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PERSONALIZZARE
I DSA
e
LA SCUOLA
FEBBRAIO 2010
Rossi Viviana
Dirigente scolastico e membro del Comitato Scuola AID
•
•
•
•
VIDEO
PANORAMICA SUI DSA
PERSONALIZZAZIONE
L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA
NEI DOCENTI, NELLA FAMIGLIA E
NELL’ALLIEVO
• STRATEGIE DIDATTICHE E STRUMENTI
COMPENSATIVI E DISPENSATIVI
• PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
VIDEO:
“COME UNA MACCHIA di
CIOCCOLATO”
Raccontarsi per raccontare la dislessia
… da un’idea di Federica Brembati
e
Roberta Donini
Nel filmato ragazzi dislessici di varia età parlano della
loro esperienza in una serie di interviste.
I vari racconti mettono in luce:
•La frustrazione nello scoprirsi “incapaci”
•La fatica della ricerca di un “perché”
•Il sollievo di poter “superare l’incapacità “
Promuovere conoscenza dei DSA
in tutti … ALLIEVI e DOCENTI
Visione del filmato
per tutte le classi
A cui possono seguire
singoli momenti
di discussione in classe
Per i nostri allievi dislessici è molto
importante riconoscersi nei protagonisti del
filmato, che hanno ormai superato i momenti
più difficili e osano parlare apertamente del
loro “disturbo”
Per gli altri ragazzi si tratta di un’occasione per
ricevere informazioni corrette su un argomento che
può facilmente riguardare un loro amico, un fratello,
magari loro stessi
Per i docenti è un pretesto utile per introdurre
l’argomento in classe (sempre in accordo con dislessici!)
La scuola copre solo una piccola
parte dell’ apprendimento …
l’insegnamento è un modo,
ma non il solo per conseguire
l’apprendimento
NICHOLAS NEGROPONTE
E.T. non ce la fa a capire questa strana istituzione
chiamata SCUOLA
Sono venuto a scuola per conoscere questo pianeta e imparare come
si vive sulla Terra. Voi mi avete rinchiuso in un'aula per 5 ore al
giorno, a volte 6, immobile su un banco, per 9 mesi.
Redarguito quando provavo ad alzarmi o a parlare con qualche
recluso come me. Unico movimento consentito alzare un braccio
(nemmeno due) per rispondere alle strane domande del terrestre
di turno dietro al tavolo.
Neanche un'ora d'aria, solo 10 minuti di intervallo.
E ora mi bocciate e volete rinchiudermi qui per un altro anno, fra gli
stessi muri, ad ascoltare gli stessi salmi di strampalati umani e a
stressarmi quando esco di qui a ripetere
e ripetere ancora quei salmi.
Così non era scritto in Wikipedia, l'enciclopedia che mandate in
giro per l'etere.
"SCUOLA" non aveva niente a che fare con costrizione, fatica,
ansie, punizioni.
Ecco come sono stato ingannato
E allora perchè mi bocci?"
SCUOLA
significa
ozio, tempo lontano da ogni fatica e
preoccupazione.
SCUOLA, infatti, deriva dal greco "scholé",
che vuol dire "riposo";
questo perché nell’antichità gli uomini
trascorrevano i pochi momenti liberi dalle
armi o dai campi nell'esercizio della mente
Un caso
paradigmatico
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
Volevo raccontare il dolore, la
sofferenza di non capire. Il libro parla
di me.”
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
…
Insomma andavo male a scuola
…
Refrattario dapprima all'aritmetica, poi alla
matematica, profondamente disortografico, poco
incline alla memorizzazione delle date e alla
localizzazione dei luoghi geografici, inadatto
all'apprendimento delle lingue straniere, ritenuto
pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti),
portavo a casa risultati pessimi che non erano
riscattati né dalla musica, né dallo sport né
peraltro da alcuna attività parascolastica.
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
Nessuna scusa per la sua
somaraggine
Viveva in un’ottima famiglia, senza conflitti, con
una buona cultura, fratelli che andavano bene a
scuola,…
…nessun divorzio, nessun alcolizzato, nessun
caratteriale, nessuna tara ereditaria, …
C’era chi lo aiutava nei compiti
Eppure, un somaro.
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
=
Pessimo allievo diverrà ottimo
insegnante e scrittore
Biografia:
Figlio di un militare di evidenti origini italiane (il suo vero
cognome è infatti Pennacchioni, Daniel Pennac nasce nel 1944
a Casablanca,
Pessimo allievo, solo verso la fine del liceo ottiene buoni voti,
quando un suo insegnante comprende la sua passione per la
scrittura e al posto dei temi tradizionali gli chiede di
scrivere, a puntate settimanali, un romanzo.
Consegue la laurea in lettere all'Università di Nizza,
diventando contemporaneamente insegnante e scrittore.
Ormai in pensione dall'insegnamento, vive nel quartiere
parigino di Belleville assieme alla moglie.
Nel 2002 ha ricevuto il Premio Grinzane Cavour.
Nel 2005 è stato insignito della Legion d'onore per le arti e la letteratura.
Nel 2007 ha ricevuto il Premio Renaudot.[1]
C. Cappa: [email protected]
Molti alunni con DSA si sentono proprio
come E.T. o come Pennac !!!!
PANORAMICA SUI DSA
D S A
non è acronimo di:
Disattento
Stupido
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
Asino
MA…
… ma DSA
è acronimo di :
Disturbo Specifico di Apprendimento
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
E’ intelligente, ma non va bene a
scuola: potrebbe essere un DSA!
I Disturbi evolutivi Specifici dell’Apprendimento
(DSA) sono disturbi delle abilità scolastiche
Essi si caratterizzano per:
- una lettura faticosa, lenta e scorretta dovuta alla
difficoltà ad automatizzare la trasformazione fra i
segni grafici e i suoni (dislessia);
- il manifestarsi di frequenti errori ortografici causati
da difficoltà nell’aspetto costruttivo della scrittura
(disortografia);
- la presenza di una grafia poco chiara e difficilmente
comprensibile riconducibile ad una difficoltà
esecutiva della scrittura (disgrafia);
- una difficoltà nei calcoli e ad operare con i numeri
(discalculia).
I DSA sono tutte
difficolta’ selettive
SONO
SPECIFICI…
perché sono circoscritti solo ad
alcuni processi indispensabili
all’apprendimento: cioè quelli che
normalmente vengono chiamati
automatismi
(lettura, scrittura, memorizzazione di tabelline e formule, … , …)
I DSA…
NON
NON
NON
NON
NON
NON
sono
sono
sono
sono
sono
sono
UNA MALATTIA
conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO
conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO
conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE
dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA
dovuti a DEFICIT SENSORIALI
I DSA SONO CARATTERISTICHE…
GENETICHE
CONGENITE
NEUROBIOLOGICHE
Essi sono EVOLUTIVI, …
… cioè sono disturbi che si manifestano in età
scolastica e si modificano nel tempo: per
questo si parla di Dislessia Evolutiva,…
“La Dislessia Evolutiva (DE) è una difficoltà
selettiva nella lettura, in presenza di
capacità cognitive adeguate e di adeguate
opportunità sociali e relazionali, e in assenza
di deficit sensoriali e neurologici.”
(Brizzolara e Stella)
LA DISLESSIA EVOLUTIVA È IL PROTOTIPO DEI
DSA…
…CAPACITÀ COGNITIVE ADEGUATE…
e…
ADEGUATE OPPORTUNITÀ SOCIALI
e RELAZIONALI
I Disturbi Specifici di Apprendimento si hanno,
quindi, solo in bambini o ragazzi con
quoziente di intelligenza nella norma:
il ragazzo è intelligente e, alcune volte, persino
più degli altri ….. va a scuola con regolarità,
frequenta amici, ecc. … ma…
Ha continui INSUCCESSI
C. Cappa: [email protected]
DISAGIO
DISAGIO
DISAGIO
Comportamento
in classe può
ragazzo “tappezzeria”
ragazzo “rompiscatole”
bla bla
C. Cappa: [email protected]
Il COMPORTAMENTO …
è il 1° campanello d’allarme?
I PROBLEMI COMPORTAMENTALI
in un ragazzo con DSA
SONO CONSEGUENZA di un DSA
NON RICONOSCIUTA
I DSA
DISLESSIA
Difficoltà nella lettura
DISORTOGRAFIA
Difficoltà nell’ortografia
DISGRAFIA
Disturbi specifici delle
prassie della scrittura
DISCALCULIA
DISTURBO SPECIFICO
DI COMPRENSIONE
DEL TESTO
Deficit del sistema di
elaborazione dei numeri e
del calcolo
Difficoltà nell’ordinare,
associare, gerarchizzare le
informazioni all’interno di
un testo.
SPESSO SI ASSOCIANO altri
DISTURBI
D S A
I disturbi specifici dell’apprendimento
comportano difficoltà scolastiche che,
di solito, compaiono già nei primi anni
di scuola e persistono negli anni
successivi pur presentando
una diversa espressività
nelle differenti fasi evolutive
Per chi
ha un
DSA
• LEGGERE …
• SCRIVERE …
• CONTARE …
non sono abilità automatiche
È frequente che un bambino
dislessico sia
contemporaneamente
disortografico e disgrafico
quindi ciò che scrive è anche
poco decifrabile
Dov’è il ragazzo con un DSA?
Luisa Molinas – CTR Cagliari
Non ha marcatori
biologici evidenti
Non ha “identità”
sociale fuori dalla
scuola
Luisa Molinas – CTR Cagliari
Chi è il ragazzo con DSA?
Problemi relazionali
Danni cerebrali
acquisiti
Problemi psicologici
Problemi familiari
Deficit cognitivo Deficit uditivo No adeguate
opportunità
Deficit neurologico Deficit visivo
sociali
C. Cappa: [email protected]
La dislessia
è
una dis-abilità “scolastica”
INVISIBILE
Quanti allievi con DSA dobbiamo
aspettarci per classe?
Purtroppo in Italia la dislessia è poco
conosciuta, benché si calcoli che
riguardi il 3-4% della popolazione
scolastica.
L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA
CONSAPEVOLEZZA …
• Famiglia
• Insegnanti
• Bambino/ragazzo
• Compagni
La consapevolezza delle proprie difficoltà e dei
propri punti di forza è il primo atto utile ad
accrescere la stima di sé, dato che consente di
abbandonare la paura.
Attraverso l’uso di strategie adatte si arriva ad
avere più sicurezza e di conseguenza più autonomia.
Cosa devono fare i genitori ?
I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata valutazione
diagnostica
- discutere del problema con gli insegnanti
- aiutare il ragazzo nelle attività scolastiche
- utilizzare strumenti alternativi alla pura
lettura (cassette, cd, video, computer)
Profilo dell’insegnante
Il
Referente Dislessia
deve ……
• Essere insegnante curricolare a Tempo Indeterminato
• Essere motivato e interessato ad accrescere la sua
formazione e ad organizzare quella dei colleghi
• Avere capacità relazionali e competenze nell’ambito
della gestione delle dinamiche di gruppo
• Conoscere le potenzialità didattico – organizzative
offerte dal Regolamento dell’autonomia e dalla
normativa in genere
• Essere disponibile a lavorare in rete all’interno/
esterno
• Aver libero accesso alle diagnosi per poter aiutare
i colleghi
… per poter garantire……
•
•
•
•
•
•
Programmazione di indagini di screening
Promozione aggiornamento
Consulenza nella scuola
Valutazione per invio servizi sanitari
Comunicazione scuola-famiglia
Comunicazione con servizi territoriali
e nazionali
• Organizzare, nell’ambito degli incontri di
continuità, il passaggio delle informazioni degli
allievi che si iscrivono ad altra scuola.
Cosa devono fare gli insegnanti ?
Gli insegnanti devono:
- riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
- parlare (in accordo con lo studente con DSA) alla
classe e non nascondere il problema;
- spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno
dislessico e il perché del diverso trattamento;
- collaborare attivamente con i colleghi per garantire
risposte coerenti al problema;
- comunicare con i genitori e convincerli che la loro
“accettazione del problema” avrà solo conseguenze
positive per tutti
Ma come?
• Partendo dalla semplice spiegazione di che cosa sono i DSA,…
• Sottolineando che si tratta di un diverso funzionamento in
soggetti dal quoziente intellettivo pari e, spesso, superiore alla
norma, …
• Constatando che siamo tutti diversi (a partire dall’aspetto fisico,
dal carattere,… fino al funzionamento del cervello).
• Portando vari esempi: occhiali, stampella, bastone, apparecchio
denti, carrozzella.
• Spiegando che ognuno di noi ha esigenze diverse per riuscire a
rendere di più e meglio a livello scolastico
- Sottolineando come, essendo tutti diversi,
per ognuno si attueranno strategie diverse e
valutazioni diverse (es. che tengano più in
considerazione il contenuto e non la forma)
Così ognuno, parlando di sé e delle
proprie diverse caratteristiche,
può fornire esempi e testimonianze.
…
Cercando di individuare insieme
la metodologia vincente
Quali sono le caratteristiche di un
ragazzo con DSA nella Scuola Primaria?
-
-
Discrepanza tra le abilità del dominio interessato e l'intelligenza
globale
Difficoltà nella associazione grafema-fonema e viceversa
Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
Eccessiva lentezza
Incapacità di produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo
riconoscibile
Sostituzione di suoni simili
- Difficoltà nei digrammi
- Punteggiatura ignorata
- Difficoltà ad imparare le tabelline
- Difficoltà nel memorizzare le procedure delle operazioni
aritmetiche
Lettere e numeri scambiati
Riconoscimento di piccole quantità
Lettura e scrittura dei numeri fino a 10
Calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto
Difficoltà a ricordare i termini specifici delle discipline, le epoche
storiche, le date degli eventi
Quali sono le caratteristiche di un ragazzo con DSA
nella Scuola Secondaria di I grado?
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
discrepanza tra le abilità del dominio interessato e l'intelligenza globale
difficoltà evidente di copiare dalla lavagna
eccessiva distanza dal testo e postura particolare per leggere
perdita della riga e salto della parola in lettura
difficoltà ad utilizzare armoniosamente lo spazio del foglio
disgrafia: macroscrittura e/o microscrittura
omissione delle lettere maiuscole
difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici
confusione e sostituzione di lettere in particolare con l'uso dello stampato
minuscolo
10.difficoltà nei suoni “difficili” : chi/che ghi/ gh- gn/gl
11.sostituzione di suoni simili: p/b - d/t - m/n - r/ls/ z
12.inadeguata padronanza fonologica generale
13.doppie
14.punteggiatura ignorata o inadeguata
15.difficoltà ad imparare l'ordine alfabetico e ad usare il vocabolario
16.lettere e numeri invertiti o ruotati : 31 / 13 - p/b - sc/cs... a/e - u/n
Quali sono le caratteristiche di un ragazzo con
DSA nella Scuola Secondaria di II grado?
• Discrepanza tra le abilità del dominio
interessato e l'intelligenza globale
• Difficoltà ortografiche residue
• Lentezza nei processi di lettura/scrittura
• Necessità di controllo volontario dei processi
di basso livello
• Difficoltà nel controllo delle procedure e delle
regole
• Difficoltà nello studio autonomo
• Difficoltà nell’uso dei linguaggi specifici
• Difficoltà nelle lingue straniere
Cosa deve fare il docente?…
Il compito più delicato per il docente
è quello di
creare le condizioni
per rendere migliore possibile
il rapporto tra
la materia di studio e l’allievo
Lo studente deve diventare
SOGGETTO ATTIVO DELL’APPRENDIMENTO
• Lo studente è impegnato nel porre e cercare
risposte a problemi, nel progettare, nel fare
finalizzato, non solo nel “recepire”.
• L’insegnante presta attenzione alle conoscenze
e competenze che lo studente ha acquisito
anche in modo non formale e informale (come i
“nuovi” linguaggi e le competenze digitali).
• La metodologia “preferita” è quella del
“cooperative learning”, che permette una
“costruzione comune” di “oggetti”, procedure,
concetti.
CISEM 27/3/2009 - a cura di Daniela Bertocchi
49
Cooperative learning “informale”
Il Cooperative Informale rappresenta il ponte tra attività tradizionali
e attività strutturate in Cooperative Learning.
Con Cooperative Learning Informale si indicano tutti quei modi brevi e
specifici di lavorare in gruppo che possono precedere o seguire una
presentazione o spiegazione da parte dell’insegnante, un’esercitazione
individuale, ecc.
• Esempi di Cooperative informale sono:
– la discussione a coppie prima della lezione;
– la preparazione alla lezione a coppie;
– il brainstorming a gruppi e poi collettivo
– la presa di appunti e/o la schematizzazione a coppie
– La auto/eterovalutazione in coppie.
Il Cooperative Learning Informale è legato ad attività di durata breve che
possono essere adattate al canovaccio delle lezioni tradizionali.
CISEM 27/3/2009 - a cura di Daniela Bertocchi
50
L’individuo dislessico impara meglio da un approccio:
I. Buone pratiche trasversali
Ian Smythe - Jyväskylä University - Finland
Congresso Europeo 2005
Secondo Umberto Tenuta, nella scuola di oggi…
NON SI DOVREBBERO PIU’ FARE
LEZIONI
Alle lezioni si dovrebbero sostituire le Unità di
apprendimento.
Gli alunni apprendono attraverso i processi della
ricerca/riscoperta/reinvenzione/costruzione dei
saperi, nella forma del Cooperative learning.
E così operando, non solo apprendono conoscenze,
ma acquisiscono anche capacità ed atteggiamenti,
che sono le finalità fondamentali che la scuola deve
perseguire, per assicurare il successo formativo a
tutti gli alunni.
Solo in questo modo si attua la
PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA,
che risolve definitivamente il problema
dell’integrazione degli alunni cosiddetti
diversamente abili,
perché solo così si potrà avere una
scuola su misura
per
una società complessa qual è quella attuale.
CON QUALI LINEE METODOLOGICHE?
• Didattica integrata di laboratorio
• Didattica metacognitiva
• Predisposizione e-o produzione di materiale
facilitato
• Apprendimento cooperativo
• Ricerca—azione
RUOLO DEL DOCENTE
MEDIATORE DI CONOSCENZA
SUO OBIETTIVO FINALE
INSEGNARE AD APPRENDERE
AUTONOMAMENTE
SPIEGARE ALLA CLASSE
LE DIVERSE NECESSITÀ
DELL'ALUNNO DISLESSICO
E
IL PERCHÉ DEL DIVERSO
TRATTAMENTO
SENZA AVER “PAURA” DI FARE DELLE
INGIUSTIZIE!
Infatti…
”Non c’è peggiore
ingiustizia del dare cose
uguali a persone che uguali
non sono”.
Don Lorenzo Milani
QUESTA NON è GIUSTIZIA!
La mia giustizia
“Non intendo trattare neppure due di voi allo stesso
modo.
E niente proteste al riguardo.
Alcuni dovranno scrivere lunghe relazioni,
altri avranno il permesso di farle più corte; alcuni
dovranno leggere articoli chilometrici, altri articoli
brevi.
Così stanno le cose.
Ognuno apprende in modo diverso
e se qualcuno ha esigenze particolare,
me lo faccia sapere
e io penserò a studiare qualcosa
di più adatto a lui.
Ma non voglio sentire lamentele
su quello che faccio per gli altri”.
M. Levine
Ovviamente, occorre cogliere al volo le
occasioni offerte dagli allievi stessi
e servirsene per approfondire, integrare,
chiarire…
Un testo utile per affrontare l’argomento in
classe è “Storie di normale dislessia”
di Rossella Grenci e Daniele Zanoni
Quindici storie di dislessici
famosi che, dicono gli autori,
hanno avuto una vita come
quella di tanti.
“I geni dislessici sono stati persone
particolarmente speciali perché hanno
superato o aggirato gli ostacoli
incontrati, realizzando i propri sogni e
desideri.”
Albert Einstein, Leonardo Da Vinci,
Galileo Galilei,
Napoleone, Pablo Picasso, Agatha
Christie, ….
Fondamentale, quindi, che gli
insegnanti
•
-
•
•
chiariscano il diverso funzionamento, rispetto
all’apprendimento, dei compagni D.S.A.
chiedano addirittura l’aiuto del gruppo classe per
favorire il loro apprendimento (lettura testi,
rinforzo orale, aiuti nella scrittura…)
spieghino chiaramente il perché dell’utilizzo degli
strumenti compensativi e delle misure dispensative
osservino gli atteggiamenti e le strategie
utilizzate dagli allievi D.S.A.
li consultino per individuare INSIEME le
metodologie da applicare per ottenere un successo
formativo
Ovviamente…
È necessario il consenso
dell’alunno D.S.A.
prima di parlarne con i suoi
compagni di classe
IN SINTESI…
… dal punto di vista pedagogico,
GLI INSEGNANTI,
anziché puntare sull'uniformità degli
interventi educativi e scolastici,
devono essere in grado di
interpretare i diversi
bisogni degli allievi e di valorizzarne le
caratteristiche peculiari.
In alternativa al modello della
scuola uniforme e centralizzata…
…
si può immaginare
un modello educativo e scolastico incentrato
sulla capacità delle comunità di mettere in
campo buone pratiche
capaci di far interagire,
secondo i bisogni delle specifiche comunità,
tradizione e innovazione, responsabilità e vincoli
sociali.
Considerati dal punto di vista sistemico,
i processi educativi risultano, da un lato,
l'esito dell'interazione di istituzioni e agenzie
che agiscono nell'educativo/formativo e,
dall'altro, capaci di rispondere alle nuove
aspettative educative.
A questa condizione la PERSONALIZZAZIONE
sfugge al rischio di ridursi a una semplice
pratica didattica tradizionale, e si traduce in
una strategia di ampio respiro,
che restituisce alle comunità il compito
educativo che
costitutivamente spetta loro.
La prospettiva è quella della
PERSONALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO
Solo così si promuovono l'apprendimento
e i comportamenti degli alunni
nel rispetto:
• dei loro ritmi di crescita,
• delle loro specifiche intelligenze,
• dei loro ambienti di provenienza,
• delle loro aspettative personali e
familiari.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
M. Baldacci (“Individualizzazione”, da Voci della scuola, a c. di G. Cerini e M. Spinosi,
“Notizie
della Scuola”, Tecnodid, Napoli 2003).
«Individualizzazione si riferisce alle strategie
didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli
studenti il raggiungimento delle competenze
fondamentali del curricolo, attraverso una
diversificazione dei percorsi di insegnamento.
Personalizzazione indica invece le strategie didattiche
finalizzate a garantire a ogni studente una
propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso
possibilità elettive di coltivare le proprie
potenzialità intellettive (capacità spiccata rispetto ad
altre/punto di forza).
In altre parole, la PERSONALIZZAZIONE ha lo
scopo di far sì che ognuno sviluppi propri personali
talenti
Nella INDIVIDUALIZZAZIONE gli obiettivi
sono comuni per tutti,
nella PERSONALIZZAZIONE l’obiettivo è
diverso per ciascuno
(pluralità di percorsi formativi/piste indirizzate verso destinazioni
differenti, possibilità di
scelta da parte dell’alunno, grado di consapevolezza circa il proprio
profilo di abilità, realizzazione
di un adeguato contesto didattico).
Aiutare ogni studente a sviluppare una propria
forma di talento è probabilmente un obiettivo
altrettanto importante di quello di garantire a
tutti la padronanza delle
COMPETENZE fondamentali: sapere, saper
essere, essere.
IMBOCCARE LA VIA
DELL’ …
'APPRENDIMENTO PERSONALIZZATO',
significa che
“l'organizzazione della scuola dovrà articolarsi
attorno ai bisogni, agli interessi e alle
attitudini di ogni allievo” che,
attraverso l'impegno consapevole a fianco dei
docenti,
diventerà così
“coproduttore” della propria educazione.
G. Bertagna
“… ‘INDIVIDUALIZZAZIONE’ significa impegno per
dare a tutti lo stesso bagaglio di COMPETENZE …,
sebbene in TEMPI, MODI e CONDIZIONI DIVERSE,
ADATTE A CIASCUNO e prendere atto che alla
promozione delle competenze finali del Profilo
educativo,culturale e professionale dello studente
alla fine del primo o del secondo ciclo, contribuisce
non soltanto l’istruzione scolastica formale, ma anche
tutto l’insieme delle istituzioni educative presenti in
un territorio, a partire da quella fondamentale della
famiglia, per cui lo stesso utilizzo dei tempi, degli
spazi e dei modi di apprendimento della scuola può,
anzi deve, essere diverso a seconda delle esigenze e
delle esperienze di ciascuno…….. ‘
./…
…… “PERSONALIZZARE” significa trovare e
assicurare le condizioni organizzative,
professionali e umane perché questi processi
di ‘individualizzazione’ non siano mai decisi
da altri, magari in maniera burocratica, ma
sempre ragionati, conosciuti e scelti da ogni
studente, insieme alla sua famiglia, come un
arricchimento di sé e
come una condizione per integrarli in un
personale progetto di vita.
Secondo l’ inglese
Charles Leadbeater
La PERSONALIZZAZIONE è
“partecipazione e co-creazione di valore tra utenti e
produttori”.
“L'apprendimento personalizzato si basa sul principio
che coloro che imparano migliorano le loro
prestazioni
se sono continuamente aiutati e impegnati a definire
i propri obiettivi, i propri scopi di apprendimento ,
scegliendo le strategie più efficaci”
Saggio “L'apprendimento personalizzato: il futuro dei servizi pubblici” (volume dell'OCSECERI)
L'indicazione che proviene
dall'Inghilterra è molto interessante
Da un lato si dà come ineluttabile il fatto che, fissato
un nucleo di apprendimenti essenziali , gli studenti
possano disporre di una serie di opzioni di
programmi e di itinerari, senza per questo
gerarchizzare i percorsi, ……
Dall'altro questa possibilità di scelta avrà effetti
assolutamente modesti se gli studenti non troveranno
un ambiente in cui siano stimolati ad appropriarsi
del proprio apprendimento, e un insegnamento che
faccia leva sulle diverse intelligenze, sui diversi
interessi e sia sensibile ai diversi bisogni.
Non si tratta di una scoperta
rivoluzionaria
Da Rousseau in poi la pedagogia ha imparato a
riconoscere l'importanza del soggetto in formazione,
così come l'intensità della relazione interpersonale e
la qualità dei contesti educativi in cui si svolge.
Eppure l'impianto personalizzante assume oggi un
significato nuovo.
La PERSONALIZZAZIONE sembra aprire possibili
strade per vincere la sfida educativa contro la
dispersione scolastica e per sostenere l'educazione
del XXI secolo
Howard Gardner
(Scranton, Pennsylvania, 11-07-1943)
Anche secondo Gardner , padre della teoria
delle intelligenze multiple, è rischioso
continuare a pensare alla scuola come semplice
erogatrice di formazione linguistica e
matematica,
perché così si rischia di “dimenticare” quei
soggetti che manifestano forme cognitive
differenti (di tipo espressivo,musicale o
corporeo ….) e che spesso sono “nascosti”
nell'uniformità delle classi scolastiche
tradizionali e “sotto stimati” sul piano dello
sviluppo delle loro potenzialità.
Reuven Feuerstein
(Botosani, Romania, 21-08-1921
Altri apporti rilevanti sono venuti dalle
pedagogie della mediazione.
Feuerstein , per esempio, ha posto
l'accento sulla necessità di organizzare
PIANI DI APPRENDIMENTO
PERSONALIZZATI
dimensionati sulle capacità e necessità di
ciascuno.
L.Legrand, M. Altet e P. Meirieu
(Alès, Francia, 29-11-1949)
In certi casi la mediazione è stata interpretata
soprattutto in termini di
motivazione personale,
mentre alcuni ricercatori
stanno opportunamente insistendo sul
peso dei contesti emotivo-affettivi
nei quali si svolge l'apprendimento.
Essi, infatti, hanno messo a punto
prassi metodologiche
che agiscono
sia sul tempo scolastico
(articolato non più in modo uniforme, ma cadenzato sui tempi di
apprendimento e sui bisogni di ciascuno)
sia sulle pratiche didattiche.
METACONOSCENZE
Questi pedagogisti riconoscono particolare
importanza alle“metaconoscenze“, cioè alle
abilità impiegate per comprendere il sapere.
Secondo Meirieu proprio
le “metaconoscenze” costituiscono la chiave
per la personalizzazione dell'apprendimento.
Questa affermazione si basa sulla
constatazione che gli apprendimenti sono
facilitati quando il soggetto è in grado di
governare il suo apprendimento.
Importanza della
VALUTAZIONE AUTENTICA
(G. Wiggins, J. McTighe).
Notevoli appaiono anche le interazione
tra la personalizzazione e la
cosiddetta “valutazione autentica” o
“valutazione per l'apprendimento”.
In questa prospettiva l'azione del valutare
non si riduce al solo atto di associare un
giudizio numerico o verbale a un lavoro
svolto.
VALUTAZIONE dell’alunno
SOMMATIVA
Serve a ‘tirare le somme’
al termine di un percorso
FORMATIVA
Fornisce informazioni utilizzabili
dall’alunno e dall’insegnante durante
il percorso
AUTENTICA
Fornisce informazioni circa la
padronanza delle competenze in
contesti reali o realistici
Dalla VALUTAZIONE FORMATIVA
alla
VALUTAZIONE AUTENTICA
La valutazione ‘autentica’ si contrappone alla
valutazione scolastica
Non sempre le competenze acquisite a scuola
si trasferiscono nella vita.
La valutazione in contesti reali o ‘realistici’ è,
al contrario, autentica e attendibile.
Valutare implica …
… raccogliere elementi significativi sugli esiti
degli apprendimenti e
le stesse situazioni valutative possono,
a loro volta,
rappresentare importanti esperienze di
apprendimento.
La “valutazione per l'apprendimento” pone al
centro il soggetto che apprende, tenendo
conto della sue peculiarità e diversità.
La PERSONALIZZAZIONE
in Europa
Un forte interesse verso LA PERSONALIZZAZIONE
si trova nei documenti
che accompagnano i processi di riforma in atto
nel Regno Unito, dai quali emerge che
la personalizzazione non riguarda soltanto
gli stili di apprendimento,
ma anche
le modalità d'insegnamento e la capacità della scuola
di funzionare come una comunità
di insegnanti-genitori-studenti.
GENERALMENTE …
… quando si parla di PERSONALIZZAZIONE
si pensa spesso ad una scuola dove si
moltiplicano semplicemente le offerte
didattiche in modo che ciascuno si avvalga di
quella che gli è più congeniale e gli consenta di
apprendere in modo più efficace.
Ma essa può essere qualcosa di molto più
significativo.
la “personalizzazione forte"
La personalizzazione nel suo significato autentico prende
la forma di una partecipazione e di una “co-creazione
di valore”, in cui coloro che apprendono sono
continuamente aiutati a definire i propri obiettivi,
a elaborare i propri piani e scopi di apprendimento,
a scegliere le strategie
cognitive più efficaci.
Il coinvolgimento personale degli alunni nelle decisioni
che li riguardano, nelle scelte di ciò che apprendono,
del modo di apprendere e degli obiettivi che si
prefiggono costituiscono le vie maestre per farne dei
soggetti capaci di apprendere per tutta la vita.
La scuola della personalizzazione
…
… si costituisce attorno all'idea della
promozione di autonomie personali,
sia sul piano degli apprendimenti che su
quello della costruzione del carattere.
In questo caso la nozione di educazione
viene proposta nel suo significato pieno.
L’importanza della scuola nella società
La scuola e le attività educative sono
strategiche per il futuro delle società
nella doppia dimensione del
SAPERE e del SAPER FARE.
Senza sapere il fare diventa un puro
esercizio addestrativo,
senza saper fare il sapere rischia di
essere erudizione fine a se stessa.
Dalle scienze cognitive sappiamo che…
lo sviluppo delle idee
e delle COMPETENZE
IN TUTTE LE DISCIPLINE
sono radicate nell’esperienza corporea e
nella realtà fisica.
IMMAGINARE E FARE
hanno uno stesso substrato neuronale
condiviso
Bisogna mettere gli studenti in condizione di
poter comprendere.
APPROCCIO “SPERIMENTALE”
indispensabile per i ragazzi con DSA che
quindi devono
“vedere”, “fare” e ”provare”
per poter capire e imparare.
Il luogo più adatto alla loro
INTEGRAZIONE è il LABORATORIO
Il LABORATORIO identifica la
situazione di apprendimento che
realizza,
in una dimensione operativa e
progettuale,
l’intreccio tra più mediatori didattici:
l’esperienza diretta, il ricorso a modelli e
immagini, la simulazione, l’uso di codici
simbolici.
MEDIATORI ATTIVI (fanno ricorso all'esperienza diretta)
es. l'esperimento scientifico
MODALITA’ ATTRAVERSO CUI
AVVENGONO GLI APPRENDIMENTI
DA “LE AQUILE SONO NATE PER VOLARE”
di R. Grenci –
• ESPERIENZA DIRETTA (FARE) 90%
• PARLARE E SCRIVERE 70%
• ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME) 50%
• VISTA 30%
• UDITO 20%
• LETTURA 10%
DOBBIAMO TENERE CONTO DEI DIVERSI STILI
DI APPRENDIMENTO
PRIMA CIRCOLARE MINISTERIALE SUI
DSA
da Nota MIUR Prot. N 4099/A/4a del 05.10.2004
Oggetto: Iniziative relative alla Dislessia
… Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate
di quoziente intellettivo nella norma, spesso vengono
attribuite ad altri fattori: negligenza, scarso impegno o
interesse. Questo può comportare ricadute a livello
personale, quali abbassamento dell’autostima,
depressione o comportamenti oppositivi, che possono
determinare un abbandono scolastico o una scelta di
basso profilo rispetto alle potenzialità …..
Per ovviare a queste conseguenze, esistono
STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI
che si ritiene opportuno possano essere utilizzati
dalle scuole in questi casi.
STRUMENTI COMPENSATIVI
Compensano, facilitando l’esecuzione
•
•
•
•
•
•
tavola pitagorica, tabella delle misure, tabelle delle formule,
calcolatrice, registratore,
cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo
computers con programmi di videoscrittura con correttore
ortografico e sintesi vocale,commisurati al singolo caso
cassette registrate (dagli insegnanti, dagli alunni, e/o allegate ai
testi), mediante anche la
• predisposizione in ogni scuola di una fonoteca scolastica
contenente il testo parlato dei libri in adozione, ed altri testi
culturalmente significativi
• dizionari di lingua straniera computerizzati, tabelle, traduttori
richiesta alle case editrici di produrre testi anche ridotti e
contenenti audio- cassette o cd-rom
RISOLUZIONE DI PROBLEMI
I discalculici hanno difficolta’ nel recupero dei fatti
aritmetici, delle formule, delle procedure
aritmetiche…. QUINDI
lasciamo usare:
… togliendo solo le difficoltà
legate agli automatismi che loro non hanno… essi potranno
occuparsi bene della PARTE INTELLIGENTE del problema.
LEGGIAMOGLI IL TESTO
DEL PROBLEMA…
oppure
procuriamogli lo
schema del problema
Oppure per i problemi
di geometria
Il ragazzo
puo’ sbagliare il disegno…
Forniamogli il disegno!!!
ATTIVITA’ DI LABORATORIO
DERIVE ( www.derive.com o www.campustore.it
)
Software di tipo CAS Computer Algebra System) cioe’
in grado di fornire RISULTATI esatti, SIMBOLICI
(risolve simbolicamente equazioni fino al 4 grado) per:
 l'algebra,
 i grafici,
 la geometria analitica,
 la statistica,
 il calcolo delle probabilità
Anche calcolatrice grafica
CABRI 2D e CABRI 3D

Per la geometria nel piano e nello spazio
STRUMENTI DISPENSATIVI
Personalizzano il tempo delle attività
e la valutazione
Valutando ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener
conto dei seguenti punti:
• dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce
sotto dettatura, uso del vocabolario, studio
mnemonico delle tabelline
• dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua
straniera in forma scritta
• programmazione di tempi più lunghi per prove scritte
e per lo studio a casa
• organizzazione di interrogazioni programmate
• valutazione delle prove scritte e orali con modalità
che tengano conto del contenuto e non della forma
TALI STRUMENTI devono essere applicati in tutte
le fasi del percorso scolastico, compresa la
valutazione finale, per tutti i DSA certificati.
“Sono misure che non
violano l’imparzialità, ma al
contrario mettono il
dislessico sullo stesso piano
dei suoi compagni”
Giacomo Stella
PIANO DIDATTICO
PERSONALIZZATO
PERSONALIZZATO perché
mette al centro la PERSONA e indica la
diversificazione delle metodologie,
dei tempi, degli strumenti
in base alle sue caratteristiche,
ma in collegamento con la
programmazione di classe
( C.M. n 4099 del 05/10/2004 - n. 4674 del 10/05/2007 per studenti dislessici art_10_DPR_122_giugno 09. at 10 – Circ. MIUR 28.5.2009)
PERSONALIZZAZIONE
“si utilizzano strategie didattiche
finalizzate a garantire ad ogni alunno
una propria forma di eccellenza
cognitiva attraverso possibilità elettive
a coltivare i propri talenti e a
raggiungere traguardi diversi di
apprendimento:
si VALORIZZANO cioè le diversità di
ciascuno…”
(Rondanini: Essere docenti - USR Emilia Romagna)
Torino, 30 ottobre 2009
Circ. Reg. nr. 326
I Disturbi Specifici di Apprendimento
(dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia,
normalmente indicati come DSA)
sono problemi con cui le scuole sempre più si devono
confrontare.
Aumentano i casi certificati da diagnosi specifica, e da
più parti viene sollevato il problema affinché nelle
scuole vengano utilizzati strumenti compensativi ed
attuate misure adeguate a consentire ai ragazzi il
superamento delle difficoltà che presentano nella
lettura, nella scrittura e talvolta nel processo di
calcolo.
CIRCOLARE REGIONE PIEMONTE 326
In sintesi la C.R 326 prevede:
1. UN PIANO PERSONALIZZATO
2. UNA SCHEDA TECNICA da affiancare al PIANO PERSONALIZZATO.
La scheda tecnica è allegata alla circolare inviata a TUTTI I
DIRIGENTI SCOLASTICI, che devono darne comunicazione ai
loro REFERENTI, agli insegnanti con alunni DSA e al Collegio
docenti stesso.
La SCHEDA TECNICA dev'essere compilata dal Consiglio di
Classe, condivisa con la famiglia (e, nella scuola superiore, anche
con il ragazzo) e conservata col materiale curriculare dell'alunno .
Se la famiglia ne fa richiesta la scuola è OBBLIGATA a dare una
copia di tale scheda in quanto potrà essere allegata alla diagnosi per
poter accedere a benefici, tra cui le borse di studio e gli assegni di
studio...
Piano personalizzato
…… Il PERCORSO PERSONALIZZATO mette in
evidenza tutte le strategie da mettere in atto per
rispondere alle esigenze educative del bambino.
Si evidenzia , nella nota, come l'età della scuola
dell'obbligo sia un'età in continua evoluzione pertanto
la metodologia e la didattica non devono essere
rigide, gli stessi strumenti compensativi suggeriti
dalle note MIUR non devono essere rigidi, ma ogni
insegnante può modificarli, adattarli e pensarne di
nuovi a seconda del bimbo che ha davanti.
Gli strumenti compensativi e dispensativi sono delle
RISORSE .
……
ALLEGATO TECNICO
Appurato che i DSA hanno una base
neurobiologica (si rimanda al Documento conclusivo della
Consensus Conference per la conoscenza delle caratteristiche che individuano un
DSA, caratteristiche su cui concordano i pareri di professionalità mediche e
la scuola
si interroga sugli effetti che tali
caratteristiche possono avere sugli
apprendimenti, sul percorso scolastico e
su ciascuna singola storia personale.
psicologiche),
Il PDP è QUINDI :
1) UNA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
flessibile, condivisa dall’intero Consiglio di Classe
e riferita agli stessi obiettivi della classe,
ma “tarata” per l’alunno con DSA
“LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE riconoscono e
valorizzano le diversità… (e) possono adottare
tutte le forme di flessibilità che ritengono
opportune”
(Art. 4 D.P.R. 275/1999) e lo riaffermano le
Nuove Indicazioni nazionali del 4 settembre 2007.
2) Un intervento commisurato alle
potenzialità dell’alunno, che rispetti i
suoi tempi di apprendimento e che ne
valuti i progressi rispetto alle
abilità di partenza.
“Attuare interventi adeguati nei riguardi
delle diversità, per fare in modo che le
diversità non diventino disuguaglianze ”
sancisce il REGOLAMENTO DELL'AUTONOMIA scolastica di cui al
D.P.R. 275/1999.
3) Un intervento previsto dalla
progettazione dell’I.S. e inserito nel POF
“L’autonomia delle istituzioni scolastiche
si sostanzia nella progettazione e nella
realizzazione di interventi adeguati ….
alle caratteristiche specifiche dei
soggetti coinvolti ….. con l’esigenza di
migliorare l’efficacia del processo di
insegnamento e di apprendimento”.
(Regolamento dell’autonomia - DPR 275/99 )
Riconoscere e valorizzare le diversità
“… Le IS concretizzano gli obiettivi nazionali
in percorsi formativi funzionali alla
realizzazione del diritto ad apprendere e
alla crescita educativa di tutti gli alunni,
riconoscendo e valorizzando le diversità,
promuovendo le potenzialità di ciascuno
adottando tutte le iniziative utili al
raggiungimento del successo formativo”.
(Regolamento dell’autonomia - DPR 275/99 )
P D P
Pertanto il PDP rappresenta uno
stimolo ad una
nuova visione dell’insegnamento
data dalla riflessione su chi
apprende,
sulla didattica e
sulle strategie.
NEL POF
…inserire le
LINEE GUIDA
per la gestione dell’apprendimento
degli allievi
con DSA
NEL POF …
… dopo aver definito le loro caratteristiche apprenditive
e descritto i loro bisogni, concordare le
LINEE GUIDA (azioni), cioè:
INTERVENTI PROGETTUALI
- individuazione dei segnali ( attraverso screening, osservazioni,…..)
- organizzazione accoglienza, continuità/passaggi
- rapporti con Servizi Sanitari
- rapporti con le famiglie
- risorse umane/materiali
Misure compensative e
dispensative anche negli esami!
L’utilizzo delle misure compensative e
dispensative è ribadito da alcune
NOTE MINISTERIALI
e dalle disposizioni
per lo svolgimento degli esami conclusivi
del primo e del secondo ciclo di
istruzione, emanate ogni anno scolastico.
Si richiamano di seguito le note più recenti,
senza dimenticare l’ art 4 (autonomia didattica)
del Regolamento dell’autonomia scolastica
(DPR 275/1999),
che dispone che le istituzioni scolastiche
“Individuino ……..le modalità e i criteri di
valutazione degli alunni nel rispetto della
normativa nazionale…”.:
Perché viene redatto il PDP?
È un atto dovuto, presente nella normativa
• OM n° 30 del 10/03/2008 "Istruzioni e modalità
organizzative ed operative per lo svolgimento degli Esami
di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione
secondaria superiore nelle scuole statali e non statali.
Anno scolastico 2007/2008".
• CM n°54 del 26 maggio 2008 “Esami di stato Secondaria di
Primo Grado anno scolastico 2007/2008 - prova scritta a
carattere nazionale” CANDIDATI CON DIFFICOLTA'
SPECIFICHE DI APPRENDIMENTO: “I candidati con
diagnosi specifica di dislessia o di altri disturbi specifici di
apprendimento sosterranno la prova nazionale con l’ausilio
degli strumenti compensativi utilizzati durante l’anno. Per lo
svolgimento della prova è previsto un tempo aggiuntivo
stabilito dalla commissione.”
NORMATIVA SPECIFICA
•
•
•
•
•
Nota MIUR n. 4099 del 5.10.2004
Nota MIUR n. 26 del 5.01.2005
C.M. MIUR n. 1787 dell’1.03.2005
Nota MIUR n. 4798 del 27.07.2005
Legge Regionale n. 28 del 28.12.2007 “Norme
sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta
educativa”
• Nota MIUR n. 4600 del 10 maggio 2007 –
Precisazioni a Circolare n. 28 del 15 marzo 2007
sull’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di
istruzione nelle scuole statali e paritarie per l’anno
scolastico 2006-2007
• Nota MIUR n. 4674 del 10/05/2007 - Alunni
con disturbi di apprendimento – Indicazioni
operative in merito all’utilizzo di strumenti
compensativi e misure dispensative per gli
alunni con disturbi di apprendimento
• INDICAZIONI PER IL CURRICOLO – D.M.
31 luglio 2007 e direttiva del 3 agosto 2007
• Legge n. 169 del 30 ottobre 2008 "Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137,
recante disposizioni urgenti in materia di
istruzione e università"
• C.M. n. 100 dell’11 dicembre 2008
• C.M. n. 4 del 16 gennaio 2009 (orari settimanali e
inglese potenziato)
• C.M. n. 10 del 23 gennaio 2009
• O.M. n. 40 dell’ 8 aprile 2009, art. 12, comma 7,
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per
lo svolgimento degli esami di Stato
• C.M. n. 51 del 20 maggio 2009, sezione “particolari
categorie di candidati”
• Nota MIUR n. 5744 del 28 maggio 2009 – Anno
scolastico 2008/2009 - Esami di Stato per gli
studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento - DSA
• DPR n. 122 del 22 giugno 2009 - Coordinamento
delle norme vigenti per la valutazione degli alunni.
Art.10 valutazione degli alunni con DSA
Decreto del Presidente della Repubblica
n° 122 del 22 giugno 2009
Art. 10 – Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di
apprendimento(DSA): “Per gli alunni con difficoltà specifiche di
apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la
verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di
esame conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche
situazioni soggettive di tali alunni.
A tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove
d’esame, sono adottati, nell’ambito delle risorse finanziarie
disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici
compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.
Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta
menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle
prove”
Il percorso personalizzato
Il percorso personalizzato
mette in evidenza tutte le strategie da
mettere in atto
per rispondere
alle esigenze formative del ragazzo con
DSA
SCHEDA DI SINTESI DEL PROGETTO
EDUCATIVO PERSONALIZZATO
•
•
dell’ alunno _______________________
frequentante la classe _________ Scuola ________________________
Strumenti compensativi e misure dispensative
adottate
dal Consiglio di Classe:
strumenti compensativi
•
computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico ed eventualmente
sintesi vocale
•
audiolibri, libri parlati, ecc.
•
calcolatrice
•
tabella delle misure e delle formule geometriche
•
lettura dei testi da parte dell’insegnante e/o dei compagni
•
tabelle grammaticali per analisi dei verbi (per italiano e per lingua straniera)
•
uso di mappe durante le interrogazioni
misure dispensative
•
dispensa dalla lettura ad alta voce e scrittura veloce sotto dettatura
•
programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte
•
interrogazioni programmate
•
valutazioni delle prove scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma
•
altro
•
Il coordinatore del Consiglio di Classe
La SCHEDA TECNICA
…… dev'essere:
- compilata dal Consiglio di Classe,
- condivisa con la famiglia (e, nella scuola superiore,
anche con il ragazzo)
- conservata col materiale curriculare dell'alunno .
Se la famiglia ne fa richiesta,
la scuola è OBBLIGATA a dare una copia di tale scheda,
che potrà essere allegata alla diagnosi per poter
accedere a benefici,
come le borse di studio e gli assegni di studio...
Oltre ad essere un atto dovuto, perché
presente nella normativa,
la stesura del PDP permette di raggiungere
altri obiettivi di alto valore pedagogico e
educativo:
– Condividere la responsabilità educativa con la
famiglia
– Documentare per decidere e/o modificare
strategie didattiche
– Favorire la comunicazione efficace tra diversi
ordini di scuola
– Riflettere sull’importanza dell’osservazione
sistematica dei processi di apprendimento
dell’alunno
– Ripensare alla didattica
Chi lo redige?
Le SCUOLE, nell’ambito dell’autonomia di cui al D.P.R. 8 marzo 1999
n. 275, e gli INSEGNANTI, nell’ambito della libertà di
insegnamento garantita dalla Costituzione, sono liberi
nell’individuazione delle modalità di insegnamento più idonee a
corrispondere alle necessità di ciascun allievo, ivi compresi gli
strumenti compensativi e dispensativi per gli allievi con DSA.
A questa libertà corrisponde la responsabilità di individuare e di
applicare quanto necessario, sulla base della segnalazione
specialistica e sentita la famiglia, nel rispetto dei reciproci ruoli
e competenze.
Di conseguenza le scuole e gli insegnanti NON SONO LIBERI di
non personalizzare l’insegnamento e di non individuare ed
applicare gli strumenti compensativi e dispensativi necessari.
(C. USR. Piemonte 626 marzo 2009 e Nota dell’USR Emilia Romagna del 3
febbraio 2009: “DSA: successo scolastico e strategie didattiche.
Suggerimenti operativi.”)
Quando viene redatto?
- In presenza di una segnalazione specialistica
(neuropsichiatra, psicologo appartenente a struttura
sia pubblica che privata) , previa informazione alla
famiglia sull’iter procedurale conseguente alla
segnalazione specialistica (POF e linee guida per
accoglienza alunni con DSA, sito Internet della
scuola, referente DSA)
- Su richiesta scritta da parte della famiglia alla
scuola di definire un percorso personalizzato che
preveda l’applicazione delle disposizioni previste dalle
circolari ministeriali.
Infine il PDP redatto va dato in copia alla famiglia
con lettera protocollata a mano o raccomandata.
Come viene redatto?
Avvalendosi della
DIAGNOSI SPECIALISTICA,
che deve fornire tutte le indicazioni sulle
misure dispensative e compensative da
adottare, la scuola redige
il percorso personalizzato,
dove vengono indicate tutte le strategie
da mettere in atto per rispondere alle
esigenze specifiche dell’allievo.
Il PERCORSO PERSONALIZZATO,
prendendo in
considerazione la programmazione educativa riferita all’anno scolastico,
dovrà:
• analizzare la situazione dell’alunno, riportando le
indicazioni fornite dalla diagnosi, dalla famiglia,
dagli insegnanti degli anni precedenti;
• individuare gli effettivi livelli di apprendimento nei
diversi ambiti disciplinari;
• definire gli obiettivi essenziali che l’alunno deve
raggiungere per ciascuna disciplina;
• individuare le metodologie adeguate alle specifiche
condizioni dell’allievo;
• definire quali STRUMENTI COMPENSATIVI E
DISPENSATIVI sono necessari per sostenere
l’apprendimento, tenendo conto che gli stessi
strumenti andranno assicurati anche in sede di
esame
Il PDP dovrà indicare le STRATEGIE DIDATTICHE
più efficaci per l’alunno con DSA
(ma valide anche per gli altri!!!)
Ad es: ….
• alternare stimoli visivi, uditivi, cinestetici
• prevedere anche attività di coppia,di gruppo, di classe
• sfruttare I SUOI PUNTI DI FORZA, adattando i compiti in
modo da assicurare varietà e opzioni nei materiali e nelle
strategie d’insegnamento/
apprendimento
• rafforzare I SUOI PUNTI DI DEBOLEZZA, adattando i
compiti e promuovendo strategie di
apprendimento/insegnamento differenziate
PROVE D’ESAME
“ …il Consiglio di Classe dovrà indicare
nell’apposito documento modalità,
tempi e criteri di valutazione previsti
per le prove d’esame, nonché gli
strumenti compensativi e dispensativi
autorizzati”.
SI RICORDA CHE …
• non è consentito esonerare l’alunno dalla
prova scritta di lingua straniera;
• occorre specificare le modalità di valutazione
per ogni disciplina, (ad esempio escludendo la
valutazione di errori ortografici e sintattici
nella valutazione dell’aritmetica, della storia,
ecc.);
• bisogna definire la collaborazione tra i vari
docenti e con la famiglia per quel che
riguarda l’assegnazione dei compiti a casa
(quantità, scadenze, modalità, ecc.).
Es di
PERCORSO DIDATTICO SPECIFICO
PER ALUNNI (AID)
1) DESCRIZIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ STRUMENTALI (lettura,
scrittura, calcolo) E CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI
APPRENDIMENTO
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
2) Caratteristiche del processo di apprendimento (lentezza, caduta nei processi di
automatizzazione, difficoltà a memorizzare sequenze, difficoltà nei compiti di
integrazione)
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
NOTA: dati ricavabili da:
- dalla diagnosi/incontri con specialisti
- dalle osservazioni degli insegnanti
- dagli incontri con i genitori
- dagli incontri di continuità
…
3) CONSAPEVOLEZZA[1] DA PARTE DELL’ALUNNO DEL PROPRIO
MODO DI APPRENDERE
acquisita
da rafforzare
da sviluppare
4) INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE ALL’INTERNO DEGLI
OBIETTIVI DISCIPLINARI
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
[1] Consapevolezza significa aiutare l’allievo a conoscere:
- le proprie modalità di apprendimento
- i processi e le strategie mentali per lo svolgimento di compiti
- … e applicare consapevolmente comportamenti, strategie utili
- …e incoraggiare alla scelta di strategie operative più adeguate al proprio
apprendimento
- … e sostenere la motivazione
5) STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE
Nell’individuare le strategie metodologiche e didattiche il
consiglio di classe e/o il team terrà conto di:
- tempi di elaborazione
- tempi di produzione
- quantità dei compiti assegnati
- comprensione consegne(scritte e orali)
- uso e scelta di mediatori didattici che facilitano
l’apprendimento (immagini, schemi, mappe, …)
_______________________________________________
___________________________________________
_______________________________________
6) MISURE DISPENSATIVE
Nell’ambito delle discipline l’alunno viene dispensato:
a) lettura ad alta voce
b) prendere appunti
c) dal rispetto dei tempi standard
d)…………………………………………………………………………..
_____________________________________________________
7) STRUMENTI COMPENSATIVI
L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi
nelle aree disciplinari:
- tabelle e formulari
- calcolatrice
- computer
- risorse audio (sintesi vocale, audiolibri, libri parlati)
……………………………………………
______________________________________________
8) CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE
Si concorderanno:
- l’organizzazione di interrogazioni programmate
- la compensazione con prove orali di compiti scritti non ritenuti adeguati
- l’uso di mediatori didattici durante le interrogazioni
- valutazioni più attente ai contenuti che non alla forma
______________________________________________________________
9) PATTO CON LA FAMIGLIA
Si concordano:
- i compiti a casa
- le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline
- gli strumenti compensativi utilizzati a casa
- le dispense
- la riduzione di compiti
- le interrogazioni
- altro
_______________________________________________________________
__________________________________________________________________
Anche la famiglia…
È chiamata ad affrontare le difficoltà,
in uno scenario caratterizzato da
responsabilità, ma anche da garanzie,
in cui l’impegno di tutti deve condurre ad
una compensazione, fin dove è possibile,
della disabilità.
GENITORI
INSEGNANTI
e
RAGAZZO
DEVONO COLLABORARE
PERCORSO PERSONALIZZATO
o patto formativo
“La nostra scuola, dice Berlinguer, modellata su un impianto che
risale al primo Novecento (aula, cattedra, banchi ) è oggi
totalmente estranea ai bisogni culturali dei giovani”.
"Non sviluppa le capacità di apprendimento una
scuola incapace di sfruttare le nuove
tecnologie, non compete con il boom
dell'audio-visual, con gli sms, con tutti quegli
stimoli che bombardano i giovani… … non
accresce la capacità di studio e di
comprensione e non raggiungerà mai gli
obiettivi di Lisbona".
Occorre che la scuola italiana abbandoni
definitivamente la "trasmissività" del sapere
dalla cattedra ai banchi.
Quali sono le proposte per il futuro?
"I sistemi educativi devono combinare lo sviluppo delle
conoscenze e delle abilità specifiche, insieme alla
creatività, alla curiosità, all'intuizione, al pensiero
critico, al problem solving, alla sperimentazione,
all'assunzione dei rischi, all'abilità di apprendere dai
fallimenti, all'uso dell'immaginazione al ragionamento
per ipotesi, fino al senso di imprenditorialità.
In una parola: bisogna passare dall'insegnamento
strutturato cattedra-alunno-compiti a forme
nuove, utilizzando pratiche di lavoro in piccoli
gruppi, di autovalutazione degli studenti e loro
partecipazione alla pianificazione".
E. Berlinguer
Le dispense sono scaricabili da:
www.dislessiainrete.org
C. Cappa: [email protected],
V. Rossi: [email protected]
Grazie per l’attenzione
Viviana Rossi
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