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lezione14
Istituzioni di linguistica
a.a. 2012-2013
Federica Da Milano
[email protected]
La sintassi: frasi e enunciati
La frase intesa come modulo di un testo è chiamata
enunciato, per differenziarla dalla frase intesa
come costruzione grammaticale
Il linguista francese Lucien Tesnière (1959) ha
chiamato il significato di una frase processo e lo
ha paragonato a un ‘piccolo dramma’, alla cui
struttura contribuiscono in modo caratteristico
tutte le parti principali della frase
Il significato delle frasi
In una frase della forma più tipica, il verbo
rappresenta il canovaccio che contiene le
caratteristiche essenziali del processo,
fornendo un’indicazione sul numero e sulla
natura dei personaggi richiesti, chiamati
argomenti
La struttura sintattica della frase e
il suo significato
Al centro della frase semplice troviamo un nucleo di
relazioni grammaticali (soggetto e complementi
del verbo) la cui architettura sintattica è rigida e
non negoziabile
Tutte le espressioni che si collocano alla periferia del
nucleo, e che chiameremo ‘margini’, hanno la
funzione di esprimere relazioni concettuali
accessibili indipendentemente: per esempio le
coordinate spaziali e temporali del processo, lo
strumento o il beneficiario di un’azione
Funzioni sintattiche
In una costruzione, parti diverse hanno funzioni
diverse
Peggy abbaia
Il SN Peggy ha la funzione di soggetto
Il SV abbaia ha la funzione di predicato
Il SN e il SV sono categorie definite per la loro
forma, il soggetto e il predicato sono categorie
definite per la loro funzione --> categorie
funzionali
Funzioni sintattiche
Ruolo che i sintagmi assumono nella struttura
sintattica della frase
tradizionalmente
Soggetto ‘colui che compie l’azione’
Predicato verbale ‘l’azione’
Oggetto ‘chi subisce l’azione’
Funzioni sintattiche
Nel caso del predicato, l’identificazione è immediata
perché il predicato coincide con il sintagma
verbale, che è unico per ogni frase
Nel caso del soggetto, invece, l’identificazione è più
complessa perché nella struttura di una frase
possiamo trovare tanti sintagmi nominali, che
hanno tutti la stessa forma, ma funzioni diverse
Funzioni sintattiche
Quello che caratterizza il soggetto non è la
forma, ma la posizione nella struttura: la sua
relazione da un lato con la struttura della
frase, dall’altro con il predicato
Il soggetto è il SN che occupa la posizione di
costituente immediato della frase,
controparte del predicato
Funzioni sintattiche
Complementi
Grammatica tradizionale --> def. su base
semantica
Specificazione, termine, mezzo o strumento,
modo o maniera, argomento, tempo, stato in
luogo, moto a luogo, moto da luogo, moto
per luogo, secondo termine di paragone,
ecc.
Funzioni sintattiche
Nella posizione di complementi del verbo
(cioè dei suoi argomenti diversi dal
soggetto) si trovano sia relazioni puramente
grammaticali, a legame diretto
(complemento oggetto diretto) o indiretto
(oggetto preposizionale e oggetto indiretto),
sia relazioni concettuali (complementi di
luogo)
Funzioni sintattiche
In alcune lingue le funzioni grammaticali non
sono segnalate da nulla, se non dall’ordine
degli elementi; in altre lingue possono
esistere marche formali esplicite per
indicare la funzione dei diversi elementi
Morfologia di caso
Preposizioni
La valenza
Valenze
(‘argomenti’)
Tesnière
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sono necessari per visualizzare quest'immagine.
La valenza
Verbi zerovalenti: verbi che denotano fenomeni
atmosferici (es. piovere, nevicare, grandinare,
ecc.)
Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento
(es. dormire, correre, ecc.)
Verbi bivalenti: richiedono due argomenti (es.
guardare, mangiare, ecc.)
Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (es.
regalare, mandare, ecc.)
Verbi tetravalenti: richiedono quattro argomenti (es.
tradurre, ecc.)
I circostanziali
Non rientrano nello schema valenziale del verbo
Tempo, luogo, modo, ecc.
Frasi semplici --> soggetto, oggetto
Frasi complesse --> completive soggettive, oggettive
Frasi semplici --> circostanziali
Frasi complesse --> subordinate avverbiali o
circostanziali
Ruoli semantici
Frase vista come un evento, come rappresentazione
scenica
Il soggetto può avere nel processo descritto dal verbo
un ruolo: di agente (es. Giovanni corre), di
paziente (es. Giovanni soffre), di esperiente (es.
Giovanni sente una sinfonia), oppure può
funzionare come supporto di una proprietà (es.
Giovanni è biondo), o di una classificazione (es.
Giovanni è uno studente)
Tra funzioni sintattiche e ruoli semantici non c’è
corrispondenza biunivoca
Ruoli semantici
Un SN non viene riconosciuto come soggetto
perché è agente o paziente o esperiente, ma
perché gode di certe proprietà grammaticali
formali indipendenti, e viene interpretato
come l’espressione dell’agente, del paziente
o dell’esperiente sulla base della semantica
del verbo e in quanto è stato riconosciuto
come soggetto
La struttura pragmaticoinformativa
Frasi dichiarative: Francesco suona la
chitarra
Frasi interrogative: Francesco suona la
chitarra?
Frasi esclamative: Francesco suona la
chitarra!
Frasi imperative: Francesco, suona la
chitarra!
La struttura pragmaticoinformativa
Definizione funzionale di lingua: strumento
comunicativo che permette di dire qualcosa
di qualcuno o qualcosa
Tema/rema (p.d.v. dell’emittente)
Topic/comment
Dato/nuovo (p.d.v. del ricevente)
La struttura pragmaticoinformativa
Frasi non marcate: soggetto e tema solitamente
coincidono
Es. il bambino rincorre la palla
Dislocazione a sinistra:
La palla la rincorre il bambino
T
R
Costruzione passiva:
La palla è rincorsa dal bambino
La struttura pragmaticoinformativa
Dislocazione a destra:
La prendi una fetta di torta?
Frase scissa:
È il bambino che rincorre la palla
Focus: il punto di maggior salienza comunicativa
della frase
La struttura pragmaticoinformativa
Giapponese:
Hi
ga
noboru
Sole SOGG sorgere-NONPASS
‘Sorge il sole’
Hi
wa noboru
Sole TOP sorgere-NONPASS
‘Il sole sorge’
L’analisi sintattica
-
struttura in costituenti
funzioni sintattiche
ruoli semantici
Prospettiva pragmatico-informativa
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