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Esempio (AFC + CFP)

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Esempio (AFC + CFP)
Sono pochi i lavori che si associano tanto strettamente alla libertà
e alla natura selvatica quanto l’abbattimento degli alberi. Soprattutto in autunno e in inverno, questo
rappresenta il compito principale
dei selvicoltori e degli addetti selvicoltori. Essi valutano gli alberi
in base alla specie, alle dimensioni e all’ubicazione sul terreno,
in modo da poter determinare la
loro direzione di caduta e sbarrare l’area circostante. Abbattono
l’albero con motoseghe e, all’occorrenza, con l’ausilio di argani. In
primavera e in estate si occupano
prevalentemente della cura del
bosco giovane: eliminano malerbe,
cespugli e alberi che sono d’ostacolo, affinché gli alberi più vitali
ottengano spazio e luce a sufficienza per crescere. Con speciali
recinzioni, proteggono inoltre gli
alberi giovani dalla brucatura della
selvaggina. Ma non è tutto: questi
professionisti curano i margini del
bosco e i sentieri, si occupano del
consolidamento di pendii e corsi
d’acqua e della costruzione di ripari
valangari. Si tratta di un lavoro duro
ed esposto alle intemperie. Le attività non sono esenti da rischi, il rispetto delle norme di sicurezza e un
modo di lavorare quanto mai attento hanno perció priorità assoluta.
SELVICOLTORE/SELVICOLTRICE AFC
ADDETTO SELVICOLTORE/ADDETTA SELVICOLTRICE CFP
Ritratto
Abbattere alberi monumentali,
curare alberi giovani
Batja-Lynn Kübler, 20 anni
Al 3° anno di formazione
come selvicoltrice AFC
Batja-Lynn Kübler sta esaminando
meticolosamente un faggio di
90 anni, alto quasi 30 metri:
il fusto è diritto? Potrebbe
essere marcio all’interno? L’albero ha una struttura normale e
appare sano, dunque l’aspirante
selvicoltrice può abbatterlo
secondo la normale procedura.
Con la motosega, Batja-Lynn Kübler esegue
una tacca profonda nel tronco, nella direzione esatta in cui l’albero dovrà cadere. L’angolo della tacca deve essere di almeno 45 gradi
«altrimenti c’è il rischio che l’albero non cada
in modo preciso». Una volta eseguita la tacca,
l’apprendista selvicoltrice si posiziona con la
schiena verso l’albero e controlla un’ultima
volta la direzione di caduta.
Segare con precisione
A questo punto Batja-Lynn inizia a segare
dalla parte opposta dell’albero, facendo attenzione a non tagliare fino alla tacca. Sarebbe
infatti troppo pericoloso. L’albero è quindi
fatto cadere con l’ausilio di un cuneo idraulico, che l’aspirante selvicoltrice può spingere
sempre più in profondità nel taglio con movimenti di pompaggio. «Usiamo questo utensile
solo per gli alberi di grandi dimensioni. Per
quelli di piccole dimensioni introduciamo un
normalissimo cuneo d’alluminio battendolo
con una mazza», spiega. Non appena il cuneo
raggiunge la profondità necessaria, l’albero
cade al suolo con grande fragore, esattamente
nella direzione prevista.
Sempre in due
Insieme al suo collega, la giovane inizia
immediatamente a rimuovere i rami con la
motosega: questa fase di lavoro è detta sramatura ed è parte dell’allestimento. Dal canto suo, il collega è stato presente per tutto il
tempo: ha sorvegliato la strada sottostante ed
è rimasto in contatto permanente con BatjaLynn via radio. «Per l’abbattimento di albe-
ri siamo sempre almeno in due, non ci sono
eccezioni!»
Ora il tronco è trasportato con un argano fino
a un deposito provvisorio. «Probabilmente
ne ricaveranno trucioli o legna da ardere»,
ipotizza l’apprendista. Le segherie sono poco
interessate a questo tipo di legname: «Il faggio si vende a un prezzo piuttosto basso, la
concorrenza dall’estero è troppo grande.»
Questo è uno dei motivi che hanno indotto
l’azienda forestale pubblica presso la quale
lavora la futura selvicoltrice a cercare nuovi sbocchi, ad esempio costruendo tavoli di
legno o staccionate, oppure collaborando alla
costruzione di un ponte di legno per un corso
d’acqua.
Favorire la crescita
Chi intende sfruttare un bosco dal punto di
vista economico, deve permettere la crescita
degli alberi giusti. Per tale motivo Batja-Lynn
e il suo collega si trovano ora nel mezzo di
una perticaia, ossia un’area coperta di giovani alberi con fusti di diametro inferiore a
20 cm. Valutano la qualità di crescita e l’ubicazione, localizzando alberi con sviluppo di
rami nella parte più alta del fusto. In seguito
decidono quali alberi giovani possono essere mantenuti e quali vanno abbattuti. Anche
l’abbattimento di alberi di grandi dimensioni
rientra tuttavia nella cura del bosco giovane.
«Eliminiamo soprattutto gli alberi che impediscono alle giovani piante di ricevere la luce
di cui necessitano per crescere», spiega la
ragazza.
Batja-Lynn è soddisfatta della sua scelta professionale. Ma non le dispiacerebbe se nella
sua classe della scuola professionale ci fossero un paio di ragazze in più. «In realtà questa
professione è perfettamente adatta a qualsiasi donna con una buona condizione fisica.»
Ritratto
Bosco di protezione
per le prossime generazioni
Matthias Lauber lavora come
selvicoltore in una valle in alta
montagna, dove le condizioni
sono diverse rispetto a quelle in
pianura. Anche i compiti sono in
parte differenti: qui i selvicoltori
si occupano spesso delle infrastrutture turistiche e dei ripari
valangari.
Matthias Lauber, 29 anni
Selvicoltore AFC
abeti rossi. Gli alberi non sono scelti a caso.
«Questo abete per esempio era già cavo all’interno!», afferma. A breve termine ciò non è un
problema per l’albero: «Le sostanze nutritive
sono comunque trasportate solo negli strati
più esterni del legno. Il fatto che sia cavo ne
compromette tuttavia la stabilità e l’albero
potrebbe cadere.»
Magazzino e formazione
Fino a questa zona rocciosa, Matthias Lauber
non aveva avuto particolari difficoltà ad allargare il sentiero di montagna con un piccolo
escavatore e alcuni attrezzi manuali. Ma ora,
senza esplosivo non si va avanti. «Praticheremo dei fori nella roccia per collocarvi l’esplosivo», spiega il selvicoltore.
In attesa dell’elicottero
A tale scopo, a lui e ai suoi colleghi serve un
compressore, un apparecchio pesante che in
questo momento si trova dall’altro lato della
valle. Per trasportare il macchinario in queste
zone impervie c’è un’unica soluzione: l’elicottero. Al momento, però, le nuvole basse e la
pioggia rendono impossibile l’arrivo dell’aeromobile. Proprio mentre stanno decidendo se
rinviare il trasporto e ritornare al magazzino,
avvertono un rombo cadenzato: l’elicottero è
arrivato, preleva il compressore e lo trasporta nel punto desiderato. Rapidi, Matthias e i
suoi colleghi aiutano il copilota a staccare il
compressore dalla fune. Dopo due minuti lo
spettacolo è finito, l’elicottero se n’è andato.
Anche Matthias deve passare ad altro e lascia
che siano i colleghi a occuparsi dell’esplosione: ora deve concentrarsi sul bosco giovane.
Minuscoli alberelli
con una grande missione
Per recarsi sul luogo del prossimo intervento,
il selvicoltore deve percorrere strette stradine di montagna a bordo del suo fuoristrada.
Infine, dopo avere camminato per una ventina
di minuti lungo un sentiero forestale, giunge
ai ripari valangari. In mezzo a queste enormi
recinzioni di legno Matthias pianta minuscoli alberelli in piccole conche protettive. «Tra
circa 80 anni questi ripari valangari cominceranno a cedere. A quel punto, gli alberi che sto
piantando saranno però grandi a sufficienza
per proteggere i villaggi della valle contro le
valanghe», spiega.
Il selvicoltore trascorrerà il resto della giornata in un’area di taglio, abbattendo grandi
Talvolta Matthias lavora nel magazzino. «Produciamo legna da ardere, tavoli di legno,
panche, fontane o strutture per l’arrampicata.» Il selvicoltore precisa tuttavia: «Io lavoro
soprattutto all’aperto, il magazzino è di competenza dei miei colleghi più anziani.»
Nella sua azienda Matthias è responsabile
degli apprendisti. Soprattutto in inverno, è
perciò spesso fuori sede. «Quando qui c’è tanta neve, non abbiamo molto da fare. Dunque
i nostri apprendisti vanno a lavorare presso
un’azienda partner sull’altipiano, dove abitano. Mi reco da loro regolarmente e verifico che
stiano bene e che facciano progressi sul lavoro.» Il selvicoltore ama molto questo aspetto
della sua professione e svela: «Intendo seguire un perfezionamento per diventare istruttore ai corsi interaziendali.»
Prospettive
Un lavoro duro con un grande
potenziale di sviluppo
Le aziende forestali sono solitamente gestite
da Cantoni o Comuni. Esistono tuttavia anche
varie aziende forestali private che lavorano
su mandato di Comuni e di privati. Le aziende impiegano in genere da tre a dieci collaboratori.
Ogni anno si formano oltre 300 professionisti, tra selvicoltori e addetti selvicoltori. Sono
disponibili posti di tirocinio in tutte le regioni
della Svizzera e, nella maggior parte di queste, i posti di tirocinio sono molto ambiti e
sono occupati rapidamente. Talune aziende si
riuniscono in reti di aziende formatrici e formano insieme gli apprendisti. Per le aziende
in zone montane, ad esempio, ciò presenta il
vantaggio di permettere alle persone in formazione d’acquisire la necessaria esperienza nell’abbattimento in aziende di pianura,
quando ad alte quote c’è troppa neve.
Specialisti ricercati
L’attività dei selvicoltori varia secondo la stagione. Il taglio del legname si esegue principalmente in inverno, quando gli alberi non
sono nella fase di crescita. In estate questi
professionisti si dedicano alla cura del bosco
giovane, alla manutenzione dei sentieri e ad
altri lavori forestali. In montagna la situazione è diversa: gli alberi si abbattono in primavera, quando c’è meno neve.
Da qualche tempo il numero delle persone impiegate in questo settore è in leggera
diminuzione, questo anche a causa del calo
dei prezzi del legname. Ciononostante, le
possibilità di sviluppo per i selvicoltori sono
molteplici. Il perfezionamento più gettonato
è quello che permette di diventare forestale SSS. Ci sono inoltre alcuni attestati professionali federali specifici del ramo (vedi
sezione dedicata alla formazione e al perfezionamento). Attualmente, la domanda di
professionisti nel settore forestale è superiore all’offerta, di conseguenza i selvicoltori
con un perfezionamento specifico sono molto
ricercati. I selvicoltori possono altresì seguire
perfezionamenti nel campo dell’orticultura,
dell’agricoltura o della cura degli alberi. Con
la maturità professionale è possibile intraprendere studi di economia forestale o di
tecnica del legno presso una scuola universitaria professionale.
In sintonia con la natura
Una buona salute, resistenza fisica e ottima
acuità visiva sono imprescindibili anche per
motivi di sicurezza. È per questo che prima
dell’inizio della formazione le aziende formatrici richiedono un accertamento medico
d’idoneità. Il rischio di infortuni è più alto
rispetto ad altre professioni. Durante l’ab-
battimento degli alberi, la concentrazione e
il rispetto delle norme di sicurezza rivestono
la massima importanza. Per tutte le attività
forestali ci sono disposizioni chiare in merito
all’allerta dei servizi di salvataggio e al primo
soccorso da prestare in caso di infortunio. Per
i lavori con la motosega è obbligatorio indossare casco, protezione auricolare e indumenti
con protezione antitaglio.
I selvicoltori lavorano in modo autonomo,
ma sono sempre a portata d’orecchio dei
colleghi. I lavori pesanti vanno solitamente
affrontati in squadra. Vi è una stretta collaborazione non soltanto tra i selvicoltori, ma
anche con i conducenti di macchine forestali
(trattori, teleferiche, ecc.) e con altri professionisti quali i piloti di elicotteri. Il mezzo di
comunicazione più utilizzato è la radio.
La quota di donne nella professione è inferiore al 5%. Circa il 10% delle persone in
formazione proviene da altre professioni,
solitamente attratto dall’ambiente di lavoro a
contatto con la natura. In effetti, i selvicoltori
lavorano all’aperto in tutte le stagioni e con
qualsiasi tempo. Il loro lavoro non è finalizzato solo allo sfruttamento economico del
bosco, ma contribuisce anche a garantire la
sua funzione di spazio di ristoro e a mantenere l’equilibrio ecologico.
Non solo tagliare alberi
Frédéric Hayoz, 18 anni
Ritratto CFP
Al 1° anno di tirocinio
come addetto selvicoltore CFP
La squadra in cui lavora Frédéric
Hayoz si riunisce ogni mattina
presso il centro forestale. Prima
di iniziare il lavoro nel bosco, si
organizza la giornata designando
le persone, il luogo e i lavori
che ognuno dovrà svolgere.
dai danni causati dalla selvaggina. I caprioli,
per esempio, mangiano volentieri le gemme
o si sfregano contro la corteccia per marcare
il territorio.»
Cura del bosco
«Il comprensorio forestale è costituito da
24 boschi, per una superficie totale di 800
ettari. La nostra squadra è formata da sette
collaboratori: un forestale, un caposquadra,
tre selvicoltori e due apprendisti. In inverno abbattiamo gli alberi pronti per il taglio,
che hanno sovente un’età tra i 100 e i 150
anni, mentre in estate piantiamo alberelli
ed eseguiamo interventi di cura del bosco e
di manutenzione dei sentieri», spiega l’apprendista.
«Durante la formazione AFC avevamo meno
tempo per soffermarci sui diversi argomenti.
Ora apprezzo il fatto che durante le lezioni si
facciano più esercizi pratici e mi rimane più
tempo per porre domande se non ho capito
qualcosa.»
Più tempo per porre domande
Adattarsi al tempo e al terreno
Frédéric Hayoz si è sempre interessato alla
natura e al lavoro all’aria aperta. «Dopo la
scuola ho iniziato la formazione per diventare selvicoltore AFC, ma non sono riuscito
a soddisfare le esigenze nel corso del primo
anno. Allora ho deciso di passare alla formazione biennale.» Per il CFP sono previsti corsi a blocco teorici di quindici giorni, seguiti
da dieci settimane di pratica in azienda.
Quest’anno la primavera è giunta con qualche settimana di anticipo e, con l’arrivo del
caldo, è stato necessario eseguire rapidamente alcune piantagioni. «Di recente
abbiamo piantato ciliegi selvatici, douglasie
e abeti bianchi. Alcuni alberi necessitano di
più acqua, altri di molta luce, altri ancora
crescono solo a una determinata quota. Con
apposite recinzioni, proteggiamo le piantine
«Nel bosco selezioniamo gli alberi migliori.
Devono presentare una sufficiente crescita
in altezza e fusti diritti, senza troppi rami,
ma con radici solide e non devono trovarsi
troppo vicini ad altri alberi. Questi alberi
saranno canditati per la successiva raccolta
del legname e li lasciamo crescere. La cura
del bosco è impegnativa: sistemazione di
sentieri, eliminazione di sterpaglia e sfalcio dei rovi nelle piantagioni.» Frédéric ha
recentemente partecipato alla realizzazione di un percorso didattico che permette
alle scuole e agli escursionisti di conoscere
meglio il bosco. Occuparsi del bosco significa
anche informare e sensibilizzare il pubblico.
Addetto/a
selvicoltore/trice CFP
Se per imparare ti occorre un
po’ più di tempo degli altri o se i
tuoi voti non sono sufficienti per
iniziare la formazione triennale
di selvicoltore o selvicoltrice
AFC, puoi seguire la formazione
di base biennale per diventare
addetto selvicoltore o addetta
selvicoltrice CFP. I requisiti
necessari sono simili a quelli per
la formazione triennale, ma le
materie scolastiche sono un po’
più semplici. Una volta terminata
la formazione, sarai titolare di un
certificato di formazione pratica
(CFP) valido in tutta la Svizzera.
Questa qualifica ti consente di
iniziare a lavorare oppure, se
hai ottenuto buoni risultati, di
accedere al secondo anno della
formazione che porta all’ottenimento dell’attestato federale di
capacità (AFC).
Selvicoltore/Selvicoltrice AFC:
una professione che fa per me?
Ecco alcuni spunti di riflessione.
Attitudini / Formazione, perfezionamento
Lavoro volentieri all’aria aperta e con qualsiasi tempo
Quando si lavora nel bosco, non si ha un tetto sopra la
testa. Il metodo di lavoro e l’abbigliamento devono essere
adattati alle condizioni meteorologiche. I lavori si interrompono soltanto se il maltempo diventa un problema
per la sicurezza, per esempio quando si avvicina un
temporale.
Sono di costituzione robusta
Non di rado, le pesanti motoseghe devono essere trasportate a piedi attraverso terreni impervi. Anche il trasporto
del legname e la sramatura sono faticosi, nonostante i
numerosi ausili tecnici.
Sono una persona responsabile
I selvicoltori lavorano con materiale vivente e apparecchi
potenzialmente pericolosi. Sono responsabili della propria
sicurezza e di quella dei loro colleghi.
Ho un buon senso dell’osservazione e capacità
di giudizio
In quale direzione deve cadere l’albero? Pende verso una
determinata direzione che rende necessaria una tecnica
speciale per abbatterlo? L’albero potrebbe essere cavo
all’interno? Queste considerazioni, e le giuste conclusioni,
hanno un impatto considerevole sulla qualità e sulla sicurezza del lavoro.
Possiedo doti particolari in campo pratico e tecnico
I selvicoltori lavorano sovente con apparecchi pesanti,
manovrano macchinari di vario genere ed eseguono
lavori di precisione.
Lavoro volentieri in modo autonomo e in squadra
Per alcuni lavori, questi professionisti si spostano soli
nella natura. I lavori difficili, come il taglio degli alberi,
vanno invece affrontati solo in squadra. Per garantire la
sicurezza, i membri della squadra devono poter contare
nel modo più assoluto gli uni sugli altri.
Formazione professionale di base
Per le informazioni sulla formazione di base biennale di
addetto selvicoltore e addetta selvicoltrice CFP, si veda la
pagina «Ritratto CFP».
Requisiti: assolvimento della scolarità obbligatoria, certificato
medico d’idoneità all’esercizio della professione.
Durata: 3 anni.
Formazione pratica: presso un’azienda forestale pubblica o
privata.
Formazione scolastica: di regola 1 giorno a settimana presso
la scuola professionale, in Ticino presso il Centro professionale del verde (CPV) di Mezzana.
Materie professionali: raccolta e misurazione del legname;
tecnologia del legno; fondamenti di selvicoltura; conoscenza
della stazione; selvicoltura; ecologia; protezione del bosco;
bosco, caccia e selvaggina; edilizia forestale; impiego e
manutenzione di strumenti di lavoro; protezione della salute
e sicurezza sul lavoro; funzioni e importanza del bosco; diritto
forestale e pianificazione forestale; organizzazione aziendale
e diritto del lavoro.
Corsi interaziendali: apprendimento pratico ed esercitazione
delle basi professionali (da 47 a 52 giornate).
Titolo: Attestato federale di capacità (AFC) di selvicoltore o
selvicoltrice.
Maturità professionale
In caso di buoni risultati scolastici è possibile conseguire la
maturità professionale dopo l’AFC frequentando i corsi per
professionisti qualificati (CPQ) a tempo pieno o a tempo parziale. A seconda dell’indirizzo scelto, questo titolo permette
di accedere direttamente o con procedura di ammissione alle
scuole universitarie professionali (SUP).
Formazione continua, perfezionamento
• Corsi organizzati dagli istituti di formazione, dalle organizzazioni ambientali o da Economia forestale Svizzera (EFS)
• Attestato professionale federale (APF), ad esempio come
selvicoltore/selvicoltrice caposquadra, conducente di macchine forestali, responsabile per l’impiego della teleferica
forestale, specialista nella cura degli alberi o operatore/
operatrice ambientale
• Diploma di forestale SSS (scuola specializzata superiore)
• Bachelor SUP in economia forestale o in tecnica del legno
IMPRESSUM
1a edizione 2014
© 2014 CSFO, Berna. Tutti i diritti riservati.
Editori:
Centro Svizzero di servizio Formazione professionale |
orientamento professionale, universitario e di carriera CSFO
Edizioni CSFO, [email protected], www.csfo.ch
Direzione del progetto: Regula Luginbühl, Alessandra Truaisch, Véronique Antille,
CSFO Interviste e redazione: Peter Kraft, Coralia Gentile, Alessandra Truaisch, CSFO
Traduzione: BFB Traduzioni, Bellinzona Revisione specialistica: Prisca Mariotta,
Codoc; Beatrice Tognola-Giudicetti, UOSP Bellinzona Foto: Frederic Meyer, Zurigo;
Thierry Porchet, Yverdon-les-Bains; Alessandra Rime, Roveredo
Concetto grafico: Viviane Wälchli, Zurigo Realizzazione: Roland Müller, CSFO
Stampa: Haller + Jenzer AG, Burgdorf
Distribuzione, servizio clienti:
CSFO Distribuzione, Industriestrasse 1, 3052 Zollikofen.
Tel. 0848 999 002, Fax +41 (0)31 320 29 38, [email protected], www.shop.csfo.ch
Numero articolo: FE3-3199 (esemplare singolo), FB3-3199 (plico da 50 copie)
Il pieghevole è disponibile anche in francese e in tedesco.
Ringraziamo per la collaborazione tutte le persone e le aziende coinvolte. Con il
sostegno della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI.
Per saperne di più
www.orientamento.ch, portale svizzero dell’orientamento
scolastico e professionale. Descrizione delle professioni,
formazioni e perfezionamenti, posti di tirocinio
www.codoc.ch, Coordinamento e documentazione per la
formazione forestale. Informazioni sulle formazioni e sui
perfezionamenti nel settore forestale
Cura del bosco giovane
Grandi alberi dritti: è questo l’obiettivo della cura
del bosco. Gli alberi che non crescono correttamente
o che tolgono la luce agli altri vanno eliminati.
L’attività in immagini
Preparativi per l’abbattimento
Le condizioni dell’albero, i dintorni, la direzione di
caduta auspicata: i selvicoltori devono tener conto
di tutti questi aspetti.
Manutenzione dei sentieri
Se i selvicoltori non provvedessero ogni anno
alla loro liberazione, le strade forestali e i sentieri
si ricoprirebbero rapidamente di vegetazione.
Sbarramento dell’area circostante
Le operazioni di taglio degli alberi costituiscono
un pericolo per eventuali passanti. Occorre perciò
impedire l’accesso all’area circostante.
Consolidamento di pendii e di corsi d’acqua
Valanghe, frane e inondazioni costituiscono gravi
pericoli. I selvicoltori consolidano il terreno con
piantagioni o con opere di premunizione.
Abbattimento degli alberi
I selvicoltori non si limitano a segare il tronco da un
lato all’altro, ma si attengono rigorosamente a una
procedura d’abbattimento articolata in varie fasi.
Lavoro in magazzino
Nel magazzino i selvicoltori si occupano della
manutenzione delle attrezzature e producono
trucioli, legna da ardere o mobili da giardino.
Lavorazione e trasporto degli alberi
Prima di trasportare i tronchi con l’argano o di
caricarli sui camion, i selvicoltori rimuovono i rami
e sovente anche la corteccia.
Esempi di carriera
Presso una grande azienda che
conta una trentina di collaboratori, Stéphane
Bigler è incaricato dell’esbosco, ossia del
trasporto del legname fino alla strada, dove
viene misurato e in seguito portato via con
i camion. «I conducenti lavorano con vari
mezzi di trasporto, per esempio con trattori
per il legname lungo, con l’autocarro per il
trasporto del legname corto o con macchine
forestali come l’abbatti-allestitrice, che svolge
l’abbattimento e l’allestimento degli alberi.»
Stéphane è un professionista polivalente e
possiede anche la patente di conducente di
Dal bosco alla strada
Patrizia Acquistapace, 26 anni,
forestale SSS e istruttrice
«Sono stata assunta all’azienda
forestale di Celerina, in Engadina, un anno
dopo aver ottenuto l’AFC di selvicoltrice.
Inizialmente volevo solo fare un’esperienza
nella Svizzera tedesca, il mio capo però mi ha
convinto a iscrivermi alla scuola specializzata
superiore forestale di Maienfeld. La formazione a tempo pieno includeva anche molti insegnamenti pratici nonché dei periodi di stage.
Dopo la scuola sono tornata dal mio vecchio
datore di lavoro, che mi ha affidato parte dei
compiti amministrativi dell’azienda.» Grazie
alla sua formazione, Patrizia Acquistapace
Non solo in ufficio
oggi ha la possibilità di lavorare sia all’esterno insieme ai selvicoltori, sia in ufficio. Stabilisce quali alberi vanno tagliati, collabora con
gli ingegneri forestali, controlla la vendita
del legname, esegue la fatturazione, pianifica
i lavori in base alle scadenze e al budget
da rispettare, ecc. Su ogni tronco d’opera è
applicato un codice a barre «proprio come
al supermercato», spiega la forestale. «Vi
sono indicate informazioni quali le misure o
il tipo di legname, che va dal comune legno
da carpenteria fino al pregiatissimo cembro
da falegnameria.» Patrizia svolge questa
attività a tempo parziale, parallelamente
insegna in Ticino alla scuola professionale e
ai corsi interaziendali. «Il ruolo di istruttrice
ai corsi interaziendali mi piace molto perché
mi dà la possibilità di mettere in pratica con
gli apprendisti molti aspetti che alla scuola
professionale sono visti solo in teoria.»
carrelli elevatori e di autista di veicoli pesanti. «Il mio compito principale è la raccolta del
legname; in squadra con i selvicoltori quando
guido il trattore o da solo quando lavoro con
l’abbatti-allestitrice, che consente di produrre
dai 100 ai 120 m3 di legname al giorno, ossia
l’equivalente di cinque camion. Nella cabina
si trova un complesso pannello di comando,
il cui uso presuppone prontezza di riflessi.
Il lavoro con le macchine forestali richiede la
massima concentrazione. Bisogna avere gli
occhi anche dietro la testa! Mi occupo inoltre
di opere del genio forestale: per esempio
la stabilizzazione di un terreno con cassoni
di legno interrati, il consolidamento di una
scarpata, la canalizzazione di un corso d’acqua o la riparazione di una strada forestale.
Diverse imprese di genio civile ci incaricano
inoltre di realizzare lavori di dissodamento o
di abbattimento.»
Mirjam Richter, 30 anni,
ingegnera forestale SUP
«In veste di collaboratrice di direzione presso l’Ufficio forestale del Canton Berna,
redigo relazioni per il capoufficio, organizzo
convegni e raccolgo diverse informazioni per
il pubblico, ad esempio sul deperimento del
frassino. Numerosi frassini in Svizzera sono
infatti stati colpiti da una malattia causata
da un fungo. Sono attiva anche nell’ambito
della comunicazione interna. Un progetto
che mi sta particolarmente a cuore consiste
nel permettere a ogni classe di trascorrere
una giornata all’anno nel bosco insieme a un
forestale. Io sono responsabile del posizionamento dell’offerta, coordino la formazione dei
forestali, incoraggio le scuole a partecipare
Formare e informare
e allestisco un rapporto finale annuale. La
mia formazione di base come selvicoltrice mi
apre molte porte nella mia funzione attuale:
conosco infatti molto bene l’attività degli
specialisti del settore. Pertanto sono in grado
di spiegarmi in modo che mi capiscano, che si
tratti della partecipazione alla giornata
nel bosco o di cartelli informativi in prossimità di un’isola di legno morto. Subito dopo
l’AFC ho svolto la maturità professionale e
quindi gli studi di ingegneria forestale. Dopo
alcuni stage di ricerca a Davos e a Friburgo ho
trovato un posto di responsabile di progetto
nell’ambito della pedagogia forestale e in
seguito sono passata alla mia funzione attuale. In futuro non mi dispiacerebbe assumere
altri compiti nell’ambito dello sviluppo del
personale e dell’organizzazione.»
Stéphane Bigler, 40 anni,
conducente di macchine forestali APF
SWISSDOC 0.120.6.0, 0.120.17.0
© 1a edizione 2014, CSFO, Berna
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