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presentazioneFINITA
I miti (dal termine greco mythos, che significa
“parola” “discorso”) sono una particolare forma di
narrazione fantastica, che si prefigge di dare una
spiegazione a diversi aspetti della realtà.
Fin dalle epoche più remote, l’uomo cercò di
trovare risposta a tutti i grandi interrogativi che gli
venivano posti, dal fatto stesso di vivere e di
osservare quanto lo circondava. Qual è l’origine
dell’universo? Chi ha creato l’uomo? Perché il
giorno finisce e viene il buio? Perché cambiano le
stagioni? Chi ha insegnato all’uomo l’uso del
fuoco?
RELAZIONI TRA LE
COSE SEMPLICI E
QUELLE SCONOSCIUTE.
Il mito crea relazioni tra le
cose semplici e note e quelle
difficili e sconosciute.Il fuoco
ha qualcosa in comune col
sole ; l’oro, che non
arrugginisce mai e non
invecchia, simboleggia
l’immortalità ; poiché l’uovo dà
origine alla vita, il mondo fu
creato da un uovo, e così via.
VARI TIPI DI MITO.
Nei miti si parla dell’origine del mondo e della creazione,
cioè si spiega quando, come, perché una cosa o l’intero
universo ha cominciato ad esistere; oppure vengono
spiegate le ragioni di qualche legge naturale, come
l’avvicendarsi delle stagioni; in altri casi si racconta di un
particolare avvenimento che avrebbe fatto perdere
all’uomo la felicità e l’immortalità.
TEMPI E PERSONAGGI.
Il tempo in cui si sarebbero
verificati i fatti narrati nei miti
è sempre imprecisato, anche
se comunque lontano e
legato, il più delle volte, alle
origini dell’universo o
dell’umanità. I protagonisti
sono in genere
divinità,personificazioni delle
forze della natura, creature
fantastiche, ma,talvolta anche
uomini, sia pure con le
caratteristiche eccezionali che
solo gli eroi possiedono.
RELIGIOSITA’ DEI MITI
Legato al soprannaturale, il
mito era considerato sacro, e
tramandato di generazione in
generazione attraverso
racconti, canti, danze e scene
animate.
Le caratteristiche della narrazione
mitologica
-Struttura del mito
Tempi: indeterminati,ma sempre molto lontani,spesso legati
all’origine del mondo o della specie umana(“In principio”,”C’era una
volta…”,”Un tempo…”).
Luoghi:sono in genere immaginari; a volte sono reali,ma immersi in
un’atmosfera fantastica(“un isolotto deserto emerso come per caso
dall’oceano…”,”il mondo sotterraneo, fatto di roccia,senza
alberi,con radi rigagnoli…”).
Personaggi:esseri soprannaturali(dèi,spiriti...);oppure creature
fantastiche(mostri,giganti,animali parlanti e con poteri
eccezionali);oppure uomini ed eroi.
INTERPRETAZIONE DEL MITO.
-Avvenimenti:creazioni dell’universo o dell’uomo;creazione di
una componente importante della realtà(gli astri,il
fuoco...);spiegazione di un fenomeno naturale o di una
condizione dell’uomo o di altri esseri viventi(il perché della
pioggia,della morte,del colore degli uccelli);narrazione o
spiegazione di un evento eccezionale(il diluvio).
-Collocazione storico-geografica
Dalla lettura di un mito si possono ricavare informazioni sul
popolo che lo ha creato: sull’ambiente (ostile, favorevole, ricco
di fiumi, soggetto a terremoti…) sulla società (nomade,
agricola, pastorale, organizzata…).
Per comprendere il significato del mito, è necessario
riconoscere i valori simbolici di certi personaggi e di
determinare azioni (l’ariete simboleggia la purezza ,
Il serpente l’ambiente ostile, il soffio della divinità e simbolo
della vita e della creazione, il diluvio è manifestazione di una
volontà divina con i viventi...).
Le fiabe sono racconti di
fantasia di origine molto
antica, tramandati a voce
dalla tradizione popolare
attraverso i secoli e divenuti
oggetto di trascrizione solo in
epoche a noi più vicine. Sono
racconti pieni di mistero e di
incanto, ricchi delle più
straordinarie avventure, nei
quali sopravvivono credenze
primitive legate alla magia. In
essi la natura si anima ancora
di presenze magiche che non
esitano a rivelarsi agli uomini:
sono fate, gnomi, folletti che
popolano le foreste.
I PERSONAGGI DELLE FIABE.
L’incredibile ricchezza di episodi,fa sì
che le fiabe si assomigliano un po’
tutte, perché basate in realtà su schemi
fissi, che si ripropongono, sia pure con
illimitate varianti come tematica: LA
LOTTA TRA IL BENE E IL MALE.
I personaggi si ripartiscono perciò in
buoni e cattivi, in modo netto, che non
consente sfumature.
LE PROVE.
I buoni dovranno affrontare PROVE in
apparenza insormontabili, ma poi, con
l’aiuto delle proprie virtù e l’intervento dei
MEZZI MAGICI, riusciranno nel loro
intento, consentendo al racconto di
chiudersi nel modo più felice, con un lieto
fine che afferra il trionfo del bene e che
soddisfa, almeno nella fantasia, il desiderio
di un mondo più giusto.
L’IMPORTANZA DELLE FIABE.
L’importanza della fiaba nella vita mentale del bambino fu sottolineata già da
Freud nel suo scritto “Materiale fiabesco nei sogni”(1913).
Il racconto fiabesco sembra, quindi, manifestarsi con modalità espressive
primordialmente ed universalmente conosciute.
È infatti Bruno Bettelheim ad illustrarci, con lucida ed elegante analisi, come
sia lo stesso linguaggio magico ed animistico delle fiabe a coinvolgere ed
interessare il bambino.
Proprio in virtù della loro comprensibilità per il bambino, osserva Bettelheim, le
fiabe offrono un grande spazio fantastico nel quale egli può elaborare i temi
dei suoi primi anni di vita.
Paure, desideri, invidie, sentimenti proiettati tra i personaggi e le situazioni
fiabesche, vengono innocuamente vissuti nella fantasia, facendo familiarizzare
Il fanciullo con il proprio mondo interno.
È importante notare come, per Bettelheim, le fiabe assolvano anche il grande
compito di mettere un po’ di ordine nel caos di sentimenti indifferenziati che il
bambino vive.
LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA
La struttura
-il tempo è indeterminato
-il luogo è anch’ esso indeterminato: talvolta corrisponde ad ambienti
che possiamo trovare nella realtà ( un castello, un bosco, monti e valli
… ), spesso è invece immaginario, frutto della fantasia.
Gli ambienti,in ogni caso non sono mai descritti con ricchezza di particolari.
-i personaggi hanno parecchi ruoli fissi e molte figure ricorrenti.Solitamente i
caratteri sono netti ,ben definiti e in contrasto tra loro (il buono ed il cattivo…)
Il linguaggio
-espressioni di tipo comune quotidiano
-dialoghi frequenti ,vivaci, rapidi e ricchi di sorprese
-nomi particolari attribuiti ai diversi personaggi
-formule fisse sia all’inizio che alla conclusione della fiaba
-brevi filastrocche
-uso di voci verbali al modo indicativo, nel tempo presente.
LE FUNZIONI DI PROPP.
Il testo di una fiaba si può osservare da differenti punti di vista e analizzare con
metodi diversi.
Il sovietico Vladimir Propp, studiando cento fiabe popolari russe raccolte da
Afanasjev, scoprì, sotto la ricca varietà dei testi, un numero finito di elementi
costanti; propose quindi un metodo di analisi,fondato sulla ricerca di queste
unità semplici che formano lo schema narrativo del testo.
Il metodo è interessante perché,mette in luce meccanismi di funzionamento
della fiaba; meccanismi che si possono utilizzare anche per produrre nuove
storie.
Nel suo libro “Morfologia della fiaba”, Propp definisce il campo della sua
indagine: egli studia, di tutte le narrazioni popolari ,quella particolare
categoria che si può chiamare delle <fiabe di magia>.
La fiaba,osserva Propp,è un movimento,uno sviluppo narrativo,in cui si passa
da situazioni narrative (allontanamento, divieto, danneggiamento,
mancanza, ostacolo) a funzioni che rovesciano o superano quella iniziale.
I movimenti possono essere più di uno ma la conclusione in genere è positiva.
Il processo narrativo avviene attraverso la successione delle azioni che i
personaggi compiono.
I personaggi sono diversi per nome e per attributi; diverse sono le situazioni
specifiche, gli ambienti e le motivazioni per cui essi agiscono; ma le loro
azioni svolgono delle funzioni costanti e limitate.
LE 31 FUNZIONI DI PROPP.
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Propp individua complessivamente 31 funzioni.
Esse non sono tutte presenti in ogni fiaba; tuttavia l’ordine di successione,
tranne poche eccezioni, è sempre lo stesso.
La serie delle funzioni costituisce lo schema narrativo della fiaba. Spesso
succede che un gruppo di funzioni sia ripetuto nella fiaba: generalmente si
tratta di un raddoppiamento o di una triplicazione.
Le funzioni ricadono su pochi personaggi:
- ANTAGONISTA, che danneggia l’eroe
-DONATORE, che consegna il mezzo magico
-AIUTANTE, che aiuta o salva l’eroe
-PERSONA RICERCATA, persona ricercata per esempio la principessa
-MANDANTE, che ricopre la sfera d’azione dell’invio dell’eroe
-EROE, che combatte contro l’antagonista; può essere eroe o vittima o eroe
cercatore se parte dalla ricerca.
-FALSO EROE, che avanza pretese infondate nei riguardi della persona
ricercata.
La FIABA ed il MITO hanno strutture comuni per i seguenti motivi:
•perché la fiaba, e per alcuni anche il mito, sono racconti
conosciuti dai ragazzi fin dalla prima infanzia;
•perché comuni a tutti i popoli;
•perché possono essere usati per l ’insegnamento delle norme
sociali;
•perché ci permettono di capovolgere l ’ eurocentrismo e
analizzare il concetto di identità culturale, di integrazione e di
convivenza.
DIMENSIONE STORICA DI FIABA E
MITO.
Propp sostiene che molte delle fiabe popolari
giunte fino a noi sono nate in epoca
preistorica,nel momento di trapasso dalla
società dei clan,fondata sulla caccia,alle prime
comunità basate sull’agricoltura.Caratteristici
delle primitive tribù di cacciatori erano i riti di
iniziazione,a cui veniva sottoposto ogni
ragazzo al sopraggiungere della pubertà,e per
i quali egli diventava membro effettivo del
gruppo e acquistava il diritto di contrarre
matrimonio.
L’INIZIAZIONE.
L’iniziazione veniva sempre celebrata nel folto della foresta o
dalla boscaglia, ed era circondata dal più profondo mistero;
talvolta si costruivano per questo scopo apposite case o
capanne.
Il periodo dell’iniziazione era un tirocinio più o meno lungo e
severo. Finito il tempo delle celebrazioni, i giovani tornavano alla
comunità, con un nome nuovo ed una nuova personalità
sociale:da quel momento venivano considerati veri uomini,
cacciatori, capaci di garantire la sopravvivenza di sé e la
continuità del gruppo.
Quando la rivoluzione neolitica rese possibili modi diversi di
organizzazione economica, i riti di iniziazione persero la loro
funzione sociale e caddero in disuso.
Rimase però il ricordo, legato alle rappresentazioni della morte; i
racconti segreti dei rituali cominciarono ad essere mandati senza
più alcun rapporto con le istituzioni in cui prima erano inseriti.
Nacquero così i miti e le fiabe, che sono interconnessi e spesso
presentano motivi comuni.
MOTIVI FIABISTICI E ANTICHI RITUALI.
I miti però, a differenza delle fiabe, si sviluppano nell’aria del sacro e
hanno quasi sempre un finale tragico:i loro eroi inoltre sono esseri unici
e sovrumani, mentre i protagonisti delle fiabe rimangono personaggi
umani alquanto tipici, pur nella straordinarietà delle loro
azioni.Studiando le connessioni tra riti, miti e fiabe si giunge a
dimostrare che i motivi fiabistici più noti hanno un preciso riscontro negli
antichi rituali.L’intreccio primitivo della fiaba, in seguito, assorbì altre
particolarità o complicazioni, derivate dalle nuove realtà sociali che si
venivano formando.Attraverso tutte le epoche della storia, le fiabe
continuarono e continuarono la loro evoluzione. Ogni ascoltatore , a sua
volta , è un potenziale futuro esecutore, che, nell’imitazione del già
sentito, introdurrà altri mutamenti .Le fiabe per secoli e millenni sono
vissute nella tradizione orale, che permette al vecchio di plasmarsi
continuamente nel nuovo. I mutamenti venivano introdotti dal narratore
per adattare il materiale alle nuove situazioni. Le fiabe, quindi, oltre che
piacevoli narrazioni, sono documenti di cultura popolare e come tali si
possono osservare per scoprirvi il riflesso di situazioni del passato, modi
di esistenza, usanze della vita quotidiana.
MITO E FIABA:
DIRITTI UMANI
Comuni a tutti i popoli
Diritti naturali
Insegnamento norme sociali
Diritti riconosciuti
Rovesciamento dell’eurocentrismo
Dovere di solidarietà
LINGUA:
FLUSSI MIGRATORI:
Colonizzazione linguistica
Civiltà dell’oralità
Comprendere le motivazioni del
fenomeno
Binomi:Bianco-nero
Valutare serenamente il fenomeno
Nazione-tribù
Riconoscere la positività della
differenza(culturale).
Lingua-dialetto
ILLUSTRAZIONE DELLA FIABA.
Fasi del lavoro.
• Leggere una fiaba; analizzare il testo, dividerlo in sequenze.
• Scegliere alcune sequenze da illustrare: le più significative e interessanti o
quelle che suggeriscono più immediatamente un’immagine visiva. Di
ognuna individuare i personaggi, le azioni, l’ambiente.
• Progettare i personaggi, dando loro un’immagine che sia espressiva degli
attributi; studiare per ciascun personaggio un abito adatto, che serva a
connotarlo nella sua funzione.
• Individuare le scene da rappresentare; decidere il formato, il punto di
vista, lo sfondo, i gesti dei personaggi, le espressioni del viso.
• Decidere le dimensioni dei fogli e il mezzo tecnico da usare.
• Le illustrazioni possono essere completate da didascalie…
SONORIZZAZIONE DELLA FIABA.
Fasi del lavoro
• Scegliere una fiaba non troppo lunga, preferibilmente ricca di dialoghi; leggere
il testo, analizzarlo, dividerlo in sequenze.
• Preparare la recitazione a più voci del testo.
• Registrare su una cassetta il testo recitato. Misurare il tempo di recitazione di
ogni sequenza.
• Sequenza per sequenza, evidenziare i suoni e i rumori suggeriti dal racconto
l’atmosfera delle scene, gli stati d’ animo.
• Decidere il tipo di musica e quali suoni e rumori introdurre in ogni sequenza;
con quali mezzi vocali o strumenti produrli.
• Registrare le musiche, i suoni e i rumori su una seconda cassetta, rispettando il
tempo di recitazione di ogni sequenza.
• sovrapporre il sonoro al parlato e registrare, il tutto.
DRAMMATIZZAZIONE DELLA FIABA.
Fasi del lavoro
-Scegliere una fiaba non troppo lunga, ricca di dialoghi e di personaggi (anche
corali). Fare una lettura complessiva a più voci del testo.
-Trasformare la fiaba in testo teatrale, eliminando le parti narrative e ampliando i
dialoghi.
-Dividere il testo teatrale in scene.
-Analizzare i personaggi; provare ad immaginare come si muovono, come
camminano, come parlano. Assegnare ad ogni ragazzo la parte di un
personaggio.
-Scena per scena provare la rappresentazione;quando la rappresentazione di
una scena risulta soddisfacente, curare i personaggi da una scena all’altra.
-Individuare le musiche, i suoni, i rumori da inserire nella rappresentazione.
-Preparare il materiale scenografico essenziale e i costumi.
-Rappresentare lo spettacolo.
TRAMA A RICALCO.
Leggere una fiaba, elencarne i personaggi e gli ambienti, analizzarla,
ricavarne le funzioni, rappresentarne lo schema narrativo.
Scegliere una nuova situazione iniziale, personaggi e ambienti
diversi, poi, seguendo lo schema della fiaba, inventare una nuova
trama.
DATO UNO SCHEMA INVENTARE UNA FIABA.
Sia dato ad esempio uno schema narrativo come questo:
-Situazione iniziale.
-Antagonista arreca danno ad uno dei membri della famiglia.
-La sciagura o mancanza è resa nota; ci si rivolge all’eroe.
-L’eroe acconsente.
-L’eroe è messo alla prova.
-L’eroe reagisce.
-Ecco il mezzo magico in aiuto dell’eroe.
-L’eroe e l’antagonista ingannano direttamente la lotta.
-L’antagonista è vinto .
-Viene rimossa la sciagura o la mancanza.
-L’eroe ritorna.
-L’eroe si sposa e sale al trono ...
In principio la terra era un arido squallido deserto, ove dimorava un drago di
nome Nenaunir. Iddio scese dal cielo, combatté contro il drago e lo vinse. Il
liquido che fluì dal cadavere, cioè l’acqua, fecondò la petraia selvaggia. Là dove
Iddio aveva ucciso il mostro e dal suo cadavere era sgorgato il sangue,sorse il
Paradiso, un giardino ricco di vegetazione lussureggiante.
Ormai la terra era sicura. Allora Iddio per virtù della sua parola creò il sole, la
luna, le stelle, le piante e gli animali, e finalmente fece la prima coppia umana.
L’uomo, Maitumbè, fu da lui mandato giù dal cielo, mentre la donna, Naiterogòb,
emerse per ordine di Dio dal seno della terra.
L’uomo e la donna si incontrarono nel paradiso, dove gli alberi erano carichi dei
frutti deliziosi (la Iddio aveva condotto Maitumbè). Iddio disse alla copia: << Voi
mangerete di tutti questi frutti; essi saranno il vostro nutrimento. Soltanto di un
albero,quello là – e l’indicò con la mano- non mangerete i frutti.Questo è il mio
comandamento>>.
I due annuirono, e vissero poi da pastori tranquillamente senza pensieri.
Al mattino con un toro, tre vacche e un paio di capre se ne andavano al pascolo,
si cibavano durante il giorno di frutta, e la sera si coricavano sul muschio e le
fronde, non avendo una capanna, e nemmeno dei vestiti.
1
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era in forme e deserta e le tenebre
ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse:<<Sia la luce!>>. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e
separò la luce dalle tenebre e chiamo la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e
fu mattina: primo giorno.
Dio disse:<<Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle
acque>>. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento.
E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattino: secondo
giorno.
Dio disse:<<Le acque che sono sotto il cielo si raccolga in un solo luogo e appaia
l’asciutto>>. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque
mare. E Dio vide che era così buona. E Dio disse:<<La terra produca germogli,
erbe che producono seme e alberi da frutto; che facciano sulla terra frutto con il
seme, ciascuno secondo la sua specie>>. E così avvenne:terzo giorno.
Dio disse:<<Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla
notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci
2
nel firmamento del cielo per illuminare la terra>>. E così avvenne: Dio fece le due
luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la
notte e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per
regolare giorno e la notte per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era
cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse:<<Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra,
davanti al firmamento del cielo>>. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri
viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli
uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse:
<< siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari;gli uccelli si
moltiplichino sulla terra>>.Fu sera e fu mattina :quinto giorno.
Dio disse:<<La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie>>.
E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame
secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide
che era cosa buona. E Dio disse:<<Facciamo l’uomo a nostra immagine, e nostra
somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su
tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra>>.
3
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
<<Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
Soggiogatela e dominate
Sui pesci del mare
E sugli uccelli del cielo
E su ogni essere vivente,
Che striscia sulla terra>>.
4
• E Dio disse .<<Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è
su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme e
che è su tutta la terra e ogni albero in cui è frutto che produce seme:
saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli
del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito
di vita, io do in cibo ogni erba verde>>. E così avvenne. Dio vide
quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu
mattina: sesto giorno.
• Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro
schiere. Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che
aveva fatto e cessò, nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio
benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva
cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le
origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
1
Vide pertanto il Signore che la malvagità degli uomini sulla terra era grande e
che le aspirazioni dei pensieri del loro cuore erano volte di continuo al male, e il
Signore si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, se ne dolse nel suo cuore e
disse:”Sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato, dall’uomo fino
agli animali domestici, fino ai rettili e fino agli uccelli del cielo, perché sono
pentito di averli fatti “. Ma Noè trovò grazia all’occhio del signore.
Questa è la storia di Noè.
Noè fu uomo giusto e intemerato fra i suoi contemporanei; Noè inoltre camminò
con Dio. E Noè generò tre figli: Sem,Cam e Lafet.
Ora, la terra era corrotta davanti a Dio, anzi la terra era ripiena di ogni violenza.
Dio vide dunque la terra ed ecco che era corrotta; infatti ogni carne aveva
depravato la sua condotta sulla terra. Perciò disse a Noè: “La fine di ogni carne
giunga davanti a me, perché la terra, per cagion loro è piena di violenza; deh
ecco, io li sterminerò insieme alla terra. Fatti un’ arca di legname resinoso; falla
a piccole celle e spalmala di bitume di dentro e di fuori. Ed ecco come la devi
fare: la lunghezza dell’ arca sarà di 300 cubiti. Darai luce all’ arca su in alto ad
un cubito dal tetto e da un suo lato metterai la porta dell’ arca; farai poi i piani,
2
uno in basso, un secondo ed un terzo.
Ed ecco, io manderò sulla terra il diluvio delle acque, per distruggere ogni carne
che ha alito vitale sotto il cielo; tutto ciò che è sulla terra perirà. Ma con te farò
un patto: entrerai pertanto nell’ arca, tu e i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi
figli con te. In oltre, di ogni vivente, di tutto ciò che è carne, ne farai entrare
nell’arca una coppia di ogni specie per conservarli in vita con te: saranno
maschio e femmina. Degli uccelli secondo la loro specie,degli animali domestici
secondo la loro specie, di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, una
coppia di tutti verranno da te, per essere conservati in vita. Tu poi prenditi ogni
sorta di cibo che si mangia e portalo con te: servirà e te e a loro di nutrimento”. E
Noè eseguì tutto quello che Dio gli aveva comandato. Così fece.
Quindi il Signore disse a Noè: “Entra nell’ arca tu e tutta la famiglia, perché ti ho
visto giusto davanti a me, in mezzo a questa generazione. Di tutti gli animali
domestici puri ne prenderai sette paia, un maschio e la sua femmina; invece ,
degli animali domestici che non sono puri, un paio, un maschio e la sua femmina
, per conservare in vita la razza sulla faccia di tutta la terra. Infatti, fra sette giorni
io farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti e sterminerò dalla
faccia della terra tutti gli esseri che ho fatto “. Noè eseguì tutto ciò che il Signore
gli aveva comandato ora Noè aveva seicento anni quando venne sulla terra il
diluvio delle acque. Noè dunque insieme ai suoi figli e a sua moglie e alle mogli
dei suoi figli entrò nell’arca prima delle acque del diluvio. Degli animali domestici
puri e degli animali domestici che non sono puri, degli uccelli e di tutto quello che
striscia sulla terra.
3
Terra, una coppia entrò nell’arca con Noè, un maschio ed una femmina, come
Dio aveva comandato a Noè. E avvenne che in capo a sette giorni le acque del
diluvio inondarono la terra. Nell’ anno seicentesimo della vita di Noè, il 17 del
secondo mese, in quel giorno si ruppero tutte le fonti del grande abisso e si
aprirono le cateratte del cielo e la pioggia cadde sulla terra per 40 giorni e 40
notti. In quel quel giorno appunto Noè e i suoi figli, Sam, Cam, e Iafet, la moglie
di Noè, e le tre mogli dei suoi figli entrarono nell’ arca, loro e tutti gli animali
selvatici secondo la loro specie, tutti gli animali domestici secondo la loro
specie, ogni rettile che striscia sulla terra secondo la loro specie e tutti gli
uccelli secondo la loro specie.
Vennero dunque a Noe nell’ arca due a due di ogni carne in cui è il soffio di
vita: è quelli che vennero maschi e femmina di ogni carne, come Dio gli
aveva comandato. Il Signore poi chiuse l’arca dietro di lui. E per quaranta
giorni sulla terra ci fu il diluvio e le acque aumentarono e sollevarono l’arca,
la quale si alzò al di sopra della terra. Le acque dunque si rinforzarono e
aumentarono grandemente sulla terra e l’arca galleggiava sulla superficie
delle acque. Le acque infatti si rinforzarono oltremodo sopra la terra e
ricoprirono tutti i più alti monti che sono sotto il cielo. Le acque si
innalzarono quindici cubiti, perciò ricoprirono i monti. Allora perì ogni carne
che si muove sulla terra .
4
Quella degli uccelli, degli animali domestici, degli animali selvatici e di tutti i rettili
che strisciano sopra la terra e ogni uomo. Tutto quanto ha alito vitale nelle proprie
narici fra tutto ciò che è sulla terra asciutta morì. Fu così sterminato sulla faccia
della terra, dall’uomo agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; tutto fu
dunque sterminato sulla terra; rimase solo Noè e coloro che erano con lui
sull’arca. E le acque rimasero alte sopra la terra per centocinquanta giorni.
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-Miti, Saghe e leggende, Mondadori, Mi, 1962
-R. Darthes, Miti d’oggi, Einaudi, 1974.
S. S. PROKOFIEV, Pierino e il lupo
F. HAYDN, Sinfonia dei giocattoli
G. ROSSINI-O. RESPINGHI, La bottega fantastica
N. RIMSKIJ KORSAKOV, Sherazade
P. CAJKOVSKIJ, Il lago dei cigni
La bella addormentata nel bosco
Lo schiaccianoci
C. SAINT-SAENS, Il carnevale degli animali0
P. DUKAS, L’ apprendista stregone
L. DELIBES, Coppelia
A. ADAMS,Giselle
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