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La PAC - Facoltà di Economia

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La PAC - Facoltà di Economia
La politica agricola dell’UE
Marcella Mulino
(Università dell’Aquila)
1
I motivi dell’intervento in agricoltura
 Dipendenza della produzione agricola da fattori naturali
 misure di stabilizzazione dei prezzi – Grafico 1
 misure di stabilizzazione delle forniture
 Bassa elasticità della domanda dei prodotti agricoli al reddito
 scarsa dinamica della domanda (legge di Engel)
 i redditi in agricoltura non crescono come i redditi negli altri settori
(minor progresso tecnico e scarsa mobilità del lavoro)
 Casi di “fallimento del mercato” (informazione costosa o difficile
da acquisire – controllo della catena produttiva)
 intervento di garanzia degli standards
 informazioni attraverso i marchi e le etichette
 Presenza di esternalità
 esternalità negative: impatto sull’ambiente (fertilizzanti, pesticidi,
sfruttamento del terreno, residui di lavorazione)
 esternalità positive: protezione del paesaggio, tutela delle specie
2
Stabilizzazione dei prezzi





Se l’offerta di un prodotto agricolo è
soggetta a variazioni, legate a condizioni
climatiche o altro, data la domanda, le
variazioni nella produzione comportano
forti oscillazioni delle quantità disponibili
e nei prezzi
In caso di raccolto scarso, si avrà una
quantità scambiata Qs ed un prezzo Ps,
mentre in caso di raccolto abbondante si
avrà rispettivamente Qa e Pa
Se il prodotto non è deperibile, è possibile
un intervento di acquisto da parte dello
Stato, pari a Qm-Qa, in caso di raccolto
abbondante
Queste scorte di prodotto potranno poi
essere immesse sul mercato, in misura
pari a Qs-Qm, in caso di raccolto scarso
In tal modo, sia la quantità scambiata, sia
il prezzo vengono stabilizzati al loro valore
medio
Grafico 1
3
Inefficienza del settore agricolo
 Ridotta efficienza a causa di
1. impiego di tecnologie non efficienti per carenza di informazioni
2. per limitata disponibilità di capitali o difficoltà di accesso al credito
(difficile valutazione dei rendimenti agricoli)
3. ridotta dimensione aziendale che non consente di godere di
economie di scala (vincolo del fattore “terra”: mercato imperfetto)
 l’uso dei fattori è efficiente se si ottiene la stessa PM in tutti gli
impieghi
 nel tempo, la PM della terra tende a differenziarsi tra le diverse
imprese agricole (grafico 2)
 “fallimenti” nel mercato della terra, del lavoro e del credito
agrario
4
Grafico 2 – Uso non efficiente della terra




L’impiego ottimale della terra si ha quando la sua produttività marginale
(PMaT) è la stessa per tutti gli impieghi
Nella situazione del grafico 2 la PMaT è maggiore presso l’impresa A rispetto
all’impresa B
Un trasferimento della terra dall’impresa B all’impresa A, pari al segmento
CD, uguaglierebbe la PMaT nelle due imprese e farebbe aumentare il valore
complessivo della produzione, aumentando il welfare in misura pari all’area a
Infatti, l’impresa A aumenterebbe la produzione dell’area a + b , mentre
l’impresa B ridurrebbe la produzione dell’area b
5
Il Trattato di Roma
 Artt. 38-47 del Trattato
 Peso rilevante del settore agricolo nell’economia dei 6 membri
(25% dell’occupazione)
 La politica agricola comunitaria fu fortemente voluta dalla Francia
 Gli obiettivi sono:
 Aumentare la produttività con il progresso tecnico e l’ impiego
ottimale dei fattori (lavoro)
 Assicurare un adeguato livello di vita agli agricoltori (bassi redditi)
 Stabilizzare i mercati
 Assicurare le forniture agricole
 Assicurare un’offerta adeguata a prezzi ragionevoli
 Manca l’indicazione dei meccanismi e degli strumenti per ottenere
tali obiettivi
 Conferenza di Stresa (1958):
 L’aumento dei redditi perseguito con trasferimenti legati al sostegno dei prezzi,

sostegno all’industrializzazione delle campagne e alternative lavorative
Sostegno ad un ammodernamento strutturale del settore agricolo
6
 Per raggiungere gli obiettivi indicati, occorre un’organizzazione
unitaria dei mercati agricoli
 Tale organizzazione può assumere le seguenti forme:
 Regole comuni relative alla concorrenza
 Coordinamento obbligatorio delle diverse organizzazioni nazionali
 Organizzazione europea del mercato
 L’organizzazione europea del mercato può includere
“tutte le misure richieste per il raggiungimento degli obiettivi… in
particolare controlli dei prezzi, sussidi per la produzione e la
distribuzione dei diversi prodotti, stoccaggio della produzione e
accordi per la stabilizzazione di importazioni ed esportazioni”
 L’accordo fu raggiunto nel 1962
 Due “pilastri” della PAC
1. Organizzazione del mercato di singoli prodotti agricoli
2. Sostegno allo sviluppo rurale (Fondo FEOGA Sezione orientamento – nei
Fondi strutturali)
 La politica agricola è stata decisa via via
7
Principi fondamentali della CAP
1. Unità dei mercati

Liberalizzazione del commercio interno e prezzi comuni
2. Tariffa esterna comune

Abolizione delle tariffe interne accompagnata da una
maggiorazione comune sulle importazioni di prodotti agricoli dai
paesi terzi
3. Solidarietà finanziaria
Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia (FEOGA) per
finanziare gli interventi in agricoltura
 La Sezione orientamento finanzia gli interventi strutturali
 La Sezione garanzia finanzia gli interventi di mercato ed i rimborsi
alle esportazioni
 Gli interventi inizialmente indirizzati ai prodotti delle zone temperate
(grano, zucchero e latte), poi estesi ai prodotti mediterranei (olio,
ortaggi e frutta) – ingresso Grecia, Spagna, Portogallo (circa ¾ di tutti
i prodotti agricoli)
 Interventi che tengono più conto degli interessi dei produttori che di
8
quelli dei consumatori

• Nella politica agricola comunitaria, le forze di mercato hanno
avuto un peso ridotto rispetto alle decisioni politiche
• Quasi 3 anni e mezzo necessari per definire i principi-base
(1958-62)
• Altri 3 anni (1962-64) per trovare l’accordo su un livello comune
per il prezzo dei cereali (con minaccia di dimissioni della
Commissione)
• Poi quasi due anni per un accordo relativo al finanziamento
della PAC
• Poi, lunghi negoziati annuali per definire i prezzi dei singoli
prodotti agricoli (interessi nazionali) – fino al 1995
• Proposta della Commissione - Decisione del Consiglio europeo
(a porte chiuse) – il Parlamento deve essere informato, ma può
solo esprimere un’opinione
 La proposta finale in genere è il risultato di un compromesso tra gli
interessi divergenti di diversi gruppi di agricoltori dei vari paesi
(più che riflettere gli interessi della società europea)
9
 La PAC è finanziata tramite il bilancio dell’UE
 Si creano notevoli divergenze tra gli interessi dei singoli Stati
– Il benessere dei singoli Stati è influenzato in modo diverso
dall’incremento dei prezzi dei singoli prodotti agricoli
– Vi possono essere diversità anche rispetto agli interventi per lo
sviluppo di singole produzioni
– Vi sono schemi produttivi e di consumo diversi
 In generale, la PAC ha effetti redistributivi tra gli Stati membri
(si tratta di trasferimenti “invisibili” tra i vari paesi)
 Gli effetti redistributivi della PAC non si basano su criteri
oggettivi, ma sono il risultato di accordi politici (e quindi si
basano sui rapporti di forza relativi)
10
La “preferenza per i prodotti agricoli”
 I consumatori europei devono consumare prima di tutto i prodotti
europei – poi si importa
 Lo strumento principale per assicurare il rispetto di questa “preferenza”
è stato il protezionismo nei confronti dei prodotti agricoli dei paesi terzi
 La “preferenza” dei consumatori è forzata: si tratta in sostanza di
“protezione esterna dei produttori europei”
 Ampio potere del Consiglio europeo: ogni anno decide l’ampiezza della
“preferenza” da accordare ai singoli prodotti europei, e quindi il grado
di protezionismo dall’esterno
 Grande enfasi (e pressioni) sulla riunione annuale
 Anni ‘80-metà ‘90, nell’UE i prezzi agricoli sono diminuiti ma meno di
quanto siano diminuiti a livello mondiale: -3,7% contro -6,3%
 Il grado di protezione è quindi aumentato, nonostante gli eccessi di
produzione
 Non più giustificato sulla base della necessità di assicurare
approvvigionamenti “europei” ai consumatori
 Gli Accordi internazionali dell’Uruguay Round (1986-1994) hanno
limitato la politica UE di sostegno dei prezzi agricoli
11
La politica di sostegno dei prezzi
•
Il Consiglio dei ministri fissa ogni anno i prezzi “obiettivo” (inizialmente
sulla base dei costi, per assicurare redditi in linea con quelli degli altri
settori – metà anni ‘80 abbandono di questo metodo di calcolo, per
contenere l’entità del sostegno dei prezzi)
•
Vengono anche stabiliti i prezzi “di intervento”, o prezzi minimi
garantiti (Apposite agenzie su base nazionale (Italia: AIMA, poi AGEA)
intervengono acquistando i prodotti per assicurare che i prezzi non
scendano sotto questo livello)
•
•
•
•
•
Vengono anche stabiliti i prezzi “limite”, prezzi minimi applicati alle
importazioni da paesi terzi
Si applicano dazi variabili per uguagliare i prezzi dei prodotti importati
ai prezzi “limite” (dal 1995, a seguito degli accordi GATT dell’Uruguay
Round, sono stati sostituiti con una tariffa doganale concordata)
Il livello di “preferenza comunitaria” (vantaggio dei produttori
comunitari rispetto a quelli extra-comunitari) è dato dalla differenza tra il
prezzo “limite” ed il prezzo “di intervento” (v. grafico)
Il prezzo di mercato nell’UE oscilla tra questi due valori
Per le esportazioni di prodotti agricoli, si applicano rimborsi o sussidi
che colmano la differenza tra prezzi interni dell’UE e prezzi del mercato
mondiale
12
La politica di sostegno dei prezzi
 Fino al 1994:
 Fissazione annuale di prezzi limite per i principali prodotti (granaglie,
zucchero, latte, carne bovina) – sulla base di accordi politici
 Prezzi molto superiori ai prezzi del mercato mondiale
 Il gap è colmato da prelievi variabili (non in percentuale del prezzo
mondiale – totale separazione tra prezzi mondiali e prezzi europei)
 Grafico 3
Effetti
 Effetti positivi sul bilancio UE
 Effetti negativi sul welfare
 produttori: maggiore quantità prodotta a costi più elevati
 consumatori: minore quantità consumata a prezzi più elevati
 Trasformazione dell’UE da importatrice netta a esportatrice netta
 Costo del sussidio all’esportazione (Grafico 4)
 Differenze tra prelievi variabili e tariffa (Grafico 5)
13
Grafico 3 – effetti dei prelievi variabili





Nel grafico 3, l’UE è importatrice netta (Q1D - Q1S) al prezzo mondiale Pw0. La
UE è price taker sul mercato mondiale. Il prezzo interno Ps (deciso a livello
politico) è maggiore del prezzo mondiale Pw0. La differenza tra i due prezzi
rappresenta il prelievo variabile (al variare del prezzo mondiale)
La fissazione di Ps fa aumentare l’offerta interna (QS – Q1S), riduce la
domanda (Q1D - QD) e le importazioni [(QS – Q1S) + (Q1D – QD)]
Essa crea anche entrate per il bilancio comunitario pari all’area c
Vi sono perdite di welfare:
produzione interna a costi
maggiori rispetto alle importazioni
(area b) e perdita per i
consumatori (area d)
Nel caso di riduzione del prezzo
mondiale a Pw1 , il prezzo interno
non varia. Aumentano le entrate
di bilancio (area c + e) e le perdite
di welfare: area (b + A) ed area
(d + B)
14
Grafico 4 – Effetti di un sussidio all’esportazione








Nel grafico 4, l’UE è invece esportatrice netta, ma comunque il prezzo
interno Pd (deciso a livello politico) è maggiore del prezzo mondiale Pw .
La UE è price taker sul mercato mondiale.
L’eccesso di produzione interna può essere esportato solo se i produttori
ottengono lo stesso prezzo interno anche sui mercati esteri, attraverso un
sussidio
L’EU esporta la quantità (Q’s - Q’d )
Il sussidio unitario all’esportazione
è pari a (Pd – Pw); esso si applica a
tutte le unità esportate
L’ammontare dei sussidi è pari
all’area (b + c + d) – costo per il
bilancio
Il surplus dei produttori aumenta
dell’area (a + b + c)
Il surplus dei consumatori si
riduce dell’area (a + b)
La perdita netta di welfare è pari
all’area (b + d)
15
Grafico 5 – Differenza tra prelievo variabile e tariffa all’importazione





Nel grafico 5, l’UE è importatrice netta ed il prezzo interno Pdo (deciso a
livello politico) è maggiore del prezzo mondiale Pw0. La UE è price taker
sul mercato mondiale.
Con il sistema del prelievo variabile, il prezzo interno non varia, anche
se il prezzo mondiale dovesse ridursi da Pw0 a Pw1. Il prelievo variabile
copre comunque la differenza tra i due prezzi e rende i due prezzi del
tutto indipendenti
Con una tariffa all’importazione,
invece, una riduzione del prezzo
mondiale si riflette sul prezzo
interno , che a sua volta si riduce al
livello Pd1
In questo caso i prezzi interni all’UE
risultano sensibili agli andamenti
del mercato mondiale
Dal 1995, dopo gli accordi GATT del
1994, i prelievi variabili sono stati
sostituiti dalle tariffe alle
importazioni
16
Vincoli esterni alla PAC

Accordi internazionali di commercio (GATT) – soprattutto per il
sostegno ai cereali ed al latte

I sussidi alle esportazioni agricole sono ammessi solo se il paese esportatore
non copre più di una “quota giusta” del commercio mondiale di
esportazione

Dopo che l’UE è divenuta autosufficiente per i singoli prodotti, le sue
esportazioni sono aumentate più del commercio mondiale (aumento nella
quota del commercio mondiale)

Fino alla fine degli anni ‘70 , l’UE e gli USA avevano interessi
commerciali opposti (USA esportatori, UE importatrice)

Poi, UE esportatrice:

bassi prezzi mondiali fanno aumentare i sussidi

Perdite di benessere legate al sostegno di un reddito certo per gli agricoltori
17

Nuovo Round di negoziazioni, che hanno obbligato l’UE a
modificare la PAC per molte produzioni agricole

Riduzione media delle tariffe del 36%, riduzione dei sussidi alle
esportazioni, riduzioni delle esportazioni sussidiate, riduzione del
sostegno al mercato interno

Livelli di protezionismo non uniformi tra prodotti
 Reclami (e misure di ritorsione) per le restrizioni di accesso verso il
mercato europeo
 Concessione dell’accesso privilegiato
 Ai paesi che già commerciavano con i nuovi membri (Nuova Zelanda –
UK)
 Ai paesi con precedenti legami coloniali
 Ai paesi candidati (anni ‘90)
 Nel 2001, a 49 paesi poveri, con alcune restrizioni
18
Il Piano Mansholt (1968)
 Si proponeva di risolvere il problema degli eccessi di produzione e dei
bassi livelli di reddito dei produttori
 Sostegno dei prezzi finalizzato all’equilibrio di mercato
 Misure strutturali per aumentare l’efficienza delle imprese (dimensione
minima per l’uso di tecnologie moderne)
 Previsione di uscita di 5 milioni di lavoratori dal settore (4 milioni per
pensionamento ed 1 milione con occupazione alternativa)
 Previsione di riduzione della superficie agricola di 5 milioni di ettari
 Reazioni negative:
 La dimensione minima delle imprese agricole troppo elevata
 L’attacco all’agricoltura familiare
 La spinta eccessiva verso le cooperative
 Continuata la politica di sostegno dei prezzi:
 Nel 1983 il fondo FEOGA impiegava il 95% nella sezione garanzia
 Nel 1995 il fondo FEOGA impiegava il 92% nella sezione garanzia
19
 La politica di sostegno dei prezzi ha incoraggiato la produzione ed il
formarsi di surplus produttivi (grano, burro, vino, frutta)
 Tra il 1973 ed il 1988 la produzione agricola UE è aumentata in media
del 2% l’anno, mentre la domanda è aumentata solo dello 0,5% l’anno
(domanda inelastica)
 L’eccesso di produzione era accantonata (costoso e limitato nel tempo)
o venduta sul mercato mondiale grazie ai sussidi alle esportazioni
(reazioni degli altri paesi, USA in particolare – anche costoso)
 Disparità interne al settore agricolo :
 Chi produce di più guadagna di più: tra il 1970 ed il 1990 l’80% dei
fondi FEOGA è andato a sostegno del 20% delle imprese agricole di
maggiore dimensione
 Il settore lattiero-caseario (nord-Europa) rappresenta il 20% della
produzione ma riceve il 27% della spesa agricola; il settore cerealicolo
rappresenta il 13% della produzione ma riceve il 16% della spesa
 Mentre il settore vinicolo (Mediterraneo) rappresenta il 6% della
produzione ma riceve il 3% della spesa e il settore ortaggi e frutta
rappresenta il 15% della produzione ma riceve il 5% della spesa
20
Tentativi di riforma
 Corresponsabilità dei produttori
 Livello annuale di produzione fisso e costo dell’eccesso di produzione a
carico (totale o parziale) degli agricoltori
 Introdotto dal 1977 per il latte e dal 1986 per i cereali
 L’applicazione soggetta a negoziati
 Il settore lattiero-caseario ha assorbito circa il 40% del fondo Feoga
Garanzia tra il 1976 ed il 198o (stimato che per ristabilire l’equilibrio di
mercato fosse necessaria una riduzione dei prezzi del 12%)
 Sistema di quote (“quote-latte” - 1983)
Fissa la produzione ai livelli del 1981 , suddividendola tra paesi
Ogni paese distribuisce le quote tra le imprese
Se le imprese producono di più, pagano una multa del 115%
Le quote non utilizzate possono essere ri-allocate ad altri produttori
La fissazione della produzione introduce un elemento di inefficienza, anche
se attenuato dalla possibilità di trasferimento delle quote
 Questione delle quote-latte italiane





21
Le quote-latte in Italia
•
•
•
•
•
•
•
Ritardi nell’applicazione delle norme comunitarie, multe elevate, frodi,
proteste violente degli allevatori
La quota assegnata all’Italia era di 9,9 milioni di tonnellate, ma nel
1984 il Ministro dell’agricoltura ha sostenuto che la differenza tra la
quota e la produzione effettiva era di 11,4 milioni di tonnellate
Le valutazioni difformi sono proseguite per anni
Le quote non sono state divise tra i singoli produttori, ma assegnate ad
una associazione di produttori creata ad hoc (Unilat)
Unilat ha applicato le quote su base volontaria ed ha invece
incoraggiato (insieme con il ministero) una maggiore produzione,
perché l’Italia è un paese importatore di latte e il contrasto sull’entità
della quota permaneva
Il non rispetto delle quote ha portato ad una multa annuale di 300
miliardi di lire
Nel 1991 la Corte Europea di Giustizia ha autorizzato il prelievo della
multa dalle assegnazioni del FEOGA all’Italia, ma il totale delle multe
aveva raggiunto ormai 4.000 miliardi
22
•
•
•
•
•
Nel 1993, a 9 anni dall’introduzione delle quote, primo tentativo di
raccogliere i dati per fissare le quote, sulla base di una
autocertificazione dei produttori (dichiarazioni-truffa di capi di
bestiame inesistenti)
Nel 1994 raggiunto un accordo: la quota italiana è stata aumentata (ma
non retroattivamente) e il totale delle multe ridotto a 3.620 miliardi di
lire
La multa avrebbe dovuto essere pagata dai produttori, ma le proteste
dei produttori hanno spinto il governo ad assumersi l’onere del
pagamento (dalla fiscalità generale: dalle tasse di tutti)
La commissione europea ha stabilito che si tratta di aiuti di Stato e
quindi non ammessi
Il pagamento delle multe è stato rateizzato su 30 anni senza interessi,
ma un certo numero di produttori tuttora si rifiuta di pagare (sono
tuttora circa un migliaio)
23
Altri tentativi di riforma
 Libro Verde del 1985: propugna la diversificazione degli strumenti della
PAC – non solo sostegno dei prezzi
 Riforma del 1988:
 tetto alla crescita delle spese per la PAC
 introduzione degli “stabilizzatori”: quantità massima garantita per ogni prodotto,
se superata, l’anno successivo vengono ridotti i prezzi o i sussidi (poco efficace:
quantità fissate a livelli molto alti)
 incentivi per l’anticipo della pensione, per la messa a riposo volontaria degli
appezzamenti, per la riforestazione
 Riforma MacSharry (1992)
 Stimolata dai negoziati GATT e dalla prospettiva dell’allargamento dell’UE
 Riduzione dei prezzi amministrati per alcuni prodotti-chiave, compensata da
pagamenti diretti agli agricoltori
 Cereali: taglio del 29% nei prezzi in tre anni (rimane comunque la “preferenza”
europea) con compensazione per ettaro
 Carne bovina: riduzione del 15%
 Incentivi per pre-pensionamenti e protezione dell’ambiente
 I pagamenti diretti sono da preferirsi al sostegno dei prezzi dal punto di vista
dell’efficienza (Grafico 6) e sono più trasparenti
 ... ma le compensazioni hanno superato gli effetti dei tagli (peso sul bilancio UE)
24
Grafico 6 – Differenza tra sostegno dei prezzi e
pagamenti diretti ai produttori






Nel caso dei sussidi diretti ai produttori, il prezzo sul mercato dell’UE è
uguale al prezzo mondiale (più i costi di trasporto ed eventuali dazi
doganali)
Se il prezzo mondiale è inferiore a quello stabilito per il mercato interno, i
consumatori sono penalizzati dal sostegno dei prezzi (v. grafico 3)
Il sostegno ai produttori lascia il
prezzo per i consumatori al
livello mondiale (mentre il sussidio
ai produttori corrisponde a Pd)
e non varia il consumo Qd
In termini di welfare, i produttori
hanno un surplus pari all’area a,
in quanto a prezzi maggiori
possono aumentare la propria
produzione
L’onere per il bilancio UE è pari
all’area (a + b)
La perdita netta è data dall’area b
25
Agenda 2000
 Il sostegno dello sviluppo rurale diventa il “secondo pilastro” della PAC
(anche se continua ad assorbire solo il 10% della spesa)
 Principi-guida:
 Cross-compliance: gli agricoltori devono rispettare dei vincoli ambientali
per aver completo diritto ai pagamenti
 Modulazione dei pagamenti: riduzione dei pagamenti sulla base degli aiuti
ricevuti, della prosperità dell’impresa agricola e dell’occupazione
complessivamente assicurata
 Blocco della spesa PAC ai livelli 1999 con incremento del 2% annuo (per
tener conto dell’inflazione)
 Riduzione dei prezzi per cereali, carne e latte, con compensazioni agli
agricoltori
 Effetti della riduzione del sostegno dei prezzi (Grafico 7)
 Eccesso della produzione vinicola: blocco dei nuovi vigneti e permessi
di distillazione
26
Grafico 7 – Effetti della riduzione del sostegno dei prezzi







Inizialmente, il prezzo interno è Pd e l’UE è esportatrice netta della
quantità (Qs – Qd)
Se il sostegno dei prezzi si riduce, con P’d<Pd , si riducono le quantità
esportate: ora (Q’s – Q’d)
Si riduce anche il costo per il bilancio dell’UE dei sussidi alle
esportazioni
Guadagno per il bilancio UE:
area (b + c + e + d + h + g)
Aumenta il surplus dei
consumatori: area (a + b)
Si riduce il surplus dei
produttori: area (a + b + c + e)
Guadagno netto di welfare:
area (b + d + h + g)
27
La riforma della PAC del 2003
• Adottata prima dell’allargamento (a decidere 15 Stati invece che 25)
• Introduzione di un pagamento unico per impresa agricola, indipendente
dalla produzione, dal 2005 (dal 2007, su richiesta)
 Basato su quanto ricevuto nel periodo 2000-02 e condizionato al rispetto
ambientale, alla qualità delle coltivazioni e dell’allevamento
• Riduzione dei pagamenti complessivi agli agricoltori: -3% nel 2005, -4%
nel 2006 e -5% dal 2007
• Tende a lasciare più spazio alle forze di mercato, anche se viene
mantenuto il sostegno dei prezzi per diversi prodotti – sostegno ridotto
• In effetti, mentre le misure di sostegno dei mercati assorbivano il 92%
della spesa per la CAP nel 1991, esse assorbivano solo il 7% delle risorse
CAP nel 2009
• Aumenta la flessibilità nell’applicazione da parte degli Stati membri, per
adattarsi alle condizioni nazionali e locali
• Possibilità di “regionalizzazione” dei pagamenti diretti, per omogeneità di
trattamento (indipendentemente dalla situazione del periodo di
riferimento)
• Possibilità di ridurre gli aiuti diretti del 10% max, per utilizzi a fini
ambientali o di miglioramento qualitativo della produzione
28
•
•
•
•
Dà più peso al “secondo pilastro”, con un aumento del co-finanziamento
UE delle spese per lo sviluppo rurale (fino all’85% nelle regioni Obiettivo
1 e fino al 60% nelle altre)
Definisce la spesa PAC per il periodo 2007-2013: il budget non può
essere superato
Un eccesso di spesa si traduce automaticamente in una riduzione degli
aiuti diretti
Vi è una distribuzione non equa degli aiuti, a vantaggio delle imprese
agricole più grandi:
– Le imprese con più di 500 ettari rappresentano lo 0,02% delle imprese, ma
ricevono il 2,9% degli aiuti
– Le imprese fino a 1,25 ettari rappresentano il 62,7% delle imprese, ma
ricevono solo il 4,9% degli aiuti
– La maggiore concentrazione degli aiuti è a favore delle imprese di dimensione
tra 20 e 50 ettari (il 4,15% delle imprese, ricevono il 27,1% degli aiuti)
•
•
La riforma ha permesso di sbloccare i negoziati WTO sul commercio dei
prodotti agricoli
(prima: il sostegno finanziario agli agricoltori era legato alla produzione,
con un incentivo all’eccesso produttivo che poi era venduto sul mercato
internazionale grazie ai sussidi alle esportazioni)
29
Spesa della CAP per destinazione, 2005
30
•
•
•
•
•
La riforma 2003 ha introdotto un nuovo sistema di pagamenti diretti,
chiamato “schema di pagamento unico”, secondo il quale l’aiuto non è
collegato alla produzione (decoupling)
La maggior parte dei sostegni è stata trasferita al nuovo sistema dei
pagamenti diretti nel corso del 2005 e 2006
Lo schema di pagamento unico è il sistema più importante
Il suo scopo principale è garantire agli agricoltori redditi più stabili. Gli
agricoltori possono decidere cosa e quanto produrre sapendo che
riceveranno lo stesso ammontare di sostegno: la produzione si adatta
meglio alla domanda
La determinazione del sostegno avviene sulla base di tre modelli
– modello storico, in base al sostegno ottenuto in un dato periodo di riferimento
– modello regionale, sulla base del sostegno ricevuto dagli agricoltori in una regione
nel periodo di riferimento
– Modello ibrido, un mix dei due approcci precedenti
•
•
•
Per ricevere il sostegno, gli agricoltori devono soddisfare certi standard riferiti
alla tutela della salute degli animali e alla tutela dell’ambiente
Se gli standard non sono soddisfatti, pagamenti ridotti o anche eliminati
Dal 2012 tutti gli aiuti saranno separati dalla produzione
31
Aiuti agli agricoltori, 1993 - 2010
32
Fattori che hanno influenzato la riforma
1. Il bilancio comunitario
 Tetto alla crescita delle spese per la PAC (inoltre, gli stanziamenti allocati a
25 Stati membri – poi 27 - e non più 15)
 Maggiore finanziamento da parte degli Stati membri (il “secondo pilastro” è
co-finanziato)
2. Il processo di allargamento
 Eccessivo costo del sistema non riformato se esteso ai nuovi membri
 Comunque: rinvio della piena applicazione dei pagamenti diretti ai nuovi
Stati membri al 2013
3. Gli accordi commerciali internazionali
 Il sistema dei pagamenti diretti riduce l’entità dei sussidi alle esportazioni
(separa il sostegno dalla produzione ed evita troppi eccessi produttivi)
4. Il sostegno dell’opinione pubblica alle politiche ambientali e di tutela
della qualità dei prodotti
 Elementi di condizionalità in questo senso
33
La PAC e l’allargamento della UE
•
•
•
•
L’agricoltura ha un peso rilevante in molti dei nuovi Stati membri
Con l’allargamento del 2004, gli occupati in agricoltura sono
aumentati da 7 a 11 milioni, con la quota degli occupati agricoli sul
totale aumentata dal 4 al 5,5%
Con l’allargamento del 2007, questa quota è salita ancora al 7,5%
Dibattito pre-ingresso sull’estensione dei pagamenti diretti agli
agricoltori dei NSM
– Poiché i pagamenti diretti erano stati introdotti come compensazione
della riduzione del sostegno dei prezzi, la Commissione ha argomentato
che gli agricoltori dei NSM non avevano subito tagli nei prezzi e non
dovevano ricevere pagamenti diretti
– In quei paesi, i prezzi di molti prodotti agricoli erano inferiori a quelli
UE e quindi gli agricoltori dei NSM beneficiavano già dell’aumento dei
prezzi e non necessitavano di compensazioni
– Ma: rapida crescita dei prezzi nei NSM
– Critiche al trattamento differenziale tra i “ricchi” agricoltori dell’UE-15
ed i “poveri” agricoltori dei NSM
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Marzo 2002: la Commissione conferma l’opposizione all’estensione
immediata e completa dei pagamenti diretti ai NSM
– Anche senza pagamenti diretti gli agricoltori dei NSM otterrebbero un
aumento del 30% del proprio reddito a seguito delle politiche di
sostegno dei mercati
– La piena applicazione dei pagamenti diretti porterebbe ad un aumento
medio dell’89% del reddito
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Dicembre 2002: decisione di una introduzione graduale dei pagamenti
diretti in 10 anni: 25% nel 2004, 30% nel 2005, 35% nel 2006, fino a
raggiungere il 100% nel 2013
I pagamenti diretti UE possono essere integrati da pagamenti diretti da
parte dei singoli Stati, entro certi limiti
Difficoltà nella definizione delle quote latte e zucchero per i NSM
Decisione di definire le quote sulla base “dei periodi più recenti per i
quali esistono dati”
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Opzioni per la riforma futura
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18 novembre 2010: la Commissione ha pubblicato una comunicazione su
"the Common Agricultural Policy (CAP) towards 2020 – Meeting the food,
natural resources and territorial challenges of the future".
La Comunicazione vede tre principali obiettivi per la CAP:
– Produzione alimentare adeguata e garanzia della sicurezza alimentare
– Uso sostenibile delle risorse naturali e tutela ambientale (tener conto degli
obiettivi ambientali posti agli agricoltori (maggiori costi))
– Mantenimento dell’equilibrio territoriale e tutela della diversità delle aree
rurali
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La Comunicazione presenta tre diverse opzioni per lo sviluppo futuro della
CAP
In tutte le opzioni, la Commissione prevede il mantenimento dei due
pilastri
– pilastro 1, sistema dei pagamenti diretti e delle misure di sostegno dei mercati,
ma abbandono del metodo storico a favore di criteri più oggettivi
– pilastro 2, misure di sviluppo rurale
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