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- Parrocchia Santa Rita Modena
Bollettino parrocchiale di S. Rita, via Frignani 120 - Tel. 059 351397 Periodico di informazione religiosa senza fini di lucro Febbraio 2010 QUARESIMA Il cammino liturgico della quaresima è tutto un commosso elogio della bontà di Dio, che nel Signore crocifisso chiama a Sé l’uomo che ha peccato. La Quaresima è quindi un tempo di ritorno a Dio, quindi propizio di conversione. Digiuno, preghiera e opere di carità, sono la triade classica e sempre attuale, che ci dice in quale direzione camminare per attuare il nostro ritorno al Signore. DIGIUNO: con questo termine la Chiesa intende designare ogni tipo d’impegno; ogni gesto di rinuncia deve radicarsi in un atteggiamento interiore, la”penitenza”, e insieme tradursi in gesti concreti per coinvolgere tutto l’uomo, anima e corpo; è inutile digiunare dai cibi o fare altre rinunce se l’anima non si sforza di digiunare dal peccato. Per essere gradita a Dio ogni penitenza deve essere autentica e lo è se si accompagna a un contatto con “Dio” per mezzo della preghiera e con il “Prossimo” per mezzo della carità fraterna. PREGHIERA: la preghiera che dovrebbe ritmare tutta la nostra vita,deve farsi più intensa in questo tempo favorevole: deve essere un grido del cuore più che un clamore delle labbra. La Liturgia insiste che essa sia: fervida, perché nutrita d’amore; umile, perché sale da un cuore pentito che implora perdono; pressante e fiduciosa, perché non si stanca d’implorare . “Bussate e vi sarà aperto … chiedete e vi sarà dato”, raccomanda Gesù ai suoi; preghiera che deve essere nutrita soprattutto di “Parola di Dio”. CARITA’FRATERNA: l’idea fondamentale è di estrema semplicità. Quanto è sottratto al corpo e alle comodità con la rinuncia (il digiuno) è donato ai fratelli bisognosi. Per Sant’Agostino “le due ali con cui la preghiera s’innalza verso Dio sono il perdono delle offese e l’aiuto offerto al prossimo”. Questa società, dominata dal benessere, rischia di fiaccarci tutti; bisogna reagire, recuperando uno stile di vita più sobrio e la capacità di rinuncia e sacrificio che è la nota dominante nella vita di tutti i santi. Chi invece ha un tenore di vita più disagiato, offra al Signore la sua sofferenza in intima unione con Cristo. Con Gesù al fianco intraprendiamo il nuovo cammino quaresimale con lo sguardo rivolto a quella Croce che le nostre infedeltà e i nostri peccati hanno eretto e attingeremo con gioia alle sorgenti del Salvatore. VISITA ALLE FAMIGLIE E BENEDIZIONE PASQUALE La 2° settimana di febbraio inizieremo le benedizioni. Accogliere nella vostra casa i sacerdoti o i diaconi per la benedizione pasquale comporta accogliere anche l’invito a lasciarsi riconciliare con il Signore, cioè a fare Pasqua. L’acqua benedetta, con la quale saremo aspersi, ricorda il nostro battesimo, la Vita di Grazia che abbiamo ricevuto e l’amore di Dio che, quale Padre amoroso, accompagna la vita e il cammino dei suoi figli. Disponiamoci a celebrare la Pasqua del Signore con il cuore rinnovato dalla preghiera e dalla penitenza e testimoniamo nella famiglia, nella comunità ecclesiale e nei vari ambienti che frequentiamo, la gioia di saperci perdonati ed amati dal Signore. Qualche giorno prima vi faremo trovare nella posta il foglietto con il programma e il giorno della visita. Nelle bacheche della parrocchia troverete il programma completo. Le visite saranno così programmate: Lunedì: Don Renzo Martedì e Mercoledì: Don Renzo e Don Armando Giovedì: Don Renzo e Diacono Bruno Bergonzini Venerdì: Don Renzo e Diacono Fausto Ferri. Se qualcuno non desidera la benedizione, non cerchi scuse ridicole e capziose, ma abbia il coraggio delle proprie idee e sia franco: la libertà è il dono più grande ed anche il Signore si propone sempre, ma non s’impone mai. Don Renzo, Don Armando Punto di Ascolto, una mano in più Iniziativa del Gruppo Caritas a sostegno delle persone in difficoltà Proseguendo la tradizione consolidata di aiuto ai singoli, alle famiglie e ai fratelli dei paesi in via di sviluppo, il Consiglio Pastorale parrocchiale ha dato vita ad un progetto di aiuto alle persone in difficoltà, con l’apertura sperimentale di un punto di ascolto che si prefigge di: Il ventaglio delle risposte previste si basa sulle capacità personali e professionali dei componenti del gruppo e delle persone che nel tempo si vorranno avvicinare per consigli, conoscenze su pratiche, procedimenti amministrativi, collaborazione per la ricerca di lavoro o per insegnamenti ad alunni e scolari in difficoltà, oltre che sulle risorse economiche della parrocchia (concretizzate da interventi economici mirati, consegna di buoni spesa predisposti dalla Parrocchia in virtù di un accordo con il Conad della zona). Accogliere ed ascoltare le persone della parrocchia che si trovano in difficoltà a causa della crisi economica in atto; Essere sempre più luogo di conoscenza e relazione con le persone; Informare sulle risorse, pubbliche e private., esistenti in città; Mettere in contatto le persone con i “servizi esistenti”, accompagnandole nel percorso da compiere; Agire nel completo rispetto della riservatezza do ognuno; Agire con il piccolo gruppo di volontari che si occuperà, in costante collegamento con il parroco, di ascoltare le persone e costruire con loro l’eventuale forma di aiuto possibile. Il punto di ascolto ha preso avvio il 4 novembre scorso e chi si è presentato fino ad ora sono persone singole o famiglie con bambini da 0 ai 18 anni, persone valide, che hanno perso il lavoro per la negativa congiuntura economica attuale o perché effettuavano lavori a termine non rinnovati. Persone con le quali si è instaurato un buon rapporto, del quale siamo molto soddisfatti. La relazione con le persone si dimostra sempre un terreno delicato, ma molto fertile per tutti, che richiede di metterci in gioco anche come credenti e, quando davanti a situazioni complesse o che ci sembrano irrisolvibili, ci capita di pensare che solo la Provvidenza di Dio possa darci un mano, Lui ci ricorda che le mie mani sono anche le vostre. Questo gruppo si è preparato con incontri tra i propri membri per conoscersi meglio e confrontarsi sulle aspettative, collegandosi con le iniziative della Diocesi anche per raggiungere una maggiore integrazione con gli altri centri di ascolto che si stanno aprendo nelle varie parrocchie e per conoscere i progetti della Diocesi stessa. Si è concordato di cercare di non cadere in risposte assistenzialistiche e di elaborare con le persone progetti anche modesti, ma individualizzati rispetto al problema posto. Grazia Stanzani Gruppo Caritas Santa Rita Per informazioni: Il Punto di Ascolto è aperto ogni mercoledì pomeriggio dalle 16.30 alle 18, con la possibilità di fissare appuntamenti in altri orari telefonando al numero 329 9876707. 2 Il servizio, una prova d’amore Ritiro d’Avvento del gruppo Giovani a Fiorano Tema principale del ritiro di Avvento del gruppo giovani, che ha avuto sede presso il Santuario della Beata Vergine del Castello a Fiorano, è stato il servizio. I ragazzi, sotto la guida spirituale di don Carlo, si sono interrogati sul significato dei termini amore e servizio, declinando nella loro vita quotidiana questi concetti. cercando Lui troveremo anche il nostro vero io, la nostra parte buona. Per ognuno di noi, il miglior modo per applicare questo amore è fare servizio, ma come intendono il servizio i giovani? Molti hanno detto che all'inizio era quasi un obbligo, che poi è diventata abitudine (ad esempio leggere durante la Messa). Solo alcuni hanno detto che fanno servizio perchè si sentono appagati dopo aver fatto qualcosa per un altro o per la comunità. Altri hanno detto che per essere felici di aver fatto un sevizio deve essere una cosa che loro giudicano "bella" senza averla mai provata, se invece non la trovano "bella" non ci provano neanche. Anche quest'anno, in preparazione alla venuta di Gesù, il gruppo giovani di Santa Rita ha compiuto un ritiro, svoltosi al santuario della Beata Vergine del Castello a Fiorano. Con l'aiuto di don Carlo, parroco di Fiorano, che ha "spiegato" il Vangelo di Giovanni (Gv 1, 1-18) ci siamo posti questa domanda: perchè Gesù è venuto al mondo? Gesù è venuto per dare una vera testimonianza d'amore agli uomini. Ma cosa vuol dire veramente amare? Amare significa voler tanto bene a qualcuno e dimostrarglielo donandogli il proprio tempo, soffrendo insieme a lui, aiutandolo quando ha bisogno. Amare significa agire senza egoismo per il bene di un'altra persona e mettere i bisogni degli altri davanti ai propri senza far prevalere il proprio io. Questa eterogeneità sottolinea il fatto che tutti gli individui sono diversi e che esistono tanti modi per amare, ma che senza l'aiuto di Dio l'amore che si dona è nullo. Nel servizio non ci limitiamo ad aiutare il nostro prossimo, ma aiutiamo in primo luogo noi stessi a crescere, a migliorare, ad essere braccia operose per compiere la volontà del Signore. Anche per questo non può essere imposto o diventare abitudinario, perché sarebbe privo del suo valore più genuino e profondo. Per essere vero, il servizio deve essere gratuito e donato disinteressatamente: solo così possiamo dare un contributo e migliorare la nostra piccola parte di mondo. Ma ai giorni nostri molte coppie si separano dicendo di non provare più amore nei confronti dell'altro, oppure non accettano il matrimonio perchè hanno paura di un amore che dura in eterno. Per amare davvero non bisogna affidarsi solo alla propria volontà, ma si deve chiedere aiuto a Dio. Lui ci ha creati come organismi fatti per amare e Valentina Orri 3 Triennio nuovo, vita nuova! Al lavoro sul Progetto Educativo del prossimo triennio senz’altro quello. In primo luogo cerchiamo di aiutarci a vicenda nella formazione (che è un percorso lungo e non sempre scontato), partendo dal presupposto che la competenza è la prima chiave per essere educatori significativi nei fatti e non solo a parole. Come Capi cerchiamo di cogliere tutte le occasioni (principalmente quelle proposte dall'AGESCI, campi, week-end di formazione… anche della Diocesi, dal Comune e dagli altri enti con i quali cerchiamo di essere in rete) per crescere e avere nuovi spunti. Le esigenze dei Capi non si fermano però qui: la CoCa è il luogo dove ci confrontiam o su quello che direttamente o indirettamen te ci viene chiesto dai nostri ragazzi, dalle loro famiglie e dal territorio sul quale operiamo. Dove ci chiediamo se quello che stiamo facendo ha un'utilità e valutiamo come correggere il tiro, volta per volta, dopo aver discusso insieme i risultati delle scelte fatte. Questo continuo confronto trova la sua sintesi appunto nel Progetto Educativo, di durata all’incirca triennale, un documento che ci aiuta a tenere presenti gli obiettivi e le valutazioni fatte e a non 'improvvisare' troppo. Quest'anno saremo quindi all'opera per rinnovare le analisi e le valutazioni fatte qualche tempo fa, per scoprire nuove esigenze e eventualmente confermarne di vecchie. Questa 'analisi del territorio' (come la chiamiamo in gergo) ci aiuterà a capire dove ‘puntare la nostra canoa’ nei prossimi anni e ci Il 2009-2010 sarà un anno importante per il nostro Gruppo. Non tanto per le attività che progetteremo insieme ai ragazzi (che sono tante e belle e in gran parte ancora da pensare!) quanto per una scadenza meno visibile ma sostanziale che riguarda il lavoro della Comunità Capi. Abbiamo infatti iniziato a rivedere e a ripensare il nostro Progetto Educativo, il punto di riferimento che tutti i Capi del nostro Gruppo tengono presente nel progettare e pensare le attività da proporre e da mettere in campo. Anche se meno visibile delle singole Staff e dei singoli Capi, impegnati nelle attività pratiche delle varie branche, il lavoro della Comunità Capi è il centro e il motore di tutto quello che facciamo. É infatti in questa Comunità che ci confrontiamo sulle esigenze dei nostri ragazzi e sulle nostre, come adulti e come Capi. Visto che, in teoria, un Lupetto inizia il suo cammino a otto anni in Branco, per concluderlo verso i 20 e oltre in Clan, la condivisione delle scelte e degli obiettivi educativi è fondamentale per preservare il più possibile l’unità di questo lungo percorso. Nei dieci e passa anni che porteranno la Zampa Tenera, appena entrata in Branco, a lasciare il Clan come Partente si avvicenderanno infatti diversi e nuovi educatori, diverse situazioni e differenti contesti: se la Comunità Capi non cercasse di garantire la continuità di determinati presupposti e la condivisione degli obiettivi questo cammino sarebbe disorganico, magari ripetitivo e poco efficace. Non che si riesca sempre nell’intento di coordinare tutte le nostre attività, ma l’obiettivo è 4 aiuterà a mantenere quel filo rosso che unisce le attività dei Lupetti alle riflessioni del Clan, passando per l'esperienza del Reparto. Cercheremo di tradurre queste esigenze in obiettivi che siano alla portata delle nostre attività, e in base a questi obiettivi vedremo quali strumenti e quali attività proporre. In questo percorso è sempre utilissimo e vitale il rapporto con le famiglie, con quelle da più tempo inserite nel gruppo, che sanno aiutarci a capire e a mettere a frutto le esperienze passate insieme, a quelle più nuove che, proprio perché ancora un po’ estranee alla nostra esperienza, sanno dare spunti imprevisti e porre le domande giuste. Descritta in questi termini, la redazione del Progetto Educativo, può sembra un lavoro molto teorico e un perfino un po’ noiosetto: in realtà, come tante delle nostre attività, è il momento dove facciamo girare le rotelle prima di metterci in movimento! Dal punto di vista dei contenuti della proposta educativa troviamo: la scelta di una migliore presenza Scorrendo i vecchi progetti educativi riscopriamo come a noi scout piace passare dalla teoria dei progetti alla pratica realizzazione e verifica. Sfogliando gli ultimi progetti, ad esempio: Stefano Ascari 1982: la Comunità Capi di San nella chiesa; la priorità della formazione capi; la competenza nella vita “scout” al’aria aperta; la valorizzazione dei talenti di ogni ragazzo e l’attenzione alla disabilità; la promozione di scelte di pace, di accoglienza, di modelli di vita essenziali e alternativi alle mode consumiste; l’attenzione ambientale, al creato e la ricerca di collaborazioni con altri enti e associazioni impegnati nel territorio; il rapporto con le famiglie. Faustino (Modena 1) decide di aprire il branco e il reparto a Santa Rita; 1989: la Comunità Capi progetta la nascita del nuovo Gruppo di Santa Rita (Modena 6); 1998: la Comunità Capi ha pochi capi e progetta l’unione per tre anni con il Modena 3 di San Pietro (nasce Modena3-6); 2002: come progettato rinasce il gruppo Modena 6 di Santa Rita e si festeggia il ventennale; 2008: progettiamo di ricercare un’area verde per fare una base scout nella nostra Circoscrizione. 5 VII reggimento cucinieri d’assalto Santa Rita aviotrasportato Il valoroso, indomito, fiero, ardimentoso, settimo reggimento cucinieri d’assalto Santa Rita aviotrasportato nasce nel lontano 2007, costola della storica Caritas santaritiana. Il motto latino del reggimento “Hic et Nunc” (Qui e adesso) la dice lunga! fornelli. Feroci corpo a corpo si accendono ogni tanto, lì dove vengono richiesti generi non contemplati dalle regole d’ingaggio di Porta Aperta (olio, frutta, dolce, in più et similia). Quando il nemico (la fame e la sete) alza bandiera bianca e le sue truppe sono in rotta, accaldati e sudati gli eroi del settimo cucinieri d’assalto aviotrasportato provvedono, nel campo di battaglia, reso viscido dall’acqua, alla cura delle proprie armi (pentole, ramaiole, mescoli, padelle, caraffe, vassoi, piani di lavoro, fornelli) affinchè tutto sia lucido e brillante, al riordino dei tavoli ed alla pulizia dei locali del refettorio. Quindi, riposte le armi e le divise, si salutano i compagni d’arme e si ritorna alle famiglie. Il VII reggimento cucinieri d’assalto Santa Rita aviotrasportato risulta formato da: 1° Battaglione Cuoche e Vivandiere 2° Battaglione Cantinieri e Sguatteri Il settimo cucinieri d’assalto aviotrasportato si caratterizza per la velocità e la precisione con cui si muove sul campo di battaglia e per le sinergie ipercollaudate dei suoi componenti, a cui basta uno sguardo o un cenno per muoversi ad un sol uomo e, per pari opportunità, ad una sola donna. Nel campo di battaglia (la cucina di Porta Aperta) tutto si muove in un quasi silenzio gravido di alacrità, di fervore, rotto ogni tanto dal grido “bis” e “in bianco” lanciato dalla prima linea, che raggela le indomite schiere, che sono alle pentole e ai Armamento: Potenza di fuoco: numero 4 fornelli e 2 forni, numero 2 batterie di marmitte calibro 12, numero 6 teglie (cm.30 X 50). Armi leggere e personali: Mestoli, ramaiole, forchettoni, colapasta. Contro l’acerrimo nemico “LO SPORCO”: pagliette, detersivi,spugnette e strofinacci. 6 Gradi e comando: Comandante in Capo: Ferri Diac. Fausto Cuoche: Lucia, Paola e Sonia. Vivandiere scelte (in ordine alfabetico): Anna, Annachiara, Gisella, Valeria. Cantinieri semplici: Abderhaim, Adelmo e Alberto. Patrono: San Martino (11 Novembre) Entra anche tu nel VII Cucinieri!! Motto e urlo di battaglia: Diventerai un tecnico e, servendo i fratelli, incontrerai genti di ogni nazione del mondo!! “HIC ET NUNC” Adelmo Ballarotti Padre Stefano, un Agente 004 a servizio di Gesù Sabato 14 novembre nel salone della parrocchia, insieme ai bimbi del catechismo, abbiamo trascorso un pomeriggio speciale, avendo avuto la fortuna di ascoltare Padre Stefano, un sacerdote missionario in Cina che da tempo intrattiene solidi contatti con alcune persone della nostra comunità. L’opportunità di averlo tra noi è stata accolta più che volentieri e ci ha permesso di entrare in contatto più da vicino con una realtà che troppo spesso sentiamo distante e sulla quale siamo, forse, un po’ tutti disinformati. I più entusiasti, ovviamente, sono stati i bambini che ne hanno approfittato per lasciarsi andare alle più svariate domande ed osservazioni; dagli animali al cibo, dalla scuola all’abbigliamento, dalla religione ai segni zodiacali, dalla lingua alle tradizioni. Padre Stefano è stato molto disponibile ed esauriente, trovando risposta anche alle domande più difficili e riuscendo a coinvolgere i bambini anche grazie all’aiuto di una presentazione in Power Point che mostrava attraverso numerose foto, la realtà descritta nel suo racconto. Si è parlato, inoltre, delle difficoltà che si incontrano in Cina quando si vuole parlare di Gesù, della religione cristiana; Padre Stefano si è definito “Agente 004” in quanto obbligato a “lavorare nell’ombra e a bassa voce” a causa delle dure disposizioni dello stato asiatico in materia religiosa. Un ascolto ordinato ed interessato ha permesso ai nostri piccoli di cogliere le differenze e le analogie tra la nostra cultura e quella cinese soffermandosi, ovviamente, con maggiore interesse sugli argomenti a loro più vicini come la scuola e il divertimento. È stato un pomeriggio molto interessante, che ha permesso ai bimbi (e anche ai più adulti) di conoscere nuovi aspetti di una civiltà molto complicata e molto diversa da quella in cui viviamo. Un ringraziamento speciale va a Padre Stefano per la disponibilità, la cura e l’attenzione dedicata a questo incontro; siamo certi che l’occasione potrà ripetersi in modo da accrescere ulteriormente la conoscenza della cultura cinese e la realtà con la quale lui quotidianamente si confronta. Stefano Davoli 7 APPUNTAMENTI ma come al solito è importante la partecipazione di tutti noi per rendere completo ed importante una gita/pellegrinaggio parrocchiale e comunitario. Vi aspettiamo dunque, giovanissimi, mezzani e over 80, a Febbraio per le iscrizioni definitive. Le preiscrizioni, già iniziate, stanno andando benissimo e per i tre giorni sono rimasti solo 20 posti. “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,14) Servirsi gli uni gli altri è svolgere un ministero e nella Chiesa è innanzitutto un ministero quello del vescovo al quale si affiancano, e ne conseguono, quello del sacerdote e del diacono. Vi sono poi i ministri istituiti del lettorato e dell’accolitato. Non meno importanti per la crescita della comunità e la sua vita quotidiana sono i ministeri di fatto quali quelli del catechista, delle attività caritative, ricreative e per il decoro e la pulizia degli ambienti parrocchiali. In una comunità viva ognuno è al servizio degli altri e noi siamo comunità viva, dunque: rimbocchiamoci le maniche … c’è posto per tutti! Incontri dei genitori Da Ottobre sono ricominciati gli incontri di lettura del Vangelo e condivisione dei genitori dei ragazzi di catechismo. Le date degli incontri sono riportate nella tabella a seguire, il ritrovo è dalle ore 16 fino alle ore 18, orario di inizio della S. Messa a cui partecipiamo insieme. Calendario incontri dei genitori formazione, condivisione, amicizia Gita a Torino leggendo brani del Vangelo secondo Luca (30 Aprile – 2 Maggio) 24 Ottobre (Lc 7,36-50) Nel 2010 la gita parrocchiale si effettuerà a Torino in occasione dell’ostensione della Sindone. Si potrà scegliere fra una gita di 3 giorni (30 Aprile - 2 Maggio) e una gita di 2 giorni (1 e 2 Maggio), il programma completo lo potrete trovare sul sito parrocchiale www.parrocchiasantarita.org o appeso alle bacheche della chiesa di S. Rita. Ricordiamo che non è possibile andare a vedere la Sindone da vicino se non prenotando per tempo la visita su www.sindone.org, come la Parrocchia di S. Rita ha già provveduto a fare (200 posti per l’1 Maggio 2010). Ricordiamo che la prossima Ostensione è prevista per il 2025 in occasione del Giubileo. Oltre alla Sindone, le iniziative previste e le sorprese non mancheranno, 28 Novembre (Lc 10,25-37) 16 Gennaio (Lc 10,38-42) 27 Febbraio (Lc 15,11-32) 10 Aprile (Lc 24,13-35) 15 Maggio (Lc 19,1-10) Santa Rita sul Web! La parrocchia di Santa Rita ora è anche sul Web. Nel sito www.parrocchiasantarita.org, a cura di Lorenzo Vaccari, è possibile trovare informazioni, foto e altre notizie riguardanti la parrocchia, oltre alle pubblicazioni precedenti de “La voce di Santa Rita”. 8