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Quindicesima lezione: produzione p2p e general intellect File

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Quindicesima lezione: produzione p2p e general intellect File
Economia digitale, general
intellect e lavoro immateriale
Sociologia delle comunicazioni
17.5.2011
Il web 2.0 e la partecipazione degli
utenti
• utenti come produttori di contenuto
• Utenti come co-sviluppatori (perpetuo Beta,
gli utenti selezionano le innovazioni e
innovano essi stessi)
• Utenti come fonte di dati (vendita di dati sugli
utenti a aziende di marketing)
La New Economy, ‘il simbolo di un periodo storico che viene associato
convenzionalmente alle aziende Internet’ verrà qui distinta
dall’economia digitale – un fenomeno meno transitorio basato su una
fondamentale caratteristica dell’informazione digitalizzata (sulla sua
facilità di riproduzione e di condivisione a basso costo o gratis)
(CN, p. 104)
Yochai Benkler La ricchezza
della rete: la produzione
sociale trasforma il mercato e
aumenta la libertà. Milano:
Università Bocconi, 2007
(c2006)
Michel Bauwens (2005) The
political economy of peer
production
The removal of the
physical constraints on
effective information
production has made
human creativity and
the economics of
information itself the
core structuring facts
in the new networked
information economy…
(Yochai Benkler)
They lead to three observations about the emerging information production system.
First, nonproprietary strategies have always been more important in information
production
..Second, we have in fact seen the rise of nonmarket production to much greater
importance. Individuals can reach and inform or edify millions around the world.
… The fact that every such effort is available to anyone connected to the network,
from anywhere, has led to the emergence of coordinate effects, where the
aggregate effect of individual action, even when it is not self-consciously
cooperative, produces the coordinate effect of a new and rich information
environment. One needs only to run a Google search on any subject of interest to
see how the "information good" that is the response to one's query is produced
by the coordinate effects of the uncoordinated actions of a wide and diverse
range of individuals and organizations acting on a wide range of motivations-both market and nonmarket, state-based and nonstate.
Third, and likely most radical, new, and difficult for observers to believe, is the rise of
effective, large-scale cooperative efforts--peer production of information,
knowledge, and culture. These are typified by the emergence of free and opensource software. We are beginning to see the expansion of this model not only to
our core software platforms, but beyond them into every domain of information
and cultural production--and this book visits these in many different domains-from peer production of encyclopedias, to news and commentary, to immersive
entertainment.
(Yochai Benkler The Wealth of Networks)
MB: Il momento chiave per me, che ero un
imprenditore di Internet e consulente per una
grande impresa high-tech, è stato pochi mesi
dopo il crollo delle dot.com, nell'aprile del
2001. Allora, mi sembrò molto chiaro che
l'innovazione in Internet, nonostante la crisi,
stava accelerando. Era un grande paradosso,
poiché di solito pensiamo all'innovazione come
a una attività imprenditoriale e all'attività
imprenditoriale come realtà capitalista. Ma nel
web potevamo vedere una forma di
imprenditoria sociale che era slegata da una
logica capitalista. Mi sono quindi posto la
domanda: cosa guida questa innovazione
sociale? La mia risposta è stata:
un'aggregazione di singoli che stabiliscono una
relazione paritaria attorno a progetti che
creano valore. Questa capacità di
autoaggregazione mi ha colpito
immediatamente per il suo straordinario e
radicale potenziale di cambiare la logica della
nostra economia.
(http://p2pfoundation.net/Intervista_con_Michel_
Bauwens_-_Il_Potere_della_Rete)
“P2P processes:
• produce use-value through the free
cooperation of producers who have access to
distributed capital: this is the P2P production
mode, a 'third mode of production' different
from for-profit or public production by stateowned enterprises. Its product is not exchange
value for a market, but use-value for a
community of users.
• are governed by the community of producers
themselves, and not by market allocation or
corporate hierarchy: this is the P2P governance
mode, or 'third mode of governance.'
• make use-value freely accessible on a universal
basis, through new common property regimes.
This is its distribution or 'peer property mode':
a 'third mode of ownership,' different from
private property or public (state) property. “
(Michel Bauwens) “The political economy of peer
production’
(http://www.ctheory.net/articles.aspx?id=499)
Il (post)operaismo italiano e la critica dell’economia
della conoscenza
a. motore dello sviluppo capitalista non è il
suo dinamismo interno, ma le lotte del
lavoro; il lavoro è attivo, il capitale
reattivo; le lotte della classe operaia
precedono e prefigurano le
ristrutturazioni del capitale
b. dinamicità della composizione di classe
(composizione tecnica e politica): quale
composizione di classe corrisponde
all’attuale momento di sviluppo
dell’economia capitalista?
c. dalla dialettica all’autonomia o
alternativa (linea di fuga).
Il general intellect
il ‘Frammento sulle
macchine’ di Karl Marx
in Lineamenti
fondamentali della
critica dell’economia
politica (1858)
“Marx sostiene lì una tesi ben
poco ‘marxista’: il sapere
astratto – quello scientifico in
primo luogo, ma non solo – si
avvia a diventare, proprio in
virtù della sua autonomia
dalla produzione, niente di
meno che la principale forza
produttiva… Si tratta del
sapere oggettivato nel
capitale fisso incarnatosi…
nel sistema automatico delle
macchine.” (Paolo Virno p.
146-147)
General intellect:
l’espressione inglese (di
cui si ignora l’origine) è,
forse, una replica alla
volonté générale di
Rousseau, o un’eco
materialistica del Nous
poietikos, l’ ‘intelletto
agente’ separato e
impersonale di cui discute
Aristotele nel De Anima.”
(Virno p. 147)
Nel ‘Frammento’ viene in
primo piano… la
contraddizione lacerante
tra un processo produttivo
che ormai fa leva
direttamente e
esclusivamente sulla
scienza, e un’unità di
misura della ricchezza
ancora coincidente con la
quantità di lavoro
incorporata nei prodotti”
(Virno p. 147)
‘Ciò che balza agli occhi, in epoca
postfordista, è la piena realizzazione
fattuale della tendenza descritta da Marx,
senza però alcun risvolto rivoluzionario o
anche solo conflittuale… Marx dice che
nella società comunista entrerà in
produzione l’individuo intero, senza
amputazioni… l’individuo modificato da
un’ampia quantità di tempo libero, dal
consumo culturale, da una certa accentuata
capacità di godere’ (Virno p. 148)
Il processo lavorativo postfordista si giova di
questa trasformazione privandola di ogni
aura liberatoria. Ciò che si apprende e si
esperisce e si consuma nel tempo di nonlavoro viene poi utilizzato nella produzione
di merci, entra a far parte del valore d’uso
della forza lavora, è computato come una
profittevole risorsa. Anche la maggiorata
‘capacità di godere’ e sempre sul punto di
rovesciarsi in mansione lavorativa’ (p. 148)
“Marx ha identificato senza
residui il general intellect
(ossia il sapere in quanto
principale forza
produttiva) con il capitale
fisso, con la ‘capacità
scientifica oggettivata’ nel
sistema di macchine. In tal
modo egli ha trascurato il
lato per cui il general
intellect si presenta come
lavoro vivo.” (Virno p. 48)
“In ambito postfordista giocano
un ruolo devisivo
costellazioni concettuali e
schemi logici che non
possono mai rapprendersi in
capitale fisso, essendo bensì
inscindibili dall’interazione di
una pluralità di soggetti
viventi. L’ ‘intelletto generale’
comprende, dunque,
conoscenze formali e
informali, immaginazione,
inclinazioni etiche, mentalità,
‘giochi linguistici’” p. 149
“Chiamiamo intellettualità di massa l’insieme del lavoro vivo
postfordista… in quanto esso è depositario di competenze
cognitive non oggettivabili nel sistema delle macchine….
Non è in questione, ovviamente, l’erudizione scientifica del
singolo lavoratore. A venire in primo piano, guadagnando il
rango di eminente risorsa produttiva sono solo… le più
generiche attitudini della mente: facoltà di linguaggio,
disposizione all’apprendimento, memoria, capacità di
astrarre e di correlare, inclinazione all’autoriflessione. Per
general intellect bisogna intendere, alla lettere, l’intelletto
in generale. Non sono in questione le opere del pensiero,
ma la semplice facoltà di pensare.” (Virno p. 149)
‘Per raffigurarsi il rapporto
tra general intellect e
lavoro vivo postfordista,
basta far riferimento
all’atto con cui qualunque
parlante attinge
all’inesauribile potenzialità
della lingua… La lingua è
quanto di più diffuso e
meno specializzato sia
dato concepire. Non lo
scienziato, ma il semplice
parlante è un buon
esempio di intellettualità
di massa’ (Virno p. 149)
‘La fine della divisione del lavoro,
compiendosi in regime capitalistico,
si traduce però nell’incremento di
gerarchie arbitrarie… La messa al
lavoro di ciò che è comune, vale a
dire dell’intelletto e del linguaggio,
se per un verso rende fittizia
l’impersonale divisione tecnica delle
mansioni, per l’altro induce una
vischiosa personalizzazione
dell’assoggettamento… (Virno p. 151)
‘L’ineludibile relazione con la
presenza altrui, implicata
dalla condivisione
dell’intelletto, si dà a
vedere come universale
ripristino della dipendenza
personale. Personale in un
duplice senso: si dipende
dalla persona di questo o di
quello… inoltre a venir
sottomessa è l’intera
persona, la semplice
attitudine al pensiero e
all’azione, insomma
l’’esistenza generica’ di
ciascuno di noi’ (Virno p.
149)
Dall’unità misura dell’ora di
lavoro (principio di
equivalenza) al general
intellect: salta
equivalenza, si
affermano gerarchie
competitive: il cinismo
contemporaneo
(‘atrofizzazione della
solidarietà, solipsismo
bellicoso etc’)
La caduta del principio di
equivalenza si dà a vedere
nel comportamento del
cinico, come insofferente
abbandono dell’istanza di
uguaglianza. Al punto che
egli affida l’affermazione di
sé proprio alla sfrenata
moltiplicazione di
gerarchie e sperequazioni..
Il cinismo contemporaneo è
una forma di adattamento
subalterno al ruolo
centrale assolto dal
general intellect. (p. 150)
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