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I terremoti

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I terremoti
Indirizzo 1- Classe 59/A
VIII ciclo A.A.
2007/2008
Didattica di Geologia e Geografia
fisica
Prof.ssa Di Stefano Agata
I TERREMOTI
Dott.ssa Daniela Ventura
I TERREMOTI
I Terremoti sono la conseguenza dei complessi moti che avvengono
all’interno della Terra.
Che cos’è un terremoto?
Il terremoto, o sisma, è uno scuotimento improvviso della superficie terrestre
durante la quale vengono liberate quantità enormi di energia che la Terra ha
accumulato in profondità, nella litosfera.
Il termine terremoto deriva dal latino terrae motus, cioè
“movimento della terra”.
Il termine sisma deriva dal greco seismós = “scossa”
Il terremoto non è un fenomeno raro: in un anno se ne verificano circa
1 milione (in media 1 ogni 30 sec.); tra questi solo qualche migliaio
viene percepito dall’uomo, e solo qualche decina è particolarmente
violento da causare gravi danni a città e popolazioni.
Nella maggior parte dei casi il movimento è talmente debole che solo
alcuni strumenti riescono a rivelarlo;
L'effetto di un terremoto è simile a quello che si avverte stando in
piedi dentro un autobus, nel traffico cittadino; spinte e sobbalzi a
ogni curva, a ogni frenata.
Ma durante i terremoti non ci sono sostegni a cui tenersi, i movimenti
sono enormemente più forti e gli edifici possono crollare.
Successivamente
alla
scossa
principale,
generalmente
seguono
delle altre scosse dette
di assestamento, ovvero
che liberano energie
residue
relativamente
piccole.
Origine dei terremoti
Nell’antichità, l’origine dei
terremoti veniva avvolta nella
leggenda e nel mito.
La leggenda Indù, ad esempio,
affermava che la Terra fosse
sostenuta da un gigantesco
elefante che, a sua volta,
appoggiava le zampe sul dorso
di una tartaruga: quando
questi
due
animali
si
muovevano, la Terra sarebbe
stata scossa da un terremoto!
Come avviene un terremoto?
Il terremoto deriva da un progressivo accumulo di energia elastica in una
massa rocciosa sottoposta a notevoli forze di compressione;
Le rocce, come corpi elastici, accumulano per un lungo periodo (decenni o
secoli) queste forti tensioni subendo delle deformazioni finché superato un
valore limite la massa rocciosa si spezza liberando l’energia accumulata tutta
insieme e in tutte le direzioni, sotto forma di onde (teoria del rimbalzo
elastico).
Quindi accade qualcosa di simile a quanto avviene se si cerca di piegare una
bacchetta di legno: fino ad un certo punto essa si flette elasticamente;
superato un certo grado di deformazione , essa si spezza, rilasciando in modo
violento tutta l’energia accumulata.
COME SI MANIFESTA UN TERREMOTO?
L’area, nel sottosuolo, dove si verifica un terremoto e da dove inizia a
liberarsi energia, è detto ipocentro o fuoco, mentre il punto sulla superficie
terrestre situato verticalmente sopra al fuoco è l’epicentro, ed è qui che il
sisma si manifesta con la sua massima intensità.
La rottura avviene lungo un piano di frattura detto piano di faglia.
Terremoti superficiali: se l’ipocentro è compreso tra 0 e 70 Km. di profondità
Terremoti intermedi: se l’ipocentro è compreso tra 70 e 300 Km. di profondità
Terremoti profondi: se l’ipocentro supera i 300 Km di profondità fino a 700 Km
Le cause possono essere:
Il movimento
relativo di due
masse rocciose
lungo una linea di
frattura
denominata faglia
Eruzione vulcanica
(responsabili in
minima parte )
Terremoti
collegati a
fenomeni vulcanici
Molti terremoti accompagnano le eruzioni vulcaniche, specialmente quelle
di tipo esplosivo. Possono provocare effetti catastrofici che precedono e
accompagnano le eruzioni vulcaniche e interessano un'area ristretta .
A volte si hanno
terremoti vicino ad un
vulcano anche senza
eruzione;
questo
accade
o
per
esplosioni di gas (già
emessi
o
nel
sottosuolo) o perché
la
lava
si
muove
attraverso la roccia e
la spacca, producendo
quindi un terremoto.
Terremoti tettonici
Questi terremoti sono detti 'tettonici', perché dipendono da
spostamenti e deformazioni della crosta terrestre. Durante un
terremoto tettonico, spesso la terra si spacca e si formano lunghe
fenditure. Le forze che provengono dall'interno della terra tendono a
spostare una parte della crosta rispetto alle altre parti. In conclusione i
terremoti tettonici sono dovuti alla elasticità della roccia, che si carica
come una molla e alla fine si rompe.
Sono i più temibili, a causa delle vaste aree che interessano.
La crosta terrestre è una sottile pellicola di rocce fratturata in circa 20
zolle, o placche, di cui le maggiori sono sei: quella africana, quella
euroasiatica,
quella
pacifica,
la
zolla
nordamericana,
quella
dell'sudamericana e infine quella antartica.
Tutte queste placche galleggiano e si muovono lentamente sul mantello,
uno strato di materiali fusi e semifusi, grazie ai moti convettivi.
Le regioni maggiormente interessate dai terremoti tettonici (regioni sismiche)
sono, infatti, situate lungo la cosiddetta “cintura di fuoco”, lungo, cioè, le dorsali
oceaniche, le catene montuose di origine più recente o lungo le grandi fosse
oceaniche e corrispondono anche alle regioni vulcaniche (tettonica delle placche).
Margini delle placche
La teoria della tettonica a zolle spiega l’origine dei terremoti e la localizzazione degli ipocentri.
Ipocentri superficiali: in corrispondenza delle dorsali e nelle zone di subduzione all’inizio
del piano di Benioff.
Ipocentri mediamente profondi: in corrispondenza delle zone di subduzione in una zona
intermedia del piano di Benioff.
Ipocentri profondi: Nella zona di immersione del piano di Benioff nel mantello .
Circa il 2%
dell’energia
sismica totale
lungo le dorsali
oceaniche
(superficiali).
Le faglie
trasformi che
interrompono le
dorsali sono
sorgenti di
terremoti
superficiali con
movimenti a
scatti (faglia di
San Andreas).
Oltre l’80%
dell’energia sismica
si osserva in
prossimità delle
grandi fosse
oceaniche
(prossime ad un
continente e ad un
arco insulare).
Una fascia di
intensa sismicità
(18% dell’energia
sismica) segue il
percorso delle
catene montuose di
orogenesi recente
(dal Mediterraneo
occ. all’Himalaya,
alla Cina).
I maggiori terremoti
comunque sono
compresi nei primi 5070 km di profondità e
sono in gran parte
legati alle numerose
fratture che si formano
tra le placche che
collidono.
L’area in cui avviene la rottura (accompagnata da
spostamento delle parti), viene chiamata faglia.
A seconda del tipo di movimento relativo delle porzioni
di roccia, le faglie prendono differenti nomi.
FAGLIA DIRETTA o NORMALE
letto
tetto
Tetto ribassato rispetto al letto
Lo scivolamento reciproco dei due pacchi
di strati ai lati della faglia implica, a causa
del piano inclinato, una sia pur modesta
estensione in senso orizzontale. Una faglia
del genere, quindi, indica che si è
verificata una fase di distensione
Il piano di faglia quando è molto liscio prende il nome di “specchio di faglia”
FAGLIA INVERSA o COMPRESSIVE
tetto
letto
Tetto rialzato rispetto al letto
Lo scivolamento dei due pacchi di strati
l’uno rispetto all’altro implica un
accorciamento in senso orizzontale; sono
quindi tipiche di una fase di compressione,
per azione di spinte che tendono a
comprimere l’area.
FAGLIA TRASCORRENTE
Frattura
Faglia trascorrente (sinistra)
I due settori scivolano uno accanto
all’altro in direzioni opposte. La
direzione del movimento
orizzontale è spesso messa in
evidenza dalle strie orizzontali sul
piano di faglia. La faglia di San
Andreas, che è una faglia
trasforme, presenta questo tipo di
movimento
Faglia di San Andreas
La faglia di San
Andreas è attiva da
oltre 20 milioni di anni
e ha una lunghezza
complessiva di oltre
1000 km
GLI TSUNAMI o MAREMOTI
I maremoti, in Giappone, sono chiamati tsunami, da nami (onda), e tsu (sul porto).
Quando l’epicentro del terremoto si trova sul
fondale marino, le vibrazioni provocano onde a
velocità elevatissime, in media 700 km/h, che
percorrono enormi distanze in poche ore.
Arrivate vicino ala costa, si ingrossano fino a
raggiungere altezze anche di 30 m, come una casa
di dieci piani, che abbattendosi con violenza può
provocare ingenti danni, anche maggiori dello stesso
terremoto che le ha generate.
LO TSUNAMI IN ASIA
26 Dicembre 2004
Bibliografia
 A. BOSELLINI – “Le scienze della Terra” – Italo Bovolenta Ed. (1986).
 B. ACCORDI/E. LUPIA PALMIERI/ M. PAROTTO – “Il globo terrestre e la
sua evoluzione” – Zanichelli Ed. (1993).
 T. DURANTE/G. MORENO/E. TOTARO ALOJ – “Introduzione alle scienze
sperimentali” - tomo 3 - Le Monnier Ed. (1989).
 I. COLOMBI/B. NEGRINO/D. RONDANO – “I grandi temi delle scienze
naturali” – tomo b – Ed. Il Capitello (2001).
 M. L. BOZZI/ A. PIETRA/L. ALTOMANI – “Corso di scienze”- volume D –
Ed. Lattes (2006).
SITI INTERNET
• www.earthquake.it/terremoti.htm
• www.geoappunti.altervista.org/terremoti.htm
• www.eduseis.it/terremoti/sismalab.htm
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