...

parassiti-15 - Parassitologia veterinaria

by user

on
Category: Documents
92

views

Report

Comments

Transcript

parassiti-15 - Parassitologia veterinaria
Mappe Parassitologiche
Series Editor
Giuseppe Cringoli
Copyrigth© 2012 by Giuseppe Cringoli
Registered office
Veterinary Parasitology and Parasitic Diseases
Department of Pathology and Animal Health
Faculty of Veterinary Medicine
University of Naples Federico II
Via della Veterinaria, 1
80137 Naples
Italy
Tel +39 081 2536283
e-mail: [email protected]
website: www.parassitologia.unina.it
CREMOPAR
Centro Regionale per il Monitoraggio delle Parassitosi
Località Borgo Cioffi - Eboli (Sa)
Tel./Fax +39 0828 347149
e-mail: [email protected]
All rights reserved – printed in Italy
No part of this publication may be reproduced in any form or by any means, electronically, mechanically, by photocopying, recording or otherwise, without the prior permission of the copyright owner.
Printed and bound by Litografia Vigilante srl,
Via Nuova Poggioreale, 151 D
80143 Naples
Italy
Tel/Fax +39 081 5846611
e-mail: [email protected]
First edition: January 2012
ISBN 978-88-89132-55-5
Rolando Editore
Dirofilaria
Parassiti in Basilicata
Quadro parassitologico di base
negli allevamenti bovini ed ovini
Edited by Vincenzo Musella
Antonio Bosco
Laura Rinaldi
5
Parassiti
Indice
Presentazione ...........................................................................
7
La ricerca ................................................................................
11
Risultati....................................................................................
19
PROTOZOI
Babesia ....................................................................................
24
Besnoitia .................................................................................
26
Eimeria (Bovini) .....................................................................
28
Eimeria (Ovini) .......................................................................
30
Neospora ................................................................................
32
NEMATODI
Strongili gastrointestinali .........................................................
36
Teladorsagia ............................................................................
40
Haemonchus ...........................................................................
42
Trichostrongylus .......................................................................
44
Cooperia ..................................................................................
46
Oesophagostomum ..................................................................
48
Nematodirus ...........................................................................
50
Strongyloides ...........................................................................
53
Skrjabinema ............................................................................
56
Trichuris ...................................................................................
58
Dictyocaulus ...........................................................................
62
Muellerius ...............................................................................
64
Protostrongylus .......................................................................
66
Parassiti
6
Indice
Cystocaulus .............................................................................
68
Neostrongylus .........................................................................
70
TREMATODI
Dicrocoelium ...........................................................................
74
Fasciola ..................................................................................
78
Paramfistomi ...........................................................................
82
CESTODI
Moniezia .................................................................................
88
APPENDICE
Antiparassitari registrati per bovini ed ovini in Italia ..............
97
Elenco generale farmaci con dosaggi ....................................... 113
7
Presentazione
La prolifica Scuola Parassitologica Napoletana, guidata dall’amico e collega Giuseppe
Cringoli, ci regala un nuovo volume della serie “MAPPE PARASSITOLOGICHE” dal titolo
“Parassiti in Basilicata”.
Si tratta di un quadro parassitologico di base negli allevamenti bovini e ovini della
Regione Basilicata. Una panoramica completa dei parassiti presenti frutto di una
ricerca attenta e meticolosa in tutta la Regione, una fotografia nitida e precisa della
situazione parassitaria.
Per ogni parassita ritrovato vengono presentate, in una breve scheda descrittiva, le
caratteristiche principali e le mappe sulla diffusione. Un’utilissima appendice dedicata ai farmaci antiparassitari completa il volume.
Questa 15^ Mappa parassitologica rappresenterà certamente un utile strumento sia
per tecnici che per allevatori che sono quotidianamente impegnati nella battaglia contro le parassitosi per favorire il miglioramento dello stato di salute degli animali e
aumentare le loro performances produttive.
Tanti complimenti al prof. Cringoli e a tutta la sua splendida squadra di collaboratori per questo nuovo prodotto frutto dell’intenso lavoro sul territorio e della loro grande passione per la Parassitologia.
A tutti auguro una buona consultazione e un buon lavoro.
Mario Pietrobelli
Presidente della
Società Italiana di Parassitologia
Presentazione
9
Dopo PARASSITI D’ITALIA, volume n° 14 della serie MAPPE PARASSITOLOGICHE (MP 14),
che riporta i risultati del “primo censimento parassitologico nazionale” riferito agli
animali ed all’uomo, realizzato sotto l’egida della Società Italiana di Parassitologia
(SOIPA), questo volume, MP 15 - PARASSITI IN BASILICATA - Quadro parassitologico
di base negli allevamenti bovini ed ovini -- riporta i risultati di un’ampia ricerca realizzata grazie alla collaborazione tra il Centro Regionale per il Monitoraggio delle
Parassitosi (CReMoPar) regione Campania e le Associazioni Provinciali Allevatori
(APA) di Potenza e Matera, regione Basilicata.
La ricerca ha preso il via dalla necessità di acquisire conoscenze aggiornate e puntuali
circa la presenza e la distribuzione spaziale delle infezioni parassitarie negli allevamenti bovini e negli allevamenti ovini nell’attuale realtà zootecnica della Basilicata.
Il controllo delle parassitosi dei ruminanti in allevamenti bradi e semibradi è un problema assai complesso che necessita di un approccio ampio e multidisciplinare dove
le conoscenze epidemiologiche di base degli organismi parassiti assumono una rilevanza che va al di là dei confini amministrativi delle regioni.
Il territorio della regione Basilicata, che confina a nord con la Campania, è attraversato dalla catena dell’Appennino Meridionale, che interessa anche tutta la parte
interna della regione Campania. Questo comporta una sostanziale continuità orografica e pedoclimatica di gran parte del territorio di queste due regioni e, vista la stretta dipendenza della epidemiologia di molte parassitosi dalle caratteristiche ambientali, per meglio pianificare strategie di controllo a largo raggio, magari adottando protocolli di trattamento che hanno già dimostrato risultati economici di notevole rilievo, si è ritenuto opportuno estendere l’attività di ricerca del CReMoPar nella vicina
Lucania - adottando modelli di campionamento già ampiamente validati in Campania.
In questo volume, essenzialmente divulgativo, i risultati dell’indagine sono riportati
in una serie di schede descrittive che sintetizzano, per ciascun gruppo, genere e/o specie di parassita, gli elementi essenziali di morfologia, gli elementi di disseminazione
nell’ambiente esterno (AE), gli ospiti, il ciclo biologico, la sintomatologia, la diagnosi clinica, la diagnosi post-mortem e di laboratorio, la terapia, la profilassi ed il rischio
per l’uomo. Ciascuna scheda è corredata da una mappa con omogenea distribuzione
dei punti e cerchi proporzionati che condensa un insieme di notizie: l’area di studio,
il parassita a cui si riferisce, gli allevamenti positivi con le relative cariche parassitarie e gli allevamenti negativi.
Il volume è anche corredato di una ricca iconografia.
Un’appendice riporta gli antiparassitari registrati in Italia per i ruminanti: schede
sinottiche riportano il principio attivo, il nome commerciale e la casa farmaceutica, il
dosaggio e la via di somministrazione, lo spettro d’azione, la specie animale per il
quale il prodotto è registrato ed i tempi di sospensione.
Un particolare ringraziamento va al Settore SIRCA dell’Assessorato Agricoltura
Regione Campania per l’impegno diretto al controllo delle parassitosi con l’attivazio-
10
Presentazione
ne del CReMoPar (regolamentato mediante convenzione con il Settore di
Parassitologia Veterinaria e Malattie Parassitarie della Facoltà di Medicina Veterinaria
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II) ed alle APA di Potenza e Matera per
aver condiviso l’iniziativa, collaborato alle attività territoriali di questa ricerca e consentito la realizzazione del presente volume.
Un sentito ringraziamento va anche al Consiglio Direttivo della SOIPA per aver
patrocinato questo volume ed in particolare all’amico e collega Prof. Mario
Pietrobelli, Presidente della SOIPA, per il costante sostegno scientifico e culturale.
Series Editor
Giuseppe Cringoli
La ricerca
La ricerca
Nella Regione Basilicata l’allevamento
bovino, con 88.392 capi e l’allevamento
ovino, con 262.202 capi (dati ISTAT,
2010), costituiscono una importante
realtà per l’economia rurale dell’intera
regione.
La quantità e qualità delle produzioni di
questi comparti zootecnici sono però a
tutt’oggi, gravemente condizionate da
molteplici fattori, tra cui particolare
rilievo assumono le parassitosi.
Proprio in riferimento alle parassitosi, le
conoscenze sugli aspetti eziologici ed
epidemiologici circa la presenza e la diffusione dei più importanti elminti e protozoi gastrointestinali e dei protozoi
ematici e tissutali sono frammentarie e
per molti aspetti scarse e datate per
poter pianificare ed attuare adeguati
piani di controllo.
Il territorio della regione Basilicata (che
confina con la regione Campania) si
caratterizza per una sostanziale continuità e quindi similitudine orografica e
pedoclimatica con la parte interna del
territorio campano, proprio in virtù della
presenza dell’Appennino Meridionale
che percorre le due regioni. Da questa
uniformità territoriale ne consegue una
certa similitudine nella tipologia dell’allevamento bovino e soprattutto dell’allevamento ovino.
Vista anche la stretta correlazione con le
caratteristiche ambientali di molte parassitosi dei ruminanti, si è ritenuto importante estendere le attività delle ricerche
del Centro Regionale per il Monitoraggio
delle Parassitosi (CReMoPar) – che istituzionalmente svolge attività di ricerca
ed assistenza parassitologica agli allevamenti zootecnici della Campania – anche
13
agli allevamenti ovini e bovini della
Lucania per acquisire notizie utili alla
pianificazione di strategie di controllo a
più largo raggio.
Le indagini, che hanno interessato un
campione rappresentativo della popolazione di allevamenti bovini e di allevamenti ovini della Basilicata, sono quindi
state svolte dal CReMoPar convenzionato con il Settore di Parassitologia
Veterinaria e Malattie Parassitarie della
Facoltà di Medicina Veterinaria
dell’Università degli Studi di Napoli
Federico II e dalle Associazioni
Provinciali Allevatori (APA) di Potenza e
Matera, regione Basilicata.
Le diverse fasi della ricerca hanno
impegnato per circa un anno, oltre 60 tra
ricercatori, tecnici ed operatori sul territorio.
Presso il CReMoPar hanno prestato la
loro attività di coordinamento, esami di
laboratorio ed elaborazione dati i dottori: Laura Rinaldi, Vincenzo Musella,
Antonio Bosco, Mirella Santaniello,
Maria Elena Morgoglione, Ida Guariglia,
Davide Ianniello, Giovanna Cappelli,
Mario Parrilla, Maria Paola Maurelli,
Paola Pepe, Saverio Pennacchio e
Settimia Alfano.
Presso le APA della Basilicata hanno
prestato la loro attività i dottori:
Augusto Calbi (Direttore), Giuseppe
Eugenio Prestera (Capo Servizio) ed
Incoronata Zacometti (Coordinatrice).
Hanno inoltre svolto la preziosa ed indispensabile attività sul territorio i dottori
(elencati
in
ordine
alfabetico):
Abbatangelo Innocenzo, Autera Mauro,
Cazzato Vincenzo, Grassano Antonio,
14
La ricerca
Larocca Salvatore, Lasalvia Michele,
Lavecchia Feliciano, Lisanti Felice,
Masiello Giuseppe, Petrocelli Antonio,
Picerno Mario, Rasulo Vincenzo,
Taccogna Michele, Ursi Pietro, Zotti
Pietro, Caniano Carmine, Cariati Enrico,
Cillis Angelo, Cilumbriello Carmela,
Damiani Antonio, Di Sirio Gaetano, Di
Tommaso Rocco, Garaguso Michele,
Giannandrea
Giuseppe,
Lardiello
Nicola, Lauletta Pietro, Lombardi
Nicola, Loprete Piero, Mancaniello
Paolo, Minore Savino, Modugno Luigi,
Oleandro Camillo, Oliveto Giovanni,
Ramunno Pasquale, Ricciardi Angelo,
Rinaldi Michele, Robilotta Giorgio,
Romano Pietro, Rosato Giuseppe,
Rotondaro Luigi, Scarilli Francesco,
Soldo Antonio, Stellato Giuseppe,
Summa Vito, Telesca Donato, Urga
Domenico e Vallone Luigi.
Area di studio - Questa indagine ha
interessato l’intero territorio della
regione Basilicata, dove sono stati controllati contemporaneamente un campione di allevamenti bovini ed un campione di allevamenti ovini.
Per la selezione degli allevamenti campione, sull’intero territorio della regione
Basilicata è stata sovrapposta (con
l’ausilio dei Sistemi Informativi
Geografici - GIS) una griglia a maglie
regolari di 10 x 10 Km di lato. Il territorio regionale è stato quindi suddiviso in
98 quadranti (= aree di campionamento). In ogni quadrante è stato poi individuato un allevamento bovino (con
minimo 15 animali adulti) ed un allevamento ovino (con minimo 50 animali
adulti), i più vicini al centro del quadrante, poi sottoposti a sopralluoghi
aziendali e prelievo di materiale biologico.
In totale sono stati controllati 98 allevamenti ovini (uno per ognuna delle 98
aree di campionamento) ed 88 allevamenti bovini (in 10 delle 98 aree di campionamento non erano presenti allevamenti bovini).
Prelievo dei campioni biologici - In ogni
allevamento sono stati effettuati prelievi
individuali di sangue e di feci.
Allevamenti bovini - in ciascun allevamento, da 21 soggetti, sono stati prelevati campioni individuali di feci e di
sangue. In funzione dell’età, gli animali
sono stati suddivisi in tre categorie: vitelli (10 giorni - 6 mesi), manze/vitelloni
(6-18 mesi) ed adulti (> 18 mesi) per
cui, compatibilmente con il numero di
soggetti presenti per ciascuna classe di
età, sono stati campionati mediamente 7
animali per categoria. Per allevamenti
con un numero di animali inferiore a 21
(un minimo di 15) sono stati controllati
tutti i soggetti.
Allevamenti ovini - In tutte le greggi
sono stati prelevati 20 campioni di feci
di cui 5 da rimonte (4-18 mesi) e 15 da
animali adulti (> 18 mesi).
Per ogni allevamento (bovino ed ovino)
è stata compilata una scheda informativa
in modo da raccogliere notizie circa le
caratteristiche ed il management aziendale.
Indagini di laboratorio - Esami copromicroscopici: per i bovini i campioni di feci
sono stati esaminati singolarmente; per
gli ovini i campioni sono stati esaminati
a “pool”: per ogni allevamento sono stati
costituiti in laboratorio 4 pool (ciascuno
composto da parti uguali di 5 campioni
La ricerca
15
Area di studio
individuali), un pool relativo alle
rimonte e 3 pool relativi agli animali
adulti.
In tutti i casi, per la ricerca e la conta
degli
elementi
parassitari
(uova/larve/oocisti) è stata utilizzata la
FLOTAC dual technique, con sensibilità
pari a 2 uova/larve/oocisti per grammo
feci (upg/lpg/opg), tecnica messa a
punto presso i laboratori del CReMoPar.
Allo scopo sono state utilizzate due
soluzioni flottanti, una a base di cloruro
di sodio (d=1.200) per la ricerca e la
enumerazione delle oocisti di Eimeria
spp. e delle uova dei nematodi gastrointestinali ed una soluzione a base di zinco
solfato (d=1.350) per la ricerca e la enumerazione delle uova di cestodi
(Moniezia spp.), trematodi (Fasciola
hepatica, Paramfistomi, Dicrocoelium
dendriticum) e delle larve dei nematodi
broncopolmonari. Solo per gli ovini e
relativamente agli Strongili gastrointestinali, la diagnosi dei diversi generi è stata
fatta a seguito della identificazione delle
larve dopo coprocolture secondo le tec-
niche convenzionali.
Solo per i bovini sono stati eseguiti
esami sierologici per la ricerca degli anticorpi verso Neospora caninum, Babesia
bovis e Besnoitia besnoiti con tecniche
ELISA utilizzando kit del commercio.
Elaborazione dati e rappresentazione
cartografica dei risultati - Tutti i risultati
degli esami sono stati inseriti in un database che è stato poi utilizzato per l’elaborazione statistica e per la elaborazione
cartografica finalizzata alla presentazione della distribuzione territoriale
delle positività e delle cariche parassitarie.
La elaborazione cartografica, eseguita
con i sistemi GIS, ha consentito la realizzazione di una serie di “mappe parassitologiche con omogenea distribuzione
dei punti e cerchi proporzionati”, ciascuna relativa ad un parassita riscontrato.
Ogni mappa condensa un insieme di
notizie: l’area di studio, il parassita a cui
16
La ricerca
Bovini - Regione Basilicata, area di studio e
distribuzione territoriale del campione
La ricerca
Ovini - Regione Basilicata, area di studio e
distribuzione territoriale del campione
17
18
La ricerca
si riferisce, gli allevamenti positivi e le
relative cariche parassitarie e gli allevamenti negativi. Graficamente, nelle
mappe, gli allevamenti negativi sono rappresentati con un punto blu, quelli positivi con un cerchio rosso la cui grandezza è proporzionata alla carica parassitaria
media
dell’allevamento
(upg/lpg/opg).
Allevamenti bovini - Per la ricerca degli
elminti e/o protozoi gastrointestinali,
epatici e delle vie respiratorie sono stati
esaminati, con la FLOTAC dual techni-
que, 1.722 campioni di feci, relativi a
596 animali adulti, 574 manze/vitelloni
e 552 vitelli. Per la ricerca degli anticorpi verso N. caninum, B. bovis e B.
besnoiti, sono stati controllati 528 sieri
provenienti da 88 allevamenti, 6 campioni per allevamento.
Allevamenti ovini - Sempre con la FLOTAC dual technique sono stati sottoposti
ad esami copromicroscopici 1.960 campioni di feci relativi a 1.470 animali
adulti (294 pool) e 490 rimonte (98
pool) provenienti da 98 allevamenti.
La ricerca
I risultati parassitologici vengono riassunti in due tabelle (Tab. 1 relativa ai
bovini e Tab. 2 relativa agli ovini) dove
si riportano, per ciascuna specie e/o
gruppo di parassiti, il numero di allevamenti positivi e le prevalenze (riferite
agli allevamenti).
I risultati dell’indagine sono riportati
in una serie di schede descrittive che
sintetizzano, per ciascun gruppo, genere e/o specie di parassita gli elementi
essenziali di morfologia, gli elementi di
19
disseminazione nell’ambiente esterno
(AE), gli ospiti, il ciclo biologico, la
sintomatologia, la diagnosi clinica, la
diagnosi post-mortem e di laboratorio,
la terapia, la profilassi ed il rischio per
l’uomo. Ciascuna scheda è corredata da
una “mappa con omogenea distribuzione dei punti e cerchi proporzionati” che
condensa un insieme di notizie: l’area
di studio, il parassita a cui si riferisce,
gli allevamenti positivi e le relative
cariche parassitarie e gli allevamenti
negativi.
20
Tab. 1 - Bovini Parassiti e relative prevalenze
(n°all. positivi/n°all. esaminati x 100)
PARASSITI/GRUPPI PARASSITARI
N° allevamenti esaminati 88
N° Positivi
%
Babesia bigemina
84
95,4
Besnoitia besnoiti
73
83,0
Eimeria spp.
87
98,9
Neospora caninum
37
42,0
Strongili gastrointestinali
72
81,8
Nematodirus spp.
14
15,9
Strongyloides spp.
5
5,7
11
12,5
44
50,0
4
4,5
49
55,7
20
22,7
Protozoi
Nematodi
Trichuris spp.
Trematodi
Dicrocoelium dendriticum
Fasciola hepatica
Paramfistomi (Calicophoron spp.)
Cestodi
Moniezia spp.
21
Tab. 2 - Ovini Parassiti e relative prevalenze
(n°all. positivi/n°all. esaminati x 100)
PARASSITI/GRUPPI PARASSITARI
N° allevamenti esaminati 98
N° Positivi
%
98
100,0
Strongili gastrointestinali
90
91,8
Teladorsagia spp.
86
87,8
Haemonchus spp.
75
76,5
Trichostrongylus spp.
90
91,8
Cooperia spp.
76
77,6
Oesophagostomum spp.
71
87,8
Nematodirus spp.
24
24,5
Strongyloides spp.
4
4,1
Skrjabinema ovis
2
2,0
39
39,8
Dyctiocaulus filaria
2
2,0
Muellerius capillaris
41
41,8
Protostrongylus rufescens
7
7,1
Cystocaulus ocreatus
7
7,1
Neostrongylus linearis
18
18,4
60
61,2
1
1,0
10
10,2
35
35,7
Protozoi
Eimeria spp.
Nematodi
Trichuris spp.
Trematodi
Dicrocoelium dendriticum
Fasciola hepatica
Paramfistomi (Calicophoron spp.)
Cestodi
Moniezia spp.
Protozoi
24
Babesia
Il parassita - Il genere Babesia (dal nome
del veterinario rumeno V. Babes) comprende protozoi ematici a diffusione
cosmopolita, agenti (insieme al genere
Theileria) di infezioni note anche con il
termine di piroplasmosi. I parassiti appaiono come elementi piriformi accoppiati ad
angolo all’interno dei globuli rossi degli
ospiti. Le dimensioni variano a seconda
della specie, mediamente 0,7-2 µm di diametro per le “piccole babesie” e 1-2 x 2,54 µm per le “grandi babesie”. Ad oggi sono
state identificate numerose specie: B. bigemina, B. bovis, B. major e B. divergens
(bovino); B. motasi e B. ovis (ovino e
caprino); B. canis (sottospecie canis, rossi
e vogeli) e B. gibsoni (cane); B. felis e B.
cati (gatto); B. caballi e B. (Theileria) equi
(equino); B. perroncitoi e B. trautmanni
(suino); B. divergens e B. microti. Possono
occasionalmente colpire l’uomo.
Elementi di disseminazione AE - Forme
evolutive del protozoo all’interno del vettore.
Ospiti e localizzazione - Eritrociti di bovino, bufalo, ovino, caprino, cane, gatto,
cavallo, suino, altri animali domestici e
selvatici ed occasionalmente l’uomo.
Stadi intraeritrocitari di Babesia spp.
Vettori e localizzazione - Cavità corporea di vari generi di zecche, in particolare Dermacentor, Haemaphysalis e
Rhipicephalus.
Infezione - Inoculazione di sporozoiti
tramite puntura di zecche infette o
mediante globuli rossi infetti introdotti
“accidentalmente” per via iatrogena.
Ciclo biologico - Indiretto. A seguito
della puntura del vettore, il parassita
penetra negli eritrociti di un ospite sensibile in cui si riproduce asessualmente tramite fissione binaria per formare due (a
volte anche quattro o otto) individui
all’interno di un singolo globulo rosso.
La cellula viene quindi sequestrata dalla
milza e processata dai macrofagi permettendo la liberazione dei protozoi che possono invadere nuovi eritrociti.
Quando un nuovo vettore si alimenta sull’ospite parassitato, con il sangue assume
anche i protozoi che nel suo interno si
riproducono sessualmente (per gametogonia e sporogonia). I parassiti (sotto
forma di sporozoiti), quindi, migrano
nelle ghiandole salivari della zecca infettando altri ospiti recettivi, quando il vettore pungerà di nuovo.
Nelle zecche, i parassiti possono localizzarsi anche nelle ovaie, passando così
nelle uova e quindi alle nuove generazioni (trasmissione transovarica e transtadiale) capaci poi di infettare altri animali.
Sintomatologia - I segni clinici variano
con l’età dell’animale ed a secondo della
specie e/o della sottospecie di Babesia
presentel’infezione può decorrere in
forma asintomatica o si può presentare in
forma subclinica, acuta o iperacuta.
Solitamente B. bovis è la specie più viru-
Babesia
25
lente ed i principali sintomi sono abbattimento, febbre, anemia, ittero, emoglobinuria, calo delle produzioni.
esami sierologici (fissazione del complemento, IFAT, ELISA); analisi molecolari
per l’identificazione di specie.
Diagnosi clinica - L’anamnesi e la sintomatologia sono in genere indicative e
consentono di formulare un fondato
sospetto di infezione.
Terapia - La terapia con carbanilidici
deve essere effettuata il più precocemente possibile per evitare il decesso dell’animale. Vedi appendice pag. 97.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
epatosplenomegalia, linfoadenomegalia,
ittero, congestione e presenza di petecchie in vari organi (cuore, pleura, ecc.) e
di essudato in cavità pleurica, pericardica
e peritoneale; il sangue è fluido, chiaro e
scarsamente coagulabile.
Profilassi - Controllo delle zecche mediante rimozione rapida delle stesse e uso di
acaricidi; è consigliato anche l’utilizzo di
sostanze repellenti che prevengono l’infezione da zecche. Recentemente, in
Europa, è stato sviluppato un vaccino per
B. canis.
Diagnosi di laboratorio - Esami microscopici di strisci (o goccia spessa) di sangue colorati con il metodo di Giemsa;
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
84
95,4
Rischio per l’uomo - L’infezione, sostenuta soprattutto da B. divergens e B. microti, è stata segnalata anche nell’uomo,
soprattutto in individui splenectomizzati.
26
Besnoitia besnoiti
Il parassita - Besnoitia besnoiti (dal
nome del veterinario francese C. Besnoit)
è un protozoo intracellulare a diffusione
cosmopolita inquadrato nel grande gruppo dei coccidi.
Elementi di disseminazione AE - Oocisti
rotondeggianti, di circa 13 x 17 µm, eliminate non sporulate con le feci di gatto
ed altri felidi. Dopo maturazione nell’ambiente esterno, l’oocisti sporulata contiene 2 sporocisti con 4 sporozoiti ciascuna.
Altri elementi di disseminazione sono gli
stadi evolutivi del parassita (tachizoiti) in
vettori meccanici.
Ospiti definitivi e localizzazione Intestino tenue di gatto e felidi selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione - Sedi
extraintestinali (es. cute, sottocute, scle-
ra, mucose di naso, laringe e trachea) di
bovino, caprino ed altri ruminanti.
Infezione - Ospiti definitivi: ingestione di
cisti tissutali (in ospiti intermedi). Ospiti
intermedi: ingestione di oocisti sporulate
o, più frequentemente, trasmissione meccanica diretta per azione di insetti ematofagi (Tabanidi e Stomoxys) che si alimentano su lesioni cutanee.
Ciclo biologico - Indiretto. In seguito
all’infezione dell’ospite intermedio
(mediante ingestione di oocisti sporulate
o tramite puntura di insetti ematofagi
infetti), i tachizoiti vanno in circolo ed
invadono i fibroblasti dei tessuti sottocutanei e sottosierosi. In tali sedi si ha la
formazione di cisti, rotondeggianti, di
100-600 µm di diametro, contenenti
milioni di bradizoiti. L’ospite definitivo si
Besnoitia besnoiti
infetta ingerendo carni contenenti le cisti
con i bradizoiti; questi ultimi invadono le
cellule della mucosa intestinale con riproduzione schizogonica e gametogonica
fino alla escrezione delle oocisti non sporulate.
Sintomatologia - L’infezione è asintomatica nei felidi. Nei bovini si riscontrano
linfoadenopatia, ispessimento della cute,
edema diffuso, seborrea secca, alopecia,
lesioni oculari (lesioni nodulari puntiformi biancastre a livello congiuntivale),
epifora, orchite, morte.
Diagnosi clinica - Nei bovini, nelle aree
endemiche, la sintomatologia clinica è
indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anato-
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
77
87,5
27
mopatologico può evidenziare la presenza di piccole cisti soprattutto a livello
della congiuntiva.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per la messa in evidenza
delle oocisti (ospiti definitivi). Esami
microscopici di biopsie cutanee per la
messa in evidenza delle cisti o esami sierologici (ospiti intermedi).
Terapia - Non sono ad oggi disponibili
trattamenti terapeutici efficaci. Vedi
appendice pag. 97.
Profilassi - Lotta agli insetti ematofagi
(vettori meccanici).
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
28
Eimeria (Bovini)
Il parassita - Tra i protozoi del genere
Eimeria (dal nome dello scienziato tedesco T. Eimer), ad oggi sono state descritte dodici specie in grado di infettare i
bovini, tutte a diffusione cosmopolita ed
inquadrate nel grande gruppo dei coccidi. Le specie più patogene sono E. zuernii, E. bovis ed E. alabamensis.
Elementi di disseminazione - Oocisti.
Quelle di E. zuernii sono subsferiche,
incolori, di 15-22 x 13-18 µm; E. bovis
presenta oocisti subsferiche, incolori, di
23-34 x 17-23 µm; le oocisti di E. alabamensis sono ovoidali, incolori, di 13-24 x
11-16 µm. Le oocisti appena emesse non
sono sporulate. Dopo maturazione nell’ambiente esterno, l’oocisti contiene 4
sporocisti con 2 sporozoiti ciascuna.
Ospiti e localizzazione - E. zuernii, E.
bovis ed E. alabamensis colonizzano piccolo e grosso intestino del bovino.
Infezione - Ingestione di oocisti sporulate.
Ciclo biologico - Diretto, tipico del genere (vedi Eimeria Ovini).
Sintomatologia - Apprezzabile soprattutto nei vitelli e variabile a seconda della
specie di Eimeria, da assenza di sintomi a
forme piuttosto gravi. E. zuernii: grave
enterite con diarrea inizialmente acquosa
con strie di sangue e poi decisamente
emorragica, emaciazione, disidratazione,
debolezza ed astenia. E. bovis: grave
enterite con diarrea profusa, episodi di
tenesmo, ipertermia, debolezza, disidratazione, scadimento organico progressivo
fino alla morte. E. alabamensis: enterite
con diarrea profusa.
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica è indicativa soprattutto nei vitelli.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
lesioni, diverse a seconda della specie in
causa. E. zuernii: enterite catarrale e
materiale semifluido emorragico nel piccolo intestino, cieco e colon; nei casi
a
Oocisti di: (a) E. bovis, (b) E. zuernii.
b
Eimeria (Bovini)
acuti si evidenziano emorragie petecchiali diffuse. E. bovis: erosioni ed emorragie
mucosali a carico di cieco e colon. E. alabamensis: enterite catarrale con emorragie petecchiali a carico di digiuno, ileo e
cieco. Esami microscopici di vetrini allestiti con strisci di mucosa evidenziano la
presenza dei protozoi.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle oocisti. L’identificazione delle varie specie
può essere eseguita su base morfologica
dopo sporulazione delle oocisti.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
87
98,8
29
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antiprotozoari
Sulfamidici, derivati eterociclici e triazinici, comprese le miscele premedicate.
Vedi appendice pag. 97.
Profilassi - Di non semplice attuazione la
profilassi diretta per la notevole diffusione e resistenza delle oocisti nell’ambiente. Igiene e management aziendale sono
strumenti indispensabili per il controllo
delle coccidiosi.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
30
Eimeria (Ovini)
Il parassita - Tra i protozoi del genere
Eimeria (dal nome dello scienziato tedesco T. Eimer), ad oggi sono state descritte undici specie in grado di infettare gli
ovini, tutte a diffusione cosmopolita ed
inquadrate nel grande gruppo dei coccidi. Le specie più patogene sono E. crandallis ed E. ovinoidalis.
Ospiti e localizzazione - E. crandallis ed
E. ovinoidalis colonizzano il piccolo ed il
grosso intestino dell’ovino.
Ciclo biologico - Diretto. La fase endogena inizia quando un ospite recettivo
ingerisce le oocisti sporulate. Per azione
dei succhi digestivi, dalle oocisti si liberano gli sporozoiti che invadono le cellule della mucosa intestinale; qui ha inizio
la fase schizogonica (asessuata) del ciclo
con formazione dello schizonte all’interno del quale si formano i merozoiti. Lo
schizonte, con la rottura della cellula,
libera i merozoiti che invadono altre cellule. Dopo alcune fasi schizogoniche,
alcuni merozoiti evolvono verso la forma
maschile (microgamete) o femminile
(macrogamete) e ha inizio la fase sessuata che si conclude con la formazione
dello zigote; questo si riveste di una doppia parete diventando oocisti che viene
poi eliminata con le feci. Nell’ambiente
esterno le oocisti maturano, in tempi
diversi a seconda della specie e delle
condizioni ambientali, diventando infettanti.
Infezione - Ingestione di oocisti sporulate.
Sintomatologia - I sintomi sono evidenti
soprattutto negli agnelli. E. candrallis ed
Elementi di disseminazione AE Oocisti. Quelle di E. crandallis sono subsferiche o ellissoidali, incolori, di 17-23 x
17-22 µm; le oocisti di E. ovinoidalis
sono ellissoidali, incolori o giallo pallide,
di 17-30 x 14-19 µm. Le oocisti appena
emesse non sono sporulate. Dopo maturazione nell’ambiente esterno, l’oocisti
contiene 4 sporocisti con 2 sporozoiti
ciascuna.
a
Oocisti di (a) Eimeria ovinoidali, (b) Eimeria crandallis.
b
Eimeria (Ovini)
31
E. ovinoidalis provocano disappetenza,
disidratazione, diarrea profusa acquosa
con strie di sangue; possibili i casi di
mortalità.
messa in evidenza e/o la conta delle oocisti. L’identificazione delle varie specie
può essere eseguita su base morfologica
dopo sporulazione delle oocisti.
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica è indicativa soprattutto negli agnelli.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antiprotozoari a
base di Sulfamidici, derivati eterociclici e
triazinici, comprese le miscele premedicate. Vedi appendice pag. 104.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico, per le specie patogene,
permette di evidenziare il cieco infiammato, vuoto e contratto, con iperemia,
edema e ispessimento della parete. In
alcuni casi la mucosa cecale può essere
emorragica. Esami microscopici di vetrini allestiti con strisci di mucosa evidenziano la presenza dei protozoi.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
98
100
Profilassi - Di non semplice attuazione la
profilassi diretta per la notevole diffusione e resistenza delle oocisti nell’ambiente. Igiene e management aziendale sono
strumenti indispensabili per il controllo
delle coccidiosi.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
32
Neospora caninum
Il parassita - Neospora caninum (dal
greco neós: nuovo e spóros: seme, spora)
è un protozoo intracellulare obbligato a
diffusione cosmopolita, inquadrato nel
grande gruppo dei coccidi, molto simile a
Toxoplasma gondii per morfologia e ciclo
biologico.
Elementi di disseminazione AE - Oocisti
rotondeggianti, di circa 10 x 12 µm. Le
oocisti appena emesse non sono sporulate. Dopo maturazione nell’ambiente
esterno, l’oocisti sporulata contiene 2
sporocisti con 4 sporozoiti ciascuna.
Ospiti definitivi e localizzazione Intestino, sistema nervoso centrale e
muscoli di cane e coyote.
Ospiti intermedi e localizzazione Tessuti vari di bovino, bufalo, altri ruminanti e numerosi mammiferi domestici e
selvatici, compreso il cane.
Infezione - Ingestione di alimenti o acqua
contaminati da oocisti sporulate o passaggio transplacentare di tachizoiti al
feto. Gli ospiti definitivi possono infettarsi anche ingerendo i bradizoiti presenti nei tessuti (prevalentemente SNC)
degli ospiti intermedi.
Ciclo biologico - Indiretto. Fase intestinale: nel cane e nel coyote, dopo ingestione
della forma infettante (oocisti con sporozoiti o cisti con bradizoiti), si liberano gli
“zoiti” che invadono le cellule della muco-
Neospora caninum
sa intestinale; qui ha inizio la fase schizogonica (asessuata) con formazione dello
schizonte all’interno del quale si differenziano i merozoiti. Lo schizonte, con la
rottura della cellula, libera i merozoiti che
invadono altre cellule. Dopo alcune fasi
schizogoniche, alcuni merozoiti evolvono
verso la forma maschile (microgamete) o
femminile (macrogamete) ed ha inizio la
fase sessuata che si conclude con la formazione dello zigote che si circonda di
una doppia parete diventando oocisti poi
eliminata con le feci. Nell’ambiente esterno le oocisti maturano diventando infettanti. Fase extraintestinale: negli ospiti
definitivi e negli ospiti intermedi, gli
“zoiti” attraversano l’intestino e si trasformano in tachizoiti e poi in bradizoiti con-
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
37
42,5
33
tenuti nelle cisti a livello cerebrale. I
tachizoiti possono attraversare la placenta ed infettare il feto.
Sintomatologia - N. caninum è un’importante causa di aborto nel bovino. Possono
abortire animali di tutte le età. Sebbene
l’evento abortigeno possa manifestarsi in
qualunque età gestazionale, la maggior
parte degli aborti si verifica al 5-6 mese. I
vitelli infetti possono presentare segni
neurologici, talvolta crescita stentata ed
esoftalmia. N. caninum occasionalmente
causa malformazioni congenite, compresi
idrocefalo e restringimento del midollo
spinale. Nei cuccioli di cane si osservano
paralisi ascendente a partire dagli arti
posteriori a decorso fatale.
34
Neospora caninum
Diagnosi clinica - La sintomatologia è
aspecifica e non sempre presente.
Diagnosi post-mortem - Nei feti abortiti
si evidenzia una caratteristica encefalite
focale con necrosi ed infiammazione non
suppurativa. Sono presenti lesioni anche
a livello placentare.
Diagnosi di laboratorio - Esami sierologici,
isolamento in vitro tramite colture cellulari,
tecniche molecolari. Esami copromicroscopici nel cane per la ricerca delle oocisti.
Terapia - Non sono ad oggi disponibili
trattamenti efficaci. Risultati promettenti
sono stati ottenuti con l’impiego di derivati triazinici come il toltrazuril. Vedi
appendice pag. 97.
Profilassi - Misure di igiene ambientale e
buone pratiche di management aziendale. Vaccino disponibile per i bovini ma
non in Italia.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
Nematodi
36
Strongili gastrointestinali
Il parassita - Sotto la denominazione
generica di strongili gastrointestinali
(SGI) - sono raggruppati numerosi nematodi inquadrati in generi e specie differenti, che si localizzano nell'abomaso
(Ostertagia spp., Haemonchus spp.,
Trichostrongylus spp.) e/o nei vari tratti
dell'intestino tenue (Trichostrongylus
spp., Bunostomum spp., Cooperia spp.,
Nematodirus spp.) e dell’intestino crasso
(Oesophagostomum spp. e Chabertia
spp.) dei ruminanti.
Questi parassiti possono provocare la
comparsa di sintomi a volte gravissimi,
con conseguenti casi di mortalità soprattutto tra i giovani soggetti. Negli ovini e
nei caprini sono colpiti fino al 100%
delle rimonte, determinando ingenti perdite economiche.
Elementi di disseminazione AE - Uova
eliminate con le feci dagli animali parassitati.
Ospiti e localizzazione - Nell'abomaso
e/o nei vari tratti dell'intestino dei ruminanti. L’uomo è un ospite occasionale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. Comprende
due fasi, una interna all'ospite (fase
parassitaria) ed una esogena (fase a vita
libera) nell'ambiente esterno.
Nella fase endogena i parassiti adulti si
localizzano a livello gastro-intestinale;
dopo l'accoppiamento, le femmine
depongono le uova che vengono eliminate con le feci dagli animali parassitati. Da
esse, sui pascoli o nella lettiera, schiudono le larve di primo stadio (L1) che crescono fino a trasformarsi in larve di terzo
stadio (L3), capaci di infestare gli anima-
li. Le larve infestanti della maggior parte
degli SGI entrano negli animali per via
orale. Nell’ambiente esterno esse “strategicamente” risalgono sugli steli d'erba
dei pascoli, sfruttando soprattutto le
gocce di rugiada delle prime ore del mattino, e lì aspettano di essere ingerite dagli
animali. Una volta nell'organismo si stabiliscono nella loro sede definitiva (abomaso - intestino) e diventano parassiti
adulti.
Sintomatologia - Questi parassiti sottraggono principi nutritivi, sali minerali, vitamine, sangue, ecc. e provocano lesioni
più o meno gravi nelle sedi di localizzazione. La gravità dei danni è legata alle
specie presenti ed al loro numero. Nei
casi più seri, l'abomaso e l'intestino sono
in preda ad importanti fenomeni infiammatori, con catarro e lesioni emorragiche
anche molto gravi, soprattutto nei giovani animali, che di conseguenza non mangiano, presentano diarrea fetida, sete
intensa, forte anemia e dimagrimento. La
mortalità può essere elevata.
Nelle attuali condizioni dei nostri allevamenti, di norma le infezioni non sono
così severe, i sintomi clinici sono poco
evidenti o mancano del tutto, ma i danni
alla produzione sono sempre notevoli.
Di norma le infezioni presentano un
andamento sub-clinico: i sintomi clinici
sono poco evidenti o mancano del tutto,
ma i danni alle produzioni sono sempre
ingenti.
Si riscontrano:
- mancata crescita degli animali o addirittura perdita di peso del 12-25%,
soprattutto negli agnelli con diarrea;
- diminuita produzione di latte, anche del
15-23%, con alterazione della densità,
del residuo secco e del contenuto di
grasso;
Strongili gastrointestinali
37
Ciclo biologico
- diminuita produzione della lana;
- abbassamento della fertilità delle pecore, diminuita vitalità degli agnelli,
aumento della mortalità neonatale, ecc.
Diagnosi clinica - I sintomi possono essere indicativi.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomo-patologico consente di evidenziare
facilmente alcune specie di parassiti adulti in sede e/o le lesioni da essi causate.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova. Coprocolture per la diagnosi di
genere mediante identificazione delle
caratteristiche L3.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici, salicilanilidi e
lattoni macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di diversi principi attivi. In ogni caso è
necessario eseguire sempre una diagnosi
prima del trattamento. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Il controllo delle infezioni da
SGI è un problema estremamente complesso che deve essere affrontato con
approccio ampio e multidisciplinare, che
deve tenere conto della specie animale
trattata, del quadro parassitologico presente in azienda, delle diverse variabili
ambientali, della molecola utilizzata, del
38
Strongili gastrointestinali
dosaggio, della via di somministrazione
e, principalmente, del periodo di intervento.
Recenti indagini di campo condotte in
allevamenti ovini e caprini da latte in
Campania, Basilicata e Molise hanno evidenziato che l’utilizzo di adeguati protocolli antielmintici; con un unico trattamento nel periodo periparto (Febbraio),
oppure, con due trattamenti, il primo nel
periodo periparto (Febbraio) o nel periodo post-parto (Aprile), ed il secondo
verso la metà/fine della lattazione
(Giugno), apportano oltre che ad una
notevole riduzione della carica parassitiaria un miglioramento quantitativo
delle produzioni di latte variabile dal 4%
al 44%.
Mettendo in risalto come i trattamenti
non debbano essere valutati unicamente
in base all’efficacia antiparassitaria, ma
anche e principalmente in base all’efficacia produttiva individuando i “periodi”
più idonei per il trattamento.
Rischio per l’uomo - L’ingestione di L3
con gli alimenti o con l’acqua di alcune
specie
dei
generi
Teladorsagia,
Haemonchus,
Trichostrongylus,
Oesophagostomum comporta lo sviluppo dei parassiti adulti a livello intestinale, con conseguenti gastro-enteriti.
a
b
c
Strongili gastrointestinali: (a) tipico uovo, (b) particolare della borsa caudale di un maschio, (c)
parassiti adulti.
Strongili gastrointestinali
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
72
81.8
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
90
91.8
39
40
Teladorsagia
Il parassita - Il genere Teladorsagia comprende nematodi a diffusione cosmopolita, inquadrati nel gruppo degli strongili
gastrointestinali (SGI) di ovini e caprini.
Il genere comprende diverse specie: T.
circumcincta, T. trifurcata e T. davtiani.
Sono parassiti filiformi, di colore brunastro poco visibili ad occhio nudo; il
maschio è lungo 6-8 mm, la femmina 810 mm.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 82-105 x 42-60 µm, quasi
a forma di botte, non facilmente distinguibili da quelle di altri SGI.
Ospiti e localizzazione - Superficie della
mucosa abomasale di ovino, caprino ed
altri piccoli ruminanti. L’uomo è un ospite occasionale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. In sede abomasale, dopo fecondazione, la femmina
del parassita depone le uova che vengo-
a
no espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. Qui, in condizioni
ambientali ottimali, schiudono larve di
primo stadio (L1) che evolvono in unadue settimane fino a larve infettanti L3.
Queste, dopo essere state ingerite, generalmente al pascolo, proseguono lo sviluppo nell’abomaso, in particolare nel
lume delle ghiandole gastriche. Due
mute precedono l’emergenza delle L5 e
poi dei parassiti adulti sulla superficie
abomasale.
Sintomatologia - Marcata perdita di
peso, diarrea intermittente e possibili casi
di mortalità.
Diagnosi clinica - I sintomi possono essere indicativi.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di identificare i
tipici noduli ombelicati a livello della
mucosa abomasale. Un’accurata osservazione consente di evidenziare i parassiti
adulti, visibili ad occhio nudo, sulla
mucosa.
b
Teladorsagia circumcincta: (a) estremità anteriore, (b) estremità posteriore di un maschio.
Teladorsagia
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova. Coprocolture per la diagnosi di
genere mediante identificazione delle
caratteristiche L3.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici e lattoni
macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
86
87,8
41
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici. Di non facile applicazione, nelle
nostre realtà zootecniche, altre misure di
profilassi (rotazione dei pascoli, alternanza di pascolamento di specie animali
diverse, controllo biologico). Una corretta integrazione alimentare e un buon
management aziendale sono di ausilio al
controllo.
Rischio per l’uomo - Infezione segnalata
nell’uomo. L’ingestione di L3 con gli alimenti o con l’acqua comporta lo sviluppo
del parassita adulto a livello gastrointestinale, con conseguenti gastroenteriti.
42
Haemonchus
Il parassita - Il genere Haemonchus (dal
greco áima: sangue e óncos: rigonfiamento) comprende nematodi a diffusione
cosmopolita, inquadrati nel gruppo degli
strongili gastrointestinali (SGI) dei ruminanti. Sono parassiti filiformi, ematofagi,
lunghi 10-30 mm. La femmina presenta
utero biancastro avvolto a spirale attorno
all’intestino di colore rossastro ripieno di
sangue (dando luogo ad una caratteristica figura di treccia a due capi, uno rosso
ed uno bianco, visibili ad occhio nudo),
da cui la denominazione della specie più
diffusa H. contortus.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 62-95 x 36-50 µm, non
facilmente distinguibili da quelle di altri
SGI.
Ospiti e localizzazione - Superficie della
mucosa abomasale di ovino, caprino,
bovino, bufalo e ruminanti selvatici.
L’uomo è un ospite occasionale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
a
Ciclo biologico - Diretto. In sede abomasale, dopo fecondazione, la femmina del
parassita depone numerose uova che vengono espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. Qui, in condizioni
ambientali ottimali, schiudono larve di
primo stadio (L1) che evolvono in 10-14
giorni fino a larve infettanti L3. Queste,
dopo essere state ingerite, generalmente al
pascolo, proseguono il ciclo nello spessore
della mucosa abomasale dove avvengono
due mute (L4-L5), per poi diventare parassiti adulti sulla superficie dell’abomaso.
Sintomatologia - Si distinguono tre
forme cliniche di emoncosi: a) iperacuta,
gli animali non presentano particolari
sintomi, ma vengono a morte improvvisamente per la comparsa di gravissime
gastriti emorragiche; b) acuta, in questo
caso l’anemia risulta evidente dopo circa
2-3 settimane dall’infezione con riduzione dell’appetito, letargia, edema intermandibolare e riduzione della produzione di latte; c) cronica, la più subdola, con
perdita progressiva di peso ed ingenti
danni alle produzioni.
b
Haemonchus contortus: (a) Diversi esemplari adulti, (b) abomaso di ovino con grave infestione.
Haemonchus
Diagnosi clinica - La sintomatologia può
essere indicativa. Può essere d’ausilio la
valutazione dello stato anemico, anche
mediante l’utilizzo del metodo FAMACHA.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di riconoscere
lesioni emorragiche a livello abomasale.
Un’accurata osservazione consente di
evidenziare i parassiti adulti, ben visibili
ad occhio nudo.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova. Coprocolture per la diagnosi di
genere mediante identificazione delle
caratteristiche L3.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
75
76,5
43
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici, salicilanilidi e
lattoni macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di diversi principi attivi. Vedi appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici. Di non facile applicazione, nelle
nostre realtà zootecniche, altre misure di
profilassi.
Rischio per l’uomo - Infezione segnalata
nell’uomo. L’ingestione di L3 con alimenti o l’acqua comporta lo sviluppo del
parassita fino ad adulto con conseguenti
gastroenteriti.
44
Trichostrongylus
Il parassita - Il genere Trichostrongylus
(dal greco trichós: capello e strongúlos:
cilindrico) comprende nematodi a diffusione cosmopolita, inquadrati nel gruppo
degli strongili gastrointestinali (SGI).
Sono parassiti filiformi, di colore biancastro, lunghi 4-7 mm e poco visibili ad
occhio nudo. Il genere comprende diverse specie con diverse localizzazioni a
seconda dell’ospite parassitato.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 70-125 x 30-55µm, con
poli arrotondati, non facilmente distinguibili da quelle di altri SGI.
Ospiti e localizzazione - Mucosa dell’abomaso di ovino, caprino, bovino e bufalo e mucosa dello stomaco di equino e
suino (T. axei); intestino tenue di bovino,
bufalo, ovino e caprino (T. colubriformis,
T. vitrinus e T. capricola). L’uomo è un
ospite occasionale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. In sede intestinale, dopo fecondazione, la femmina del
parassita depone le uova che vengono
espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. Qui, in condizioni ambientali
ottimali, schiudono larve di primo stadio
(L1) che mutano dopo qualche giorno
fino a larve infettanti L3. Queste, dopo
essere state ingerite, generalmente al
pascolo, penetrano nella mucosa del piccolo intestino. Dopo circa una settimana
avviene la muta ad L4 e le larve emergono sulla superficie della mucosa dove
avviene prima un’ulteriore muta ad L5 e
poi i parassiti diventano adulti.
Sintomatologia - Le infezioni sono di
solito asintomatiche ma alcune specie (o
ceppi) di Trichostrongylus possono
indurre perdita di appetito, riduzione
delle produzioni (latte, carne) e comparsa di feci diarroiche. Nel corso di infezioni particolarmente massive, può comparire diarrea profusa fortemente debilitante, marcato dimagramento e casi di mortalità.
Estremità posteriore di un maschio di Trichostrongylus axei con
evidenza di spiculi e borsa caudale.
Trichostrongylus
45
Diagnosi clinica - La sintomatologia è
poco indicativa.
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico non fornisce indicazioni
utili e non è semplice evidenziare i parassiti adulti a livello intestinale.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici. Di non facile applicazione, nelle
nostre realtà zootecniche, altre misure di
profilassi (rotazione dei pascoli, alternanza di pascolamento di specie animali
diverse, controllo biologico, ecc.). Una
buona integrazione alimentare e buone
pratiche di managment aziendale sono di
ausilio alla profilassi.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la messa
in evidenza e/o la conta delle uova.
Coprocolture per la diagnosi di genere
mediante identificazione delle tipiche L3.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici e lattoni
macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
90
91,8
Rischio per l’uomo - Infezione segnalata
nell’uomo (in particolare T. colubriformis). L’ingestione di L3 con alimenti o
l’acqua comporta lo sviluppo del parassita fino ad adulto con conseguenti
gastroenteriti, dolori addominali ed anemia per modica melena.
46
Cooperia
Il parassita - Il genere Cooperia (dal
nome del veterinario inglese H. Cooper)
comprende piccoli nematodi a diffusione
cosmopolita, inquadrati nel gruppo degli
strongili gastrointestinali (SGI) dei ruminanti.
Sono parassiti filiformi, di colore biancastro, lunghi 5-9 mm, poco visibili ad
occhio nudo, capaci di praticare anche
una lieve ematofagia. C. curticei parassita elettivamente ovini e caprini; C. oncophora, C. pectinata, C. surnabada e C.
punctata parassitano elettivamente bovini e bufali. Nel bufalo in Italia è stato
segnalato anche il genere Paracooperia.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 60-88 x 29-42 µm, con
pareti laterali quasi parallele ed appiattite, non facilmente distinguibili da quelle
di altri SGI.
Ciclo biologico - Diretto. In sede intestinale, dopo fecondazione, la femmina del
parassita depone le uova che vengono
espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. Qui, in condizioni
ambientali ottimali, schiudono larve di
primo stadio (L1) che mutano dopo qualche giorno fino a larve infettanti L3.
Queste, dopo essere state ingerite, generalmente al pascolo, penetrano nella
mucosa del piccolo intestino. Dopo circa
una settimana avviene la muta ad L4 e le
larve emergono sulla superficie della
mucosa dove avviene prima la muta ad
L5 per poi divenire parassiti adulti sessualmente maturi.
Ospiti e localizzazione - Superficie della
mucosa dell’intestino tenue di ruminanti
domestici e selvatici.
Sintomatologia - Il genere Cooperia comprende parassiti considerati generalmente
poco patogeni. Possono contribuire indirettamente all’azione patogena di
Ostertagia/Teladorsagia ed Haemonchus.
I segni clinici principali comprendono
diarrea, anoressia, perdita di peso e ridotto incremento ponderale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Diagnosi clinica - La sintomatologia di
solito non è indicativa.
Particolare dell’apparato riproduttore della femmina di Cooperia oncophora.
Cooperia
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico non fornisce indicazioni
utili e risulta particolarmente indaginoso
evidenziare i parassiti adulti a livello intestinale.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova. Coprocolture per la diagnosi di
genere mediante identificazione delle
tipiche L3.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici e lattoni
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
76
77,6
47
macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici. Di non facile applicazione, nelle
nostre realtà zootecniche, altre misure di
profilassi (rotazione dei pascoli, alternanza di pascolamento di specie animali
diverse, controllo biologico, ecc.). Una
corretta integrazione alimentare e buone
pratiche di management aziendale sono
di ausilio al controllo.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
48
Oesophagostomum
Il parassita - Il genere Oesophagostomum
(dal greco oisofágos: esofago e stoma:
bocca) comprende piccoli nematodi a diffusione cosmopolita, inquadrati nel gruppo degli strongili gastrointestinali (SGI)
dei ruminanti. Si tratta di parassiti robusti, di colore biancastro, lunghi 8-25 mm,
visibili ad occhio nudo. Il genere comprende diverse specie: Oe. venulosum e
Oe. columbianum (ovino e caprino), Oe.
radiatum (bovino e bufalo), Oe. brevicaudatum, Oe. dentatum e Oe. quadrispinulatum (suino).
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 65-120 x 40-60 µm, non
facilmente distinguibili da quelle di altri
SGI.
Ospiti e localizzazione - Grosso intestino
(cieco e colon) di ovino, caprino, bovino,
bufalo, suino e, occasionalmente, uomo.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. In sede intestinale, dopo fecondazione, la femmina del
parassita depone le uova che vengono
espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. Qui, in condizioni
ambientali ottimali, schiudono larve di
primo stadio (L1) che mutano dopo qualche giorno fino a larve infettanti L3.
Queste, una volta ingerite con gli alimenti, si approfondano nella mucosa del piccolo e del grosso intestino ed in alcune
specie determinano la formazione di
caratteristici noduli (fino a 1 cm) dove
mutano a L4 per poi fuoriuscire nel lume
intestinale, migrare al colon ed evolvere
fino a parassiti adulti.
Sintomatologia - Nei ruminanti tutte le
specie sono responsabili di enteriti che si
manifestano con diarrea intermittente,
perdita di peso e, talvolta, edema sottomandibolare. Nei casi più gravi possono
comparire emaciazione ed anemia con
casi di mortalità, soprattutto nei giovani
bufali. Nei suini generalmente il decorso
è paucisintomatico.
Le scrofe gravide sono inappetenti,
magre e dopo il parto la produzione lattea si riduce con effetti negativi sulla
figliata.
Intestino ovino con noduli da Oesophagostomum columbianum.
Oesophagostomum
Diagnosi clinica - Nei ruminanti la sintomatologia di solito non è indicativa, mentre nei suini il sospetto si pone in base
all’anamnesi ambientale (pascolo) ed ai
cali produttivi.
Diagnosi post-mortem - Nei ruminanti
sono classiche le lesioni nodulari visibili
ad occhio nudo sulla superficie esterna
dell’intestino e la presenza di parassiti
adulti ben visibili sulla mucosa del grosso intestino. Nei suini si osservano edema
con ispessimento della sottomucosa del
grosso intestino con estese emorragie e
membrane difteroidi. Caratteristici i
noduli sulla superficie dell’intestino.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova. Coprocolture per la diagnosi di
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
71
72,4
49
genere mediante identificazione delle
caratteristiche L3.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici, salicilanilidi e
lattoni macro-ciclici (avermectine e milbemicine) oltre che ad alcune associazioni di diversi principi attivi. Vedi
appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici, come per gli altri strongili
gastrointestinali.
Rischio per l’uomo - Infezione segnalata
nell’uomo. L’ingestione di L3 con gli alimenti o con l’acqua comporta lo sviluppo
dei parassiti adulti a livello intestinale,
con conseguenti enteriti.
50
Nematodirus
Il parassita - Il genere Nematodirus (dal
greco nematós: filo e deiré: collo) comprende diverse specie di piccoli nematodi
a diffusione cosmopolita, filiformi, di
colore biancastro, lunghi 10-20 mm,
poco visibili ad occhio nudo e spesso raccolti in ammassi che assomigliano a fiocchi di cotone.
Tra le diverse specie, N. battus parassita
gli ovini; N. filicollis principalmente piccoli ruminanti ma anche alpaca e cervi;
N. spathiger e N. abnormalis ovini, caprini e, occasionalmente, bovini; N. helvetianus principalmente bovini ma anche
ovini, caprini e cammelli.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di grandi dimensioni (150260 x 75-100 µm - circa il doppio della
maggior parte delle uova degli altri strongili gastrointestinali (SGI) dei ruminanti), a forma di pallone da rugby, con 4-8
blastomeri.
Ospiti e localizzazione - Superficie della
mucosa del piccolo intestino di ovino,
caprino, bovino, bufalo ed altri ruminanti. L’uomo è un ospite occasionale.
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. In sede intestinale, dopo fecondazione, la femmina del
parassita depone le uova che vengono
espulse con le feci dell’ospite nell’ambiente esterno. A differenza degli altri
SGI dei ruminanti, lo sviluppo delle larve
infettanti (L3) avviene all’interno delle
uova e, nelle aree temperate, può richiedere anche più di due mesi. Le L3, dopo
la schiusa dell’uovo e dopo essere state
ingerite al pascolo, si localizzano tra i
villi intestinali e, con migrazioni ripetute
nella parete intestinale, evolvono fino a
parassiti adulti.
Sintomatologia - Nematodirus è considerato un parassita non molto patogeno
almeno negli animali adulti e la sua azione si esplica in sinergia con altri SGI.
La nematodirosi, sostenuta da N. battus,
Nematodirus spp. estremità anteriore con tipica vescicola cefalica.
Nematodirus
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
14
15,9
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
24
24,5
51
52
Nematodirus
Uovo di Nematodirus spp.
è un esempio di malattia parassitaria
dove il principale effetto patogeno è attribuibile agli stadi larvali. I sintomi principali sono enterite e diarrea, soprattutto
negli agnelli.
Diagnosi clinica - La sintomatologia è
poco indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico non fornisce indicazioni
utili, ma un’accurata osservazione consente di evidenziare i parassiti adulti in
sede, in ammassi simili a piccoli fiocchi
di cotone.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la messa
in evidenza e/o la conta delle caratteristiche uova.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
imidazotiazolici, amidinici e lattoni
macro-ciclici (avermectine e milbemicine)
oltre che ad alcune associazioni di diversi
principi attivi. Tuttavia Nematodirus è una
delle specie che richiede dosaggi più elevati di quelli richiesti per altri nematodi
gastrointestinali. È pertanto opportuno
valutare attentamente l’efficacia dei principi attivi anche in considerazione della
diversa sensibilità degli adulti e delle larve.
Vedi appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici. Di non facile applicazione, nelle
nostre realtà zootecniche, altre misure di
profilassi (rotazione dei pascoli, alternanza di pascolamento di specie animali
diverse, controllo biologico).
Rischio per l’uomo - Infezione segnalata
nell’uomo. L’ingestione di L3 con gli alimenti o con l’acqua comporta lo sviluppo
del parassita adulto a livello intestinale,
con conseguenti enteriti.
Strongyloides
Il parassita - Il genere Strongyloides (dal
greco strongúlos: rotondeggiante, cilindrico ed éidos: aspetto) comprende
nematodi sottili, lunghi 2-4 mm, a diffusione cosmopolita; solo la femmina è
parassita. Varie specie di Strongyloides
sono state identificate in diverse specie
animali e nell’uomo, ad esempio: S.
papillosus (ruminanti); S. stercoralis
(cane); S. stercoralis, S. planiceps, S.
felis e S. tumefaciens (gatto); S. westeri
(equidi); S. ransomi (suino); S. stercoralis e S. fulleborni (uomo).
Elementi di disseminazione AE - Uova
(per le specie che parassitano gli erbivori) o larve di primo stadio (L1) (per le
specie che parassitano i carnivori/onnivori). Le uova, di 40-65 x 25-40 µm,
sono ovali, con guscio sottile, e larvate
al momento dell’emissione.
Ospiti e localizzazione - Intestino tenue
di ruminanti oltre che di cane, gatto,
equidi, suino ed uomo.
53
Infezione - Penetrazione cutanea ed,
occasionalmente, ingestione delle larve
di terzo stadio (L3). Per alcune specie,
possibili anche infezioni per via transplacentare e mediante il colostro e/o il
latte.
Ciclo biologico - Diretto. In sede di
localizzazione, la femmina del parassita, partenogenetica, depone uova larvate che vengono eliminate con le feci dell’animale (nei carnivori sono eliminate
le L1). Nell’ambiente esterno, le L1
possono subire 4 mute fino a divenire
maschio e femmina a vita libera.
Tuttavia, in determinate condizioni, le
L3 strongiloidi, possono infettare l’ospite per via percutanea o orale. Nel
primo caso le L3, con il circolo ematico,
giungono ai polmoni e quindi in bronchi e trachea; risalendo l’albero bronchiale arrivano in cavità orale, vengono
deglutite e giungono all’intestino tenue
dove diventano femmine partenogenetiche.
Uovo di Strongyloides papillosus.
54
Strongyloides
Sintomatologia - La sintomatologia,
generalmente presente nei giovani animali, è caratterizzata da diarrea (a volte
emorragica), disidratazione, disoressia e
rallentamento della crescita. Possibili
anche lesioni cutanee (nel punto di penetrazione delle larve), tosse, dispnea ed
aumento della frequenza respiratoria
durante la fase di migrazione polmonare.
Diagnosi clinica - L’anamnesi e la sintomatologia consentono di formulare una
diagnosi di sospetto.
Diagnosi post-mortem (animali) E’possibile osservare enterite catarrale
con erosioni dell’epitelio intestinale e, nei
casi più gravi, atrofia dei villi, necrosi e
distacco della mucosa dell’intestino
tenue. Numerosi parassiti sono evidenziabili attaccati alla mucosa.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle tipiche uova larvate (erbivori) o delle L1
(carnivori e onnivori, uomo compreso).
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di benzimidazolici, probenzimidazolici,
amidinici, salicilanilidi e lattoni macrociclici (avermectine e milbemicine) oltre
che ad alcune associazioni di diversi principi attivi. Vedi appendice pagg. 98-100,
105-107.
Profilassi - Trattamento degli animali ed
adozione di adeguate misure igienicosanitarie.
Rischio per l’uomo - L’infezione da S.
stercoralis causa dermatite pruriginosa
nella fase di penetrazione delle L3, polmonite durante la migrazione delle larve
ed enterite cronica con diarrea, dolori
addominali, bruciore di stomaco, gonfiore e perdita di peso. Forme particolarmente gravi, con esito fatale (dovute
all’autoinfezione interna, con abnorme
innalzamento della carica parassitaria),
sono possibili in soggetti immunocompromessi e persone anziane. La convivenza con cani e/o gatti infetti è fattore di
rischio per l’uomo e viceversa.
Strongyloides
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
5
5,7
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
4
4,1
55
56
Skrjabinema ovis
Il parassita - Skrjabinema ovis (dal nome
del parassitologo russo K. I. Skrjabin) è
un nematode filiforme a diffusione
cosmopolita di ovini e caprini; il maschio
è lungo 3-4 mm, la femmina 6-7 mm.
Elementi di disseminazione AE - Uova
appiattite e asimmetriche, di 55-60 x 3235 µm, di colore giallasto e parete spessa.
Ospiti e localizzazione - Colon e cieco di
ovino e caprino.
Infezione - Ingestione di uova contenenti
larve di terzo stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. Dopo fecondazione, la femmina del parassita migra
verso l’apertura anale dell’ospite e, a
livello delle pliche del perineo, depone le
uova in un materiale viscoso. Queste
restano adese alle pliche anali e nel loro
interno in pochi giorni sviluppano le L3
infettanti. Dopo l’essiccamento del mate-
riale viscoso, le uova larvate inglobate in
croste cadono e sono fonte di infezione
per gli animali attraverso l’alimento o
l’acqua. Una volta giunte nel piccolo intestino le L3 schiudono e mutano ad L4
per poi giungere al colon dove avviene
un’ulteriore muta ad L5 e successivamente a parassiti adulti.
Sintomatologia - Manca una sintomatologia apprezzabile. A volte sono presenti
generici disturbi intestinali accompagnati
da irrequietezza causati dalla migrazione
delle femmine del parassita durante l’ovodeposizione.
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica è poco indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico non rivela alterazioni particolari. Un’accurata osservazione consente di individuare i parassiti adulti in
sede.
Skjabinema ovis: particolare dell’utero di una femmina pieno di uova.
57
Skrjabinema ovis
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per la messa in evidenza
delle tipiche uova che, di norma, sono
adese alla regione perianale.
Terapia - Si fa ricorso principalmente
alla somministrazione di antielmintici a
base di benzimidazolici. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Accurata igiene dei ricoveri;
efficace il lavaggio con lancia termica o
idropulitrice a caldo.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
2
2,0
Uovo di Skjabinema ovis
58
Trichuris
Il parassita - Il genere Trichuris (dal
greco trichós: capello e urá: coda) comprende diverse specie di nematodi a diffusione cosmopolita, noti anche come
tricocefali o “vermi a frusta” (per l’aspetto sottile della porzione anteriore).
Sono parassiti di colore biancastro, lunghi 40-70 mm, ben visibili ad occhio
nudo.
Elementi di disseminazione AE - Uova a
forma di limone, di 70-80 x 30-42 µm, di
colore marrone rossastro, con tappi polari alle due estremità.
Ospiti e localizzazione - Grosso intestino
di diversi animali a seconda della specie
di Trichuris: T. ovis (ovino, caprino ed
altri ruminanti), T. skrjabini (ovino e
caprino), T. globulosa e T. discolor
(bovino, bufalo ed altri ruminanti), T.
vulpis (cane, volpe ed occasionalmente,
uomo), T. serrata e T. campanula
(gatto), T. suis (suino, cinghiale e occasionalmente uomo), T. leporis (coniglio,
leporidi).
Infezione - Ingestione di uova larvate
(contenenti L1/L2).
Ciclo biologico - Diretto. Dopo fecondazione, la femmina del parassita depone le uova che vengono eliminate con le
feci dell’ospite nell’ambiente esterno
dove possono resistere anche alcuni
anni. All’interno dell’uovo, in circa 3-4
settimane, maturano le larve infettanti
(L1/L2). Una volta ingerite, dalle uova
fuoriescono le L2 che penetrano nelle
ghiandole della mucosa del cieco dove,
in 30-60 giorni, mutano ad L5.
Successivamente, le larve migrano nel
lume intestinale dove diventano parassi-
ti adulti attaccati alla mucosa con la sottile estremità anteriore.
Sintomatologia - La maggior parte delle
infezioni sono sostenute da un basso
numero di parassiti e sono generalmente
asintomatiche. Occasionalmente in caso
di infezioni massive si evidenzia colite
emoragica e/o infiammazione difterica
della mucosa ciecale.
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica è poco indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico, nei ruminanti, non fornisce indicazioni utili ma un’accurata
osservazione consente di evidenziare
facilmente i parassiti a livello del grosso
intestino. Nel cane, nel gatto e nel suino
è possibile osservare infiammazione a
carico del cieco: la mucosa si presenta
infiammata, emorragica, con ulcerazioni
e presenza di membrane difteriche e
parassiti adulti infissi nella mucosa intestinale.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova.
Terapia - Si fa ricorso principalmente
alla somministrazione di antielmintici a
base di imidazolici, benzimidazolici,
amidinici e lattoni macrociclici oltre che
ad alcune associazioni di diversi principi
attivi. Vedi appendice pagg. 98-100,
105-107.
Profilassi - Oltre al trattamento farmacologico, si consiglia un’accurata igiene dei
ricoveri.
59
Trichuris
a
b
Trichuris ovis: (a) parassita adulto, (b) intestino parassitato.
60
Trichuris
Rischio per l’uomo - Le infezioni da
T. vulpis e T. suis sono segnalate nell’uomo. L’ingestione di uova larvate con alimenti o acqua o mediante geofagia comporta lo sviluppo del parassita fino ad
adulto con sintomatologia simile a quella
causata da T. trichiura.
Uovo di Trichuris ovis.
Trichuris
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
11
12,5
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
39
39,8
61
62
Dictyocaulus
Il parassita - Il genere Dictyocaulus (dal
greco díctuon: rete e caulós: stelo) comprende nematodi sottili, biancastri, a diffusione cosmopolita, di lunghezza variabile da 3 a 11 cm, visibili ad occhio nudo.
Le specie che interessano gli animali
domestici
sono
D.
viviparus
(bovini/bufali), D. filaria (ovini/caprini)
e D. arnfieldi (cavalli/asini).
Elementi di disseminazione AE - Larve
di primo stadio (L1), lunghe 290-480
µm, filiformi, con coda digitiforme. Le
L1 di D. filaria presentano una caratteristica protuberanza cuticolare all’estremità anteriore.
Ospiti e localizzazione - Trachea e bronchi di: bovino e bufalo (D. viviparus);
ovino, caprino (D. filaria); piccoli ruminanti selvatici (D. ekerti); piccoli bronchi
di asino ed altri equidi, talvolta il cavallo
(D. arnfieldi).
Infezione - Ingestione di larve di terzo
stadio (L3).
Ciclo biologico - Diretto. Nelle sedi di
localizzazione, la femmina del parassita
dopo fecondazione, depone le uova larvate. Le L1 fuoriescono rapidamente
dalle uova e con il muco risalgono la trachea, giungono nel cavo orale, dove vengono deglutite ed emesse all’esterno con
le feci dell’ospite. In pochi giorni mutano
fino a L3, poi raggiungono gli steli d’erba
attivamente o si diffondono nell’ambiente anche a seguito dell’esplosione dello
sporangio del fungo ubiquitario
Pilobolus. Negli animali, a seguito della
ingestione con gli alimenti, le L3 attraversano la parete del piccolo intestino e
raggiungono tramite i capillari i linfonodi
mesenterici dove mutano ad L4.
Seguendo la via linfoematogena giungono ai polmoni dove in pochi giorni mutano fino a parassiti adulti.
Sintomatologia - La sintomatologia è
caratterizzata da tosse secca, profonda o
catarrale con respiro rantoloso. Spesso si
possono osservare atteggiamento di
“fame d’aria”, debolezza, disappetenza,
dimagramento e calo delle produzioni.
Nelle forme più gravi possono essere frequenti i casi di morte per soffocamento o
per polmoniti secondarie causate da batteri e/o virus.
a
Dictyocaulus filaria: (a) larva di primo stadio, (b) ovino con scolo nasale.
b
Dictyocaulus
63
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica può essere indicativa. Nell’intera
mandria (o gregge) si assiste alla comparsa quasi contemporanea di sintomi
respiratori soprattutto negli animali più
giovani ed in primavera avanzata o in
autunno.
nella trachea e nei bronchi.
Diagnosi post-mortem - Nei ruminanti
l’esame anatomopatologico evidenzia,
nel distretto dei lobi caudali polmonari,
la presenza di focolai di broncopolmonite circoscritti da possibili aree di enfisema ed edema polmonare del diametro
sino a 3-5 cm. In sezione, al centro di
ogni lesione è localizzato un bronco contenente essudato muco purulento e
parassiti. Negli asini e negli altri equidi
l’esame anatomopatologico permette di
evidenziare facilmente gli elminti adulti
in un abbondante essudato schiumoso
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di imidazolici, benzimidazolici, probenzimidazolici amidinici e lattoni macrociclici oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
2
2,0
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle L1.
Per i bovini sono possibili anche esami
sierologici (ELISA).
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
64
Muellerius capillaris
Il parassita - Muellerius capillaris (dal
nome del veterinario tedesco A. Mueller
e dal latino capillaris: capillare, piccolo
vaso) è un nematode a diffusione cosmopolita, inquadrato nel gruppo degli strongili broncopolmonari (SBP) di ovini e
caprini. Si tratta di un parassita filiforme,
di color grigio rossastro, lungo 10-30
mm, difficilmente visibile ad occhio
nudo.
Elementi di disseminazione AE - Larve
di primo stadio (L1), di 300-320 µm di
lunghezza, filiformi, con estremità caudale ondulata e una piccola spina disposta
dorsalmente.
Ospiti definitivi e localizzazione - Piccoli
bronchi ed alveoli di ovino, caprino e
ruminanti selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione - Nel
piedi di molluschi gasteropodi di terra,
quali chiocciole (Helix, Succinea) e
lumache (Limax, Agriolimax, Arion).
Infezione - Ingestione di molluschi gaste-
ropodi contenenti le larve di terzo stadio
(L3).
Ciclo biologico - Indiretto. Nelle vie
respiratorie degli animali, la femmina del
parassita, dopo fecondazione, depone le
uova che presto daranno origine a larve
di primo stadio (L1). Veicolate dal muco,
le L1 risalgono le vie respiratorie, raggiungono il retrobocca, vengono deglutite ed espulse all’esterno con le feci. Lo
sviluppo successivo fino a L3 necessita di
un ospite intermedio, nel caso specifico
rappresentato da diverse specie di chiocciole e lumache di terra. Gli ospiti definitivi si infettano ingerendo i molluschi
parassitati; le L3, liberate dai processi
digestivi dell’ospite, migrano al polmone
per via linfo-ematogena e proseguono lo
sviluppo fino a parassiti adulti.
Sintomatologia - Frequentemente associato con altri SPB, la sintomatologia è
caratterizzata da tosse secca, stizzosa,
scolo nasale siero-mucoso spesso bilaterale; in alcuni casi si riscontrano anemia,
inappetenza e dimagramento.
a
Muellerius capillaris: (a) polmone ovino con tipiche lesioni, (b) visione microscopica
del contenuto di una lesione con larve in primo piano.
b
Muellerius capillaris
Diagnosi clinica - Comparsa in caso di
infestazioni massive di sintomi respiratori come tosse e dispnea.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
lesioni nodulari grigiastre (nidi d’incubazione), di varia grandezza, ripiene di
parassiti adulti, nonché uova e larve ben
visibili al microscopio.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
L1.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
41
41,8
65
somministrazione di antielmintici a base
di imidazolici, benzimidazolici, probenzimidazolici amidinici e lattoni macrociclici oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici, non sempre efficaci. Di non facile
applicazione, nelle nostre realtà zootecniche, altre misure di profilassi quali il controllo degli ospiti intermedi mediante
interventi molluschicidi, ritenuti non
eco-compatibili.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
66
Protostrongylus rufescens
Il parassita - Protostrongylus rufescens
(dal greco prótos: primo e strongúlos:
cilindrico e dal latino rufescens: rossiccio) è un nematode a diffusione cosmopolita, inquadrato nel gruppo degli strongili broncopolmonari di ovini e caprini.
E’ un parassita sottile, di colore rossastro, lungo 14-65 mm, visibile ad occhio
nudo.
Elementi di disseminazione AE - Larve
di primo stadio (L1), filiformi, di 340400 µm, con estremità caudale diritta,
priva di spine.
Ospiti definitivi e localizzazione - Piccoli
bronchi di ovino, caprino, cervo e piccoli ruminati selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione - Nel
piedi di lumache di terra dei generi
Helicella, Theba, Abida, Zebrina e
Arianta.
Infezione - Ingestione di lumache di terra
contenenti le larve di terzo stadio (L3).
Ciclo biologico - Indiretto. Nelle vie
respiratorie degli animali, la femmina
del parassita, dopo fecondazione, depone le uova da cui sviluppano rapidamente larve di primo stadio (L1). Veicolate
dal muco, le L1 risalgono le vie respiratorie, raggiungono il retrobocca, vengono deglutite ed espulse all’esterno con le
feci. Lo sviluppo successivo fino a L3
necessita di un ospite intermedio, nel
caso specifico rappresentato da diverse
specie di lumache di terra. Gli ospiti
definitivi si infettano ingerendo i molluschi parassitati; le L3, liberate dai processi digestivi dell’ospite, migrano al
polmone per via linfo-ematogena e proseguono lo sviluppo fino a parassiti
adulti.
Sintomatologia - Frequentemente associato con altri nematodi parassiti delle
vie respiratorie. La sintomatologia è
caratterizzata da tosse secca, stizzosa,
scolo nasale siero-mucoso spesso bilaterale; in alcuni casi si riscontrano anemia,
inappetenza e dimagramento.
a
Protostrongylus rufescens: (a) larva, (b) polmone ovino con lesioni.
b
Protostrongylus rufescens
Diagnosi clinica - Sintomi di polmonite
vengono osservati di raro e le infezioni
sono quasi sempre inapparenti e vengono diagnosticate solo in sede di necroscopia.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
le tipiche lesioni a sezione conica che
dalla superficie del polmone si affondano nello spessore dell’organo. Nelle
lesioni, di colore grigio-giallastro, è
facile rilevare parassiti adulti, uova e
larve.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle L1.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
7
7,1
67
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di imidazolici, benzimidazolici, probenzimidazolici amidinici e lattoni macrociclici oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici, non sempre efficaci. Di non facile
applicazione, nelle nostre realtà zootecniche, altre misure di profilassi quali il controllo degli ospiti intermedi con molluschicidi, in quanto ritenuti non eco-compatibili.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
68
Cystocaulus ocreatus
Il parassita - Cystocaulus ocreatus (dal
greco cùstis: cisti e caulós: stelo e dal latino ocreatus: giallastro) comprende
nematodi a diffusione cosmopolita,
inquadrati nel gruppo degli strongili
broncopolmonari (SBP) di ovini e caprini. Sono parassiti filiformi, di colore marrone scuro, visibili ad occhio nudo; il
maschio è lungo 4-5 cm, la femmina fino
a 9 cm.
Elementi di disseminazione AE - Larve
di primo stadio (L1), di 340-480 µm di
lunghezza, filiformi con estremità caudale ondulata e divisa in due porzioni: una
prossimale più grossa e munita di spina
dorsale ed una terminale, dritta ed
appuntita, con due spinule.
Ospiti definitivi e localizzazione - Piccoli
bronchi (in cisti parabronchiali) ed
alveoli di ovino, caprino e piccoli ruminanti selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione - Nel
piedi di varie specie di molluschi gasteropodi terrestri (es. Helicella, Helix,
Monacha).
Infezione - Ingestione di molluschi gasteropodi contenenti le larve di terzo stadio
(L3).
Ciclo biologico - Indiretto. Nelle vie
respiratorie degli animali parassitati, la
femmina del parassita, dopo fecondazione, depone le uova da cui sviluppano
rapidamente larve di primo stadio (L1).
Le L1, veicolate dal muco, risalgono le
vie respiratorie, raggiungono il retrobocca, vengono deglutite ed espulse all’esterno con le feci. Lo sviluppo successivo
fino ad L3 necessita di un ospite intermedio, nel caso specifico rappresentato
da diverse specie di gasteropodi di terra.
Gli ospiti definitivi si infettano ingerendo
i molluschi parassitati; le L3, liberate dai
processi digestivi dell’ospite, migrano al
polmone per via linfo-ematogena e proseguono lo sviluppo fino a parassiti adulti.
a
b
c
Cystocaulus ocreatus: (a) tipica localizzazione sottopleurica nel polmone ovino, (b) esemplari adulti,
(c) ovino con scolo nasale.
Cystocaulus ocreatus
Sintomatologia - Frequentemente associato con altri SBP, la sintomatologia è
caratterizzata da tosse secca, stizzosa,
scolo nasale siero mucoso spesso bilaterale; in alcuni casi si osservano anemia,
inappetenza e dimagramento.
Diagnosi clinica - Sintomi di polmonite
vengono osservati di raro e le infezioni
sono quasi sempre inapparenti e vengono
diagnosticate solo in sede di necroscopia.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di visualizzare
sulla superficie dei polmoni piccole lesioni più o meno rotondeggianti, di colore
variabile dal marrone al nero. In aree di
broncopolmonite interstiziale, denominate nidi di incubazione, le lesioni sono
ripiene di parassiti adulti e di uova e
larve visibili al microscopio.
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
7
7,1
69
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle tipiche L1.
Terapia - Si fa ricorso principalmente
ad antielmintici a base di imidazolici,
benzimidazolici, probenzimidazolici,
amidinici e lattoni macrociclici (non
ottimale il grado di efficacia), oltre che
ad alcune associazioni di diversi principi attivi. Vedi appendice pagg. 98-100,
105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici, non sempre efficaci. Come per gli
altri SBP, non sono di facile applicazione
altre misure di profilassi.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
70
Neostrongylus linearis
Il parassita - Neostrongylus linearis (dal
greco neós: nuovo e strongúlos: cilindrico; dal latino linearis: rettilineo) è un
nematode a diffusione cosmopolita,
inquadrato nel gruppo degli strongili
broncopolmonari (SBP) di ovini e caprini. E’ un parassita biancastro, piccolo e
sottile, lungo 5-15 mm, non facilmente
visibile ad occhio nudo.
Elementi di disseminazione AE - Larve
di primo stadio (L1), di 300-400 µm di
lunghezza, filiformi, con estremità caudale dritta, appuntita e munita di tre piccole spine, una dorsale e due laterali.
Ospiti definitivi e localizzazione - Piccoli
bronchi ed alveoli di ovino, caprino e piccoli ruminanti selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione - Nel
piedi di diverse specie di molluschi gasteropodi di terra, quali chiocciole e lumache (Helicella, Helix, Succinea, Theba,
Cepaea, Monacha).
Infezione - Ingestione di molluschi gasteropodi contenenti le larve di terzo stadio
(L3).
Ciclo biologico - Indiretto. Nelle vie
respiratorie degli animali, la femmina del
parassita, dopo fecondazione, depone le
uova da cui sviluppano rapidamente
larve di primo stadio (L1). Veicolate dal
muco, le L1 risalgono le vie respiratorie,
raggiungono il retrobocca, vengono
deglutite ed espulse all’esterno con le
feci. Lo sviluppo successivo fino a L3
necessita di un ospite intermedio, nel
caso specifico rappresentato da diverse
specie di chiocciole e lumache di terra.
Gli ospiti definitivi si infettano ingerendo
i molluschi parassitati; le L3, liberate dai
processi digestivi dell’ospite, migrano al
polmone per via linfo-ematogena e proseguono lo sviluppo fino a parassiti adulti.
Sintomatologia - Frequentemente associato ad altri SBP, la sintomatologia è
caratterizzata da: tosse secca, stizzosa,
scolo nasale siero-mucoso frequentemente bilaterale. Spesso si possono osservare
anemia, inappetenza e dimagramento.
Diagnosi clinica - Sintomi di polmonite
vengono osservati di raro e le infezioni
sono quasi sempre inapparenti e vengono
diagnosticate solo in sede di necroscopia.
Larva di primo stadio di Neostrongylus linearis.
Neostrongylus linearis
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
lesioni più o meno rotondeggianti, di
varia grandezza (nidi di incubazione),
ripiene di parassiti adulti visibili ad
occhio nudo e di uova e larve visibili al
microscopio.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle L1.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di imidazolici, benzimidazolici, probenzi-
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
18
18,4
71
midazolici amidinici e lattoni macrociclici oltre che ad alcune associazioni di
diversi principi attivi. Vedi appendice
pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici, non sempre efficaci. Di non facile
applicazione, nelle nostre realtà zootecniche, altre misure di profilassi quali il controllo degli ospiti intermedi mediante
interventi molluschicidi, considerati non
eco-compatibili.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
Trematodi
74
Dicrocoelium dendriticum
Il parassita - Dicrocoelium dendriticum
(dal greco dicróos: doppio, choilía: cavità del ventre e dentríticon: ramificato) è
un trematode a diffusione cosmopolita,
dal corpo appiattito in senso dorso-ventrale, lungo circa 10 mm, di forma lanceolata, con cuticola liscia e trasparente.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 38-45 x 22-30 µm, rossobrunastre, con opercolo poco distinguibile e con miracidium già formato.
Ospiti definitivi e localizzazione - Piccoli
dotti biliari e cistifellea di ovino, caprino,
bovino, bufalo, cervo, coniglio, equino ed
occasionalmente uomo.
Ospiti intermedi e localizzazione Organi ed apparati di diversi generi di
molluschi gasteropodi di terra (Abida,
Helicella, Zebrina, ecc. - 1° ospite intermedio); Organi e tessuti di formiche (F.
fusca, F. rufa, ecc.) che costituiscono il
2° ospite intermedio.
Infezione - Ingestione di formiche contenenti le forme infettanti (metacercarie).
Ciclo biologico - Indiretto. Il parassita
adulto, ermafrodita, dopo autofecondazione, depone le uova nei dotti biliari dell’ospite. Queste, con la bile, raggiungono
l’ambiente esterno eliminate con le feci
degli animali parassitati. Le uova vengono quindi ingerite dal 1° ospite intermedio, in cui schiudono liberando il miracidio. Lo sviluppo continua nel mollusco
attraverso gli stadi di sporicisti e cercaria. Le cercarie, ragguppate in piccoli
boli di muco, vengono poi espulse dal
mollusco ed ingerite dal 2° ospite intermedio. Nella formica le cercarie mutano
in metacercarie; alcune di esse si portano
nel ganglio retrofaringeo provocando il
cosiddetto “trisma mandibolare” che
costringe la formica, con temperature
inferiori a 15°C, a rimanere fissata sui fili
d’erba ed esser così facilmente ingerita
dagli animali. Una volta ingerite, le metacercarie si disincistano nell’intestino
a
Dicrocoelium dendriticum: (a) tipico uovo, (b) fegato bovino con lesioni e parassiti.
b
75
Dicrocoelium dendriticum
a
b
Dicrocoelium dendriticum: (a) adulti, (b) sezione di fegato ovino con gravi lesioni.
76
Dicrocoelium dendriticum
b
a
Dicrocoelium dendriticum: (a) molluschi gasteropodi - 1° ospite intermedio,
(b) formiche - 2° ospite intermedio.
tenue ed i giovani parassiti (adolescarie)
per via canicolare, attraverso il coledoco,
giungono ai piccoli dotti biliari dove
divengono parassiti adulti.
Sintomatologia - Di solito l’infezione
presenta decorso subclinico, con sintomi
poco caratteristici: astenia, dimagramento, anemia ed episodi diarroici.
Diagnosi clinica - La sintomatologia è
poco indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare le
caratteristiche lesioni a livello epatico e
la presenza dei parassiti adulti nei piccoli dotti biliari e nella cistifellea.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova.
Terapia - Particolare efficacia si riscontra
somministrando benzimidazolici o probenzimidazolici a dosi elevate. Vedi
appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Trattamenti antielmintici strategici.
Rischio per l’uomo - L’ingestione accidentale di formiche contenenti metacercarie con gli alimenti comporta lo sviluppo del parassita adulto a livello epatico.
L’azione patogena è simile a quella causata da F. hepatica: ipertensione portale,
epatite ed epatosi. I principali sintomi
sono anoressia, meteorismo, diarrea, epatomegalia, dimagramento, febbre ed anemia.
Dicrocoelium dendriticum
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
44
50,0
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
60
61,2
77
78
Fasciola hepatica
Il parassita - Fasciola hepatica (dal latino fasciola: piccola fascia e dal greco
épatos: fegato) è un trematode a diffusione cosmopolita, dal corpo appiattito
dorso-ventralmente, simile ad una foglia
di salvia, di colore brunastro, lungo 2030 mm, provvisto di cono cefalico e cuticola spinosa.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 130-150 x 60-90 µm, opercolate e di colore giallo-verdastro.
Ospiti definitivi e localizzazione - Fegato
e dotti biliari di ovino, caprino, bovino,
bufalo, ruminanti selvatici, equino,
suino, coniglio ed altri mammiferi, uomo
compreso.
Ospiti intermedi e localizzazione Cavità corporea di gasteropodi anfibie
del genere Lymnaea (es. L. truncatula).
Infezione - Ingestione di metacercarie
incistate su vegetali acquatici.
Ciclo biologico - Indiretto. Il parassita
adulto, ermafrodita, dopo autofecondazione e/o fecondazione crociata, depone
numerose uova che con la bile raggiungono l’intestino e sono espulse con le
feci degli animali parassitati. Una volta
nell’ambiente esterno (sono necessari
habitat “acquatici”), nell’uovo si sviluppa una larva ciliata, il miracidio, che
penetra nel mollusco dove lo sviluppo
continua attraverso gli stadi di sporicisti, redia e cercaria. Le cercarie fuoriescono dal mollusco e si fissano agli steli
d’erba trasformandosi poi nelle metacercarie infettanti. Queste, ingerite dall’ospite definitivo, si disincistano nell’intestino tenue, attraversano la parete
intestinale sottoforma di adolescarie
(giovani parassiti) che per via transperitoneale giungono al fegato dove
migrano nel parenchima epatico per 6-8
settimane prima di giungere ai dotti
biliari dove divengono parassiti adulti
sessualmente maturi.
Sintomatologia - Si distinguono tre
forme di fasciolosi caratterizzate da vari
sintomi: acuta (morte degli animali in 26 settimane per emorragie epatiche dovute alla migrazione delle adolescarie); subacuta (anemia, inappetenza, letargia ed
edema intermandibolare); cronica (progressiva perdita di peso, anemia, edema
intermandibolare ed ascite).
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica, corredata dall’anamnesi ambientale, può essere indicativa.
Guscio (ombra) di uovo di F. hepatica durante
esame parassitologico per flottazione.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
caratteristiche lesioni a livello epatico e
la presenza dei parassiti adulti nei grossi
dotti biliari.
Fasciola hepatica
a
79
b
Fasciola hepatica: (a) adulto, (b) fegato bovino con lesioni e parassiti.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la messa
in evidenza e/o la conta delle uova.
Terapia - Somministrazione di antielmintici a base di benzimidazolici, probenzimidazolici e salicilanilidi oltre che ad
alcune associazioni di diversi principi
attivi. Vedi appendice pagg. 98-100,
105-107.
Profilassi - Il controllo della fasciolosi,
nella pratica quotidiana, è quasi esclusivamente affidato all’utilizzo dei trattamenti antielmintici in quanto misure
alternative di profilassi quali la bonifica dei pascoli paludosi ed il controllo
degli ospiti intermedi mediante interventi molluschicidi, non sono di facile
applicazione nelle nostre realtà zootecniche.
Fegato ovino con lesioni e parassiti
80
Fasciola hepatica
b
a
Fasciola hepatica: (a) ovini parassitati, (b) ovino con grave anemia.
Per il controllo di F. hepatica, sono
necessarie quindi corrette strategie
basate su un intervento integrato in
grado di rispondere in modo efficace ai
vari fattori che caratterizzano il parassitismo in questi animali. Il controllo integrato si basa su strategie volte a contenere la necessità di trattamenti tattici o
terapeutici sulla scelta mirata dei farmaci antielmintici in base alle loro caratteristiche e spettro di attività, dei fattori
relativi all’ambiente, alle specie parassite e alle loro caratteristiche epidemiologiche, alla composizione, numerosità e
tipologia di animali su cui ci si trova ad
intervenire.
Un esempio di tale strategia è stata utilizzata in uno studio durato 3 anni su un
gregge stanziale - con infestione clinicamente evidente di F. hepatica - al pascolo su un’area confinata (assenza di altri
potenziali ospiti), dove utilizzando una
strategia basata sull’impiego di 2 anitelmintici (albendazolo negli animali in lattazione e rafoxanide negli animali in
asciutta) somministrati a cadenza mensile da luglio a novembre nel primo e nel
secondo anno della prova, e in un solo
trattamento nel luglio del terzo anno, si
è osservato un progressivo calo fino a
livelli estremamente contenuti di prevalenza, del numero di uova eliminato con
le feci e una riduzione pressoché completa dell’infestione negli animali. È
probabile che il mantenimento del trattamento estivo (giugno-luglio) con i due
farmaci sulle diverse categorie di animali possa portare alla completa eradicazione delle fascioliasi dal pascolo utilizzato al gregge.
Rischio per l’uomo - L’ingestione di
metacercarie con gli alimenti (vegetali,
frutta) e/o con l’acqua comporta lo sviluppo delle adolescarie a livello intestinale che migrano al parenchima epatico.
Gli adulti in sede provocano epatite, epatosi e talvolta ittero, perdita di sangue
con la bile, fibrosi epatica, ipertensione
portale ed ascite. Si osservano disturbi
addominali, epatomegalia, febbre ed
eosinofilia. L’uomo può anche infettarsi
ingerendo fegato crudo o poco cotto contenente le adolescarie (in tal caso i parassiti non raggiungono lo stadio adulto)
che si fissano sulla mucosa faringea provocando una sindrome di soffocamento
definita “halzoun”.
Fasciola hepatica
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
4
4,5
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
1
1,0
81
82
Paramfistomi
Il parassita - Il gruppo dei Paramfistomi
(dal greco pará: vicino, amphís: ai due
poli e stóma: bocca) comprende diverse
specie di trematodi a diffusione cosmopolita, di forma conica, lunghi circa 10
mm, ventralmente incurvati, di colore
rosa lucente con viraggio di tonalità al
rosso più scuro alle due estremità. Le
specie più diffuse in Italia sono
Paramphistomum cervi e Calicophoron
daubneyi.
Elementi di disseminazione AE - Uova
ellissoidali, di 150-170 x 50-70 µm, opercolate e trasparenti.
Ospiti definitivi e localizzazione Rumine e reticolo di ovino, caprino,
bovino, bufalo e ruminanti selvatici.
Ospiti intermedi e localizzazione Organi ed apparati di gasteropodi acquatici prevalentemente dei generi Bulinus e
Planorbis.
Infezione - Ingestione di metacercarie
incistate su vegetali acquatici.
Ciclo biologico - Indiretto. Il parassita
adulto, ermafrodita, nei prestomaci dei
propri ospiti, dopo autofecondazione e/o
fecondazione crociata depone numerose
uova che raggiungono l’intestino e sono
espulse con le feci degli animali parassitati.
Una volta nell’ambiente esterno (sono
favorevoli habitat “acquatici”), nell’uovo
si sviluppa una larva ciliata, il miracidio,
che penetra nel mollusco dove lo sviluppo continua attraverso gli stadi di sporicisti, redia e cercaria. Le cercarie fuoriescono dal mollusco e si fissano agli steli
d’erba trasformandosi poi nelle metacercarie infettanti. Queste, ingerite dall’ospite definitivo, si disincistano nel duodeno liberando i giovani paramfistomi
/paramfisomuli che si ancorano alla
mucosa intestinale per poi effettuare una
retromigrazione fino al rumine e reticolo
dove diventano parassiti adulti sessualmente maturi.
Sintomatologia - Perdita di appetito,
astenia, anemia, dimagramento, disidratazione, diarrea verdastra e maleodoran-
a
Paramfistomi: (a) tipico uovo opercolato, (b) rumine di bovino con numerosi parassiti.
b
83
Paramfistomi
a
b
Paramfistomi: (a) parassiti adulti, (b) duodenite emorragica in ovino.
84
Paramfistomi
a
b
(a) Ovino poliparassitato, (b) fegato con lesioni da F. hepatica e
(!) duodeno con lesioni da paramfistomi.
te; il pelo (bovini e bufali) è opaco ed
ispido e può verificarsi rialzo termico.
Nelle infestazioni gravi, causate dalle
forme giovanili (paramfistomuli), in sede
duodenale, il sintomo più evidente è la
diarrea, spesso verdastra e maleodorante,
anoressia, astenia, sete intensa, dimagrimento, morte; è possibile osservare melena.
Diagnosi clinica - La sintomatologia non
è indicativa.
Diagnosi post-mortem - L’esame anatomopatologico permette di evidenziare
facilmente i parassiti adulti nel rumine
(liberi e/o attaccati); tipica la duodenite
emorragica causata dalla migrazione
delle adolescarie.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici quali-quantitativi per la
messa in evidenza e/o la conta delle
uova.
Terapia - Nei bovini e nelle pecore l’oxixlozanide in associazione al levamisolo
sono efficaci sia nei confronti dei parassiti adulti sia degli stadi immaturi. Vedi
appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - Di non facile applicazione
misure di profilassi quali la bonifica dei
pascoli paludosi ed il controllo degli ospiti intermedi mediante interventi molluschicidi, ritenuti non eco-compatibili.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
Paramfistomi
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
49
55,7
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
10
10,2
85
Cestodi
88
Moniezia
Il parassita - Il genere Moniezia (dal
nome del parassitologo francese R. L.
Moniez) comprende due specie M. benedeni (bovini) e M. expansa (ovini) di
cestodi a diffusione cosmopolita. Sono
parassiti di colore biancastro, lunghi oltre
5 metri e larghi da 1,5 cm (M. expansa) a
2,5 cm (M. benedeni), formati da uno
scolice inerme (senza rostello con uncini)
con 4 ventose e un esile collo, dal quale
prendono origine numerosissime proglottidi che formano lo strobilo. Entrambe le
specie presentano proglottidi più larghe
che lunghe; si differenziano microscopicamente solo in base alla disposizione
delle ghiandole interproglottidee.
Elementi di disseminazione AE - Uova,
di 50-90 µm di diametro, di forma quadrangolare/cubica (M. benedeni) o triangolare/piramidale (M. expansa), provviste di apparato piriforme nel quale è contenuto un embrione esacanto (oncosfera).
Le uova possono essere disseminate libere o all’interno delle proglottidi gravide.
Ospiti definitivi e localizzazione Intestino tenue di ovino, caprino, bovino
e bufalo.
Ospiti intermedi e localizzazione Cavità corporea di acari coprofagi a vita
libera (oribatidi), detti anche “acari del
muschio o del foraggio”.
Infezione - Ingestione di acari coprofagi
contenenti la forma infettante (cisticercoide).
Ciclo biologico - Indiretto. Il parassita
adulto, ermafrodita, rilascia proglottidi
gravide e/o uova che vengono espulse
con le feci degli animali parassitati.
Nell’ambiente esterno le uova vengono
ingerite dagli ospiti intermedi in cui si
sviluppa la forma infettante, il cisticercoide. Gli animali si infettano al pascolo
ingerendo gli ospiti intermedi contenenti
il cisticercoide da cui si sviluppa il cestode adulto a livello intestinale.
Sintomatologia - Limitata azione patogena negli animali adulti, nei quali l’infezione spesso decorre in maniera quasi
asintomatica. Indubbia è l’azione meccanica e spoliatrice svolta, invece, negli ani-
a
Uovo al microscopio (a) Moniezia expansa, (b) Moniezia benedeni.
b
89
Moniezia
a
b
Esemplari di Moniezia expansa.
90
Moniezia
a
b
Moniezia expansa: (a) ovino parassitato, (b) esemplari adulti raccolti da un singolo ovino.
mali giovani che spesso presentano perdita di appetito, dimagramento, feci
pastose o diarroiche.
Diagnosi clinica - La sintomatologia non
è indicativa.
Diagnosi post-mortem - Durante l’esame
anatomopatologico è facilmente evidenziabile la presenza dei parassiti a livello
intestinale.
Diagnosi di laboratorio - Esami copromacroscopici per l’eventuale evidenziazione delle proglottidi ed esami copromicroscopici per la messa in evidenza
delle uova.
Terapia - Si fa ricorso principalmente alla
somministrazione di antielmintici a base
di chinolinici e benzimidazolici, probenzimidazolici oltre che ad alcune associazioni di diversi principi attivi. Vedi
appendice pagg. 98-100, 105-107.
Profilassi - La profilassi è molto difficile
in quanto gli acari ospiti intermedi sono
ubiquitari. Si consiglia l’aratura profonda
dei terreni e la rotazione dei pascoli.
Rischio per l’uomo - Infezione non
segnalata nell’uomo.
Moniezia
Parametri
Allevamenti
Parametri
Allevamenti
N°
esaminati
N°
positivi
%
88
20
22,7
N°
esaminati
N°
positivi
%
98
35
35,7
91
92
Considerazione e conclusioni
Questi risultati evidenziano la notevole
diffusione dei parassiti sia negli allevamenti bovini sia in quelli ovini della
Basilicata. Infatti, tutti gli allevamenti
controllati sono risultati parassitati e
sono stati ritrovati, variamente associati
in uno stesso allevamento e spesso in uno
stesso animale, parassiti diversi.
Allevamenti Ovini - I parassiti più diffusi sono risultati i coccidi del genere
Eimeria presenti nella totalità degli allemaneti
esaminati
(100%).
Estremamente diffusi sono risultati
anche gli “strongili gastrointestinali”
riscontrati nella quasi totalità degli allevamenti (91,8%), con notevole presenza dei generi Haemonchus (76,5%),
Trichostrongylus (91,8%), Teladorsagia
(88,8%), Cooperia (77,6%) ed
Oesophagostomum (72,5%). Molto diffusi anche gli strongili broncopolmonari
(50%) per i quali prevalentemente è
stato ritrovato il genere Muellerius
(37,8%); valori analoghi erano già
emersi da altre indagini condotte in
ovini allevati in altre aree appenniniche
del sud dell’Italia. Anche i valori di prevalenza riferiti ai generi Trichuris
(39,8%),
Nematodirus
(24,5%),
Strongyloides (4,1%) e Skrjabinema
(2%) sono da considerarsi in linea con
quelli descritti negli ultimi anni negli
allevamenti ovini delle altre regioni.
Degli elminti a localizzazione epatica,
D. dendriticum è risultato il più diffuso
(61,2%), mentre F. hepatica è stato
riscontrato solo nell’1%. I paramfistomi
(C. daubneyi), elminti a localizzazione
ruminale, troppo spesso sottovalutati,
sono stati riscontrati nel 10,2% delle
aziende.
Allevamenti Bovini - I parassiti più diffusi anche per gli allevamenti bovini sono
risultati i coccidi del genere Eimeria presenti nella quasi totalità degli allevamenti esaminati (98,9%). Gli strongili
gastrointestinali sono risultati presenti
nell’81,8% degli allevamenti, seguiti
dagli elminti dei generi Nematodirus
(15,9%),
Trichuris
(12,5%)
e
Strongyloides (5,7%). Le tenie del genere Moniezia sono state rilevate in oltre il
22,7% delle aziende. Degli elminti a
localizzazione epatica, D. dendriticum è
risultato il più diffuso, presente in oltre il
50% delle mandrie mentre F. hepatica è
stato riscontrato nel 4,5% degli allevamenti. Da segnalare la significativa diffusione dei paramfistomi (C. daubneyi)
elminti a localizzazione ruminale, troppo
spesso sottovalutati, riscontrati nel
55,7% delle mandrie.
Dall’analisi di questi risultati non si può
non sottolineare la gravità del quadro
parassitologico emerso. Nel corso delle
indagini, raramente sono state rilevate
sintomatologie imponenti e/o episodi di
mortalità tra gli animali da riferirsi all’azione diretta dei parassiti. Tuttavia, l’impatto economico, anche se non quantizzato in questo studio, è sovrapponibile a
quello riscontrato in altre ricerche, dove
è stato dimostrato che le perdite economiche complessive vanno ben oltre il
40% del Prodotto Lordo Vendibile.
Il controllo di queste parassitosi è un problema assai complesso.
I fattori da considerare sono numerosi,
fra tutti se ne elencano alcuni:
- i parassiti in genere, e gli elminti in particolare, sono “adattati al luogo” nel
Considerazione e conclusioni
senso che la loro presenza, la loro diffusione, l’andamento stagionale delle loro
popolazioni sono condizionati dall’insieme delle realtà topografiche, pedoclimatiche ed aziendali locali;
- questi organismi colpiscono in vario
grado, ma costantemente, tutti gli animali dell’allevamento e quelli che manifestano sintomi o risultano positivi ad
un controllo, non sono che la spia del
gruppo;
- sono pochi i parassiti che in seguito ad
una prima infezione generano negli animali una solida immunità, per cui animali trattati ed esposti ad un nuovo
contagio, si reinfestano;
- ciascun parassita o gruppo parassitario
è una entità biologica a se stante e pertanto necessita di un’adeguata diagnosi
e di un conseguente preciso approccio
profilattico-terapeutico.
Le molecole ad azione antiparassitaria
sono lo strumento primario per il controllo delle diverse infestioni. Troppo
spesso, però, si assiste ad un utilizzo non
appropriato dei prodotti, soprattutto di
quelli ad azione antielmintica ad ampio
spettro, quasi regolarmente somministra-
93
ti senza una precisa diagnosi, seguendo
“tradizioni” locali e non considerando
che un farmaco “mal usato” (ripetute
somministrazioni, dosaggi errati, ecc.)
può non essere più efficace per fenomeni
di chemio-resistenza.
Considerando che la sanità degli allevamenti rappresenta il presupposto di base
per il raggiungimento delle attese performances produttive e riproduttive, l’impatto economico di questo quadro parassitario, anche se non quantizzato in questo studio, è certamente notevole.
Poter disporre di conoscenze locali circa
la presenza e la diffusione delle infezioni
parassitarie è il requisito di base per programmare ed attuare protocolli di profilassi più adeguati e terapie mirate.
Inoltre l’utilizzo dei GIS nella elaborazione dei risultati, ha consentito la realizzazione di una serie di mappe che rappresentano un importante ausilio per il
medico veterinario e per tutti coloro che
si occupano delle problematiche sanitarie
del comparto bovino ed ovino in modo
da programmare al meglio le strategie
più opportune.
APPENDICE
Antiparassitari registrati
per bovini ed ovini
in Italia
Da Informatore Farmaceutico di Veterinaria e Zootecnica
- Aprile 2011, edito da Elsevier-Masson, Milano
* Con nota 0021474-P-01/12/2009 il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali ha comunicato che la Commissione Europea, sulla base di precisa indicazione fornita dell’EMEA, ha
stabilito che ai fini della determinazione degli MRL, la specie bufalina è da considerarsi inclusa in quella bovina degli allegati di cui al regolamento (CEE) n. 2377/90. Pertanto tutti i medicinali veterinari destinati alla specie bovina si intendono destinati anche a quella bufalina con
i medesimi tempi d’attesa.
Imidocarb dipropionato
CARBANILIDICI
Toltrazuril
Carbesia bovini
(Intervet Italia)
Baycox Bovis
(Bayer)
Bovini
Bovini
Bovini, O
Vecoxan sosp. orale
(Esteve)
Diclazuril
DERIVATI TRIAZINICI
Bovini
Bovini, O
Halocur
(Intervet Italia)
Deccox 6
(Alpharma-B)
Alofuginone
DERIVATI ETEROCICLICI
Decochinato
PREMISCELA MEDICATA
Sulfadiazina + trimethoprim
Bovini, Co, Po, S
Bovini, Ca, E, Ga,
Po, S
Daimeton 40
(Izo)
Trimethosulfa orale
(Trei)
Bovini, Ca, E, Ga,
O, Po, S
Izometazina 40%
(Izo)
Sulfametazina
Bovini, Ca, E,
Ga, Po
Bovini, E, O, S
9HWNHO¿]LQD
(Ceva Vetem)
Sulfametopirazina
Daimeton sale sodico
(Izo)
Bovini, Ca, Co, E,
Ga, O, Po, S
Metamerazina iniett. 40%
(Ati)
Sulfamerazina + sulfadimidina
+ sulfatiazolo
Sulfamonometossina
Bovini, Ca, Ga, S
SPECIE ANIMALE
Socatil®
(Acme)
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
Formosulfatiazolo
SULFAMIDICI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne 90
Latte 6
Carne 63
Carne 0 (vitelli)
Carne e visceri 13
Carne 7
NO LAT
Carne 10 (vitelli)
NO LAT
Carne 16
Carne 12
Latte 2
Carne 28
Latte 8
Carne 6
Latte 3
Carne 24
Latte 168 ore
Carne 14
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
im
os
os
os
os
os
os
ev, im
ev
ev, im, sc
ev, im,
intraper
os
VIA
DI SOMM.
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
Eimeria
O
O
O
O
Toxoplasma
gondii
O
Cryptosporidium
PARASSITI SENSIBILI
O
Babesia
Anaplasma
marginale
Altro
Antiprotozoari - Bovini/Bufali*
97
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Bovini, E
Bovini,
C, O
Panacur 10%
(Intervet Inter.-NL)
Oxfenil 2,265%
(Virbac)
Fenbendazolo
Oxfendazolo
Bovini, O
Bovini
Ranigel
(Intervet Italia)
Flukiver
(Esteve)
Rafoxanide
Closantel
SALICILANILIDI
Febantel
PROBENZIMIDAZOLICI
Bovini, O
Bovini, O
Zodalben
(Carier Italia)
Rintal Sosp. 10%
(Bayer Healthcare AG)
Bovini, O
Albendazolo micronizzato
Valbazen
3¿]HU,WDOLD
Bovini,
C, O
Bovini,
C, O
SPECIE
ANIMALE
B, Ovini
Pamizole-L
(Fatro)
Morantel Tartrato 4%
3¿]HU,WDOLD
NOME COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Sverminator 19 mg/ml
(Fatro)
BENZIMIDAZOLICI
Levamisole
IMIDAZOTIAZOLICI
Morantel
AMIDINICI
CLASSE
FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne 35
NO LAT
Carne 54
NO LAT
Carne 7
Latte 7
Carne 44
Latte 9
Carne 14
Latte 7
Carne 24
NO LAT
Carne 21
Latte 3
Carne 21
Latte 3
Carne 14
NO LAT
Carne 28
Latte 2
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
im
os
os
os
os
os
os
os
im, sc
os
VIA DI
SOMM.
Mon
Mon
O
O
O
O
Cestodi
O
O
O(x2)
O(x2)
O(x2)
Fh
Ph
O(x2)
O(x2)
O(x2)
Dd
H, B, Oe
H
O
O
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
O
H, O, T, C,
N, B, Oe
SGI
O
O
O
O
O
Dy,
(x2)
O
SBP
O
O
O
O
O
O
T/is
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
O
S/des
O
O
Asc
Altro
Hy
Ectoparassiti
98
Antielmintici - Bovini/Bufali
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Ivermectina
Ivermectina
Eprinomectina
Doramectina
AVERMECTINE
CLASSE
FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Bovini,
O, S
Bovini, S
Bovini
Maximec iniett.
(Ceva Vetem)
Noromectin 1% sol.
iniett
(Ascor)
Noromectin pour-on
(Ascor)
Bovini, S
Ivomec
(Merial Italia)
Bovini, O
Bovini
Ivertin cattle
(Calier Italia)
Ivogell
(Intervet Productions)
Bovini
Ecomectin pour-on
(Intervet Italia)
Bovini
Bovini,
O, S
Ecomectin iniett.
(Intervet Italia)
Ivomec pour-on
(Merial Italia)
Bovini
Chanectin pour-on
(Farmaceutici Gellini)
Bovini, S
Baymec 1% sol. iniett.
(Bayer)
Bovini
Bovini
Eprinex® pour-on
(Merial Italia)
Baymec pour-on
(Bayer)
Bovini
Bovini, O
SPECIE
ANIMALE
Dectomax pour-on
3¿]HU,WDOLD
Dectomax bov-ov
3¿]HU,WDOLD
NOME COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 14
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne e visceri
28
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 15
Latte 0
Carne 35
NO LAT
Carne 42
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
pour-on
sc
sc
sc
pour-on
sc
sc
pour-on
sc
pour on
pour-on
sc
pour-on
pour-on
sc
VIA DI
SOMM.
Cestodi
Fh
Ph
Dd
H, O, T,
C, Oe
H, O, T, C,
B, N, Oe
H, O, T, C,
B, N, Oe
H, O, T, C,
B, N, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T,
C, Oe
H, O, T, C,
B, Oe
H, O, T, C,
N, Oe
H, O, T, C,
N, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
SGI
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
SBP
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
T/is
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
S/des
O
O
O
O
O
O
O
Asc
Thela
Thela
Para,
Thela
Para,
Thela
Thela
Thela
Thela
Thela
Thela
Thela
Thela
Altro
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac, Ze
Hy, Pid,
Ac, Ze
Hy, Pid,
Ac, Ze
Ectoparassiti
Antielmintici - Bovini/Bufali
99
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Ivermectina+
closantel
Ivermectina+
clorsulon
Levamisolo +
ossiclozanide
ASSOCIAZIONI
Moxidectina
MILBEMICINE
Ivermectina
CLASSE
FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Bovini,
O, C
Bovini
Bovini
Bpvini,
C, O
Bovini
Toloxan
(Fatro)
Ivomec Plus
(Merial Italia)
Virbamec® F
(Virbac)
Tolomec Plus
(Fatro)
Closamectin
(Norbrook Laboratories)
os
sc
Carne e visceri
49
NO LAT
sc
sc
os
pour-on
sc
sc
sc
sc
VIA DI
SOMM.
Carne 28
Carne 66
NO LAT
Carne 66
NO LAT
Carne 28
NO LAT
Carne 14
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Bovini
Bovini, S
Virbamec
(Virbac)
Carne e visceri
42
Carne 65
NO LAT
Bovini,
O, S
Vectimax 1%
(Eco)
Carne 49
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
Bovini
Bovini,
O, S
Tolomec
(Ati)
Cydectin 1% iniett.
bovini
(3¿]HU,WDOLD)
Cydectin 0,5% bovini
pour-on
(3¿]HU,WDOLD)
SPECIE
ANIMALE
NOME COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Cestodi
O
O
O
O
O
Fh
O
Ph
Dd
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
O
H, O, T, C,
N, B, Oe
H, O, T, C,
N, B, Oe
O
H, O, T, C,
B, N, Oe
O
SGI
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
SBP
O
O
O
O
O
O
O
T/is
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
O
O
O
S/des
O
O
O
O
O
O
Asc
Para,
Thela
Para,
Thela
Thela
Para,
Thela
Altro
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac, Taf
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Hy, Pid,
Ac
Ectoparassiti
100
Antielmintici - Bovini/Bufali
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Bovini, O
Butox 7,5 pour on
(Intervet Italia)
Deltametrina
Ivermectina
Eprinomectina
Doramectina
Bovini
Bovini
Bovini, S
Bovini
Bovini
Eprinex pour-on
(Merial Italia)
Baymec 1% sol. iniett.
(Bayer)
Baymec pour-on
(Bayer)
Chanectin pour-on
(Chanelle Pharmaceuticals
Manufacturing Ltd.)
Bovini, O
Dectomax pour-on
3¿]HU,WDOLD
Dectomax bov-ov
3¿]HU,WDOLD
Bovini
%D\RÀ\SRXURQ
(Bayer)
&\ÀXWULQ
AVERMECTINE
Bovini
Renegade 1,5% pour on
(Fort Dodge Animal
Health)
Alfacipermetrina
PIRETROIDI di IV Generazione
Bovini, O
Bovini,
O, S
SPECIE
ANIMALE
Bayticol 1% pour on
(Bayer)
Taktic 125
(Intervet Inter. -NL)
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
Flumetrina
PIRETROIDI di III Generazione
Amitraz
FORMAMIDINE
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne e visceri
28
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 15
Latte 0
Carne 35
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 0
Latte 0
Carne 14
Latte 0
Carne 1
Latte 1
Carne e visceri 5
Latte 8
Carne 1
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
pour on
pour-on
sc
pour-on
pour-on
sc
pour-on
pour-on
pour-on
pour-on
nebulizzazione
FORMULAZIONE
E MODALITÀ DI
SOMMINISTRAZIONE
O
O
O
O
O
O
O
O
Acari
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
Pidocchi
O
O
O
O
O
O
Zecche
PARASSITI SENSIBILI
Hy
Hy, Taf
Hy, Taf
Hy
Hy
Hy
Mo, Taf
Mo
Mo
Altro
INSETTICIDA
AMBIENTALE
Ectoparassiticidi - Bovini/Bufali
101
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Moxidectina
MILBEMICINE
Ivermectina
Ivermectina
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Cydectin 1% iniett.
bovini
3¿]HU,WDOLD
Cydectin 0,5% bovini
pour-on
3¿]HU,WDOLD
Carne 65
NO LAT
Carne 14
NO LAT
Bovini
Carne 49
NO LAT
Carne e visceri
42
Carne 49
NO LAT
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 14
NO LAT
Carne 49
NO LAT
Carne 28
NO LAT
Carne 49
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
Bovini
Bovini, S
Virbamec®
(Virbac)
Bovini
Noromectin pour-on
(Ascor)
Bovini,
O, S
Bovini, S
Noromectin 1% sol. iniett
(Ascor)
Vectimax 1% sol iniett
(Eco)
Bovini,
O, S
Maximec iniett.
(Ceva Vetem)
Bovini,
O, S
Bovini, O
Ivogell
(Intervet Productions)
Tolomec
(Ati)
Bovini
Bovini, S
Ivomec
(Merial Italia)
Ivertin cattle
(Calier Italia)
Bovini
Ecomectin pour-on
(Intervet Italia)
Bovini
Bovini,
O, S
Ecomectin iniett.
(Intervet Italia)
Ivomec pour-on
(Merial Italia)
SPECIE
ANIMALE
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
pour-on
sc
sc
sc
sc
pour-on
sc
sc
sc
sc
pour-on
sc
pour-on
sc
FORMULAZIONE
E MODALITÀ DI
SOMMINISTRAZIONE
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
Acari
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
O
Pidocchi
Zecche
PARASSITI SENSIBILI
Hy, Taf
Hy
Hy
Hy
Hy
Hy
Hy
Hy
Hy
Hy, Taf
Hy, Taf
Hy, Taf
Hy, Taf
Hy, Taf
Altro
INSETTICIDA
AMBIENTALE
102
Ectoparassiticidi - Bovini/Bufali
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Ivermectina+
closantel
Ivermectina+
clorsulon
ASSOCIAZIONI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Bovini
Bovini
Bovini,
C, O
Bovini
Virbamec® F
(Virbac)
Tolomec Plus
(Fatro)
Closamectin
(Norbrook Laboratories)
SPECIE
ANIMALE
Ivomec Plus
(Merial Italia)
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
os
sc
Carne e visceri
49
NO LAT
sc
sc
FORMULAZIONE
E MODALITÀ DI
SOMMINISTRAZIONE
Carne 28
Carne 66
NO LAT
Carne 66
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
O
O
O
O
Acari
O
O
O
O
Pidocchi
Zecche
PARASSITI SENSIBILI
Hy, Mo
Hy, Mo
Hy, Mo
Hy, Mo
Altro
INSETTICIDA
AMBIENTALE
Ectoparassiticidi - Bovini/Bufali
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
103
Ovini, B, S, E
9HWNHO¿]LQD
(Ceva Vetem)
Sulfametopirazina
Toltrazuril
DERIVATI TRIAZINICI
Diclazuril
DERIVATI ETEROCICLICI
Decochinato
Baycox ovino
Vecoxan sosp. orale
(Esteve)
Ovini
B, Ovini
B, Ovini
B, Ca, E, Ga, Ovini,
Po, S
Izometazina 40%
(Izo)
Sulfametazina
Deccox 6
(Alpharma-B)
B, Ca, Co, E, Ga, Ovini,
Po, S
Metamerazina iniett. 40%
(Ati)
Sulfamerazina + sulfadimidina
+sulfatiazolo
PREMISCELA MEDICATA
B, Ca, C, E, Ovini, S
SPECIE ANIMALE
Trisulfan 30 %
(Ceva Vetem)
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
Sulfadiazina + sulfamerazina
+ sulfametazina
SULFAMIDICI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne e Visceri 42
Carne 0 (agnelli)
Carne 1
NO LAT
Carne 21
Latte 5
Carne 28
Carne 24
Latte 168 ore
Carne: 35
Latte 7
TEMPO DI SOSPENSIONE
(GIORNI)
os
os
os
ev, im, sc
ev
ev, im, intraper
ev, im,
VIA
DI SOMM.
O
O
O
O
O
O
O
Eimeria
O
Toxoplasma
gondii
PARASSITI SENSIBILI
Altro
104
Antiprotozoari - Ovini
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Oxfendazolo
Mebendazolo
Fenbendazolo
Albendazolo micronizzato
Albendazolo sulfossido
BENZIMIDAZOLICI
Levamisole
IMIDAZOTIAZOLICI
Morantel
AMIDINICI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Ovini
Panacur 2,5%
(Intervet Italia)
Ovini
B, C, Ovini
Kilan O
(Ceva Vetem)
Oxfenil 2,265%
(Virbac)
Ovini
Bovini, O
Zodalben
(Calier Italia)
Elmizin
(Izo)
B, Ovini
Valbazen
3¿]HU,WDOLD
Ovini
B, Ovini
Sverminator 19
mg/ml
(Fatro)
Elmipur
(Fatro)
Ovini
Ovini
B, C, Ovini
B, C, Ovini
SPECIE
ANIMALE
Gardal 10%
(Intervet Italia)
Gardal 1,9%
(Intervet Italia)
Pamizole-L
(Fatro)
Morantel Tartrato 4%
liquido
3¿]HU,WDOLD
NOME
COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Carne 44
Latte 9
Carne 28
Carne 28
NO LAT
Carne 28
Latte 9
Carne 28
Latte 9
Carne 24
NO LAT
Carne 21
Latte 3
Carne 21
Latte 3
Carne 35
Latte 6
Carne 35
Latte 3
Carne 14
NO LAT
Carne 28
Latte 2
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
os
os
os
os
os
os
os
os
os
im, sc
os
VIA DI
SOMM.
Mon
Mon, Av
Mon (x2)
Mon (x2)
O
O
O
O
O
Cestodi
O(x2)
O(x2)
O(x2)
O(x2)
O(x2)
Fh
Ph
O(x2)
O(x2)
O(x2)
O(x2)
O(x2)
Dd
O
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
O
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
O
O
O
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
SGI
O
Dy, Pro
O
Dy
Dy
Dy, Pro,
Mu (x2)
Dy, Pro,
Mu (x2)
Dy, Pro,
Mu (x2)
O(x2)
O(x2)
O
SBP
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
O
O
O
T/is
O
O
O
O
O
O
O
S/des
Altro
Ectoparassiti
Antielmintici - Ovini
105
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
C, Ovini
Hapadex 5%
(Intervet Italia)
Netobimin
Ivermectina
Doramectina
Ovini, B
Ovini
B, Ovini, S
B, Ovini
Ovini
B, Ovini, S
Ovini
Ovini
C, Ovini
Dectomax bov-ov
3¿]HU,WDOLD
Baymec drench
(Bayer)
Ecomectin iniett.
(Intervet Italia)
Ivogell
(Intervet Productions)
Ivomec ovini
(Merial Italia)
Maximec iniettabile
(Ceva Vetem)
Noromectin drench
(Ascor)
Noromectin iniett.
(Ascor)
Oramec®
(Merial Italia)
B, Ovini
Ranigel
(Intervet Italia)
Rafoxanide
AVERMECTINE
Ovini
Seponver
(Esteve)
Closantel
SALICILANILIDI
B, Ovini
SPECIE
ANIMALE
Rintal Sosp. 10%
(Bayer)
NOME
COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Febantel
PROBENZIMIDAZOLICI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne 5
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 10
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 30
NO LAT
Carne 7
NO LAT
os
sc
os
sc
sc
sc
sc
os
Carne e visceri
10
NO LAT
Carne 42
NO LAT
im
os
os
os
os
VIA DI
SOMM.
Carne 70
NO LAT
Carne 54
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 21
Latte 3
Carne 13
Latte 7
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
O(x2)
Mon
Cestodi
O
O
O(x2)
Fh
Ph
O(x2)
Dd
H, O, T, C,
N, Oe, Ch
H, O, T,
C, N
H, O, T, C,
N, Oe, Ch
+ Dy
Dy
Dy
O
Dy, Pro
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H, O, T, C,
B, N, Oe
Dy
Dy
O
Dy, Pro
O
O
SBP
H, O, T, C,
B, N, Oe
H, O, T, C,
B, Oe
H, T, C, N,
Oe, Ch
H, O, T, C,
N, B, Oe,
Ch
H
H, O, Ch
O
O
SGI
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
T/is
O
O
O
O
O
O
O
O
O
S/des
Altro
Oest
Oest, Ac
Oest
Oest, Ac
Oest, Ac
Pid, Ac
Oest, Pid,
Ac
Oest
Oest, Pid,
Ac, Ze
Oest
Oest
Ectoparassiti
106
Antielmintici - Ovini
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
C, Ovini
B, Ovini, S
Tolomec os
(Ati)
Vectimax 1%
(Eco)
Ovini
B, C, Ovini
Ovini
Toloxan
(Fatro)
Duotech
(Ascor)
Levamisolo+ oxyclozanide
Oxfendazolo + closantel
Ovini
Ovini
Ovini
Seponver plus
(Janseen)
Neomansonil
(Bayer)
Detenase
(Fatro)
Cydectin 0,1% orale
ovini
(3¿]HU,WDOLD)
Ovini
B, Ovini, S
Tolomec
(Ati)
Cydectin 1% iniett.
ovini 3¿]HU,WDOLD
SPECIE
ANIMALE
NOME
COMMERCIALE
(CASA
FARMACEUTICA)
Closantel + mebendazolo
ASSOCIAZIONI
Praziquantel
CHINOLINICI
Moxidectina
MILBEMICINE
Ivermectina
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne 18
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 67
NO LAT
Carne 0
Latte 0
Carne 0
Latte 0
Carne 14
Latte 5
Carne 82
NO LAT
Carne 0
Carne 5
NO LAT
Carne 30
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
os
os
os
os
os
os
sc
sc
os
sc
VIA DI
SOMM.
Mon
O
Mon
Mon
Cestodi
O
O
O
Fh
O
Ph
Dd
H, O, T, C,
N, Ch, Oe
O
H, B, Oe,
C, N, T,
Ch
H, O, T, C,
N, Oe, Ch
H, O, T, C,
N, Oe, Ch
H, O, T,
N, C
H, O, T, C,
N, Oe, Ch
O
SGI
Dy
O
Dy
Dy
Dy
Dy
+ Dy
O
SBP
PARASSITI SENSIBILI
O
O
O
O
O
T/is
O
O
O
O
O
O
S/des
Altro
Oest
Oest
Oest, Ac
Oest
Oest
Oest, Pid,
Ac
Ectoparassiti
Antielmintici - Ovini
107
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Ivermectina
Doramectina
Ovini, B
Ovini
B, Ovini, S
B, Ovini
Ovini
B, Ovini, S
Ovini
Ovini
Dectomax bov-ov
3¿]HU,WDOLD
Baymec drench
(Bayer)
Ecomectin iniett.
(Intervet Italia)
Ivogell
(Intervet Productions)
Ivomec ovini
(Merial Italia)
Maximec iniettabile
(Ceva Vetem)
Noromectin drench
(Ascor)
Noromectin iniett.
(Ascor)
Ovini, B
Butox 7,5
(Intervet)
Deltametrina
AVERMECTINE
Ovini, B
B, Ovini, S
Ovini, S
SPECIE
ANIMALE
Bayticol 1%
(Bayer)
Taktic 125
(Intervet)
Sebacil® soluzione 50%
(Bayer)
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
Flumetrina
PIRETROIDI di
III Generazione
Amitraz 12,5%
FORMAMIDINE
Phomix
ORGANOFOSFATI
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Carne 42
NO LAT
Carne 10
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne 30
NO LAT
Carne 7
NO LAT
Carne 42
NO LAT
Carne e visceri 10
NO LAT
Carne 70
NO LAT
Carne 0
Latte 2
Carne 21
Latte 8
Carne 21
NO LAT
Carne 18
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
sc
os
sc
sc
sc
sc
os
im
pour-on
pour-on
nebulizzazione
soluzione
FORMULAZIONE
E MODALITÀ DI
SOMMINISTRAZIONE
O
O
O
O
O
O
O
O
Acari
O
O
O
O
O
O
O
Pidocchi
O
O
O
O
O
Zecche
PARASSITI SENSIBILI
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Mo
Melophagus
Mo, Taf
Altro
O
INSETTICIDA
AMBIENTALE
108
Ectoparassiticidi - Ovini
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
Citronella + geranio +
eucalipto + garofano
Sgryd lozione
(Terra di Cuma)
B, C, E,
Ovini, Uc
Ovini
Duotech
(Ascor)
Oxfendazolo + closantel
REPELLENTI
Ovini
Ovini
Seponver plus
(Janssen)
Cydectin 1% iniett. ovini
3¿]HU,WDOLD
B, Ovini, S
Vectimax 1% sosp orale
(Esteve)
B, Ovini, S
Tolomec
(Fatro)
C, Ovini
C, Ovini
Oramec
(Merial Italia)
Tolomec os
(Fatro)
SPECIE
ANIMALE
NOME COMMERCIALE
(CASA FARMACEUTICA)
Closantel + mebendazolo
ASSOCIAZIONI
Moxidectina
MILBEMICINE
Ivermectina
CLASSE FARMACOLOGICA
E PRINCIPIO ATTIVO
Non indicato
Carne 18
NO LAT
Carne 67
NO LAT
Carne 82
NO LAT
Carne 0
Carne 5
NO LAT
Carne 30
NO LAT
Carne 5
NO LAT
TEMPO DI
SOSPENSIONE
(GIORNI)
nebulizzazione
os
os
sc
os
os
sc
os
FORMULAZIONE
E MODALITÀ DI
SOMMINISTRAZIONE
O
O
O
O
Acari
O
Pidocchi
Zecche
PARASSITI SENSIBILI
Zanz, Mo
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Oest
Altro
O
INSETTICIDA
AMBIENTALE
Ectoparassiticidi - Ovini
109
Per i dosaggi vedi pagg. 113-119
110
Antiparassitari - Legenda
Specie animale:
B = bovini
Ca = cani
Co = conigli
E = equini
Ga = gatti
O = ovini
Po = polli
S = suini
Uc = uccelli
Tempo di sospensione:
NO LAT = non somministrare ad animali in lattazione il cui latte è destinato al
consumo umano
Via di somministrazione:
ev = endovenosa
im = intramuscolare
intraper = intraperitoneale
os = orale
pour-on = applicazione sulla cute
sc = sottocutanea
x2 = efficace con doppio dosaggio
Parassiti:
Ac = Acari
Asc = Ascaridi
Av = Avitellina
B = Bunostomum
C = Cooperia
Ch = Chabertia
Dd = Dicrocoelium dendriticum
Dy = Dyctiocaulus
Fh = Fasciola hepatica
H = Haemonchus
Hy = Hypoderma
Mo = Mosche
Mon = Moniezia
Mu = Muellerius
N = Nematodirus
O = Ostertagia
Oe = Oesophagostomum
Oest = Oestrus ovis
Para = Parafilaria bovicola
Ph = Paramphistoma
Pid = Pidocchi
Pro = Protostrongylus
S/des = Strongyloides
SBP = Strongili broncopolmonari
SGI = Strongili gastrointestinali
T = Trichostrongylus
T/is = Trichuris
Taf = Tafani
Thela = Thelazia
Ze = Zecche
Elenco generale farmaci
con dosaggi
Legenda
Bovini
Ovini
Suini
Equini
Uccelli
Conigli
Cani e Gatti
Caprini
Elenco generale farmaci
113
Baycox Bovis (Bayer)
3 ml/10 Kg p.v pari a. 15 mg/Kg p.v. di
toltrazuril singola somministrazione
Baycox Ovino (Bayer)
4 ml/10 Kg p.v. pari a 20 mg/Kg p.v. di
toltrazuril singola somministrazione
Baymec 1% sol. iniett. (Bayer)
1 ml/33 Kg p.v. pari a 300 mcg/Kg p.v. di
ivermectina (suini);
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina (bovini)
Baymec drench (Bayer)
1 ml/4 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Baymec pour-on (Bayer)
bovini
1 ml/10 Kg pari a 500 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Bayofly pour on (Bayer)
10 ml/capo
Bayticol 1% pour on (Bayer)
secondo indicazioni riportate nel foglietto illustrativo
Butox 7,5 pour on (Intervet)
zecche: 10/15 ml/capo; mosche: 10 ml
fino a 100 Kg p.v., 20 ml per 100-300 Kg
p.v., > 300 Kg p.v. 30 ml; pidocchi: 10
ml/capo (20 ml/capo > 500 Kg p.v.)
Carbesia bovini (Intervet)
bovini
1-2,5 ml/100 Kg p.v. in unica somministrazione
Chanectin pour-on (Farmaceutici
Gellini)
1 ml/10 Kg pari a 500 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Closamectin (Ascor)
1 ml/25 Kg p.v. pari a 200 mcg di ivermectina + 5 mg di closantel/Kg p.v.
Cydectin 0,1% orale ovini (Pfizer)
ovini
1 ml/5 Kg p.v.
Cydectin 0,5% bovini pour-on (Pfizer)
1 ml/10 Kg p.v. pari a 0,5 mg/Kg p.v. di
moxidectina
bovini
ovini
bovini suini
ovini
bovini
bovini ovini
bovini ovini
bovini
bovini
bovini
114
Elenco generale farmaci
Cydectin 1% iniett. bovini (Pfizer)
1 ml/50 Kg p.v.
Cydectin 1% iniett. ovini (Pfizer)
0,1 ml/5 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v.
di moxidectina (acari della rogna psoroptica: ripetere il trattamento dopo 10 giorni.
Daimeton 40 (Izo)
0,1-0,2 ml/ Kg p.v./die (suini, uccelli e
conigli, cani e gatti); 10 ml/100 Kg
p.v./die (bovini, equini)
Daimeton sale sodico (Izo)
2-4 g/100 Kg p.v. (bovini, equini); 40
mg/Kg p.v. (cani e gatti); 5-10 g/10 litri
d’acqua (uccelli e conigli)
Deccox 6 (Alpharma-B)
16,6 g/100 Kg p.v. pari a 1 mg/Kg p.v. di
decochinato per 28 giorni (ovini); 8,3
g/100 Kg p.v. pari a 0,5 mg di decochinato/Kg p.v. per 28 giorni (bovini)
Dectomax bov-ov (Pfizer)
1 ml/50 Kg p.v. pari a 10 mg/50 Kg p.v.
di doramectina (ovini: acari della rogna
psoroptica: 1 ml/33 Kg p.v.)
Dectomax pour-on (Pfizer)
1 ml/10 Kg p.v. pari a 5 mg/10 Kg p.v. di
doramectina
Detenase (Fatro)
3 ml/20 Kg p.v. pari a 3,75 mg/Kg p.v. di
praziquantel
Duotech (Ascor)
1 ml/5 Kg p.v. pari a 10 mg di closantel
+ 5 mg di oxfendazolo/Kg p.v.
Ecomectin iniett. (Intervet Italia)
0,5 ml/25 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v.
di ivermectina (ovini: acari della rogna
psoroptica ripetere il trattamento dopo 7
giorni.) (ovini); 1 ml/50 Kg pari a 200
mcg/Kg p.v. di ivermectina (bovini)
Ecomectin pour-on (Intervet Italia)
1 ml/10 Kg pari a 500 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
bovini
ovini
bovini ovini equini suini uccelli conigli cani e gatti
bovini ovini equini suini uccelli conigli cani e gatti
bovini ovini
bovini ovini
bovini
ovini
ovini
bovini ovini suini
bovini
Elenco generale farmaci
115
Elmipur (Fatro)
ovini
1 ml/5 Kg p.v. pari a 5 mg/Kg p.v. di fenbendazolo (dosaggio doppio per cestodi)
Elmizin (Izo)
20 ml/capo
Eprinex pour-on (Merial Italia)
1 ml/10 Kg p.v. pari a 500 mcg/Kg p.v. di
eprinomectina
Flukiver (Esteve)
10 ml/100 Kg p.v. pari a 5 mg/Kg p.v. di
closantel
Gardal 1,9% (Intervet Italia)
2-4 ml/10 Kg p.v. pari a 3,8-7,5 mg/Kg
p.v. di albendazolo sulfossido (trematodi
e Muellerius 4-5,5/10 Kg p.v. pari a 7,510 mg/Kg p.v.)
Gardal 10% (Intervet Italia)
1,5-3 ml/40 Kg p.v. pari a 3,8-7,5 mg/Kg
p.v. di albendazolo sulfossido (trematodi
e Muellerius 3-4/10 Kg p.v. pari a 7,5-10
mg/Kg p.v.)
Halocur (Intervet Italia)
8 ml/35-45 Kg p.v./die per 7 giorni; 12
ml/45-60 Kg p.v./die per 7 giorni; 2
ml/10 Kg p.v. per pesi inferiori o superiori
Hapadex 5% (Intervet Italia)
1,5 ml/10 Kg (distomi 4 ml/10 Kg)
Ivertin cattle (Calier Italia)
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Ivogell (Intervet Productions)
1 ml/50 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Ivomec (Merial Italia)
1 ml/33 Kg p.v. (suini); 1 ml/50 Kg pari
a 200 mcg/Kg p.v. di ivermectina (bovini)
Ivomec ovini (Merial Italia)
0,5 ml/25 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v.
di ivermectina
ovini
bovini
bovini
ovini
ovini
bovini
ovini
bovini
bovini ovini
bovini suini
ovini
116
Elenco generale farmaci
Ivomec Plus (Merial Italia)
1 ml/50 Kg p.v.
Ivomec pour-on (Merial Italia)
1 ml/10 Kg pari a 500 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Izometazina 40% (Izo)
0,5 ml/Kg p.v. (0,2 gr/Kg p.v.)/die poi
0,25 ml/Kg p.v. per 4-5 giorni
Kilan O (Ceva Vetem)
1-2 ml/ 5 Kg p.v. pari a 10-20 mg/Kg p.v.
di mebendazolo (10 ml/capo < a 35 Kg
p.v.; 20 ml per adulti gravemente infestati)
Maximec iniettabile (Ceva Vetem)
1 ml/50 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Metamerazina iniett. 40% (Ati)
2,5 ml/10 Kg p.v. (ovini); 25 ml/q.le p.v.
(bovini, equini); 3 ml/10 Kg p.v. (cani e
gatti, uccelli e conigli)
Morantel Tartrato 4% (Pfizer Italia)
bovini ovini caprini
1 ml/4Kg p.v. pari a 10 mg/Kg p.v. di
morantel
Neomansonil (Bayer)
3 ml/20 Kg p.v.
Noromectin drench (Ascor)
2,5 ml/10 Kg p.v. al dosaggio di 200
mcg/Kg p.v. di ivermectina
Noromectin iniett. (Ascor)
1 ml/33 Kg pari a 300 mcg/Kg p.v. di
ivermectina (suini); 1 ml/50 Kg pari a
200 mcg/Kg p.v. di ivermectina (bovini)
Noromectin pour-on (Ascor)
1 ml/10 Kg p.v. pari a 500 mcg/Kg p.v. di
ivermectina
Noromectin ovini (Ascor)
0,5 ml/25 Kg al dosaggio di 200 mcg/Kg
p.v. di ivermectina (acari della rogna psoroptica: ripetere il trattamento dopo 7
giorni.)
Oramec (Merial Italia)
2,5 ml/10 Kg p.v.
bovini
bovini
bovini ovini equini suini uccelli cani e gatti
ovini
bovini ovini suini
bovini ovini equini suini uccelli conigli cani e gatti
ovini
ovini
bovini suini
bovini
ovini
ovini caprini
Elenco generale farmaci
117
Oxfenil 2,265% (Virbac)
2,2 ml/10 Kg p.v. pari a 5 mg/Kg p.v. di
oxfendazolo (ovini, caprini); 20 ml/100
Kg p.v. pari a 4,5 mg/Kg p.v. di oxfendazolo (bovini)
Pamizole-L (Fatro)
1 ml/10 Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v. di
levamisole singola somministrazione
Panacur 10% (Intervet Italia)
3 ml/40 Kg p.v. (in corso di diarrea dei
puledri di 2-3 settimane di vita dovuta a
Strongyloides westeri 25 ml/50 Kg p.v.)
Panacur 2,5% (Intervet Italia)
1 ml/5 Kg p.v. pari a 5 mg/Kg p.v. di fenbendazolo (dosaggio doppio per cestodi)
Ranigel (Intervet Italia)
bovini ovini
2,5 ml/Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v. di
rafoxanide
Renegade 1,5% pour on (Fort Dodge
Animal Health)
10 ml/capo (5 ml/capo < 8 settimane di
età)
Rintal Sosp. 10% (Bayer)
bovini ovini
7,5 ml/100 Kg p.v. per bovini di 400: 30
ml, pari a 7,5 mg/Kg p.v. di febantel
(bovini); 0,5 ml/10 Kg p.v. (ovini)
Sebacil soluzione 50% (Bayer)
diluire in acqua in rapporto 1:1000
Seponver plus (Esteve)
1 ml/5 Kg p.v. pari a 10 mg/Kg p.v. di
closantel + 15 mg/Kg di mebendazolo
Sgryd lozione (Terra di Cuma)
puro o diluito in acqua secondo indicazioni
Socatil (Acme)
10-24 g (vitelli 8-12 g/die 3-5 giorni)
(bovini); 6-10 gr/die 3-4 giorni (suini);
200 mg/die per 7 giorni (gatto)
Sverminator 19 mg/ml (Fatro)
4 ml/20 Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v. di
albendazolo micronizzato (singola somministrazione (per i distomi 8-11 ml/20
Kg pari a 7,6-10,45 mg/Kg p.v.) (ovini);
bovini ovini caprini
bovini ovini caprini
bovini
ovini
bovini
ovini suini
ovini
bovini ovini caprini equini uccelli
bovini suini cani e gatti
bovini ovini
118
Elenco generale farmaci
40 ml/100 Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v.
di albendazolo micronizzato singola
somministrazione (per i distomi 53-79
ml/100 Kg pari a 10,7-15,01 mg/Kg p.v.)
(bovini)
Taktic 125 (Intervet)
20 ml/10 litri d’acqua pari a 0,025% di
sostanza attiva (in caso di acari ripetere il
trattamento dopo 7-10 giorni) (bovini);
40 ml/10 litri d’acqua pari a 0,05% di
sostanza attiva (in caso di acari e pidocchi ripetere il trattamento dopo 7-10
giorni) (suini, ovini)
Tolomec (Ati)
0,5 ml/25 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v.
di ivermectina (ovini); 1 ml/33 Kg pari a
300 mcg/Kg p.v. di ivermectina (suini); 1
ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. di ivermectina (bovini)
Tolomec os (Ati)
2,5 ml/10 Kg p.v. pari a 200 mcg/Kg p.v.
di ivermectina
Tolomec Plus (Fatro)
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg di ivermectina + 2 mg di clorsulon/Kg p.v.
Toloxan (Fatro)
25 ml/50 Kg p.v., per pesi > 300 Kg p.v.
dose max 150 ml (bovini); 5 ml/10 Kg
p.v., per pesi < 15 Kg: 5 ml, per pesi > 45
Kg p.v. dose max 25 ml (ovini, caprini)
Trimethosulfa orale (Trei)
1 ml di prodotto pari a 200 mg di sulfadiazina e 40 trimethorpim/10 Kg p.v.
(bovini, suini); 1-4 ml di prodotto pari a
200 mg di sulfadiazina + 40 mg di trimethorpim/10 Kg p.v. (uccelli e conigli)
Trisulfan 30% (Cefa Vetem)
5 ml/10 kg p.v.
Valbazen (Pfizer)
sospensione al 1,9%: 4 ml/20 Kg p.v.
singola somministrazione (per i distomi
8-11 ml/20 Kg); sospensione al 10%: 1,5
ml/40 Kg p.v. (per i distomi 3-4 ml/40
bovini ovini suini
bovini ovini suini
ovini caprini
bovini
bovini ovini caprini
bovini suini conigli uccelli
bovini ovini caprini equini suini cani
bovini ovini
Elenco generale farmaci
119
Kg) singola somministrazione (ovini);
sospensione all’1,9%: 40 ml/100 Kg p.v.
singola somministrazione (per i distomi
53-79 ml/100 Kg); sospensione all’10%:
7,5 ml/100 Kg p.v. (per i distomi 10-15
ml/100 Kg) singola somministrazione
(bovini)
Vecoxan sosp. orale (Esteve)
1 ml/2,5 Kg pari a 1 mg/Kg p.v. di diclazuril singola somministrazione
Vectimax 1% sol iniettabile (Esteve)
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina (bovini); 1,5 ml/50 Kg al
dosaggio di 300 mcg/Kg p.v. di ivermectina (suini)
Vetkelfizina (Ceva Vetem)
10-20 ml/100 Kg pari a 3-6 g/100 Kg
p.v./die (bovini, equini); 1-2 ml di soluzione pari a 0,3-0,6 gr/10 Kg p.v./die di
sulfametopirazina (suini, ovini);
Virbamec (Virbac)
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. di
ivermectina (bovini); 1 ml/33 Kg pari a
300 mcg/Kg p.v. di ivermectina (suini)
Virbamec F (Virbac)
1 ml/50 Kg pari a 200 mcg/Kg p.v. pari
200 mcg di ivermectina + 2 mg di clorsulon/Kg p.v.
Zodalben (Calier Italia)
0,2 ml/Kg p.v. pari a 5 mg/Kg p.v. di
albendazolo micronizzato (per i distomi
0,3 ml/Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v.) singola somministrazione (ovini); 0,3
ml/Kg p.v. pari a 7,5 mg/Kg p.v. albendazolo micronizzato (per i distomi 0,4
ml/Kg p.v. pari a 10 mg/Kg p.v.) singola
somministrazione (bovini)
bovini ovini
bovini ovini suini
bovini ovini equini suini
bovini suini
bovini
bovini ovini
Fly UP