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Lo sapevi che.. - acqua pubblica genova

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Lo sapevi che.. - acqua pubblica genova
LO SAPEVI CHE..
..dal 31 dicembre 2011 diventerà obbligatorio l’affidamento in gara della gestione degli acquedotti (e di altri
servizi pubblici locali) a società private? (comma 2 art.23 bis legge 133/2008)
…il privato che specula sull’acqua ha per legge garantito un profitto (“remunerazione del capitale investito”) indipendente
dalla qualità del servizio e corrispondente ad un 7% sulle nostre bollette? (comma 1 art.154 legge 152/2006)
… queste “gare”, laddove si sono già svolte non hanno avuto neppure la parvenza di concorrenza: come può esserci
concorrenza in presenza di un monopolio naturale? (es. segnalazione AGCOM 22/07/2010)
… la gestione degli acquedotti potrà eventualmente rimanere in mano pubblica solo dove per caratteristiche geografiche
(piccoli paesini in zone impervie e isolate) sia economicamente sconveniente e tecnicamente difficile la gestione
dell’acquedotto? (commi 3 e 4 art.23 bis legge 133/2008)
…nelle società miste pubblico-private il privato anche quando è in minoranza comanda: per legge ha garantiti i “compiti
operativi connessi alla gestione del servizio” e controlla indirettamente anche l’operato degli altri azionisti. (comma 2 art.23
bis legge 133/2008)
..l’acqua a Genova e in molte parti d’Italia non è più gestita da un’azienda municipalizzata ma da una s.p.a. la quale per
legge ha come obbiettivo gli utili (e non l’investimento sull’acquedotto). Il valore delle azioni cresce se crescono gli utili,
non se migliora la qualità del servizio. (art.2247 Codice Civile)
..la decantata “trasparenza” delle società private che gestiscono gli acquedotti è tale per cui a Berlino hanno dovuto indire un
referendum per rendere pubblico il contratto di affidamento. Una delle due società coinvolte ha avuto fino all’anno scorso
una quota importante nella gestione degli acquedotti genovesi.
…la gestione degli acquedotti genovesi non è più “del sindaco” ma in mano, tra gli altri, a fondi finanziari con sede nelle
isole Cayman, a fondi pensione americani e ad azionisti (c.d. “Limited Partners”), i cui nomi non sono stati resi noti anche a
seguito di diverse interpellanze.
…nonostante la legge lo impedisca (comma 2 art 822 codice civile, comma 2 art 113 legge 267/2000) a Genova sono state
vendute a privati anche le dighe (delibera 49 del cons. comunale 3/6/2003): il relativo ricorso al TAR è stato bocciato
(sentenza 1717 del 13/12/2004) solo perché portato avanti da soggetto non competente in materia.
…la corruzione, il clientelarismo e la mancanza cronica di fondi in alcune s.p.a. a capitale pubblico è dovuta proprio ai
meccanismi di privatizzazione e speculazione (i fondi pubblici non vengono concessi per avere la scusa per privatizzare,
quasi che il privato “porti fondi” anziché tutelare, come logico, il proprio interesse)
…nonostante tutto quello che si dica del pubblico, le gestioni private sono spesso molto peggio: nella privatizzata Firenze la
bolletta costa mediamente tre volte tanto che a Milano (osservatorio prezzi e mercati Unioncamere), negli acquedotti laziali
privatizzati è stato rinvenuto arsenico (La Repubblica 25/11/2010), a Latina la popolazione è insorta contro la privatizzazione
ritornando a pagare la bolletta al comune (http://www.acquabenecomune.org/aprilia/ ). L’acquedotto pugliese, una s.p.a.
pubblica, nonostante i suoi limiti perde 51000 litri/km contro i 67000 litri/km degli acquedotti gestiti da una tra le principali
società private (ufficio studi Mediobanca). Perfino la Corte dei Conti (febbraio 2010, «Risultati e obiettivi delle operazioni di
privatizzazioni di partecipazioni pubbliche») ha ammesso che “l’aumento della capacità di produrre profitti da parte delle
utilities privatizzate è dovuto ad un aumento delle tariffe più che ad un aumento degli investimenti”
…l’Europa non impone affatto la privatizzazione, anzi: proprio lo scorso anno l’acquedotto di Parigi è stato ripubblicizzato.
La privatizzazione del servizio idrico è una scelta tutta italiana! (vedi sentenza 325/2010 Corte Costituzionale)
…a giugno voteremo 2 referendum contro la privatizzazione del servizio idrico per fermare tutto questo!
1° quesito: abrogazione dell’articolo 23 bis della legge 133/2008 cosi come modificato dall'art.15 del decreto 135/2009 (c.d.
Decreto Ronchi) relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico. Abrogare questa norma
significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.
2° quesito: abrogazione dell'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella
parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata tenendo conto dell’“adeguatezza della
remunerazione del capitale investito”. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di
Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici. La corte costituzionale ha stabilito (sentenza
12/01/2011) che con il SI a questo quesito si rende estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua.
Politici corrotti di entrambi gli schieramenti hanno svenduto l’Italia a privati.
Si fermeranno davanti all’acqua? Dipende solo da te!
Vota 2 SI ai referendum per l’acqua pubblica. Aiutaci a sostenere la campagna.
Fuori l’acqua dal mercato! Fuori i profitti dall’acqua.
www.acquapubblicagenova.org – [email protected]
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