...

Diapositiva 1 - Istituto Tecnico "Buonarroti"

by user

on
Category: Documents
12

views

Report

Comments

Transcript

Diapositiva 1 - Istituto Tecnico "Buonarroti"
ISISS “Buonarroti”
18 marzo 2016
Bisogni educativi speciali
La valorizzazione dell'eterogeneità,della diversità
come valore aggiunto.
Argomenti del primo incontro
1 assetto normativo (breve)
2 integrazione/inclusione (ICF...)
3 BES /DSA (classificazioni)
4 chi fa che cosa....
5 PDP,PAI,CTS,CTI ( solo spiegazioni
degli acronimi )
6 analisi di un caso tipo /esempio U.D.A.
per i BES. Laboratorio
Chi sono i BES?
I bisogni educativi speciali sono una macrocategoria
pedagogica comprendente tutte le difficoltà educative e
dell’apprendimento la cui identificazione non avviene
necessariamente sulla base di un’eventuale certificazione
QUADRO NORMATIVO
• LEGGE 170/2010
DPR 122/2009 Regolamento sulla valutazione (Art.10)
OM Esami Stato 2012
Direttiva Bisogni Educativi Speciali 27 /12/2012
CM n 8 del 6 marzo 2013
LINEE GUIDA per la predisposizione di protocolli
regionali per individuazione precoce casi sospetti di DSA
24 /01/2013
Invalsi 2013/2014/2017 indicazioni operative
Modello di valutazione ICF
• Diagnosi di funzionamento secondo la classificazione
internazionale del funzionamento, approvata
dall’OMS nel 2001, SUPERA gli attuali modelli in uso
(DSM e ICD 10)
• MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE
• La disabilità viene definita come “la conseguenza o il
risultato di una complessa relazione tra la condizione
di salute di un individuo e i fattori personali e
ambientali che rappresentano la circostanza in cui
l’individuo vive”: RUOLO DEL CONTESTO
Laura Barbirato- Evelina
Chiocca BES 2013
Direttiva 27.12.2012
e CM 8 del Marzo 2013
Estende a tutti i BES quanto disposto dalla
Legge 170/2010 per gli alunni con DSA:
• Adattamenti metodologici e didattici,
strumenti compensativi e misure
dispensative, modalità di valutazione
personalizzate
• Redazione del Piano Didattico
Personalizzato
Fabiola Serino 2015
I DSA: un’emergenza educativa
Tra il 2,5 e il 3,5 % della popolazione in età
I DSA:evolutiva
un’emergenza
I DSA: un’emergenza
educativa educativa
e ilpopolazione
3,5 % della popolazione
in età evolutiva
Tra il 2,5 e il Tra
3,5 il%2,5
della
in età evolutiva
(per
lingua
italiana)
soffre
di DSA
(per
la lingua
italiana)
di DSA
(perla
la lingua
italiana)
soffre
di DSAsoffre
Abbassamento
del livello
Riduzione della
Abbassamento
del livello Riduzione
della
realizzazione
ABBASSAMENTO
del livello
realizzazione
scolasticodelle
conseguito
proprie potenzialità
scolastico conseguito
proprie delle
potenzialità
(drop-out)sociali,
(educative,
sociali,
scolastico
conseguito
(drop-out)
(educative,
lavorative). lavorative).
2011)
(Consensus (Consensus
Conference, Conference,
DSA,
2011) DSA,
RIDUZIONEdelle
proprie
potenzialità
(educative, sociali,
lavorative).
(Consensus Conference, DSA, 2011)
INCIDENZA di STUDENTI con DSA
nelle
SCUOLE SECONDARIE di 2° grado
2,6% negli istituti professionali
1,3 % negli istituti tecnici
0,7% nei licei
CHI FA CHE COSA
PEPER
•
Strumento per esplicitare la
progettualità della scuola
riguardante i BES è il Piano
Triennale dell’Offerta
Formativa(ptof)
Laura Barbirato- Evelina
Chiocca BES 2013
Il PTOF è inclusivo quando prevede
azioni ed interventi tesi a migliorare
la dimensione ordinaria del “fare
scuola” nell’ottica del dare risposte
precise ad esigenze individuali
LE STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE
PER IL POTENZIAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI
Il potenziamento e la stimolazione
delle abilità,
delle conoscenze,
delle competenze
come obiettivo didattico fondamentale
Favorire il successo formativo:
accoglienza, ascolto, accompagnamento
Predisporre un Protocollo Operativo di Accoglienza, in cui siano descritti i passaggi
previsti per accogliere l’alunno con DSA (documento condiviso e reso pubblico)
• ovvero, promuovere percorsi di accoglienza e di ascolto
• accompagnare l’alunno e la sua famiglia nel percorso di presa di coscienza della
condizione di ragazzo con BES
• curare:
• Incontri con la famiglia
• Il ruolo del docente
• Lavorare in classe / clima positivo
Ne parliamo?
In classe c’è un alunno
con difficoltà…
• … ne parliamo?
• Come?
http://www.scuolasancasciano.it/intercultura.htm
– promuovere momenti di dialogo (parlare di sé e del proprio “funzionamento”)
… confrontarsi con i compagni (dialogo)
… per operare serenamente e utilizzare gli strumenti
compensativi e le misure dispensative non come “privilegi”
ma in quanto utili per l’autonomia operativa dell’alunno
(successo formativo)
– promuovere reciprocità (empatia: mi metto nei tuoi panni e ti
capisco)
INCONTRI CON LA FAMIGLIA:
alleanza educativa
Alleanza educativa con la famiglia
• Accordo contrassegnato dalla reciprocità
(elaborandolo congiuntamente)
• PEI e PDP vengono firmati dalla famiglia per condivisione,
non per semplice presa visione
La famiglia è chiamata a seguire a casa il lavoro scolastico del figlio
• curando lo svolgimento dei compiti,
• sostenendo le attività di studio attraverso modalità quali la lettura vicariante, la
creazione di mappe e di schemi, l’esercitazione orale, ecc.)
• accompagnandolo nella ricerca e nella scoperta delle proprie modalità e stili di
apprendimento,
• cercando, insieme a lui e agli insegnanti, strade personalizzate efficaci
Possibili criticità: famiglie sofferenti
L’insegnante …
• Caratteristiche del singolo docente:
empatia, assenza di preconcetti,
professionalità nella didattica e nella
valutazione, capacità di gestione della classe,
conoscenza della tecnologia, creatività e fantasia
TUTTO IL CDC DEVE
Promuovere un lavoro sinergico in team
• Condividere -le strategie individuate e -la loro applicazione
• Definire e individuare i criteri di valutazione, gli strumenti
compensativi, le misure dispensative
• Progettare percorsi di autostima e condividere un contratto
educativo con la famiglia
• Promuovere e sostenere il confronto a livello interistituzionale
I DOCENTI
• Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):
3) (insieme ai colleghi) segnala alla famiglia il persistere di difficoltà
(nonostante gli interventi di recupero);
4) (insieme ai colleghi) prende visione della eventuale certificazione
diagnostica rilasciata dall’ASL o da enti accreditati;
5) (insieme ai colleghi) provvede alla documentazione dei percorsi
didattici individualizzati e personalizzati;
6) (previo accordo con i colleghi) si avvale di strategie educativodidattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;
7) (previo accordo in team) adotta misure dispensative/compensative;
8) (previa condivisione e accordo con i colleghi) predispone verifiche e
fa riferimento a criteri di valutazione coerenti;
9) (con i colleghi) effettua incontri con i colleghi del precedente e
successivo ordine o grado di scuola per “raccogliere informazioni
utili” o per comunicare il percorso scolastico dell’alunno (ponendo
attenzione anche alle dinamiche relazionali della classe)
Supporti dispensativi alle azioni
inclusive/integrative della scuola
Personalizzazione e Individualizzazione della didattica
Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669:
• comma 3, art. 4, Misure educative e didattiche:
«In un'ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti
adottano metodologie didattiche adeguate allo
sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo,
tenendo conto, nel rispetto della libertà d'insegnamento,
delle osservazioni di carattere scientifico contenute al
riguardo nelle allegate Linee Guida del luglio 2011».
La normativa vincola
e orienta la professionalità docente
Il principio metodologico della personalizzazione (v. Legge
53/2003, Moratti) si evolve con il Decreto Legislativo
59/2004, è ribadito nella Legge 170/2010, ed è esplicitato
nelle Linee Guida e nel DM applicativo:
D.M. 5669/11 … comma 1 dell’art. 4 :
«Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni
contenute nelle allegate Linee Guida, provvedono ad
attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il
successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA,
attivando percorsi di didattica individualizzata e
personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi
e misure dispensative».
GESTIONE DELLA CLASSE
Gestione della classe
• Compito dei docenti: dedicare tempo a “Fare la classe”
• operare secondo unitarietà di intenti (coerenza)
– Accordi in relazione al progetto formativo
– Accordo per la conduzione in aula
– Accordi su modalità di somministrazione delle verifiche
– Accordi su criteri di valutazione
Lavorare in classe
• Presupposto: ciò che “funziona” per l’alunno con BES, è
altrettanto efficace per gli altri
• Per l’insegnante: occasione per rivedere e riorganizzare
il proprio agire professionale
• Attivare e attuare strategie per:
• Valorizzare i punti di forza (intuizione, pensiero visivo e
creativo, divergente);
• Minimizzare quelli di debolezza (errori ortografici,
deficit nella memoria di lavoro, lentezza esecutiva, facile
affaticabilità, mancata autonomia nella lettura….).
Lavorare in classe
• Facilitare l’apprendimento attraverso …

il canale visivo: avvalendosi di organizzatori grafici,
come schemi, mappe, immagini, filmati e colori (molto utile la
lavagna interattiva multimediale);
 il canale uditivo (audiolibri, registrazioni, sintesi
vocale o lettore umano, libri di testo digitali);
Alcune misure:



aumento dei tempi di lavoro (compiti, esercitazioni, verifiche, ecc.);
riduzione del carico di lavoro (o suddiviso)
modalità di verifica prevalentemente orale, con
facilitazioni
Lavorare in classe
Ipotesi per una lezione efficace
• Iniziare l’attività con una sintesi della lezione precedente, coinvolgendo
tutti con domande flash;
• Avvalersi del “brainstorming” visivo e grafico per “orientarsi” nelle
informazioni (creando “Mappa della lezione” da seguire durante le
attività);
• variare azioni e contenuti, sollecitando diverse abilità, affinché ciascuno
possa trovare il suo spazio e favorire la motivazione;
• ogni tanto interrompere e fare sintesi dei contenuti;
• riprendere e ripetere in modi diversi i concetti più importanti (controllare
spesso se gli alunni seguono … se è chiaro il percorso);
• prediligere strategie di apprendimento cooperativo, come il cooperative
learning o il lavoro a coppie, in cui le capacità cognitive dell’alunno con
BES possano esprimersi nell’interazione con i compagni, incaricati di
fungere da mediatori per le strumentalità di base;
• fornire materiale registrato per riascoltare la lezione
STRATEGIE di insegnamento
Evitare / Evitare di
• Lezioni esclusivamente frontali
• Lunghe spiegazioni
• Copiare dalla lavagna o dal
foglio
• Le consegne e le verifiche in
corsivo o con caratteri piccoli
• Porre l’accento sugli “errori”
• Marcatori di diversità
• Far uscire l’alunno per andare in
aule “separate” …
• gruppi di “livello”
Favorire / Sostenere / Promuovere
• Lezioni interattive
• Riflessioni e condivisioni fra gli
alunni
• Fornire materiale fotocopiato
• Se necessario, prediligere il
carattere stampatello maiuscolo
• Depenalizzare l’errore (meglio
individuare i processi cognitivi e i
ragionamenti sottesi)
• Compensare
STRATEGIE di insegnamento
Favorire / Sostenere / Promuovere
• … il canale visivo (video, schemi e mappe concettuali)
• … stimolare gli altri canali (uditivo, cinestetico, verbale)
• … educazione di decodifica delle immagini (programmi televisivi, film , ecc.)
Ambiente aula
Evitare
• Ambienti dispersivi e
cartelloni con scritte a
caratteri misti.
• La posizione in ultima fila
in classe (o nelle ultime
file)
Favorire / Sostenere / Promuovere
• Ambienti con stimoli adeguati e strutturati
• Alle pareti appendere cartelloni
“schematici”, scritti in “stampatello
maiuscolo”
• Posto in aula: nelle prime file … di fronte
alla lavagna
CREARE “ambienti di apprendimento” in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato,
sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, adotti stili di attribuzione positivi.
STRATEGIE di insegnamento
Evitare
• Di esporre l’alunno pubblicamente
senza un riscontro positivo
(pertanto “prepararlo)
• Richieste senza avere
precedentemente concordato (es.
interrogazioni)
• Espressioni negative o di dissenso
esplicite e/o forti
• Espressioni del tipo: “Avete capito?”
• Espressioni secche come: “Guarda
meglio!” …
Favorire / Sostenere / Promuovere
• La partecipazione alla vita della
classe
• Interrogazioni programmate e
attività in classe preventivamente
comunicate all’alunno
• Apprezzare i suoi contributi
• Apprezzare e stimare esiti positivi
• “Mi sono spiegato?”
• Optare per: “dove, cosa, come, a che
fine, con quale prospettiva guardare”
… (porsi come facilitatori)
In classe …
Valutare i contenuti, evitando di considerare gli errori di compitazione.
Ricordare che all’allievo con BES serve un tempo maggiore per eseguire i
compiti a casa (assegnarne in misura minore; raccordarsi con la famiglia)
Aumentare il tempo da dedicare ai compiti e alle attività didattiche in aula
(lasciare più tempo per organizzare i pensieri; lasciare più tempo per
completare il lavoro).
Individuare punti di forza
Individuare le attività in cui la prestazione è positiva e sostenerla.
Evitare di esprimere considerazioni come “lento, pigro, stupido”.
Evitare il confronto con i compagni.
Evitare di far copiare dalla lavagna
Evitare la lettura ad alta voce in classe, a meno che non sia lui stesso a
chiederlo. Se possibile, fare in modo che possa preparare il testo o parte di esso
in anticipo, in modo da proporre alla classe una lettura scorrevole e sicura.
Le abilità vanno giudicate sulla base delle risposte orali (dare minore, scarso o
nullo rilievo alle prove scritte).
3. Gli obiettivi e i metodi
• In merito agli obiettivi del programma didattico, non sono previste deroghe
per i BES a parte le disabilità;
• considerare che l’apprendimento “costa grande fatica” per l’alunno con BES;
• considerare che questa fatica perdura fin dall’inizio del percorso scolastico;
• assicurare massima libertà e flessibilità ai modi di apprendere.
• fissare obiettivi concreti e realistici
• verificare l’adeguatezza del materiale didattico (es. per la lettura: il lessico, la
struttura sintattica e l’aspetto grafico, che non deve essere troppo “pieno”);
• utilizzare software didattico compensativo, come la sintesi vocale, i libri
digitali, gli audiolibri; i libri di lettura in CD (testi narrativi) disponibili nelle
librerie e presso le biblioteche pubbliche, dizionari digitali, software specifici;
• rammentare che i testi scolastici in adozione hanno una versione digitale (da
richiedere alla casa editrice).
• porre attenzione alla tipologia e al livello delle verifiche.
• porre attenzione alle consegne verbali (attenzione alle consegne “multiple”,
accertarsi che siano state comprese correttamente: “Scrivete in alto a destra”,
“Riportate questa parola nella colonna di sinistra”).
• P.A.I. = parte integrante del PTOF
• P.A.I. = non un documento per alunni BES ma
strumento di progettazione della propria offerta
formativa in senso inclusivo
• P.A.I. = Linee guida dell’istituto scolastico per
l’inclusione:
• Obiettivi di miglioramento
• Gestione delle classi
• Organizzazione dei tempi e degli spazi
• Gestione delle relazioni
• P.A.I. = non sostituisce le richieste di organico di
sostegno (risorse attribuite in relazione alla L.111 / 2011)
• P.A.I. = parte integrante del PTOF
• P.A.I. = non un documento per alunni BES ma
strumento di progettazione della propria offerta
formativa in senso inclusivo
• P.A.I. = Linee guida dell’istituto scolastico per
l’inclusione:
• Obiettivi di miglioramento
• Gestione delle classi
• Organizzazione dei tempi e degli spazi
• Gestione delle relazioni
• P.A.I. = non sostituisce le richieste di organico di
sostegno (risorse attribuite in relazione alla L.111 / 2011)
Fine primo modulo
Esami finali per alunni con
Bisogni Educativi speciali
Dalla Circolare : «Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il
Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente,
verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni
pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso»
Per gli alunni con BES che non si riconducono a DSA
"I consigli di classe, programmando PDP con misure dispensative e
strumenti compensativi a favore di alunni privi della diagnosi di cui
all'art. 3 della legge n. 170, devono essere consapevoli che in sede di
esami di Stato, concorsi, ammissione all'università, esami per la patente
ecc. i diritti derivanti dalla legge n. 170 possono essere riconosciuti solo
agli alunni con le tipologie di disturbo di cui all'art. 1 della stessa legge".
1. Suggerimenti
• Il ruolo del docente è fondamentale per rilevare la presenza del
le difficoltà e per attivare precocemente interventi efficaci.
• Non sottovalutare le difficoltà dell’alunno. Nel caso di dubbi,
è bene suggerire alla famiglia una valutazione presso
specialista o centro diagnostico convenzionato.
• Non tutti gli allievi/le allieve con BES sono uguali.
• Far capire allo studente che si è attenti al suo funzionamento e
si è disponibili all’aiuto.
• I BES comportano una diversa organizzazione (anche
neurologica, es. DSA) e un diverso stile di apprendimento.
• Agire in maniera coordinata con gli operatori sanitari e i
genitori.
2. In classe …
• Valutare i contenuti, evitando di considerare gli errori di compitazione.
• Ricordare che all’allievo con BES serve un tempo maggiore per eseguire i
compiti a casa (assegnarne in misura minore; raccordarsi con la famiglia)
• Aumentare il tempo da dedicare ai compiti e alle attività didattiche in aula
(lasciare più tempo per organizzare i pensieri; lasciare più tempo per
completare il lavoro).
• Individuare punti di forza
• Individuare le attività in cui la prestazione è positiva e sostenerla.
• Evitare di esprimere considerazioni come “lento, pigro, stupido”.
• Evitare il confronto con i compagni.
• Evitare di far copiare dalla lavagna
• Evitare la lettura ad alta voce in classe, a meno che non sia lui stesso a
chiederlo. Se possibile, fare in modo che possa preparare il testo o parte di esso
in anticipo, in modo da proporre alla classe una lettura scorrevole e sicura.
• Le abilità vanno giudicate sulla base delle risposte orali (dare minore,
scarso o nullo rilievo alle prove scritte).
Interventi pedagogico-didattici
Didattica Individualizzata e Personalizzata
D.M. 5669/11 … comma 2 dell’art. 4:
• «I percorsi didattici individualizzati e personalizzati
articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle
indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo
ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento
dell’alunno e dello studente, adottando proposte di
insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e
potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo».
PIANO
DIDATTICO
PERSONALIZZATO
Linee Guida 3.1 Documentazione dei percorsi didattici
La scuola predispone …
un documento che deve contenere almeno le seguenti voci, articolato per le
discipline coinvolte dal disturbo:
•
•
•
•
•
•
•
… dati anagrafici dell’alunno;
… tipologia di disturbo;
… attività didattiche individualizzate;
… attività didattiche personalizzate;
… strumenti compensativi utilizzati;
… misure dispensative adottate;
… forme di verifica e valutazione personalizzate.
… fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola
eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche
autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.
Linee Guida
3.1 Documentazione dei percorsi didattici
• Sulla base della documentazione riportata nel
Piano Didattico Personalizzato, nei limiti della
normativa vigente, vengono predisposte
– le modalità delle prove in corso d’anno o a fine
Ciclo.
– le modalità delle verifiche in corso d’anno o a
fine Ciclo.
Fabiola Serinop 2015
.
Piano Didattico Personalizzato
 Chi lo elabora?
 Consiglio di classe o Team docenti
(tutti gli insegnanti della classe)
 … viene concordato con la famiglia, alleato
privilegiato: la famiglia deve partecipare “attivamente
al progetto formativo della scuola”.
«Ciascun insegnante della classe procede, in collaborazione dei
colleghi, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e
personalizzati previsti; attua strategie educativo-didattiche di
potenziamento» (Linee Guida)
Caratteristiche del PDP
• strumento di garanzia del diritto allo studio
– Promuove e assicura continuità didattica
– Formalizza: cioè documenta le attività scolastiche
– Programma: progetta modalità didattiche
• strumento flessibile
– Modificabile quando e se necessario
• strumento di CONDIVISIONE  >
 > raccordo e collaborazione interistituzionale
– Famiglia, specialisti, scuola
Cfr. (a cura di) Chiocca E., Strumenti di supporto per studenti con disturbi specifici di apprendimento e deficit di attenzione e iperattività (Forum-Media, edizioni)
Compiti
-Esplicitare - Formalizzare
- Condividere - Progettare
- Documentare
- Promuovere
Documentare i percorsi didattici:
il Piano Didattico Personalizzato
introdotto dall’art. 5 del D.M. 12 luglio 2011, n. 5669,
impostato dalle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con
Disturbi Specifici di Apprendimento.
• Normativa di riferimento
Legge 170/2010
Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669
Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e
degli studenti con DSA (12.7.11)
Legge 107/2015 ART 4 COMMA 1
Piano Didattico Personalizzato
• art. 5 del DM 5669/11 stabilisce che il Piano
Didattico Personalizzato deve elencare:
– gli strumenti compensativi e
– le misure dispensative che la scuola
intende adottare a favore
dello studente.
• È compilato dagli insegnanti
componenti il Team Docente
o il Consiglio di Classe
• Entro 3 mesi dall’avvio delle attività didattiche
• … concordato con la famiglia, alleato privilegiato
L
Piano Didattico Personalizzato
• art. 5 del DM 5669/11 stabilisce che il Piano
Didattico Personalizzato deve elencare:
– gli strumenti compensativi e
– le misure dispensative che la scuola
intende adottare a favore
dello studente.
• È compilato dagli insegnanti
componenti il Team Docente
o il Consiglio di Classe
• Entro 3 mesi dall’avvio delle attività didattiche
• … concordato con la famiglia, alleato privilegiato
FASI DI ELABORAZIONE
Sintesi dei passaggi essenziali
• fase consultiva: raccolta delle informazioni e
definizione del profilo di partenza
• fase di raccordo: obiettivi educativi condivisi
• fase di progettazione: programmazione
individualizzata e personalizzata, con indicati gli
strumenti compensativi e le misure dispensative
adottate e definizione dei criteri di valutazione
• fase della valutazione: a) analisi intermedia
b) analisi finale.
Fabiola Serino 2015
Bibliografia e Approfondimenti
• Chiocca (a cura di) Strumenti di supporto per alunni e studenti con DSA e ADHD, Forum
Media, Verona, 2010, acquistabile solo on line sul sito della casa editrice.
• Stella G., Grandi L., 2012, Come leggere la Dislessia e i DSA. Guida base, Ed. Giunti
Scuola, Firenze.
• Gomez F., (a cura di), 2009, Corporeità, didattica e apprendimento. Le nuove
neuroscienze dell’educazione, Edisud, Salerno.
• Corrnoldi C., 1999, Le difficoltà di apprendimento a scuola, Editrice il Mulino, Bologna.
• AA.VV., Test per la scuola. Valutare e potenziare l’apprendimento. (collana della ed.
Giunti, Firenze, 2009)
• De Bono E., 2001, Creatività e pensiero laterale, Ed. BUR Biblioteca Universale Rizzoli,
Milano.
• De Bono E., 2000, Il pensiero laterale. Come diventare creativi, Ed. BUR Biblioteca
Universale Rizzoli, Milano.
• De Bono E., 2007, Una bella mente, Centro Studi Erickson, Trento.
• D’Alonzo:, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Ed. Giunti, Firenze,
2012.
Tutto quello che non so
L'ho imparato a scuola !
Ennio Flaiano
Fly UP