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web_20 - Arturo Di Corinto

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web_20 - Arturo Di Corinto
WEB 2.0
Ovvero come cambia la rete
delle reti
Corso di Comunicazione Mediata dal Computer
30 novembre 2006
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1
Internet 2.0
• Per Graham Meikle viviamo a cavallo dello
“shift” fra la Internet versione 1.0 - quella
degli hacker e dei ricercatori - aperta e
modulare, e la Internet versione 2.0, quella
del business e dell’e-commerce, chiusa e
presidiata da brevetti e copyright.
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2
Web 2.0
• Si parla però sempre più spesso di Web
2.0, il web caratterizzato da contenuti
prodotti dagli utenti, gli user generated
contents, e da tecnologie di prossimità
user driven.
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3
Meikle vs. Carlini
• Secondo alcuni studiosi ciò sintetizza non
tanto un salto tecnologico, quanto “un
diverso intreccio tra tecnologia, usi sociali
e collettivi e modelli di business, basati su
gratuità più pubblicità”.
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4
Dal web al web 2.0
• Ma quali sono gli strumenti del web 2.0?
• E come si differenziano dal web 1.0?
• Cosa portano in dote alla società?
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5
Newsletter e RSS
• Le newsletter periodiche hanno
rappresentato un eccezionale strumento
con cui spingere (push) dei contenuti
informativi verso un proprio pubblico,
grazie a una mailing list.
• Le newsletter sono in parte sostituite dagli
RSS.
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6
Cos’è un RSS
• RSS (acronimo di RDF Site Summary ed
anche di Really Simple Syndication) è uno
dei più popolari formati per la distribuzione
di contenuti Web;
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7
RSS e XML
• L’RSS è basato su XML, da cui ha
ereditato la semplicità, l'estensibilità, la
flessibilità.
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8
XML serve a strutturare i dati
 I dati strutturati modellano entità come fogli di calcolo,
rubriche, parametri di configurazione, transazioni
finanziarie e disegni tecnici.
 XML è un insieme di regole per formulare dei file in
formato testo che ti permettano di strutturare i tuoi dati
 XML non è un linguaggio di programmazione, e non devi
essere un programmatore per usarlo od impararlo.
 XML rende facile la generazione di dati tramite un
computer, la lettura dei dati e il controllo sulla struttura in
modo che non sia ambigua.
 XML evita le pecche comuni dei linguaggi: è estensibile,
indipendente dalla piattaforma e supporta i parametri
internazionali e locali.
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9
RSS: headlines e links
• In sintesi un RSS è uno standard per la
pubblicazione di informazioni
costantemente aggiornate.
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10
RSS: headlines e links
• Il formato RSS permette la visualizzazione
su portali e siti web di headline e link
relativi a notizie pubblicate su altri siti e
rese disponibili attenendosi a specifiche
ben precise.
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11
RSS: Real Simple Syndication
• Sfruttando la logica della Really Simple
Syndication, gli utenti iscritti al servizio
ricevono automaticamente gli ultimi
aggiornamenti da un sito, tramite la posta
elettronica o usando un apposito
programma web, chiamato aggregatore
che riunisce le ultime novità dei feed RSS
scelti.
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12
Gli aggregatori RSS
Un ulteriore sviluppo permette di ricevere e
pubblicare automaticamente sul proprio
sito gli Rss pubblicate da siti o blog con
cui è gemellato.
• In questo modo si creano comunità di
blog, che si arricchiscono l'uno con l'altro.
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13
Sindycation tools
• I “Sindycation tools” sono strumenti per
mettere in relazione costante attori che
agiscono in specifici contesti in modo da
facilitare il raggruppamento di strumenti ed
esperienze favorendo economia di scala e
informazione
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14
Dai Siti ai Blog
• Dai siti siamo passati ai Blog.
• Sono 57 milioni i blog censiti da Technorati
(www.technorati.com)
• Si tratta di blog testuali, d'autore, blog
collettivi, ma anche photoblog alimentati
con le fotografie, o videoblog con filmati.
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15
I Blog
• I Blog nascono e si sviluppano in ogni
ambito, da quello politico a quello socioambientale, dalla musica ai gruppi di
amici, dal diario dei ragazzi ai tifosi
sportivi.
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16
Cos’è un blog
• Nel gergo di Internet, un blog è un diario
in rete. Il termine blog è la contrazione di
web log, ovvero "traccia su rete“ o “diario
di bordo”.
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17
Cos’è un blog
• Il fenomeno ha iniziato a prendere piede
nel 1997 in America; nel 2001 è divenuto
popolare anche in Italia, con la nascita dei
primi servizi gratuiti dedicati alla gestione
di blog. (www.splinder.com)
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18
Come funziona il blog
• La struttura è costituita, solitamente, da un programma
di pubblicazione guidata che consente di creare
automaticamente una pagina web, anche senza
conoscere necessariamente il linguaggio HTML;
• Questa struttura può essere personalizzata con vesti
grafiche dette templates (ne esistono diverse centinaia).
• Il blog permette a chiunque sia in possesso di una
connessione internet di creare facilmente un sito in cui
pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa
autonomia.
• Ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i
lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare
messaggi all'autore.
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19
Il Blogger
• Un blogger è colui che scrive e gestisce
un blog, mentre l'insieme di tutti i blog
viene detto blogosfera (in inglese,
blogsphere).
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20
Permalink
• All'interno del blog ogni articolo viene
numerato e può essere indicato
univocamente attraverso un permalink,
ovvero un link che punta direttamente a
quell'articolo.
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Blogosfera
• Il fenomeno, irrefrenabile, ha trascinato con sé
appositi servizi di supporto come i siti che
permettono di creare gratuitamente il proprio
blog e i motori di ricerca all'interno della
blogosfera.
• Queste iniziative sono sovente avviate con un
modello di business basato sulla gratuità del
servizio, coperta dalle nuove forme di pubblicità
rese popolari da Google.
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22
Vita dei blog
• Alcuni Blog si possono considerare veri e
propri diari personali e/o collettivi, nel
senso che sono utilizzati per mettere online le storie personali e i momenti
importanti della propria vita.
• In questo contesto la riservatezza, il
privato, il personale va verso la collettività.
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Vlog o video blog
• Vlog: Si tratta di un blog che utilizza filmati come
contenuto principale, spesso accompagnato da
testi e immagini. Il vlog è una forma di
distribuzione di contenuti audiovideo. I vlog sono
utilizzati da blogger
• Videoblogging: è una forma espressiva
incentrata sulla pubblicazione di audiovisivi
fruibili via web in streaming oppure off line in
locale che si possono commentare.
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24
Dal Download al P2P:
• Lo scaricamento (download) e il
caricamento (upload) di file tra computer
lontani erano le forme di attività originarie
della prima internet (BBS, Uucp, ftp).
• Oggi le stesse attività di condivisione di
risorse si svolgono con software e sistemi
P2P.
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25
Cos’è il P2P
• Generalmente con peer-to-peer (o P2P) si intende una
rete di computer o qualsiasi rete che non possiede client
o server fissi, ma un numero di nodi equivalenti (peer,
appunto) che fungono sia da client che da server verso
altri nodi della rete.
• Questo modello di rete è l'antitesi dell'architettura clientserver. Mediante questa configurazione qualsiasi nodo è
in grado di avviare o completare una transazione.
• I nodi equivalenti possono differire nella configurazione
locale, nella velocità di elaborazione, nell’ampiezza di
banda e nella quantità di dati memorizzati. L'esempio
classico di P2P è la rete per la condivisione di file (File
sharing).
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Musica Peer to peer
• Il fenomeno ha investito soprattutto la musica,
con la creazione di siti che offrono sia il software
adeguato per queste operazioni, sia l'elenco dei
computer aderenti a queste attività.
• La novità sociale del P2P sta nel fatto che esso
mette in collegamento in orizzontale, senza
bisogno di server centrali, dei Pc lontani (e i loro
proprietari), permettendo loro lo sharing (la
condivisione) di risorse intellettuali.
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27
Da Communities a Social
Networks:
• Le comunità (e i newsgroup) risalgono
anch'esse alle prime esperienze di rete e
ne sono sempre stato un elemento
caratteristico.
• Adesso si tende a parlare di Social
networks
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Social networks
• Le tecnologie per dialogare all'interno di gruppi
uniti da interessi comuni sono divenute molto più
facili e dirette e questo ha consentito oggi la
creazione di altre reti sociali, spesso costituite
da milioni di individui.
• I legami sono ovviamente più labili ed effimeri,
ma una delle caratteristiche nuove è che
aderendo a questi servizi ognuno viene dotato di
una sua pagina dove si presenta e deposita in
pubblico i propri materiali.
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29
A cosa servono?
• Un social network può servire per esibire il
proprio curriculum, ma anche per
incontrare e fare conoscenza,
eventualmente affettiva e diretta, di altre
persone (dating on line).
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30
Da motori di ricerca alle
tassonomie sociali
• I motori di ricerca sono divenuti loro la
vera interfaccia di rete, come e più dei
portali. Ma le loro prestazioni, gestite da
potenti computer, sono comunque limitate.
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Ritorno al passato
• Il primo Yahoo! era un elenco di siti (una
directory), creato da persone fisiche che
navigavano e annotavano a pagamento.
Vennero poi le vigorose search engines,
che automatizzavano la navigazione tra i
siti, per scoprirne in contenuti e la loro
indicizzazione.
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32
Folksonomy=socializzare
• Oggi i motori restano preziosi, ma alla quantità enorme
di informazione (infoglut), sovente eccessiva, si pone
rimedio facendo ricorso nuovamente alle persone, con la
differenza che questa volta non si tratta di dipendenti
pagati, ma di volontari che spontaneamente segnalano i
siti da loro apprezzati e li commentano brevemente con
delle etichette (tag) depositandole in siti pubblici.
• Si parla dunque di Social Bookmarking (ovvero mettere
in pubblico, socializzare, i propri «Preferiti»), ma anche
di Folksnomy, per indicare una tassonomia (un ordine
delle cose e delle materie) realizzata dalla gente (folk).
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33
Da testi d'autore a testi collettivi
e mobili:
• Ci si riferisce qui al fenomeno Wiki, ovvero
ad appositi programmi, genericamente
raggruppati sotto questo termine (in
haitiano significa “veloce”), che
permettono facilmente di intervenire su un
testo già pubblicato in rete, integrandolo,
correggendolo, possibilmente
migliorandolo.
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34
Da testi d'autore a testi collettivi
e mobili:
Di ogni versione rimane una copia, di modo
che quel documento, che può conoscere
anche centinaia di versioni successive, sia
visibile la storia e l'evoluzione.
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35
Wikipedia
• Il caso più noto, ma non certo unico, è
l'enciclopedia Wikipedia, ma il software
Wikimedia è sempre più spesso adottato
anche all'interno delle aziende come un
modo semplice di lavorare in comune su
dei documenti. (www.wikipedia.org)
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36
Dai quotidiani online al
Grassroot Journalism:
• Fin dai primi anni dell'internet di massa i
quotidiani tradizionali, di carta, si sono posti il
problema di una loro presenza online e quasi
tutti l'hanno realizzata, con alterni risultati e
fortune (Il Manifesto, La nuova Sardegna )
• Contemporaneamente nascevano riviste e
quotidiani solo online, anch'essi con varie
vicende.
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37
New Journalism
• L'idea originale era quella di una redazione professionale, fatta da
professionisti, che produceva notizie e servizi giornalistici in maniera
quasi tradizionale, mentre a cambiare era solo il supporto e il canale
distributivo.
• In tempi più recenti, sempre sfruttando le tecnologie interattive di
rete, si sono sviluppate forme di giornalismo dal basso, chiamate in
varie maniere: citizen journalism, grassroot journalism eccetera.
• Sono tutte caratterizzate dal fatto che i lettori sono essi stessi
reporter e alimentano loro stessi, gratuitamente o a pagamento, il
sito web del loro giornale di fatti e notizie.
• Questo di solito avviene con il filtro e mediazione di una redazione
centrale. L'esempio più noto è il quotidiano coreano Ohmymews,
ora offerto anche in versione internazionale, ma sono numerose le
iniziative minori, sovente locali.
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38
Evoluzione delle piattaforme:
• Stiamo assistendo a un processo continuo di
spostamento del centro di gravità delle attività
digitali: prima (fino ai primi anni `80) era centrale
e decisivo l'hardware e in particolare il
processore centrale.
• Poi il centro del mondo è stato occupato dai
sistemi operativi e infatti Windows può girare
indifferentemente su processori Intel come AMD
che si trovano a essere solo un supporto
materiale (hard) rispetto al software che «ordina
e comanda».
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39
Multipiattaforma
• Ora i servizi web (di cui Google è solo l'esempio
più eclatante) prescindono totalmente dal
sistema operativo: le pagine e le applicazioni
web lavorano indifferentemente sulle piattaforme
software di Apple, Microsoft o Linux.
• E' solo con esse che gli utenti direttamente
interagiscono, più che con la «scrivania» del Pc
(desktop). I software del nostro computer che
oggi usiamo già cominciano ad avere dei
sostituti solo in rete (network pc)
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Web services evoluti:
• L'esempio più netto è quello di Google Maps, un servizio
che offre mappe cittadine di molte città del mondo.
• Di questa piattaforma web la società californiana ha
messo a disposizione le specifiche tecniche (API,
Application Program Interfaces), con cui sovrapporre alle
sue mappe altre informazioni e molti lo stanno facendo:
un sito per esempio mostra sul suo sito i banchetti di
Hotdog di Chicago;un altro mette degli spilloni sulla
mappa di New York per indicare le location dove sono
state girate scene di film famosi
(www.newyorkinthemovies.com).
• Un altro ha usato le mappe di Google per segnalare
durante l'uragano Katrina dove c'era bisogno di aiuti.
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41
Googlemaps
• Un sito recente,
http://googlemapsmania.blogspot.com/ , è
dedicato alla mania delle mappe e fornisce un
elenco delle ultime novità.
• Cosa significa questo esempio? Semplicemente
che il sistema Google, aprendosi, tende a
diventare a sua volta una piattaforma per altre
applicazioni realizzate da altri programmatori
liberi, che possono offrirle gratuitamente o anche
a pagamento.
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Conclusioni
• L'insieme di questi fenomeni ha un segno
univoco: nuove tecnologie abilitano le
persone, in gruppo o isolate, a prendere la
parola, a inventare applicazioni, a
condividere informazioni e idee
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