...

Webcam e Gps per spiare l`agonia del Gigante

by user

on
Category: Documents
23

views

Report

Comments

Transcript

Webcam e Gps per spiare l`agonia del Gigante
ALA
PROTEZIONE CIVILE
06/10/2011
STAMPA
PrtlidenzB d«l ComiElio dei Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
Webcam e Gps per spiare
del Gigante Bianco
l'agoniaseracco
delle Grandes Jorasses di
Sorvegliato speciale il
Courmayeur
di gravita e crolla
za di gravita. Le ultime «ar-
mi» per spiare la montagna
e sensori digitali di ultima
generazione
per spiare
morte
Occhi
gante
la
di un gibianco, che ogni volta
rinasce dal gelo.
Così a Courmayeur si
sorveglia il seracco delle
Grandes Jorasses, un ghiacciaio che deve la sua vita al
fatto di essere pensile, quindi in bilico sulla montagna.
Le dimensioni crescono nel
tempo, ma si trova tra 3800
e 4200 metri di quota, quindi non può sciogliersi. Quando il suo volume diventa
troppo grande, risponde alla forza di gravita e crolla,
anche solo in parte. Un fenomeno ciclico normale in natura, che si ripete ogni 10 o
20 anni, ma pericoloso per
le sue conseguenze. Non solo per gli alpinisti, ma anche
per chi si trova più in basso,
in Val Ferret.
A sorvegliare la morte
sono quelle delle tecnologie
satellitari Gps, unite a un sismografo che misura le microscosse e a una telecamera che permette di tenere
sotto controllo le fratture
nel ghiaccio.
Queste nuove strumentazioni sono state posizionate
a fine settembre, e ora è in
corso la fase di taratura.
«Stiamo mettendo in campo
le tecnologie che possono superare i limiti del tradizionale sistema topografico» spiega Federica Cortese, presidente della Fondazione Montagna Sicura. Il sistema topografico è ad alto contenuto
tecnico, perché utilizza un teodolite collegato a un computer che «spara» un raggio laser verso punti posti sul ghiacciaio per misurare la distanza
e quindi lo spostamento del
seracco. «Male letture non sono sempre possibili quando
c'è brutto tempo» dice Cortese. Un problema superabile
con il sistema che unisce rilevazioni satellitari e sismografia, abbinato a quello topografico, che continuerà a funzionare. «Si tratta di strumentazioni sofisticate che permettono di raccogliere dati pervalu-
del gigante bianco, attesa
ormai da due anni, è la Fondazione Montagna Sicura
incaricata dalla Regione,
che si avvale della collaboraLAOCLICITÀ
zione scientifica di Martin
Un
fenomeno
del
Politecnico
di
Zugrandioso
Funk,
e terribile che si ripete
rigo. Bisogna cercare di capire quando il seracco, nel
ogni 10 o 20 anni
suo costante movimento,
sta per raggiungere la fine tare eventuali chiusure o evacedendo al tempo e alla forcuazioni, ma anche precisi elementi scientifici per capire coIL PERICOLO me il fenomeno
potrà evolveCon l'aumento di volume re in futuro».
Il ghiacciaio sospeso delle
cede alla forza
Estratto da pag. 26
Grandes Jorasses, per le sue
caratteristiche quasi uniche
nell'arco alpino, è uno dei più
studiati. Il primo crollo risale
al 21 dicembre 1952, quando
una valanga classificata «catastrofica» sfiorò il villaggio
di Planpincieux, evento probabilmente collegato a un distacco del seracco delle Grandes Jorasses. Molto più tragico fu quello del 2 agosto del
1993, quando alle 5 del mattino il distacco travolse alcune
cordate di alpinisti con un bilancio di otto morti, tré dei
quali rimasti nelle viscere del
ghiaccio. Il 1° giugno 1998 a
collassare fu l'intero ghiacciaio sospeso, trascinando a valle 150 mila metri cubi di materiale, senza però provocare
danni a persone o a cose.
Dice ancora Cortese:
«Tutti i sistemi messi in funzione per raccogliere dati sono pensati non solo per proteggere chi va in montagna,
ma anche chi si trova più in
basso, soprattutto in una zona come quella della Val Ferret, che d'inverno ospita molti appassionati di sci da fondo. Anche perché con la neve
della stagione invernale, il
crollo del seracco potrebbe
innescare valanghe di enormi dimensioni».
PROTEZIONE CIVILE
LA STAMPA
PrtiidenzB d«l ComiElio dia Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
II «fronte» sempre più a rischio
Le GrandesJorasses si trovano nella parte nord del massiccio
del Bianco, sulla linea di frontiera tra Italia e Francia
Sopra, le strumentazioni posizionate a fine settembre
II sistema
Utilizza un teodolite che «spara» un
raggio laser per misurare gli spostamenti
Estratto da pag. 26
Fly UP