mettere le
mani nello strumento in tua vece e nessuno può accelerare la tua crescita come
musicista ma, per fortuna, esistono i
grandi maestri, quelli che ti aiutano a farti
vedere la strada che porta alla conoscenza. Io ho tra scorso un periodo di circa 6
mesi con un gran musicista , chitarrista di
jazz-fusion,l’amico
Pablo
Florentini,
apprendendo da lui fondamentali nozioni
di armonia che mi hanno aiutato.
Carlo: torniamo sulla strada….come ti
organizzi nell’affrontare gli spostamenti
per le vie del mondo?
Sergio: I miei spostamenti come artista di
strada sono particolari : mi devo preparare prima perché , generalmente, non conosco le città , i paesi dove ho voglia di
andare …devo portare le mie cose, la chitarra, l’amplificatore a batteria, i dischi da
vendere. C’è molta adrenalina nel fatto di
spostarsi verso un posto che non si conosce e che rappresenta un salto nel buio …
ma è molto bello andare in un posto e
cercare di incontrare il consenso e l’affetto della gente del luogo, di conquistarsi la
fiducia come persona e come artista …è
un pensiero romantico ….ma anche un
lavoro! Ci vuole molta professionalità per
essere un artista di strada e vivere di questo lavoro, anche se molta gente crede
che per essere un professionista bisogna
necessariamente essere laureato o uscire
dalla tv …c’è molta ignoranza ,purtroppo
in giro! Attraverseremo ,di nuovo, la
strada con Sergio Paternò sul prossimo numero.
[email protected] www.myspace.com/sergiopatern ....
ma andate anche su YOUTUBE
Carlo Cattani-gennaio 2012/©
Campo de’ fiori
17
A proposito di Campo de’ fiori e
di Girdano Bruno...
C’era una volta una
piazza....
Tra le piazze storiche di
Roma, la sola che non
ospita chiese. Fino al
1350 era un grande
prato fiorito, e da allora
le è rimasto il nome:
Paolo Balzamo
Campo de’ fiori.
Proprio per questa sua assenza di chiese,
Campo de’ fiori fu scelto a teatro per le
esecuzioni capitali degli eretici, rigorosamente arsi vivi. Nello Stato Pontificio vigevano vari tipi di esecuzioni capitali, normalmente effettuate a Piazza del Popolo o
a Castel sant’Angelo. Le più pietose erano
la decapitazione con mannaia (riservata
agli altolocati), e l’impiccagione (normalmente per gli stranieri). Ai condannati
meno abbienti e più efferati era riservato
lo squartamento (taglio in quattro), con
esposizione dei “tocchi” fino a putrefazione, la mazzarella (colpi di bastone alla
C’era una volta una statua,
anzi due...
La Repubblica Romana, dopo aver cacciato Pio IX, proclamato la libertà di culto,
esteso il voto alle donne, abolito la pena di
morte e la tortura, nel 1948 eresse a
Campo de’ Fiori, luogo del martirio, una
statua al filosofo. Dopo pochi mesi però i
cannoni francesi affogarono in un bagno di
sangue la troppo moderna Repubblica e il
Papa rientrò trionfante nal Sacro Seggio,
e quindi, fino al 20 settembre 1870 (ma
chi ricorda la data della breccia di Porta
Pia?), niente più libertà di culto, niente più
istruzione per il popolo, condanne a morte
a go-go, divieto di vaccinazione, rapimenti
di bimbi ebrei ecc., ma soprattutto niente
Incisione di Piazza Campo de’ fiori, con i capannoni utilizzati per il mercato nel 1622.
schiena ed alla testa fino alla frantumazione delle stesse), e la ruota (al condannato
venivano spezzate in più punti braccia e
gambre, in modo da attorcigliarle e fissarle ad una grossa ruota di carro, poi issata
su un palo ed esposta fino alla fine). Solo
nel 1816, tornato il papa a Roma, si affermò l’uso della “moderna” ghigliottina.
(Per i curiosi: la pena di morte venne cancellata dai canoni vaticani solo il 12 febbraio 2001!)
C’era una volta un frate...
intelligentissimo, ma con un caratteraccio
inverosimile, la cui fama, oltre che di teologo, di mago ed astrologo si diffuse in
tutta Europa, e venne per questo chiamato ad insegnare nelle principali corti. Era
famoso per la memoria (sapeva ripetere a
memoria ogni libro che aveva letto) e
scrisse molte opere, tra l’altro affermando
che la terra non è al centro dell’Universo,
che le stelle sono solo dei soli lontanissimi
e che l’uomo non è solo, ma esistono infiniti mondi abitati. Ribelle di natura, condi-
vise (contestandone però parecchie) le
tesi del protestante Calvino. Tanta intelligenza e sapienza (associata al caratteraccio) lo portarono presto nella braccia ben
poco amorevoli dell’inquisizione. Così
Giordano Bruno, che ebbe la forza di dire
al suo inquisitore Roberto Bellarmino: “Voi
che pronunciate questa sentenza avete
più paura di me che la subisco” , il 17 febbraio del 1600 conobbe i morsi del fuoco,
dopo otto anni di torture, divenendo simbolo della libertà di pensiero. Da allora il
suo nome fu legato a quella piazza.
più statua di Giordano Bruno, frettolosamente rimossa e frantumata. Solo 18 anni
dopo, a furor di popolo, venne inaugurata
una nuova statua bronzea, che ancora
possiamo vedere, scura, possente, col libro
del sapere in mano ed il volto severo
incappucciato e severamente volto in direzione della basilica di San Pietro.
Passò la belle é poque, venne il nuovo
secolo, venne la guerra, e venne anche il
fascismo. E col fascismo il Concordato. Tra
le clausole “irrinunciabili” di Pio XI c’era
anche l’abbattimento della statua di Bruno,
ma il solo annuncio della cosa fece quasi
traballare il regime, e così Mussolini
dovette dire in parlamento (13 maggio
1929): “Giordano Bruno resta lì dov’è !”.
Brutto
scacco
per il Papa.
Però per curiosa coincidenza
l’anno successivo avvenne la
canonizzazionelampo proprio di
quel Cardinale
R o b e r t o
Bellarmino che
aveva condannato il filosofo al
rogo e Galileo
Galilei all’abiura.
Mysterium fidei!
C’era una volta (e c’è ancora)
una rivista...
Che ha deciso di dare libera voce a
tutte le opinioni, di non rincorrere
solo il lucro, di essere parola della
gente, e per questo si richiama pro-
popolo di Roma, ma anche a tutta la gente
che non vuole gabbie al proprio pensiero.
E’ quella che state leggendo: la vostra
“Campo de’ Fiori”
prio a quella bella piazza, alla fine di
Via dei Giubbonari che tanto sta a cuore al
Un caldo abbraccio a tutti e alla prossima
18
Campo de’ fiori
Ecologia e Ambiente
Aspettare la fine del 2012…non è la fine del mondo
Lo scopo del calendario Maya era quello di raccordare le azioni degli uomini con
tutto il movimento dell’universo
Stando alle previsioni
esattamente il 22 dicembre del 2012.
dei Maya sembrerebbe
Sabato 21 dicembre sarà dunque, l’ultimo
che il cammino o pergiorno del vecchio ciclo, ed è per questo
corso dell’ uomo che si
motivo forse che si respira una forte
sviluppa e muta dentro
preoccupazione!!! Ma quale era lo scopo
un ciclo che inizia e
principale del calendario?
che poi finisce, sia
Sembrerebbe che non era quello di stabiarrivato ad un punto
lire con precisione le “profezie” ma di racchiamato
“Katun”
cordare le azioni degli uomini con tutto il
di Giovanni
(cioè gli ultimi venti
movimento dell’universo, l’azione doveva
Francola
anni) un tempo quefondersi e armonizzare con l’equilibrio
sto molto importante in quanto considerauniversale, o meglio sincronizzarsi con i
to il tempo della conclusione di un “ciclo”,
ritmi cosmici. L’equilibrio era alla base di
la fine di un’epoca.
ogni decisione e azione. Al contrario di
Il “tempo del non tempo” lo consideravaquello che sta avvenendo nella nostra
no i Maya, quello spazio crepuscolare in
epoca moderna e industrializzata, dove si
cui non è giorno e non è
sta vivendo un momento stoLa nostra era,
notte. Questo dovrebbe
rico pervaso da paure, da
iniziata il 6 Settembre odio, da “schiavitù psicologiconcludersi appunto il 21
dicembre del 2012. Credo 3114 a. C., terminerà ca”, da tante altre situazioni
che su questa data sia stato il 21 Dicembre 2012. negative e insostenibili, che ci
detto di tutto e di più: chi Si chuiderà un ciclo, hanno portato ad un punto
sostiene scenari apocalittici, secondo il caledario dove tutto è il contrario di
chi non crede affatto all’avvitutto, dove le azioni dell’
Maya, e se aprirà
cinarsi di un grande cambiauomo sono spesso senza
un altro.
mento per l’umanità , chi
senso, non si ha più una preinvece assume atteggiamenti di paura solo
cisa concezione del tempo, anzi si ha la
al pensiero che tale data sia così prossinetta sensazione che il tempo si sia accema. Ognuno è libero di credere a ciò che
lerato, come se volesse condurci ad un
vuole, certo è che il calendario dei Maya
determinato punto, da cui ripartire per
redatto da sacerdoti in veste di scienziati,
ritornare uomini pensanti e consapevoli.
filosofi e astronomi, è talmente preciso,
Non c’è dubbio che l’uomo dovrà rivoluche l’eclissi solare dell’ 11 agosto 1999 si
zionare se stesso, il proprio pensiero, racè verificata con 33 secondi di ritardo
rispetto al tempo previsto dai Maya, considerando che questa previsione sia stata
fatta intorno al 3000 a.C, lascia davvero
un grande stupore.
Nel calendario Maya, ciascun ciclo del
lungo computo temporale corrisponde ad
un’era del mondo, in poche parole, il
nostro attuale ciclo in corso ha avuto inizio il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed
è molto vicino al termine,
iniziando
appunto il nuovo ciclo, una nuova era,
Calendario Maya
cordarsi di nuovo al quel ritmo cosmico
per poi acquisire una nuova coscienza collettiva. Per anni abbiamo trasformato la
nostra Madre Terra in un campo minato,
disseminata di bombe e centrali atomiche,
armi chimiche, alimenti altrettanto chimici,
abbiamo mercificato e stuprato interi territori, disboscato immense aree, “polmoni
naturali del nostro pianeta”, abbiamo succhiato alla Terra petrolio, gas, minerali di
ogni genere, inquinando aria e acqua, trasformando la vita in un grande “luna park
della frenesia”; ora è comprensibile che
per una ragione qualsiasi, tutto questo
può esplodere, è una circostanza reale
quindi pensare che i cicli prima o poi si
chiudono. Non resta che aspettare la fine
del 2012…da non confondere con la fine
del mondo.
Campo de’ fiori
La bottega di Mastro Fiore,
falegnami da quattro generazioni
19
di Ermelinda Benedetti
1932 - Anna Pinardi, Fiorino Dionisi, Luigi, Fiore, Decimina,
Andreina e Leonida sezionano un grosso albero appena tagliato.
L’artistica bacheca realizzata da Mastro
Fiore, che raccoglie le foto storiche e gli
stemmi delle famiglie congiunte Pinardi e
Dionisi.
Quando si dice “avere il mestiere nel sangue”! Ma perché lo si ha? Perché nel DNA,
oltre ai caratteri genetici, nella famiglia
Pinardi si è trasmessa anche la passione
per la lavorazione del legno. Essi, infatti,
sono falegnami da quattro generazioni!
Certo i modi di lavorazione del legno sono
nettamente cambiati, ma la dedizione è
rimasta senza dubbio la stessa.
Tutto ebbe inizio nel 1882 con Fiorino
Pinardi, che in un piccolo locale di Piazza
dell’Angeloccio, nel centro storico di Civita
Castellana, all’epoca cuore pulsante della
vita cittadina, metteva a disposizione il suo
mestiere per la riparazione di tini, bòtti,
carretti e ruote di carretti, mobili, seggiole
e quant’altro aveva a che fare con il legno
(che a quei tempi non era poco), per non
parlare poi della realizzazione ex novo di
porte e finestre, bare, giocattoli per i bam-
1934 - Temistocle, Roberto e Fiorino, con Luigi, Andreina e
Decimina ancora alle prese con la lavorazione del tronco di un
albero abbattuto.
1936 - Piazza dell’Angeloccio. Roberto e Temistocle Pinardi nella
prima falegnameria di famiglia.
bini e tutto l’occorrente
per l’arredamento della
nuova casa di giovani
sposi. All’epoca con il
legno si realizzava praticamente tutto e l’importanza e la considerazione
di un falegname era senz’altro molto alta. Si servivano tutte le fasce sociali
e si potevano costruire
carri agricoli per la campagna e carrozze e landò per la città .
Sorprendente era la perizia
necessaria:
per
costruire le ruote dei
mezzi, bisognava essere
falegname, ferraio e fine
carpentiere! E per fare
tutto ciò Fiorino aveva
bisogno anche di molto
legname che andava a
procurarsi direttamente
nei boschi circostanti (a
meno che non venisse
personalmente fornito da
chi commissionava il lavoro), tagliando a mano gli
alberi, lavorando i tronchi
e lasciando stagionare le
tavole, con l’aiuto dei suoi
due figli Roberto e
Temistocle, che imparavano, così, il mestiere. La
bottega veniva ben presto
rinforzata dalla presenza
di Fiore, figlio di Roberto,
che dimostrava già attitudine e passione per il
lavoro di famiglia e, fin da
ragazzo entra a far parte,
a pieno titolo, della squadra. Nel frattempo la bottega, visto l’espandersi
della cittadina al di là del
Ponte Clementino, sia per
questioni di spazio che di
comodità , si trasferisce
nel Quartiere Guadamello, in Via della Repubblica, di fronte alla storica
fontanella, mentre il giovane Fiore resta con il
nonno Fiorino nella bottega di Piazza di Massa.
Mastro Fiore ricorda con
nostalgia e tenerezza
questo periodo.
continua sul prossimo
numero...
Campo de’ fiori
21
Mamma e papà: genitori o amici?
Si può essere amici dei propri figli e viceversa?
E’ questa una domanda che
anima discussioni, dibattiti e
confronti sia tra ragazzi che
tra adulti.
porsi in atteggiamento di
ascolto, sono quelli che maggiormente sapranno aiutarci a
superare ansie, paure e preoccupazioni che popolano la
nostra età : la pre-adolescenza
e l’adolescenza.
Esistono varie scuole di pensiero di cui, una vede i genitori proiettati verso il “permissivismo” perché ritengono che l’esercizio di troppa
autorità possa condurre ad
una chiusura dei propri figli
nei loro confronti.
L’altra, vede come unico
fronte possibile, per l’appunto, la rigidità dei metodi
educativi.Per fortuna, c’è la possibilità di
intravedere tra le due strade una zona
cuscinetto dove si collocano i genitori che
cercano di perseguire una linea più morbida.
I genitori si sa, costituiscono saldi punti di
riferimento, stabilire, quindi, reciproci rapporti di stima e di fiducia ci aiuta a crescere più sicuri e forti, capaci di comprendere
e di fare le nostre scelte anche tra le mille
insidie che pervadono la nostra società .
Per questo, ritengo che genitori apparte-
Dirigendo, poi, il discorso sul
versante dell’amicizia credo
che una relazione così impostata, abbia insito tale sentimento.
uò
ri e figli p
Tra genito
mplicità
esserci co
ura,
, nella mis
ia
iz
ic
m
a
e
n
o g nuno no
però , che
onfini
esca dai c
ruolo.
del proprio
nenti alle prime due
tipologie, possano nuocere, per versi
opposti, alla nostra formazione.
Al contrario, mamme e papà che sanno
Forse possiamo cogliere delle
sfumature che differenziano il
rapporto d’amicizia con i coetanei da quello con i genitori.
Con un amico puoi parlare di tutto, puoi
confidarti, puoi chiedere consigli, ma il
vero amico è quello che ti porta anche ad
aprire gli occhi sugli errori che avresti
potuto aver commesso.
Allora vorrei poter concludere con un mio
personale punto di vista, anche tra genitori e figli può esserci complicità e amicizia,
nella misura, però , che ognuno non esca
dai confini del proprio ruolo.
Tiziana Di Benedetto
Campo de’ fiori
22
La coscienza infelice,
(in molti casi) è un re senza regno
Quando la coscienza
fa l’esperienza del
nulla, in effetti, fa
l’esperienza di sé
come vuota. Il fatto
che “fa esperienza”
però significa che
essa è . E’ soggetto
di questa esperienza. L’io, qui preso
del Prof. Massimo
come sinonimo di
Marsicola
coscienza,
senza
altra determinazione, faceva notare Kant nelle sue Riflessioni
(Vol.XVII Ed. dell’Accademia), senza un
predicato, in quanto soggetto e oggetto
contiene, in effetti, anche il predicato:
quello di essere. L’io vuoto è , paradossalmente, pieno della sua soggettività , sia
come possesso di sé che come possibilità
di dispiegarsi verso…altro. Il “vuoto” che
prova in quel momento è dovuto alla mancanza di senso. Ma proprio da questa
mancanza il vuoto io diventa “posse”,
capacità , cioè , di orientarsi verso altro;
proprio alla ricerca di senso. Il vuoto viene
percepito dapprima come altro da sé
come qualcosa di esterno. E ciò perché la
coscienza ha imparato, sin dal suo esordio,
che è sempre e specialmente coscienza di
qual-cos’-altro. La vuotezza, la vacuità , lo
smarrimento che da esse deriva, non sono
la regola. Quando la coscienza ha questo
tipo di esperienza rimane attonita, come
sbalordita, persino incredula. Esperisce
l’assenza più che la presenza, il vuoto.
Viene a trovarsi in una condizione in cui si
sente minacciata perché risucchiata dal
nulla. e’ la condizione nella quale dalla
paura si passa all’angoscia. Ma tutto questo è causato, occorre ribadirlo, dalla
mancanza di senso; da una sospensione
totale dell’alterità delle cose come della
iità (ipseità ) dell’io. Fuori di sé percepisce
il vacuo(pur avendo dinanzi l’essente);
dentro di sé percepisce il vuoto, pur rimanendo presente a se stessa. Vacuo fuori e
vuoto dentro. Sospensione dell’essente e
sospensione dell’essere
nella sua multiformità
apparente. Sospensione
del suo stesso essere.
L’unica cosa di cui dispone, ma, meglio sarebbe
dire, dispone di essa, è
un io nudo senza suolo
né cielo. L’esperienza di
sé come di un re spodestato, spaesato, reietto,
relegato in un paese
lontano di cui nulla
conosce. Non le contrade, non la lingua, né la
flora e la fauna, né i
costumi. Questo re, che
a lungo ha imperato,
impartito ordini, imposto
sanzioni,
ricevuto
onori…, ora è senza
trono né sudditi. Tutti i
suoi pensieri sono fuggiti da lui. E’ solo con se
stesso. Con un io vacuo
che è tutto. Ed è tutto
quel che ha. E’ preso dal
terrore. Dove sono? Chi
sono? dove vado? C’è
qualcuno in grado di dirmelo? Questa dolorosa
esperienza che occorre
all’uomo può , nella sua
drammaticità , essergli
salutare e necessaria. E’ si potrebbe dire,
prefigurazione di quella condizione di
assoluta solitudine che vivrà l’anima al
momento del giudizio. Sola, e nuda come
Adamo ed Eva davanti al gran Re. Allora
scopre che il Re è l’altro. Colui che ti
manca. Colui per la cui compagnia non
avresti mai patito l’esperienza del nulla.
esperienza che fa unicamente chi è senza
Dio. A costui, finchè è in vita, questa
esperienza gli dice chi è ; gli ricorda cosa,
anzi, chi deve cercare, gli indica quale
strada prendere. Chi ha con sé Dio non fa
l’esperienza del nudo io. Non prova il
vuoto né la mancanza di senso. Chi ha
con sé Dio ha tutto. Ha tutto perché tutto
conosce e sa. E per questo sapere tutto
possiede. Non rischia il vuoto di senso che,
qui è lo stesso, è senso di vuoto. L’io, è
bene si sappia,è una rotondità che contiene ciò che ha in sé appreso e sviluppato.
Se questa rotondità è colma delle cose del
mondo, è piena di cose deperibili; se è
piena di cose celesti, è piena di cose incorruttibili.
Campo de’ fiori
23
Socializzare … cinguettando!!
All’ ”inseguimento” di Twitter
Nel mondo dei
Social Network non
c’è solo Facebook
ed i suoi inciuci
quotidiani. Qualche
articolo fa ( N° 86 di
Campo dé fiori,
ndr) abbiamo scritto
tanto sulle varie
piattaforme che aiudi Patrizia Caprioli
tano a socializzare
in Rete, ma non abbiamo ancora parlato di
Twitter!
Questa particolare piattaforma permette di
informare e informarsi coinvolgendo anche
centinaia o migliaia di persone contemporaneamente con un solo messaggio di 140
caratteri.
Ecco come!
Dal sito www.twitter.com si accede
all’Home Page. Prima mossa da fare è la
registrazione tramite un indirizzo e-mail ed
una password di vostro gradimento.
L’Home Page del sito è divisa in due parti:
a destra troverete i tweet che avete deciso di seguire e a sinistra i follower ed i following, insieme a suggerimenti sulle persone del momento che dovreste seguire in
base ai vostri interessi.
In Twitter il gioco si basa essenzialmente
su due profili principali: il follower e il
following. Il primo tradotto dall’inglese
significa “chi segue qualcosa o qualcuno”,
e rappresenta in quest’ambito colui che
legge i nostri twitter che scriviamo
ogni qual volta vogliamo trasmettere un nostro pensiero, un evento,
un’idea a chiunque voglia leggerci.
La seconda parola following ha il
significato di seguito e rappresenta
colui che noi seguiamo nei suoi
scritti su Twitter.
Per seguire un personaggio, una
pop star oppure un semplice utente,
basta cliccare la parola “segui”
accanto al nome della persona.
Proseguendo il nostro percorso
notiamo che sempre dall’Home Page
sulla barra in alto troviamo quattro
pulsanti, ciascuno dei quali ci fa
accedere a diverse funzioni.
Il pulsante “@ Connetti” ci permette
di sapere cosa dicono di noi gli altri
cinguettanti della piattaforma! Possiamo
conoscere sia quante e quali persone
hanno deciso di seguirci, e chi ha ri-twittato i nostri pensieri ad altrettanti utenti.
Queste informazioni vengono prese interagendo con la schermata Interazioni, l’altra
schermata, denominata Menzioni e sempre accessibile dal pulsante “@ Connetti”,
permette di conoscere quante e quali persone ci hanno citato all’interno di Twitter.
Non dimentichiamo che se vogliamo citare
noi un altro utente, la sintassi da utilizzare
è “@nomeutente”!
Con il pulsante “# Scopri” si possono
conoscere tutti gli utenti che si occupano
di una data tematica, basta mettere un
Hashtag ( il simboletto cancelletto)
accanto ad una determinata parola
chiave.
Informare ed informarsi
coinvolgendo migliaia
di persone
contemporaneamente
con un solo messaggio di
140 caratteri
Il pulsante con la figura della persona a
mezzo busto ci fa accedere al nostro profilo personale e qui possiamo personalizzarci a nostro piacere, proprio come facciamo con il nostro profilo su FB!
L’ultimo pulsante mostra una penna d’oca
inclinata, rappresentante il simbolo della
scrittura, e da questo menù possiamo
comporre i nostri twitter da 140 caratteri
per comunicare in modo velocissimo ed
aggiornato tutto ciò che per noi può
sembrare interessante per gli altri!
Tanto per gradire, vi segnalo quattro utenti famosi che potete seguire;, naturalmente le tematiche e le persone interessanti
da seguire sono molte, tante, basta che
decidiate come spendere il vostro tempo
seguendo i vostri gusti o interessi personali.
Lady Gaga: @ladygaga
- Dagospia:
@_dagospia_ - Paolo Attivissimo (Politica
e Attualità ): @disinformatico – Anna Dello
Russo (Moda): @annadellorusso
Buona conversazione a tutti!
L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come
supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli
studenti.
La fattoria dei Giardini: http://fattoriadeigiardini.freshcreator.com/
L’Agrifattoria Didattica i Giardini di Ararat offre alle scuole una serie di percorsi che aiutano a conoscere la
natura e gli animali in modo diretto e ricreativo.
Campo de’ fiori
24
Nessun compenso per il sindaco di Orvieto
Striscia la notizia premia il primo cittadino Concina per aver rinunciato,
già dalla sua elezione, agli oltre 2.000, 00  di rimborso mensili
“Striscia la notizia”, il
seguitissimo tg satirico di Canale 5, lo
ha premiato con un
tapiro al rovescio,
per essere stato,
molto prima dell’avvento di Mario Monti
alla presidenza del
Consiglio, il primo
di Secondiano
sindaco
ad abbattere
Zeroli
i costi della politica.
Stiamo parlando di Antonio Concina, il
primo cittadino di Orvieto, che, da quando
è stato eletto, ha rinunciato spontaneamente agli oltre 2.000,00  che gli spetterebbero di diritto per la sua carica. “Ho
rinunciato a questi soldi – ha dichiarato a
Mister Neuro, l’inviato di “Striscia” – perché in un momento come questo, in cui
vengono richiesti grossi sacrifici ai cittadini, è necessario dare esempi virtuosi. Io
ho la mia pensione e mi accontento di
quello che ho”. Sulla scia del sindaco
anche gli assessori comunali hanno, da
tempo, rinunciato ai loro rimborsi, così
come il presidente del Consiglio
Comunale. I cittadini orvietani hanno
accolto con molto piacere questo modo
nuovo di fare politica fra la destra – che è
andata al potere, appunto con Antonio
Concina, da appena due anni - e la sinistra – che è stata al potere per oltre sessanta anni - . il bell’esempio però rimane
ed invita a tutti coloro che fanno politica a
seguirlo senza ulteriori indugi.
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
Ricominciare a… ricordare
Ricominciare non è
con i loro animali da stalla o da cortile, e
mai facile. E’ inutile
gli zingari (che ancora non venivano chiastar qui a ripetere “i
mati Rom) a bordo delle loro bighe, anteperché e i per come”
nate dei moderni caravan e roulottes. Si
che hanno caratterizzadistinguevano, innanzitutto per i loro
to l’anno appena tracaratteri somatici e per il loro abbigliascorso, l’importante è
mento. Carnagione scurissima, tipica di
fissare bene nella
popolazioni gitane ed orientali, capelli lunmemoria
tutto,
e
ghi, neri e baffi per gli uomini, mentre le
di Alessandro Soli
immagazzinare i ricordi
donne erano formose e sensuali, larghe
in modo preciso, per
vesti variopinte e collane di corallo, che si
poi ”rivenderli” a clienti distratti, in tutt’alabbinavano perfettamente ai bracciali e
tre faccende affaccendati. Ed è quello che
agli orecchini d’oro. L’oro appunto che da
mi propongo di fare ogni volta che le mie
secoli caratterizza questa etnia, che in
dita affondano sulla tastiera per presentarquegli anni viveva con la vendita di stuvi i miei scritti. Sant’Antonio Abate, 17
pendi cavalli ispano- arabi molto apprezzaGennaio, quante fiere “su o’ campo d’a
ti nelle fiere, merce preziosa per i tanti
fiera” a fianco della Ceramica Marcantoni
estimatori. Si vedevano capannelli di gente
(qui a CivitaCastellana), su su fino al
attorno alle merci e agli animali, al centro
Boschetto, e verso il cimitero. Merci e
di essi un altro personaggio tipico, carattebestiame, quando si “rimristico ed insostituibile :”O
La fiera di
piazzava” il maiale appena
senzale”, che non era un
macellato, acquistando il
uomo senza ali, ma colui che
Sant’Antonio faceva
giovane “magrone” subito
da garante all’operaAbate, tra
messo all’ingrasso fino a
zione di compravendita, basadicembre. Animale importa sull’onore, colui che strinbestiame,
tantissimo, di cui non si
geva, con la sua, le due mani
“sprecava gnente”, infatti zingari e senzali. già strette dell’acquirente e
si
diceva
che
del compratore. Altri tempi,
“Sant’Antonio s’era ‘nna- E la benedizione altri valori, altri sentimenti.
morato de o’ porco”. I
Come non posso ricordare la
degli animali.
personaggi, sempre gli
benedizione, che si faceva,
Come
stessi: contadini dalla vicisempre
qui
a
Civita
na Sabina e dall’ Umbria,
Castellana
davanti
alla
piccodimenticarle?
“
“
Protegge i tuoi valori
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25
01033 Civita Castellana (VT)
Tel.0761.599444 Fax 0761.599369
[email protected]
la chiesa di Sant’Antonio, quando la popolazione portava i propri animali sia da lavoro che domestici, per ricevere “la spruzzata di acqua santa” auspicio di prosperità
per il nuovo anno. Venivano distribuite ai
presenti le tradizionali “pagnottelle di
Sant’Antonio”, minuscoli pani del diametro
di una moneta, che la tradizione popolare
conservava per un anno intero e che non
ammuffivano mai. Questa festa paesana,
per fortuna ancora oggi “resiste”: la fiera
c’è , la benedizione e le pagnottelle pure,
ma com’è diverso lo spirito e il ricordo di
quando si diceva “’A Befania, tutte ‘e feste
se porta via, poi arriva Sant’Antognetto,
che ne porta n’andro sacchetto”, già perchè il 17 Gennaio, entra pure Carnevale,
ma… questa è un’altra storia.
26
Campo de’ fiori
AGOSTINO PARADISI
Civita Castellana 1654 - Modena 1732
del Prof. Architetto Enea Cisbani
... continua dal numero 87
(... il 30 ottobre 1729 con una lettera spedita
da Modena, l’avvocato e letterato Agostino
PARADISI…)….comunica al Vescovo la sua
ferma e decisa volontà di donare per la
fondazione del Seminario Vescovile un
lascito di 10.000, scudi romani e contribuire così alla rinascita culturale e morale
della sua città dove è nato e si è affermato. Prima di procedere all’analisi del
contenuto della lettera, è necessario stabilire una importante premessa storica: la
creazione in ogni Diocesi del Seminario
Ecclesiastico, fu stabilita dai Padri del
Sacro Concilio di Trento nella sessione
n.23, al celebre Capo 18 De Reformatione
approvato il 15 luglio 1563, con cui si ordinava ai Vescovi di istituire nelle Diocesi
assegnate un perpetuum seminarium in
cui il Vescovo potesse alere ed religiose
educare et in sacri disciplinis istituere un
certo numero di giovani, destinati ad
attendere ai ministeri ecclesiastici.
Si dovevano preferire i giovani di povere
famiglie, senza escludere gli abbienti che
dovevano pagarsi per intero le spese di
mantenimento: vivere tutti nella stessa
casa e sotto la guida di un rettore nominato dal Vescovo; si davano norme per le
scuole, la disciplina e la pietà , che rimasero in vigore, immutate, fino al 1970.
Le regole stabilite dal Concilio di Trento, si
rifacevano nelle linee generali alle leggi del
Concilio Lateranense III, (1179), e IV,
(1225), e ordinano che ogni Cattedrale
fissi un congruo stipendio ad ogni maestro
affinchè istruisca i giovani chierici alle
leggi di Dio e della sua Chiesa, e la gratuità per i poveri.
Successivamente sarà il Concilio Romano
del 1725 promosso dal Pontefice
Benedetto XIII, al titolo 30 capitolo 10, a
prescrivere che gli aspiranti al sacerdozio
prima dell’ordinazione, trascorrano in
Seminario o nell’Episcopio almeno un
semestre di formazione.
Sarà sempre il Pontefice Benedetto XIII
nel 1725 con la bolla pontificia cum Itaque
seminari, a ordinare in maniera chiara e
decisa ai Vescovi di procedere alla fondazione del Seminario Vescovile per la formazione dei ministri della Chiesa Romana,
definendo puntualmente sia i criteri religiosi ed educativi, che le necessarie forme
di sostentamento del Seminario stesso,
ordinando che tutti gli ordini religiosi,
benefici ed istituzioni presenti in ogni
Diocesi contribuissero al suo mantenimento con una tassa variabile dal 3 al 5% calcolata sulle rispettive rendite.
La Bolla di Benedetto XIII nasce in una
fase storica che vede una progressiva
decadenza della formazione intellettuale
dei Sacerdoti, alla quale si vuole porre
rimedio affidandola ad una chiara istituzione formativa come appunto quella del
Seminario Diocesano.
Questa necessaria premessa storica, spiega chiaramente il fervore e lo zelo che il
Vescovo Tenderini profuse nella fondazione del Seminario di Civita Castellana,
attraverso innumerevoli fatiche e pensieri,
che si rivelano da subito con la personale
donazione di dodici luoghi di Monti
Camerali depositati presso il Monte di
Pietà di Roma per l’erigendo Seminario.
Il Tenderini il 24 e 25 settembre 1725,
avvia la fondazione della Sacra
Congregazione del Seminario di Civita
Castellana, composta dallo stesso Vescovo
e da quattro deputati, secondo le regole
del Concilio di Trento e della Bolla
Benedettina del 1725, per decretare la
fondazione del pio istituto e per istituire la
tassa prescritta dai paragrafi II, IV e V
della bolla citata, da applicarsi a tutte le
istituzioni ecclesiastiche presenti nella
Diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese.
Con l’Editto Vescovile del 2 ottobre 1725, il
Tenderini richiese formalmente lo stato
ufficiale delle rendite degli istituti religiosi,
che furono poi pubblicate nella cancelleria
nel novembre dello stesso anno.
Il 30 marzo 1726, giunse da Roma al
Vescovo Tenderini la lettera circolare della
Sacra Congregazione de Seminari
Erigendi, con la prescrizione di non applicare la tassa dal 3 al 5% sui benefici ed
enti riservati alla contribuzione della Santa
Sede. Norma chiarita in seguito con l’editto del Cardinale Pro Datario del 20 luglio
1727. Finalmente dopo innumerevoli fatiche, studi e discussioni, il 27 gennaio 1728
fu redatta ed approvata dalla commissione
vescovile la tassa sopra le rendite della
Mensa Vescovile a ragione del 3%, quale
minore importo di quella prescritta nella
predetta Bolla di Benedetto XIII al paragrafo II, per un importo finale annuo di
148 scudi e baiocchi 64, e registrata, quindi, negli atti vescovili in data 20 marzo
1731.
Non mancarono, ovviamente, in tale delicata fase i ricorsi in sede legale dei vari
istituti circa la modalità di corresponsione
Il vecchio seminario in Via Panico
della tassa, ma furono completamente
rigettati dalla stessa commissione vescovile nelle sedute del 18 aprile e 16 maggio
1733.
Il definitivo decreto di approvazione della
rendita di 148,64 scudi romani per il mantenimento del seminario Vescovile, avvenne l’8 agosto 1733.
Risulta evidente che la somma di 148,64
scudi era chiaramente insufficiente per il
sostentamento della scuola, del personale
e degli alunni e fu allora che il Vescovo
Tenderini nel settembre del 1733, scrisse a
Roma alla Sacra Congregazione dè
Seminari Erigendi, chiedendo che venissero assegnate al seminario le rendite della
chiesa rurale del SS.mo Crocifisso di
Vallerano e nel contempo applicata una
tassa annua di 160 scudi sull’eredità di
Teofilo Gargani di Gallese.
Fu proprio il ricorso legale intentato dalla
Comunità di Gallese contro la tassa di 160
scudi sull’Eredità Gargani ad ostacolare il
Vescovo Tenderini, durante il periodo del
suo Apostolato, nella definitiva apertura
del Seminario.
Chiarita l’importante premessa storica, è
evidente nella sua totalità il disegno concepito dal Tenderini: la ricerca di una sede
adeguata, che divenne poi palazzo
Soderini in via Panico e di fondi finanziari
con i quali sostentare il Seminario, considerato che la tassa di scudi 148,64 era
nettamente insufficiente.
È in questa particolare situazione storica
che si colloca allora la lettera di Agostino
Paradisi del 30 ottobre 1729, con la donazione di un lascito di 10.000,00 scudi che
avrebbe garantito negli anni a venire una
fase di relativa tranquillità e prosperità al
Seminario Vescovile.
Essenziale il ruolo svolto dall’Abate
Soderini che grazie alla sua amicizia con il
Paradisi, lo sollecitò nell’importante donazione a favore dell’istituzione civitonico.
continua sul prossimo numero...
Campo de’ fiori
27
Cinquantesimo per lazienda Sbarra
1962 - 2012. Festa per i 50 anni di una delle attivit leader
del settore scaffalature ed arredo negozi
Dietro a quello
che è oggi il
grande nome di
una azienda, c’è
una lunga storia, attraverso la quale è riuscita ad affermarsi tale. E’ il caso dell’azienda Sbarra, leader
nel settore delle scaffalature e dell’arredamento di uffici e negozi di ogni genere,
che quest’anno festeggia meritatamente i
suoi 50 anni di attività !
Famiglia da sempre dedita alla produzione,
dapprima con la gestione di un forno nel
cuore del piccolo borgo di Corchiano e di
un frantoio, si dedica successivamente alla
realizzazione di scaffalature in metallo. Ma
entriamo nel vivo della loro storia. I tre
fratelli Alfredo, Calisto e Maria Pia decidono di spartirsi le attività ereditate dai genitori, sicché a Maria Pia toccherà la gestione del panificio, tuttora di sua proprietà ,
mentre i due fratelli proseguono insieme
con la conduzione del frantoio. Essendo
però quella un’ attività prettamente stagionale, nel 1962 Alfredo e Calisto decidono di avviare una nuova attività , aprendo
un piccolo negozio in Piazza IV Novembre,
accanto al forno, dove realizzano e vendono acquari e brandine per cani. Arrivano
subito, da parte dei clienti, anche le prime
richieste di piccoli scaffali, che i due fratelli si ingegnano, di buon grado, a costruire
assemblando i pezzi con bulloni. Le ordinazioni sembrano farsi sempre più consistenti e lo spazio a loro disposizione non è
più sufficiente, così che nel 1969 decidono di trasferirsi in una nuova e più idonea
sede, nella zona nuova ed appena invia di
espansione di Corchiano: Via Civita
Castellana. Si possono allora iniziare a
soddisfare anche le richieste più grandi,
impegnandosi nella lavorazione di acciaio
inox per l’arredo di negozi di ogni genere,
arrivando fino alla realizzazione di banchi
frigo, che venivano costruiti principalmente nel periodo di chiusura del mulino,
anch’esso spostato accanto al nuovo stabilimento. Il loro nome comincia a diffondersi nelle zone limitrofe raggiungendo tutto il
Viterbese, la Sabina e Roma e vengono
così assunti anche i primi dipendenti. Il
capannone, che conta una superficie di
1.300 mq, viene diviso in diversi reparti:
taglio, assemblaggio, vetreria e verniciatura, oltre alla sala mostra, dove la clientela
può visionare e scegliere il pezzo di suo
gradimento.
Nel 1984, i fratelli Sbarra, di comune
accordo, decidono di separarsi: Alfredo
continuerà con la gestione del frantoio,
Calisto invece porterà avanti l’attività dell’arredo negozi, per la quale inizierà una
nuova epoca. Calisto è , adesso, maggior-
di Ermelinda Benedetti
Corchiano - Lo stabilimento Sbarra in Via Civita Castellana, nei primi anni ‘70.
mente incentivato a dar libero sfogo alle
sue nuove idee, rivoluzionando, così ,
tutte le linee di prodotti finora realizzati ed
ideando vetrine componibili a moduli di
varia lunghezza. Decide, inoltre, di ampliare l’attività aprendola anche alla commercializzazione di accessori per il completamento dell’arredo dei negozi: registratori
di cassa, manichini e quant’altro. Calisto si
reca abitualmente alle fiere, dove è possibile trovare tutte le novità del momento,
dalle quali poter prendere spunto per
nuove creazioni. Ed è così che poi,
immerso nel suo ambiente di lavoro, progetta le sue idee, le disegna ed infine le
materializza. Per dirne una: lo scivolo per
le sigarette. Si tratta di uno scaffale leggermente inclinato, munito di un peso
posto dietro i pacchetti in esposizione, con
la funzione di farli scorrere in avanti man
mano che vengono tolti.
Sempre più forte si fa lo spirito di espansione che anima l’azienda, incentivato
anche dalle nuove tecnologie che stanno
prendendo sempre più piede, sia a livello
di macchinari sia a livello informatico,
tanto da essere quasi pionieri sotto questo
punto di vista. Si apre dunque un decennio ricco di lavoro e di grande innovazione,
in cui Calisto è supportato in prima persona dalla moglie Maria Lucia Fossicelli,
impegnata principalmente nel settore
amministrativo, e dal figlio Giantobia, a
partire dal 1992. Proprio nel ’91, infatti, si
decide di acquistare un nuovo terreno
industriale sul quale impiantare uno stabilimento ancora più efficiente, spostandosi
da Corchiano, dove la tanto attesa zona
industriale sembrava ancora non voler
decollare, a Fabrica di Roma. E’ così che
si gettano le fondamenta di quella che è la
sede attuale dell’azienda Sbarra, in località Quartaccio. Il destino, però , non per-
Calisto Sbarra,
uno dei fratelli fondatori dell’azienda
mette a Calisto di veder realizzato il suo
nuovo, grande sogno, poiché , nel 1993,
verrà a mancare. Uomo di grande creatività ed entusiasta del suo lavoro, il secondogenito della famiglia Sbarra, con la
grande passione della pittura, da buon ex
allievo dell’Accademia delle Belle Arti di
Roma in Via Ripetta, lascia ai suoi cari un
ottimo ricordo, nonché un lungo cammino
da percorrere. Degno erede di suo padre
sarà , a tal proposito, il figlio Giantobia,
che porterà a termine i desideri rimasti
incompiuti del padre, riuscendo a gestire
egregiamente l’azienda di famiglia, grazie
anche all’occhio vigile della madre, sempre
al suo fianco.
Continua sul prossimo numero…
28
Campo de’ fiori
PORTA D’INGRESSO NEL MONDO D’ARTE
DEL PROF. PIERO AMMANNATO
A VENT’ANNI DALLA SUA SCOMPARSA.
TRENT’ANNI
DI PRODUZIONE PITTORICA TRA RISERBO E AMORE.
Una lampada dalla
calda luce illumina
un quaderno aperto,
una penna pronta
per incoraggiare a
scrivere un’emozione, un sentimento,
un’idea, una briciola
di
vita, un ricordella Prof.ssa
do……“CIVITA
Maria Cristina
RICORDA PIERO” ha
Bigarelli
reso omaggio ad un
grande Artista nella dedizione e nell’amore
che ha dimostrato e incarnato per tutto il
tempo della sua vita terrena. Vent’anni
sono trascorsi dal giorno in cui il Prof.
Ammannato, nonché Piero, il marito, il
padre e l’ uomo dal profondo riserbo, l’artista dai toni umili e dalle abilità eccelse,
ha concluso il suo cammino nell’immanente. LA MOSTRA, voluta dai figli, ha presentato una Galleria di Opere uniche e irripetibili, ha avuto luogo negli ambienti
della sala delle ex carcerette ristrutturata
dall’Amministrazione Comunale di Civita
Castellana, volta ad accogliere espressioni
d’arte e culturali come questa, aperta nel
periodo delle festività natalizie.
L’affetto dei civitonici e di quanti lo hanno
conosciuto è stato dimostrato dalla moltitudine di persone presenti all’inaugurazione del 23 dicembre, arricchita dalla squisitezza e dalla sensibilità dei figli Marco e
Laura, desiderosi a voler mettere, ancora
una volta, sulla scena della contemporaneità artistica quello che è stato motivo di
vita umana e pittorica del padre, dalla personalità introversa, seppur pronta ad
esternare, a parlare con i colpi di pennello
di quell’umanità e di quei sentimenti che
ancora oggi si presentano validi, efficaci
ed eloquenti per un dialogo educativo
emozionale. Tra i visitatori ci sono stati
molti amici, rappresentanti del Comune,
personaggi del mondo dell’ Arte della
Tuscia che hanno ormai respiro nel panorama contemporaneo internazionale.
Visitare l’esposizione ha significato per noi
cogliere i tratti di bravura di capolavori
rimasti in silenzio per lungo tempo e che in
questa location hanno avuto la rinnovata e
meritata considerazione. Le Opere di varia
misura e tecniche emergono dal contesto
e si distinguono per cromia in una danza
tematicamente ritmica, vagamente arcaica, bucolica … nei fiori, nei paesaggi campestri, nelle vacche maremmane, nei
ritratti dei figli e
della moglie, entusiasta dell’uomo e
dell’artista
che
tanto ha fatto per
esibire le Opere…
Nelle barche dipinte
dal vero nei cantieri
portuali della Sicilia
emerge l’interiorità
e la profondità dell’oggetto che diventa quasi uno stato
d’animo.
Nelle
immagini
sacre
Piero vuole trasmettere la sua
fede … un capolavoro di cronaca
familiare plasmata
seguendo le intuizioni e le semplici
metafore di un’esistenza vissuta nel
silenzio interiore,
nella grazia di assaporare le piccole,
importanti e irripetibili emozioni del
vivere, dipinte su
supporti di tela suggerite da brandelli e
cornici di felicità e
serenità
interiori
emergenti dai più
cupi colori, sfocianti
in colpi di luce caravaggesca. Momenti
di riflessione operosa e di illuminazione
spirituale
che
inneggiano all’esaltazione delle forme,
all’uso del colore,
che talvolta sembra
nero, ma nero non
è … è attraverso
questo colore che si
può uscire dalla
sofferenza e innalzarsi, facendo rimbalzare agli occhi
del
visitatore
momenti di grande
meditazione… l’uomo appare poco in
alcuni dipinti di
Piero Ammannato,
Campo de’ fiori
perché è l’osservatore e il catalizzatore di una poesia pittorica che vuole
essere segno e
significato
della
realtà così com’è ,
senza elaborarla,
ma interpretandola,
cioè vivendola nel
gioco della mescolanza dei toni, dei
colori, delle sfumature delle emozioni
che il Pittore Piero
ha
scandito
in
modo del tutto
naturale, lineare ed
autentico,
come
autentico e lineare
è stato il suo percorso di uomo e di
artista in un’ apoteosi di saggezza
semplice ed efficace
che dona al Cuore
della Mente il senso
e l’ideale di pace di
cui oggi, in questa
contemporaneità
tormentata, si sente
l’urgenza. L’uomo è
privilegiato
nei
dipinti delle tappe
salienti della vita di
San Francesco, perché rappresenta il
29
sublime in tutta la sua semplicità ; nel
volto del Cristo morto, dalla cui sofferenza
traspare serenità …,
appare uno stile
materico pastoso che sembra giocare sulle
tonalità basse dal nero al grigio, al verde,
ai cenni di blu accendendosi, quasi brancicando, toccando qua e là , fondendosi
nella luce.
Una domanda: Chi ama, crea? Ecco che…
se un barlume di risposta risiede nella
Creazione Alta, allora potremmo osare
affermare che chi “crea” Arte è un po’
colui che, avendo ricevuto il Dono, è
responsabilmente creatore di riproduzioni
di schegge del Creato, ottenendo così , tra
un’Opera e l’altra, il privilegio di proporre
la bellezza degli “esseri” amati e creati!
Piero Ammannato attraverso l’Arte ha abilmente operato per rendere il mondo
migliore, incoraggiando tanti talenti a
emergere, a esprimere le proprie emozioni in una modernità sorprendente, perché
le immagini, gli oggetti, da lui dipinti non
sono lontani, ma tangibili e visibili.
Acquarelli, Opere in Olio su tela o in acrilico “riscaldate” come diceva lui, con l’Olio…
per dipingere fino agli ultimi istanti della
sua esistenza, lasciando a Marco, a Laura
e anche a tutti noi un’Eredità fatta di
materia ricolma di ricchezza spirituale e
morale!
CIVITA RICORDA PIERO
Grande successo per la mostra dedicata all’artista civitonico “Pierino” Ammannato
Piero Ammannato non ha certo bisogno di grandi presentazioni, almeno per i nostri lettori
di Civita Castellana. Molti civitonici hanno infatti avuto l’occasione di conoscere l’artista e
magari possiedono una o più opere da lui realizzate: olii su tela, acquarelli, tele dipinte con
colori acrilici, quelle degli ultimi anni. Piero, infatti, pur venendo a mancare prematuramente a soli 56 anni, ha lasciato numerosissimi capolavori che riempiono le nostre pareti e spesso quelle delle nostre chiese. A vent’anni dalla sua scomparsa i figli Marco e Laura hanno
voluto ardentemente una esposizione delle opere del loro padre per ricordarlo insieme agli
amici di Civita, ai parenti e agli artisti che lo hanno conosciuto. La mostra si è realizzata
anche grazie all’aiuto prezioso di una carissima amica di famiglia, l’artista Luisa Agostinelli
che ha messo a disposizione le sue competenze non solo strettamente pittoriche ma di organizzatrice di eventi. La disponibilità dell’amministrazione comunale ha giocato un ruolo
determinante: il sindaco Angelelli, pur non avendo mai conosciuto Piero Ammannato, si è
mostrato entusiasta e ha compreso con grande sensibilità la necessità di tale manifestazione, a tal punto da proporre una proroga al fine di accogliervi le scuole locali. E tutti gli
sforzi sono stati ovviamente ripagati dal notevole afflusso di persone che dal primo all’ultimo giorno si sono lasciate trasportare dai colori delle tele e dal ricordo di Piero che riaffiorava. Il giorno della inaugurazione la sala di via Vinciolino, le ex carcerette di Civita che il
comune ha sapientemente ristrutturato, gremiva di amici. Gli artisti civitonici della stessa
generazione di Piero sono stati i primi ad onorarlo con parole tenere di affetto, di simpatia e di stima. Altri ex allievi delle scuole medie
e poi anche colleghi insegnanti del prof. Ammannato, ne hanno ricordato gli aspetti umani come la semplicità , l’umiltà ed il senso dell’umorismo. È stato un momento molto intenso quello dalla inaugurazione: aperto dalle semplici ma sentite parole del sindaco Angelelli
e chiuso da una breve ma emozionante esecuzione musicale del coro della cattedrale diretto da Laura Ammannato che con brani natalizi ha voluto sottolineare come la ricorrenza della festività cristiana coincidesse con le date di nascita e di morte del proprio genitore.
Insomma una manifestazione nata all’insegna del ricordo spontaneo di un uomo prima che di un artista. E proprio i ricordi dei suoi amici
sono fissati sulla carta di un libro appoggiato su un tavolino nella sala centrale: chi ha voluto fermarsi a riflettere e a ripescare nel proprio passato, un momento vissuto con Piero, lo ha fatto lasciandolo in quel libro che i figli hanno voluto per raccogliere quante più testimonianze possibili sul proprio papà . Ed il nipote che ha solo tre anni, Lorenzo, avrà un domani qualcosa da sfogliare che gli parlerà
del nonno che non ha conosciuto.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
30
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
MERCENARY PIERRE di Kenichi Sato e Takashi Noguchi
edito da J-Pop - 3 volumi, in corso
C
oinvolgente ed entusiasmante! XV secolo. La Francia è
impegnata nella Guerra dei Cent’anni. Il regno è in
preda alla disperazione e il mondo è percorso dal caos
e dalla violenza. Il vile comandante di ventura Pierre, figlio
di un’epoca di disordine, durante i suoi saccheggi incontra
una ragazza misteriosa e il suo cuore ne rimane rapito.Il suo
nome è Jeanne d’Arc. Guidato dalla santità della ragazza,
Pierre si recherà al campo di battaglia che deciderà le sorti
della guerra con l’Inghilterra. (Trama tratta dal sito dell’editore.)
di
Daniele Vessella
La storia è formata da 4 volumi che impostano la narrazione sul punto di vista di Pierre, non sulla conosciuta Giovanna
D’Arco che riveste il ruolo di vera e propria comprimaria. Questo permette agli autori di costruiLo scaltro comandante
re qualcosa di nuovo e di interessante, dove
Pierre, impegnato in
spicca la personalità di Pierre che con il proseFrancia
nella Guerra
guimento delle vicende si fa sempre più solida e,
per certi versi, inaspettata per un mercenario.
dei Cent’anni,
Nonostante le tante didascalie che potrebbero
incontrerà una
uccidere un fumetto d’azione, si legge con piagiovane
che cambierà il
cere e le didascalie non appesantiscono la lettura. Imperdibile per chi cerca qualcosa di diverso.
suo cuore. Imperdibile
Lascio l’indirizzo del mio blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
per chi cerca qualcosa
di diverso!
www.campodefiori.biz
Campo de’ fiori
35
L’angolo del Bon Ton
I Piatti
In questo nuovo incontro continuiamo il
nostro discorso sul
“bon ton” dell’apparecchiatura della tavola
occupandoci dei piatti.
Il primo piatto da posizionare a circa 1 cm
dall’orlo del tavolo,
di Letizia Chilelli
sarà , quando si preferisce non tenere vuoto lo spazio di fronte
al commensale, il sottopiatto che ha,
appunto, una funzione decorativa.
Questo piatto potrà essere di diversi
materiali: dalla plastica al vetro, dal metallo al più pregiato argento e andrà lasciato
in tavola per tutto il tempo del pranzo.
Su questo piatto non vanno sovrapposti
piatti con lo stesso diametro, ma con
dimensione più piccola.
A sinistra di questo piatto, precisamente
nella parte alta, verrà apparecchiato il
piatto per il pane e se servito il burro,
in questo caso sull’orlo del piatto si posizionerà un coltello da dessert con la lama
rivolta verso il centro del piatto.
Sul sottopiatto si poserà il piatto che
verrà utilizzato per la prima portata,
se si servirà , ad esempio una minestra in
brodo, i piatti che si posizioneranno saranno, però , due il piatto fondo e quello
piano della stessa dimensione.
Se si servirà una pasta asciutta ma non un
antipasto posizioneremo, invece del sottopiatto, il piatto grande o da carne (che
verrà apparecchiato quando il piatto piccolo verrà portato in cucina), in questo
modo sarà la base del piccolo piatto da
portata.
Se il cibo verrà preparato su piatti grandi,
assolutamente non apparecchieremo il
sottopiatto in modo da evitare così la
sovrapposizione di due piatti di egual
dimensione, in questo caso, lo spazio
davanti al commensale sarà occupato dal
tovagliolo.
Anche in presenza di grandi piatti piani o
fondi (senza piatto di presentazione) si
può disporre il tovagliolo sul piatto, anche
se è ormai più consueto mettere il tovagliolo alla destra del piatto, direttamente
sulla tovaglia, ricordando di mettere in evidenza e quindi verso il commensale, eventuali disegni o monogrammi.
Regola a cui non si può disobbedire è
quella che prevede che il sottopiatto non
sia assolutamente coperto dal tovagliolo,
che verrà anche in questo caso posizionato alla destra del piatto.
Ricapitoliamo quindi i piatti:
- Piatto di presentazione o sottopiatto che
va da un minimo di 25-26 cm, ma anche di
più, di diametro;
- Piatto piano grande anche denominato
piatto da carne con diametro di 24-25 cm;
- piatto fondo, da usare per le minestre in
brodo, ha di solito lo stesso diametro del
piatto grande;
- Piatto da frutta o da dessert di 21 cm di
diametro per il sevizio di antipasti, frutta,
dolci o formaggi;
- Piatto per il pane con 18 cm di diametro.
Come sempre, prima di lasciarci ecco la
mia consueta nota di colore!
I più antichi esempi di piatti in ceramica a
noi noti risalgono al Neolitico Europeo (III
millennio a.C.); il piatto è privo di corona,
la forma si avvicina a quella di una bassa
ciotola. Nella ceramica greca il tipo è
documentato dall’VIII sec. a.C. con decorazioni nei vari stili e tecniche. Nel periodo
Ellenistico e Tardo Antico si hanno preziosi piatti in oro e argento ornati a rilievo,
con carattere più di oggetti decorativi che
di vasellame d’uso.
Dal Medioevo in poi grandissima è la
varietà della decorazione, secondo i diversi stili della ceramica; per quanto riguarda
la forma, importante è la comparsa, nel
XV sec. della corona ondulata ad anse,
destinata a grande fortuna fino a tutto il
periodo rococcò .
Bibliografia (La mia cucina ed Enciclopedia
Universale Fabbri Editori).
Campo de’ fiori
36
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
ZioPaolino, la fisarmonica e le stelle
La mestizia ed il dolore
per la morte di una
persona cara sono
sempre molto grandi,
ma più forte ancora è
stata la sensazione di
stordimento e di vuoto
quando ho appreso
di Sandro Anselmi della morte di zio
Paolino.
Marito di zia Rosa, sorella di mio padre, e
padre dei miei cugini, Ivo e Roberto, con i
quali sono cresciuto ed ho condiviso buona
parte della mia vita, quest’uomo ha lasciato profonde tracce nella mia vita e da lui
ho appreso tantissime cose.
Ho milioni di ricordi poichè è stato nella
mia vita fin dalla nascita.
Sul numero passato di Campo de’ fiori
avevo raccontato della nostra comune
passione per la musica e di me che, da
bambino, suonavo l’armonica, ma non
avevo detto di avergliene regalata una
qualche anno fa.
Con essa passava ore spensierate suonando canzoni della sua gioventù, non
potendo più suonare, per via dell’età ,
la sua fisarmonica di madreperla nera
che aveva riposto nella vecchia valigia.
Quella fisarmonica dalla quale avevo
ascoltato le prime canzoni, le più belle
in assoluto di tutta la mia vita.
Quasi tutte le sere veniva a trovarci, e
annunciandosi con il suo solito fischio,
entrava per scambiare due chiacchiere
e bere un bicchiere di vino con mio
padre.
Io restavo affascinato dal suo modo
calmo di parlare, dal suo fare scherzoso ed allegro e gioivo nel poter recitare a voce alta le poesie da imparare
per il giorno dopo, mentre s’era tutti lì
al caldo del fuoco.
Quando poi ci lasciava per tornare a
casa, io lo accompagnavo per un tratto, e
noncuranti del freddo, nel vento secco,
con i baveri alzati, guardavamo il cielo
stellato per cercare l’Orsa Maggiore, l’Orsa
Minore e la Stella Polare.
Quanto era grande e lontano quel cielo
che si muoveva su di noi, quanto silenzio
lassù!!
Era talmente amico di mio padre che li
ricordo ancora lavorare, scherzare ed
anche giocare insieme, come sfidarsi a
correre con noi.
Era emozionante quando da bambino mi
sollevava sulle braccia facendo finta di lanciarmi in alto per poi riportarmi sicuro a
terra. Questo era un gioco che piaceva
anche ai miei cugini ed allora ci avvicendavamo nella richiesta dei bis, e lui, accondiscendente, usava sempre la solita, simFabrica di Roma -1941. Zio Paolino alla Cassaccia
Fabrica di Roma - 1945. Zio Paolino in Via della Mola
patica espressione: “forza bamboli, sotto
un altro!”.
Quanti bei giorni ho passato in quegli anni
nel casale della Cassaccia dove lui era nato
ed aveva abitato, e quanti giochi nuovi
scoprivo al contatto con la natura: andare
a gamberi nel fosso, arrampicarsi con una
corda sugli alberi, pompare l’acqua dal
pozzo, saltare dal tetto del casaletto e poi
assaporare le minestre speciali di zia Rosa
e le calde patate a tocchetti, tanto che mia
madre era gelosa delle mie preferenze per
quelle piccole scorpacciate.
Quante immagini mi tornano alla mente,
ma se guardo ancora il cielo, io vedo lo
stesso di tanti anni fa, la via lattea con le
sue stelle e adesso, in quell’eterno firmamento, zio Paolino che passeggia lento
con mio padre, mio fratello, zia Rosa e
tanti, tanti altri cari che non ci sono più.
Ora si siede su un tappeto d’argento, e
con la fisarmonica suona alla luna la sua
serenata……
i di
Dolci tipic
Carnevale
Campo de’ fiori
37
La rubrica dei cognomi
C
ome appare
nella
lista, il
cognome più
diffuso a Rignano
Flaminio
è
Magalotti.
di Arnaldo Ricci
[email protected]
Adesso vediamo la
diffusione e la dislocazione a livello
nazionale.
Magalotti:
(presente in soli 71
comuni d’Italia) esso è maggiormente
diffuso nel Lazio e nelle Marche; è scarsamente presente o addirittura assente nelle
altre regioni. In particolare, non si registrano presenze: In
Val d’Aosta,
Piemonte, Trentino Alto Adige, Molise,
Puglia e Sicilia. Dalla ricerca effettuata è
risultato originario di Pesaro nelle Marche.
Astolfi: (presente in 467 comuni
d’Italia) esso è omogeneamente diffuso
in tutta l’Italia centro settentrionale e più
scarsamente in quella meridionale ed
isole. In particolare nel Molise è totalmen-
I cinque Cognomi
più diffusi a
Rignano Flaminio
Tali cognomi, in ordine
di diffusione, sono i seguenti:
1°
2°
3°
4°
5°
Magalotti
Astolfi
Belli
Rocchi
De Angelis
te assente; non si è potuta evincere la
regione di origine del cognome ma essa è
comunque da circoscrivere all’interno del
territorio che comprende Lazio , Marche
ed Abruzzo.
in quella meridionale; non esiste comunque regione dove esso non sia presente.
Con molta probabilità la sua origine è
laziale.
Rocchi: (presente in 867 comuni
d’Italia) le caratteristiche di questo
cognome, sono esattamente simili a quello precedente, con la sola eccezione che
esso è totalmente assente in Basilicata!
De Angelis (presente in
ben 1413
comuni d’Italia) esso è massicciamente
presente nell’Italia centrale ed in
Campania; nel resto del territorio nazionale è omogeneamente diffuso con minor
intensità ; in particolare non esiste regione
dove esso non sia presente e la sua origine è circoscritta nel territorio di Lazio e
Campania.
Seguirà sul prossimo numero lo stesso
studio per il comune di Caprarola.
Belli:
(presente in 962 comuni
d’Italia) mediamente diffuso in tutta
l’Italia centro-settentrionale; scarsamente
Pietro Sarandrea: tra mostre e proteste
LA MOSTRA DI
ANGUILLARA
LA PROTESTA NELLA CHIESA
DI SAN FRANCESCO A CAPRANICA
L’artista Pietro Sarandrea il 10 dicembre
2011 ha inaugurato una mostra nella
galleria d’antiquariato
“IL TEMPIO
ANTICO OGGI” ad Anguillara, esponendo le opere dell’ultimo periodo. I
suoi dipinti gestuali di stile astrattoinformale formano un bellissimo gioco
di colori e si collocano perfettamente
anche in ambientazioni antiche. Le raffigurazioni, che sono il risultato di una
ricerca interiore sempre più profonda,
presentano situazioni, mondi fantastici,
a volte onirici con una luce intensa,
viva. Pietro Sarandrea è un artista a
360 gradi sempre con nuove idee e
sperimentazioni. Il suo studio sul colore lo stimola in continuazione, portandolo a formulare nuovi progetti e creazioni diverse, uniche; il suo stile si evolve in continuazione seguendo le vibrazioni dei colori, apportando un suo supporto e la sua concezione dell’universo
nella storia dell’arte contemporanea.
DOTT. PAOLA LAMONICA
Se è vero che l’arte è provocazione e contestazione l’artista Pietro Sarandrea è riuscito
benissimo ad raggiungere tale fine. Nel corso dell’evento “Natale a Capranica 2011” alla
Chiesa romanica di S. Francesco, mentre stava esponendo in collettiva si è verificata una
situazione molto sgradevole. Le sue opere sono state spostate per fare posto ad un’altra
manifestazione musicale, contravvenendo alle promesse e assicurazioni fatte dal comune di
Capranica. Pietro Sarandrea, memore di un’altra spiacevole situazione avvenuta durante una
sua precedente mostra personale, sempre alla Chiesa di S. Francesco, dove si è visto letteralmente invaso per fare posto ad un’altra iniziativa musicale, che gli ha causato gravi disagi, decide di capovolgere le grate dove erano appesi i quadri, facendo così intravedere solo
la parte posteriore delle opere, e accatasta alla rinfusa altro materiale di sua proprietà sotto
le grate. Questa sua contestazione verso un atteggiamento poco rispettoso nei riguardi degli
artisti, provoca prima un malumore negli organizzatori della manifestazione musicale, poi,
invece, questa provocazione acquista le caratteristiche di una vera opera d’ istallazione concettuale. Questo movimento di protesta coinvolge anche
l’interesse di
molti visitatori che apprezzano il coraggio dell’ artista.
DOTT. Paola
Lamonica
Campo de’ fiori
38
Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli
( seconda parte )
Silvia Quattrini Ferrelli
in una recente foto
Come è noto, il 10 giugno 1940, l’Italia
dichiarò guerra alle democrazie occidentali.
La famiglia Quattrini, come già detto nella
prima parte di questa storia, abitava molto
vicino (circa 400 metri) alla ferrovia Roma
– Firenze, sulla quale transitavano numerosi treni che trasportavano militari; le
così dette tradotte. Spesso queste tradotte, venivano fatte sostare, anche per delle
ore, nelle vicinanze delle stazioni, per dare
la precedenza ai treni passeggeri oppure a
quelli che trasportavano materiali bellici.
La casa di Silvia era a poche centinaia di
metri dalla stazione di Gallese; le tradotte
venivano fatte sostare proprio di fronte.
Durante la giornata, si verificavano frequentemente visite di soldati che chiedevano acqua ma anche cibo. La famiglia
Quattrini non negava mai niente a questi
giovani militari che andavano in guerra.
Zio Oreste ed il fratello “ Rico” dicevano,
tramite una tipica espressione idiomatica
marchigiana: ….” finchè c’è , c’è , ed è per
chi ha bisogno.”
Poi arrivò la fatidica data dell’8 settembre
1943 (Silvia aveva 12 anni) e su quella ferrovia iniziarono a transitare frequentissimi
treni colmi di soldati tedeschi e materiale
bellico mai visto prima ed in grandi quantità (modernissimi carri armati, strane
camionette e grossi camion).
Silvia, con il fratello Arnaldo e la sorella
Nella nonché la cugina Amorina e il cugino Ennio, guardavano con stupore tutto
questo movimento di uomini e mezzi tedeschi a bordo dei treni.
Anche questi militari in sosta venivano a
chiedere acqua ed uova, che Zio Oreste
non negava a nessuno. I tedeschi, come
raccontava mio zio, volevano pagare quel-
lo che ricevevano ma il papà di Silvia non
accettava di essere pagato; per sdebitarsi,
questi giovani militari, offrivano quello che
avevano in abbondanza, cioè marmellata.
Verso la famiglia Quattrini, i militari tedeschi si comportarono sempre con rispetto
ed educazione; chiamavano mia zia Ida
mamma.
Come, in un suo libro, afferma Nicola
Sinopoli - classe 1921 e decorato con la
croce di guerra in Russia, scrittore di fama
nazionale che ho l’onore di avere come
caro amico ”………Noi che la guerra l’abbiamo combattuta, sappiamo che essa è
imprevedibile, illogica ed incomprensibile…..” infatti, a pochi chilometri da
Gallese, precisamente a Vignanello, gli
stessi soldati tedeschi passarono per le
armi decine di cittadini innocenti; per rappresaglia, a seguito dell’uccisione di un
loro militare. I nominativi dei cittadini uccisi sono scritti, anzi scolpiti, su una lapide
posta all’ingresso del comune entrando
dall’entrata principale sulla destra.
Zio Oreste affermava: “…. i tedeschi erano
rispettosi ed educati con la popolazione
pacifica ma terribilmente violenti con quelli che li contrastavano…”.
Il papà di Silvia, essendo nato nel 1901,
faceva parte di quelle fortunate classi (nati
fra il 1901 e 1904 compreso) che non furono chiamate a combattere né durante la
prima né durante la seconda guerra mondiale.
La mamma Ida aveva invece due fratelli in
guerra, Mario e Fiorino; rischiava anche
che il figlio Arnaldo fosse chiamato alle
armi, se la guerra fosse terminata qualche
mese più tardi dell’aprile 1945. Purtroppo
come vedremo più avanti, Arnaldo, non
sarebbe mai stato chiamato alle armi,
anche se la guerra si fosse protratta per
altri mesi o anni!
Voglio descrivere un episodio che si raccontava spesso a casa di Silvia e che
destava in me uno speciale interesse fin
da ragazzino, quando lo ascoltai per la
prima volta.
Ore 10.22 di Domenica 29 agosto
1943; Silvia con tutta la sua famiglia ed i
suoi due cugini, stava rientrando a casa
dalla messa domenicale a bordo della biga
condotta dal papà ; avevano appena transitato sul ponte che sovrasta la ferrovia
(poche centinaia di metri dalla propria abitazione) quando all’improvviso cominciarono a sparare i primi colpi dalla postazione antiaerea italo-tedesca ubicata accanto
alla stazione di Gallese scalo. Zio Oreste
non si curò più di tanto dell’episodio, per-
ché spesso questa postazione sparava per
alcuni secondi al fine di provare le armi;
però , questa volta, i secondi diventarono
minuti e la postazione non interrompeva il
fuoco; zio Oreste, d’istinto accelerò l’andatura del cavallo che tirava la biga. In
lontananza si sentivano a tratti suonare le
sirene d’allarme ma essendo la prima volta
che si udivano questi suoni, non si capiva
bene cosa stava succedendo. Appena
pochi secondi dopo, arrivati a casa, Silvia
alzò gli occhi al cielo perché sentiva un
rombo sconosciuto ed assordante che
sovrastava tutta la campagna circostante.
Alzando gli occhi, Silvia e tutti i componenti della famiglia Quattrini, notarono in
cielo una grande quantità di aerei mai visti
prima; diceva Silvia che per loro ragazzi,
era uno spettacolo! Zio Oreste capì immediatamente tutto! E gridò : “Non entrate in
casa, allontaniamoci nei campi…..questi
vanno a bombardare Orte!”
Gallese 1942 - Comunione di Silvia ed
Amorina – da sinistra: Amorina, Silvia,
Maria Allegrini, madrina di Silvia nonché
moglie di Mario Marinozzi.
…….Fine seconda parte…..
Arnaldo Ricci
Campo de’ fiori
39
Nasce la scuola pubblica
Nel 1860 il conte Gabrio Casati elaboròuna legge istituita dal parlamento Piemontese,
con lo scopo di strappare al clero l’egemonia nel campo dell’istruzione e garantirme
l’unitarietà e la gratuità, con l’obbligo del primo biennio elementare.
Con la parola scuola si
indica un’istituzione
destinata all’educazione e alla formazione di
studenti sotto la giuda
di varie figure professionali appartenenti al
settore dei lavoratori
della conoscenza; ma
di Francesca
come nacque la scuola
Pelinga
pubblica in Italia? Nel
1860 il conte Gabrio
Casati elaborò una legge istituita dal parlamento Piemontese, che aveva lo scopo
di strappare al clero l’egemonia nel campo
dell’istruzione. La legge Casati riguardava
l’unitarietà e la gratuità dell’istruzione elementare e sancì l’obbligo del primo biennio dell’istruzione elementare poichè
secondo i dati Istat nel 1861 l’analfabetismo in Italia era del 74 per cento maschile e l’84 per cento femminile, con punte
del 95 per cento nell’Italia meridionale.
L’istruzione, che veniva data in tutti i
Comuni, era obbligatoria nel grado inferiore di due anni. In prima classe, secondo il
metodo sillabico che aveva sostituito l’antico metodo alfabetico, si usava il sillabario. Il grado superiore di altri due anni era
obbligatorio nei Comuni con una popolazione di almeno 4.000 abitanti. Purtroppo,
però , non c’erano sanzioni contro quei
genitori che non rispettavano l’obbligatorietà . Il numero massimo di alunni arrivava ad oltre settanta unità per ogni classe,i
maestri elementari venivano assunti dai
Comuni che gestivano la scuola e dopo un
periodo di prova potevano essere riconfermati o licenziati.
Nel 1867 la legge
Oppino elevò la durata del grado superiore dell’istruzione elementare a tre anni e
l’obbligo dai sei a nove anni d’età . Nel
1904 la legge Orlando estese l’obbligo dai
9 ai 12 anni d’età ; le scuole elementari
erano affidate alla gestione dei Comuni
che quindi si dovettero attivare per istituire scuole con almeno la quarta elementare, nonché di assistere gli alunni più
Civita Castellana - anno scolastico 1931 - classe III elementare. Foto della Sig.ra Letizia Caprari
poveri, e per questo lo stato elargì fondi
ai Comuni che avevano bilanci modesti. Gli
effetti tuttavia non furono quelli desiderati: i contributi statali si rivelarono ben presto inadeguati e ciò impedì l’istituzione
delle scuole che necessitavano. Quattro
milioni e mezzo erano i bambini che avevano l’obbligo di andare a scuola ma erano
appena due milioni e settecentomila quelli
che la frequentavano. Gli organi locali
della scuola erano il Rettore per l’università in ogni capoluogo di provincia, il
Provveditore agli studi per l’istruzione
secondaria e l’Ispettore Scolastico per l’istruzione elementare. In ogni provincia
era inoltre istituito un Consiglio Provinciale
Scolastico presieduto dal Provveditore agli
studi e composto dall’Ispettore Scolastico,
dal Preside del Liceo, dai Direttori del
Ginnasio, delle scuole e istituti tecnici,
nonché dai membri nominati dalla deputazione provinciale (attuale giunta provinciale) e dal comune capoluogo di provincia. Nel 1911 con la legge Credaro si effettuò una revisione generale della struttura
della scuola elementare, e sia pure con
estrema gradualità il passaggio allo Stato
delle competenze e delle funzioni dei
Comuni in materia di gestioni delle scuole,
i quali non riuscivano a fronteggiare le
spese per il mantenimento. Le scuole elementari dei capoluoghi di provincia e di
circondario, furono lasciate alla gestione
comunale, mentre quelle degli altri comuni passarono all’amministrazione scolastica
provinciale, organo elettivo, presieduto dal
Provveditore agli studi. Vennero istituiti i
Circoli di Direzione Didattica, con a capo
un Direttore, nominato per concorso e
chiamato Vice-ispettore. La legge Credaro,
poi, prevedeva nel bilancio dello Stato
stanziamenti a vari fini: per l’apertura di
nuove scuole, per l’edilizia scolastica; stabiliva l’obbligo per ciascun Comune di istituire il Patronato Scolastico come ente di
diritto pubblico gestito da un consiglio di
amministrazione, lo scopo dell’istituzione
era principalmente quello di provvedere
alla refezione degli alunni poveri, alla concessione di sussidi per l’acquisto di vestiti
e di calzature, alla distribuzione di libri di
testo, quaderni e cancelleria, organizzare
doposcuola e colonie marine e montane,
istituire scuole serali e festive per adulti
analfabeti.
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Campo de’ fiori
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“Informare è agire”: consegnato il premio giornalistico a Bianca Berlinguer
L’Anno della Ceramica di Civita Castellana ha salutato la cittadinanza con
l’ultimo appuntamento del 2011 organizzato dall’Amministrazione comunale: il dibattito “Emergenza lavoro: informare è agire”. Gli ospiti illustri del
convegno sul tema del lavoro sono stati i segretari generali della Filctem
Cgil, Alberto Morselli, della Femca Cisl, Sergio Gigli, della Uilcem, Augusto
Pascucci, e la direttrice del Tg3, la giornalista Bianca Berlinguer.
Moderatore del dibattito del 15 dicembre è stato il segretario
dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini.
“Ringrazio i nostri ospiti – ha dichiarato il sindaco di Civita Castellana,
Gianluca Angelelli – che ci permettono di dare a Civita Castellana la rilevanza che merita anche sui media. Gli operai del nostro distretto, che sofDa sx: il sindaco Angelelli, il segretario della Femca Cisl
frono da diversi anni in maniera pesante di una emergenza lavoro gravisGigli, la giornalista Berlinguer, il segretario generali della
sima, con la perdita di migliaia di occupati e la cassa integrazione che
ilctem Cgil Morselli e della Uilcem Pascucci
riguarda quasi tutte le aziende, non sono abituati a salire sui tetti delle fabbriche per farsi sentire. Ma hanno diritto ad avere la visibilità e il rispetto che merita il distretto industriale più importante del Lazio”.
Ciascuno dei presenti è stato sollecitato da Butturini ad intervenire in merito alla situazione economica italiana, ai provvedimenti
attuati dal governo su pensioni e tasse e sul tema specifico dei contratti di lavoro.
“Perdere il lavoro – ha affermato la giornalista Bianca Berlinguer – è secondo me una delle disgrazie più grandi che possano capitare. Negli ultimi anni si è cercato in ogni modo di far finta che non ci fosse la crisi e i telegiornali sono stati riempiti di cronaca rosa.
Da quando io sono alla direzione del Tg3 ho cercato invece di eliminare la parte più leggera per dare spazio a tematiche sociali ed
economiche e i telespettatori ci hanno premiato”.
Alla conclusione del dibattito, la giornalista Bianca Berlinguer ha ricevuto il premio “Informare è agire” donatole dal sindaco, Gianluca
Angelelli, come riconoscimento per il suo impegno nell’affrontare le tematiche sociali e del lavoro nel Tg3 Rai da lei diretto.
Sotto la sua direzione – recita la motivazione - il Tg3 ha raggiunto lo share più alto di tutti i telegiornali nazionali della Rai per l’alta
qualità raggiunta nel raccontare le vicende del nostro paese. Alla valutazione positiva dei telespettatori si aggiunge quella unanime
dell’Amministrazione comunale di Civita Castellana a nome di tutta la città della ceramica.
AUGURI AL NOSTRO VESCOVO S. E. MONS. ROMANO ROSSI
PER L’ANNIVERSARIO DELLA SUA ORDINAZIONE EPISCOPALE AVVENUTA IL
12 GENNAIO 2008
IL VESCOVO: DONO INDISPENSABILE PER LA CHIESA
La Diocesi di Civita Castellana si unisce attorno al Vescovo Romano Rossi nel quarto
anniversario della sua ordinazione episcopale, con affetto e in comunione di preghiera.
L’ordinazione Episcopale ha avuto luogo il 12 gennaio 2008 alle ore 16.30, nella Basilica di San
Giovanni in Laterano a Roma, presieduta dal Card. Camillo Ruini, conconsacranti l’arcivescovo di
Cagliari, S. E. Mons. Giuseppe Mani, già ausiliare a Roma e Rettore del Pontificio Seminario
Maggiore e S. E. Mons. Divo Zadi, Vescovo emerito di Civita Castellana.Presenti all’ordinazione episcopale: 1 Cardinale, 24 Vescovi, tra cui un ortodosso, 150 Presbiteri, 30 Diaconi e circa 4.000 fedeli della Diocesi di Roma e della Diocesi di Civita Castellana.Al Vescovo “buon pastore” Romano,
gli auguri più sinceri per un fecondo ministero ancora in mezzo a noi.
SANT’ANTONIO ABATE: benedizione degli animali e festa a Fabrica di Roma
FABRICA
DI
ROMA
Lodevole l’iniziativa al Centro
Ippico in località Quartaccio,
di domenica 22 gennaio,
svoltasi in occasione dei
Festeggiamenti in onore di S.
Antonio Abate, organizzata
dall’Associazione Il Mio
Angelo. La manifestazione è
stata realizzata con la collaborazione del Comune di
Fabrica
di
Roma
e
dell’Associazione
Ippica
Falisca.
Nell’arco della mattinata, grandi e piccini hanno potuto gustare la tradizionale ricotta, preparata al momento, direttamente sul posto,
assistendo alle varie fasi di lavorazione della stessa. A seguire, il parroco di Fabrica, Don Chicco, ha celebrato la messa con benedizione finale di tutti gli animali. Presenti alla cerimonia erano il sindaco Scarnati, sempre partecipe alle iniziative culturali proposte ed
organizzate dai cittadini, il vicesindaco Cimarra ed un cospicuo numero di Consiglieri.
L’iniziativa, si è conclusa con un pranzo a base di prodotti tipici.
In molti si sono recati al Centro Ippico con i loro amici a quattro zampe per la gioia, in particolare, dei più piccini che hanno riassaporato, almeno per un giorno la vita all’aria aperta e il contatto con la natura e gli animali. Infatti, grazie all’ Associazione Il Mio
Angelo, alcuni di loro hanno avuto la possibilità di andare a cavallo, vivendo un’esperienza diversa e sicuramente piena di emozione.
Campo de’ fiori
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Falerii Novi: importante scoperta archeologica.
Trovati tre antichi elementi architettonici romani
FABRICA DI ROMA – Un’importante scoperta archeologica è stata portata a termine nei pressi di Falerii Novi, in un tratto particolarmente impervio lungo la sponda del Rio Purgatorio.
Alcuni pregevoli elementi architettonici d’epoca romana, individuati durante una ricognizione
del territorio dell’Associazione Argilla, in concomitanza con una visita di un gruppo di studenti
e architetti provenienti da Zurigo, sono stati recuperati dal Comune di Fabrica di Roma.
L’amministrazione del sindaco Mario Scarnati, a dimostrazione del costante impegno e sensibilità verso il patrimonio storico e naturalistico, dopo aver prontamente segnalato la scoperta archeologica alla competente Soprintendenza, ha prima pianificato l’intervento e poi, giovedì 29 Dicembre, recuperato i preziosi reperti. Il tutto si è svolto con la vigilanza del personale tecnico della Soprintendenza. “Sono tre elementi architettonici – commenta la dott.ssa
Laura Caretta, presente insieme a Egidio Badini alle fasi del recupero – uno in peperino e due in tufo, molto probabilmente appartenenti all’apparato decorativo di uno
dei grandi monumenti funerari che fiancheggiavano la Via Amerina presso il ponte
romano sul Rio Purgatorio, proprio di fronte alle mura di Falerii Novi. I reperti, di particolare pregio – spiega la Caretta, assistente tecnico della Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Etruria Meridionale – sono il rocchio di colonna in peperino con il
fusto a scanalature e parte di una cornice modanata in tufo.
La datazione dei reperti può essere collocata indicativamente nella prima
età Imperiale Romana. Quello che oggi è stato recuperato (dopo essere stato
ripulito e studiato, ndr), sarà poi esposto all’interno della chiesa di S. Maria in Falleri”.
La rimozione è stata gestita da una squadra di operai della “Cooperativa Tricolore” di
Fabrica di Roma, ai quali va il nostro sentito ringraziamento per essersi prodigati in
questa delicata operazione.
Dopo aver rimosso gli elementi in tufo, completamente ricoperti dal muschio, il trasporto del fusto di colonna, parzialmente interrato (oltre trecento kg di peso, lungo circa un metro e mezzo e del diametro di circa un metro), è stato particolarmente impegnativo.
Durante le fasi del recupero era presente il consigliere delegato al Patrimonio e alla valorizzazione dei Beni Artistici e Archeologici di
Fabrica di Roma, Sigismondo Sciarrini e la storica dell’arte dott.ssa Francesca Patrizi.
“Dopo la segnalazione – commenta Sciarrini – ho subito effettuato un sopralluogo sul posto e mi sono preoccupato delle incombenze utili alle necessità del caso.
Infine, insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, abbiamo concordato tempi e modalità per la rimozione di queste importanti testimonianze archeologiche. Dopo questa scoperta – commenta soddisfatto il cons. delegato Sciarrini – il
nostro impegno, in piena collaborazione con la Soprintendenza, sarà ancora più incisivo. La tutela, salvaguardia e valorizzazione dell’area storico/archeologica e naturalistica della Via Amerina e della città romana di Falerii Novi, infatti, è uno degli obiettivi più importanti dell’amministrazione Scarnati”. A breve si stabilirà la collocazione definitiva della colonna ma si prevede una sua sistemazione
nel contesto della realtà archeologica di Falerii Novi.
Raniero Pedica
La Frustica di Faleria alla conquista dell’ ASIA
Dopo le splendide trasferte della scorso anno, il tour in Germania, il carnevale di Acireale, la bellissima trasferta di Murcia (Spagna) seguita da
oltre un milione di persone. La banda musicale folk “La FRUSTICA” si è
fatta conoscere negli anni in tutta Europa partecipando ai vari musikparade e sfilate, in Germania, Spagna, alle 25 volte della Francia, negli USA
con il Columbus Day, di cui ha partecipato per ben 2 volte, e tutta Italia.
Il 2012 è considerato l’anno della Frustica.
Questo gruppo nato da vent’anni, ha avuto anche un cambiamento radicale con l’introduzione di coreografie e meccanismi contornati da musiche
simpaticissime nei vari stadi d’Europa.
Il 2012 inizia con il Botto! Il bellissimo CAPODANNO CINESE ad Honk
kong dal 20 al 27 Gennaio, la frustica è stata chiamata a rappresentare
l’Italia e l’ Europa e sfilerà in parata per le strade di questa grande metropoli in diretta televisiva in mondovisione per il cambio tra l’anno del CONIGLIO e quello del DRAGO.
Il 12 Febbraio si esibirà al carnevale di Casteverde di Lunghezza (Roma)
Il 19 Febbraio “Carnevale e non solo” una bellissima kermesse dedicata ai bambini down alla zona Sapienza (Roma)
Martedì 21 Febbraio la Frustica tornerà nella provincia di Viterbo, esattamente al carnevale di Nepi (VT)
Il 25-26 Febbraio sarà la volta del Carnevale di CHALON SUR SAONE, circa 100 Km a nord di Lione (Francia)
Il 24-25 Marzo parteciperà all’edizione 2012 di Sanremo in fiore in diretta televisiva per la sfilata dei carri a Sanremo (IM)
Il 20-28 Agosto, Spagna! La Frustica si imbarcherà su una nave da crociera e si esibirà alla decima edizione di Bande musicali a
Torrevieja, coinvolgendo anche la banda musicale Severini Brasilino di Faleria.
Il 13-14 Ottobre, rappresenterà ancora una volta l’Italia ad Anversa, vicino Bruxelles (Belgio) per delle bellissime esibizioni in competizione con gruppi da tutto il mondo.
Quindi 2012 da incorniciare per questo gruppo Italianissimo e soprattutto Viterbese!
Auguri Frustica!!!
Fausto Ranieri
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Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori in arte news
... Un dicembre 2011 vissuto con vivace attenzione, partecipando agli eventi
nel centro storico, organizzati dal CNN.
Dopo “Giocando per le vie del centro
storico”...”Le vetrine viventi”.
Ecco un momento dell’evento all’interno della mostra collettiva del Group in
Art’è in Corso Bruno Buozzi. Gli artisti
del gruppo stanno mettendo a punto
delle inziative volte a valorizzare la storicità della nostra bella cittadina.
Nuove
elezioni per il
Consorzio delle
Pro Loco del viterbese
E’ Gabriele Aleandri, già a capo della
Pro Loco di Civita Castellana, il nuovo presidente
del Consorzio delle Pro Loco della Tuscia.
Le Pro Loco facenti parte del Consorzio sono quelle di Tuscania, Ronciglione, Marta, Montefiascone,
Acquapendente, Monteromano, Corchiano,
Bagnaia, Orte, Monterosi, Oriolo Romano, San
Lorenzo Nuovo, Gradoli ed Onano. Il primo obiettivo è quello del Carnevale provinciale 2012.
INTITOLATA A MARIA CHIARA SEGATO LA BIBLIOTECA COMUNALE DI CORCHIANO
Sabato 17 dicembre, in prossimità del secondo anniversario
della scomparsa di Maria Chiara Segato, l’Associazione
Arnies non profit di cui era Presidente ed oggi seguita dalla
mamma Geltrude, è stata organizzata, nella Sala Consiliare
del Comune, la “Prima festa dell’albero”. Ai genitori dei bambini nati nel 2011, infatti, è stata donata una pianta d’ulivo,
che crescerà con loro. Per concludere, poi, si è scesi tutti al
piano terra, dove è sita la biblioteca comunale, che è stata
intitolata proprio alla giovane amica scomparsa, con una
targa scoperta in questa occasione. Maria Chiara è stata, poi, ricordata nella santa messa della domenica successiva, dove la presenza di tante persone ha testimoniato ancora una volta l’affetto e la stima non solo nei confronti di Chiara ma anche dei suoi cari. E.B.
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo
male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie
della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione.
Potete anche ordinarlo versando l’importo di  10.00,
sul c/c postale n. 42315580,
intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo
nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche
per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane che
racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per
la nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e
spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso. La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente ed intrigante.
Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in un
tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
Ermelinda Benedetti
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un
amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista.
Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale!
Sandro Anselmi
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Campo de’ fiori
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Il calcio dei bambini
E’ necessario distinguere i piccoli dai grandi professionisti.
Questo è il segreto del progetto 2002 di Civita Castellana
E’ importante prima di entrare nello specifico e parlare dell’avventura degli
allievi del 2002, spiegare alcuni punti fondamentali dell’allenamento che
riguarda l’attività di base, così per sensibilizzare i lettori (possibili genitori
di futuri o attuali atleti) sulle prerogative che appunto queste fasce di età
comportano. Per molti anni si è fatto l’errore di paragonare il cosiddetto “calcio dei piccoli” a quello dei grandi, adottando metodi scorretti e penalizzanti, comportando un distanziamento dagli altri paesi dove, invece, si è imparato a programmare i lavori in base alla crescita del bambino, agendo sulle
acquisizioni fisiologiche espressamente frutto della crescita e fornendo all’atleta un adeguato metodo di allenamento.Vorrei citare un grande del calcio,
responsabile per anni del settore giovanile del Barcellona, oggi attuale
modello a cui tutti si inspirano, ovvero la leggenda Horst Wein.
Quest’ultimo spiega dapprima come in Italia si tenda a velocizzare i processi d’insegnamento ottenendo così l’esatto contrario dell’obiettivo prefissato,
ovvero avere giocatori non pronti per il calcio adulto (provate a paragonare
un giocatore classe ‘92 italiano con ‘92 straniero, che militano in società professionistiche). Anche se la nostra è una realtà molto più piccola, c’è
comunque la volontà di percorrere una strada, sicuramente più difficile, che
porti i nostri calciatori almeno ad avere un’opportunità . Il progetto dei
2002 inizia 3 anni fa quando Mister Gabrielli novizio e talentuoso coach prende in mano questo gruppo. Fin da subito, il metodo, diciamo “nuovo” (anche se vecchio di 30 anni) comunque estratto di studi approfonditi, ottiene risultati ottimi portando nel giro di un anno la squadra ad avere un’identità di gioco precisa, dove l’ordine in campo la fa da padrone (fondamentale
necessario per il lavoro futuro). Nel secondo anno gli si affianca Mister Corazza, anch’esso alla prima esperienza, con il quale prosegue il processo evolutivo della squadra che acquista, con il passare del tempo, ancor più sicurezza, tanto da strappare consensi
in ogni campo dove il team ha giocato (fregandosene del risultato tanto agognato dai genitori). Nell’attuale stagione per problemi
di lavoro, Mister Gabrielli ha dovuto lasciare (senza mai però abbandonare il gruppo e correndo dai ragazzi ogni volta che può ) la
squadra, promuovendo di fatto Mister Corazza al ruolo di primo.
Ora Mister Corazza si avvale dell’aiuto di Mister Antonini, che partito come preparatore dei portieri è ad oggi diventato
colonna portante dell’insegnamento dei ragazzi. E mentre la stagione procede di buon passo molte di quelle perplessità iniziali
espresse dai “non addetti ai lavori” (genitori), vengono spazzate via dai constanti miglioramenti della squadra. Con la speranza di
vedere realizzati i sogni di tutti i bambini, consigliamo a tutti genitori che frequentano i rettangoli di gioco di vivere il
calcio dei ragazzi con serenità senza mai essere invasivi, nè nelle scelte fatte dagli allenatori, nè nelle dinamiche di apprendimento dei propri figli, ed inoltre di incoraggiare gli stessi ad una sana attività sportiva e far si che il calcio sia per loro soprattutto un divertimento.
Massimo Salvatori
KARATE: Campionati italiani Pre-Agonisti
Nei giorni di Sabato e Domenica 10/11 dicembre
2011, si sono svolti a Montecatini i “Campionati italiani FIAM 2011“, riservati alle classi pre-agonisti, per
le specialità di Kata e Kumite. Nell’importante
appuntamento, che ha visto sfidarsi sui tatami della
bellissima struttura del “Pala Terme”, nei due giorni
di gara, oltre 600 bambini e ragazzi provenienti da
tutta Italia. Come tutti gli anni erano presenti anche
gli atleti della società civitonica “Okinawa Sporting
Club”, che è riuscita a qualificare all’importante
evento oltre 15 pre-agonisti, grazie alle ottime prestazioni del precedente campionato Regionale. Gli
atleti guidati dal M° Carlo Mercuri (C.N. 6 Dan) e
dall’Istruttore Fabio Mercuri (C.N. 4 Dan), grazie
all’ottimo lavoro di preparazione svolto in palestra, sono riusciti quasi tutti a salire sui gradini del podio, regalando
alla società civitonica un corposo bottino di ben 10 medaglie, tra cui due Titoli italiani. Di seguito i risultati completi.
ORO: Pieralisi Mattia (kata), Pasquetti Lorenzo (Kumite)
ARGENTO: Accettone Michela (Kata), Febbi Daniel (Kata)
BRONZO: Girleanu Alexandru (Kata), Ciarroni Federico (Kumite), Pieralisi Mattia (Kumite), Febbi Daniel (Kumite),
Benassi Jacopo (Kata), Alessi Daniel (Kata)
A seguito dei podi conquistati, la società civitonica “Okinawa Sporting Club” si conferma ancora come una dei migliori vivai del karate laziale.
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Domenico Modugno
Partito dalla Puglia alla ricerca del successo cinematografico, “volò” in alto grazie a Nel blu dipinto di blu
di Sandro Anselmi
La tradizione musicale italiana è famosa
in tutto il mondo e
dalle varie statistiche
effettuate negli anni
è emerso che uno
dei brani più conosciuti da Oriente ad
Occidente è Nel blu
dipinto di blu dell’indimenticabile Dome-
nico Modugno.
Nato nel 1928 a Polignano a Mare, in
Puglia, lascia giovanissimo il suo paese alla
volta di Torino, con l’obiettivo di fare cinema, ma il primo lavoro che si troverà a
svolgere nella metropoli del Nord, dove
vive in una baracca, è quello di operaio. A
causa di un intervento per appendicite è
costretto a tornare a casa, ma non appena rimesso, non esita a ripartire, puntando
stavolta alla Capitale, dove Cinecittà , nel
pieno della sua attività , può fornire grandi occasioni. La prima esperienza, però , è
solo quella di una “comparsata” nel film I
pompieri di Viggiù , con Totò protagonista.
Nel frattempo viene chiamato ad assolvere al servizio di leva obbligatorio in una
città che tra l’altro già ben conosce,
Torino. Ma, una volta libero, corre nuovamente a Roma, dove si iscrive al Centro
Sperimentale di Cinematografia. Per mantenersi agli studi, la sera suona la chitarra,
imparata da autodidatta come anche la
fisarmonica, in un’osteria di Trastevere.
Inizia a comporre così i primi brani ed a
cantarli. Si presenta alla trasmissione
radiofonica “Amuri Amuri” con il suo primo
componimento Lu pisci spada e viene
messo sotto contratto dalla casa discografica RCA, dalla quale riceve un compenso
di quattordicimila lire per ogni incisione.
Ecco che Mimmo è senz’altro incentivato
ad incidere quanto più può , anche se, inizialmente, non essendo iscritto alla SIAE,
deve rivolgersi a qualcun altro, che spesso
si appropria dei diritti d’autore. La carriera musicale del cantante pugliese inizia,
dunque, effettivamente negli ani ’50. Tra
le sue prime composizioni va ricordata La
donna riccia, un simpatico madrigale rivolto non solo alla sua donna, ma a tutte le
donne in genere, che insieme ad altri due
brani un po’ più seriosi, Lu minatori e Lu
pisce spada, vengono riproposti tutte le
sere al Teatro dei Satiri di Roma, con lo
spettacolo Controcorrente, scritto da
Marcello Marchesi e Vittorio Metz, ed interpretato da Walter Chiari, Paolo Panelli e
Bice Valori. Proprio La donna riccia e Lu
pisce spada costituiscono il suo primo quarantacinque giri, editato dalla RCA nel
1954 e che andranno a far parte di un
extended –play insieme a La sveglietta e
La barchetta dell’ammuri. Altro grande
successo di questo primo periodo discografico di Modugno è Vecchio frack, tra
l’altro anche uno dei primi brani composti
in italiano dopo le numerosi incisioni di
canzoni in dialetto napoletano, siciliano e
pugliese. Il pezzo voleva essere la descrizione della fine di un epoca da leggere in
chiave ironica, come preciserà lo stesso
autore, e non drammatica, come ,invece,
è stato interpretato. Con questa prima etichetta rimane solo per due anni, fino al
’55, per passare poi alla Fonit Cetra. Non
smette comunque di frequentare il Centro
Sperimentale dove conosce Franca
Gandolfi, che diventerà
sua
moglie.
Arrivano finalmente
anche le prime apparizioni cinematografiche
di spessore: Filumena
Maturano
di
De
Filippo, La carovana
del
peccato
di
Mercanti, Carica eroica
di De Robertis, Anni
facili di Zampa, I cavalieri della regina di
Bolognini, dove vesti i
panni del moschettiere
Athos, e Accadde di
notte, un film ad episodi di Callegari. In
campo musicale, invece, nel ’56 con la
nuova casa discografica Fonit incide un settantotto giri con una
lunga serie di canzoni
e conosce Riccardo Pazzaglia che lo aiuterà a comporre il brano che lo consacrerà al successo internazionale: Nel blu
dipinto di blu. Mimmo, nonostante il disaccordo dell’amico che voleva puntare su un
altro brano, intitolato La fortuna nella bottiglia, decisamente più cervellotico e che
Modugno non vuole neanche incidere,
decide di iscrivere il brano al festival di
Sanremo del ’58. Inspirato ad un quadro di
Chagall che raffigura un uomo con il volto
semicolorato di blu, il brano viene rifiutato
sia da Claudio Villa che da Nilla Pizzi e
viene, invece, affidato ad un esordiente
Johnny Dorelli. Vincitrice indiscussa della
gara, la canzone uscirà immediatamente
dai confini italiani, grazie ai gestori di una
radio di Los Angels, che presenti al festival, acquistano il disco e appena tornati in
patria iniziano a trasmetterlo. Il successo
è tale che deve essere pubblicato anche
negli Usa dove vende circa una sessantina
di mila copie al giorno, causando anche
lunghe code fuori i negozi. Un evento
senza precedenti per un artista ed un
brano italiano, che ha conquistato un sensazionale record di vendite, contando trenta milioni di dischi venduti in tutto il
mondo. Quando si pensa a volare è inevitabile pensare a Domenico Modugno, passato alla storia come Mister volare… ed
allora: Volare ohoh, cantare ohohohoh…
nel blu dipinto di blu…felici di stare
lassù!!!!
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Carnevale
Civitonico 2012
I sfilata - 12 Febbraio
II sfilata – 19 Febbraio
III sfilata –21 Febbraio
Banda Musicale
1. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro
se so’ inventati
2. Zibaldone - Zibaldone a carnevale
nun po’ mancà e co i pajacci baldoria
vole fa
3. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto
Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!!
4. Gazibo - Co o’ vino ormai semo
diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ Campari
5. O zucchero filato - L’albero delle
delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato
… dove gli alberi son di cioccolato …
torte e pasticcini ci deliziano il palato …
6. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi
“Luponi” danno vita ai Forchettoni
7. Indiani - A carnevale la medusa non
fa male
8. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo voi
campà , sul pianeta Egizia devi annà !
9. Biffe - … poi la notte e poi ancora il
giorno e “Biffe” creò il mare …
10. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni
tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi
e pe tornà dellà do ponte Clementino
diventa fiero garibaldino”
11. Catarì - Indietro tutta … Catarì
all’arrembaggio
12. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo
Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi
che nun te pendi !!!
13. Tucano- Al Tucano si riparte da zero
Maschere libere
Banda Musicale
1. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni
tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi
e petornà dellà do ponte Clementino
diventa fiero garibaldino”
2. Catarì - Indietro tutta … Catarì
all’arrembaggio
3. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi
“Luponi” danno vita ai Forchettoni
4. Tucano - Al Tucano si riparte da zero
5. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro
se so inventati
6. Biffe - … poi la notte e poi ancora il
giorno e “Biffe” creò il mare …
7. Zibaldone - Zibaldone a carnevale
nun po’ mancà e co i pajacci baldoria
vole fa
8. Gazibo - Co o’ vino ormai semo
diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ campari
9. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo
Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi
che nun te pendi !!!
10. O zucchero filato - L’albero delle
delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato
… dovegli alberi son di cioccolato … torte
e pasticcini ci deliziano il palato …
11. Indiani - A carnevale la medusa non
fa male
12. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto
Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!!
13. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo
voicampà , sul pianeta Egizia devi annà !
Maschere libere
Banda Musicale
1. O zucchero filato - L’albero delle
delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato
… dovegli alberi son di cioccolato … torte
e pasticcini ci deliziano il palato …
2. Tucano - Al Tucano si riparte da zero
3. Biffe - … poi la notte e poi ancora il
giorno e “Biffe” creò il mare …
4. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo
voicampà , sul pianeta Egizia devi annà !
5. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni
tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi
e pe tornà dellà do ponte Clementino
diventa fiero garibaldino”
6. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo
Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi
che nun te pendi !!!
7. Catarì - Indietro tutta … Catarì
all’arrembaggio
8. Indiani - A carnevale la medusa non
fa male
9. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto
Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!!
10. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro se so inventati
11. Zibaldone - Zibaldone a carnevale
nun po’ mancà e co i pajacci baldoria
vole fa
12. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi
“Luponi” danno vita ai Forchettoni
13. Gazibo - Co o’ vino ormai semo
diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ Campari
Maschere Libere
Campo de’ fiori
46
BETTY cerca
casa...Pura meticcia
femmina taglia
medio/piccola-3/4 mesi
circa-10kg di peso. Si
trova a Fabrica di Roma
(Viterbo) 07615742913933120915
BRUNO cerca
casa.....Simil caccia, maschio, 1
anno circa, futura
taglia media,12 kg
di peso. Vivace, dominante.Si trova a
Fabrica di Roma
(Viterbo)0761574291 - 3933120915
VASANELLO (Viterbo) una ragazza trova 3 mesi fa 4 cuccioli in un cartone vicino ai secchi della spazzatura e li
porta a casa sua nella speranza, dopo visita dal veterinario, di trovar loro una famiglia. Nonostante i vari appelli e
locandine DAPPERTUTTO, non è successo nulla: NESSUNO ha chiamato. Aiutiamola per favore anche perchè
NON li può tenere in un condominio!!!! Grazie. Cindy 3202855764
Nina, 1 anno e
mezzo, simil
Husky cerca casa.
Per motivi personali piuttosto seri
sfortunatamente
non posso più
tenerla con me, è
microcippata ed in regola con
tutto. Cerco persone serie che
possano prendersi cura di lei...
preferibilmente in zona
Viterbo. Francesca
Viterbo (Lazio). Eva, due
anni e mezzo, taglia medio
grande, sterilizzata. Bella
e buona. URGENTISSIMO: Rischia il canile!
349/7752010 340/8657040.
ROCKY 2 anni e mezzo METICCIO
BOVARO, 20 CHILI, INTERO... E’
BELLISSIMO E GIOCHERELLONE, CERCO ADOZIONE...
REGIONE LAZIO POSSIBILMENTE..... AIUTATEMI PER
FAVORE!!!
GRAZIE....STEFANIA 3391983138
Associazione Animalista “INCROCIAMOLEZAMPE-ONLUS” -
Chicca si trova in
provincia di
Viterbo. E’ nata ad
ottobre 2010 ed è
sempre
vissuta in casa.
Taglia piccola,
simil pincher. La sua padrona NON se
ne può occupare per motivi personali.
Si affida solo con firma moduli di
adozione e obbligo alla sterilizzazione.
PER INFO: Massimo 330/578204
EMMA...CHE DIRE
DI TE????
7 MESI...DA TRE
CHIUSA IN UN BOX
A SCONTARE
CHISSA’ QUALE
PENA... Carattere dominante. Deve
essere “figlia unica”....
EMMA E’ UNA CUCCIOLONA, TG
MEDIA, SI TROVA in prov. di
VITERBO, MA PER UNA BUONA
ADOZIONE LA PORTIAMO
OVUNQUE. VERRA’ AFFIDATA
VACCINATA E CHIPPATA.
CONTROLLI PRE/POST AFFIDO E
FIRMA MODULO ADOZIONE.
PER INFO RITA 339/1123663
Largo Saragat, 2 - 010133-CIVITACASTELLANA (VT)
Tel: 3391123663 - C.F. 90095390564 - [email protected] - www.incrociamolezampe.org
Gennaio 2012 - Non abbiamo l’abitudine di chiedere, tanto meno soldi, ma quando non ce la facciamo più, riponiamo la nostra dignità
sotto i tacchi e ...chiediamo! L’Associazione, come molti sanno, si mantiene da sola con le poche libere erogazioni, le manifestazioni
pubbliche come i mercatini, le feste di paese, ma soprattutto con la generosità dei suoi volontari che a scadenza di ogni mese e in ogni
circostanza straordinaria (vedi veterinaria), mettono le mani nelle loro tasche e aiutano a saldare le spese che a volte superano l’immaginabile: quante volte l’Associazione davanti ad un cane ferito e/o malato non si tira indietro e affronta interventi chirurgici complicati e costosi con degenze in cliniche veterinarie e non sempre -purtroppo- con esiti felici? Ma questa è una delle voci dello Statuto di
un’Associazione Animalista che viene sempre rispettato.... Abbiamo bisogno di TUTTO: cucce, coperte, piumoni, asciugamani, ciotole e noi....chiediamo! Le adozioni in tutto questo sono -fortunatamente- moltissime, ma le segnalazioni di abbandoni, i ritrovamenti, i cuccioli nei cassonetti sono sempre TROPPI: finchè non verrà accettata - di prassi- la sterilizzazione da parte dei
privati, si creeranno sempre dei randagi! Chiediamo a qualche anima gentile di venirci ad aiutare a far sgambettare i cani nostri ospiti,
ogni giorno. Sono cani molto spesso adulti che hanno bisogno -sempre in attesa di adozione- di sgranchirsi le zampe visto che la maggior parte delle loro giornate la passano in un box....CERCHIAMO VOLONTARI!
Loro, i pelosi, hanno sempre bisogno di noi, e noi abbiamo solo voi, i nostri angeli che ci aiutano in un duro ma bellissimo percorso:
quello di aiutare a salvare esseri “viventi”...Grazie di cuore.
Per contatti: Rita STORRI Presidente 3391123663 Civita castellana Nunzia
3408353646 Sutri/Caparanica/Monterosi/Nepi
Barbara
3313265516 Fabrica di Roma/Carbognano/Corchiano
Gabriella
3335375465
“
“
“
“
Cinzia
335228897 CivitaCastellana/Gallese/Via Flaminia
Per donazioni e contributi: UNICREDIT S.p.A Civitacastellana Buoz. (30426)
Iban: IT 43 S 02008 73032 000101140618 intestato a Incrociamolezampe-Onlus
Campo de’ fiori
47
Oroscopo di Gennaio
by Cosmo
ARIETE 21 Marzo - 20 Aprile
L’anno 2012 inizia per voi
dell’ariete al meglio delle
vostre aspettative e questo
gennaio ne sarà la dimostrazione pratica. Cercate
di mantenere l’umiltà che vi è solita ed
evitate gli eccessi.
TORO 21 Aprile - 20 Maggio
Il periodo è di quelli giusti
per fare nuovi progetti su
cui puntare. Non tiratevi
indietro di fronte alle
nuove e prolifiche possibilità che vi si presenteranno in questo gennaio 2012, evitate la timidezza e, se ne
avete tempo, divertitevi.
GEMELLI
Giugno State
21
Maggio-21
dando quasi il
meglio di voi, ma un piccolo
sforzo
ulteriore
potrebbe esservi utile per
migliorare qualche piccola
situazione da chiarire. I rapporti col prossimo dovrebbero talvolta essere più limpidi.
CANCRO 22 Giugno - 2
Luglio Prestate attenzione
agli eccessi e ai periodi di
inerzia che potrebbero
caratterizzare
questo
mese. Cercate di mantenere la continuità
necessaria in ciò che fate senza per questo procedere al rilento. Parola d’ordine:
costanza.
LEONE 23 Luglio - 22
Agosto Ottimo inizio d’anno e questo gennaio 2012
ne sarà la concreta dimostrazione pratica. Tutti gli
impegni che vi avevano
visto coinvolti nel passato stanno venendo
meno ed è giunto per voi il momento di
pensare a qualcosa di nuovo.
VERGINE 23 Agosto - 22
Settembre Cercate di evitare quando potete, di
essere troppo bruschi e
diretti nei rapporti col
prossimo. Siate capaci di
mediare in situazioni in cui ce ne sarebbe
bisogno, ma senza per questo non esprimere il vostro pensiero.
BILANCIA 23 Settembre - 22 Ottobre E’ questo
il periodo giusto per fare
nuove conoscenze e aprire ad un nuovo orizzonte
di rapporti sociali. Se ciò
che avete non vi soddisfa appieno avrete
la possibilità di dare una lieta svolta alla
vostra esistenza.
SCORPIONE 23 Ottobre 21 Novembre
Questo
anno 2012 sembra davvero iniziare a rilento e
probabilmente non vi
siete ancora ben resi
conto del nuovo anno che ormai è arrivato. Cercate di vivere la vita in maniera più
vitale.
SAGGITTARIO
vembre
-
20
22
No-
Dicembre
Ottimo periodo per levarvi
qualche sassolino dalla
scarpa e rendere note agli
altri le vostre posizioni,
che spesso potrebbero essere considerate
più condivisibili di quello che pensate, sia
in famiglia che lavoro.
CAPRICORNO 21 Dicembre
- 19 Gennaio Cercate di
avere più coraggio nelle
vostre azioni e non tiratevi
indietro sul più bello per
paura di esporvi. Dal punto
di vista sentimentale le novità non mancheranno: sappiate cogliere la palla al
balzo.
ACQUARIO 20 Gennaio - 18
Febbraio Prestate sempre
attenzione alle circostanze
in cui vi troverete coinvolti
e cercate di non prendere
tutte le questioni che vi si
pongono con leggerezza. Dal punto di
vista lavorativo non vi potete certo lamentare.
PESCI 19 Febbraio - 20
Marzo Il periodo di gennaio
2012 è senz’altro di quelli
favorevoli. Tante le occasioni lavorative che vi si presenteranno e tante le chanches dal punto di
vista sociale che non dovrete certo lasciar
perdere. Ma anche il partner ha bisogno di
voi, non trascuratelo!
Campo de’ fiori
49
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
VI RASSEGNA NAZIONALE DI TEATRO
PREMIO “ARCO D’ORO” 2012
Una scena della commedia “Il marito di mio
figlio”, al Teatro Palarte di Fabrica di Roma
il 19 Febbraio
Prenderà il via Domenica 19 febbraio, al Teatro Palarte di Fabrica di
Roma, la sesta edizione del Premio “Arco d’Oro”, rassegna nazionale di teatro
aperta a tutte le migliori compagnie non professioniste d’Italia. Anche quest’ anno
il concorso ha visto iscritti più di sessanta gruppi teatrali. Tra questi sono stati selezionati sette spettacoli che andranno a comporre il cartellone dei finalisti, i quali si
contenderanno il prestigioso “Arco d’Oro”, opera del pittore Ferdinando Sciarrini
raffigurante l’Arco di Giove di Falerii Novi.
Tra i premi più ambiti assegnati alle compagnie anche il “Premio Speciale della
Stampa” che viene assegnato dal nostro giornale alla rappresentazione che a giudizio della Giuria ha avuto le migliori recensioni.
Si parte Domenica 19 febbraio, con inizio sempre alle 17,30, con la Compagnia
Filarmonico Drammatica di Macerata che porterà in scena IL MARITO DI MIO FIGLIO di Daniele Falleri. Una divertentissima commedia sulle sorprendenti “varianti” dei matrimoni di oggi, dove accade che scoprire l’identità delle nuore non si rivelerà
semplice per le due povere coppie di genitori.
Sul prossimo numero troverete tutto il programma completo della imperdibile rassegna!
Pertanto appuntamento per tutti al Teatro Palarte di Fabrica di Roma con splendidi spettacoli al mitico prezzo di 5 euro. Abbonamenti
per sette Domeniche a soli 25 Euro.
BUON TEATRO!!
Giornata della Memoria:
il 27 la premiazione de
“I Giovani incontrano
la shoah”
L’Amministrazione comunale di Civita
Castellana celebra la Giornata della
Memoria con gli studenti delle scuole
superiori della città . Presso l’aula magna
di via Petrarca il 27 gennaio dalle 9.30
alle 11.30 si terrà un dibattito – conferenza per ricordare le vittime della
shoah. Oltre agli interventi del sindaco,
Gianluca Angelelli, e dell’assessore
all’Istruzione, Giancarlo Contessa, ci
sarà quello del Rabbino della Comunità
ebraica di Roma, Cesare Moscati, invitato dall’Amministrazione.
La Giornata della Memoria sarà dedicata
alla premiazione del concorso indetto
dall’Amministrazione “I giovani incontrano la Shoah”, a cui hanno partecipato 78
ragazzi degli istituti superiori della città .
I venticinque vincitori del concorso, i cui elaborati sono stati selezionati da un’apposita
commissione, andranno in visita ad Auschwitz accompagnati dai docenti e dal sindaco.
CERIMONIA DI
INTITOLAZIONE
di Via PROF. PAOLO
MONFELI
DOMENICA 29 GENNAIO 2012
ALLE ORE 12,30
con il seguente programma :
Ore 12,30: raduno delle autorità,
associazioni, cittadini in Piazza
Duomo (a fianco della Biblioteca
Comunale)
Breve discorso del Sindaco
Scopritura targa.
La cerimonia sarà allietata dalla Banda
Musicale “R.
Poleggi”.
Ceramica e distretto industriale: dal comune di Civita premi annuali alle tesi
di laurea
Scade il 31 gennaio il termine per partecipare al concorso che l’Amministrazione comunale di Civita
Castellana ha indetto per le tesi di laurea sulla ceramica o sul Distretto Industriale che sono state
discusse nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2010 e 31 dicembre 2011.
Potranno partecipare al concorso coloro che hanno discusso tesi di laurea su argomenti attinenti l’evoluzione della
tecnica della ceramica, studi antropologici, l’ incidenza della ceramica sul contesto sociale, culturale e lavorativo;
studi giuridici, economici ed estetico/artistici sulla ceramica; iniziative di marketing strategico per il rilancio del settore tradizionale ed economico del Distretto Industriale; Ceramica artistica, Istituti, Organismi, Associazione, Consorzi, interventi
correlati al raggiungimento di obiettivi di tutela e di implementazione dell’arte della ceramica.
Gli interessati dovranno presentare al Comune la domanda con copia della tesi di laurea e relativa documentazione. La domanda
potrà essere spedita a mezzo di raccomandata A.R. o presentata all’Ufficio Protocollo Generale ubicato presso l’Area Relazioni Esterne
in Via SS. Martiri Giovanni e Marciano n. 4/6. Tutte le informazioni sono anche sul sito www.civitacastellana.vt.it. Il termine ultimo
per la presentazione della domanda è il 31 gennaio ore 12.00.
50
Campo de’ fiori
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Il 26 gennaio di 18
anni fa nasceva una
stella che brillava
forte!! Fa’ in modo
che quella luce sia
sempre più forte e
possa abbagliare
tutti coloro che
incontrerai nella
tua vita!!! Tanti
auguri a Rebecca
Censi dai nonni
Donato e Gianna
Tanti auguri a Valerio
Papini che il 18
dicembre ha ricevuto
il sacramento del
battesimo. Auguri da
mamma, papà, i nonni, gli zii, il padrino Giancarlo
e la madrina Elisa.
Un augurio speciale al
piccolo ometto di casa,
Omar, che ha compiuto gli
anni il 2 gennaio. Per il
momento la torta è grande
e le candeline sono poche,
solo una!!!
Ti auguriamo di arrivare a
tante candeline da non
spegnere in un soffio solo….
Tanti, tantissimi auguri cucciolotto per il tuo
primo anno di vita da mamma, papà, zii e nonni e
soprattutto dalle tue cuginette Melissa e Giada,
Jasmine, Bahssam e Sahim.
Il 23
febbraio Gabriele
Ceccarelli compie
5 anni. Tanti auguri da
papà Riccardo, mamma
Elisa, i nonni Sandro,
Maria, Marinela,
Roberto, Elisabetta e
dagli zii Leonardo,
Angelo, Tatiana e Rosaria.
Tanti auguri a nonna
Angela che il 15 gennaio
ha compiuto 86 anni, da
Alessandro, Laura e
Franco.
Il 1° gennaio è nato il
mio piccolo grande
cuginetto Gabriel.
Tanti auguri a zia
Letizia, zio Rodolfo e
a Desiree, da Francesco.
Tanti auguri a Vittoria
Ulisse per il suo primo
compleanno, che ha
festeggiato il 28
dicembre 2011, dai
genitori, i nonni, gli zii
ed i cuginetti Simone
ed Alessandro
Un augurio speciale
a Giada Mariantoni
che l’8 Febbraio
compie 18 anni.
Auguri da mamma,
papà, Beatrice,
nonna, zia, zio e
dalle cuginette
Marta, Noemi e dal fidanzato Luca.
Tanti auguri a Giada e Luca che l’8 e il 12
Febbraio festeggiano 18 anni, dalle famiglie
Mariantoni e Furano
Tanti auguri al Dott. Diego
Precetti che lo scorso
Dicembre ha conseguito la
laurea Magistrale in
Finanza e Management
ottenendo un meritatissimo 110 e lode.
Siamo orgogliosi di te!!!
La tua famiglia e gli amici.
Campo de’ fiori
Tanti
auguri al
piccolo
Francesco
Sbarra che l’8
febbraio
compie 2 anni.
Ti vogliamo
un bene
immenso.
Mamma, papà, i nonni, gli zii, le
zie e i tuoi cuginetti Desiree e
Gabriel. Auguri!!!!
51
Spero che
nel giorno
del tuo
compleanno,
tu possa
vivere 18
momenti
speciali che
ricorderai per tutta la vita! Auguri
maggiorenne! uguri....auguri....
auguri....auguri RAFFAELE !!!!!!!!!!!
(Ora tocca a te ...scoprire chi e’
stato a farti questo augurio)
Tanti
auguri a Maria
Pia Nelli che il
23 gennaio ha
compiuto 70
anni, dai figli
Loretta, Piera,
Fabio e Daniele,
dal genero, dalle nuore e dai nipotini Gianmarco, Federica e Giulia.
25 gennaio San Francesco
di Sales.
La redazione di
Campo de’ fiori
augura buona
festa a tutti i
giornalisti, nel
giorno dedicato
al loro Santo
protettore.
Congratulazioni
alla neo
dottoressa
Maria Laura
Bacchiocchi per
la sua laurea in
Scienze della
Comunicazione,
dalla mamma, le
sorelle ed i nonni.
Tanti auguri a Fabio
Calcinari che il 20
gennaio ha compiuto
40 anni, da mamma
Maria Pia, dalle
sorelle Loretta e
Piera, dal fratello
Daniele, dai cognati,
dalla fidanzata
Alexandra e dai
nipotini Gianmarco,
Federica e Giulia.
Un augurio speciale a
tutti
gli innamorati
del mondo...
ed in particolare
a quelli che
seguono
appassionatamente
la nostra rivista!!!!
Per chi si ama, San
Valentino non è solo il 14 febbraio, ma tutti i giorni...
52
Campo de’ fiori
Nel cuore
Ciao mamma, sai bene quanto dolore abbiamo dovuto sopportare nella
nostra famiglia in quest’ultimo anno… e nell’ultimo mese ci ha lasciati
tu… sei voluta andare per raggiungere le persone che tanto abbiamo
amato e che non sono più con noi da poco…
Vorremmo infinitamente che fossi ancora qui con noi per rivivere alcuni
momenti che ci hanno accompagnati nella nostra crescita con te … ti
ricordi mamma quando ti prendevamo in giro per farti togliere quel
brutto “broncio” che mettevi quando si avvicinava l’ora del pranzo e
della cena… e quando a volte ti sgridavamo perché non aprivi la bocca
per mangiare come una bambina dispettosa??? Ma alla fine riuscivi sempre a farti coccolare
e a farti fare mille carezze…
Insomma una piccola donna che è riuscita a tirare avanti con tanti, ma tanti sacrifici una
numerosa ed unita famiglia che ti ha tanto amata.
L’ultima sera in cui sei stata tra noi con quella poca voce sei riuscita a dire: “Però ho fatto
tutti bravi figli…” Tanti sono i ricordi in noi e nessuno potrà mai portarceli via…
85 anni…MA LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA, anche se ormai siamo tutti grandi il dolore ci
affligge… siamo qui uniti ora più che mai, per dirti ancora una volta:
CIAO CARA MAMMA, TI VOGLIAMO BENE!
La tua immagine è sempre viva nel mio pensiero,
il ricordo del tuo sorriso è la mia forza.
Sei stata un esempio di madre... una nonna stupenda..
Ti amo mamma con tutto il cuore e tutta l’anima.
Lucia Montanari, le nipoti Debora, Giulia e Arianna ed il genero Giulio.
(Del Frate Anna nata il 30/11/1930 morta il 17/12/2010)
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE
SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a  25,00
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“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita
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Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117
Campo de’ fiori
Roma com’era
Con il piano di Roma Capitale del 1883, la città muta profondamente la sua fisionomia.
Ma l’apice delle trasformazioni urbanistiche si ha nel 1924 sotto il regime Fascista.
La fontanella di Piazza Giudea, esterna al Ghetto, ne è un esempio,
dato che venne spostata in Via del Progresso.
Visita il nostro sito
www.campodefiori.biz
53
Campo de’ fiori
54
Album d
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Primi anni ‘50. Operai della Ceramica Artistica Santi e Pellegrini. In piedi da sx: Lucia Pace,
Alvisia Alessandrini, Vincenza Costanzi, Luisa Brocchi, Luigi Paolelli, Luciano Ciappici, Lorenzo Dominici, Vincenzo...,
Gino Santi (titolare insieme ad Otello Pellegrini della fabbrica). In basso da sx: Alberto Pellegrini, Bruna Gelanga,
Viviana Cima, Celeste Speranza, Gianni Mattioli, Giorgio Pellegrini, Giovanni Bravini, Luigi Valletta.
Campo de’ fiori
Civita Castellana - 1943.
Sfollati a Corchiano.
In piedi da sx:
Ferminia Benedetti,
Nazzareno Natili,
Saverio Natili,
Elena Natili,
Eligio Natili.
In basso da sx:
Carlo ed Alvise Natili.
Civita Castellana. 1972-73. Squadra Rugby - Campionato serie D.
In piedi da sx: Gianni Corazza, Telemaco Angeletti,
Ermanno Lanzi, Romolo Angelozzi, Flaminio Marziani, Fabio Patrizi, Arcangelo Belloni, Sergio Tontoni, Luciano Soldateschi, Carlo Angeletti.
In basso da sx: Francesco Giovannetti, Sergio Mancini, Roberto Fidaleo, Angelo Evangelisti, Pietro Lanzi, Giuseppe Profili, Fabrizio Flori.
Foto tratta dal libro “50 anni di strani rimbalzi” di Ugo Baldi.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
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Campo de’ fiori
Album d
Fabrica di Roma.
Amni ‘70.
In piedi da sx:
Adriano De Angelis,
Gianni Sciosci,
Lino Rossi.
In basso:
“Lalletto”
Foto concessa da
A.D. Fabrica Calcio 2010.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma.
Anni ‘90.
Da sx:
cap. Stefano Pacelli,
don Mario Mastrocola,
Lamberto Alessandrini.
Campo de’ fiori
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dei ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - Cresima del 1955. La foto è stata messa a disposizione dal sig. Anetrini Giampiero.
Da sx. (sono stati riconosciuti): 1° Fernando Cantagalli - 3° Giampiero Anetrini - 4° Domenico Anetrini .
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
Primi anni del '900.
Angelo Belloni alla centrale elettrica
del laghetto di via Nepesina.
Foto del nipote Massimiliano Belfi.
Campo de’ fiori
CARBOGNANO, ANNO 1908. Bambini dell’asilo.
58
Campo de’ fiori
Album d
dei ricordi
Campo de’ fiori
59
Campo de’ fiori
Corchiano.
2 Ottobre 1954.
Delia e Giulio Clericetti
consegnano
le bomboniere
del loro matrimonio,
a fine pranzo,
a Cesare Clericetti
ed a tutti
gli altri invitati.
Corchiano.
Fine anni ‘50.
Prima Comunione
di Prospero Prosperi,
insieme a Plinio Zuppante
e Renilde Prosperi.
Campo de’ fiori
60
LAVORO
CERCO
- CERCO LAVORO COME BABY SITTER,
badante, commessa ed altro. Part-time, automunita. Tel. 329.7318375.
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domestico. Tel. 339.7069630, ore pomeridiane
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autonoma di presentazione e prima informazione aziendale mediante distribuzione di cataloghi ed omaggi. (NO VENDITA) Requisiti: ambosessi di buona presenza, capacità di public relation, auto propria e connessione internet.
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(fisso + variabile), contratto iniziale a tempo
determinato di 6 mesi, concreta possibilità di
carriera, lavoro in zona di residenza sia full-time
che part-time. Per candidature o info contattare l’Ufficio del Personale al 331/1815264 o al
numero a basso costo 199.123.388
In alternativa inviare le candidature al numero
di fax 0746/755374 o via e-mail a:
[email protected]
- RAGAZZA ITALIANA ceraca lavoro come
commessa, assistenza domiciliare, mansioni
varie dalle ore 9 alle 15. Zona Anguillara,
Bracciano, Cesano, Olgiata. Tel. 334.5910917
- LAVORO COME LAVAPIATTI, aiuto cuoco,
giardiniere, operario muratore, badante per
uomo, qualsiasi impiego. Tel. 342.6377952
- LAVORO COME BADANTE, pulizie o baby
sitter. Tel. 389.3461019
- GIOVANE CON PIU’ DI VENTI ANNI DI
ESPERIENZA NEL SETTORE EDILIZIO,
cerca qualsiasi lavoro , anche periodico o giornaliero. Tel. 329.0160659
- CERCO LAVORO COME CUOCA. Tel.
329.7060299.
- RAGAZZA 25ENNE ITALIANA, cerca lavoro
come baby-sitter o commessa, zona Civita
Castellana, Fabrica di Roma, Corchiano. Tel.
349.6360114.
- DONNA cerca la voro come badante anche
giorno e notte. Tel. 388.9314500.
- INFERMIERA PROFESSIONALE cerca
lavoro come assistente anziani, anche di notte,
o baby-sitter. Zona Civita Castellana, Nepi,
Fabrica di Roma, Corchiano e d’intorni. Tel.
338.7876269.
- RAGAZZO 30ENNE cerca lavoro come vigilantes giorno e notte, aiuto muratore, operaio
in fabbrica già con esperienza anche in cava,
lavori di campagna. Urgente. Referenziato. Tel.
0761.518199 - 329.7729949.
- RAGAZZA 23ENNE cerca lavoro come
badante giorno e notte già con esperienza in
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