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Diapositiva 1
Corso di STORIA E METODI DELLA PSICOLOGIA
(6CFU)
a.a. 2013-14
Prof.ssa Elena CALAMARI
[email protected]
LA RELAZIONALITÀ DEL DATO IN PSICOLOGIA:
SPERIMENTAZIONE, OSSERVAZIONE, SELF-REPORT.
A partire dalla presentazione di due esperimenti (Bruner e Postman 1947;
Schachter e Singer, 1962) e di alcune tecniche di ricerca osservativa e di
raccolta dei resoconti autobiografici dell’esperienza emotiva, il corso
approfondirà il ruolo delle istruzioni e del contesto relazionale in cui si
raccolgono i dati empirici sui soggetti umani, mostrando come tale aspetto
metodologico sia spesso tenuto tra parentesi o addirittura scotomizzato
nell’interpretazione dei risultati scientifici. Attraverso un excursus storico
circa l’amnesia infantile e il recupero dei ricordi traumatici secondo la
psicoanalisi, si porrà la questione dei formati di rappresentazione nelle
teorie costruttive della memoria e della conservazione dell’esperienza ai
livelli di analisi della neurobiologia. Dopo una breve introduzione, le lezioni
si svolgeranno in forma seminariale.
-Bruner J.S., Postman L. (1947), Emotional selectivity in perception
and reaction, Journal of Personality, 16 (1), 69-77;
tr. it. parz. Selettività emotiva nella percezione e nella reazione, in
Esperimenti sulla percezione visiva 2. Aspetti dinamici e funzione della
personalità, a cura di M.D.Vernon, Boringhieri, Torino, 1971, pp. 189197.
-Dudycha G.J., Dudycha M.M. (1941) Childhood memories: a review
of literature, Psychological Bulletin, 38, 668-682.
Freud S. (1899) Ricordi di copertura (in Opere, vol.2, Boringhieri,
Torino, 1968, pp.431-453)
-Henri V. e C. (1897) Enquéte sur les premiers souvenirs de l'enfance,
Année Psychologique, 3, 184-198.
-Schachter S. (1962), La concezione cognitivo-fisiologica
dell’emozione. In Anolli L., Gerbino W., Legrenzi P., Roncato S. (1996,
a cura di), Psicologia generale. Fonti commentate su: emozione,
percezione, pensiero, memoria. Il Cisalpino, Bologna, pp. 73-95.
-Schachter S., Singer J. (1962), Cognitive, Social, and Physiological
Determinants of Emotional State, Psycological Review, 69 (5), 379399.
Testi a scelta:
Aglioti S.M., Berlucchi G. (2013) Neurofobia. Chi ha paura del cervello? Cortina,
Milano.
Allen J.G., Fonagy P. (2006), La mentalizzazione: psicopatologia e trattamento.
Il Mulino, Bologna, 2008.
Bartlett F. (1932) La memoria. Studio di psicologia sperimentale e sociale.
F.Angeli, Milano 1974.
Bowlby J. (1979), Costruzione e rottura dei legami affettivi, RaffaelloCortina,
Milano, 1982.
Bruner J.S. (1982) Alla ricerca della mente. Autobiografia intellettuale, Armando,
Roma, 1984.
Bucci W. (1997), Psicoanalisi e scienza cognitiva, Fioriti, Roma, 1999.
D’Urso V., Giusberti F. (2000), Esperimenti di psicologia, Zanichelli, Bologna,
2000.
D’Urso V., Trentin R. (2001), Introduzione alla psicologia delle emozioni,
Laterza, Roma-Bari.
Damasio A. (1999), Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000.
Darwin C. (1872), L’espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali,
Bollati Boringhieri, Torino, 2000.
Edelman G.M., Tononi G. (2000), Un universo di coscienza. Come la materia
diventa immaginazione. Einaudi, Torino.
Ekman P., Friesen W. V. (2003), Giù la maschera. Come riconoscere le emozioni
dall’espressione del viso, Giunti, Firenze, 2007.
Fonagy P., Target M. (2000), Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina
Editore, Milano 2001.
Goldstein K. (1951), Le emozioni: considerazioni dal punto di vista organismico.
In Il concetto di salute ed altri scritti, a cura di E. Calamari e M. Pini, ETS, Pisa,
2007, pp. 19-46.
Goleman D. (1995), Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano, 1996.
Harré R. (1986), La costruzione sociale delle emozioni, Giuffré, Milano, 1992.
Kandel E.R. (2006) Alla ricerca della memoria. La storia di una nuova scienza
della mente. Codice edizioni, Torino, 2010.
Karmiloff-Smith A.(1992) Oltre la mente modulare. Una prospettiva evolutiva sulla
scienza cognitiva. Il Mulino, Bologna 1995.
LeDoux J. (1996), Il cervello emotivo. Alle radici delle emozioni, Baldini&Castoldi,
Milano, 1998.
Legrenzi P., Umiltà C.(2009) Neuro-mania, Il Mulino, Bologna.
Neisser U. (1967) Psicologia cognitiva, Martello-Giunti, Milano, 1976.
Oatley K. (2004), Breve storia delle emozioni, Il Mulino, Bologna, 2007.
Ornaghi V.(2007) La costruzione della memoria autobiografica in
relazione allo sviluppo del sé, Età Evolutiva, 88, 118-28.
Sandler J., Fonagy P. (1997) Il recupero dei ricordi di abuso.
Ricordi veri o falsi? FrancoAngeli, Milano, 2002.
Schacter D.L. (1996) Alla ricerca della memoria. Il cervello, la
mente, il passato. Einaudi, Torino, 2001.
Schacter D.L. (2001) I sette peccati della memoria. Mondadori,
Milano 2002.
Stern D.N. (2004), Il momento presente in psicoterapia e nella vita
quotidiana. Raffaello Cortina, Milano, 2005.
Manuali di riferimento:
Mecacci L. (2008) Manuale di storia della psicologia, Giunti,
Firenze.
Legrenzi P. (1999) Storia della psicologia, Il Mulino, Bologna.
Le origini della psicologia
Il termine PSICOLOGIA (scienza dell’anima) viene introdotto alla fine
del XVI° secolo, quando nasce la scienza moderna
Il DUALISMO di Cartesio fra res cogitans e res extensa
consente di studiare l’uomo come macchina
L’empirismo inglese (Locke, Hume, J. Mill, J. Stuart Mill)
rivolge l’indagine sui PROCESSI
Gli idéologues francesi (Condillac, Buffon, Cabanis) paragonano
l’ORGANISMO umano a quello animale
In Germania, J.F. Herbart afferma la necessità della
MISURAZIONE dei fatti psichici
La PSICOMETRIA
Dal greco ψυχή "anima" e μέτρον "misura", il termine
PSICOMETRIA fu coniato dal razionalista leibniziano Christian
Wolff (1679-1754) per indicare la scienza che si propone la
misurazione matematica dei fenomeni psichici:
“psycheometria... mentis humanae cognitionem mathematicam
tradit et adhuc in desideratis est”
“haec non alio fine a me adducuntur, quam ut intelligatur, dari
etiam mentis humanae cognitionem mathematicam, atque hinc
psycheometriam esse possibilem, atque appareat animam
quoque in iis, quae ad quantitatem spectant, leges mathematicas
sequi”
v. Psychologia empirica, 1732, §§ 522 e 61.
Wolff distingue PSICOLOGIA EMPIRICA e PSICOLOGIA
RAZIONALE.
L’interdizione kantiana
(Primi principi metafisici delle scienze della natura, 1786; Lezioni di psicologia, 1796)
Una psicologia razionale, scientifica, è
impossibile perché:
-studia i fenomeni del senso interno, che hanno
solo la dimensione del tempo e non quella dello
spazio, forma a priori per il senso esterno;
quindi non si può applicare loro la matematica
come alla scienza dei corpi.
-a differenza dell’intuizione, che si rappresenta
grandezze estensive, fatte di parti, sensazione e
percezione vertono su grandezze intensive, che
hanno solo un grado (l’azzurro non è un
aggregato di parti azzurre, la sua diminuzione
consiste nell’ avvicinarsi al non azzurro).
-inoltre, la psicologia empirica usa
l’autoosservazione e l’introspezione, fallibili.
Immanuel Kant (1724-1804)
Il concetto di soglia
Il filosofo neo-kantiano J.F. Herbart (1825)
formula il concetto qualitativo di SOGLIA
DI COSCIENZA, che la fisiologia dei sensi
traduce in termini quantitativi, sfidando il
veto kantiano.
Osservazione qualitativa: si percepisce un
aumento di illuminazione se si accende
una candela in una sala buia, ma non se ci
sono già molti candelieri accesi.
SOGLIA ASSOLUTA è la quantità minima di stimolazione che
produce una SENSAZIONE (gli stimoli fisici subliminali non
sono percepiti coscientemente).
LA PSICOFISICA
E. Weber (1834) studia la soglia dei due punti (distanza
spaziale sulla pelle) e la minima differenza percepibile nella
modalità tattile, dimostrando il rapporto costante tra
variazione e stimolo che produce una differenza: la SOGLIA
DIFFERENZIALE è proporzionale allo stimolo di partenza
G. Fechner (1860) generalizza ad altre variabili fisiche e modalità
sensoriali la funzione matematica che mette in relazione la
sensazione (Sinneswahrnehmung) con lo stimolo (Reiz)
Legge di Weber-Fechner
S = k log R + C
Determinazione della soglia
-METODO DELL’ERRORE MEDIO: il soggetto aggiusta uno stimolo variabile finché lo
percepisce uguale a uno stimolo costante, compiendo un errore la cui media indica
la soglia differenziale
-METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI (o dei casi veri e falsi): il soggetto confronta
due stimoli, p.es. due pesi, e deve dire se uno è più pesante o leggero dell’altro. Si
determina la differenza nel punto in cui il soggetto risponde correttamente tra il
50% e il 75% dei casi
-METODO DEI LIMITI ( o delle minime differenze percepibili):
si presentano due stimoli e si aumenta o si diminuisce uno di essi finché il soggetto
dice di percepire una differenza. La media delle minime differenze percepibili è la
soglia differenziale
S.S. Stevens (1956) ha introdotto il METODO DELLA STIMA DI GRANDEZZA, dove lo
sperimentatore presenta uno stimolo e ne comunica l’intensità al soggetto. Questi deve
poi stimare gli stimoli successivi in reìazione al primo (se è 20, il doppio, è 40, ecc.)
Stevens (1956) ha formulato la LEGGE DELLA POTENZA, che permette
di includere l’andamento sensazione-intensità della scossa elettrica.
La rivoluzione fisicalista in fisiologia
Johannes Peter Müller
(1801 –1858)
Hermann von
Helmholtz
(1821 –1894)
Emil Du BoisReymond
(1818 –1896)
Nel 1847 Hermann von Helmholtz, Ernst Wilhelm
von Brücke, Emil Du Bois-Reymond e Carl
Ludwig, allievi di Johannes Peter Müller, si
incontrarono a Berlino per definire un programma
di ricerca sulla fisiologia umana che prendesse
definitivamente le distanze dalle concezioni della
Naturphilosophie. Nella prospettiva che
inaugurarono, ogni fenomeno fisiologico poteva
considerarsi correttamente interpretato solo a
queste condizioni: doveva essere spiegato nei
termini di un'interazione tra componenti materiali;
doveva essere traducibile nei termini della fisica e
della chimica; doveva escludersi ogni riferimento
che rimandasse a posizioni vitalistiche.
Ernst Wilhelm
von Brücke
(1819 –1892)
Carl Ludwig
(1816-1895)
I laboratori di PSICOLOGIA
In Germania, nel1879, W. Wundt fonda il laboratorio di Lipsia
Stati Uniti 1883 John Hopkins University Di Baltimora (G, Stanley Hall)
W. James fonda il laboratorio di Harvard, che lascia nel 1902 alla direzione di
H. Münsterberg
Russia 1886 Università di Kazan (V.M. Bechterev)
Francia 1889 La Sorbona, Parigi (H.Beaunis)
Italia 1889 Roma (G.Sergi); 1903 Firenze (G. De Sarlo)
Inghilterra 1897 Cambridge (W.H.Rivers)
Giappone 1903 Tokyo (M. Matsumoto)
Il CHIMOGRAFO
Il chimografo, messo a punto da Carl Ludwig prima della fine degli anni '40 dell'Ottocento,
divenne il primo mezzo tecnologico e il simbolo stesso di questo manifesto
programmatico. Costruito mentre Ludwig lavorava per dimostrare che la circolazione del
sangue non era il frutto di una forza innata, bensì il risultato di fenomeni misurabili, il
chimografo si diffuse rapidamente in tutti i laboratori europei.
Consiste essenzialmente in un cilindro ricoperto da un foglio spesso affumicato con il
nerofumo che ruota alla velocità voluta mediante un meccanismo ad orologeria su cui
venivano impressi i movimenti di uno stilo, ed era in grado di registrare le variazioni nel
tempo di eventi fisici, producendo il tracciato del fenomeno fisiologico considerato. Fu
usato per registrare dati sperimentali sulla meccanica umana, ad esempio le fluttuazioni
di fenomeni fisiologici quali la pressione del sangue. Il tracciato era recepito da un
apposito trasduttore e trasmesso per via meccanica, idraulica, pneumatica o – più tardi elettrica Il chimografo, inoltre, consentiva una trasposizione grafica degli stessi dati, una
misurazione precisa e, di conseguenza, anche la rielaborazione in termini matematici.
Il chimografo in vendita presso la C.H.
Stoelting Company di Chicago (C.H.
Stoelting Co., Psychology and physiology
apparatus and supplies, Milwaukee, 1922)
Il TAMBURO DI MAREY
Il tamburo o timpano
esploratore, messo a punto da
Étienne-Jules Marey (1830-1904)
a metà degli anni '60
dell'Ottocento, fu il primo
importante contributo francese
alla rivoluzione della fisiologia,
uno strumento in grado di
tradurre graficamente le
variazioni di pressione.
Costituito da una membrana di caucciù fissata tra due dischi di legno o metallo, il
tamburo era collegato attraverso un tubo ad uno strumento applicato all'organo di cui
si voleva analizzare il movimento, e attraverso uno stilo al chimografo. Tramite un
sensore, applicato su una regione del corpo e collegato attraverso un piccolo tubo a
una leva e a un tamburo o bobina da cui scorre la carta. Le variazioni vengono
registrate sulla carta da una penna
LO PNEUMOGRAFO
Lo pneumografo o atmografo o
cilindro elastico venne descritto nel
1865 in un articolo pubblicato da
Étienne Jules Marey sul Journal de
l'anatomie et de la physiologie.
Si componeva di una camera d'aria formata da un sottile tubo di caucciù e di una molla
inserita all'interno. Il cilindro elastico, impiegato per analizzare i "movimenti respiratori",
veniva stretto al torace attraverso una cintura, lasciando la molla in posizione di riposo.
Successivamente il cilindro veniva collegato a un tamburo attraverso un tubo che
metteva in comunicazione la camera d'aria del cilindro con la membrana del tamburo
stesso. Durante l'inspirazione, l'espansione del torace provocava un allungamento del
cilindro elastico, innescando una suzione dell'aria presente nella membrana del tamburo
e, di conseguenza, un abbassamento dello stilo che registrava il movimento sul
chimografo. Nel momento dell'espirazione la molla tornava invece a contrarsi,
"spingendo" nuovamente l'aria nella membrana del tamburo, il quale tornava ad
espandersi risollevando lo stilo. Nel grafico registrato dal chimografo era leggibile la
successione dei cicli respiratori: i movimenti di ascensione della curva corrispondevano
all'espirazione, mentre i picchi verso il basso corrispondevano all'inspirazione.
Nel campo della psicologia sperimentale lo trovò impiego soprattutto come mezzo di
analisi delle reazioni fisiche indotte da uno stimolo psichico.
La registrazione grafica dei processi fisiologici
Scriveva Angelo Mosso (1846-1910), professore di
psicologia a Torino, inventore dell’ERGOGRAFO e
autore di una ricerca sulla fatica muscolare, nella
commemorazione di Ludwig: “Perché la scienza
progredisse occorreva un metodo di registrazione
automatica, che scrivesse tutti i fenomeni di
movimento. - Tale è il metodo grafico. – Il palpito
del cuore, l’affanno del respiro, il tremito dei
muscoli, la velocità del sangue, la parola, il
pensiero e la percezione lasciano con il metodo
grafico di sé una traccia indelebile. Nulla è tanto
veloce nella vita e nell’universo che il metodo della
registrazione automatica non riesca a seguire e
direi quasi a trattenere per farne un’analisi minuta e
darne una precisa misura”.
Il sistema in cui erano allineati i diversi apparecchi durante l'analisi di un fenomeno costituiva
un processo di traduzione in tre tempi, che rendeva infine leggibile il fenomeno
matematicamente: le variazioni di pressione prodotte, ad esempio, dall'espansione della
gabbia toracica su uno PNEUMOGRAFO, erano trasferite attraverso il tubo alla membrana del
TAMBURO di Marey; in un secondo momento il gonfiarsi o sgonfiarsi della membrana di
caucciù trasformava il segnale pneumatico nel movimento di uno stilo fissato sul disco
superiore del tamburo; la rotazione del cilindro di un CHIMOGRAFO compiva l'ultima parte del
processo, registrando i movimenti dello stilo e trasponendoli su carta.
Il POLIGRAFO
I tracciati prodotti dallo pneumografo,
dal cardiografo ecc. si riferivano a un
singolo organo o fenomeno e,
soprattutto, venivano registrati in tempi
diversi, sottoponendo ad esame, di volta
in volta, la respirazione, l'attività
muscolare o la pressione sanguigna.
Il POLIGRAFO superava questo
problema, poiché poteva rilevare e
comparare i diversi fenomeni fisiologici
che si manifestavano simultaneamente
in un individuo sottoposto a uno
stimolo. Lo strumento permetteva di
scrivere su uno stesso grafico, con lo
stesso asse temporale di riferimento,
tutte le reazioni fisiologiche che si
manifestavano in una precisa condizione Poligrafo portatile (C. Verdin, Catalogue des
psicofisica spontanea o indotta.
instruments de précision, Paris, 1890-1895)
Il LIE DETECTOR
Il lie detector, o macchina della verità, effettua una registrazione poligrafica delle
modificazioni fisiologiche per obiettivare le reazioni emotive concomitanti alle risposte
menzognere.
Il BIOFEEDBACK
Il soggetto umano può imparare a
regolare i propri ritmi fisiologici,
seguendo l’andamento grafico degli
indicatori registrati su un monitor,
che gli dà informazione di ritorno
Riflesso psicogalvanico
Diminuzione della resistenza elettrica somatica, correlabile all’attività
delle ghiandole sudoripare, determinata dall’insorgenza di fenomeni
emotivi. Si misura facendo passare attraverso il corpo di un soggetto
una debole corrente elettrica: sotto l’effetto di un’emozione, o di
un’attivazione sensoriale, si ha un aumento dell’intensità della corrente,
per diminuzione della resistenza offerta dal corpo al suo passaggio
(effetto Féré).
La variazione della conducibilità della pelle in periodi di stress, eccitazione
o shock può essere monitorata mediante tecniche di relax, come il
controllo della respirazione.
Il CRONOSCOPIO
Strumento di precisione, messo a punto a metà dell’Ottocento per misurare
la durata di fenomeni e processi psichici, combinava all'orologeria
meccanica di precisione le tecnologie derivanti dai recenti progressi nel
campo della telegrafia elettrica. Nei primi esperimenti sui tempi di reazione
(cfr. Gabriele Buccola, La legge del tempo nei fenomeni del pensiero del
1883) fu molto usato il cronoscopio di Matthias Hipp, uno strumento che
consente la misurazione di intervalli di tempo su una scala di grandezza
che raggiunge il millisecondo.
Il rilevamento degli intervalli di tempo
veniva effettuato attraverso un
circuito elettromagnetico del tutto
simile a quello impiegato nel
telegrafo: il passaggio o meno di una
corrente attraverso
un'elettrocalamita consentiva la
chiusura e la riapertura del circuito.
Nel caso del cronoscopio, l'apertura
del circuito attivava il rilevamento
cronometrico, mentre la chiusura lo
fermava.
W. Wund e il suo
gruppo di ricerca, nel
laboratorio dotato di
strumenti: in basso,
sul tavolo, il
cronoscopio di Hipp
I tempi di reazione
Nel 1796 l’astronomo dell’osservatorio di Greenwich, Maskelyne, licenziò il suo
assistente Kinnerbrook a causa degli errori di rilevazione al telescopio. Vent’anni
dopo F. Bessel, riflettendo sull’influenza dei tempi fisiologici nell’osservazione dei
pianeti, formulò il concetto di EQUAZIONE PERSONALE
Il fisiologo S. Exner (1871) chiama “TEMPO DI REAZIONE” l’intervallo di tempo fra la
presentazione di uno stimolo e la risposta del soggetto, cioè la LATENZA di essa
Esperimento del fisiologo H. von Helmholtz (1821-1894) sulla velocità di
conduzione delle fibre nervose:
-il soggetto riceve uno stimolo elettrico e deve premere un pulsante
-stimolando in successione due punti di un arto, la velocità dell’impulso nervoso è
data dal rapporto tra la distanza dei punti di applicazione e la differenza fra i tempi
di reazione
-non tiene conto del diametro delle fibre
Lo studioso di oculistica olandese F.C. Donders (1868) generalizza il METODO
SOTTRATTIVO alla misura della DURATA dei processi mentali. Questa sarà poi
considerata, dal primo COGNITIVISMO, come un indicatore di complessità dei
compiti cognitivi.
Le due psicologie di Wilhelm Wundt (1832-1920)
Nel 1879 Wundt fonda il laboratorio di Lipsia, e ciò gli consente di
ottenere la cattedra di Psicologia, dallo sdoppiamento di quella di
Filosofia. La PSICOLOGIA SPERIMENTALE O FISIOLOGICA studia i
contenuti della mente individuale (sensazione e percezione) con il
metodo dell’introspezione (Selbstbeobachtung), un guardarsi dentro
rigoroso riferito con una precisa terminologia.
I “prodotti dello spirito” (lingua, miti, costumi) non possono essere
studiati sperimentalmente ma con il metodo dell’osservazione
(Beobachtung) dalla PSICOLOGIA DEI POPOLI (Völkerpsychologie)
PSICOLOGIA FISIOLOGICA
METODO DELL’INTROSPEZIONE
PSICOLOGIA DEI POPOLI
METODO DELL’OSSERVAZIONE
Introspezione sperimentale
(dal latino introspicere = guardarsi dentro)
Metodo dell’ AUTOOSSERVAZIONE SISTEMATICA (T. Brown, 1820) per
l’ accesso ai contenuti della propria esperienza cosciente
Caratteristiche:
-resoconto immediato
-possibilità di replicare il dato
-limitazione dei giudizi
-addestramento degli osservatori
-evitare l’errore dello stimolo
-analisi per componenti semplici
L’introspezione sistematica
guidata dall’Aufgabe
(disposizione, set) di O. Külpe a
Würzburg porta al dibattito sul
pensiero senza immagini e alla
crisi della psicologia degli anni
’20 del novecento.
Gli errori dell’introspezione, denunciati da Nisbett e Wilson (1977) aprono la
strada al revival della coscienza e all’inconscio cognitivo
La psicologia….tiene i piedi in due staffe
W. DILTHEY (1833-1911)
Scienze della natura/ scienze dello spirito
(Naturwissenschaften)/ (Geistwissenschaften)
Spiegazione /Comprensione
(Erklären)/ (Verstehen)
W. WINDELBAND
G. ALLPORT (1897-1967)
(1894)
SCIENZE NOMOTETICHE
ricerca di leggi e tendenze generali
DISCIPLINE IDIOGRAFICHE
studio del singolo individuo nella
sua storia concreta
WILLIAM JAMES E I PRINCIPLES OF PSYCHOLOGY (1890)
La vera fondazione della psicologia coniuga i risultati sperimentali ottenuti
nei laboratori europei con l’esperienza fenomenica del soggetto psicologico
DEFINIZIONE DI PSICOLOGIA nel cap. I come:
“the science of mental life, its phenomena and their conditions”
“la scienza della vita mentale, dei suoi fenomeni e delle loro
condizioni”
Le condizioni sono quelle fisiche dell’esperimento, oltre che quelle
materiali del funzionamento cerebrale, e si dà spazio alla psicologia
sperimentale e alla neuropsicologia, ma la psicologia studia i
fenomeni mentali e non esclude affatto l’immediatezza fenomenica
del vissuto, le cui condizioni sono le differenze individuali.
Infatti nei capp. IX e X James teorizza la stream of
consciousness e il concetto di Self
Lo psicologo interno (W. James, 1890)
“Una mente divenuta consapevole della
propria funzione cognitiva si comporta
nei riguardi di se stessa come ciò che
abbiamo chiamato‘lo psicologo’. Essa
non soltanto conosce le cose che le
stanno davanti, ma sa di conoscerle.
Questo stadio di condizione riflessiva è,
più o meno esplicitamente, il nostro
stato abituale di menti adulte.”
Il soggetto sperimentale in psicologia
(K. Danziger, 1990)
La pratica di ricerca del laboratorio di Lipsia ha due modelli:
-la fisiologia che studia la coscienza privata individuale in
condizioni di stimolo controllate
-la comunità universitaria tedesca con la partecipazione degli
studenti alla ricerca
La ricerca su se stessi richiede divisione dei ruoli (all’inizio
intercambiabili) e interazione tra
-lo sperimentatore-osservatore (Beobachter, observer) che legge
gli strumenti
-il soggetto sperimentale (Versuchperson, subject) che dà i giudizi
sensoriali semplici e rappresenta la coscienza in generale (oggi si
parla di partecipanti agli esperimenti).
MODELLO WUNDTIANO. Prevede l’interscambio di ruoli tra
sperimentatore e soggetto, che risulta protetto, ma va in crisi
per il conflitto tra i risultati prodotti nei diversi laboratori
MODELLO DELL’ESPERIMENTO CLINICO sull’ipnosi in
Francia. Si instaura su un rapporto medico-paziente tra psichiatra
maschio e isterica femmina (Charcot), psicologo adulto-soggetto
bambino (Binet) ed è caratterizzato dall’INFERIORITÀ DI
POTERE del soggetto. All’origine della PSICOTERAPIA
MODELLO DELLA MISURAZIONE ANTROPOMETRICA
di Galton (1884): La prestazione individuale è un INDICE DI
CAPACITÀ su base biologica, con competizione
interindividuale: Emerge la natura statistica dell’informazione e
l’importanza dell’assegnazione di valori quantitativi
confrontabili alle prestazioni. All’origine della PSICOMETRIA
Sir Francis Galton (1822-1911)
Il “genio vittoriano” fondatore dell’eugenetica
Hereditary genius (1869) inizia
con "Mi oppongo nel modo più
incondizionato alla supposizione di
una uguaglianza naturale".
Le differenze interindividuali non
vanno negate ma studiate (e
quindi accettate, senza pregiudizi).
Inquiries into human faculty and its development (1883)
passeggiata in Pall Mall, per studiare l'ASSOCIAZIONE DI IDEE
Nel 1884 allestisce un Laboratorio antropometrico all’Esposizione universale di
Londra, dove effettua misure psicofisiche e psicometriche (di capacità mentali
primarie, tempi di reazione ecc.). Galton applica alla psicologia i metodi statistici di
Quétélet e inventa il calcolo della correlazione tra due serie di misure.
La passeggiata in Pall Mall
Lungo i 400 metri di percorso in una strada di Londra, Galton notò circa 300
oggetti ai quali associare un’idea e fu sorpreso perché gli si presentarono alla
mente fatti di tutta la sua vita, anche particolari che credeva dimenticati e
immagini risalenti all’infanzia e all’adolescenza. Ripetendo la passeggiata, gran
parte delle associazioni erano le stesse, compresi i molti ricordi autobiografici
ESPERIMENTO
Dopo aver annotato 75 parole, ciascuna su una strisciolina di carta, e
averle dimenticate, le lesse una per volta, annotando sistematicamente il
tempo di latenza dell’associazione e le prime due risposte. Inventò così il
test di associazione verbale.
Galton ripetè l’esperimento quattro volte, a distanza di un mese, calcolando la
velocità dell’associazione (tempo di latenza da 1,4 a 4 sec.). Il 57% delle idee
erano specifiche e provenienti da ricordi d’infanzia. Il 23% delle parole davano
luogo alla stessa associazione nelle 4 prove. I ricordi erano spesso “idee
cumulative” o “immagini generiche”, come nella tecnica del ritratto di famiglia.
Proprietà della curva normale (curva a campana di Gauss)
F
R
E
Q
U
E
N
Z
A
-3
-2
-1
0
+1
+2
+3
VALORE z (numero di deviazioni standard dalla media)
Indici di variabilità: range
deviazione quadratica media o varianza
deviazione standard =
varianza
F
R
E
Q
U
E
N
Z
A
Distribuzioni ad alta,
media e bassa
variabilità
VALORE
La correlazione lineare fra due serie di misure
diagramma di
dispersione
Il coefficiente prodotto-momento di Pearson
Karl Pearson (1857-1936), allievo di Galton
Il coefficiente di correlazione indica la tendenza che hanno due variabili (X e Y) a
variare insieme, ovvero, a covariare.
Quando non vale l’assunzione di correlazione lineare, le variabili potrebbero
corrispondere a modelli di relazione curvilinea, calcolabili con altri coefficienti (v.
Eta in Bruner e Postman, 1949)
IL MODELLO CLINICO
J.-M. Charcot (1825-1893), neurologo e
psichiatra, nel laboratorio della clinica
della Salpetrière, studiava pazienti
isteriche. Inducendo uno stato
sonnambolico di trance (ipnosi), le
pazienti obbedivano ai comandi del
medico o mettevano in scena la crisi di
grande isteria, sul modello della crisi
epilettica.
S. Freud trascorse a Parigi da Charcot alcuni mesi nel 1885-86 ma
preferì, alla sua spiegazione fisiologica dell’ipnosi, quella
psicodinamica di H. Bernheim (1840-1919), della scuola di Nancy,
che poneva l’accento sulla suggestione.
La relazionalità del dato in psicologia
Alfred Binet (1857-1911) studiò la
suggestionabilità dei bambini, che si mostrano
particolarmente influenzabili e compiacenti
quando un adulto li interroga e tendono a
rispondere accogliendo i suggerimenti impliciti
nelle domande.
Ciò che il soggetto riferisce della propria
esperienza (self-report verbale) dipende da
quello che gli si chiede, come dimostra la
psicologia della testimonianza, e dalla relazione
con l’altro (la sua autorevolezza, il suo potere)
nella comunicazione interpersonale.
Un allievo di Binet, V. Henri, pubblicò insieme alla moglie l’ articolo
sui ricordi infantili ripreso da Freud (1896), in Ricordi di copertura
La nascita dei test psicologici
Nel 1901 Alfred Binet fu incaricato dal Ministero dell’istruzione
francese di costruire uno strumento per diagnosticare
anticipatamente il cattivo rendimento scolastico dei bambini da
inserire in classi differenziali
Sul modello della pratica sociale dell’esame, universitario o medico,
nacque il primo TEST D’INTELLIGENZA, composto da prove (item) di
tipo scolastico. Indipendentemente dall’età cronologica, al soggetto
viene attribuita l’ ETÀ MENTALE corrispondente alle prove che è in
grado di superare.
Il Quoziente Intellettivo (Q.I.) è definito da Stern come
il rapporto tra ETÀ MENTALE ed ETÀ CRONOLOGICA
Secondo Danziger, lo sviluppo dei test mentali portò alla ridefinizione del
problema delle DIFFERENZE INDIVIDUALI nei termini di un CONFRONTO DI
PRESTAZIONI. Il modello di normalità del soggetto medio va nella
direzione del controllo sociale.
I test psicologici sono COMPITI STANDARDIZZATI (problemi e domande uguali per
tutti), che devono avere le seguenti caratteristiche, da verificare empiricamente:
VALIDITÀ in base a un criterio (come i giudizi degli insegnanti nel caso
dell’intelligenza misurata da Binet, costrutto teorico definibile in molti modi, tanto che
uno psicologo disse “è quello che il mio test d’intelligenza misura”);
ATTENDIBILITÀ o FEDELTÀ (stabilità dei risultati a breve distanza temporale.
Poiché ripetere il test produce per lo più effetti di apprendimento si costruiscono test
equivalenti o si usa la tecnica dello split-half).
La DEFINIZIONE OPERATIVA di una varabile psicologica da inserire in una ricerca consiste
nell’individuarne gli indicatori obiettivi e comportamentali osservabili, o ridurla ad essi, ovvero
costruire lo strumento per misurarli (per esempio, la fame come tempo trascorso dall’ultimo
pasto, l’aggressività infantile come frequenza di azioni come strappare un giocattolo a un altro
bambino ecc., descritti ed elencati con precisione). A partire dai dati raccolti in una ricerca
osservativa preliminare è possibile costruire questionari e test.
Tipi di test:
di LIVELLO e di PROFITTO
di PERSONALITÀ
I test dovrebbero fornire una diagnosi obiettiva e una descrizione delle peculiarità di
un individuo in termini di differenze interindividuali quantificabili, consentendo un
confronto con altri soggetti.
IL TEST DELLE ASSOCIAZIONI VERBALI
Introdotto da F. Galton, lega tra loro PSICOLOGIA SPERIMENTALE,
PSICOPATOLOGIA e PSICOLOGIA GIUDIZIARIA o FORENSE
C.G. Jung inizia a pubblicare nel 1904 il suo studio sull’associazione di parole,
che amplia la TECNICA DELLE ASSOCIAZIONI LIBERE, usata da Freud
nell’analisi psicoanalitica dei sogni. La considera una tecnica di
PSICOPATOLOGIA SPERIMENTALE, capace di individuare i nuclei dei
COMPLESSI anche in pazienti psicotici cronici dal linguaggio deteriorato. Il
metodo motorio combinato di A. Lurija mostrerà lo sfasamento tra risposta
motoria e verbale come indicatore di CONFLITTO.
La LATENZA prolungata della risposta verbale viene studiata nell’ambito della
DIAGNOSTICA DEL FATTO (di cui si occupano M. Wertheimer nel 1905 e Freud
nel 1906) e della PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA (W .Stern, L.
Biswanger 1904, V. Benussi, 1914). La latenza dell’associazione risulta
correlata alle risposte fisiologiche concomitanti (riflesso psicogalvanico e
respirazione) come indicatori di una reazione emozionale.
La latenza dell’associazione si avvia a diventare un indizio di emozione intensa
e così verrà utilizzata dalle tecniche di registrazione poligrafica della macchina
della verità o LIE DETECTOR. V. Esperimento di Bruner e Postman, 1947.
Karl Gustav Jung, Opere, Boringhieri, Torino, (in 19 voll., 1965-2007)
VoI. 2:
Tomo I: L'associazione verbale negli individui normali
Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali. (In collaborazione con
Franz Riklin.) 1904-05
Tomo II: Ricerche sperimentali
Analisi delle associazioni di un epilettico. 1905
I tempi di reazione nell'esperimento associativo. 1905
Osservazioni sperimentali sulla facoltà di memoria. 1905
La diagnosi psicologica del fatto. 1905
Il significato psicopatologico dell'esperimento associativo. 1900
Psicoanalisi ed esperimento associativo. 1906
Notizie statistiche sul reclutamento. 1906
Associazione, sogno e sintomo isterico. 1906
Disturbi di riproduzione nell'esperimento associativo. 1907
Fenomeni psicofisici concomitanti nell’esperimento associativo. 1907
Ricerche psicofisiche col galvanometro e il pneumografo in individui normali e malati
di mente. (In collaborazione con Frederick Peterson.) 1907
Altre ricerche sul fenomeno galvanico e la respirazione in individui normali e malati di
mente. (In collaborazione con Charles Ricksher.) 1907
Le nuove vedute della psicologia criminale. 1908
Il metodo associativo. 1909
La costellazione familiare. 1909
I metodi di ricerca nella Clinica psichiatrica di Zurigo. 1910
Sulla dottrina dei complessi. 1911
La diagnostica psicologica del fatto in un processo in assise. 1937
Karl Gustav Jung (1875-1961)
Il vecchio saggio di Küsnacht
Jung e la moglie,
Emma Rauschenbach
Il TACHISTOSCOPIO
Il tachistoscopio (dal greco tachys=rapido e skopèo=vedo) è uno strumento usato nei
laboratori fin dalle origini della psicologia scientifica.
Tachistoscopio
a caduta
Doppio tachistoscopio a caduta di Enzo
Buonaventura, Dipartimento di Psicologia
dell'Università degli Studi di Firenze.
Nel corso del Novecento, lo strumento fu più volte modificato: si costruirono tachistoscopi a
disco, a rotazione, a specchio, fino ad arrivare ai più recenti tachistoscopi elettronici.
Il tachistoscopio a caduta
Falltachistoskop di Wundt, dal catalogo 1904
della Zimmermann Fabrik für psychologische
und physiologische Apparate, una ditta
specializzata in apparecchiature di laboratorio.
Lo strumento si componeva di un otturatore a
caduta trattenuto mediante un sistema
elettromagnetico. Quando, attraverso un
interruttore, veniva tolta corrente ai due
solenoidi visibili nella parte alta della colonna, il
pannello di otturazione scendeva verso il basso,
scoprendo e ricoprendo la lastra usata come
stimolo (nell'immagine è visibile una lastra con
la parola Kunst). La velocità di caduta, e quindi
il tempo di esposizione dello stimolo, era
regolata attraverso un sistema a carrucola fissa,
che consentiva di aumentare o diminuire il
peso di bilanciamento.
La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE
Storia, oggetto (prospettive) e metodi di ricerca
Basi biologiche, organizzazione del SN,
genetica e evoluzione
PROCESSI COGNITIVI:
sensazione e percezione
attenzione + coscienza
apprendimento
memoria e immaginazione
pensiero e linguaggio
intelligenza
+ decisione (volontà)
Rispecchia ancora, in parte, la
divisione della mente in “facoltà”,
di derivazione filosofica
Sviluppo psicologico
personalità
PROCESSI AFFETTIVI E
MOTIVAZIONALI:
motivazione e conflitto
emozione
stress e salute
psicopatologia
La psicologia è la scienza della vita mentale e studia sia l’ESPERIENZA sia
il COMPORTAMENTO di agenti umani ed animali
SETTORI della psicologia:
Psicologia generale
Psicologia fisiologica
Psicologia dello sviluppo
Psicologia dell’educazione
Psicologia sociale
Psicologia clinica
Psicologia dinamica
Psicometria
Psicologia culturale
Psicologia evoluzionistica
Ecc.
Ricerca di base
METODI e TECNICHE di ricerca:
Metodo sperimentale
Osservazione sistematica
Osservazione sul campo
Test e questionari
Scale di valutazione (rating scales)
Analisi del contenuto di resoconti
soggettivi (self report)
Colloquio clinico
Intervista
Ricerca-azione
Ricerca applicativa
METODI DI RICERCA
Esperimento
Situazione controllata con variabili
note
Lo sperimentatore
-produce o manipola il fenomeno
-verifica ipotesi di relazione causa-effetto fra
variabili indipendenti e variabile dipendente
-assegna i soggetti in modo casuale al
gruppo sperimentale e a quello di controllo
Osservazione
Situazione naturale o strutturata
L’osservatore
-registra un fenomeno dato e
ne codifica gli aspetti rilevanti
-usa interviste e questionari
-misura il grado di associazione
tra variabili (correlazione)
Il problema piagetiano del pendolo
Filo corto
Filo lungo
Peso
leggero
Peso grave
Spinta
leggera
Spinta
forte
L’esperimento piagetiano del pendolo
VARIABILI INDIPENDENTI:
lunghezza del filo, peso del grave, forza della spinta (altezza di
caduta)
Si manipola una variabile alla volta, CETERIS PARIBUS (ogni altra cosa restando uguale)
SE la frequenza di oscillazione (variabile DIPENDENTE) cambia,
ALLORA la variabile indipendente studiata è causale nella direzione del cambiamento
Filo corto
Filo lungo
Peso
leggero
Peso grave
Spinta
leggera
Spinta
forte
Una disciplina pluralistica
Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono
affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’oggetto della
disciplina e scelto in base a questo i metodi di studio più adeguati.
Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della
psicologia della Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il
resoconto verbale, lo studio dell’apprendimento da parte del
Comportamentismo ha privilegiato il metodo sperimentale escludendo i
processi interni dall’oggetto della psicologia. Il Cognitivismo li ha riammessi
in continuità metodologica con il neo-comportamentismo, e in seguito alla
sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitative e l’uso
dei resoconti verbali come fonte di dati
La molteplicità dei paradigmi di ricerca e degli indirizzi teorici (scuole) viene
rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al
compito applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti
rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale punti di
vista alternativi. In questa prospettiva, una formazione eclettica in senso buono
costituisce una risorsa.
La psicologia della percezione
Il REALISMO INGENUO vive come un dato di fatto la corrispondenza
fra realtà fisica e percettivo-fenomenica, per quanto riguarda forma,
movimento, localizzazione e numero degli oggetti.
Situazioni di non corrispondenza:
1) PRESENZA fenomenica in assenza di stimolo fisico (triangolo di
Kanizsa)
2) ASSENZA fenomenica in presenza di stimolo fisico (mimetismo,
mascheramento)
3) DISCREPANZA fra stimolo fisico e realtà percettiva (illusioni otticogeometriche)
Le situazioni paradossali costringono a considerare l’abituale
corrispondenza come un dato da spiegare
La PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE
Il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie
di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione:
-la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette
radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO
DISTALE)
-queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di
stimolazione corrispondente alla proiezione ottica della fonte
(STIMOLO PROSSIMALE)
-si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori,
coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo
le vie ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia
cerebrale
-i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico
dell’esperienza visiva
il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo
osservatore il cui organismo è stato così modificato
Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto
(Gegestandtheorie) come:
Percezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora)
Produzione di strutture (superiora)
Il suo allievo Vittorio Benussi (1878-1927) nel 1919 si trasferisce a
Padova, dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è:
Gaetano Kanizsa (1913-1993), professore a Trieste, studia i margini quasi
percettivi o contorni senza gradiente, nella percezione visiva, processo di
completamento modale (v. triangolo), e il completamento amodale,
distinguendo due modi di andare “beyond the information given”.
Processo percettivo primario - organizzazione dell’input - VEDERE in
senso stretto
Processo secondario - riconoscimento percettivo- PENSARE
Contro l’ipotesi raziomorfa (H. von Helmholtz, cfr. R. Gregory) per cui la
percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza
passata, opzione gestaltista per il carattere innato della percezione primaria.
Triangolo di Kanizsa
La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie
Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico, è un tutto
organizzato risultante dal sistema delle forze agenti
Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata in base alle
relazioni fra gli elementi componenti
LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI
Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio dell’articolazione
FIGURA-SFONDO
E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI, caratterizzate da alternanza
automatica fra figura e sfondo
M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del campo visivo in
base alle quali si formano le unità fenomeniche:
SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA,
PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT
Illusione di Müller-Lyer
Illusione di Hering
I “tre moschettieri” della scuola di Berlino
Max WERTHEIMER
(1880-1943)
Wolfgang KÖHLER
(1887-1967)
Kurt KOFFKA
(1886-1941)
Kurt LEWIN (1890-1947)
Wolfgang Köhler (1887-1967) e gli
scimpanzé della Stazione di ricerca
sugli antropoidi a Tenerife
L’insight di Sultano
Max Wertheimer (1880-1943)
Le leggi della Gestalt
(somiglianza, vicinanza,
chiusura, buona
continuazione) e la
percezione del
movimento apparente
Le qualità formali
Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo
Über gestaltqualitäten
La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la
compongono: si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una
nuova chiave (lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme
rimane lo stesso e la melodia è riconoscibile come totalità data
nell’esperienza con immediatezza
Max Wertheimer (1912) e il fenomeno phi
Presentando in successione due stimoli luminosi
identici, per esempio i segmenti a e b, collocati nelle
posizioni dello spazio A e B, al variare
dell’intervallo temporale si producono diversi effetti
di movimento apparente:
con intervallo ottimale, l’impressione visiva è di un
unico stimolo che si muove da A a B (attraversando
le posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno
stimolo)
a
a’
A
b
B
Le leggi di Wertheimer
somiglianza
vicinanza
buona continuazione
chiusura
Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923)
vicinanza<chiusura
buona continuazione>chiusura
chiusura>buona continuazione
Cubo di Necker
Edgar Rubin (1886-1951), psicologo danese pubblicò nel 1915 una
monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel 1921. Il suo
lavoro è importante per la formulazione del concetto di ORGANIZZAZIONE
FIGURA-SFONDO nell’ambito della psicologia della percezione della
scuola di Berlino o psicologia della Gestalt (v.)
Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo stabile,
privilegiando come figura (forma buona che emerge in primo piano sullo
sfondo, che resta in secondo piano) un insieme i elementi in relazione fra
loro. In particolari situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici
che segmentano in modi alternativi gli elementi fisicamente presenti: si
tratta delle FIGURE REVERSIBILI o alternanti e delle FIGURE AMBIGUE,
come le figure mascherate, che richiedono, per essere viste, una
ristrutturazione del campo stimolante.
FIGURE MASCHERATE
Figura di Boring
La figura di Yastrow
commentata da L. Wittgenstein, da cui Else Frenkel-Brunswik, coautrice
della ricerca di T.W. Adorno et al. (1950), La personalità autoritaria, costruì
un filmato a cartoni animati per studiare l’intolleranza dell’ambiguità e la
rigidità percettiva che ostacolano la ristrutturazione cognitiva
Cosa vedete?
Un’anatra?
Un coniglio?
Il filmato iniziava con un’anatra non ambigua, che cambiava gradualmente,
passando da gradi di ambiguità crescente e assomigliava sempre più a un
coniglio. Alcune persone riconoscevano prontamente l’ambiguità e vedevano
il coniglio prima di altre. Qualcuno non diceva mai di vedere il coniglio!
“Ecco! Ora lo vedo!”
è un’esperienza di scoperta percettiva……
L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA
Nel 1913, John Watson pubblicò
Psychology as the behaviorist views it,
il manifesto del COMPORTAMENTISMO
Watson lavorava nel campo della psicologia animale statunitense, che
aveva posto il problema dell’antropomorfismo, e prese sul serio l’obiezione
di Durkeim circa il metodo dell’introspezione, che stava portando la
psicologia europea alla crisi degli anni ’20: oggetto e oggetto
dell’osservazione devono essere distinti e la ricerca prende come dati le
risposte motorie pubbliche, escludendo ogni riferimento a stati interni.
Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come
ACQUISIZIONE DI ABITUDINI, cioè nessi associativi fra
RISPOSTE motorie osservabili e STIMOLI prodotti nell’ambiente
DAL CONCETTO DI RIFLESSO AL COMPORTAMENTISMO
1770 Luigi Galvani ottiene contrazione sia stimolando elettricamente
il muscolo della zampa della rana sia collegando muscolo e fibre
nervose lombari con un arco metallico
1811 Charles Bell dimostra l’esistenza nei nervi periferici di due vie
distinte, quella afferente (dai recettori sensoriali al midollo spinale) e
quella efferente (dal midollo spinale ai muscoli effettori)
1820 Francois Magendie stabilisce le funzioni
delle radici del midollo spinale
I..M. Secenov (1863) I riflessi cerebrali
estende il concetto di arco riflesso a tutto il
comportamento umano
1913 J.B. Watson pubblica il manifesto del
comportamentismo (behaviorism)
Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert
(1920), che “impara” ad aver paura del topolino
bianco quando gli viene presentato
contemporaneamente a un forte rumore
John B. Watson
(1878-1958)
L’ambientalismo radicale di Watson
"Give me a dozen healthy infants, well-formed, and my own
specified world to bring them up in and I'll guarantee to take
any one at random and train him to become any type of
specialist I might select-doctor, lawyer, artist, merchantchief, and, yes, even beggarman and thief, regardless of his
talents, penchants, tendencies, abilities, vocations, and race
of his ancestors. I am going beyond my facts and I admit it,
but so have the advocates of the contrary and they have been
doing it for many thousands of years.” (John B. Watson,
Behaviorism, 1930)
Legge di associazione per contiguità
(vicinanza spazio-temporale)
Esperienza di apprendimento
Stimolo A
La parola “palla”
Stimolo B
La vista di una palla
Pensiero di B
(immagine di una palla)
Dopo l’apprendimento
Stimolo A
La parola “palla”
Pensiero di B
(immagine di una palla)
Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un
processo di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene
associato ad uno stimolo che provoca una risposta riflessa in
seguito al loro ripetuto abbinamento, creando abitudine
Procedura di condizionamento
Stimolo neutro
(campanello)
Stimolo incondizionato
(cibo)
Risposta incondizionata
(salivazione)
Dopo il condizionamento
Stimolo condizionato
(campanello)
Risposta condizionata
(salivazione)
Il condizionamento classico
I.P. Pavlov
(1849-1936)
IVAN P. PAVLOV (1849-1936)
1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente
Teoria dell’attività nervosa superiore
Neurofisiologia molare dell’animale integro
Riflesso condizionato
Lo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina
la reazione incondizionata (salivazione) in presenza di
uno stimolo neutro (suono) che diventa stimolo
condizionato e produce da solo la risposta
condizionata
Linguaggio come secondo sistema di segnalazione
-Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-1905)
elettrofisiologia delle funzioni elementari
-Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-1927)
analoga al comportamentismo
Il condizionamento classico
Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898)
Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors) l’azione
seguita da una ricompensa viene rafforzata
Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento
delle risposte che agiscono sull’ambiente
B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a
rapporto o a intervallo)
RINFORZO
è ogni evento che aumenta la probabilità che una
risposta venga emessa
RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o RICOMPENSA che segue un
comportamento desiderato
RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo sgradevole dopo un
comportamento desiderato
L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova risposta (di fuga)
PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno piacevole) dopo
un comportamento indesiderato
L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta
B. F. Skinner (1904-1990)
(1948) Walden II
Il titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David Thoreau del
1854
Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una comunità di circa
1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta di utopia. Il suo fondatore,
Frazier, spiega che i comportamenti industriosi sono stati modellati con le tecniche
behavioriste: i bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori
meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti solo per brevi
periodi.
La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente, fino a
considerare il mondo di Walden II un esempio di utopia negativa, o distopia (cui
nessuno, tuttavia, si ribella).
Il condizionamento skinneriano
Una prospettiva alternativa….
Meccanismo dell’arco riflesso
Il midollo spinale collega il corpo e l’encefalo.
Le FIBRE SENSORIALI ascendenti dai recettori entrano
nella RADICE DORSALE,
le FIBRE MOTORIE discendenti dalla RADICE VENTRALE
della vertebra agli organi effettori
Le leggi dell’associazione fra idee
Già in Platone e Aristotele, l’associazione delle idee avviene per SOMIGLIANZA e
contrasto, oltre che per CONTIGUITÀ spaziale e temporale: due idee che si
presentano vicine e simultaneamente o in rapida successione tendono a richiamarsi
l’una con l’altra.
Principio della frequenza dell’associazione dell’empirismo inglese (D. Hume,
J.Locke, D. Hartley, J.Mill, J.S.Mill):
quanto più spesso e frequentemente si è ripetuta la presentazione dei due elementi
vicini, tanto più forte, e quindi permanente nel tempo, è l’associazione fra loro.
La teoria dell’apprendimento usa la metafora del consolidamento di una qualche
traccia biologica delle associazioni ripetute…..
La familiaritè dell’associazione ripetuta rende più facile e rapido coglierla
percettivamente quando si ripresenta……
e ricordare i nessi appresi.
L’associazione riguarda quindi l’apprendimento, la percezione e la memoria
H. Ebbinghaus (1850-1909)
Laureato in filosofia, precettore a Parigi,
lesse i Principi di psicofisica di Fechner
comprati su una bancarella. Decise di
applicare la misurazione rigorosa e
sistematica nello studio della MEMORIA e
sperimentò per 5 anni su se stesso, tutti i
giorni alla stessa ora. I suoi risultati sono
stati sempre replicati e confermati in
esperimenti su ampi gruppi. Per regolare il
ritmo di lettura delle sillabe usava un
METRONOMO.
Georg Elias Müller (1850–1934) e
Friedrich Schumann (1862-1940)
trasformarono un chimografo
montando sul suo rullo il materiale da
memorizzare, in modo che la rotazione
regolare mostrasse attraverso uno
schermo un elemento alla volta:
avevano inventato il memory drum o
TAMBURO DELLA MEMORIA.
H. Ebbinghaus (1885) Über Gedächtnis
Materiale:
2300 terne di lettere dell’alfabeto, consonante-vocaleconsonante, scelte casualmente e in successione a costituire
liste di diversa lunghezza:
BAZ FUB ZIR DAC VUM PID CAL SUG VAB TUV ZOB GEC CIV
Metodo di apprendimento:
memorizzazione meccanica seriale di LISTE DI SILLABE SENZA
SENSO, lette a velocità uniforme con un ritmo rapido e ripetute
fino ad apprendimento perfetto
Test di memoria:
rievocazione seriale e per coppie associate
Misure:
RISPARMIO DI RIAPPRENDIMENTO, cioè differenza fra il tempo
impiegato ad apprendere una lista la prima volta e poi per
riapprenderla a distanza di tempo
RISULTATI
il NUMERO DI RIPETIZIONI necessarie per apprendere il materiale
cresce con la sua DIFFICOLTÀ.
Apprendere 80 sillabe senza senso è 9 volte più difficile che apprendere 80
sillabe del Don Juan di Byron (materiale significativo)
EFFETTO DELLA LUNGHEZZA del materiale da ricordare, che
aumenta la difficoltà e il tempo medio di apprendimento per ogni
sillaba
Ampiezza o SPAN di memoria immediata:
dopo una sola lettura vengono ricordate 7 sillabe
EFFETTO DELLE RIPETIZIONI o del TEMPO dedicato
all’apprendimento:
il materiale superappreso, con un numero di ripetizioni superiore al
necessario, viene ricordato meglio più a lungo
Ipotesi del tempo totale: rapidità dell’apprendimento
Verifica del PRINCIPIO DI FREQUENZA DELLE ASSOCIAZIONI
secondo il quale un'associazione è tanto più forte quante più
volte l’ESPERIENZA DELLA CONTIGUITÀ è stata ripetuta
Recitando al ritmo di due sillabe e mezzo al secondo un elenco di
16 sillabe (ogni giorno un elenco nuovo) per 8, 16, 24, 32, 53, 64
ripetizioni e riapprendendolo il giorno dopo Ebbinghaus trovò che
LA QUANTITÀ DI MATERIALE APPRESO DIPENDE
DAL TEMPO DEDICATO ALL’APPRENDIMENTO
Pratica massiva / frazionata
L’ESERCIZIO DISTRIBUITO (poco e spesso)
è più efficace di quello CONCENTRATO
Curva dell’oblio
(percentuale di materiale
ricordato in funzione
dell’intervallo di ritenzione,
cioè del tempo trascorso dopo
l’apprendimento )
100
80
60
%
40
20
20 minuti
1 ora
8 ore
2 giorni
31 giorni
Cap. VII Ritenzione e oblio in funzione del tempo
•In realtà la curva è derivata da una tabella in cui Ebbinghaus indicava, in
funzione del tempo trascorso) (variabile indipendente), il ricordo inteso come
risparmio nel riapprendimento (variabile dipendente).
•La metodologia è la seguente:
•163 doppi test in cui otto serie di 13 sillabe ciascuna vengono portate al
criterio (due recitazioni senza errori) e poi, agli intervalli di ritenzione prescelti
(20 minuti, 1 ora, 3 ore, 31 giorni), riportate allo stesso criterio. Il dato grezzo
è la differenza fra i tempi di studio (in secondi, grazie al ritmo costante e alle
correzioni, come trasformazione in scala di misura a intervalli della misura
originaria in termini di numero di ripetizioni) al primo e al secondo test (tempo
minore, differenza positiva).
•La misura ottenuta, di risparmio nel riapprendimento (D), viene inserita in
una complessa formula. Si calcola la relazione percentuale fra questo
risparmio di tempo e il tempo impiegato per il primo apprendimento (L) meno
85 sec. (tempo calcolato per le due ripetizioni, a 0,41 sec per sillaba, v.
cap.III), secondo la formula:
•Q = 100 D / L – 85
•Questo quoziente è una misura indiretta del ricordo in positivo, della traccia
salvata dall’oblio.
Bruner e Postman (1947) Emotional selectivity in perception and reaction
Gli autori prendono le mosse dalla distinzione tra fibre afferenti ed efferenti di Bell e
Magendie (v. slide 76) e mettono in discussione la separazione funzionale tra percezione e
motricità, sostenendo che sono ambedue al servizio di PROCESSI CENTRALI, sostenuti da
bisogni (needs), atteggiamenti (attitudes) e sistemi di abitudine (habit), e governati da uno
stesso sistema di principii.
Si tratta dei concetti principali del New Look on Perception, un movimento che tenta, nel
secondo dopoguerra, di allentare i vincoli metodologici del comportamentismo, che si
occupava solo di apprendimento motorio, per collegare motricità e percezione e per
rimettere in comunicazione settori isolati della psicologia, come gli studi psicodinamici su
motivazione, emozione e personalità. Applica la teoria gestaltista della percezione della
totalità organizzata e precorre l’idea cognitivista di processi top-down.
Gli autori ipotizzano che le associazioni verbali veloci dipendano dalla sensitization
(sensibilizzazione) e quelle lente dal blockage (blocco) nei confronti di stimoli
emozionalmente carichi (emotionallly charged), che saranno interpretate rispettivamente
come funzionali alla VIGILANZA e alla DIFESA percettiva.
Fanno l’ipotesi che gli stessi principi agiscano sulle soglie di RICONOSCIMENTO PERCETTIVO.
Il rapporto fra le parti e il tutto nella percezione
Secondo Wertheimer e i gestaltisti, la percezione non procede dagli elementi alla
totalità, ma semmai DAL TUTTO ALLE PARTI: “DAL SOPRA AL SOTTO”.
Diversamente dalla teoria associazionistica della percezione come sommatoria di
sensazioni elementari, già criticata da W. James, secondo la teoria gestaltista
l’organizzazione totale del campo percettivo è primaria rispetto all’analisi dei
dettagli.
Il cognitivismo postulerà due tipi di processi di elaborazione dello stimolo:
-DAL BASSO VERSO L’ALTO (BOTTOM-UP), che si basa sui dati sensoriali;
-DALL’ALTO VERSO IL BASSO (TOP-DOWN) che si fonda sulle rappresentazioni
mentali, cioè sulle tracce già contenute nella memoria dell’osservatore.
I processi rappresentazionali top-down danno significato a quelli sensoriali bottomup.
La percezione non è costituita solo da processi di elaborazione guidati dai dati
(data driven processing), ma anche da processi guidati da concetti e teorie
(conceptually-driven); questi due tipi di processi lavorano insieme durante ogni atto
percettivo.
L’esperimento si svolge in due fasi, su 19 studenti universitari
I fase – determinazione dei TEMPI DI REAZIONE associativa
L’individuazione preliminare del materiale stimolo verbale è ispirata allo studio di
C.G. Jung (1904) sull'associazione di parole. Gli psicotici cronici con linguaggio
deteriorato della clinica Burghölzli di Zurigo mostravano tempi di latenza
particolarmente lunghi ad alcune parole. Jung le utilizza per individuare i COMPLESSI
inconsci, cioè le costellazioni di elementi conflittuali del singolo paziente.
Ai partecipanti vengono presentate 99 (perché non 100?) parole di cinque lettere
(eccetto nome, cognome del soggetto, e dollar), alcune delle quali potenzialmente
ansiogene per studenti universitari, come crime e bitch.
Violazione della regola della standardizzazione degli stimoli sperimentali: per ciascun
soggetto furono selezionate le sei parole che avevano prodotto la reazione
associativa più lenta, le sei con la reazione più rapida e le sei con latenza intermedia.
Gli stimoli non sono gli stessi per tutti i soggetti, e questo “sporca” l’esperimento.
Gli esperimenti trasgressivi in psicologia sono spesso molto istruttivi…..
II fase – Misura dei TEMPI DI RICONOSCIMENTO
Due settimane dopo ciascun soggetto furono presentate al TACHISTOSCOPIO
le 18 parole selezionate per lui, stampate a caratteri minuscoli, una per volta
con tempo di esposizione crescente a partire da 10 msec., chiedendo che cosa
aveva visto o “pensava di aver visto”, fino al riconoscimento corretto.
La SOGLIA individuale di riconoscimento, cioè il tempo di presentazione
minimo necessario al soggetto per leggere la singola parola, poteva essere
prevista in base alla latenza dell'associazione, con eccezioni.
Gli autori individuarono due modalità di risposta, quella difensiva (defence) di
innalzamento della soglia e quella vigilante (sensitization), di abbassamento
della soglia.
L'ipotesi della difesa percettiva verrà sviluppata nei dieci anni seguenti.
Due riferimenti
Circa la velocità di riconoscimento di stimoli con diversa rilevanza personale, Bruner e
Postman (1947) citano un lavoro in corso di pubblicazione:
Bruner, Postman, McGinnies (1948) Personal value as selective factor in
perception, Journal of Abnormal and Social Psychology, 43, 142-54 ,
dove si occupano di bisogni e valori, con il test di Allport-Vernon, che misura i valori di
Spranger: estetico, religioso, economico, teorico, sociale e politico.
Presentando al tachistoscopio sei parole per ciascuno dei sei valori: i soggetti leggono le
parole consonanti con il loro profilo valoriale in media 25 millisecondi “prima” delle altre…
Parole attinenti ai valori dei soggetti vengono percepite con tempi di esposizione più brevi, si
verifica cioè una sensibilizzazione selettiva, mentre parole contrarie ai valori sono
riconosciute con tempi più lunghi.
Bruner e Postman (1947) riprendono lo stesso lavoro a proposito delle ipotesi di
prericonoscimento, date prima della risposta corretta: i soggetti vedono parole e sillabe
senza senso al posto di quelle dotate di senso. Queste ipotesi erano prodotte dalle parole a
basso valore personale, mentre, ad esempio, Easter=Pasqua diventava Sacred=sacra in un
soggetto religioso. Questo risultato empirico è importante per il concetto di PROCESSI
PREATTENTIVI del cognitivista U. Neisser (1967).
Bruner e Postman (1947) trovano significativamente più ipotesi di prericonoscimento per le
parole con risposta associativa verbale lenta che per quelle a risposta rapida (tabella 3) ecc.
Effettuano un confronto di medie con il t di Student e livello di probabilità P di .01-.02).
Elaborazione dei dati e risultati
Relazione curvilinea fra tempi medi di riconoscimento (in ordinata, in unità
standardizzate) e tempi di reazione associativa verbale (in ascissa).
Il coefficiente di correlazione Eta è significativo per 17 su 19 soggetti.
T
e
m
p
o
di
R
i
c
o
n
o
s
c
i
m
e
n
t
o
Tempo di reazione
L’ipotesi intepretativa di due andamenti generali:
1) Il tempo di riconoscimento cresce in
funzione dell’attivazione emozionale
D
I
F
E
S
A
c
r
e
s
c
e
n
t
e
2) Il tempo di riconoscimento
dapprima cresce, poi decresce,
secondo una curva a U rovesciata.
EMOZIONALITÀ CRESCENTE
S
E
N
S
I
B
I
L
I
Z
Z
A
Z
I
O
N
E
d
e
c
r
e
s
c
e
n
t
e
L’interpretazione dei risultati e le critiche al New Look
L’interpretazione dei risultati può essere effettuata anche in base alla legge di Marbe (Karl
Marbe, psicologo di Würzburg, 1869-1953): la familiarità con le parole più frequenti nel
linguaggio quotidiano facilita la percezione (favorendo la chiusura) e l’associazione (di
popolar responses, cioè risposte prevedibili in generale, che chiunque tende a dare,
indièpendentemente dall’emozinalità. Ricordano le risposte banali al test di Rorschach, v.).
Gli autori mettono le mani avanti e anticipano, nella parte finale del lavoro, l’ipotesi
interpretativa più ardita, ma anche la critica più probabile, che puntualmente riceveranno.
Howes e Solomon (1950) sostengono che le parole tabù, nella lista delle 99 parole, sono
molto meno frequenti delle altre nella lista di Thorndike-Lorge, uno strumento costruito nel
1944 campionando un’ampia gamma di testi a stampa (di vario genere letterario, compresi
molti libri scolastici e per bambini, ma anche giornali, riviste su temi vari ecc) per consentire
ai ricercatori di usare parole della stessa frequenza d’uso, controllando tale variabile.
Critiche filosofiche Secondo l'argomento del paradosso logico ci si chiede: se la difesa
percettiva è realmente percettiva, come può il percipiente difendersi da uno stimolo senza
averlo prima percepito? Deriva dall'errore semantico di parlare di percezione come processo
al singolare anziché come molteplicità di processi e dall'attribuzione di successione
sequenziale ai processi cognitivi paralleli.
Secondo l'argomento del set di risposta, il fenomeno è una conseguenza delle aspettative del
soggetto circa la natura dello stimolo: poiché non ci si aspettano parole sconce nell'ambiente
asettico del laboratorio, e gli stimoli inattesi vengono riconosciuti con soglia più elevata.
Inoltre i soggetti potevano essere riluttanti a riferire allo sperimentatore di aver letto una
parola sporca, poco opportuna e prevedibile in un contesto formale come quello del
laboratorio sperimentale.
Tavola del test di Rorschach
La questione della soglia di riconoscimento
La DURATA DI ESPOSIZIONE dello stimolo visivo ha anch’essa del valori di soglia?
Per distinguere e identificare una figura disegnata o un oggetto e per leggere una
parola a stampa occorre un tempo di esposizione minimo, variabile a seconda delle
condizioni di presentazione, del materiale e del compito, oltre che delle caratteristiche
di personalità del percipiente.
Bruner e Postman (1947) iniziavano con 1/100 di secondo (10 millisecondi) e
aumentavano il tempo di esposizione di 10 msec alla volta fino al riconoscimento
corretto.
Una presentazione di durata inferiore alla “soglia di riconoscimento” è chiamata
SUBLIMINALE (dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del
pensiero conscio).
La teoria della DETEZIONE DEL SEGNALE di Tanner e Swets (1954) mostra che la
soglia non è una linea di demarcazione rigida, ma è un punto variabile nel continuum
della trasmissione dell'informazione, sul quale cade la decisione del soggetto di
riferire il segnale.
Il problema dell’attenzione
Nel 1967 Ulrich Neisser, in Cognitive psychology, sostiene che i processi cognitivi sono
PROCESSI COSTRUTTIVI A DUE STADI che usano più o meno informazione
sensoriale: “il primo è rapido, approssimativo, globale e parallelo, il secondo è
volontario, attentivo, particolareggiato e sequenziale”.
Definisce l’attenzione come una “assegnazione di meccanismi analizzatori a una
porzione limitata del campo” e distingue i PROCESSI PREATTENTIVI, operazioni
preliminari che hanno la funzione di segregare le unità su cui esercitare l’attenzione e la
cognizione, dagli ATTI DI SINTESI FIGURALE, che preludono al riconoscimento
percettivo e alla categorizzazione.
Neisser insiste che la presentazione tachistoscopica di stimoli per una durata inferiore
alla soglia (SUBCEZIONE di Lazarus e McCleary, 1951) non simula l'esperienza
quotidiana in cui lo stimolo passa inavvertito perché su di esso non viene focalizzata
l'attenzione.
Ciò avviene invece nel fenomeno evidenziato dal neurologo Otto Pötzl nel 1917(cfr. S.
Freud, Traumdeutung, ed. 1919), che presentava tachistoscopicamente una sola volta
una figura e chiedeva di descriverla, poi la cercava nei sogni della notte successiva, e
trovava aspetti non menzionati nella descrizione del percetto: per dimostrare la teoria
freudiana dei resti diurni, cioè che materiale incidentale non pervenuto alla coscienza
ricompare nei sogni.
In realtà il materiale presentato tachistoscopicamente viene messo in enorme evidenza,
al centro dell'attenzione, anche se è visto poco chiaramente, e occorrerebbe, secondo
Neisser, studiare presentazioni alla periferia del campo visivo.
Movimenti saccadici degli occhi e attenzione
L’attenzione selettiva è un insieme di filtri che escludono l’informazione
irrilevante, dirigendo la percezione su aspetti rilevanti. Fa questo orientando
fisicamente i recettori sensoriali attraverso movimenti oculari, finché l’oggetto di
interesse cade nella FOVEA, la regione più sensibile della retina destinata a
elaborare i dettagli.
L’esplorazione visiva avviene tramite FISSAZIONI (brevi periodi, di circa
300msec, cioè un terzo di secondo, durante i quali gli occhi sono relativamente
immobili) separati da SACCADI (repentini spostamenti degli occhi da una parte
alla successiva, che sono molto veloci, dell’ordine di 20msec, e durante i quali
la visione è soppressa). Tecniche per registrare i movimenti oculari producono
video in cui alla scena si sovrappone la sequenza dei movimenti oculari. I punti
di fissazione cadono sulle aree della scena che veicolano la quantità maggiore
di informazioni, ad esempio, se si guarda un volto, su occhi, naso e bocca,
caratteristiche salienti per distinguere una faccia dall’altra.
La mancanza di attenzione non blocca del tutto gli stimoli (TEORIA DEL
FILTRO di D. Broadbent) ma li attenua (A. Treisman) in modo che essi vengono
elaborati solo parzialmente, senza arrivare per lo più alla coscienza.
Percezione subliminale e influenza sulle preferenze - una leggenda metropolitana?
Negli anni cinquanta si diffuse la storia, forse
inventata, di una trovata pubblicitaria: in un
cinematografo fecero balenare sullo schermo le
parole pop-corn e Coca-cola e gli spettatori
corsero a comprarli! (Cfr. V.Packard (1958) I
persuasori occulti e J.S. Bruner (1983)
Autobiografia. Alla ricerca della mente).
Negli anni ottanta studi attendibili mostrarono che preferenze e sentimenti
possono essere plasmati da esperienze singole, episodiche, non ricordate a
livello esplicito.
Un paziente amnesico, Boswell, partecipò a un esperimento dove un
ricercatore gli faceva regali, un altro lo trattava male mentre un terzo
restava neutrale: quando gli fu chiesto di scegliere quella che preferiva fra
le fotografie dei tre (che non ricordava di aver mai incontrato!) mescolate ad
altre, scelse più spesso quella del “buono”.
Gli psicologi sociali (Wilson e Brekke, 1994) chiamano “contaminazione
mentale” l’influenza implicita della pubblicità.
Registro sensoriale visivo o memoria iconica (Sperling 1960)
Presentando per 50 millisecondi una matrice 3x3 di lettere
dell’alfabeto, I soggetti dicono di averle viste tutte, ma riescono a
nominarne soltanto tre o quattro.
Con una PROCEDURA DI RESOCONTO PARZIALE, cioè se un suono di
diversa altezza segnala immediatamente quale riga dev’essere
nominata, le riportano sempre tutte e tre. Il vantaggio scompare con un
ritardo del segnale di 1 secondo.
F T X
M P R
D L V
suono alto
suono medio
suono basso
L’effetto dell’esperienza precedente e il ruolo dei processi top-down
Effetti del set e dell’aspettativa sul riconoscimento
(Bruner, Minturn e Leigh, 1955, )
Il significato dipende dal contesto…..
La percezione come verifica di ipotesi
Nel 1957 in On perceptual readiness Bruner propone una teoria generale della percezione,
che va beyond the information given, come scriveva Bartlett. Comprende due processi:
-organizzazione spazio-temporale qualitativa dello stimolo e
-identificazione o riconoscimento come formulazione di ipotesi percettive top-down, tratte
dalla conoscenza precedente conservata in memoria, e verifica di esse attraverso l’analisi
dei dettagli, con i vincoli delle aspettative dovute al contesto.
La percezione è un processo di decisione che usa spunti discriminanti per l'operazione di
inferenza di identità dello stimolo, fino alla corretta categorizzazione (categoria è una
regola per classificare gli oggetti come equivalenti) se la percezione è veridica.
Avviene in quattro stadi:
-categorizzazione primitiva, ad esempio di "un oggetto rettangolare", isolamento percettivo
di un oggetto o di un evento con caratteristiche spazio-temporali distinte.
-ricerca di spunti, inconsapevole se consente una categorizzazione immediata (un oggetto
viene visto con immediatezza fenomenica come un libro), oppure dà luogo a un'esperienza
cosciente del tipo "che cos'è questo?" con ulteriore esplorazione alla ricerca di spunti. E'
una ricerca aperta in condizioni di incertezza.
-controllo di conferma: restrizione selettiva degli spunti rilevanti a verificare
l'identificazione. E' già una ricerca selettiva di spunti confermanti l'ipotesi in condizioni di
certezza parziale.
-completamento della conferma, chiusura a ulteriori spunti che, se incongrui, vengono
tagliati fuori o normalizzati. C'è sbarramento sensoriale e distorsione allorché lo stimolo è
stato categorizzato con certezza
IL COGNITIVISMO ECOLOGICO
Ulric Neisser (1928-2012) in Conoscenza e realtà, del 1976,ha
riformulato la teoria della percezione, chiudendo il circolo tra
memoria, percezione e azione con il concetto di SCHEMA
PERCETTIVO CICLICO
Nel 1978, al convegno di Cardiff
sugli aspetti pratici della memoria,
Neisser ha denunciato la
mancanza di rilevanza ecologica
della ricerca psicologica classica,
alla Ebbinghaus, inaugurando
l’indirizzo ecologico di ricerca
sulla everyday memory.
Il ciclo percettivo di U. Neisser
Oggetto
(informazione
disponibile)
seleziona
modifica
Schema
dirige
Esplorazione
L’APPROCCIO COGNITIVISTA
Dal paradigma S – R, dove l’ORGANISMO è una black box, aperta
dall’ambiente dal quale riceve passivamente stimoli dal basso in alto
(bottom-up)
al paradigma S - O - R che riammette i PROCESSI INTERNI, processi
centrali che influenzano gli ingressi e le uscite dall’alto in basso (top-down)
Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE
in A study of thinking
e nel 1967 U. Neisser pubblica Cognitive psychology
La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL
COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI
Le scienze umane e la psicologia
La psicologia ha radici positivistiche e ha tentato di conoscere il suo oggetto, la
psiche umana, entro il paradigma che si andava costituendo nell’ambito delle
scienze della natura.
L’adozione dell’operazionalismo di P.W. Brigman (1882-1961) ha privilegiato, negli
esperimenti comportamentisti, le variabili osservabili pubblicamente e quantificabili
mediante scale di misura, escludendo in un primo tempo le variabili interne
all’organismo e non direttamente osservabili, come in psicologia animale.
La ricerca psicologica richiede una DEFINIZIONE OPERATIVA dei concetti come
corrispondenti alle operazioni di misura impiegate, per cui, ad esempio,
l’apprendimento è definito in termini di frequenza di certe risposte in determinate
condizioni, senza riferimento a stati mentali.
Il Cognitivismo, pur ponendosi in continuità metodologica con il comportamentismo
quanto all’adozione del paradigma sperimentale, consente di inferire i processi
mentali da indicatori comportamentali, indirettamente.
Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno adottato
esplicitamente concezioni costruttivistiche e relativistiche, che hanno attenuato
l’antipsicologismo filosofico, sul versante culturalistico della controversia naturenurture (natura e cultura), mentre il predominio delle neuroscienze orienta le
scienze cognitive verso un nuovo riduzionismo mente-corpo (divulgato come
“nient’altro che” biologia).
Le condizioni interne dell’organismo
Il neo-Comportamentismo allenta i vincoli metodologici di stampo
positivistico, in una prima liberalizzazione dell’empirismo.
Dapprima riammette le variabili interne all’organismo per RIDUZIONE AGLI
OSSERVABILI dei TERMINI DISPOSIZIONALI (la fame è misurata mediante
il tempo trascorso dall’ultimo pasto) considerati come VARIABILI
INTERVENIENTI, poi come COSTRUTTI IPOTETICI, che vengono introdotti
come termini primitivi nell’esperimento psicologico (la forza dell’abitudine
negli esperimenti di C. Hull sui gradienti motivazionali nel conflitto, che
dipende da variabili come la fame, ma anche dal fatto che ci sia del cibo
come rinforzo).
Il Cognitivismo rivaluta come precursori della riammissione delle
condizioni interne nell’esperimento psicologico autori come F. Bartlett
(concetto di SCHEMA), E. Tolman (concetto di MAPPA COGNITIVA) e
J. Piaget (STRUTTURE dell’intelligenza come interiorizzazione
dell’azione).
J.S. Bruner (1956) studia le STRATEGIE cognitive, inferite dalla
sequenza temporale delle risposte alla situazione problematica.
Frederic C. BARTLETT (1886-1969)
psicologo di Cambridge, laureato in Lettere alla
London University, incontra l’antropologo H.R. Rivers,
fondatore nel 1897 del Laboratorio di Psicologia di
Cambridge, che dirigerà a sua volta dal 1922. Come
primo professore di psicologia sperimentale di
quell’università, dal 1931 al 1951, fonda, con il suo
allievo K. Craik, e dirige l’unità di psicologia applicata
del Medical Research Council. Precorre il
Cognitivismo, proponendo il concetto di SCHEMA,
definito come "UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE
REAZIONI O DELLE ESPERIENZE
PASSATE"(p.265), che determina il comportamento
attuale in funzione di tutta una serie di comportamenti
precedenti analoghi.
La sua ricerca sulla memoria, intesa come funzione,
processo connesso con gli altri processi cognitivi:
percezione, immaginazione, pensiero, e con
l’emozione, è ECOLOGICA poiché usa materiale
significativo.
Opere:
Remembering (1932)
Thinking (1956)
F. Bartlett (1932) Remembering - Cap. 2 Esperimenti sulla percezione
Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili,
con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la
RIPRODUZIONE grafica
L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME (schema verbale) modella ciò che viene
visto e ricordato.
La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta
correttamente nei dettagli.
Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono
scorrette:
La teoria di
Jean Piaget
(1896-1981)
ORGANIZZAZIONE
(strutturale)
ADATTAMENTO
(funzionale)
ASSIMILAZIONE
ACCOMODAMENTO
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget
STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)
STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI
Il concetto di “schema” di Jean Piaget
Piaget teorizza, all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo, lo schema sensomotorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza
(1968) disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra
struttura cognitiva):
AZIONI
(Trasformazioni della realtà)
INPUT
ORGANIZZAZIONE
(Trasformazioni interne)
Feedback delle azioni
(Costruzione degli
schemi)
Feedback dei risultati
(Costruzione delle funzioni rappresentative)
Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento è una comoda
semplificazione, ma una finzione teorica
Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre tener conto dello
svolgimento dell’azione complessa nel tempo
Il modello per un’analisi del comportamento a livelli multipli, senza
perdere le caratteristiche strutturali degli schemi di azione, è la
descrizione linguistica chomskiana, con la sua struttura gerarchica, ad
albero
They are flying planes
È una frase ambigua che può significare
1) (They) (are) (flying planes) - Sono aereoplani volanti
2) (They) (are flying) (planes) - Stanno pilotando degli aerei
E.C. TOLMAN
(1886-1959)
Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il
topo bianco da esperimento, è intitolato
Purposive behaviour in animals and men
Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è
INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI
L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a
elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà
emergenti, da un significato
Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il
topo bianco da esperimento, è intitolato
Purposive behaviour in animals and men
Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è
INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI
L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a
elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà
emergenti, da un significato
Edward Tolman (1886-1959) e la MAPPA COGNITIVA
Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non imparano
una sequenza di risposte motorie a stimoli critici nei punti di svolta perché
•allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso
•ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alternativo più breve
•cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa
Tolman e Honzik (1930) sottoposero a prova quotidianamente tre gruppi di ratti
•1) non ricompensati
•2) ricompensati regolarmente
•3) non ricompensati fino all’11°giorno e con l’introduzione della ricompensa, il
gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2)
Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un
APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE
che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdotto
Tolman concluse che l’animale acquisisce
una STRUTTURA-SEGNO (SIGN-GESTALT) ,
una sorta di IMMAGINE del labirinto o di
RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso
La nascita del COGNITIVISMO
Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ratto “in
balia dei suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema
del passaggio
DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE
In Piani e struttura del comportamento, uno psicolinguista,
George A. Miller, uno psicologo matematico, Eugene
Galanter e un neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano
l’idea di mappa cognitiva o IMMAGINE collegandola con un
PIANO d’azione, un comportamento organizzato
gerarchicamente da una lista di istruzioni o flow-chart
analoga al programma di un calcolatore
IMMAGINE è la conoscenza accumulata da un
organismo circa se stesso e il suo mondo
PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il
comportamento complesso che porta allo scopo
L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960)
TOTE =Test-Operate-Test-Exit
Uscita, cessazione dell’azione
input
TEST
(congruenza)
CIRCUITO A FEEDBACK
applicabile ricorsivamente
(incongruenza)
OPERAZIONE
output
ESEMPIO TOTE
TEST DEL
CHIODO
(La testa è a livello)
(La testa sporge)
COLPISCI
CON IL MARTELLO
Che cosa scorre lungo le frecce?
ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come
test
INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternative
CONTROLLO cioè comando al sistema di attivarsi e disattivarsi, o di
passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico
Il primo Cognitivismo adottò per la mente umana il modello del calcolatore
seriale, privilegiando le ultime due risposte
GLI STADI DELLA MEMORIA
APPRENDIMENTO (LEARNING) di abitudini motorie, anche
associative. In questo stadio avviene la CODIFICA,
modo in cui l’input percettivo o informativo viene
rappresentato in un sistema
RITENZIONE (RETENTION) modo in cui Iil ricordo viene
conservato nel corso del tempo, ha ha che fare con le
tracce registrate a livello neurobiologico nella memoria
dell’organismo
RECUPERO (RETRIEVAL) modo in cui in ricordo viene
estratto dal sistema per essere riutilizzato nella
situazione di adattamento attuale
W. James
memoria primaria /memoria secondaria
Memoria a Breve Termine
MBT (decine di secondi)
Capacità limitata (7+o -2 item o chuncks)
Codifica acustica (o visiva)
Span di memoria
(Hamilton 1859)
CONSOLIDAMENTO
Il magico numero 7
(G.A.Miller, 1956)
Memoria a Lungo Termine
MLT
Capacità illimitata
Codifica del significato
Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing)
Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente
IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971)
ripetizione
input
Memoria a
breve
termine MBT
Memoria
sensoriale
Memoria a
lungo
codifica
termine MLT
attenzione
recupero
Le informazioni non
ripetute vanno
perdute entro 1/2-3
secondi
Le informazioni non
ripetute vanno perdute
entro 10-15 secondi
Conserva le informazioni
durevolmente, alcune
possono andare perdute
col tempo
Esperimento di Sternberg (1966)
Il tempo di ricerca in memoria a breve termine (MBT) aumenta con il
numero di alternative (criterio di accuratezza)
Dopo aver presentato un set di cifre, alla domanda se una
certa cifra era contenuta nella serie, il TEMPO DI REAZIONE o
LATENZA della risposta è PROPORZIONALE ALLA
LUNGHEZZA del numero, cioè aumenta linearmente con il
numero delle cifre, ma è INDIPENDENTE DALLA POSIZIONE
dell’elemento nella serie ed è lo stesso per le risposte positive
e negative.
6 9 3 2 1 . . . .
Quindi, concluse l’autore, il processo di ricerca non si
interrompe quando la cifra viene trovata ma è esaustivo, cioè
confronta l’elemento target con tutte le cifre (oppure, come
sembrò più plausibile vent’anni dopo, non è seriale…..).
Il Connessionismo PDP
A metà degli anni ottanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il gruppo di ricerca
PDP propongono di superare le difficoltà del modello dell’ELABORAZIONE
SERIALE dell’informazione, sostituendolo con il modello dell’ELABORAZIONE
PARALLELA
PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING (PDP)
In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello dell’elaborazione in serie sia più
adeguato per una rappresentazione proposizionale dei processi simbolici, analoghi
al linguaggio, mentre l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle
RETI NEURALI, simula meglio il modello associazionistico dell’apprendimento da
parte di unità subsimboliche.
La memoria di lavoro secondo A. Baddeley (1986)
La MEMORIA DI LAVORO (concetto che sostituisce quello di MBT) è un
sistema che mantiene attiva una QUANTITÀ LIMITATA di informazioni (7 + - 2)
per un breve periodo ed esegue su di esse delle operazioni mentali. È lo
SPAZIO MENTALE in cui l’input esterno viene sottoposto alle strategie di
codifica che ne consentono la conservazione a nel tempo e combinato con le
informazioni richiamate dalla memoria a lungo termine per la soluzione dei
problemi e l’attività del pensiero.
Esecutivo centrale
Taccuino visuo-spaziale
MEMORIA VISIVA
Ciclo fonologico
MEMORIA VERBALE
Verso l’inconscio cognitivo…..
Gli stimoli visivi subliminali (input inconsci) hanno un effetto cognitivo e/o
emotigeno
Il PRIMING (INNESCO) è l’attivazione, ad opera di un input sensoriale, di
un’informazione già presente in memoria a lungo termine, che diventa più
accessibile. Può riguardare oggetti o parole.
Per esempio, in psicolinguistica sperimentale: il riconoscimento di una parola
è facilitato dalla presentazione di un'altra parola ad essa correlata (il prime)
semanticamente.
Studi sugli stereotipi: preattivando automaticamente lo stereotipo mediante
presentazione subliminale di volti afro-americani, partecipanti europei
valutano aggettivi positivi e negativi con tempi di risposta più diversi fra loro, e
danno più velocemente i giudizi negativi; l’opposto accade per gli afroamericani.
TEST DI MEMORIA INDIRETTI
COMPLETAMENTO
di parole presentate fornendo le lettere iniziali o di frammenti o di parole degradate
PRIMING o INNESCO
l’esposizione precedente ad uno stimolo ne facilita la successiva elaborazione
Presentando tachistoscopicamente una lista di parole e successivamente
un test di completamento dove sono mescolate a parole non presentate, i
soggetti producono una percentuale significativamente più elevata delle
parole già presentate. Il PRIMING è misurato dal numero di parole della
lista, meno quelle nuove, che vengono completate.
Studi PET dimostrano che, mentre nel riconoscimento aumenta
l’attivazione ippocampale dx, il priming si accompagna per lo più a
una diminuzione del flusso ematico nelle aree corticali interessate.
Memoria implicita ed esplicita
La MEMORIA IMPLICITA (Graf e Schacter, 1985) comprende tutti gli effetti
dell’esperienza passata sul comportamento di cui non siamo consapevoli ed
opera in modo automatico. Definizione di Schacter: “l’essere influenzati da
una esperienza passata senza avere la consapevolezza di ricordare” (p.169)
IDENTIFICAZIONE PERCETTIVA (Jacoby, 1983)
Presentando una per volta una lista di parole e poi ripresentandole
tachistoscopicamente, è più facile leggere le parole già viste di quelle nuove
La MEMORIA ESPLICITA è recupero cosciente di informazioni e
ricostruzione conscia del passato (RECOLLECTION), ricordo riflessivo.
Secondo Brewer (1996) la RECOLLECTION è il ricordo di un evento specifico nel
passato del soggetto, che rivive l’esperienza fenomenica sotto forma di debole
immagine mentale, e contiene informazioni su luogo, azioni, persone, oggetti, pensieri
ed emozioni. Il ricordo è accompagnato dalla credenza di aver fatto quell’esperienza nel
passato, è per lo più veridico e comporta un elevato grado di fiducia nell’accuratezza
che è spesso ben riposta.
La memoria negli amnesici
Edouard Claparède (1873-1940),
psichiatra svizzero fondatore nel 1912
del’Istituto J.-J. Rousseau a Ginevra,
direttore delle Archives de Psychologie.
Nel 1911 racconta che una mattina si nascose in mano uno spillo e strinse la
mano ad una paziente amnesica con sindrome di Korsakoff; il giorno dopo la
paziente non ricordava l’episodio, ma era riluttante a porgergli la mano.
Quando le fu chiesto perché, rispose che a volte nelle mani della gente si
nascondono degli spilli!
I pazienti con amnesia pura possono avere memoria semantica normale, ma
non consolidano a LT nuove esperienze (amnesia anterograda). Possono
mantenere abilità percettivo-motorie e capacità di apprendere in modo
“inconscio” (cognitivamente).
Test di completamento lessicale
I neurologi di Oxford Elizabeth Warrington e Laurence Weiskrantz (1970) fecero
studiare a un gruppo di pazienti amnesici un elenco di parole comuni. Quando si
chiedeva loro di riconoscerle in un secondo elenco dove comparivano mescolate a
parole non presentate, non riuscivano a distinguerle. Presentando tre lettere iniziali
e chiedendo di completare le parole, riproducevano significativamente più parole
dell’elenco studiato che se avessero completato a caso.
TAVOLO GIARDINO ….
TAV…… GIA…….
Esperimento sul PRIMING
Con soggetti normali, l’effetto di facilitazione, sia nel riconoscere parole già
presentate in un elenco dove compaiono insieme a parole non presentate,
sia nel test di completamento lessicale di parole degradate (presentando solo
le lettere iniziali e finali), si mantiene invariato con lungo intervallo di
ritenzione (1 ora) e si verifica a prescindere dalla memoria conscia.
Nell’effetto priming si esprime la MEMORIA IMPLICITA, che può
spiegare la criptoamnesia e il plagio involontario
L’effetto non è intermodale (se i soggetti ascoltano le parole senza vederle
stampate non si ha facilitazione nel test visivo e viceversa). Ciò fa pensare a
un effetto legato al SISTEMA PERCETTIVO e alla codifica superficiale e
dipendente da una registrazione automatica dello stimolo
Priming semantico concettuale
Esperimento sulle frasi ambigue
(McAndrews, Glisky e Schacter, 1987)
“Il covone fu importante perché si erano aperte le cuciture”
Suggerimento che disambigua la frase: paracadute
Ripetendo il test, i pazienti amnesici riproducono immediatamente la parola
chiave senza ricordare di averla già incontrata
Riconoscimento implicito, in assenza di consapevolezza
Pazienti con prosopoagnosia (per lesioni nell’area occipito-temporale del
giro fusiforme, area per i volti) non riconoscono i volti noti, ma
manifestano la risposta di conduttanza cutanea (aumento di potenziale
elettrico registrato da due elettrodi fissati sul palmo della mano, in seguito
a sudorazione come indicatore di attivazione emozionale) a quelli familiari
(Tranel e Damasio, 1985)
I sistemi di
memoria
MEMORIA
Dichiarativa
(ESPLICITA)
Non dichiarativa
(IMPLICITA)
Abilità e Abitudini
(PROCEDURALE)
Condizionamento
classico semplice
Innesco (priming)
e apprendimento
percettivo
Fatti e conoscenze
generali
(SEMANTICA)
Apprendimento
non associativo
Eventi specifici
(EPISODICA)
Risposte emotive
Risposte motorie
SISTEMI DI MEMORIA
COHEN e SQUIRE
1980
TULVING, 1985
Ho guidato la mia
prima bicicletta
EPISODICA
SEMANTICA
PROCEDURALE
DICHIARATIVA
sapere che
So che la
bicicletta ha due
ruote
PROCEDURALE
saper fare
So andare in bicicletta
Fly UP