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VENEZIA REPUBBLICA MARINARA

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VENEZIA REPUBBLICA MARINARA
Le Repubbliche Marinare erano citta’ costiere italiane, in particolare Amalfi,
Pisa, Genova e Venezia, che nel medioevo ( X-XIII secolo ) furono dominanti nei
commerci del Mediterraneo.
Le repubbliche marinare furono in realtà molte di più, per esempio Ravenna,
Comacchio, Noli, Gaeta, Palermo, Brindisi.
La storia delle repubbliche marinare si intreccia con l‘inizio dell'espansione
europea verso Oriente, che si realizzò attraverso il controllo delle rotte
mediterranee, strappando ai paesi arabi la supremazia navale.
I mercanti delle repubbliche marinare italiane incentivarono i progressi tecnologici
nella navigazione, supporto fondamentale per la crescita della ricchezza
mercantile
Venezia fu la più importante e la più longeva tra le repubbliche marinare.
Le sue origini risalgono ai secoli V e VI, quando, per sfuggire alle invasioni dei
barbari (Goti, Unni, Ostrogoti, Longobardi), gli abitanti cercarono rifugio nelle
isole della laguna (Grado, Caorle, Torcello, Malamocco, Chioggia, Rivalto).
Essa fu dapprima soggetta al dominio bizantino, ma verso la fine del secolo VIII,
venuta meno l'autorità bizantina sulla laguna per l'invasione longobarda, divenne
autonoma e inizio’ la sua espansione nell'Adriatico.
Marco Evangelista, discepolo dell’apostolo Paolo, e’ il patrono della
citta’ di Venezia Il leone alato, simbolo dell'Evangelista, compariva così
nelle bandiere, negli stemmi e nei sigilli.
Viva San Marco!
fu il grido di battaglia della Repubblica di Venezia.
Verso la fine del secolo X, Venezia si impadronì delle coste dell'Istria e della Dalmazia.
Verso la metà del secolo XI, alleata con i Bizantini, combatté contro i Normanni, e ricevette la città di
Durazzo e privilegi nel porto di Costantinopoli.
Lo sviluppo della potenza veneziana venne favorito anche dalle Crociate, particolarmente dalla quarta
(1204), che si concluse con la conquista dell'Impero bizantino e la fondazione dell'Impero latino d'Oriente.
In quella occasione Venezia si impadronì anche delle isole e dei porti dell'Egeo e dello ionio, ottenne per
le sue merci l'esenzione dai dazi in tutti i paesi dell'Impero, e il suo doge prese il titolo di Signore di un
quarto dell'Impero romano. La quarta Crociata rese in tal modo Venezia padrona di tutto il
Mediterraneo orientale, consolidando la sua supremazia commerciale in oriente e la sua grandezza
politica ed economica fino a tutto il secolo XVI.
Nella seconda metà del secolo XIII, avendo i Genovesi, aiutato i Bizantini alla conquista dell'Impero
latino d'Oriente, e ottenuto in compenso importanti privilegi in Asia Minore e nel mar Nero, si trovarono
di fronte la rivale Venezia. Le due repubbliche si combatterono aspramente per quasi due secoli in
parecchie battaglie navali, fino al Trecento, quando Venezia riuscì ad afferamare a la propria
supremazia su Genova .
I possedimenti veneziani intorno al 1000
Possedimenti veneziani nell'Egeo alla metà del XV secolo
Conquista della Terraferma
Per secoli la Repubblica è stata uno stato composto di isole e fasce costiere, che
costituivano il cosiddetto Stato da Màr. Solo limitate inclusioni di aree del retroterra
lagunare erano state effettuate per costituire postazioni difensive contro l'espansione
di città come Padova e Treviso. All'inizio del XV secolo i veneziani iniziarono
tuttavia ad espandersi notevolmente anche nell'entroterra, in risposta alla minacciosa
espansione di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano dal 1395.
Il governo
A capo dello Stato era il Doge, eletto a vita (primo doge fu Paoluccio Analesto, 697). Veniva incoronato
davanti al popolo, risiedeva nel Palazzo Ducale, ricevendo onori e circondandosi di un cerimoniale
fastoso e solenne che doveva manifestare la gloria e la potenza della Repubblica.
Per impedire che il suo potere si trasformasse in assoluto, i più alti affari dello Stato venivano deliberati
dall'assemblea del popolo, detta arengo o concione.
L'udienza accordata dal doge di Venezia
nella sala del Collegio nel Palazzo Ducale
Il primo Doge, Paoluccio Analesto
Più tardi l'aristocrazia veneziana (che, a differenza dell'aristocrazia feudale, era formata dalle famiglie
maggiormente arricchite con i traffici) riuscì ad assumere il potere politico, dando origine a un governo
oligarchico.
Nel 1172 l'arengo fu sostituito dal Maggior Consiglio, che era era l'organo sovrano dello Stato veneziano,
cui appartenevano, automaticamente e di diritto tutti i membri maschi e maggiorenni delle famiglie
patrizie. Aveva competenza illimitata in qualunque materia ed eleggeva tutti gli altri consigli e
magistrature.
Più tardi si introdusse il Minor Consiglio o Senato. Era l'organo deliberativo della Repubblica, che si
occupava di discutere della politica estera e dei problemi correnti.
Alcune rivolte e congiure fornirono l'occasione per istituire il Consiglio dei Dieci, composto di dieci
membri con incarico annuale, dotati di ampi poteri al fine di garantire la sicurezza della Repubblica e del
suo governo.
Amministrazione del dogado
Il Dogado, cioè il ristretto territorio metropolitano di Venezia e delle lagune,
era suddiviso in distretti retti da Podesta’ inviati dalla capitale.
Amministrazione dello Stato da Mar
Amministrazione dei domini di terraferma
Nel corso della loro espansione i Veneziani costituirono
in tutto il Mediterraneo Orientale una serie di colonie,
cioè di stabili insediamenti commerciali, spesso separati
dal resto delle città ospitanti e cinti da mura, che
godevano di particolari privilegi.
Le principali città della terraferma, come Padova, Vicenza,
Verona, Brescia, Bergamo, erano rette da una coppia di
funzionari: un Podestà e un Capitano, il primo responsabile
civile, il secondo responsabile militare e per l'ordine pubblico.
Il Console era il funzionario incaricato di amministrare la
colonia e di rappresentare gli interessi dei mercanti. La
rappresentanza diplomatica venne invece affidata ad
Ambasciatori appositamente inviati.
L'amministrazione della Serenissima si assicurava comunque di
rispettare le leggi ed i costumi delle varie città, a lei vincolate da
un giuramento di fedeltà.
Sposalizio del Mare
Lo Sposalizio del Mare e’ una cerimonia che simboleggiava il
dominio marittimo di Venezia.
La cerimonia aveva originariamente un carattere propiziatorio
con il mare. Si svolgeva con una solenne processione di
mbarcazioni, guidata dalla nave del doge (il Bucintoro), che
sciva dalla laguna attraverso labocca di porto del Lido.
Qui, nelle acque antistanti la chiesa dedicata a San Niolo’, patrono dei naviganti, veniva recitata una preghiera
affinché «per noi e per tutti i navigatori il mare possa essere calmo e tranquillo»; successivamente il doge e gli altri
venivano solennemente aspersi con l'acqua santa, il resto della quale veniva poi versato in mare.
Ogni anno il doge lasciava cadere un anello consacrato nel mare, e con le parole «Ti sposiamo, mare. In segno di
vero e perpetuo dominio» dichiarava Venezia e il mare indissolubilmente uniti, ribadendo il possesso sul mare
Adriatico.
Economia e commercio
Alla base del successo e dell'ascesa politica di Venezia durante tutto il Medioevo si trovava
l'eccezionale floridezza dei suoi commerci. Fin dalle sue origini, infatti, la città vantava uno
speciale legame con l'Oriente, che l'aveva resa per l'intera Europa occidentale, una porta
privilegiata verso il Levante e tramite verso tutto
quel sistema commerciale che si fondava sulla
ricchezza delle merci in viaggio lungo la Via della
Seta.
I privilegi ottenuti nel corso dei secoli
dall’Impero di Bisanzio avevano reso infatti
la città monopolista in molti mercati orientali
e principale attore del commercio in quell'area.
Ducato d'oro del Doge Michele Steno (1400-1413)
Per la rilevante importanza commerciale dello Stato veneziano, grande fu la
diffusione e l'influenza della sua produzione monetaria in Europa e nel
Mediterraneo.
Le monete veneziane avevano su uno dei lati l‘immagine del doge regnante, con
lo stendardo e inginocchiato davanti a San Marco.
Spezie, sete, profumi, legnami pregiati transitavano così da Venezia diretti verso il continente e
in cambio Venezia ne riceveva in pagamento oro e argento e materie prime e armi per alimentare
il commercio con l'Oriente. A ciò si aggiungevano i preziosi prodotti locali, come i vetri di
Murano e i tessuti ricavati dai panni grezzi d'importazione.
Il mercato di Rialto diveniva così il fulcro di questi intensi traffici, dove si battevano i prezzi di
merci che viaggiavano per migliaia di chilometri, dalla Cina e dall’India, dall’Arabia sino a
Londra e alle Fiandre.
Il mercato ospitava le botteghe delle Arti come quelle dei fruttaroli (o fruttivendoli), degli erbarali
(venditori di erbaggi), dei naranzèri (venditori di arance e agrumi in genere).
Per secoli, la base di questa complessa organizzazione economica venne rappresentato dai
convogli navali, le cosiddette Mude: vere e proprie carovane marine, che con periodica costanza
collegavano i lontani porti di Alessandria, Acri, Costantinopoli e di Crimea con Venezia e poi
questa con, Aigues Mortes, Londra e Bruges. Era per garantire porti sicuri, punti d'appoggio e
protezione a tali convogli che la Repubblica si spinse sino a creare la propria rete di possedimenti,
colonie e feudi in Oriente.
La conquista dei mari e’ anche merito dell’agilita’ delle sue imbarcazioni
La flotta veneziana era composta
principalmente da Galee, navi spinte
completamente dalla forza dei remi e
talvolta dal vento, grazie anche alla
presenza di alberi e vele.
Un viaggiatore veneziano famoso:
Marco Polo
Marco Polo è stato un ambasciatore, scrittore, viaggiatore e
mercante italiano vissuto nella Repubblica di Venezia,
apparteneva al patriziato veneziano. Insieme al padre e allo zio
giunse in Cina percorrendo la via della seta.
E’ stato un grande mercante e viaggiatore, che ha passato circa
24 anni in viaggio nell’estremo Oriente.
Una volta tornato dal suo lunghissimo viaggio, la sua amata
Repubblica Veneziana era in guerra con la rivale Genovese e da
vero uomo d’azione si lanciò nel conflitto. Fu catturato e
imprigionato.
In prigione conobbe lo scrittore pisano Rustichello al quale
raccontò dei suoi viaggi e delle sue avventure che vennero poi
trascritte nel libro “Il Milione”.
La caduta
Durante la campagna d'Italia condotta dalla Francia rivoluzionaria, la
Repubblica venne invasa dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte (1797),
che occuparono la terraferma, giungendo ai margini della laguna.
A seguito delle minacce francesi di entrare in città, nella seduta del 12 maggio
1797, il Doge e i magistrati deposero le insegne del comando, mentre il
Maggior Consiglio abdicò e dichiarò decaduta la Repubblica.
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