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Capriolo - Urca Siena

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Capriolo - Urca Siena
MODULO CENSITORE
Capriolo
Capreolus capreolus
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Sistematica e distribuzione
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Sistematica
Classe Mammiferi
Ordine Artiodattili
Famiglia Cervidi
Sottofamiglia Odocoileini
Genere Capreolus
Specie Capreolus capreolus
Sottospecie italiane Capreolus capreolus capreolus
Capreolus capreolus italicus
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Distribuzione
Nel mondo
In Europa
Europa
Specie ad ampia distribuzione, in
Asia minore
Europa risulta assente solamente in
Iran
Islanda, Irlanda, nelle isole del
Palestina
Mediterraneo e nella porzione più
Iraq
settentrionale della penisola
scandinava
N.B.
Nella porzione centro-orientale
dell’Asia il capriolo è sostituito da
una specie affine, ma di maggiori
dimensioni: il capriolo siberiano
(C. pygargus)
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Distribuzione
In Italia
Il capriolo è distribuito con continuità
sull’arco alpino e sull’Appennino
centro-settentrionale
Nella porzione centro-meridionale
sono presenti popolazioni isolate
Si ritiene che i nuclei di
Castelporziano (Roma), della
Foresta Umbra (FG) e dei Monti di
Orsomarso (CZ) appartengano ad
una sottospecie autoctona
(C. c. italicus)
INDICE GENERALE
Fonte
Pedrotti L., Dupré E., Preatoni D. & Toso S., 2001
Banca Dati Ungulati. Biol. Cons. Fauna 109
INDICE LEZIONE
Distribuzione
In Emilia-Romagna
In regione, l’areale del capriolo interessa tutto il comprensorio collinare e
montano, con un’interruzione di continuità tra Parmense e Piacentino
Fonte
Regione Emilia-Romagna, 1998
Carta delle vocazioni faunistiche
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Morfologia
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Aspetto generale
MASCHIO
FEMMINA
PALCHI
O
TROFEO
ANELLO
NASALE
CAPEZZOLI
(4, non visibili a distanza)
PENNELLO
GHIANDOLA METATARSALE
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Aspetto generale
• Dimensioni medio-piccole
• Treno posteriore più alto
dell’anteriore
(morfologia da saltatore)
• Trofeo di media grandezza
Principali dati biometrici
LETTERATURA
Dati medi
Provincia di
MODENA e
REGGIO E.
PESO PIENO (kg)
21 - 28
/
PESO VUOTO (kg)
75% circa
del peso pieno
21
MASCHIO
ADULTO
ALTEZZA GARRESE (cm)
LUNGHEZZA TOTALE (cm)
115
LUNGHEZZA STANGA (cm)
18 - 30
72
(n=20)
117
(n=20)
20
(n=320)
LETTERATURA
Dati medi
Provincia di
MODENA e
REGGIO E.
PESO PIENO (kg)
20 – 23
/
PESO VUOTO (kg)
75% circa
del peso pieno
19
FEMMINA
ADULTA
ALTEZZA GARRESE (cm)
LUNGHEZZA TOTALE (cm)
INDICE GENERALE
70 - 77
(n=160)
INDICE LEZIONE
60 - 70
105
(n=36)
72
(n=50)
111
(n=20)
Mantello
Caratteri generali
Mantello estivo
Mantello invernale
•
Colore rossiccio
•
Colore grigio-bruno
•
Specchio anale poco evidente di tonalità
•
Specchio anale bianco molto visibile e di
leggermente più chiara rispetto al resto
conformazione diversa nei due sessi
•
del corpo
Presenti macchie golari di colore bianco
Mantello dei piccoli
Pomellato, fino a 2 mesi d’età circa
Aberrazioni cromatiche
Sono noti esemplari bianchi e/o albini
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Mantello
La pomellatura del piccolo
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Mantello
Mantello e specchio anale in inverno
MASCHIO
FEMMINA
FALSA
CODA
MACCHIA GOLARE
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Mantello
Le mute
Periodi di muta
Muta estiva
APRILE – GIUGNO
Muta invernale
SETTEMBRE - NOVEMBRE
Tempi di muta
Sequenza di muta
Testa e collo
I primi a mutare sono i giovani; seguono gli adulti
e per ultimi gli anziani, insieme a femmine
Zampe
gravide o in lattazione
Fianchi
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Ghiandole cutanee
Metatarsali
Presenti in entrambi i
sessi
Funzione: richiamo
sessuale
Interdigitali
posteriori
Presenti in entrambi i
sessi
Facciali
Esclusive del maschio,
sono attive in
primavera-estate
Funzione:
riconoscimento
intraspecifico e, nel
maschio, marcatura
del territorio
Funzione: marcatura
del territorio
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Palco
OCULARE
VELLUTO
VERTICE
STOCCO
PERLE
ROSA
La pulitura del trofeo
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Ciclo dei palchi
Sviluppo del primo palco
All’età di 3 mesi circa
(luglio-agosto)
compaiono gli steli che “stirano” la
pelle del cranio
All’età di 8-9 mesi circa
(dicembre-gennaio)
termina l’accrescimento del I° palco
costituito da piccole protuberanze
dette “bottoni”. Esso viene pulito e
gettato a distanza di un breve lasso
di tempo
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Ciclo dei palchi
Sviluppo del secondo palco
A 11-12 mesi circa d’età
(aprile-maggio)
viene “fregato” il secondo trofeo che
si può presentare:
• puntuto
• forcuto
• palcuto (raro)
Raggiunti i 19-20 mesi circa d’età
(novembre-dicembre), avviene la
caduta del secondo palco
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Ciclo dei palchi
A partire dal terzo trofeo
Pulitura
(febbraio-aprile)
Palchi
in velluto
Palchi
puliti
Caduta
(ottobre-metà novembre)
Tempi di pulitura e caduta
Gli individui di età avanzata puliscono e perdono i palchi prima dei giovani
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Anomalie irreversibili dei palchi
“Parrucca”
Frattura scomposta dello stelo
È una deformazione causata dal
danneggiamento dei testicoli
Causa la crescita in posizione
anomala della stanga interessata
Provoca la morte dell’animale
Di norma non è fatale per l’animale
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Classi d’età
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Classi d’età
Maschi
Classe 0
Classe 1
Classe 2
Piccoli
(nati nell’anno)
Giovani
(nati l’anno precedente)
Adulti
(da 2 anni in poi)
Femmine
Classe 0
Classe 1
Classe 2
Piccoli
(nate nell’anno)
Giovani
(nate l’anno precedente)
Adulte
(da 2 anni in poi)
N.B.
• Nei confronti dei soggetti di classe 0, per convenzione, non si opera distinzione di sesso
• Le Province di Modena e Reggio Emilia prevedono, limitatamente al prelievo,
l’accorpamento delle classi femminili 1 e 2
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Riconoscimento delle classi d’età
Periodo dei censimenti
Maschi
Classe 1
Classe 2
Stanghe in
velluto
Stanghe spesso
pulite
Mantello
invernale
Mantello
invernale con
tracce di muta
anche evidenti
Possibili tracce
di muta
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Riconoscimento delle classi d’età
Periodo dei censimenti
Femmine
Classe 1 (sottili)
Classe 2
Differenza di
taglia
scarsamente
apprezzabile
Mantello
invernale con
tracce di muta
anche evidenti
Falsa coda
visibile in
entrambe
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Mantello
invernale
Possibili tracce
di muta
Riconoscimento delle classi d’età
Periodo venatorio
Maschi
Classe 1
Aspetto esile
Classe 2
Palchi lunghi
circa come le
orecchie
Palchi di norma
più lunghi delle
orecchie
Aspetto
“massiccio”
Mantello estivo
Pennello visibile
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Riconoscimento delle classi d’età
Periodo venatorio
Femmine e piccoli
Classe 0
Fisionomia
“infantile” del
cranio
Classe 1 o 2
Differenza di
taglia
apprezzabile
Mantello
invernale
N.B.
Le femmine di classe 1 per dimensioni e struttura
sono sostanzialmente identiche a quelle di classe 2
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Biologia
Eco-etologia
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Habitat
Specie caratteristica delle fasce
ecotonali (zone di transizione tra
ecosistemi differenti)
Predilige le situazioni in cui le
aree boschive e/o fittamente
cespugliate si alternano ad aree
aperte (prati/coltivi)
Range altitudinale
Dal livello del mare
all’alta montagna
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Habitat
Altri ambienti frequentati
Grazie alla plasticità ecologica che lo contraddistingue, il capriolo è in grado di
colonizzare anche:
• faggete (sino a quote superiori a 1000 m s.l.m.)
• boschi misti (faggio, abete bianco, abete rosso)
• boschi a predominanza di conifere con scarso sottobosco
• pioppeti e fasce golenali
• ambienti agricoli con elementi naturali in tracce (siepi, filari, incolti)
• ambienti agricoli puri
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Alimentazione
Preferenze alimentari
Erbivoro ruminante, si comporta da
brucatore selettivo
Il rumine di modeste dimensioni
impone a questo cervide la scelta
di alimenti ad elevata
concentrazione proteica
(gemme, apici fogliari)
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Alimentazione
Esempi di vegetali consumati dal capriolo
Vegetali arborei
Vegetali arbustivi
Vegetali erbacei
Abete bianco
Sambuco nero
Trifoglio
Frassino
Sambuco rosso
Erba medica
Acero campestre
Rovo
Fagiolo
Faggio
Mirtillo
Avena
Tiglio
Rosa canina
Olmo
Biancospino
Ciliegio
Prugnolo
Quercia
Sanguinello
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Ciclo vitale e biologia riproduttiva
Maschio
Fisiologica
Femmina
1 anno
Maturità sessuale
Sociale
Apice dello sviluppo corporeo
2 – 3 anni
1-2 anni
4 anni
3 anni
Durata della gestazione
280 - 290 giorni
Ciclo estrale
1 solo ciclo estrale annuale
Numero di nati
1 (primipare) - 2; rari parti trigemini
Peso alla nascita
0,9 - 1,6 kg
Durata dello svezzamento
Circa 2 mesi,
in seguito poppate con funzione sociale
Longevità
8 - 10 anni
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Gravidanza
Il capriolo si caratterizza per uno sviluppo embrionale molto particolare, unico tra
gli Artiodattili. Si distinguono infatti:
• una pre-gravidanza, che interessa i 4 mesi e ½ - 5 successivi
all’accoppiamento durante i quali l’ovulo fecondato, dopo una prima
differenziazione cellulare, interrompe il proprio sviluppo (diapausa
embrionale)
• una gravidanza vera e propria a partire da dicembre-gennaio. Essa dura
all’incirca 5 mesi durante i quali si verificano l’impianto dell’embrione
nell’utero ed il successivo sviluppo del feto
Le due fasi complessivamente hanno una durata di 9 mesi e ½ - 10 mesi
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Struttura di popolazione
Sex ratio
Lo “stato di salute” di una
Il rapporto tra i sessi (PS) in condizioni
ottimali deve tendere alla parità, con una
leggera prevalenza di femmine (1 : 1,3)
popolazione è valutabile a partire
da alcuni parametri demografici,
in particolare
Rapporto
giovani/femmine adulte
Da valutare dopo l’inverno e mettere a
confronto negli anni
In condizioni ottimali deve essere a
vantaggio dei giovani
Tasso di natalità
Il numero di piccoli per femmina (da
valutare a fine estate e mettere a
confronto negli anni) in condizioni ottimali
deve essere a vantaggio dei piccoli
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Struttura di popolazione
Le operazioni annuali di censimento permettono di estrapolare i valori della sex
ratio e del rapporto giovani/femmine adulte e quindi di fare alcune valutazioni
circa lo stato di salute della popolazione
Esempi
Anno 2002
Provincia di Modena
M2
30%
Provincia di Reggio Emilia
F2
32%
M1
18%
F1
20%
M2
28%
M1
20%
F2
31%
F1
21%
Sex ratio (M/F) = 0,91
Sex ratio (M/F) = 0,89
Giovani /femmine adulte = 1,17
Giovani/femmine adulte = 1,27
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Dinamica di popolazione
Fattori limitanti
Fattori limitanti di origine naturale
In Appennino, i casi di mortalità associati a nevicate abbondanti o
Fattori climatici
rigore climatico sono scarsi. La cosa è sostanzialmente diversa in
altre parti d'Italia (sulle Alpi ad esempio)
Lupo: su tutte le classi sociali
Predazione
Cinghiale, volpe, aquila reale: sui piccoli
Ove presenti, anche lince e orso
Tranne isolate eccezioni (di solito riconducibili ad altre concause),
Patologie
non costituiscono un fattore di mortalità in grado di compromettere lo
status della specie
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Dinamica di popolazione
Fattori limitanti
Fattori limitanti di origine antropica
Bracconaggio
È un fattore di mortalità non trascurabile. Numerosi sono i casi di
esemplari colpiti con proiettili a pallini, probabilmente durante
l’esercizio di altre cacce. Rilevante anche il numero di capi rinvenuti
nei lacci
Randagismo
canino
Una vera piaga. Localmente pare essere la principale causa delle
difficoltà di colonizzazione ed insediamento stabile della specie
Meccanizzazione
agricola
Numerosi casi registrati ogni anno sembrano indicare le operazioni di
sfalcio dei foraggi tra le cause di mortalità più impattanti a carico dei
piccoli
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Dinamica di popolazione
Fattori limitanti
Fattori limitanti di origine antropica
Rappresentano un fattore di mortalità non trascurabile, che interessa
in modo particolare i maschi in dispersione e quelli coinvolti nelle
dispute territoriali
Esempi
Investimenti stradali di caprioli
Provincia di Modena
Provincia di Reggio Emilia
anni 2000 - 2001
anno 2001
Incidenti con
automezzi
Maschi
77%
Femmine
23%
N = 135
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Maschi
73%
Femmine
27%
N = 85
Dinamica di popolazione
Fattori limitanti
Competizione interspecifica
Cervo
La compresenza di consistenti popolazioni di cervo limita la crescita
numerica del capriolo
Questo cervide alloctono è spesso ritenuto responsabile di
Daino
interazioni competitive con il capriolo. Localmente tuttavia il
fenomeno non si manifesta in modo chiaro
Cinghiale
È ipotizzata una competizione di tipo spaziale tra questi due ungulati
ed il capriolo. In particolare quando essi raggiungono densità elevate
Muflone
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Dinamica di popolazione
Incremento Utile Annuo
Esempi
I.U.A. in ambienti appenninici
In popolazioni in fase di
(popolazioni soggette a gestione venatoria)
accrescimento
(che non hanno raggiunto la capacità
Provincia di Modena
portante dell’ambiente)
IUA
(media anni 2000-2002)
Mortalità venatoria
I.U.A. = 30 – 50%
della consistenza pre-riproduttiva
(s.v. 2001-2002)
6,2 %
Provincia di Reggio Emilia
IUA
(media anni 2000-2002)
Mortalità venatoria
(s.v. 2001-2002)
INDICE GENERALE
13,7 %
INDICE LEZIONE
15 %
15 %
Socialità
Comunicazione
L’unità sociale di base è
rappresentata
dalla femmina adulta e dai piccoli
dell’anno
I maschi adulti sono solitari e
territoriali. Possono tuttavia
aggregarsi, durante l’inverno, a
gruppi di femmine e piccoli
I “mezzi” di comunicazione sociale più
importanti sono l’olfatto e l’udito
È infatti soprattutto ricorrendo a questi
sensi che:
• si esplica il comportamento di
marcatura
• i maschi adulti riconoscono le
femmine in estro
• avvengono il riconoscimento ed il
contatto madre-figli
• gli individui di un gruppo sociale si
mantengono in contatto tra loro
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Etologia
Ritmi circannuali
MASCHI
Fase del raggruppamento
FEMMINE
GENNAIO
Fase del raggruppamento
FEBBRAIO
MARZO
Fasi gerarchica e territoriale
APRILE
Scioglimento del gruppo familiare e
parti
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
Accoppiamenti
Accoppiamenti
AGOSTO
SETTEMBRE
Fase indifferente
OTTOBRE
NOVEMBRE
Fase del raggruppamento
DICEMBRE
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Fase del raggruppamento
Etologia
Fase gerarchica
Coincide con il completamento del
trofeo (febbraio-aprile). L’aumento
della concentrazione ematica di
testosterone induce comportamenti
“rituali” volti all’affermazione del
rango sociale
Comportamento di imposizione (A) a cui
corrisponde sottomissione (B)
Se gli antagonisti hanno pari
prestanza fisica sovente si arriva al
“combattimento”, di norma
incruento, che si conclude con la
fuga dello sconfitto, inseguito dal
vincitore anche per lunghi tratti
Combattimento
B
A
La dispersione
Durante la fase gerarchica si verifica la dispersione maschile, che interessa in particolare
i giovani (classe 1), attivamente scacciati dai maschi dominanti
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Etologia
Fase territoriale
Comportamento stagionale tipico dei maschi adulti
Segue la fase gerarchica ed include il periodo degli accoppiamenti
Si esplica con la detenzione di un territorio che diventa di uso esclusivo da parte
di un solo individuo, il quale marca attivamente l’area che difende
Il territorio
Di norma, il territorio del capriolo maschio ha un’estensione di 5 – 30 ha
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Etologia
La marcatura del territorio
Si distinguono tre tipi di marcature:
• visive:
• fregoni
• raspate con zampe anteriori
“Raspata”
• olfattive:
• raspate con zampe posteriori
• sfregamento delle ghiandole del
capo
• urina
• acustiche:
• abbaio
Marcatura tramite ghiandole del capo
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Etologia
I parti e la fase parentale
In maggio-giugno le femmine adulte
si isolano, abbandonando la prole
dell’anno precedente, per partorire.
Di norma sono selezionate aree con
vegetazione bassa ai margini del
bosco: spesso prati e medicai
Reazione di pronazione e criptismo dei piccoli
Nelle prime settimane i piccoli restano
acquattati nell’erba per sfuggire ai
predatori (pronazione). La madre li
raggiunge solo per allattarli. In
questa fase si ha l’imprinting
In seguito (in particolare a partire dal
termine del periodo degli
accoppiamenti), essi seguono
attivamente la madre e la reazione
di pronazione è sostituita dalla fuga
INDICE GENERALE
L’allattamento
INDICE LEZIONE
Etologia
Il periodo degli accoppiamenti
Tra luglio ed agosto le femmine
abbandonano temporaneamente i
piccoli per accoppiarsi
Il rituale di corteggiamento consiste
in un lungo inseguimento da parte
del maschio territoriale, che
culmina con la copulazione. Poco
dopo i due si dividono: il maschio,
di abitudini poliginiche, ricerca
una nuova compagna; la femmina
ritorna ad occuparsi della prole
Se la femmina è al suo primo
accoppiamento e perciò priva di
piccoli, il legame della coppia può
protrarsi sino all’inizio della fase
gerarchica
INDICE GENERALE
L’inseguimento
Accettazione del maschio da parte della femmina
INDICE LEZIONE
Etologia
Fase indifferente
Si tratta di un comportamento
stagionale tipico dei maschi adulti
che al termine del periodo degli
accoppiamenti abbandonano
l’atteggiamento territoriale e si
dedicano per la maggior parte del
tempo a nutrirsi per recuperare il
peso perduto durante il periodo degli
amori (15-20% del peso totale)
Questa fase si protrae sino
all’autunno inoltrato (ottobre)
INDICE GENERALE
Fase del raggruppamento
All’unità sociale di base,
rappresentata dalla femmina adulta e
dai piccoli dell’anno, nell’autunno e
per tutto l’inverno, possono unirsi la
figlia nata l’anno precedente ed il
maschio adulto detentore del
territorio
In ambienti con scarsa copertura
vegetale (es. aree agricole) si
possono formare assembramenti
invernali di numerosi soggetti: molto
probabilmente si tratta di una
strategia anti-predatoria adottata in
risposta alle condizioni ambientali
INDICE LEZIONE
Etologia
L’assembramento invernale
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Segni di presenza
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Fregoni
Sono provocati dall’azione meccanica
di sfregamento dei palchi che i maschi
compiono:
• per pulirsi dal velluto
• come sfogo della tensione
• durante l’azione di
marcatura
Di solito interessano piante legnose
(spesso ginepri) con diametro non
superiore a 2-3 cm
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Impronte
Ben riconoscibili grazie a forma e
dimensioni (cm 3,5 x 2,5 circa)
Su terreno favorevole (fango, neve)
sono spesso visibili anche gli speroni
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Escrementi
Sovente ben riconoscibili grazie alle
dimensioni (1,4 x 0,8 cm circa) ed alla
forma (a volte presentano una piccola
protuberanza ad una estremità)
PROTUBERANZA
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Vocazionalità ed interazioni
con le attività economiche
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
La Carta delle Vocazioni Faunistiche
Vocazionalità biotica ed agro-forestale a confronto
Essendo il capriolo una specie a basso impatto nei confronti delle attività di tipo
agricolo e forestale, non si osserva un vistoso scollamento tra la situazione
potenziale (biotica) e quella reale (agroforestale)
Vocazionalità del territorio regionale per il capriolo
secondo la Carta delle Vocazioni Faunistiche
Grado
di vocazione
Densità
di riferimento
(capi/km2)
Superficie
“biotica”
Superfice
“agro-forestale”
Nullo
0
54 %
54 %
Basso
8 - 10
32 %
37 %
Medio
12 - 15
12 %
8%
Alto
17 - 20
2%
1%
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Cartografia tematica
VOCAZIONE
BIOTICA
VOCAZIONE
AGROFORESTALE
Fonte
Regione Emilia-Romagna, 1998
Carta delle vocazioni faunistiche
m
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Danni
Esempi di entità ed incidenza dei danni
Provincia di Modena
1998
1999
2000
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Altre specie
259.238
100
330.474
99,8
317.180
99,3
Capriolo
0
0
620
0,2
2.363
0,7
Totali
259.238
100
331.094
100
319.543
100
Provincia di Reggio Emilia
1998
1999
2000
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Somme
liquidate
(€)
Incidenza
(%)
Altre specie
170.482
99,1
252.134
98,8
184.323
98,6
Capriolo
1.498
0,9
3.099
1,2
2.634
1,4
Totali
171.980
100
255.233
100
186.957
100
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Danni
Tipologie di danno
I danni causati dal capriolo interessano preminentemente le colture legnose e
semilegnose, in particolare i frutteti di nuovo impianto
Sono inoltre noti casi di intenso pascolo delle colture da foraggio
Per quanto attiene la tipologia, la casistica è ridotta a:
•
brucatura degli apici fogliari per scopi alimentari
•
scortecciamento delle giovani piantine per fregamento dei palchi
•
pascolo dei medicai e prati da sfalcio
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Capriolo
Fine
Fotografie
INDICE GENERALE
INDICE LEZIONE
Fly UP