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PSICOLOGIA I Metodi di trattamento degli autismi

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PSICOLOGIA I Metodi di trattamento degli autismi
I Metodi di trattamento degli
autismi
1
L’Holding(Zaslow e Welch)
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Intenso contatto corporeo e visivo tra genitore e
bambino.
Il bambino viene tenuto stretto dalla madre e
costretto a restare in questa posizione faccia a
faccia con il genitore sotto la guida del terapeuta.
L’obiettivo è quello di attivare una comunicazione
che è inevitabile in questo modo e può attivarsi
improvvisamente con urla, parole, frasi;ogni atto,
anche quello di sfuggire viene sempre positivizzato.
Attivazione Emotiva Reciprocità
Corporea (AERC): Zappella
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In questo intervento l’obiettivo principale rimane come
nell’Holding quello di ottenere una relazione diretta e
collaborazione tra bambino e genitori.
Setting: stanza ampia dotata di specchio uniderezionale e
attrezzata per la videoregistrazione.
Il genitore collabora con il figlio in alcune attività insieme ad un
terapeuta, il quale ha il compito di stimolare l’attivazione del
genitore.
Gioca un ruolo determinante l’attivazione emotiva che consiste
nel creare un aumento quantitativo di stimoli specifici, creando
così un’instabilità del sistema nervoso, e poi esponendolo a
una situazione per il bambino nuova e quindi ridirezionandolo.
Il Programma TEACCH(Schopler)
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L’uso delle numerose attività di tipo educativo va di volta in
volta contestualizzato ed individualizzato.
La messa in atto di queste attività deve basarsi su quattro
criteri: modello di interazione, prospettive di sviluppo,
relativismo comportamentale e gerarchia di addestramento.
L’intervento educativo deve essere tagliato su misura per il
bambino.
Questo progetto abilitativo deve comprendere obiettivi che
riguardano diverse aree: della comunicazione, del tempo libero,
delle autonomie, delle abilità sociali e dell’apprendimento in
senso stretto.
Il Programma TEACCH(Schopler)
La conduzione del programma è affidata a genitori e insegnanti,
che condividono le stesse strategie ed operano in stretta
collaborazione. Medici e psicologi orientano il loro intervento,
tenendo conto dello sviluppo del bambino.
 Una parte importante del programma è rappresentato dalla
valutazione che avviene attraverso tre modalità:
-uso dei test intellettivi e scale standardizzate per la valutazione
dello sviluppo
-osservazione dei modelli di comportamento del bambino
-raccolta delle informazioni fatta nei colloqui con i genitori.
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Il Programma TEACCH(Schopler)
Le aspettative e gli obiettivi che ci si attende di
raggiungere, per ogni bambino, vengono distinte in:
-aspettative a lungo termine.
-aspettative intermedie (tra 3 mesi ed un anno)
-gli obiettivi immediati
Un appropriato intervento dovrà prevedere un
coordinamento tra i tre livelli.
 L’intervento dovrà sviluppare per prime quelle
capacità che sono implicite in altre (es. la capacità di
imitazione).
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Therapie d’Echange et
Developpement(TED)
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La base di partenza della TED è rappresentata da
alcune ricerche neurofisiologiche che hanno
indagato fenomeni come l’associazione sensoriale
crociata e l’acquisizione e l’imitazione libera presenti
nel bambino autistico seppur in maniera ridotta.
Il terapeuta deve organizzare il setting e le attività da
proporre al bambino tenendo conto di queste sue
capacità.
I principi ispiratori della TED, che attraversano tuttte
le attività proposte al bambino, sono: la tranquillità,
la disponibilità e la reciprocità.
Therapie d’Echange et
Developpement(TED)
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Con tranquillità si intende definire il setting dove deve dominare
la calma e dove non si devono avvertire rumori esterni
disturbanti per far sì di favorire l’attenzione del bambino e la
sua decodifica dei messaggi riducendo al minimo la presenza
di stimolazioni distraenti o confusive.
La disponibilità del terapeuta è finalizzata a facilitare l’apertura
del bambino verso il mondo esterno e a favorire la sua naturale
curiosità.
La reciprocità si esplica attraverso giochi ed attività che
comportano uno scambio di oggetti, gesti, vocalizzazioni ed
emozioni.
Psicoanalisi e terapia delle psicosi
infantili
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Secondo la Mahler per il bambino autistico è più adatta la
terapia individuale, necessaria per farlo uscire dal suo
isolamento.
Partendo dalle reazioni di panico che spesso i bambini autistici
hanno di fronte al tentativo di rompere il loro isolamento, la
Mahler suggerisce di aiutarlo con l’aiuto della musica, usando
stimolazioni piacevoli dei suoi organi sensoriali e non usando
quindi l’approccio diretto soprattutto quello corporeo.
Il coinvolgimento della madre è una delle differenze sostanziali
tra il modello della Mahler e quello di Bettheleim, il quale invece
ritiene opportuna la separazione del bambino dalla madre e la
cura in una istituzione appositamente predisposta.
La terapia familiare sistemica
(Sorrentino)
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Nella prima seduta vengono coinvolti i membri della famiglia
nucleare e un membro significativo della famiglia estesa; in
genere è la nonna materna perché il rapporto tra madre e
nonna materna è spesso disturbato con continue interferenze.
Nella seconda seduta sono presenti solo i membri della
famiglia nucleare, compreso il bambino-paziente. Questa
seduta è dedicata all’approfondimento del rapporto di coppia e
al rapporto di ciascun membro con il paziente. (è frequente che
il bambino privilegi il rapporto con uno dei due genitori ecc). Ciò
consente al terapeuta di ridefinire il bambino come attore del
gioco familiare, dotato di intenzionalità.
La terapia familiare sistemica
(Sorrentino)
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La fase centrale della terapia vede solo la presenza
dei genitori; il terapeuta in queste sedute cerca di
mettere più chiaramente in relazione il disturbo del
bambino con la situazione di “stallo” relazionale della
coppia. Vengono inoltre proposte alcune consegne
ai genitori che riguardano attività da svolgere con il
bambino, tra queste l’Holding.
E’ a questo punto della terapia con la coppia che,
secondo la Sorrentino,diviene opportuno offrire al
bambino interventi riabilitativi individualizzati, sia sul
versante dell’apprendimento che su quello delle
competenze sociali.
Terapie farmacologiche
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Le scarse conoscenze sulle basi
neurofisiologiche dell’autismo, fanno sì che
l’approccio farmacologico a questa patologia
sia principalmente sintomatico: volto a
seguire comportamenti più adeguati e
socialmente accettabili.
Sintomi: disturbi dell’umore, stereotipie,
aggressività, scarsa attenzione ed alterazioni
del sonno.
Metodo Delacato
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Dall’osservazione che molti sintomi dei bambini
cerebrolesi sono simili a quelli dell’autismo, inizia a
considerare gli atteggiamenti autistici come
conseguenza di un problema sensoriale o percettivo
I bambini autistici non possono sfruttare gli stimoli
che provengono dall’esterno perché i canali di
comunicazione col cervello sono difettosi ed essi
cercano di normalizzare la via attraverso un
comportamento ripetitivo che va a stimolare il
canale stesso.
Metodo Delacato
I bambini autistici non sono dunque psicotici, ovvero
non si comportano così per cause psicologiche ma
per motivi neurologici.
 Vengono individuati 3 tipi di deficit sensoriale:
-ipersensibilità
-iposensibilità
-rumore bianco:la percezione è disturbata da un
interferenza sensoriale interna.
 Per la cura di questo disturbo bisogna quindi prima
aiutare il bambino a sopravvivere agli stimoli per poi
procedere a normalizzare il suo sistema sensoriale.
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La comunicazione facilitata(CF)
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E’ un metodo per facilitare la comunicazione in cui un terapista
abilitato, il facilitatore, offre un sostegno alla mano o al braccio
di un individuo con un deficit nella comunicazione per aiutarlo
ad indicare delle immagini o lettere o ad usare una tastiera per
digitare un testo.
Basta un periodo di addestramento ad associare paroleimmagini, indicare o battere su una tastiera fatto offrendo un
sostegno al braccio, dopodichè l’aiuto viene progressivamente
diminuito fino a toccare soltanto la mano della persona.
Questo metodo ha raccolto molto critiche ed obiezioni.
Intervento Comportamentale Precoce
Di Lovaas
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Lovaas ritiene che il trattamento dei soggetti autistici
è migliore se viene effettuato nel loro ambiente di
vita (casa e scuola) senza una ospedalizzazione
utilizzando i metodi della Applied Behavior Analysis
basati su principi comportamentali.
Per l’A.B.A., l’autismo è una sindrome di deficit ed
eccessi comportamentali che hanno basi
neurologiche, ma comunque soggetti a
cambiamento in seguito ad interazioni specifiche.
Intervento Comportamentale Precoce
Di Lovaas
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L’enfasi è posta nell’insegnare al bambino come
imparare dall’ambiente normale attraverso un
insegnamento sistematico di unità comportamentali
piccole e misurabili.
La regola per iniziare ad insegnare un
comportamento è sceglierne uno semplice come ad
esempio i pasti.
Le risposte appropriate sono seguite da
conseguenze che funzionano da rinforzo al contrario
avviene per le risposte problematiche.
Natural Aided Language Di Cafiero
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La Cafiero ha sviluppato una metodologia
di approccio
all’autismo che si basa sulla Comunicazione Aumentativa e
Alternativa.
Cafiero sottolinea come circa il 50% degli autistici non parla e
la possibilità di migliorare le abilità comunicative rappresenta
una variabile fondamentale per migliorare la qualità della vita.
La metodologia che propone viene definita Natural Aided
Language. Il N.A.L. rappresenta una strategia comunicativa
aumentativa in cui vengono utilizzati simboli iconici e verbali.
L’intervento richiede la collaborazione di tutte le persone che
fanno parte dell’ambiente di vita dei genitori e punta a stimolare
il canale visivo.
La psicomotricità
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La psichiatria infantile usa il termine “attività psicomotoria” per
descrivere la stretta associazione tra sviluppo motorio,
intellettivo ed emotivo.
Le modalità d’intervento si orientano verso un approccio
terapeutico che privilegia la capacità del terapista di
relazionare, all’interno di un programma, la quantità di esercizi
spaziali, temporali, ritmici che è in grado di proporre.
La riabilitazione psicomotoria intende agire sulla psiche al fine
di impegnare l’individuo nella ristrutturazione e nella migliore
adattabilità della propria personalità, attraverso una migliore
conoscenza del proprio corpo
La Delfinoterapia
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I sostenitori della delfino-terapia ammettono l’efficacia del
rapporto uomo-delfino nello stimolare l’attenzione di bambini e
adulti colpiti da turbe dell’apprendimento, dell’affettività del
comportamento e della coordinazione muscolare e del
linguaggio.
Il contatto con i delfini risulta molto adatto e funzionale per
coloro che sono colpiti dalla sindrome di Down, dall’autismo,
dalla depressione e dal ritardo mentale.
La delfino-terapia, realizza la sua efficacia anche grazie
all’elemento in cui agisce, ovvero l’acqua, così capace di
ridurre lo stress e la tensione, aumentando considerevolmente
l’aprrendimento.
L’Ippoterapia
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La Terapia per Mezzo del Cavallo riesce ad agire non soltanto sulle
difficoltà neuropsicomotorie del disabile ma anche su quelle della sua
interazione sociale.
Peculiarità di tale tecnica è l’uso del cavallo, “soggetto vivente”, dotato
di una propria sensibilità che si fa co-protagonista dell’azione
terapeutica.
Con la T.M.C. viene a porsi in primo piano la partecipazione attiva del
paziente e il rapporto di fiducia, di amore e di rispetto reciproco che si
crea con il cavallo: mediante tale relazione affettiva il disabile si sente
protagonista, visto che è chiamato in prima persona ad accudire e a
curare l’animale.
Grazie alle diverse andature del cavallo è possibile agire sulle difficoltà
neuromotorie facilitandone la regolazione del tono muscolare,
dell’equilibrio, ottenendo un miglior assetto del corpo nelle varie
posizioni dello spazio.
La Musicoterapia
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Il suono è un fenomeno complesso la cui ricezione sembrerebbe
ovvia. Esso, per natura, genera risonanza, una ricezione al tempo
stesso fisica, percettiva ed emotiva. Le onde sonore sono onde di
pressione, di energia, sono spinta al movimento, alla coordinazione fra
movimenti.
Le basi della musicoterapia sono fondate su leggi della fisica acustica,
su principi naturali che studiano il suono nella sua estrinseca realtà di
fenomeno fisico percettivo. Ciò è presente nel dialogo sonoro.
Il dialogo sonoro indica la relazione interpersonale tra il
musicoterapeuta ed il soggetto e si realizza attraverso l’uso di uno
strumento musicale, non elettronico,, con esclusione di compact,
stereo e registratori. Per comodità si consiglio l’utilizzo del pianoforte a
coda.
La Musicoterapia
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Nel dialogo sonoro si determinerà il “ricalco” del soggetto
posto in terapia. Questi sarà interpretato dall’operatore e
modellato musicalmente nel suono.
L’utilizzazione di altri strumenti musicali didattici e colti,
concederanno più opportunità timbriche per la realizzazione di
esperienze terapeutiche-sonore.
La musicoterapia può essere definita come l’applicazione della
musica, allo scopo di apportare una condizione di benessere in
ogni individuo, può fornire possibilità di crescita e sviluppo a
persone con problemi psichici, fisici e sociali, può essere
considerata un ottimo strumento di comunicazione, perché
permette al soggetto di relazionarsi con se stesso, con gli altri e
con il mondo che lo circonda.
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