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L`eredità della contessa che fece felice An

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L`eredità della contessa che fece felice An
L'eredità della contessa che fece felice An
La prima stima di 2,5 miliardi di lire salì a 8: case, terreni, titoli e contanti
¥11 FUSELLO
ANCORA SFITTI
L'appartamento
più grande
eprestigioso
è rimasto chiuso
ROMA - Se la contessa Anna Maria Colleoni l'avesse immaginato, forse l'eredità sarebbe andata a qualcun altro e non al partito.
Perché su quei soldi e sulla vendita dell'appartamento a Montecarlo non solo si assiste
allo scontro tra Fini, il premier e i suoi
giornali, ma va in scena anche la guerra tra
ex An berlusconiani
e finiani per dividersi la torta del patrimonio di Alleanza nazionale.
La contessa decise di regalare al suo
partito preferito la
sua eredità nel 1997
quando cambiò testamento. Un bel gruzzolo, 2,5 miliardi di
lire, che però — secondo alcuni - furono frutto di una stima
per difetto dell'Agenzia delle entrate. C'erano case, magazzini, terreni, box auto, titoli e
conti correnti. Quattro anni dopo l'Agenzia
rifece i conti e rivalutò in più di 8 miliardi di
lire il complesso dell'eredità.
La contessa cercò così di contribuire alla
«giusta battaglia» di Alleanza nazionale.
Proprietà a Monterotondo, dove la Colleoni
aveva la tenuta. Abitazione di sette vani e
cantina in via Gramsci 53, più un grande
box auto. Terreni, frutteti e vigneti per un
totale di 2,5 ettari. A Roma un appartamento di lusso in via Paisiello, 12 vani, sesto
piano con cantina e soffitta: non è stato
alienato. E sembra che sia rimasto sempre
sfitto. Mentre con l'affitto la contessa ci
viveva e si pagava le spese.
Poi c'era la casa dove viveva la contessa:
3,5 vani in viale Somalia. Venduto da An.
Un appartamento a Ostia, in via dei Promontori, venduto da An. Quindi l'apparta-
L'IiORE
PEI IL iSI
In casa Colleoni
cimeli tessere
delMsiefoto
diAlmirante
mento del contendere a Montecarlo. Lo
stesso Fini racconta nella sua nota di ieri che
«alcuni terreni a Monterotondo, un appartamento ad Ostia ed uno in Viale Somalia a
Roma furono venduti in tempi diversi con
le medesime modalità» di quello di Montecarlo. Lasciò anche
titoli e contanti per
circa 250 milioni di
lire.
Raccontò
nel
2001 Pontone, amministratore di An,
di essere andato in
casa della contessa
dopo la sua morte:
«Ho trovato tessere
del Msi che risalivano agli anni Sessanta
insieme a raccolte di
articoli del Secolo
d'Italia e alla fotografie, in bella mostra, di
Michelini, Almirante e Romualdi». Tutti
leader missini con i quali la Colleoni teneva
i contatti da fervida militante quale era.
Non tutta l'eredità è finita ad An. Il resto lo
ha riservato a due nipoti, dato che non era
sposata e non aveva figli.
R.P.
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