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prevenzione dei tumori dell`apparato genitale femminile

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prevenzione dei tumori dell`apparato genitale femminile
Carcinoma della cervice
-Il carcinoma della cervice uterina rappresenta il 6% delle neoplasie
maligne della donna
-La prognosi è legata all’estensione della patol al momento della
diagnosi ed è correlata allo stadio, volume, grado di differenziazione
tumorale, invasione vascolo-linfatica
-Principale fattore di rischio x lo svil della neoplasia è l’infezione da
papillomavirus (HPV), correlata con sviluppo di lesioni intraepiteliali
squamose della cervice, di basso e alto grado, definite CIN I, CIN II,
CIN III o displasie lievi moderate e gravi
Altri fatt di rischio sono: promiscuità sessuale, non utilizzo di metodi di
barriera, scarse condizioni socioeconomiche, inizio precoce dell’attività
sessuale, partner multipli del proprio partner, immunodepressione (p
es HIV, trapiantate)
Circa un terzo delle lesioni preneoplastiche della cervice regredisce
spontaneamente, soprattutto displasie di basso grado, mentre il 25%
progredisce verso un carcinoma in situ più raramente verso un
carcinoma invasivo.
La prevenzione dei tumori
dell’apparato genitale femminile
• Prevenzione
• -primaria:riduzione del rischio e prevenzione dello sviluppo del
cancro nelle persone sane eliminando la causa. P.e. abolizione del
fumo, importanza di una corretta alimentazione (educazione
sanitaria).Promozione di sani stili di vita.
• -secondaria: individuazione e quindi eliminazione o correzione delle
lesioni preneoplastiche che in un arco di tempo più o meno lungo
portano al carcinome (p.e. displasia del collo uterino o iperplasia
dell’endometrio) cioè screening dei tumori più frequenti, nei quali
la percentuale di sopravvivenza dipende dalla precocità della
diagnosi. Esempio: cancro della cervice uterina, dell’endometrio, del
seno. Questi programmi possono includere l’autopalpazione del
seno, il pap test, la citologia endometriale, l’ecografia transvaginale.
• -terziaria: è la diagnosi precoce, quindi la scoperta di una neoplasia
più facilmente trattabile e curabile (p.es. cancro dell’ovaio, della
mammella).
IL PAP TEST
• SI ESEGUE PRIMA DI UNA VISITA
GINECOLOGICA
• ALLE DONNE IN ETA’ FERTILE
• IN ASSENZA DI PERDITE EMATICHE
• PREFERIBILMENTE IN FASE
OVULATORIA
• NO RAPPORTI SESSUALI E/O TERAPIE
TOPICHE VAGINALI NEI TRE GIORNI
PRECEDENTI
MATERIALE OCCORRENTE
• Speculum vaginale di misura adatta alla
donna
• Vetrini molati
• Citobrush
• Spatola di Ayre
• Tamponi
• Fissatore
• Portavetrini
Tecnica di esecuzione
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Paziente in posizione litotomica
Favorire il rilassamento della donna
Si introduce in vagina lo speculum, per visualizzare la cervice uterina.
Con la spatola di Ayre si raccolgono delle cellule di sfaldamento che stanno alla
superficie del tessuto che si vuole esaminare (endocervice,esocervice, vagina), e si
prelevano le secrezioni , il muco e le cellule esfoliate in corrispondenza dei quattro
fornici vaginali e lungo la parete posteriore della vagina
Col citobrush o col tampone si raccolgono cellule di sfaldamento dal canale cervicale
Si allestiscono i vetrini strisciando il materiale raccolto
Dopo fissazione dei vetrini con una miscela di alcol-etere lo striscio viene colorato col
metodo di Papanicolau o simili e letto dall’anatomo patologo
Va usato un metodo di classificazione e terminologia internazionale (confrontabile per
tutti i laboratori).La terminologia citologica raccomandata è il sistema Bethesda
Avvisare la paziente che potrebbe avere delle modeste perdite ematiche (scarse)
legate all’uso del citobrush
COLPOSCOPIA (II livello)
• Visualizzazione ingrandita del fondo vaginale e della
cervice uterina mediante uno strumento ottico, il
colposcopio,che ingrandisce fino a 20-30 volte il campo
in esame
• L’esame deve essere eseguito senza preparazione,
dopo un trattamento con acido acetico e soluzione iodoiodurata, utilizzando ingrandimenti fino a 60 diametri.
• Nei tre giorni precedenti l’esame no visite ginecologiche,
terapie topiche vaginali, mestruazioni, rapporti sessuali
• Fornisce suggerimenti in merito alla modalità per
l’accertamento diagnostico definitivo (biopsia,
conizzazione) e a seguito di analisi istologica, notizie
sulla natura della lesione (intraepiteliale o invasiva) e
sulle modalità di trattamento più opportuno.
colposcopia
Prima dell’esecuzione
-vescica vuota
-consenso informato sui rischi correlati
all’esame e sulla tecnica di esecuzione
Durante l’esecuzione Eventuale curettage
endocervicale (ECC)
Al termine si rilascia referto iniziale, con
descrizione dell’esame, se biopsia risultato
da 1 a 3 settimane (tempi di laboratorio)
Tempo di esecuzione: circa 15 minuti
• Anomalie: ulcere, processi infettivi, esiti di
processi infiammatori, infiamm. In atto a
carico delle pareti vaginali o della cervice
• Presenza di cellule anomale(lesioni
precancerose)
Interferenze col risultato:
sangue, infezioni in corso, uso di lavande,
lubrificanti, farmaci
Falsi negativi: scarsità di materiale raccolto
Materiale raccolto al di fuori della lesione
evoluzione
• Ripetizione della biopsia mediante laser (più
estesa, anestesia, day surgery)
• Laser conizzazione (anche terapeutica)
IN GRAVIDANZA
• No curettage endocervicale
• Si colposcopia
• Si pap test
• Biopsia e conizzazione solo se forte sospetto di
lesione a rischio
La procreazione medicalmente
assistita
•
•
Regolamentata in Italia dalla legge 40 del FEBBRAIO 2006
Per tecniche di procreazione medicalmente assistita -PMA- o di riproduzione assistita -ART- si
intendono quei procedimenti che comportano il trattamento di oociti umani, di spermatozoi o di
embrioni nell’ambito di un progetto finalizzato a realizzare una gravidanza.
•
Questi procedimenti includono :
Inseminazione intrauterina IUI
Inseminazione intratubarica ITI
Inseminazione intracervicale ICI
Inseminazione intraperitoneale IPI
Fertilizzazione in vitro e trasferimento embrionale FIVET
Intracytoplasmatic sperm injection ICSI
Gamete Intrafallopian transfer GIFT
Zigote intrafallopian transfer ZIFT
Tubal embryo transfer TET
PMA
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Nel 1978 Stepson e Edwards ottennero la prima nascita con FIVET
Un ciclo di riproduzione assistita prevede diverse fasi che vanno dalla necessità di produrre un maggior
numero di follicoli e quindi di ovociti , alla fertilizzazione in vitro o in vivo e quindi al trasferimento degli
embrioni
L’incremento del numero di follicoli è assicurato da protocolli di stimolazione ovarica mediante
gonadotropine.
I protocolli più utilizzati prevedono l’uso di agonisti del GnRH per sopprimere l’attività ipofisaria e quindi
preveniere il picco endogeno dell’LH. Sono in genere somministrati durante la fase luteale, (21° giorno)
del ciclo precedente a quello di stimolazione ovarica.
Per valutare l’avvenuta down regulation dopo circa 15 giorni dalla somministrazione si dosano i livelli
sierici del 17 βestradiolo. Da tale momento si somministrano quotidianamente per via parenterale le
gonadotropine, con protocolli diversi a seconda del tipo di paziente ( poor-high o normo responder) e
dell’età.
Si attua un monitoraggio ecografico e sierico del 17 β estradiolo e in presenza di 3-4 follicoli di diametro
medio superiore a 17-18 mm si induce la maturazione ovocitaria mediante hCG per via im o sc.
Il recupero ovocitario viene effettuato circa 34-36 ore dalla somministrazione di hCG mediante prelievo
ecoguidato per via vaginale più comunemente con sedazione della paziente.
COMPLICANZE PIU’FREQUENTI POST PICK UP
Emorragia
Infezioni pelviche
Raramente ascesso pelvico e lesioni degli organi interni contigui.
Fasi successive:
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Recupero ovocitario dal liquido follicolare prelevato mediante aspirazione
transvaginale guidata
Stoccaggio degli ovociti in terreno di coltura a temperatura ed atmosfera
controllata
Preparazione degli spermatozoi da liquido seminale mediante opportuna
metodica atta a concentrare il maggior numero di spermatozoi dotati di
buona morfologia e motilità.
A 4-10 ore dal prelievo gli ovociti vengono inseminati con gli spermatozoi in
opportuna concentrazione. (60.000-100.000 per ovocita).
La successiva presenza di pronuclei e dei globuli polari è indice di avvenuta
fertilizzazione nelle successive 14-18 ore.
Il transfer, ovvero il trasferimento degli embrioni in utero è la fase finale di
questo processo. Avviene mediante un catetere molto sottile che si
inserisce in cavità uterina dopo opportuna disinfezione della cervice. (OUE)
Le percentuali di impianto derivano ancora da molte variabili cruciali,
prevalentemente l’età della paziente,il numero e a qualità egli embrioni
trasferiti.
Non esistono al momento dei markers sierici per valutare l’avvenuto
impianto se non la concentrazione di β-hCG nel sangue.( a distanza di non
meno di 14 gg)
Materiale per FIVET
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Provette sterili
Stufetta per garantire la temperatura sempre adeguata degli ovociti e degli embrioni
Ecografo
Pinze ad anelli
Speculum
Ago per pick up e sistema di collegamento alla pompa aspiratrice
Siringa cono Luer 20 o 30 ml
Terreno di coltura
Garze sterili
Materiale per assistenza all’anestesista:
Ago 18 o 20 gauge
Cerotto
Ambu collegato all’erogatore di O2 con flussometro
Farmaci per sedazione
Farmaci per eventuale intubazione
Guanti sterili power free
TECNICA DI PRELEVAMENTO
• Si lavora in penombra, in quanto gli ovociti
sono termosensibili e fotosensibili
• Massima sterilità
• Materiale power free
• Mai usare disinfettanti di alcun tipo (ovociti
ed embrioni molto sensibili)
Altre tecniche di PMA
• ICSI stessa tecnica di prelievo e transfer,
differisce il trattamento in laboratorio, perché lo
spermatozoo viene iniettato all’interno del
citoplasma dell’ovocita.
• La GIFT è una tecnica poco usata perché
richiede il trasferimento in laparoscopia dei
gameti maschili e femminili inseriti in apposito
catetere e separati da una bolla d’aria, in una o
in entrambe le tube, a circa 2-3 cm dall’ampolla
tubarica. Negli ultimi anni l’utilizzo di questa
tecnica si è ridotto del 90% circa.
Problematiche legate alla PMA
• Coppie infertili, che da tanto tempo cercano di
raggiungere l’obbiettivo della gravidanza, molto provate
da questo percorso.
• Vari tentativi già andati a vuoto: percentuale di successo
+/- del 25%. Molta ansia.
• Storia ostetrica e/o ginecologica patologica o patologia
del partner.
• Infertilità a causa di terapie per problemi oncologici
(maschili o femminili, vicini nel tempo o pregressi)
• Cause idiopatiche…
STERILITA’
Notevole incremento nelle società
occidentali, sia maschile che femminile
Cause sociali e ambientali
•
tendenza a posporre in età più
avanzata il periodo della vita in cui avere
figli
•
aumento delle annessiti di origine
infettiva conseguente a aumento di mst
•
inquinamento ambientale
DEFINIZIONE
Sterilità è l’assenza della capacità riproduttiva,
nell’uomo o nella donna o in entrambi o come
coppia, per cause che impediscono la fecondazione e
va considerata come un problema di coppia.
Una coppia è definita sterile dopo un anno di rapporti
sessuali regolari senza uso di metodi contraccettivi non
seguiti da una gravidanza, tale periodo viene ridotto a
sei mesi nelle coppie in età più avanzata. Dopo tale
periodo si può iniziare l’iter diagnostico terapeutico.
La sterilità va distinta dalla infertilità, che comprende
tutti quei casi in cui non si ha la prosecuzione della
gravidanza fino ad un’epoca in cui il feto è vitale e in
genere è conseguente a un difetto dell’annidamento
dell’uovo fecondato o nello sviluppo dell’embrione
Approccio clinico all’infertilità e
sterilità
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•
È un approccio di coppia
Cause maschili femminili o di coppia
Importanza del colloquio-counselling
Esami di laboratorio. Ematici e spermatici
Post coital test
Valutazione dell’apparato genitale
femminile (morfologia, colture,esami
istologici)
IVG
• Regolamentata dalla legge 194 /78
• Importanza di una corretta informazione e
accertarsi che la donna abbia compreso a
fondo sia la legge che le procedure
relative alla ivg
• Situazione molto influenzata anche dalla
situazione socio economica e dallo stile di
vita e relazionale (situazione familiare
stabile/instabile)
Assistenza alla donna con ivg
• Prevenire le infezioni e le possibili
complicanze
• Facilitare l’adattamento alla decisione
presa
• Comprendere e accettare l’ansia della
donna e della coppia
• Monitorare i segni vitali
Nursing infermieristico
• Basato prevalentemente sul sostegno alla
coppia in questo percorso molto tortuoso e
lungo, dai risultati spesso abbastanza
imprevedibili e non monitorizzabili in tutte le sue
fasi.
• Per quanto riguarda l’assistenza alle tecniche di
prelevamento e transfer, eseguire correttamente
la tecnica come previsto in tutte le sue parti e
con assoluta sterilità.
Patologia ginecologica
• Notevoli diversità etniche, ambientali e socio economiche
condizionano la prevalenza di vari agenti patogeni e quindi
delle patol. ginecologiche
• Costume sessuale influisce sulla natura e sull’incidenza
delle flogosi genitali e sui metodi di controllo della fertilità
• Anatomia e biologia concorrono a difendere l’apparato
genitale dall’invasione microbica (rima vulvare, imene,
muco cervicale, istmo uterino) e spessore e struttura
dell’epitelio squamoso stratificato,(dipend. dalla
stimolazione estrogenica) acidità molto elevata (pH 3-4,7)
da trasformazione del glicogeno nell’epitelio che si
trasforma in acido lattico, e presenza del bacillo di
Döderlein o lattobacillo e di numerosi saprofiti.
• Esistono in vagina come ospiti abituali altri germi acidotolleranti tra i quali: difteroidi, streptococco e molti anaerobi
e microaerofili.
• Flora vaginale:entità dinamica influenzata da fattori ormonali ma
anche traumatici, interventi chirurgici, nonché le infezioni.
• Le flogosi vaginali possono insorgere per:
a Trasmissione sessuale :
MALATTIE TRASMESSE SESSUALMENTE (Trichomonas vaginalis,
Candida albicans,Gardnerella vaginalis, Chlamydia tracomatis,
Neisseria gonorrhoeae –gonococco- Virus Herpes di tipo 2 -più
raramente tipo 1-Papilloma Virus , Streptococco di gruppo B beta
emolitico)
Altri germi piogeni, gram negativi e positivi,
Mycoplasmi,ecc.Treponema pallidum
Nelle MST vengono considerate sia le infezioni a localizzazione
genitale sia le infezioni sistemiche (HIV,epatiti,ecc) che trovano una
via di trasmissione nel rapporto sessuale
b Presenza di IUD
c Per trasmissione attraverso oggetti
ambientali o indumenti
d Per interventi praticati a seguito di
parto,aborti o a fini diagnostici
e Condizioni biologiche od ormonali che
rendono facile l’instaurarsi di germi
patogeni e il loro prevalere sull’abituale
flora vaginale saprofita
RUOLO IMPORTANTE DEGLI OPERATORI SANITARI:
PREVENZIONE PRIMARIA. EDUCAZIONE
SANITARIA/INSEGNAMENTO
1 – Informazione su fattori di rischio, condizioni predisponenti e criteri
generali di comportamento per la prevenzione primaria e secondaria
riferiti a precoce attività sessuale, presenza di partner multipli,
diffusione di MST, abitudini di vita.
Per il carcinoma dell’endometrio p.e età, fattori di rischio in ambito
ostetrico-ginecologico, familiare e presenza di obesità.
2 – sensibilizzazione sulla necessità dei controlli periodici e sui vantaggi
della diagnosi precoce
3 – insegnamento delle tecniche più corrette per l’autoesame del seno,
p.e.
4 – sensibilizzazione all’esecuzione del pap-test per la diagnosi precoce
del carcinoma della cervice
5 – indirizzo circa le campagne di screening effettuale dal ssn , gratuite,
con chiamata nominale a scadenze fisse
Flogosi vulvari e vaginali
• Frequentemente associate a infiammazioni di altri organi genitali
interni e/o esterni
• Alcuni microorganismi prediligono alcune sedi, o si sviluppano a
partire da alcuni tratti (pe gonococco predilige uretra, ghiandole
periuretrali e endocervice, gardnerella localizzazione
prevalentemente vaginale, Clamydia endocervicale, Candida e
Trichomonas perlopiù vulvo-vagino-cervicali.Virus Herpetici e
Papilloma danno manif. Vulvari e perineali
• Bisogna ricordare le forme allergiche, irritative (assorbenti esterni ed
interni)traumatiche. Su queste forme si possono secondariamente
instaurare infiammazione da germi patogeni talora favoriti da lesioni
da grattamento, azione macerante od irritante di inadeguati
trattamenti terapeutici
Nursing ginecologico
Educazione sanitaria
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Informazione sull’individuazione dei sintomi, non sottovalutare perdite soprattutto
quando durature,pruriti,bruciore
Evitare trattamenti fai da te
Evitare uso improprio di assorbenti usa e getta
Ricordare che alcune forme possono cronicizzare, recidivare,essere blande o
asintomatiche
Enfatizzare il pericolo del contagio del partner e del suo trattamento concomitante
(pericolo che sia la fonte della reinfezione)
Portare a termine i cicli di trattamento farmacologico sia locale che per via generale
Educare all’uso di biancheria ed asciugamani personali, uso corretto del bagno
Alcuni soggetti sono maggiormente a rischio, predisposti per condizioni immunitarie,
HIV) dismetaboliche,(diabete)presenza di altre infezioni
Stati particolari che influenzano l’ambiente vaginale e lo rendono più recettivo (in
particolare alle micosi) Pe fase premestruale,assunzione di contraccettivi ep e
gravidanza (1/3 delle gravide positivo e asintomatico) presenza di DIU, uso di
antibiotici, chemioterapici, corticosteroidi
Esami microbiolgici per la diagnosi di
infezione dell’apparato genitale femminile
Preparazione della paziente:
• No periodo mestruale (rischio di falsi positivi)
• Nei giorni precedenti no bagno di immersione, si doccia
• No lavande vaginali,farmaci locali ed eventuali terapie
antibiotiche per infezioni o per altri motivi
• Si lavaggi esterni
• Nelle 24 ore precedenti no rapporti sessuali
Procedura di raccolta
• Donna in posizione litotomica
• Posizionare appropriata sorgente luminosa per
visualizzare la sede ove si opera il prelievo
• Con un tampone asportare dalla vagina
eventuali secrezioni
• Introdurre il tampone nella provetta con o senza
terreno di trasporto forniti dal laboratorio
(spesso inviare 2 campioni)
• Con un altro tampone prelevare il materiale per
l’esame microscpico
Procedura di raccolta
• Ruotare il tampone su un vetrino (non
strisciare per non alterare la morfologia
delle cellule) per trasferire il materiale
prelevato
• Lasciare asciugare all’aria il vetrino e
riporlo nell’apposito contenitore porta
vetrini
• Con un nuovo tampone asportare dalla
vagina le secrezioni e misurarne il pH con
le apposite cartine indicatrici
Raccolta dell’essudato vaginale
• In assenza di richiesta specifica il
laboratorio generalmente effettua
di
routine le seguenti ricerche: lattobacilli,
Gardnerella spp,Mobiluncus spp , miceti e
Trichomonas vaginalis
• Identificare opportunamente i contenitori
con tamponi e vetrino
• Compilare accuratamente le richieste
informatiche o cartacee in tutte le loro parti
Raccolta di essudato e tampone
cervicale
• Posizione litotomica
• Sorgente luminosa
• Posizionare lo speculum adeguatamente
lubrificato con gel o acqua tiepida
• Con un tampone asportare dall’esocervice
uterina e dal canale cervicale eventuali
secrezioni fino a visualizzare in modo
chiaro la cervice stessa e il canale
cervicale (ev ripetere l’operazione)
Procedura per prelievo cervicale
• Con un secondo tampone asportare
eventuali secrezioni dall’esocervice o dal
cc dopo aver introdotto il tampone sterile e
averlo ruotato delicatamente , in
alternativa soprattutto per la ricerca di
Clamydia trachomatis, è possibile
utilizzare un citobrush
• Ruotare il tampone su vetrino (non
strisciare per non alterare la morfologia
delle cellule)con movimenti concentrici
dall’interno verso l’esterno
Procedura di prelievo cervicale
• Lasciare asciugare all’aria il vetrino e
riporlo nell’apposito porta vetrini per il
trasporto al laboratorio
• Con un altro tampone asportare eventuali
secrezioni dall’esocervice e dal canale
cervicale dopo avervi introdotto un
tampone sterile e averlo ruotato
delicatamente
• Inserire il tampone nel terreno di trasporto
e chiudere il contenitore
Procedura di prelievo cervicale
• Ripetere eventuali altri prelievi con nuovi
tamponi a seconda delle indicazioni del
laboratorio
• Identificare opportunamente i contenitori
con tamponi e vetrino
• Compilare correttamente in tutte le loro
parti le richieste informatiche o cartacee
da allegare al materiale prelevato
• In gravidanza si possono eseguire tutti i
prelievi microbiologici sia vaginali che
cervicali (anche rettale x strept.agalactiae)
PID o malattia infiammatoria
pelvica
• Tutte le forme infiammatorie che coinvolgono gli
organi della pelvi (endometrio,
tube,ovaie,peritoneo) che possono determinare
alterazioni anatomiche e funzionali a carico degli
organi interessati
• Nella PID non trattata possono essere presenti
infertilità, aderenze e dolore pelvico (PID
cronica)
Eziopatogenesi
• Fattori di rischio: inizio precoce attività
sessuale,partners multipli,contraccezione con
IUD
• Gli agenti patogeni possono dare
vaginite,vulvite,cervicite e successivamente
risalgono le vie genitali fino alla cavità pelvica
• Ci vuole un fattore scatenante o predisponente
• Agenti eziologici: Nisseria gonorrhoeae,
Clamydia, alcuni microorganismi saprofiti
vaginali (Proteus, streptococco e altri) e
micoplasma.
Clinica
• Sintomi non sempre corrispondenti alla gravità
dell’infiammazione
• Devono fare sospettare:
-Dolore pelvico o al basso addome
-Sensibilità o dolore cervicale all’esplorazione
-iperpiressia,leucocitosi,sintomi infiammatori
leucoxantorrea,disuria ,dispareunia
-Esami colturali positivi per Clamydia o gonococco
Complicanze della PID
• Ascessi tubarici o ovarici
• Ostruzione tubarica con conseguente
infertilità
• Aderenze pelviche e addominali
• Dolore cronico
• Disturbi invalidanti che possono
compromettere la buona qualità della vita
della donna e la capacità lavorativa
Trattamento
• Specifico, dipendendo da tipo, entità e
sede del problema
• Spesso richiede diagnosi con interventi
piuttosto invasivi
(laparoscopia,isteroscopia)
• Non di rado richiede trattamento chirurgico
NURSING INFERMIERISTICO
• Educazione sanitaria (stili di vita,partners
multipli,contraccezione)
• Accompagnamento all’esecuzione delle
indagini diagnostiche
• Spesso cronicizzazione: pazienti molto
sofferenti, provate.
• Corretta assunzione della terapia
(tempi,modi, partner)
Endometriosi
• Patologia provocata dalla disseminazione o dalla crescita di tessuto
endometriale in sedi anomale (eterotopia)
• Si distingue una patologia infiammatoria ed una neoplastica
• L’endometrio ectopico subisce,come la mucosa uterina, gli stimoli da parte
degli ormoni ovarici, soprattutto estrogeni, ed assume atteggiamenti
proliferativi e funzionali (compreso lo sfaldamento ed il sanguinamento in
epoca mestruale) simili a quelli che si verificano nell’endometrio normale
• Quasi sempre malattia dell’età feconda, nella quale è presente l’attività
ovarica, si verifica eccezionalmente prima della pubertà e tende a
regredire nella post-menopausa o dopo la castrazione
• È più frequente nelle nullipare
• A seconda della localizzazione del nodo endometriosico si avra’
adenomiosi o endometriosi interna quando la sede è nel tessuto uterino,
nello spessore del miometrio,o endometriosi esterna quando l’endometrio
ectopico si trova negli organi pelvici o sul peritoneo pelvico
• L’endometriosi si può reperire anche al di fuori della cavità pelvica (su
cicatrici di interventi laparotomci,appendice,vulva,ombelico,polmoni) e
viene definita edometriosi di quel determinato organo. Questa forma è
molto rara.
Patogenesi
• Reflusso tubarico di sangue mestruale ed
impianto di frustoli endometriali nei vari
tessuti
• Disseminazione per via ematica, linfatica
• Disseminazione chirurgica
• Predisposizione genetica
• Alterazioni del sistema immunitario
Sintomatologia
• Una percentuale ,circa 20-25% è asintomatica e diagnosticata
casualmente durante una laparoscopia eseguita per altri motivi
(sterilità inspiegata, rimozione di fibromi uterini)
• Dolore inizialmente in epoca mestruale,spesso in paziente che non
aveva mai avuto in precedenza mestruazioni dolorose (dismenorrea
secondaria)
• Col passare del tempo i sintomi si accentuano, iniziando prima e
terminando anche dopo la fine delle mestruazioni. Il dolore diventa
ciclico nella sua comparsa,di tipo gravativo, come un permanente
malessere,nel quale si inseriscono le crisi dolorose
mestruali,sempre più intense
• Molto frequente la dispareunia profonda
• Sterilità nel 30-35% dei casi (spesso aderenze)
• Segnalata una % maggiore di gravidanze extrauterine
Diagnosi
• Visita ginecologica ripetuta, per apprezzare le
differenti caratteristiche dei noduli in diversi
momenti del ciclo
• Diagnosi istologica dopo laparoscopia, con
prelievo bioptico
• Ecografia
• Esami rx dell’addome
• Esami specifici con relazione agli organi
interessati dai noduli
• Importante fare diagnosi differenziale dalle
forme infettive o tumorali
• Esiste una suddivisione in 4 classi
dipendendo dagli stadi della malattia
• Il trattamento può essere farmacologico o
chirurgico
• La gravidanza ha effetti favorevoli sulla
malattia e la menopausa o la castrazione,
medica o chirurgica, induce una
progressiva riduzione delle lesioni nella
maggioranza delle pazienti.
Patologie ginecologiche chirurgiche
Classificate a seconda del tipo istologico:
fibromi,miomi,polipi, che sono rimossi
chirurgicamente per via laparoscopica o
laparotomica.
Si possono refertare forme benigne o
maligne di misure diverse, che
interessano anche tutto l’utero .
Trattamento
• Conservativo, con eventuale uso di ep o
ormoni di altro tipo che riducono la
sintomatologia (dolore,metrorraggia)
• Chirurgico
quando
il
trattamento
farmacologico risulta inefficace con
rimozione della parte interessata o di tutto
l’utero .
Sintomi
• Leucorrea o fluor, da distinguerne vari tipi
(Delle adolescenti,postmestruale,ovulatoria
gravidica,senile,iatrogena…)
• Perdite vaginali di diverso
aspetto,colore,odore..
• Bruciore
• Prurito
• Dispareunia
• Segni di infezione urinaria
Fly UP