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Presentazione - Istituto Comprensivo Mazzini Castelfidardo

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Presentazione - Istituto Comprensivo Mazzini Castelfidardo
Presentazione del progetto
La scuola educa alla legalità attraverso il suo essere scuola, è la prima istituzione in cui ci si
confronta con gli altri, bisogna rispettare alcune regole e avere precise condotte.
La legalità è quindi presente da sempre a livello di apprendimento informale nell’intero arco del
tempo scolastico.
In questi ultimi anni, però, il tema della legalità è divenuto sempre più centrale nella società e
l’ambito giovanile costituisce un terreno fragile, ma al tempo stresso sensibile e ricettivo, rispetto
alle problematiche legate al rispetto delle regole e dell’altro ecco quindi l’attivazione (la ricerca)
da parte delle scuole di percorsi per costruire conoscenza, coscienza, rispetto dei diritti e dei
doveri e programmare una risposta all’incalzare di fenomeni di legalità e devianza sociale.
I docenti sottolineano spesso che la legalità ha un valore per gli studenti se non rappresenta
qualcosa di astratto, ma si applica ai contenuti e ai metodi del fare scuola. La legalità è infatti
riconoscibile quando si traduce in conoscenze sui principi che regolano la convivenza tra gruppi
umani sempre più vasti, complessi e globalizzati e significa anche capire che le regole non sono e
non vanno vissute come un’imposizione: dalla più piccola alla più grande, tutte insieme esse
rappresentano il risultato del patto sociale che garantisce libertà e dignità al singolo individuo,
svolgimento ordinato e proficuo delle attività di apprendimento e crescita complessiva all’interno
del gruppo. L’istituto Comprensivo “Mazzini” in quest’ottica già da qualche anno attua percorsi
formativi che vanno dai laboratori di “Educazione ambientale e stradale”, “Educazione alla
Salute” al “Consiglio dei Ragazzi”, allo sportello “Scuola-Famiglia”, alle “Cooperative ACS”.
Finalità di questo progetto è quella di supportare azioni didattiche che integrino questa
progettualità e che vedano l’intervento quotidiano e diretto dei docenti sul curriculum: saperi
disciplinari intercettano problemi e valori educativi nella prospettiva del successo formativo degli
studenti e della formazione di cittadini onesti e consapevoli del valore della democrazia,
privilegiando ovviamente le aree tematiche più rispondenti alle urgenze educative che il contesto
in cui operiamo esprime.
Breve descrizione del contesto di riferimento
Il contesto in cui opera la scuola rispecchia il contesto nazionale.
Per l’infanzia e l’adolescenza ci sono pochi circoli ricreativi. Cominciano a svilupparsi diverse
tipologie di famiglia e i minori subiscono l’influenza dei mass media e dei falsi modelli spesso
proposti. Soprattutto le nuove generazioni manifestano forme di individualismo e una certa
fatica nel rispetto di alcune regole della convivenza civile. Il territorio è caratterizzato da forti
flussi migratori (interni, comunitari ed extracomunitari) per cui le scuole si trovano a gestire
classi molto eterogenee (studenti di diverse etnie e significativa % di studenti con BES).
Da sottolineare inoltre un background socio - culturale medio- basso. Si evidenziano lievi
forme di intolleranza che si manifestano in una certa diffidenza e in pensieri stereotipati nei
confronti dello “straniero” e/o del “diverso”. La sfida educativa, quindi, è quella di formare le
nuove generazioni a sviluppare dinamiche relazionali positive, rispettare le regole della
democrazia e del vivere civile, avere consapevolezza di essere soggetti di diritti e di doveri,
accettare e accogliere tutti, anche il diverso, sapersi confrontare pacificamente, voler superare
il conflitto, promuovere l’educazione al benessere.
Finalità
Educare al senso civico e alla cittadinanza attiva
Educare alla solidarietà e alla cooperazione
Educare a prestare attenzione ai differenti punti di vista e ai valori della comunità
sviluppando un pensiero critico
Educare al rispetto delle altre culture e all’accettazione della diversità
Sviluppare negli alunni la capacità a partecipare
Obiettivi
Comprendere l’importanza del rispetto di regole e valori che costituiscono ogni società civile
Comprendere che ci sono diritti ma anche doveri da rispettare e condividere
Rendere gli alunni protagonisti dei diritti e dei doveri loro e degli adulti
Sviluppare negli alunni la capacità ad acquisire consapevolezza della dignità sociale e
dell’uguaglianza di tutti i cittadini
Conoscere le situazioni di conflitto e perché si sviluppano (dal banale litigio alla guerra)
Consentire che i conflitti e i litigi diventino occasione di negoziazione, di apprendimento e di
crescita
Sapere che tutte le religioni hanno come finalità la pace fra gli uomini e il benessere dei
popoli
Soggetti esterni coinvolti
Questura
Tribunale dei Minori
Ombudsman
Polizia Postale
Associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità
Metodologia
Diversificate, anche all’interno di uno stesso modulo didattico, saranno le metodologie messe in
atto dai docenti con la classe: lezioni frontali, ricerca e raccolta di documenti, lavoro di
gruppo,laboratori di drammatizzazione, laboratorio di scrittura creativa, cineforum, incontri con
rappresentati delle Forze dell’ordine, della Magistratura, di Istituzione e Associazioni impegnate
nella promozione della cultura della legalità, sondaggi tramite questionari e/o interviste,
simulazioni, letture di testi di particolare rilevanza, realizzazione di racconti, poesie video
canzoni, giochi e slogan pubblicitari.
Da segnalare anche l’utilizzo di tecniche specifiche per promuovere abilità pro-sociali e gestire
il gruppo quali: cooperative learning, brain storming, circle time, role playing, giochi
cooperativi, peer education.
Monitoraggio e valutazione
Compito degli insegnanti sarà quello di guidare gli alunni a prendere coscienza delle regole
come necessità, valutando in itinere il processo che gli stessi compiono. Ci si avvarrà di
osservazioni sistematiche riguardo alla partecipazione degli alunni alle attività, questionari
(iniziali e finali), valutazione dei prodotti. Il progetto sarà inoltre sistematicamente monitorato
dal gruppo di progetto e dai Consigli di Classe e sezione negli incontri periodici previsti.
Ricadute per gli alunni
Occasioni di aggregazione, dialogo e collaborazione nelle azioni previste dal progetto.
Valorizzazione del concetto del rispetto delle regole.
Prevenzione del disagio e della demotivazione attraverso la creazione di spazi in cui i ragazzi
divengano protagonisti delle azioni di insegnamento/apprendimento.
Ricadute per le famiglie
Maggior coinvolgimento nel percorso formativo della vita dei figli.
Promozione del dialogo nei rapporti scuola famiglia.
Documentazione
Realizzazione di un CD o DVD che illustri le azioni più significative del progetto che ha visto
protagonisti le regole e gli studenti.
Diario di bordo delle azioni previste.
Pubblicazione sul sito web della scuola.
Piano delle attività
20 novembre 2012: adesione alla Giornata mondiale dell’infanzia. Svolgimento di laboratori
di approfondimento per gli alunni, durante l’orario scolastico, sul tema del diritto all’ascolto
dei minori. Intervento di operatori specializzati e produzione di un video che documenta le
attività svolte e le conclusioni raggiunte. Nel pomeriggio seminario su diritti dell’infanzia per
insegnanti e operatori in ambito minorile; a seguire assemblea per i genitori e le famiglie.
20 dicembre 2012: visione di “Game over”, un cortometraggio realizzato dagli alunni della
Scuola Media “Rinascita – A.Livi” di Milano; somministrazione di un test per valutare l’indice
generale di prepotenza e l’indice di prosocialità nella classe.
22 dicembre 2012: presentazione dei contenuti del video sul bullismo attraverso un
questionario di sintesi svolto dagli alunni al PC.
19 gennaio 2013: lettura del libro “In una notte di temporale” e lavoro di approfondimento, a
partire dal testo, sul rapporto con gli altri.
5 marzo 2013: presentazione del “Safer Internet Center”, per la prevenzione del bullismo su
Internet.
18 marzo 2013: i 4 alunni delle classi prime, scelti come rappresentanti della scuola,
partecipano ad un incontro del “Safer Internet Center” e ricevono materiale da presentare ai
loro compagni per proporre un lavoro individuale di approfondimento.
26 aprile 2013: primo incontro di formazione a cura degli esperti del Safer Internet Center
rivolto a tutti gli alunni della classe; preparazione di un cartellone.
20 maggio 2013: secondo incontro di formazione a cura degli esperti del Safer Internet Center
rivolto a tutti gli alunni della classe. Bilancio finale di tutta l’attività svolta.
Giornata mondiale dell’infanzia 20 novembre 2012
In occasione della Giornata dell'infanzia e dell'adolescenza, celebrata in tutto il
mondo il 20 novembre in ricordo dell'approvazione della Convenzione
internazionale dell'Onu del 1989, l'Ombudsman regionale ha promosso un ciclo
di incontri dedicati all'affermazione di quattro diritti fondamentali: il diritto
all'istruzione, il diritto al gioco, il diritto all'ascolto e il diritto alla famiglia. Nella
nostra scuola alcuni operatori ci hanno fatto riflettere sul diritto all’ascolto dei
minori e hanno ripreso i nostri interventi producendo un video, che è possibile
vedere al seguente indirizzo internet:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=QXy-kslO5QQ
Visione del video “Game over” 20 dicembre 2012
Gli alunni seguono con interesse il video “Game over”, il cortometraggio della durata di 40
minuti, realizzato dal regista Valerio Finessi con gli alunni della classe prima E (a.s.
2002/2003) della Scuola Media “Rinascita – A. Livi” di Milano, la cui visione viene
proposta a tutte le classi prime del nostro istituto. Il video è contenuto nel libro di Nicola
Iannaccone “Stop al bullismo” – Edizioni La Meridiana.
Dopo la visione gli alunni svolgono un test di comprensione su ciò che hanno visto, così da
riflettere in maniera più approfondita sul problema ed esprimere un loro personale parere.
In un secondo momento gli alunni vengono invitati a compilare, in forma anonima, un test
per valutare gli indici di prepotenze e prosocialità presenti nella propria classe.
I due protagonisti del video “Game over”
Questionario - guida per la comprensione e la sintesi
del video sul bullismo
1. Chi è il protagonista del video?
Il protagonista del video si chiama Luca e frequenta la prima media in un Istituto di Milano.
Viene soprannominato Mummia perché non rideva mai e stava sempre serio e da solo.
2. Come si chiamano i suoi compagni di scuola (quelli che ricordi)?
Si chiamano Andrea, suo compagno di banco, Sara, l’amica che piaceva a Luca, Marco, il bullo
e Laura, una compagna che assiste alle scene di bullismo.
3. Chi è che lo perseguita?
Lo perseguita un ragazzo che si chiama Marco, un alunno ripetente che è più grande e più alto
di Luca e quindi si sente più potente facendo il bullo. Marco, era chiamato anche capra perché
quando giocava con gli amici, per farsi strada, dava delle testate a tutti quelli che lo
ostacolavano.
4. In che modo lo perseguita?
Per Luca, anche andare in bagno era diventato un problema perché c’era sempre Marco con i
suoi amici che lo attendevano, gli rubavano la merenda e tutto ciò che aveva in tasca, erano
arrivati persino a picchiarlo all’uscita e a chiedergli di comprare riviste non adatte alla loro età.
5. Come reagisce la classe agli episodi di bullismo(all’inizio)?
All’inizio fanno finta di niente, non parlano e qualche volta lo prendono in giro partecipando
tutti quanti: ad esempio quando hanno fatto finta di prendere da Luca un palla di puzza e poi se
la lanciavano in giro per la classe perché nessuno la voleva, persino Sara lancia la palla e Luca
rimane offeso.
Questionario - guida per la comprensione e la sintesi
del video sul bullismo
6. Quale soluzione trovano alla fine tutti i compagni?
Alla fine tutti quanti aiutano Luca e spaventano Marco per fargli capire cosa si prova ad
essere perseguitati e poi ne parlano subito alla professoressa dicendogli che è un problema
urgente. Da quel giorno decisero di fare un incontro una volta alla settimana nel quale
ognuno parlava dei suoi problemi e timori.
7. Come giudichi il comportamento degli adulti (insegnanti e genitori) in questa
situazione?
Gli insegnanti in questa situazione sono molto ingenui perché non si accorgono di niente
mentre i genitori alla fine reagiscono, anche se all’inizio non si erano accorti di niente pur
chiedendo a Luca se andava tutto bene. La mamma gli propone diverse soluzioni (parlare
di più con gli altri, comportarsi bene e non crearsi dei nemici) e il papà gli dice di non farsi
mettere i piedi in testa, picchiando anche lui se gli altri lo picchiano. Quando alla fine
scoprono il problema del figlio, vorrebbero fargli cambiare scuola, ma Luca decide di
rimanere perché ormai i suoi compagni lo sostengono.
8. Tu come avresti risolto il problema?
Io l’avrei detto subito al primo adulto che incontravo e soprattutto ai miei genitori e non
avrei accettato i ricatti del bullo.
Valutare gli indici di prepotenza e di prosocialità
Durante questi anni alla scuola media un alunno a scuola:
Griglia di valutazione del test
Risultati della valutazione nella classe I D
Alunni che compilano il test: 17/19
Indice di bullismo fisico: 5,88
Indice di bullismo indiretto: 17,64
Indice di bullismo verbale: 21,17
Indice generale di prepotenza: 14,89
Indice di prosocialità: 67,64
CONCLUSIONI: gli indici ottenuti vengono
presentati agli alunni che condividono i valori
risultati dal test e riconoscono che, tra le
forme di bullismo analizzate, quella verbale è
sicuramente la più presente in classe. Sono
abbastanza soddisfatti del basso indice di
prepotenza ottenuto, che attesta come nella
classe non si manifestino episodi di
intolleranza grave o veri e propri atti di
violenza fisica.
Sono molto contenti
dell’indice di prosocialità ottenuto, perché
rispecchia il fatto che vengono a scuola
volentieri, che si sentono inseriti nel gruppo
classe e rispettati dagli altri.
“In una notte di temporale”
Viene proposta agli alunni la lettura del libro “In una notte di temporale” di Yuichi Kimura, uno
scrittore giapponese autore di oltre 250 libri e testi teatrali per ragazzi. Questa sua opera è
diventata un classico del teatro per ragazzi, rappresentata in moltissimi paesi. Agli alunni è stato
chiesto di inventare un finale della storia, come richiesto dal finale del libro:
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo, ai
piedi di quella collina?
Il mattino dopo il lupo era curioso di vedere il
suo nuovo amico e per questo a mezzogiorno
in punto si presentò davanti alla casetta. Dopo
un po’ sbucò da un cespuglio una capretta
bianca. Il lupo la mirò da lontano:era un ottimo
pranzo! Così tirò fuori gli artigli e iniziò a
correre. La capretta se ne accorse e corse a più
non posso. Arrivarono fino ad un torrente
quando il lupo inciampò sbadatamente su un
ramo secco caduto da un albero a causa del
temporale.
Scivolò nel punto più profondo del torrente e, non sapendo nuotare, rischiò di affogare. Allora cominciò
ad agitarsi ed a chiedere aiuto alla capretta: “Bella capretta salvami ti prego! Se mi aiuti ti prometto che ti
lascerò vivere!”. La capretta, buona d’ animo, si tuffò subito nel torrente nuotando velocemente. Afferrò
con la bocca il collo del lupo e lo trascinò a riva giusto in tempo. Il lupo abbracciò molte volte la
capretta, ma scappò via verso la casetta perché era in ritardo per l’ appuntamento. Anche la capretta si
diresse verso la casetta e il lupo vedendola le disse: “Cosa ci fai qui, mi segui!?”.
La capretta rispose che aspettava un amico che aveva conosciuto la notte prima durante il temporale
dentro quella casa. “Che strana coincidenza!” disse il lupo “Anche io sto aspettando un amico che ho
conosciuto ieri notte durante il temporale in questa casetta!”. “La nostra parola d’ ordine è - in una notte
di temporale -!” esclamò la capretta.
I due animali si guardarono negli occhi e capirono tutto. Da allora la loro amicizia durò per sempre.
Federica Boccanera
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi
di quella collina?
Il giorno dopo il lupo arrivò alla capanna, ma la
capra non arrivò. Il lupo aspettò per molte ore, e
finalmente la capra arrivò. Il lupo sentiva gli
zoccoli che si avvicinavano - questa deve essere
una capra – pensò, e decise di nascondersi dietro
la capanna. La capra si accorse della presenza di
un lupo nelle vicinanze, e rifletté: - adesso giro
dall’altra parte e mi nascondo dietro la capanna.
Tutti e due si scontrarono, la capra gridò e il lupo
la inseguì. Arrivarono al chilometro 24; la capra
era esausta per il correre mentre il lupo era
ancora energico. La capra allora si fermò dietro
un albero mentre il lupo continuò a correre. La
capra tirò un sospiro, per fortuna era salva ma si
ritrovò dietro le spalle il lupo. La capra provò a
correre via, ma il lupo aveva gli occhi fissi su di
lei, e le disse di fermarsi. Il lupo alla fine la
catturò e se la mangiò con molto gusto.
Giuseppe Castellucci
Che cosa sarebbe successo il giorno
dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno dopo, il lupo, una volta
messo lo smoking dalle sfumature
rosse, si diresse verso la capanna dove
quella notte si era rifugiato; stessa cosa
fece la capra, si mise uno smoking
dalle sfumature blu e anch’essa si
diresse verso la capanna. Una volta
arrivati, entrambi si presero un bel
spavento, pensando che loro, quella
notte, erano diventati amici.
Il lupo iniziò a parlare:
- E..e..e.. e così ieri notte noi due
siamo diventati amici, vero?
- E..e già, a quanto pare ieri notte, noi due siamo diventati amici!! – affermò la capra
- Be’, dopotutto potremmo diventare amici ugualmente, io non ti mangio e tu non mi fai male con
le tue
corna!
- Infatti non sarebbe una cattiva idea! Però devi promettere solennemente che non mi mangerai!
- Anche tu, devi promettere solennemente di non farmi male con le tue corna!
- Ok, lo prometto anch’io!
Poi entrambi dissero:
- IN UNA NOTTE DI TEMPORALE!!!!
E dopo quella promessa, tutti e due capirono che ormai la loro vera amicizia era realmente iniziata.
Ivan Chiarello
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai
piedi di quella collina?
Nella giornata seguente, i due amici, il
lupo e la capretta, si dovevano incontrare
per il loro appuntamento, che si erano dati
il giorno precedente; nella capanna
abbandonata sul pendio della collina. La
capretta, mentre camminava per ritornare
sulla collina, incontrò diverse caprette, e ad
ognuna; che passava di li, gli diceva: “in
una notte di temporale sei per caso tu?” Le
altre caprette, sentendo pronunciare quelle
parole, credevano, che la poveretta fosse
impazzita!
Il lupo, anche lui durante il suo percorso, ad ogni suo compagno chiedeva: “In una notte di
temporale sei tu?”. Gli altri lupi sentendolo pronunciare quelle parole credevano che anche lui
come la sua amica fosse impazzito! Finalmente i due si incontrarono sulla collina, ma per la
stanchezza, si chiesero tutti e due a testa bassa: “in una notte di temporale sei
tu?”Contemporaneamente risposero si, e alzarono la testa. Quando i due si guardarono capirono
che erano totalmente diversi, e così il lupo, iniziò ad inseguire la capretta; per farla diventare il
suo pranzo.
Annalisa Di Vivo
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
La mattina dopo tutti e due, verso le 9:00, andarono a procurarsi cibo; si sa che le capre
mangiano tutto, quindi la capretta portò qualche lattina vuota e un po’ d’erba e poi si recò
verso la capanna. Invece il lupo si procurò due conigli che acchiappò quella stessa mattina, e
anche lui si recò alla capanna. La capretta, che era in anticipo, si chiuse dentro aspettando il
lupo. Poco dopo sentì bussare alla porta e udì pronunciare:“ In una notte di temporale” così
aprì la porta e vide il lupo. Si spaventò, e allo stesso modo si spaventò il lupo, quindi urlarono
contemporaneamente. Alla fine il lupo capì che era lei l’amica sconosciuta della notte di
temporale, e le disse : “Ok, ti accetto per quello che sei” perciò divennero migliori amici,
facendo un gran pranzo.
Aiman Eddaroua
Che cosa sarebbe successo il giorno
dopo ai piedi della collina?
Il mattino seguente, appena spuntato il
sole, l’ agnello giunse prima del lupo e
lo
aspettò,
senza
nessun
sospetto,
all’interno della capanna. Dopo ore e ore
giunse il lupo e finalmente si accorse che
l’amico con cui aveva trascorso tutta la
notte era un agnello. Lo aggredì di
sorpresa e se lo mangiò.
Pablo Nicolas Fogante
Che cosa sarebbe successo il
giorno dopo ai piedi di quella
collina?
Il giorno dopo il sole splendeva
alto nel cielo ed illuminava le
gocce della pioggia e creò un
arcobaleno. Per prima arrivò la
capra e non vedendo il suo
amico disse :- Ma dove sarà?
Forse si è alzato tardi per
aspettarlo mi metterò dentro la
casetta.
Arrivò il lupo e non vedendola disse:- Ma dove sarà? Forse si è scordata, mentre la aspetto
mi metterò dentro la capanna. La capra sentendo dei passi urlò :- Chi è?, Sei tu in una notte
di temporale? Si sono io dai usciamo così ci vediamo in faccia, Ottima idea. Quando
uscirono dalla capanna rimasero sconvolti e quasi non credevano di essere loro “ in una
notte di temporale”. Il lupo cominciò a corre per acchiappare e mangiare la capretta e la
capretta cominciò a scappare per non farsi prendere e così andarono avanti per3 giorni e 3
notti. Il terzo giorno la capretta venne acciuffata ma per fortuna, un cacciatore che passava
di lì vide il lupo e gli sparò. Così la capretta scappò e visse per tutta la sua vita felice e
contenta, e il lupo? Venne usato per fare pellicce e tappeti e la sua carne fu data in pasto ai
cani.
Stefano Franchi
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno seguente, a mezzogiorno, c’ era un sole splendente, la vegetazione era rigogliosa ed
il lupo fu puntualissimo. Il sole rifletteva il pelo nero del lupo. Dopo pochi minuti arrivò la
capra, ma mentre si avvicinava udì:
“In una notte di temporale, dove sei?”
La capra stava per rispondere, ma vide un lupo e scappò via. Il lupo, appena vide una capra
ebbe l’ acquolina in bocca e gli corse subito dietro. Con un lungo balzo il lupo raggiunse
quasi la capra, essa corse più che poté, ma non riuscì a scappare a causa dell’enorme velocità
del lupo … ma prima che il lupo catturasse la capra, li vide un cacciatore che li mise a terra
con due frecce.
“Mi dispiace, non doveva finire così, volevo incontrare in una notte di temporale”…
Prima che la capra parlasse, il cacciatore li uccise con un colpo di bazooka.
Alessio Frati
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
Tutti e due erano molto curiosi, entrambi immaginavano il compagno come una persona
speciale, ovviamente della propria specie. La capretta fu più puntuale, attese alcuni minuti, ma il
sole era troppo potente, così decise di aspettare il suo nuovo amico dentro la capanna, e, siccome
aveva paura di dimenticare la parola d’ordine, la scrisse su un foglio che portò sempre con sé. Il
lupo, arrivò davanti alla capanna e, vedendo che il suo amico non era ancora arrivato, decise di
attenderlo dentro la capanna; appena il lupo vide la capretta, non esitò un momento e la divorò
in un sol boccone. Ad un certo punto, sentì brontolare lo stomaco che diceva: “IN UNA NOTTE
DI TEMPORALE” solo allora capì che la capretta era il suo nuovo amico.
Sazio e un po’ dispiaciuto, si sdraiò sul
pavimento e fece un bel riposino. Quando si
svegliò, ebbe la conferma che la capretta era
il suo amico: trovò a terra il biglietto che la
capretta si era scritta per ricordarsi la parola
d’ordine: a questo punto il suo morale era
ormai a terra. Solo allora capì che, in fondo,
non c’era molta soddisfazione nel mangiare
una povera e indifesa creatura. Da allora si
fece vegetariano e divenne amico di tutte le
caprette, che divertimento!
Giulia Galluccio
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno seguente il lupo e la capra mentre saltellavano all’ indietro si scontrarono, si
girarono di scatto e si dissero contemporaneamente: “In una notte di temporale”, lupo disse
arrabbiato: “Ma non puoi essere tu, perché non sei uguale a me!”; la capra disse la stessa
cosa, e il lupo cominciò a rincorrerla e dopo tanta corsa riuscì a prenderla. La capra disperata
disse terrorizzata : “Possiamo parlare; perché non essere amici anche se siamo diversi ?!”. Il
lupo ragionò a lungo e rispose sereno: “Va bene, ma a una condizione che non ci dobbiamo
mai lasciarci, perché tutti gli amici che ho avuto, mi hanno abbandonato per paura di
morire”.La capra mantenne la promessa e anche il lupo di non mangiarla e finalmente
vissero felici e contenti.
Miranda Iglesias
Che cosa sarebbe successo il
giorno dopo ai piedi di quella
collina?
Il giorno dopo c’era un sole
splendente, alla mattina il
lupo arrivò nella capanna
abbandonata della collina, un
po’ dopo arrivò la capretta e
disse : - Ci siamo conosciuti
ieri sera, e la parola chiave è
“In una notte di temporale”.
- Si, è giusto - rispose il lupo.
Loro due scoprirono chi
erano ma continuarono a
essere amici.
Letizia Mandolini
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno dopo il lupo arrivò ai piedi della collina pronunciò la parola d’ordine ma nessuno
gli rispose così aspettò. Poi arrivò la capra e disse la parola d’ordine insieme al lupo ma non
videro nessuno che si aspettavano; così il lupo la pronunciò di nuovo e i due capirono tutto,
la capretta impaurita scappo scappò inseguita dal lupo poi però ad un tratto il lupo inciampò
e si fratturò la caviglia la capra aveva tutto il tempo per scappare e così lasciar morire il
lupo ma ricordò quello che avevano passato nella casetta e così salvò il lupo quasi senza
vita, e da quella momento i due diventarono amici per la pelle. Il lupo promise di non
mangiare più capre ma altri animali.
Antonio Manfredi
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai
piedi di quella collina?
Il giorno seguente, a mezzogiorno, il lupo
vide una capretta vicino alla capanna e le
chiese se aveva visto un lupo come lui, che si
chiamava con il loro nome segreto, cioè “in
una notte di temporale”; ma la capretta
rispose di no.
Lei chiese al lupo:“Scusi, lei invece ha visto
una capretta?” e lui rispose:“certo che no,
perché di sicuro avrei avuto la pancia
pienissima”. La capretta, che non sapeva
spiegare il ritardo della sua amica, decise di
raccontare al lupo che cosa le era successo
nella notte di temporale.
Incominciò il suo discorso dicendo che in quella notte aveva fatto amicizia con una capra e che
si erano messe d’accordo per un pranzo in cima alla collina e che, per riconoscersi, dovevano
dire la parola che le aveva fatte conoscere, cioè “in una notte di temporale”. Il lupo, dopo il
racconto della capretta, capì che in quella notte era stata lei la sua nuova migliore amica. Dopo
questa avventura il lupo e la capretta divennero amici per la pelle e si videro molte altre volte.
Il lupo divenne vegetariano e non gli venne più voglia di mangiare una capra.
Elisa Mengoni
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai
piedi di quella collina?
Il giorno dopo i due animali andarono ai piedi
della collina; la CAPRETTA dice a un lupo: “Tu
sei una notte di temporale?”, il LUPO risponde:
“Sì, e tu sei una notte di temporale?” la
CAPRETTA dice sì. Allora il lupo pensa: “Io
potrei mangiarla ma non lo faccio, perché mi
vedranno” e la CAPRETTA pensa: “Io potrei
scappare ma non lo faccio perché penseranno
che mi voleva mangiare”. Tutti e due dicono:
“Vuoi diventare mio amico?” e rispondono di sì,
ma proprio quando diventano amici una guardia
dello zoo li cattura e li rinchiude nella stessa
gabbia. Ogni giorno si parlano ma, dopo qualche
tempo, il LUPO muore di malattia perché aveva
il raffreddore; allora la CAPRETTA uscì dallo
zoo ma un cacciatore la uccise e se la mangiò.
Manuel Mogliani
Che cosa sarebbe successo il giorno
dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno dopo c’era un bel sole e il
lupo andò sulla collina e trovò tante
capre che pascolavano; il lupo decise
di aspettare il suo amico. Poi però,
siccome aveva fame, corse verso le
capre ma arrivò un cane, che
assomiglia molto ad un lupo.
Il lupo, pensando che fosse il suo
amico, gli disse: “È vero, qui c’è tutto
quello che serve ad un lupo, capre e
spazio per correre, divertiamoci a
rincorrere queste capre”.
Il cane rimase stupito e disse: “Queste capre sono di mia proprietà e non intendo mangiarle.”
Ad un certo punto arrivò la capra che ripeteva: “In una notte di temporale” allora il lupo, che
non ci stava capendo niente, le disse: “Ehi tu, capra, perché ripeti continuamente quella
frase?”. La capra rispose: “È una frase che mi devo ricordare”. Siccome si erano fatte le dieci,
il lupo si diresse verso la capanna, poi, qualche minuto dopo, pure la capra salì. I due si
incontrarono tutti e due stupiti, ma poi si rassegnarono e decisero di diventare amici e il lupo
promise alla capra che non avrebbe mangiato più i suoi simili. Infine tutti e due andarono a
pranzo e diventarono migliori amici per sempre.
Clayton Monteiro
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
Il giorno dopo i due si incontrarono. La capra arrivò per prima, il lupo vedendo quella
delizia gli venne una fame tremenda, si nascose dietro la capanna, e non vedeva l’ora di
mangiarla, ma quando il lupo sentì la parola d’ordine In una notte di temporale detta dalla
sua compagna capra, gli venne un dubbio. La capra si insospettì e se ne andò. Il lupo in un
istante la fermò e le chiese:” Ma sei davvero tu compagno di una notte di temporale ?”. La
capra rispose :” Ma certo che sono io”, essa ripose la stessa domanda al lupo, e ricevette la
stessa risposta. I due, fecero amicizia, si conobbero meglio, e fecero il loro esilarante picnic.
Martina Piccinini
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
La mattina dopo, a mezzogiorno, la capretta e il lupo andarono alla capanna. I due
non si riconobbero e il lupo, vedendo la capretta, si mise subito a rincorrere
l’animale; la capretta, spaventata, corse verso la capanna gridando: “In una notte di
temporale”. Dopo quelle parole il lupo capì che il suo amico era una capra e anche
la capra capì che il suo amico era un lupo. La capretta allora uscì dalla capanna e i
due pranzarono in pace.
Luca Romiti
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai
piedi di quella collina?
Quando il lupo arrivò, all’alba, davanti alla
capanna, vide che non c’era nessuno; aspettò,
aspettò finché, in lontananza, vide arrivare una
capra. Il lupo, affamato perché non aveva fatto
cena la sera prima, pensò: “Oh … adesso quella
bella capretta me la mangio tutta! Aspetta un
attimo … ma … quella capra sta urlando la
parola d’ordine sulla quale mi sono accordato
ieri sera con la mia amica! Vuol dire che è lei
In una notte di temporale? Adesso mi metto a
gridare la parola d’ordine anch’io, così
vediamo!”
Quindi il lupo urlò: “In una notte di temporale!”. La capra, quando sentì un lupo grande e grosso
urlare la parola d’ordine, rimase a bocca aperta e cominciò a scappare a zampe levate, ma il lupo,
dopo qualche riflessione, da lontano le gridò: “Fermati, non ti voglio mangiare, restiamo qui a
chiacchierare nella nostra capanna; se ieri sera siamo andati d’accordo vuol dire che resteremo
per sempre amici, ovviamente senza litigare o mangiarci!”.
Si incontrarono così, per tanti e tanti giorni, davanti alla capanna dove si erano conosciuti in
quella buia e oscura notte di temporale.
Ellen Severini
Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
La mattina seguente, su quella collina, in quella capanna arrivò per prima la capretta; dato che
aveva fame si mise a mangiare l’erba e non si accorse dell’arrivo del lupo. Il lupo vide una
capretta e si mise a rincorrerla, senza sapere che era la sua amica. La capretta iniziò a
scappare, perché non voleva essere mangiata. Quando il lupo afferrò la capretta le disse: “
Questo è il tuo ultimo giorno”.
La capretta in preda al panico disse: “ In una
notte di temporale”. E il lupo disse: “Che cosa
hai detto? Saresti tu l’amico con cui sono stato
ieri sera?”. E la capretta rispose: “ Ma se io ieri
sera sono stata con una capretta, come ho fatto
a stare con te? Avevamo gli stessi gusti, ci
piacevano le stesse cose e quindi, di certo, non
sono stato con te.” “E allora come fai a sapere
la frase segreta?”. “Ieri stavo con una capretta,
in una notte di temporale”. “Allora eravamo
insieme, - disse il lupo - ma comunque la
nostra amicizia non può continuare perché
altrimenti ti mangerei; quindi vattene”. “Ma
non voglio andarmene”. “Addio capretta”.
Rebecca Toccaceli
Presentazione del Safer Internet Center 5 marzo 2013
La mattina del 5 marzo 2013, i nostri insegnanti ci hanno accompagnato
nell’ex cinema di Castelfidardo,dove due esperti nel campo della legalità,
appartenenti all’associazione “Save the children” ci hanno spiegato cos’è il
cyberbullismo, una modalità di bullismo che si svolge interamente in rete, ad
esempio attraverso i social network, ai quali sempre più ragazzini si
iscrivono, anche prima dell’età opportuna.
È stato un incontro davvero molto interessante, gli esperti ci hanno fatto
comprendere divertendoci: ad esempio, se dei nostri compagni vogliono fare
uno scherzo di cattivo gusto ad una persona della nostra classe emarginata,
noi non dobbiamo partecipare, perché, anche non volendo, possiamo
diventare veri e propri bulli anche noi. Ci hanno mostrato dei video molto
interessanti, che rappresentavano persone in difficoltà che, invece di essere
aiutate, venivano emarginate e, la cosa più brutta, era che collaboravano
all’emarginazione proprio tutti i compagni di scuola. Un video, in
particolare, raffigurava un ragazzino di nome Gaetano, che veniva
brutalmente preso in giro e soprannominato Gay Tano. Ad un certo punto gli
esperti ci hanno posto un importante interrogativo: anche noi avremmo retto
il gioco dei compagni di Gaetano, mettendolo continuamente in ridicolo,
oppure no? Sono uscite risposte molto diverse: qualcuno avrebbe voluto
reggere il gioco, mentre altri avrebbero aiutato Gaetano a superare questo
momento nel modo più tranquillo possibile. Alla fine i due esperti ci hanno
proposto di eleggere quattro alunni, uno per ogni classe, due maschi e due
femmine, che dovranno partecipare a degli incontri che si terranno a distanza
di tempo e che toccheranno il tema cyberbullismo, e dovranno poi riferire
agli altri alunni delle rispettive classi prime ciò che avranno ascoltato e
imparato.
Cyberbulli a scuola: come difendersi
(dal giornalino d’istituto)
In queste settimane, noi ragazzi della scuola media Mazzini di Castelfidardo,
siamo venuti a contatto con un tema, ormai, molto ricorrente, il Cyberbullismo.
Infatti, un nostro compagno di scuola, A. K., è stato vittima di un atto di questo
tipo: una persona da noi ancora sconosciuta, ha pubblicato una recensione, nel
nostro sito scolastico, da noi gestito, di un videogioco, inserendoci parolacce,
per poi firmarlo con il nome del nostro compagno.
Il 5 marzo scorso, nella sala dell’ex cinema di Castelfidardo, si è tenuto un
incontro nel quale si è parlato molto di Cyberbullismo, una modalità di
bullismo che consiste nel postare delle immagini spiacevoli della vittima nei
social network o semplicemente nell’inviare messaggi o e-mail di ricatto a
ragazzi minorenni.
Questo fenomeno si sta ampliando sempre di più a causa del numero in crescita delle iscrizioni ai social
network. Esistono anche casi di Cyberbullismo che fortunatamente si sono risolti: per esempio, alcune foto
postate in rete che poi però sono state eliminate dal bullo stesso che si è pentito di ciò che ha precedentemente
fatto.
La vittima del cyber bullo, in genere, ha difficoltà a parlare di questo problema, perché si vergogna. A volte,
alcuni ragazzi diventano bulli per non subire scherzi di cattivo gusto, ma poi non riescono più ad uscire dalla
mischia. Molte vittime hanno deciso di parlare, anche se mantenendo l’anonimato, e,tra loro, ce ne sono alcuni
che, anche a distanza di diversi anni, soffrono ancora. Fortunatamente, esistono molti ragazzi che hanno ben
compreso il significato del Cyberbullismo e hanno deciso di ribellarsi e di far capire a tutti che non è un gioco,
anche se all’inizio può sembrare tale. Ormai, ci sono molti mezzi per superare questi momenti difficili, ad
esempio la consulenza di psicologi specializzati in tale campo, che possono aiutare a rielaborare ciò che è stato
subìto. Come il nostro amico, però, esistono molte altre persone che hanno subìto lo stesso trattamento, quindi,
noi ragazzi, abbiamo deciso di ribellarci attraverso iniziative e progetti istituiti dalla nostra scuola. In questo
momento, ci stiamo occupando del progetto dal nome “Safer Internet Center”, formato da persone molto
qualificate che ci hanno fatto comprendere tutti gli aspetti del Cyberbullismo, ma soprattutto, come agire, se ci
troviamo personalmente in queste situazioni.
Giulia Galluccio e Rebecca Toccaceli
I Tutor del Safer Internet Center
Dopo la presentazione del Safer Internet Center, sono stati scelti quattro alunni delle classi
prime, uno per ogni sezione, per formare un gruppo di tutor che faranno da tramite fra gli
operatori di “Save the children” che curano il progetto e il resto degli alunni del nostro
istituto.
Ai tutor, in un incontro tenutosi ad Osimo in data 18 marzo 2013, viene consegnata una
presentazione con alcune diapositive (qui ne vedete alcuni esempi) che invitano i ragazzi a
riflettere sul loro rapporto con Internet.
1° intervento in classe Safer Internet Center 26/04/2013
Il materiale dato ai tutor viene presentato nelle quattro classi prime durante alcuni incontri che si sono
tenuti nelle mattinate del 9 e del 26 aprile 2013 (due classi per ogni mattina). Dalla visione del
materiale nasce una discussione, che porta alla preparazione di un cartellone e a sviluppare alcune
riflessioni che poi saranno riportate dagli alunni sui PC della scuola. Ecco alcune riflessioni:
 Secondo me su internet tutti si sentono più forti perché lo schermo li fa sentire liberi di scrivere ciò
che si pensa, anche se a volte, esprimendo le proprie opinioni, ci si può cacciare in guai molto seri.
 Internet,secondo me crea dipendenza e bisognerebbe farne un buon uso per evitarlo.
 Su internet a volte, nessuno sa chi sei, ad esempio su Facebook o altri social network ci si può
iscrivere con un nome falso, coprendo dunque la propria identità.
 Internet può essere un problema o una cosa che col tempo possiamo iniziare a temere, io sono
iscritta a Facebook e, un po’ di tempo fa, hanno pubblicato a mio nome post spiacevoli sulle bacheche
dei miei amici che si sono arrabbiati con me.
 Secondo me è vero che su Facebook si può scrivere ciò che si vuole senza essere troppo giudicati,
ma non bisogna comunque esagerare per evitare spiacevoli inconvenienti.
 Internet crea molta dipendenza, anche io sono molto dipendente da internet e dai social network.
 Io non sono su Facebook e non ci voglio mai essere, perché secondo me è molto pericoloso.
Su internet si sentono tutti più forti perché nessuno li può vedere.
Su internet nessuno sa chi sei perché nessuno ti conosce realmente.
Internet crea dipendenza, perché chi inizia e non si controlla non
smette più, è come un’epidemia.
Io su internet non mi sento più forte perché secondo me non bisogna
sentirsi sempre al centro dell’attenzione per essere sicuri di sé.
Internet crea dipendenza solo se ci stai cinque o sei ore al giorno.
Secondo me su internet nessuno è più forte, tutti sono uguali perché
nessuno sa chi sei veramente quindi puoi nascondere la tua vera
identità e puoi mentire fingendoti qualcun altro .
È vero che internet spesso tira fuori la parte più stupida di te e la
rende visibile al mondo intero e quindi anche alle persone che conosci
e che poi potrebbero prenderti in giro per tutto quello che pubblichi.
Spesso quando ho il tempo libero sto davanti al mio PC soprattutto
perché voglio parlare con i miei amici, chattare e pubblicare le mie
foto e video.
Internet può essere un problema anche perché è pericoloso e ti crea
dipendenza. Inoltre non sempre sei sicura che la persona con cui stai
parlando è veramente quella che tu credi. Internet è talmente esteso
che ad esempio se posti una foto stupida a 15 anni, te la ritrovi anche
a 50 anni, senza poterla rimuovere. C’è chi dice che senza Facebook
non vive, ma secondo me lo dice solo perché non ha amici nella
realtà.
 Io non amo il PC perché lì ci vivono i miei amici, ma perché ci
faccio dei giochi per riposarmi.
 Io amo il mio PC sia perché ci vivono i miei amici ma anche per
sentire canzoni e sapere altre cose.
2° intervento in classe Safer Internet Center 20/05/2013
Con quest’ultimo intervento in classe dell’operatrice del Safer Internet
Center si chiude anche il progetto legalità; gli alunni si confrontano e
mettono in comune le loro riflessioni facendo un bilancio di tutta
l’esperienza. Ecco alcune loro riflessioni:
 Il progetto legalità mi è piaciuto molto, perché ho imparato molte
cose che non sapevo e che ignoravo, come i grandi pericoli di internet e
dei social network; prima non sapevo che il fenomeno del cyber
bullismo fosse cosi diffuso. Abbiamo appreso tante cose nuove e
interessanti, però ci sono stati anche aspetti negativi, ad esempio
abbiamo più scritto che parlato. Io migliorerei il progetto facendo fare
più cose manuali agli alunni, del tipo cartelloni o altre cose, invece di
fare sempre cose orali o scritte.
 Questo progetto mi è piaciuto molto perché ero interessata in quanto
riguarda i problemi dei ragazzi della mia età. Ho scoperto tante nuove
cose come il significato e gli effetti che può provocare il cyber
bullismo. Gli operatori che ci aiutavano e che ci hanno accompagnato
lavorano per associazioni che aiutano ragazzi con problemi molto
ricorrenti in questi anni. Credo che, questo progetto abbia avuto
soprattutto lati positivi, l’unica cosa che non mi è piaciuta molto è la
faccenda dei tutor, non credo che sia giusto che solo alcuni ragazzi
siano stati più a contatto con questo progetto, conoscendone più aspetti.
Se il “Safer Internet Centre” dovesse cambiare qualche cosa,
consiglierei di organizzare più incontri e ancora più coinvolgenti,
perché noi ragazzi, abbiamo un carattere particolare: per essere davvero
concentrati su quello che stiamo guardando e vivendo, dobbiamo
trovarci davanti a qualcosa di davvero interessante e coinvolgente.
 Il progetto legalità mi è piaciuto perché ho capito cos’è il cyber
bullismo e il bullismo in rete. La cosa negativa è che mi sembra che
l’abbiamo fatto poche volte, invece gli aspetti positivi sono: abbiamo
saltato qualche ora di lezione, abbiamo imparato cose nuove, ad esempio
che non si deve fare il bullismo, cioè non ricattare, non picchiare.
 Il progetto legalità mi è piaciuto molto perché ho scoperto delle cose
nuove come il cyber bullismo, cioè il bullismo in rete. Questo progetto ha
avuto molti aspetti positivi ma anche negativi; un aspetto positivo è quello
che ci è servito a fare degli articoli per il nostro giornalino. Questo
progetto è servito anche al nostro rapporto in classe; io però cambierei
delle cose di questo progetto tipo: molti più incontri e delle spiegazioni più
approfondite.
 Il progetto è stato molto bello perché è riuscito a mettermi in allerta sul
bullismo. Io, essendo uno dei tutor, credo anche che abbia coinvolto i
ragazzi di tutte le classi prime e abbia spinto loro a comprendere le
conseguenze di questo problema.
 In questo progetto del “Cyber Bullismo” ho trovato degli aspetti
positivi e negativi: positivo è che mi è piaciuto fare queste lezioni invece
l’aspetto negativo è che secondo me dovevano approfondire di più. Ho
imparato che su alcuni social network non bisogna accettare le amicizie di
estranei. Per migliorare questo progetto bisogna fare più riunioni per i
genitori.
 A me questo progetto è piaciuto molto perché ho capito come ci si
comporta insieme agli altri. A dire la verità in questo progetto ci sono degli
aspetti negativi: una volta ci hanno fatto vedere quali sono i pericoli di
internet e in quella lezione mi sono un po’ annoiato; la cosa che mi è
piaciuta di più è stato il film su Gaetano. Da questo progetto la cosa nuova
che ho capito è quanto può essere difficile per gli anziani usare internet.
Direi che questo progetto è importantissimo e non bisogna cambiarlo.
 Mi è piaciuta l’esperienza della legalità e del Safer
Internet Centre perché non l’avevo mai fatto finora.
Positivo è stato imparare cose nuove e scoprire che
questi problemi esistevano anche in passato.
Negativo è che su Internet le persone guardano le foto
degli altri. Ho imparato che non si deve perseguitare
e dare fastidio agli altri e bisogna imparare a stare
insieme. Tale progetto lo vorrei migliorare chiarendo
meglio alcuni contenuti.
 Questo progetto mi è piaciuto molto, perché ho
scoperto dei problemi che io non avevo mai provato
sulla mia pelle. Ho scoperto anche che ci sono
associazioni contro il bullismo e il cyber bullismo.
L’aspetto positivo è che ora so difendermi dai bulli.
Ho imparato che, se qualcuno mi fa degli atti di
bullismo, io devo subito dirlo ai professori e ai miei
genitori. Mi è piaciuto soprattutto quando io e una
mia amica, Giulia, abbiamo scritto un articolo sul
giornalino della scuola.
 Mi è piaciuta l’esperienza, perché ho imparato
che nei social network ci sono dei pericoli seri e io
questo prima non lo sapevo. Il lato negativo è quello
che a me non mi sta bene che solo i tutor, durante
l’orario scolastico, debbano andare a delle riunioni
per il progetto, perché non è giusto nei confronti di
tutti gli altri alunni.
 A me il progetto è piaciuto perché i
ragazzi del Safer
Internet Center hanno esposto bene le cose che volevano dire. Il
lato positivo è che anche noi abbiamo saputo del cyber
bullismo; il lato negativo è che è durato poco e ci sono stati
pochi incontri, ma soprattutto quello che mi è piaciuto di più è
stato il 20 novembre .
 Questa esperienza del lavoro della legalità secondo me è
servita molto a tutti perché ci ha spiegato quanto può essere
pericoloso internet ma, contemporaneamente, quanto può essere
utile per avere delle informazioni o per mettersi in contatto con
i parenti che magari abitano lontano. Tra i lati negativi ci hanno
spiegato molto la pericolosità dei social network come
Facebook e Twitter, a cui possono accedere tutte le persone del
mondo e, probabilmente, alcune di queste persone si sono
create un profilo falso su Facebook fingendosi altri che credi di
conoscere; in questo modo possono accedere ai tuoi dati e tu sei
incosciente di quello che sta accadendo. Invece tra le cose
positive ci sono dei programmi come Skype che ti permettono
di vedere i tuoi parenti o persone a te affezionate che abitano in
un altro paese e quindi molto lontano da te; perciò effettuando
una semplice videochiamata puoi parlare tranquillamente con
loro. Questa esperienza mi è piaciuta molto e la rifarei un’altra
volta. La cosa più bella è stata la giornata mondiale
dell’infanzia dove abbiamo potuto esprimere i nostri pensieri
liberamente. Ho imparato a stare bene insieme agli altri e a
difendermi dal bullismo. A me il progetto è piaciuto così e lo
vorrei rifare.
 Il progetto mi è piaciuto molto perché mi ha aiutato a capire che
stando insieme si sconfigge sempre la paura dei bulli e la brutta
solitudine di quando uno scherzo inizia e non finisce più. L’aspetto più
positivo del progetto legalità è il video che abbiamo fatto il 20
novembre, perché ci siamo divertiti tutti e in più siamo finalmente
riusciti a parlare e ad essere ascoltati con attenzione, mentre quello
negativo è stato l’ultimo giorno del progetto perché non volevo che
finisse. Sinceramente già sapevo tutto, ma ho capito che bisogna stare
sempre insieme e che bisogna fare in modo che il bullismo finisca.
 Mi è piaciuto il progetto, perché mi ha fatto capire gli aspetti negativi
del cyber bullismo e del bullismo. Uno degli aspetti negativi che ho
notato del progetto è che abbiamo fatto poche ore di incontri, secondo
me dovevamo farne un po’ di più. Invece l’aspetto positivo è che mi ha
fatto imparare i pericoli di internet. Ho imparato molte cose nuove del
bullismo e dello stare insieme. Migliorerei il progetto aggiungendo
qualche ora in più per approfondire alcuni concetti.
 Il progetto legalità è stato molto bello perche mi ha dato un
avvertimento molto importante sui pericoli di internet e sui social
network. I lati positivi sono stati che ci lasciavano parlare su come
usiamo internet; quelli negativi sono che passavamo soltanto poco tempo
con gli esperti e non di più. Io non ho imparato molto di nuovo perche
già lo sapevo. Il progetto lo migliorerei mettendo più ore per parlare,
affinché ci insegnino qualcosa di nuovo.
 Il progetto legalità mi è piaciuto molto perché mi ha fatto capire che
il bullismo è un fatto bruttissimo. Inoltre è pericoloso andare su siti come
Facebook, Youtube e Skype perché il bullismo si può manifestare anche
in rete. Però è anche utile andare su questi siti perché si può parlare con
persone lontane.
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