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Presentazione di PowerPoint - Parrocchia San Francesco di Assisi

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Presentazione di PowerPoint - Parrocchia San Francesco di Assisi
III dom. di Pasqua - B
Lc 24,35-48
Mentre essi
parlavano
Gesù
in persona
apparve
in mezzo a loro
e disse:
“Pace a voi”.
Signore, noi ti cerchiamo e desideriamo incontrarti,
come i primi testimoni della tua resurrezione.
Ti cerchiamo nelle Scritture che ci parlano di te:
apri la nostra mente a comprendere la Parola
che sola può dissipare i dubbi
che ancora sorgono nel nostro cuore.
Quante volte anche noi, incapaci di riconoscerti,
ti abbiamo rinnegato!
Ti cerchiamo nei volti e nella storia di fratelli e sorelle:
aiutaci a vedere le impronte della tua passione
sui loro corpi e nei loro cuori sofferenti.
Non lasciarci esitanti e turbati:
la tua presenza infonda in noi la pace;
il tuo Spirito rischiari il nostro sguardo
e ci renda gioiosi testimoni del tuo amore.
Lc 24, 35In quel tempo, (i due discepoli che erano ritornati da
Emmaus) narravano (agli undici e a quelli che erano con loro) ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto
nello spezzare il pane. 36Mentre essi parlavano di queste cose,
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38
Ma egli disse loro: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi
nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono
proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e
ossa come vedete che io ho". 40Dicendo questo, mostrò loro le
mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed
erano pieni di stupore, disse: "Avete qui qualche cosa da
mangiare?". 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo
prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: "Sono queste le
parole che vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si
compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi". 45Allora aprì loro la mente per comprendere le
Scritture 46e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà
dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i
popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da
Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni".
Dalla Domenica di Pasqua
alla Domenica di Pentecoste
PASSAGGIO (Pasqua)
dalla Pasqua celebrata…
…alla Pasqua vissuta.
La Pasqua
è il fondamento della fede cristiana.
Il tempo pasquale prolunga nel tempo dell’uomo la
memoria di questo evento, attraverso i cinquanta giorni e
in seguito, ogni domenica dell’anno.
Le letture liturgiche di questo “tempo di Pasqua” parlano
di compimento, di pienezza. È assente l’Antico
Testamento, poiché il tempo della profezia è superato
dalla Pasqua di Gesù, mentre i testi del Nuovo Testamento
sono presenti come il “fondamento” della nuova vita della
comunità della Chiesa.
I Vangeli ci presentano gli incontri dei discepoli con il
Risorto, la prima lettura è una lettura continuata degli Atti
degli Apostoli, e la seconda propone i valori legati alla
fede nel Cristo risorto.
Gli incontri con il risorto e i primi passi della comunità
cristiana segnano, soprattutto a partire dalla Pentecoste, la
nascita e la missione della Chiesa. Essa sa di non essere
lasciata sola, ma di essere sempre guidata e assistita dallo
Spirito del Risorto, dalla sua presenza in “mysterio”, ossia
attraverso i segni sacramentali.
In questo cammino – segnato dalla gioia dell’andare,
ma anche dalla fatica – viene incontro il Signore.
È il giorno di Pasqua e Luca nel cap. 24 racconta
varie esperienze/reazioni della comunità di fronte
alla Resurrezione di Gesù. In questo brano, in
particolare è raccontata la parte finale del giorno di
Pasqua, che ha queste tappe:
24,1-12:
Le donne e Pietro al sepolcro aperto.
24,13-35: I discepoli di Emmaus.
24,36-48: Apparizione agli undici e agli altri.
24,49-53: Promessa del dono dello Spirito e
ascensione di Gesù.
Dopo il racconto di Giovanni della scorsa domenica,
ascoltiamo oggi la narrazione con cui il Terzo evangelista
presenta l’apparizione del risorto ai discepoli il giorno
stesso di Pasqua (Lc 24,35-48).
La scena segue immediatamente l’episodio dei discepoli
di Emmaus con cui si intreccia, al punto che la pericope
liturgica è costretta a introdurre nel testo alcune
precisazioni per renderne comprensibile la lettura.
I due di Emmaus, infatti, tornano velocemente
a
Gerusalemme con l’entusiasmo di chi ha fatto un grande
incontro e vuole subito comunicarlo ad altri: ma trovano
che anche i discepoli già sanno la grande notizia. Luca
infatti al v. 34 mette sulle loro labbra un’antica formula di
fede apostolica: “Davvero il Signore è risorto ed è
apparso a Simone”.
* v. 35:
In quel tempo, di ritorno da Emmaus, i due
discepoli narravano ciò che era accaduto
lungo la via e come l'avevano riconosciuto
nello spezzare il pane.
L’evangelista sottolinea ancora una volta i temi del
cammino e del riconoscimento, che tanto gli stanno a
cuore e che ora riprende con questo nuovo racconto.
Spezzare il pane (in greco klàsis tu’ àrtu; reso in latino
fractio panis) è il temine tecnico più antico, adoperato
dalla comunità cristiana per indicare la celebrazione
eucaristica, e deriva dalla prassi giudaica di iniziare il
pasto con tale gesto orante, riferito a Gesù, richiama il
gesto simbolico da lui compiuto nell’ultima cena,
alludendo alla propria vita “spezzata e data”.
* v. 36:
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in
persona stette in mezzo a loro e disse:
"Pace a voi!".
Come era capitato lungo la via per Emmaus (24,15), così ora si
ripete nel cenacolo: mentre i discepoli stanno parlando delle loro
esperienze, “egli stesso” (aùtos, senza il nome proprio) “stette in
mezzo a loro”.
Come in Gv 20,19.26, anche Luca adopera un semplice verbo
(éste) per indicare la presenza di Gesù , che in piedi si colloca al
centro del gruppo: evita così ogni particolare di apparizione
miracolosa. Ancora come in Gv 20,19.21.26, anche Luca riporta il
saluto iniziale di Gesù nella forma di “Pace a voi”.
Pace (shalom) era il classico saluto giudaico, qui la “pace”
rappresenta l’evento messianico stesso e ai discepoli viene
comunicato l’effetto dell’opera compiuta dal Messia nella sua
pasqua di morte e risurrezione.
* v. 37:
Sconvolti e pieni di paura, credevano di
vedere un fantasma.
Aggiunta di Luca rispetto a Giovanni.
Fantasma/pneuma per indicare uno “spirito”.
Credevano di vedere una realtà incorporea. Si vuole insistere
sula realtà fisica del corpo di Cristo risorto: si vuole affermare
oltre ogni incertezza che la risurrezione di Gesù è avvenuta nel
“suo vero corpo”.
* vv. 38-39:
Ma egli disse loro: "Perché siete turbati, e perché
sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie
mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa
come vedete che io ho".
Le parole di Gesù chiariscono la reazione dei discepoli: il
dubbio (dialoghismòs) evoca ragionamenti e scambi verbali,
per dire che il tanto parlare di quell’evento avevano fatto
non fosse sufficiente a comprenderlo ed accettarlo (24,17) .
Come in Gv 20,20, anche Luca sottolinea il riferimento alle
mani e ai piedi del Risorto, esse sono le parti del corpo che
recano i segni della condanna a morte e il suo superamento.
Dialoghismòs: pensieri inquieti che nella tradizione monastica
dei Padri del deserto rappresentano gli idoli più potenti
contro i quali il credente è chiamato a condurre la propria
lotta spirituale.
* vv. 40-41:
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i
piedi. Ma poiché per la gioia non
credevano ancora ed erano pieni di
stupore, disse: "Avete qui qualche cosa
da mangiare?".
FONDAMENTALE
è l’identità del crocifisso con il RISORTO:
la RISURREZIONE infatti non è altro
rispetto alla storica vicenda vissuta da Gesù,
bensì la sua ripresa trasfigurata dalla potenza divina.
* vv. 42-43
Gli offrirono una porzione di pesce
arrostito; egli lo prese e lo mangiò
davanti a loro.
Il Risorto non è un fantasma /pneuma, ma ha “carne e ossa”,
addirittura prende una porzione di pesce arrostito e lo mangia
davanti a loro.
Non credevano perché erano troppo contenti, Luca vuole
aiutare il lettore a superare i vari dubbi che l’annuncio della
risurrezione poteva comportare, soprattutto in ambiente
ellenista.
Egli stesso mangiò con loro (At 10,41): da questa condivisione
della mensa con il Risorto nacque per la comunità cristiana la
prassi eucaristica, come reale – anche se sacramentale –
continuazione dell’originale “mangiare con il risorto”.
* v. 44
Poi disse: "Sono queste le parole che vi dissi
quando ero ancora con voi: bisogna che si
compiano tutte le cose scritte su di me nella
Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".
Al vertice dell’incontro sta la Parola di Gesù che spiega il
senso di ciò che è avvenuto, richiamando le parole (hoi
lògoi) che aveva già rivolto loro durante la vita terrena,
ma che i discepoli non avevano ancora accolto e capito.
Per la terza volta nel capitolo 24 torna la parola “bisogna”
(7.26.44), per sottolineare la necessità teologica del
“veramente necessario”.
* v. 46
e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e
risorgerà dai morti il terzo giorno…
La Bibbia offre la via percorribile per comprendere il
significato di ciò che è capitato al Messia Gesù.
Questa frase non si trova in nessun testo biblico, esprime la
sintesi del messaggio teologico che si può ricavare dalla
meditazione sull’Antico Testamento.
Luca si è formato all’interno delle prime comunità cristiane
attraverso lo studio delle Scritture, rilette nella prospettiva
dell’annuncio apostolico.
* v. 45
Allora aprì loro la mente
per comprendere le Scritture.
Tra i due discorsi di Gesù, vv. 44 e 46, Luca inserisce questa
frase esplicativa per affermare che solo la grazia e la
potenza del risorto possono “aprire” la mente umana e
permettere di capire in profondità la Bibbia, in quanto parola
e progetto di Dio: solo la presenza di Cristo in mezzo alla
assemblea eucaristica dei discepoli rivela loro lungo i secoli
il senso delle scritture rivelate, attraverso di loro, a tutti gli
uomini.
* vv. 47-48
e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli
la conversione e il perdono dei peccati,
cominciando da Gerusalemme.
Di questo voi siete testimoni".
In forza di tale incontro e di tale comprensione, gli apostoli
diventano “testimoni” (màrtyres) di un evento che parte da
Gerusalemme,
ma
riguarda
tutta
l’umanità,
chiede
cambiamento di mentalità (metànoia) e offre il perdono dei
peccati.
“Come il vino non può conservarsi in
vasi di argento o di oro, ma solo nel vile
dei recipienti, quello di argilla, così la
parole della Torah non sono conservate
e custodite da chi si ritiene un vaso
d’oro e d’argento, ma solo da colui che
stima
se
stesso
come
l’ultimo
recipienti”
(Sifrè Deutoronomio)
dei
La buona notizia non schiaccia, non fa
violenza; essa si propaga ad onde,
irradiandosi nella comunità a partire da
testimonianze che richiedono l’adesione
del cuore ed il ricordo delle scritture,
prima che il consenso della ragione.
Preghiamo con Lc 24,35-48
Signore,
donaci la tenacia del camminare
verso le vette della vita, alla luce
dell'unica Parola che salva.
Spesso preferisco fermarmi e
restare accanto alla tomba
di ogni morte interiore.
Altre volte mi incammino come
un viandante nei sentieri
del non senso.
Aiutami ad inoltrarmi più spesso
nei sentieri dell'amicizia e
dell'incontro. Aiutami a
condividere la meraviglia
dell'amore umano, la gioia delle
persone meravigliose che mi
vivono accanto. Aiutami a
frequentare non la periferia della
loro esistenza, ma i loro varchi
segreti, lì dove il loro cuore
abbraccia e sperimenta
la tua tenerezza di Padre.
Ti ringrazio, Signore!
Tu non smetti di donarmi
il tuo volto risorto.
Grazie per la voglia di esplorare
che ancora metti nel mio cuore,
a volte stanco e provato,
altre volte pieno di entusiasmo
per Te e per la sorte dei fratelli.
La mia vita e quella della nostra
comunità possa essere sempre
una piccola fiamma accesa
nel buio della ricerca umana,
un calore che si espande lì dove
il gelido vento del male distrugge
e distoglie dagli orizzonti della
Bellezza, per narrare al mondo la
stupenda avventura dell'amore:
quell'amore che sa spendersi per
incarnare il sorriso di Dio! Amen.
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