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“Abbasso Verdi!”

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“Abbasso Verdi!”
ISTITUTO COMPRENSIVO n. 19
“Santa Croce” - VERONA
Tel.045 526583 Fax 045 8402228
[email protected] www.comprensivo19.it
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIUSEPPE VERDI”
“Abbasso Verdi!”
Scherzo teatrale quasi-storico di Gaetano Miglioranzi
con (in ordine alfabetico):
Francesca Botti (La serva Leonora/Camille Dulocle)
Riccardo Chiavenato (Angelo Mariani/L’egittologo Mariette)
Andrea de Manincor (Giuseppe Verdi)
Andrea Favari (Il servo Pistola/Arrigo Boito)
Sabrina Modenini (Teresa Stolz/La sarta del teatro)
Stefano Zanelli (Giuseppina Strepponi/Francesco Maria Piave/Un amico di Boito)
Costumi:
Gaetano Miglioranzi
Ambiente di scena:
Progetto Attori & Attori
Coordinamento della messinscena:
Andrea de Manincor
Duecento anni sono passati dalla nascita del Maestro tra i Maestri, quel Giuseppe Verdi di Busseto, gloria nazionale, fama imperitura,
artista eccezionale, uomo a tutto tondo, uomo di terra e prati e coltivazioni … un contadino prestato alla musica, si potrebbe dire.
Nello Scherzo teatrale scritto da Gaetano Miglioranzi il nostro Verdi è colto storicamente nel momento forse più intenso e bello della
propria vita, tra il 1869 e il 1871, anni coincidenti con la produzione e con la conoscenza del soprano boemo Teresa Stolz … forse
anche il momento più divertente in termini di possibilità di una teatralizzazione della sua eccezionale esistenza: quello cioè della
creazione dell’Aida, l’opera sua per eccellenza assieme al Nabucco; ma sono i prodromi ad essere divertenti, sono gli accenti
dell’antefatto a rendere gustosa la storia; nostalgica e quasi comica allo stesso tempo, vi si racconta dell’incontro, della conoscenza di
Verdi con la Stoltz, la soprano boema che gli fa perdere un po’ la testa, l’altro grande amore della sua vita, ma un amore passeggero e
fugace tutto sommato, rispetto all’amore per eccellenza, duraturo, incrollabile, quello di e per Giuseppina Strepponi.
Una piccola pochade in cui alcuni servitori un po’ impiccioni si intromettono perché certe cose non accadano: pieni d’affetto come
sono verso i due straordinari “padroni”.
Una piccola operina in cui si intravedono figure eccezionali che hanno avuto parte importante, fondamentale nella vita del bussetano:
Boito e Mariani in primis, ma anche il librettista suo più famoso, il veneziano Francesco Maria Piave, cui si devono le parole di
Rigoletto, per esempio, o di Traviata.
L’opera si chiude con quel salto nel futuro che rappresenterà l’ultima sciabolata straordinaria del nostro eroe: il pensiero a
Shakespeare e ad Otello … e Falstaff naturalmente.
Il tutto rappresentato con il gusto per la musica e con l’utilizzo di sagome attraverso le quali alcuni attori giocheranno a gestire e
rappresentare più ruoli in scena, in una dinamica che occhieggia la tecnica dell’ “en travésti”.
Un omaggio divertito e affettuoso verso il più importante genio musicale della storia d’Italia.
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