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Didattica delle scienze motorie

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Didattica delle scienze motorie
Didattica
delle scienze motorie
A cura di
Mario Gori
Mario Gori
1
Scienze motorie
DISCIPLINE GIÀ PRESENTI NELL’ UNIVERSITÀ
MEDICHE
PSICO-PEDAGOGICHE
Ergonomia
Auxologia
Adolescentologia
Puericultura
Pediatria
Geriatria e gerontolog.
Reumatologia
Ginecologia e ostetricia
Fisiochinesiterapia
Logopedia generale
Biomeccanica riabilitaz.
Medicina di comunità
Laboratorio tecn. Fisiolog.
Bioetica
Medicina sportiva
Traumatologia
Igiene ambientale
Fisiologia nutrizione
Fisiologia sport
Bioingegneria
Antropom. e ergonomia
Biofisica
Biomeccanica
Psicofisiologia
Neurofisiologia
Medicina subacquea e
iperbarica
Terapia medica e
medicina termale
Metodologia
Didattica
Docimologia
Tecniche di osservazione
del comportamento
infantile
Pedagogia comparata
Psicosomatica
Semiologia spettacolo
Pedagogia speciale
Psicopatologia dello
sviluppo
Pedagogia differenziale
Psicologia dell’handicap e
della riabilitazione
Educazione sanitaria
Psicologia sport
Psicologia dei gruppi
Mario Gori
Programmazione
Lingua straniera
Tecniche psicologiche di
ricerca di mercato
Metodologia e didattica
degli audiovisivi
Psicologia cognitiva
Psicologia dello sviluppo
Psicologia sociale
Tecnologie dell’istruzione
e dell’apprendimento
2
Sociologiche
Storico-filosofiche
Sociologia dell’educazione
Etnologia
Antropologia culturale
Antropologia sociale
Sociologia della devianza
Sociologia dei gruppi
Sociologia del turismo
Sociologia dell’organizzazione
Metodologia e tecnica di ricerca sociale
Giornalismo sportivo
Organizzazione e gestione delle risorse umane
Storia dell’educazione fisica
Storia della filosofia
Teoria dei giochi
Storia danza e mimo
Storia delle tradizioni popolari
Storia del teatro e dello spettacolo
Teoria dei giochi
Storia dello sport
Filosofia della scienza
Logica
Scienze cognitive
Mario Gori
3
Ambientali
Statistico-matematiche
Progettazione ambientale
Tecnica progettazione aree verdi
Fondamenti valutazione impatto ambientale
Speleologia
Ecologia
Progettazione zone a parco
Metodi matematici e statistici
Statistica
Gestione aziendale
Programmazione
Analisi di mercato
Fondamenti di informatica
Marketing
Organizzazione aziendale
Metodi e modelli per la pianificazione economica
Metodi e modelli per la pianificazione territoriale
Mario Gori
4
Giuridiche
Scienze della comunicazione
Diritto sportivo
Diritoo pubblico
Diritoo privato
Legislazione del turismo
Semiotica
Filosofia del linguaggio
Linguistica
Interazione uomo-macchina
Logica dei linguaggi naturali
Psicologia della comunicazione
Sociolinguistica, cinesica, prossemica…
Tecniche di comunicazione pubblicitaria
Teoria e tecnica della comunicazione di massa
Storia e critica del cinema
Mario Gori
5
Scienze umane e dimensione corporea
Raccordo interdisciplinare








- scienze mediche: si occupano del corpo, descrivendolo, spiegandolo, con costante
preoccupazione alle malattie in cui può incorrere e ai rimedi che vi si può porre;
- neuro-psicologia: si occupan del rapporto mente-cervello, migliore chiave di lettura
rispetto a mente-corpo;
- psicologia: s'interessa dei rapporti tra la corporeità e le dinamiche interiori: sentimenti,
atteggiamenti, emozioni, motivazioni, elaborazioni, intenzionalità;
- psicologia sociale: ricerca il come e il perché della reciproca determinazione di
mentale e sociale, tenendo conto del corpo quale medium dell'interazione in presenza;
- altre scienze sociali (sociologia, antropologia sociale, culturale, semiotica...): studiano
l'importanza della corporeità nello strutturarsi dei rapporti sociali, nelle dinamiche
istituzionali, nella genesi e nel divenire della cultura e delle culture;
- linguistica e semiologia: vedono nel corpo la condizione per produrre-recepire
materialmente i segni, nonché un referente di importanza centrale, e un fattore che
induce antropomorfizzazione più o meno diretta dei segni stessi;
- pedagogia: disciplina pratica che si occupa del progetto educativo in rapporto ai suoi
fondamenti e alla sua percorribilità, inserendosi nella linea evolutiva delle scienze umane,
affida al corpo il ruolo di mediatore didattico di prim'ordine e lo assume come contenuto,
ovvero oggetto di insegnamento-apprendimento;
- filosofia: si occupa del corpo, della sua natura, della sua realtà, del suo "status" in
relazione all'uomo nel suo insieme. È forse il campo dove si assiste al massimo di
variabilità. Oggi si riconosce nel corpo un aspetto della persona e della personalità cui
spetta piena cittadinanza e dignità nello studio dell'uomo, oltre che una specificità
epistemologica.
Mario Gori
6
Il corpo nella storia del pensiero







È stato concepito nei modi più diversi:
Idealisticamente: la corporeità esiste solo a livello di rappresentazione mentale
Strumentalisticamente: il corpo è strumento (buono o cattivo) dell’anima, risorsa o limite
o prigione (Orfici, Platone).
Interamente coincidente con l’esistente: “Colui che è desto e cosciente, dice: sono tutto
corpo e nulla al di fuori di esso” (Nietzsche, Così parlò Zaratustra).
Realtà indipendente funzionalmente ed ontologicamente dal pensiero: separando
nettamente corpo e pensiero intende dare alla dimensione concreta pari dignità rispetto a
quella astratta, ma di fatto la parte che può pensare se stessa e l’altra è quella cognitiva.
Concezioni dualistiche (es. materia e forma in Aristotele, esistenza ed essenza nel
Medioevo, apparenza e realtà, bene e male…): tengono distinti (e distanti) i due ambiti,
evitando le “contaminazioni” causali. Si ammette qualche corrispondenza, ma senza
condizionamenti reciproci vincolanti.
Parallelismo psicofisico (T., Fechner): distinzione cartesiana tra le due “res”. Due mondi
paralleli, corrispondenti, una sorta di rispecchiamento reciproco che però non riduce le
distanze
Mario Gori
7






Teorie di ricomposizione: unità tra corpo e mente, possono essere individuate
nella modernità e nella contemporaneità:
- negazione della diversità delle sostanze: riduzione della sostanza corporea a
quella spirituale (Leibniz, Schopenauer, Bergson).
- corpo segno dell’anima: Orfici, fisiognomica e Hegel.
- anima e corpo sono due manifestazioni della stessa sostanza: per Spinosa è
divina il che implica anche una perfetta corrispondenza tra fenomeni corporei e
mentali. (v. Modello del parallelismo psicofisico).
- corpo forma di esperienza o modo di essere vissuto: autenticità e originarietà
dell’esperienza corporea, vissuta in prima persona. Fenomenologia di Husserl che
distingue il corpo fisico (“korper”, oggettivato e oggettivabile nelle scienze come
l’anatomia o la fisiologia; è il corpo che vedo, è il corpo “da” guardare) e il corpo
vivente (“leib”, che ciascuno sperimenta in modo peculiare, essendo, esso e solo
esso, corpo proprio, soggetto di sensazioni, punto di vista e tramite per il rapporto
con il mondo; è il corpo che sono; è il corpo “in cui” o “attraverso cui” guardare).
- concezione sistemica: la dimensione concreta (fisica e biologica) è connessa a
quella astrattiva (coscienziale e cognitiva) a doppio filo: la realtà mentale emerge
da quella biologica, così come quest’ultima implementa quella mentale. La
causalità, reciproca, non è diretta, ma è tale da rendere queste due realtà parte di
un unico sistema.
Mario Gori
8
Insegnamento delle scienze motorie
 Aspetti conoscitivi
 Pratica concreta
 Interfaccia che implementi la loro appartenenza alla medesima
matrice tematica e metodologica
 Articolazione
 - Fondamenti teoretici della didattica delle scienze motorie,
ovvero un insieme di contenuti tematici e metodologici sui quali
basare e rispetto ai quali orientare l’azione didattica riguardante
il corpo in azione (apprendibilità e insegnabilità)
 - Teoria e operatività, normativa di legge e azione didattica,
nella continuità e coerenza, pur lasciando spazi aperti per la
libertà di insegnamento del singolo docente e le specifiche
esigenze di ogni scuola.
Mario Gori
9
Programma

Prescrizione
 Vincolo di legge
Uniformità
Gerarchia
Verticismo
Centralismo
Sviluppo interno alla
struttura gerarchica
Obblighi formali da non
disattendere
Cultura come elemento
ufficiale, formalizzato
imposto per legge
Programmazione
Progetto
Mediazione centro-periferia
Adattamento del programma
alla realtà particolare
Sviluppo interno alla
struttura periferica
Parte dalla realtà e dai
bisogni particolari attorno
a cui si organizzano le
risorse
Contestualizzazione e
scambio con la realtà
Logica reticolare e flessibile
della organizzazione
Costruzione del
curricolo
Cultura come strumento
per la crescita umana e
cognitiva. Autonomia.
Carattere di contestualità
operativa
Cultura come vita della
comunità e momento di
ricerca e affermazione di
affermazione di identità
Mario Gori
10
Progetto
 Si caratterizza e si sostanzia
Realtà locale (culturale e socioeconomica)
Risorse, limiti, prospettive
Leggi e normativa
ministeriale
PROGETTO
Fini e obiettivi
Relativi a studenti, docenti,
scuola (P.O.F.)
Organi collegiali
(CI, CD. CC.)
Bisogni, domande di
formazione
Collegamento a realtà nazionale,
europea, planetaria
Mario Gori
11
Fini e obiettivi
 Per gli alunni:
 cognitivi (teorici, pratici e metacognitivi), affettivi, socio-relazionali,
corporeo-motori
Fini e obiettivi (alunni)
Cognitivi
Teorici, pratici, metacognitivi
Emotivo-affettivi (autostima,
motivazione, autocontrollo)
Socio-relazionali
(collaborazione, disponibilità…)
Mario Gori
Corporeo-motori
(corpo pensante/pensiero agito)
12
PROGETTO PEDAGOGICO
Un progetto pedagogico presuppone una
certa concezione dell’uomo, un quadro di
valori cui richiamarsi, anche nella direzione
della costruzione di un progetto educativo
delle attività che rimanda a contenuti e a
scelte metodologiche consequenziali.
Mario Gori
13
CURRICOLO
 Il curricolo, o iter del processo educativo, passa
attraverso due momenti in sequenza non
lineare, ma circolare.
 VALUTAZIONE (per mezzo della quale si
rilevano, si ordinano e si interpretano dati)
 Formulazione di OBIETTIVI (ci si pongono
traguardi da raggiungere in termini di
conoscenze, competenze, capacità).
Mario Gori
14
 Circolarità del curricolo
Valutazione
Situazione
(iniziale, intermedia, finale)
Attuazione
(mezzi, contenuti, metodi)
Obiettivi
Mario Gori
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







Il curricolo viene definito in vario modo:
- percorsi delle materie di studio
- tutto ciò che a scuola produce esiti formativi
- ciò che viene intenzionalmente programmato:
“Complesso integrato dell’esperienza scolastica compiuta
dall’alunno in quanto rivolta a perseguire il fine della sua
formazione”. (C., Scurati)
Si distingue:
- curricolo nazionale: programmi scolastici
- curricolo di scuola: documenti di programmazione
- curricolo materiale: realizzato in classe dai docenti
Mario Gori
16
Tipologie curricolari


Stenhouse

Modello per obiettivi




Modello centrato sulla
ricerca




Modello procedurale
Scurati
Curricolo centrato sulle
materie (subjet curriculum)
Curricolo centrato sulla
attività (activity curriculum)
Curricolo centrato su
punti focali (core curriculum)
Mario Gori
Frey
Teoria a orientamento
contenutistico
Teorie a orientamento
strutturalistico
Teorie a orientamento
processuale e sistemico
Teorie e sistemi tassonomici
17
Metodo
 Relativo a
 - COSTRUZIONE della cultura (dalla scelta
degli assiomi fondativi alla ricerca pura e
applicata, dalla scelta ed elaborazione dei
sistemi di formalizzazione alla organizzazione
dei contenuti)
 - DIFFUSIONE (divulgazione, insegnamento
istituzionalizzato, comunicazione dei contenuti
culturali, utilizzo dei prodotti culturali e
tecnologici).
Mario Gori
18
 Meta-odon: via per uno scopo

Metodo
Di costruzione dei saperi
- assiologia
- ricerca teorica e sperimentazione
- formalizzazione
Di diffusione dei saperi
- Divulgazione
- Educazione
- Utilizzazione
Si tiene conto della genesi e della struttura dei saperi
La comprensione e gli effetti dell’uso dei saperi
retroagisce sull’organizzazione della disciplina
Mario Gori
19
OBIETTIVI COGNITIVI
 Rispetto ai quali si deve organizzare la
programmazione curricolare
 Devono tener conto della molteplicità di
intelligenze
Mario Gori
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Intelligenze
INTELLIGENZE
PREFERENZE
Predilige e apprende maggiormente le attività che richiedono l’uso del coro in
azione e la riflessione su di esso
Interpersonale
Apprende sopratto attraverso l’interazione con gli altri e preferisce le attività cooperative
(guida del gruppo e mediazione conflitti)
Intrapersonale
Ha conoscenza funzionale di sé e predilige i compiti individuali, introspettivi e metacognitivi
(ritmi propri e obiettivi personali)
Logico-matematica
Apprende meglio attraverso le attività logico-matematiche (problem solving, logica…), uso
di numeri e schemi
Musicale
Apprende più facilmente attraverso l’uso del ritmoe della melodia, il canto e l’ascolto della
musica
Naturalistica
Mostra propensione per l’osservazione e l comprensione della natuta, preferisce le attività
all’aperto e l’interazione con l’ambiente
Verbale-linguistica
Apprende maggiormente attraverso il linguaggio parlato e scritto (leggere, parlare,
scrivere, raccontare…)
Visuo-spaziale
Comprende apprende meglio nella relazione con lo spazio, usa il mezzo visivo per
comunicare, produce mappe, grafici, disegni…
Emotiva-affettiva
Sa acquisire una buona alfabetizzaione emozionale; sa equilibrare la razionalità con la
compassione e la meraviglia: ha autoconsapevolezza, controlla i sentimenti negativi,
conserva l’ottimismo, persevera, ha capacità empatica, si cura degli altri, coopera e
stabilisce legami sociali positivi
H. Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Milano, Feltrinelli, 1991.
D. Goleman, Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano, 1996
Mario Gori
21
Corporeo-cinesica
Modi nella didattica
 MODI DEL PROCESSO EDUCATIVO
 INTERAZIONE, COMUNICAZIONE, DIALOGICITÀ,






ASSUNZIONE DI RUOLI
RICORSO ALLE CAPACITÀ ESISTENTI, LORO
SOLLECITAZIONE, LORO ORIENTAMENTO (verso obiettivi di
modificazione-accrescimento)
MESSA IN ATTO DI SITUAZIONI PROBLEMICHE, DI CRISI, DI
CARENZE (richieste, spiazzamenti, problemi, pressioni...)
OFFERTA DI RISORSE (regole procedurali - deduzione-,
esempi significativi - induzione-, conoscenze...)
CREAZIONE DI ASPETTATIVE
ADOZIONE, SCELTA O FORMULAZIONE DI SCOPI (con il
coinvolgimento degli allievi)
ATTIVAZIONE DI PROCEDURE (controllate, verificabili,
finalizzate, graduali, sistematiche)
Mario Gori
22
Mezzi nella didattica
 MEZZI: RISORSE INFORMAZIONALI

 TIPOLOGIE


 RICORSO
 A SUSSIDI

MULTIMEDIALITÀ
ESPOSIZIONE, DIMOSTRAZIONE
ARGOMENTAZIONE
SCRITTI
MULTIMEDIALI
ICONOGRAFICI
INFORMATICI
Mario Gori
23
Centratura della didattica
Centratura su
Implicazioni didattiche
generali
Implicazioni nella didattica
Modelli
Prescindendo da chi origina e da
chi ne è il destinatario.
Assolutizza il modello scelto.
È come se le modalità di azione
(ed i loro correlati cognitivi) da
apprendere-insegnare fossero
autonomi (e prioritari) rispetto
agli uomini che li producono, li
comunicano, li usano.
(“Culturocentrismo”)
Si presentano tecniche e
modalità esecutive da
riprodurre pedissequamente,
badando più all’esteriorità
dell’azione che nonella sua
funzione e ai suoi scopi.
Mario Gori
24
Centratura su
Implicazioni didattiche
generali
Implicazioni nella didattica
Insegnati
Prescrittività rigorosa, dogmatica e
autoritaria, oppure carismatica.
Sono prioritari la figura
dell’insegnante, il suo prestigio, il suo
potere.
e capacità che l’insegnante mostra
sono considerate il riferimento per tutti.
Oppure è la capacità coercitiva,
impositiva dello stesso a costituire il
riferimento che regola il
comportamento di tutti.
L’insegnante dà istruzioni esecutive
e controlla direttamente in maniera
formale l’attuazione dell’azione,
sanzionandola ogni volta che
deroga da quanto indicato.
Mario Gori
25
Centratura su
Implicazioni didattiche
generali
Implicazioni nella didattica
Allievo
Rinuncia a prospettiva esterna,
culturale.
Propone un’accettazione
incondizionata della persona e
delle condotte dell’allievo.
Si identifica con una prospettiva
psicologistica.
Presuppone una concezione
primariamente soggettiva e
individuale dell’uomo.
(“Puerocentrismo”).
Si rimuovono vincoli, limiti e
norme alla motricità che
l’ambiente e l’insegnante
possono porre.
Si lascia libero spazio
all’iniziativa dell’allievo della
quale l’insegnante si fa
garante.
Mario Gori
26
Centratura su
Implicazioni didattiche
generali
Implicazioni nella didattica
Società
È prioritaria la struttura sociale,
sia a livello istituzionale che
informale.
La società ha il diritto e il dovere
di esercitare la sua azione
globalizzante sull’individuo che
è del tutto subordinato ad essa.
(“Sociocentrismo”).
Il corpo e l’azione sono
considerati e trattati solo in
quanto elementi di transazione
con il sociale, per la loro funzione
relazionale e comunicativa.
Mario Gori
27
Centratura su
Implicazioni didattiche
generali
Implicazioni nella didattica
Risposta
Bada solo alla correlazione S/R,
decontestualizzata e filtrata da griglie
rigorosamente quantitative
(comportamentismo).
Oppure mira alla pertinenza della
risposta come segno probante la bontà
del lavoro programmatorio che ha
portato ad essa (cognitivismo), per il
quale la catena causale prevede
l’elemento elaborazione (E) intercalato
tra S e R (S/E/R)
La motricità è l’output delle istruzioni
e indicazioni che hanno funzione
programmatoria e di input.
Della motricità si valuta
l’adeguatezza e la pertinenza nella
correlazione con l’input.
Mario Gori
28
Centratura su
Implicazioni didattiche generali
Implicazioni nella didattica
Rapporto
Il rapporto insegnante-allievo (insieme a tutta la
rete di rapporti interpersonali che si attivano
nell’azione educativa) e il rapporto uomo-cultura
sono intesi come momento di co-determinazione
e di reciprocità (il percepito e il percepiente
hanno ruoli che si integrano e si scambiano in
un gioco di simmetrie).
La reciprocità è da intendersi anche nei ruoli, per
cui insegnante è uno che apprende e
apprendista è uno che insegna.
Se il rapporto interpersonale è centrale le
domande che lo sostanziano devono essere
“domande legittime”, ovvero domande che non
Hanno risposta precostituita e attesa, senza
deroghe, bensì risposte aperte al contributo
dell’interlocutore.
L’errore è relativizzato, viene potenziato il suo
aspetto positivo (esplorazione di possibilità e
occasione di apprendimento) e viene
depotenziato il suo aspetto negativo, di segno di
inadeguatezza.
Il corpo e l’azione, attraverso
la sperimentazione diretta e
le competenze teoriche,
diventano occasione e
motivo per l’interazione con
l’insegnante e col mondo.
Mario Gori
29
Tecnica e tecnologia riferite all’azione e al suo
insegnamento







La tecnica (etimologicamente arte):
- corpus di regole (apparato normativo secondo il quale organizzare le azioni)
- modello di procedure (come procedure-tipo esemplificative, con un elevato valore di generalità).
Si caratterizza come conoscenza pratica e poietica, che consente pertinenza, efficacia ed efficienza delle
azioni cui è riferita.
Distinguiamo
- tecnica dell’azione: coordinamento delle modalità esecutive con gli scopi dell’azione, che possono
consistere in un effetto su di sé o sul mondo, nell’economia di risorse per ottimizzare una prestazione,
nell’evidenza espressiva in contesti comunicazionali, nell’ottenimento del proprio equilibrio o di una
sensazione piacevole, etc.
- tecnica didattica relativa all’azione: modalità di condurre l’insegnamento dell’azione.
La tecnica didattica deve tener conto:
TECNICA
ARTE
INSIEME DI REGOLE
MODELLO PROCEDURALE
AZIONE (la tecnica didattica
deve tener conto…)
TECNICA
DIDATTICA (tra i contenuti
c’è la tecnica dell’azione
METODO: INDICAZIONI GENERALI CRITERI
Tecnica non coincide con metodo
Mario Gori
30


DIDATTICA, intesa come competenza pratica:
- TECNICA dell’educazione e dell’insegnamento, in quanto progetta,
attua e controlla un complesso di procedure a carattere:
 - RELAZIONALE (stabilisce, propone, gestisce ruoli e funzioni)
 - COMUNICAZIONALE (sceglie, utilizza codici, modalità, procedure e
forme comunicative; promuove l’acquisizione di risorse di tale tipo, da
spendersi anche fuori dalla situazione didattica)
 - APPRENDITIVA (favorisce, promuove, guida, ottimizza i processi di
acquisizione di contenuti teorici, pratici, empirici, relativi alla motricità e
al corpo su aspetti che vanno dal quotidiano (mondo-della-vita), alle
teorie scientifiche e ai quadri culturali.
Mario Gori
31
Didattica come tecnica

RELAZIONALE E CONTESTUALE (ruoli, impegni,

responsabilità, organizzazione dell’ambiente

fisico, degli incarichi e di procedure
 IDEAZIONE,
COMUNICAZIONALE (formale e non, disciplinare
PROGETTAZIONE, e non, scelta del registro comunicativo, media e
 CONTROLLO,
organizzazione scambi comunicativi
 GESTIONE
APPRENDITIVO (attivazione, ottimizzazione,
 DI PROCEDURE
guida dei processi di apprendimento pratico e
 A CARATTERE:
teorico; chiarimento e coinvolgimento degli alunni

nella definizione degli obiettivi
Mario Gori
32
DIDATTICA e DIDASSI

Non coincidono, ma sono in rapporto di reciprocità, senza gerarchie o
unidirezionalità di effetti.
 - Il progetto prevede e anticipa la situazione concreta e si commisura a
priori con questa.
 - Il confronto con la realtà, il calarsi nella situazione concreta permette
di riformulare in modo ottimale la progettazione educativa.
L’osservazione e il feedback delle verifiche è indispensabile per
chiudere il circuito tra azione didattica e situazione.




DIDATTICA
DIDASSI
pratica
Progettualità
Intenzionalità
Previsione
empiria
confronto con contingenza
con occorrenza dei fatti
Mario Gori
33
TECNOLOGIA
 Caratteristica e contenuto degli oggetti con cui si interagisce.
 La motricità umana ha sempre fatto i conti con la produzione
e l’uso di artefatti, così come tale produzione è attenta alle
facoltà motorie con cui l’uomo dovrà usarle.
 Altresì la tecnologia può offrire efficaci mezzi di trasmissione
dei contenuti sul corpo e sull’azione.
 L’efficacia didattica suggerisce di avvalersi di mezzi
tecnologici per rendere più ricca e incisiva la comunicazione.
 Tuttavia, rispettando l’etimologia del termine, potremmo dire
che ogni discorso e ogni teoria sulla tecnica didattica è
tecnologia della didattica.
Mario Gori
34
Contenuti delle scienze motorie:
corpo e azione






Corpo e azione costituiscono i contenuti delle scienze motorie, alla cui definizione
contribuiscono varie scienze, ma che si connotano in modo disciplinare, specifico per come
vengono organizzate e utilizzate nell’applicazione esecutiva dell’azione, nel suo insegnamento
e nella ricerca.
Definizione essenziale di corpo e azione.
- CORPO umano è un’entità fisica, biologica e antropica al tempo stesso, ma che ha
nell’antropicità il tratto caratterizzante rispetto a qualunque oggetto puramente fisico e a
qualunque altro essere vivente; è l’attore-esecutore dell’azione
- AZIONE: segmento di comportamento (attuato o attuabile), finalizzato ad uno scopo, animato
da un’intenzione, sostenuto da una volontà, organizzato e guidato da capacità cognitive,
correlato ad un vissuto emotivo-affettivo, intessuto nella rete di relazioni umane, carico di
significato e di senso, riferito e connotato da modi e forme culturali. È la modalità di esistenza
del corpo.
L’azione in senso stretto si incarna solo nel corpo.
Il corpo e l’azione non sono semplicemente un oggetto “da guardare”, cioè da osservare e
misurare, ma una cornice “in cui guardare”, per trovare “oltre” il dato osservativo il loro senso
che è quello dell’irrinunciabile dimensione esistenziale e culturale del corpo e delle azioni,delle
possibilità che si dischiudono per mezzo della conquista delle conoscenze e competenze
“corporee”, in termini di pienezza e felicità dell’esistenza.
Mario Gori
35
Campo di pertinenza delle scienze motorie
Principali ambiti in cui il corpo in azione è coinvolto in modo
significativo: quotidiano, lavoro, sociale, arte, tradizione,
gioco, sessualità, rito, spettacolo, educazione, sport, salute
 PASSATO: molti dei saperi su cui l’educazione del corpo in
azione è basata, sono stati acquisiti indipendentemente da
essa o sono “storicizzati”, ma conservano il loro valore.
 FUTURO: deve costituirsi una metodologia di raccolta,
formalizzazione e applicazione dei contenuti. Rimangono
fondamentali la prospettiva progettuale e di ricercazione,
senza mai precludere, per il futuro, la variabilità e l’apporto
proveniente dall’imponderabile o, semplicemente,
dall’imponderato.
 Per questo occorre uscire da schematismi rigidi e chiusi.
Mario Gori
36
Didattica delle scienze motorie
tra teoria e applicazione










Il nucleo teorico-metodologico dell’educazione del corpo in azione elabora
autonomamente e specificatamente le sue linee metodologiche e contenutistiche su
due “fronti” complementari:
- costruzione teorica, intesa come ricerca teoretica e applicata, formalizzazione e
comunicazione dei contenuti
- applicazione, secondo le modalità indicate dalla componente normativa negli ambiti:
. pedagogico-didattico: scuola e agenzie educative
. tecnico-didattico: ambito artistico, musicale, sportivo, lavorativo, operativo in genere
. ergonomico: ambito lavorativo, sportivo, quotidiano
. preventivo-terapeutico: ambito quotidiano, sanitario e rieducativo.
L’applicazione può prevedere la trasmissione dei contenuti, così come è un importante
momento di verifica della teoria.
La teoria e l’applicazione non costituiscono momenti distinti.
Il nucleo teorico-metodologico della didattica del corpo in azione coordina il quadro
generale dei diversi saperi, rivolgendosi anche alle scienze non direttamente coinvolte,
ponendosi in atteggiamento interlocutorio, pur mantenendo la necessaria vigilanza
critica e la dovuta cautela al fine di garantire il rigore e la correttezza dei procedimenti
demiotici.
Mario Gori
37
Modalità della didattica del corpo in azione











DESCRITTIVO: si raccolgono, si ordinano, si tassonomizzano e si rendono utilizzabili
le informazioni relative all’oggetto di studio (aspetti del corpo o di un’azione).
di particolarità e specificità (idiografico)
Carattere
di generalità
tassonomico
nomotetico
Descrizione idiografica: cogliere le specificità individuali del corpo o di una certa
azione, eseguita in un certo momento, in un certo luogo e da un certo soggetto.
Descrivere il corpo secondo criteri tassonomici: inserirlo in un sistema classificatorio,
ordinatore, in base a criteri antropologico-fisici
Descrivere un’azione in base a criteri tassonomici: inquadrarla in base al significato
che esprime o la funzione che svolge…
Descrivere il corpo in base a criteri nomotetici: considerarlo in quanto categoria, per
le regolarità che lo accomunano agli altri corpi
Descrivere un’azione in base a criteri nomotetici: coglierne le necessità esecutive, le
invarianti che non dipendono dal contesto e dalle circostanze
Tale scelta ha la funzione didattica di rendere chiari ed evidenti aspetti del corpo e/o
dell’azione in funzione di processi apprenditivi che si intende attivare.
La descrizione si ha quando viene usato un sistema simbolico con cui il corpo e/o
l’azione vengono simbolizzati. Nel contesto della descrizione l’ostensione dell’azione
o del corpo possono avere una funzione strumentale o di rinforzo.
Mario Gori
38
 - ESPLICATIVO: si ricercano, si interpretano e si ipotizzano informazioni







su cause, origini e natura di oggetti e eventi studiati. Si traccia la mappa di
relazioni tra tali elementi al fine di produrre un quadro organico e coerente.
La modalità esplicativa ricerca il “perché” causale:
- inferendo le cause
- ricostruendo la genesi dei fenomeni
- rilevando dipendenza e concomitanza dei fenomeni stessi
Se viene generalizzata e confermata ha valore di legge; altrimenti si
avvale di leggi.
Può avere carattere deduttivo (se a partire da un’enunciazione teorica
spiega l’accaduto), induttivo (se generalizzando l’accaduto cerca di
ricondurlo a una spiegazione teorica unitaria), ipotetico (se è espressa in
forma di ipotesi che si accorda con l’accaduto), genetico (se ricostruisce la
deriva storica che ha portato alla situazione attuale), teleologicofunzionale (se esprime lo scopo o la funzione di quanto accade)
Nella didattica dell’azione la spiegazione permette di comprendere i fattori
ambientali e del contesto con cui, direttamente o meno, ci si trova ad
interagire; il rapporto tra causa ed effetto nelle dinamiche esecutive
proprie o altrui.
Mario Gori
39
 La spiegazione dei fenomeni permette di prevederli.
 La PREVISIONE è un’anticipazione dell’evoluzione futura di un sistema in






base a:
- conoscenza dello stato attuale eventuale conoscenza della causalità
- conoscenza della regolarità della successione degli eventi (probabilità
statistica significativamente alta)
Presuppone l’unidirezionalità del tempo e dell’entropia totale.
Apprendere un’azione significa anche prevedere il suo procedere nel tempo
e le conseguenze che provocherà, sia nell’insieme che in particolare, in
relazione alle modalità e allo stato di sviluppo della sua esecuzione. Ha una
decisiva funzione programmatoria e regolativa dell’azione stessa.
In corso di esecuzione si continua a mettere in rapporto la progressione in
atto con il risultato prevedibile. Se si prevede che questo si discosterà dal
fine, l’azione viene “reincanalata” per riguadagnare l’esito desiderato. Lo
stesso meccanismo revisionale viene usato per evitare conseguenze
indesiderate, escludendo ciò che le potrebbe provocare.
Nella didattica dell’educazione del corpo in azione la rappresentazione
mentale dell’azione non può prescindere dal suo sviluppo temporale, dato
che solo a questa condizione la rappresentazione stessa si può estendere
per intero e può esser collegata agli esiti possibili che può produrre.
Mario Gori
40







- NORMATIVO: per il quale si propongono modi, forme e tecniche per:
. usare in modo consapevole e competente le proprie azioni nei contesti operativi
e comunicazionali
. favorire i processi di apprendimento-insegnamento, relativi all’apprendimento
“con l’azione” e “dell’azione”
. evitare disagi/ottenere benefici sul piano funzionale-biologico, cognitivo,
affettivo, sociale nella pratica motoria quotidiana, lavorativa, ricreativa,
relazionale, didattica, sportiva…
. ottimizzare la resa delle azioni in cui il risultato concreto è l’aspetto prevalente
La modalità normativa regola e delimita il campo di legittimità e di efficacia
Le azioni, le condotte motorie, i comportamenti, i modi di intendere, mostrare,
condizionare il corpo in azione possono essere trattati dal punto di vista
normativo, ovvero delle regole e dei modelli di riferimento che orientano,
limitano, impongono un certo comportamento. Le esecuzioni, gli atteggiamenti
concreti e tutto quanto attiene al nostro vissuto corporeo non è neutro e
indifferente: ci sono restrizioni, riferimenti, pressioni, orientamenti, se non
addirittura veri e propri obblighi di origine interna o esterna, ma più spesso le due
dimensioni si combinano e si integrano, in quanto è difficile distinguere proprio
l’interno dall’esterno.
Mario Gori
41
 È importante prendere coscienza di questo aspetto, per viverlo con





consapevolezza e con competenza, ponendosi in un atteggiamento di
lucida e costruttiva criticità.
Così come la tecnica dell’azione non è “altro” rispetto all’educazione del
corpo in azione, che la analizza e la costruisce in modo competente,
anche la normatività etica o teleologica devono essere considerate parte
integrante dello studio e della didattica del corpo in azione, dal momento
che riguardano proprio la sua concretezza.
La normatività è sempre in funzione di un fine (pertanto possiamo
attribuirle un carattere teleologico).
La natura del fine può essere etica o tecnica.
ETICA (coerenza o non contraddizione con ciò che è ritenuto buono,
secondo un giudizio di valore). Tale normatività si esprime con un sistema
di pre- e proscrizioni o di modelli comportamentali. Di solito prescinde
dalle condizioni cui è riferita.
TECNICA (ricerca efficacia, efficienza, strumentalità, si organizza
secondo principi scopistici). Riguarda gli aspetti esecutivi e si riferisce a
parametri quantitativi, soprattutto sul raggiungimento dell’obiettivo e sul
rapporto “spesa/ricavo”. Date le condizioni, individua e indica la soluzione
più appropriata.

Mario Gori
42
Riferimenti teleologici e etici













L’educazione del corpo in azione ricusa:
- il dogmatismo di qualunque origine o natura, che rifiuti il confronto e la messa in discussione;
- la lesione della dignità umana, fisica e simbolica, soggettiva e collettiva, e riguarda
caratteristiche culturali, etniche…
- la strumentalizzazione per fini di mercato, ideologia politica o religiosa, personali.
L’educazione del corpo in azione rivendica, come suoi principi irrinunciabili:
- il valore del corpo in azione come coessenziali reciprocamente e, insieme, della natura
umana
- la specificità del proprio ambito in termini di metodologia di ricerca e di formalizzazione, di
impianto teoretico complessivo, di normatività nell’applicazione
- il continuo e proficuo dialogo con le scienze direttamente coinvolte nella loro costruzione e
con tutti gli ambiti del sapere
- il valore della cultura del corpo in azione come mezzo per conoscere, capire e intervenire
nella realtà personale e sociale
- il rispetto di tutte le culture e di tutte le particolarità legate all’identità della persona, ivi
compresi gli svantaggi fisici o di qualunque tipo
- l’attenzione per tutti gli aspetti e gli ambiti dell’esistenza umana dove il corpo in azione sia
implicato
- il perseguimento del benessere e il miglioramento della qualità della vita
- la promozione della dignità personale, delle capacità operative, delle capacità cognitive,
dell’equilibrio affettivo-emotivo, delle capacità relazionali e comunicative, di un armonioso
rapporto con la natura
Mario Gori
43
Contenuti del corpo in azione
 NODI ARGOMENTATIVI:
 SCIENZE IMPLICATE
 LA NATURA DEL CORPO IN
 ANTROPOLOGIA FISICA
 ANTROPOLOGIA CULTURALE
 SCIENZE BIOLOGICHE
AZIONE (cosa sono il corpo e
l’azione?)
 LE LORO CARATTERISTICHE
(come sono?)
 LE LORO POTENZIALITÀ (quali
possibilità, quali risorse
dischiudono?)
 LE DINAMICHE INTERATTIVE
E TRASFORMAZIONALI (che
rapporti ci sono con gli altri e
con l’ambiente? Quali processi
evolutivi e apprenditivi si
verificano?)





Mario Gori
(biochimica, fisiologia, genetica,
auxologia…)
FISICA e FISICA APPLICATA
SCIENZE COGNITIVE
SCIENZE DELLA
COMUNICAZIONE
FILOSOFIA
SOCIOLOGIA
44
Metodi della didattica







QUALI SONO I SUOI METODI?
QUALI SONO I SUOI SCOPI?
QUALI SONO I SUOI VALORI?
LA SEMIOSI EDUCATIVA (La
comunicazione è la modalità elettiva
dell’educazione)
CONOSCENZE, COMPETENZE E
CAPACITÀ sul corpo in azione,
intese come risorse e obiettivi
(prerequisiti che si richiedono e
obiettivi da raggiungere)
LA MOTIVAZIONE come risorsa e
obiettivo (per le stesse ragioni)
I CORRELATI NEUROFISIOLOGICI, COGNITIVI,
RELAZIONALI, EMOTIVI dell’azione
Mario Gori








PEDAGOGIA
PEDAGOGIA APPLICATA
DIDATTICA GENERALE E
SPECIALE
SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE
(semiotica, linguistica, cinesica…)
SCIENZE COGNITIVE
ETICA E TELEOLOGIA
DOCIMOLOGIA
SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
45
METODI DELLA RICERCA
E DELLA TEORIZZAZIONE







Individuazione dei CONTENUTI
(argomenti, concetti, saperi)
DEFINIZIONE E DELIMITAZIONE
DEI CONTENUTI (Qual è il campo di
pertinenza delle scienze motorie?)
FORMALIZZAZIONE (linguaggi,
codifica-decodifica, sistemi…)
TRASMISSIONE (comunicazione
del sapere)
EVOLUZIONE (storia, plasticità,
evolutività del sapere)
APPLICAZIONI (contestualità e
funzione strumentale dei saperi
rispetto all’educazione del corpo in
azione)
IMPLICAZIONI (ciò che il sapere,
direttamente o no, comporta)
Mario Gori







EPISTEMOLOGIA
METODOLOGIA
FILOSOFIA DELLA SCIENZA
SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA
SCIENZE DELLA
COMUNICAZIONE
FILOSOFIA ANALITICA DEL
LINGUAGGIO
FILOSOFIA PRATICA
46
Conoscenze
Definizione generale
Definizione riferita alla educazione fisica
(ACQUISIZIONE ORDINATA E UTILIZZABILE DI
INFORMAZIONI)
Il soggetto ha acquisito ordinatamente i dati; ha la possibilità di
selezionarli e utilizzarli dietro richiesta specifica;
ha la possibilità di valutare il loro significato;
(ESECUTIVITÀ)
Il soggetto ha memorizzato le modalità esecutive di certe azioni;
le sa selezionare e utilizzare su specifica richiesta;
sa rendere conto del loro significato in termini di comunicazione;
sa valutarne la pertinenza;
sa rendere conto delle modalità esecutive;
sa rendere conto dello scopo immediato della propria azione.
ha la possibilità di valutare la loro pertinenza.
Competenze
LIBERTÀ DA VINCOLI CONTESTUALI
Il soggetto è in grado di spendere le proprie competenze
nell’interazione con il contesto, applicandole con padronanza e
pertinenza;
LIBERTÀ DA VINCOLI CONTESTUALI
Il soggetto sa riportare le proprie competenze motorie a qualunque contesto,
indipendentemente dalla somiglianza con quello di apprendimento;
usa con padronanza la progettualità strategica e la sa attuare tatticamente;
sa adattare tatticamente la propria condotta motoria rispetto a variazioni
contestuali;
sa trasferire consapevolmente i propri apprendimenti motori a situazioni simili,
sfruttando la loro polifunzionalità.
Capacità
PIENA CONNESSIONE CONCETTOESPERIENZA (METACOGNITIVITÀ)
Il soggetto ha raggiunto il livello metaconoscitivo dei contenuti
può manipolare e trasformare tali contenuti;
può operare astrazioni dai dati primari per cogliere le strutture
più profonde;
può operare un transfert di tali strutture a materiale
contenutistico simile (polifunzionalità della strutture);
può manipolare le reti di connettività che strutturano i contenuti.
è in grado, oltre che di manipolare i contenuti e le strutture, di
costruirli autonomamente;
passa agevolmente dal piano teorico a quello pratico e a quello
empirico e viceversa, mostrando capacità progettuali e astrattive,
intese come reciproche e complementari.
PIENA CONNESSIONE CONCETTO-ESPERIENZA
(METAESECUTIVITÀ)
Il soggetto sa valutare e analizzare criticamente (da un punto di vista
strutturale e semantico) l’azione eseguita e il suo esito in rapporto all’intenzione
e allo scopo diretto;
in particolare sa cogliere significati secondari e impliciti della
propria e altrui azione;
sa teorizzare a partire dall’esperienza;
conduce con padronanza sia la propria elaborazione concettuale che la propria
esperienza motoria e usa ciascuna delle due in funzione della verifica dell’altra;
sa strutturare (per la propria azione) e comprendere (per l’azione altrui) una
gerarchia di scopi.
Mario Gori
47
Fattori e relazioni
 CORPO IN AZIONE
 Risorsa e modo di relazionarsi con il mondo. La dimensione





astrattiva (a livello della quale si collocano le conoscenze
individuale e i saperi che costituiscono la cultura) è considerata
imprescindibile, integrata con la dimensione concreta.
EDUCAZIONE DEL CORPO IN AZIONE
- pratica educativa, disciplina che concorre a quell’insieme di
trasformazioni (della soggettività e della personalità) che
portano alla progressiva realizzazione delle potenzialità di
ciascun essere umano, grazie all’azione di fattori sia interni
(autopoiesi, ricorsività) che esterni (relazioni con gli altri);
distinti in
- fatti educativi (circostanze ed eventi che si verificano più o
meno casualmente e che vengono colti come occasione o
pretesto per realizzare il processo educativo)
- atti educativi (procedure intenzionali e finalizzate).
Mario Gori
48
DIDATTICA come pratica educativa
 DEL CORPO IN AZIONE: l’insegnante tende alla formazione di competenze






corporeo-motorie negli alunni, legittimate dall’insieme di modelli, criteri,
metodi, princìpi e regole che possono guidarla, oscillando tra i piani
dell’esecutività concreta e dei correlati cognitivi:
- competenza progettuale e metodologica per ideare e predisporre il lavoro
nel modo più idoneo
- competenza esecutiva e di controllo: saper organizzare e condurre l’azione
didattica
- competenza osservativa: saper individuare, isolare e valutare i parametri
essenziali in rapporto alla situazione e agli scopi del momento
- competenza comunicativa: conoscere e saper utilizzare in modo
contestualizzato e finalizzato vari codici e vari registri comunicativi
- competenza riguardo ai contenuti del corpo in azione
- saper passare agevolmente da uno all’altro di questi piani: dal piano
esecutivo a quello osservativo a quello comunicativo, a quello teorico e
viceversa.
Mario Gori
49
 L’educazione del corpo in azione è una scienza.
 - Le scienze che riguardano l’uomo nei suoi aspetti corporei e
motori, sono scienze “altre”, casomai “applicate” al movimento.
L’educazione del corpo in azione, intesa come teoria e pratica
didattica, può essere per queste scienze un momento di
confronto o un banco di prova, ma non potrà mai
appropriarsene o identificarsi con esse.
 - Le scienze motorie, al di là dell’originalità della loro
impostazione epistemica e metodologica, rivelano la loro natura
di “scienze applicate all’educazione del corpo in azione”.
 - L’educazione del corpo in azione è didattica della motricità e
della corporeità, sul piano del vissuto concreto, ma che
considera imprescindibile la dimensione astratta.
Mario Gori
50
DISCIPLINARITÀ NELLE SCIENZE MOTORIE
E NELLA LORO DIDATTICA
 La disciplinarità dell’educazione del corpo in azione è l’insieme di
caratteri che le conferiscono la possibilità di essere oggetto di
insegnamento e apprendimento.
 Riguarda i suoi contenuti, riassumibili in linea di massima nel
corpo in azione, i suoi metodi di ricerca (ricercazione in ambito
didattico, studio delle correlazioni tra i vari aspetti della corporeità
e della motricità -cognitivo, culturale, emotivo, fisiologico,
comunicazionale…) e di rapporto con altri ambiti del sapere
(modalità di rilettura e di utilizzo dei contenuti di altre discipline
che studiano il corpo e l’azione motoria, tipo di contributo che ad
esse può essere offerto), la modalità di formalizzazione e di
trasmissione dei suoi contenuti (il modo di “dire” il corpo e l’azione
con le parole, le immagini, i filmati, i grafici, i numeri…).
Mario Gori
51
Oltre la disciplinarità delle scienze motorie
 INTERDISCIPLINARITÀ: co-occorrenza dell’educazione del corpo in




azione insieme ad altre discipline (insieme coordinato, integrato) per
ottenere uno scopo o risolvere un problema.
TRANSDISCIPLINARITÀ: estensibilità di risultati, metodi,contenuti
dell’educazione del corpo in azione ad altre discipline o ad ambiti più
metadisciplinari.
PLURIDISCIPLINARITÀ: aggregazione del contributo dell’educazione del
corpo in azione a quello di più discipline nel definire un oggetto, un
contenuto, un tema.
MULTIDISCIPLINARITÀ ha lo stesso significato di pluridisciplinarità.
SOVRADISCIPLINARITÀ: caratteristica di ciò che, nella didattica
dell’educazione del corpo in azione, ne trascende i contenuti dato che si
colloca sul piano dei comportamenti, delle relazioni, dei valori, delle
caratteristiche personali e umane più profonde e generali
Mario Gori
52
MODELLO E TEORIA NELLE SCIENZE MOTORIE







Il modello di un’azione, serve a rappresentare un’azione svolta o da svolgere. Il
modello può essere anche della struttura corporea e i suoi contenuti possono
riguardare concezioni estetiche, conoscenze strutturali, etc.
Un MODELLO di azione è una rappresentazione:
ANALOGICA dell’azione, per es. iconografica o filmica, quando mostra una
corrispondenza diretta con l’azione stessa, effettivamente svolta o da svolgere.
Solitamente il modello analogico dell’azione è usato per interagire con la
rappresentazione mentale da cui il soggetto parte per l’esecuzione.
SIMBOLICA o DIGITALE dell’azione, quando la connessione è mediata da un
codice arbitrario, la referenzialità compie un salto di continuità (per esempio si può
costruire un modello enunciativo o matematico). L’utilità di questo tipo di modello è
sicuramente indiretta rispetto alla strutturazione della rappresentazione mentale
dell’azione da parte del soggetto, ma la sua influenza può essere molto profonda,
creando i presupposti per generalizzazioni e transfert altrimenti non consentiti.
Un MODELLO di corpo è una rappresentazione:
ANALOGICA del corpo o di una sua parte, quando è un’immagine concreta di
quanto rappresenta, riproducendola in modo riconoscibile, imitandola in qualche
suo aspetto. Tale modello ha sicuramente un carattere iconografico e quindi non
può esimersi dal presentare un “certo tipo” di corpo, con caratteri concreti che lo
rendono inevitabilmente “vero-simile”.
SIMBOLICA o DIGITALE del corpo o di una sua parte, quando, sempre con il
ricorso a codici arbitrari, ci si riferisce ad un suo aspetto particolare (per esempio i
valori numerici dei potenziali elettrici dei tessuti misurati punto per punto)

Mario Gori
53
IL SAPERE E LA TEORIA
NELLA DIDATTICA DELLE SCIENZE MOTORIE
Contenuto
Modo
Mezzo
Insieme delle informazioni
riguardanti il corpo e l’azione
Modo (genesi) di apprendere,
ovvero di strutturare
rappresentazioni mentali che
permettono di eseguire
l’azione o di interpretare
l’aspetto/la funzione del corpo
Logica (struttura) di
correlazione e di
tassonomizzazione dei
contenuti; costituzione e
riorganizzazione della rete di
rapporti che organizzano tali
contenuti in modelli e teorie
PER L’APPRENDIMENTOINSEGNAMENTO
Per educare all’uso del pensiero e
della cognitività in relazione alle
situazioni concrete e all’esecuzione
materiale delle azioni
Mario Gori
54
Insieme di regole e modelli
procedurali che regolano,
orientano, ottimizzano
l’azione e il comportamento in
generale
Modelli interpretativi dei
contenuti stessi, che
permettono di comprendere la
loro valenza di saperi teoretici
o pratici, rispettivamente “to
know how”, “to know what”
Procedimenti di indagine
(genesi) che consentono di
sperimentare/interpretare le
situazioni concrete e indagare
gli stessi contenuti (astratti)
per organizzare la propria
azione
Strumenti linguistici (strutture
formali) che consentono di
rendere comunicabili le
rappresentazioni mentali
relative al corpo e all’azione
Mario Gori
PER L’ADATTAMENTO
COMPORTAMENTALE E
COGNITIVO
Per acquisire dotazioni
procedurali (di comportamento
e pensiero)
Per innescare processi
generativi e autopoietici
PER LA RELAZIONALITÀ
Per educare al confronto
ragionato nell’ottica della
comprensione delle altrui
posizioni e comportamenti,
allo sforzo di essere chiari e
comprensibili nella
comunicazione, di essere
rispettosi e attenti ai messaggi
altrui di ammettere la propria
fallibilità
55
Sapere come conoscenza
DIRETTA (legata ad esperienza, contenuti
strettamente referenziali)
INDIRETTA (mediata concettualmente e
linguisticamente)
Rapporto di familiarità (“acquaintance”)
Contenuto mentale-culturale (“knowledge about”)
Evidenza della realtà concreta
Veridicità, validità e coerenza di enunciati denotanti
Familiarità
Scienza
Percezione, empiria
Ragione
Interazione con la situazione
Differimento e comprensione astratta
Coinvolgimento
Formalizzazione e comunicazione
Ovvietà e scontatezza
Dimostrazione e necessità
Induttiva
Deduttiva
Mario Gori
56
La conoscenza delle scienze motorie
DIRETTA (legata all’esperienza, all’evidenza sensoriale, all’intuizione)
INDIRETTA (mediata concettualmente e linguisticamente)
Si instaura un rapporto di familiarità (“acquaintance”) con la propria e altrui
realtà corporea, con le procedure di azione nella loro esecutività
Si ricorre a contenuti mentali e culturali (“knowledge about”) appresi
attraverso la mediazione linguistica, iconica, etc. riguardanti la corporeità e
le azioni
Si costruisce una rappresentazione della realtà con cui si interagisce in
termini di evidenza della realtà stessa, a livello descrittivo, esplicativo,
predittivo
Si controlla veridicità, validità e coerenza degli enunciati denotanti il corpo
e l’azione
Interrogazione diretta della realtà corporea propria e altrui attraverso
l’evidenza percettiva e l’empiria
Ricorso alla ragione e ai costrutti teorici delle varie scienze
Interazione con la situazione, attuazione di procedure per tentativi ed errori
Differimento e comprensione astratta della corporeità e dell’azione su un
piano “meta-esperienziale”
Coinvolgimento diretto attraverso i sensi e l’esecuzione
Formalizzazione che consente una virtualizzazione e una con divisibilità
dell’esperienza corporea e motoria
Ovvietà e scontatezza che i sensi e l’esperienza diretta sembrano
garantire sono ritenute necessarie e sufficienti
Ci si appella a metodi dimostrativi e al principio di necessità per poter
ritenere accettabile un enunciato che riguardi il corpo o l’azione.
Si attivano elettivamente procedure induttive: l’esperienza diretta è
considerata imprescindibile e fondativa
Si ricorre a procedure deduttive: la validazione e la stessa fondazione dei
contenuti che riguardano il corpo e l’azione è considerata esterna a tali
realtà ed è da ricercarsi piuttosto nella ragione e nel differimento del
pensiero
Mario Gori
57
Metodi


EMPIRICO
Lo stesso che esperienziale. Implica continuo confronto con il reale
(criterio unico e definitivo di verifica). Del reale si coglie evidenza,
ovvietà e concordanza con l’intuizione.
 In educazione del corpo in azione ha una discreta importanza, ma non
si può pensare di ridurre la conoscenza dell’azione ad una conoscenza
empirica. Questo significherebbe porre dei limiti alle possibilità
apprenditive e applicative del soggetto. Anche se l’azione e la
corporeità si esprimono sul piano dell’attualità e della concretezza della
situazione contingente, rimane vivo e attivo il rapporto con le strutture
mentali anche più profonde e generali, i cui contenuti non possono non
avere una continua (per quanto indiretta) ricaduta su tutto quanto
facciamo o percepiamo. Lo sperimentare concretamente qualcosa
costituisce, oltre che una “prova dei fatti” che consente di verificare o di
validare un contenuto mentale, anche una sede di esperienze
“estetiche” (nell’accezione più vicina all’etimologia del termine) di
indubbio valore didattico e educativo.
Mario Gori
58
 PRATICO
 Lo stesso che normativo/prescrittivo. Lo si può
considerare all’intersezione tra empirico e
teorico. Può avere quindi carattere tecnico,
etico o teleologico.
 L’azione e la gestione in genere della corporeità
vengono in educazione del corpo in azione
considerate elettivamente in questa ottica. Le
teorie discendono dal e ritornano al concreto, in
un confronto dialogico continuo.
Mario Gori
59

CREATIVO
 È strettamente correlato al pratico.
 La creatività ha un importanza notevole nell’apprendimento e
nell’operatività assumendo significato volta a volta di
immaginazione, intelligenza, emozione, produttività, invenzione,
originalità, personalità, coscienza, incoscienza... creatività è
dunque interazione di forze.
 Nella didattica dell’educazione del corpo in azione è opportuno
promuovere questa qualità proponendo situazioni problemiche
aperte a più implementazioni, limitando ogni volta che è
possibile i vincoli esecutivi. La situazione può presentare
secondo tempi, misure e modi che saranno via via da valutare,
elementi che creano spiazzamento cognitivo. Questa condizione
spinge il soggetto a rivedere le concezioni che dava per
scontate, ad escogitare nuove soluzioni, a riflettere in modo
critico e costruttivo.
Mario Gori
60
 TEORETICO
 Ciò che è teoretico costituisce un contenuto mentale ed ha
pertanto una natura concettuale; per poter essere condiviso,
trasmesso, mediato a livello interpersonale richiede inoltre di
essere formalizzato da un punto di vista linguistico. Nessuna
idea, nessun pensiero, se non assumono una formalizzazione
secondo un codice riconosciuto e condiviso non possono
circolare tra i singoli soggetti e rimangono nell’indeterminatezza
del non-detto, cui nessuna teoria può appartenere.
 In educazione del corpo in azione si ricorre ai contenuti teorici
come momentaneo distacco dai vincoli del mondo concreto e
come riferimento “a distanza” per la programmazione, la verifica,
la spiegazione, il giudizio dell’esperienza concreta.
Mario Gori
61
UOMO, PERSONA CITTADINO
Individualità
soggettività
Identità sociale
Socialità
Socialità
istituzionale
UOMO
PERSONA
CITTADINO
AUTOPERCEZIONE
RIFLESSIONE
COSCIENZA
PENSIERO
EMOZIONI
LINGUAGGIO
RELAZIONI
AGGREGAZIONI
RUOLI INFORMALI
CULTURA
Morale
Etica
Variazioni di stato interno, di
processi autoreferenziali
Ricorsività
Cognitività e affettività
Variazioni di rapporti, di ruoli, di
interazioni
Co-determinazione
Comuicazione
Mario Gori
NORMATIVITÀ FORMALE
RUOLI E COMPORTAMENTI
FORMALIZZATI
LEGGI
ISTITUZIONI E CIVILTÀ
Legalità
Procedure formalizzate
(esercizio di potere, sanzioni,
gratifiche, scambi istituzionali)
Istituzionalità
Socialità formale
62
SPAZIO, TEMPO E CORPO IN AZIONE
 Il corpo definisce lo spazio rispetto a sé, vi dis-loca le cose,






definisce la metrica delle distanze, i confini. Il corpo è il punto di
vista, l’unico possibile, da cui si può guardare il mondo.
Essere e esserci, hic et nunc, cioè lo spazio e il tempo del corpo.
In maniera intuitiva si hanno due tipologie di percezione spaziale:
- percorso dinamico, tracciato più o meno contorto (spazio
itinerante);
- cerchi concentrici, statici (spazio radiante).
Entrambe consentono di orientarsi, sono condizione per orientarsi.
Spazio corporeo e spazio esterno sono unificati come campo
d’azione. Per l’azione è importante percepire (rappresentarsi) uno
spazio virtuale. Ogni azione modifica lo spazio percepito, che è
configurazione visiva, sonora, emotiva, intenzionale, esistenziale
(desideri e rinunce...).
Mario Gori
63
 Qualunque azione spiegata, pensata o eseguita è riferita allo spazio e al
tempo. Lo spazio e il tempo, per come sono implicati, coinvolti, connotati,
usati, etc., e non solo occupati, sono definitori del comportamento stesso in
termini di significato, senso, relazionalità, comunicazione…
 Distinguiamo tra spazialità e temporalità del comportamento e
comportamento spaziale e temporale.
 SPAZIALITÀ E TEMPORALITÀ DEL COMPORTAMENTO: carattere
imprescindibile che ogni comportamento presenta, cioè di non esser definibile
se non in un certo spazio e in un certo tempo. Le coordinate spazio-temporali
definiscono l’estensione e la collocazione del corpo in azione. Traiettorie,
spostamenti angolari, lineari, spazio percorso, velocità e tutti gli elementi
cinematici di un’azione eseguita sono definitori dell’azione stessa.
 COMPORTAMENTO SPAZIALE E TEMPORALE: comportamento che include
semanticamente l’elemento spaziale e temporale. Non si tratta dell’essere
fisicamente collocato in un punto dello spazio e lungo la retta del tempo,
occupante un certo spazio e una certa durata, ma il rapporto con lo spazio e il
tempo è mediato dalla loro simbolicità così come li intende l’emittente e come
li può intendere il ricevente (come li interpreta e come se li rappresenta).
Mario Gori
64
SCIENZE MOTORIE
TRA FISICO, BIOLOGICO E ANTROPICO
I
tre aspetti (fisico, biologico e antropico) che costituiscono la realtà dell’uomo, devono essere posti
in relazione tra loro.
AZIONE
Aspetto FISICO (Materia,
energia, entropia)
MOVIMENTO: evento
complesso di natura
cinematica, dinamica,
energetica, elettrochi-mica.
Mario Gori
SOGGETTO AGENTE
SISTEMA DI SISTEMI:
complessi, non isolati, aperti,
in interazione tra sé e con
l’ambiente, intrinsecamente
antientropici.
65
AZIONE
Aspetto
BIOLOGICO
(Funzionalità,
sensibilità, attività,
rasformazioni,
autoorganizzazione
per Mezzo di
informazione)
SOGGETTO AGENTE
EVENTO FUNZIONALE ADATTIVO
messo in atto da un sistema vivente
. Tale evento implementa necessità e
tendenze di:
una struttura sub-cellulare,
una cellula,
un tessuto
un organo,
un individuo,
una specie,
un ecosistema.
Tale evento è espressione di
gestione informazionale dei processi
intra-attivi ed inter-attivi, da parte di:
sistema nervoso, ormoni, DNA-RNA.
STRUTTURA e FUNZIONALITÀ
intrinsecamente antientropiche, capaci di
provocare e finalizzarediminuzione
dell’entropia complessiva del sistema
individuo +ambiente per aumentare la
propria.
SISTEMA (complesso) DI SISTEMI biologici,
altamente integrato, unitarioe gerarchico (la
gerarchia è di tipo circolare più che
piramidale), caratterizzato da PERSISTENZA
(specificazione e mantenimento di
individualità, funzionalità, etc.) ed
EVOLUZIONE (maturazione, sviluppo,
adattamento, espansione, etc.)
dell’individuo.
Persistenza ed evolutività sono
complementari e sono sotto il potere
causativo dei sistemi informazionali: DNARNA, ormoni, sistema nervoso.
È caratterizzato da AUTOPOIETICITÀ.
Mario Gori
66
AZIONE
Aspetto ANTROPICO
(Astrazione,
simbolismo, libertà
come assenza di
de-terminismo)
EVENTO COMPORTAMENTALE
connotato da: simbolicità (significatività),
valore e funzione (a livello di evoluzione
personale, di transazione e comunicazione
interpersonale), coscienzialità.
Tale evento si configura come azione
determinata e determinante di: sentimenti,
emozioni, affettività, strutture mentali, idee,
concetti, cultura, relazioni interpersonali.
Mario Gori
SOGGETTO AGENTE
ENTITÀ INTERFUNZIONALE, unitario,
comprensivo di una dimensione che non è né
fisica né biologica ovvero della mente, con
tutte le sue implicazioni: coscienza,
intenzionalità, astrazione, capacità logiche,
emozioni...
Le risorse mentali sono autopoietiche e
interattive con quelle altrui. Inoltre hanno il
loro correlato biologico nella funzionalità
nervosa e organismica generale.
67
INTERFUNZIONALITÀ DELL’UOMO
L’aspetto antropico può a sua volta essere “scomposto” in quattro sotto-aspetti (sfera cognitiva, sfera
affettiva, sfera sociale, sfera fisica), anch’essi in relazione di interdipendenza.
Direzione
dell’effetto
Descrizione sommaria dell’effetto
FISBIO
Grandezze e caratteristiche fisico-chimiche sono limite e risorsa per la vita.
BIOFIS
L’organizzazione biologica della materia ne modifica le caratteristiche fisiche e chimiche.
BIOANTR
Le esigenze biologiche richiedono sempre di essere in qualche modo soddisfatte: non si può fare
a meno del cibo o del sonno. La consapevolezza individuale e la cultura devono prenderne atto,
trovare il modo più conveniente di soddisfarle.
ANTRBIO
La funzionalità biologica e le esigenze fisiologiche, sebbene non possano essere soppresse né
ignorate, vengono incanalate nelle norme socio culturali.
FISANTR
Il pensiero individuale e la cultura conoscono le leggi fisiche, le proprietà della materia, ne
prendono atto e regolano le proprie decisioni ai limiti e alle risorse che offrono.
ANTRFIS
Le nostre azioni costituiscono un intervento sulla materia che supera o aggira le resistenze che la
materia stessa offre.
Mario Gori
68
Rappresentazione mentale dell’azione







- L’immagine visiva, dinamica del suo svolgimento come se ad eseguirla fosse un
altro soggetto. È una visione esteriore che permette di valutare come sarà la
nostra azione per gli altri e quali saranno gli effetti sull’ambiente fisico.
- L’insieme di reafferenze che corrisponderanno all’eseguire quella certa azione in
quel certo modo. Si tratterà di un insieme integrato di reafferenze visive, tattili,
cinestesiche, labirintiche, uditive, combinate secondo criteri di corrispondenza o
comunque di plausibilità.
- Il significato che è nostra intenzione esprimere con quell’azione e il significato
che presumiamo coglieranno gli altri.
- Lo scopo che intendiamo raggiungere e le conseguenze che può implicare la sua
esecuzione, conseguenze tanto fisiche quanto semiotiche o relazionali.
- Il rapporto con regole, norme o principi non configurati in modo “pratico”, così da
saper valutare se, quanto e come quella certa azione li soddisfa, li aggira, li
contraddice, etc.
- Le variazioni dei diversi parametri esecutivi (ampiezza, velocità, conformazione
delle traiettorie dei movimenti delle singole parti del nostro corpo…) in relazioni a
esigenze fisiche (l’ambiente materiale con cui interagiamo), relazionali, personali.
- Le alternative che, mantenendo invariati scopo e/o significato, permettono di
implementarli con modalità esecutivamente del tutto diverse.
Mario Gori
69
Apprendimento dell’azione
 Potrà dirsi avvenuto se si sono raggiunte certe condizioni:
 - si è strutturata un’adeguata rappresentazione mentale
dell’azione stessa
 - si sa decidere se, quando e come si può o si deve eseguire
una certa azione. Ciò implica un adeguato rapporto della
rappresentazione mentale dell’azione in questione con le
rappresentazioni mentali di altre azioni e con le altre
rappresentazioni mentali in genere
 - si sono strutturati gli algoritmi esecutivi che consentano di
dettagliare una certa modalità esecutiva (scegliendo tra le
alternative possibili e precisando i parametri variabili) fino a
tradurla in uno schema di attivazioni neuromuscolari
 - si sa controllare, valutare e modificare l’esecuzione in tempo
reale o quantomeno in tempo utile tramite adeguate saper
valutazione e “reincanalamento” o variazione dell’esecuzione
stessa. La gestione controllistica dell’esecuzione è
fondamentale per condurla a buon fine
Mario Gori
70
AZIONE RIFLESSA, AUTOMATICA E VOLONTARIA
 - riflessa perché, come ogni altra azione utilizza il riflesso
miotattico, regolandolo opportunamente, per attivare in modo
conveniente i muscoli.
 - automatica perché molte componenti (la maggioranza)
dell’azione complessiva sono eseguite grazie ad apprendimenti
ben eseguiti e consolidati.
 - volontaria perché l’intenzione di compierla e il suo compimento
sono ben consapevoli e frutto di una decisione; inoltre la nostra
attenzione è presente, anche se ovviamente in modo sommario e
non per tutti gli aspetti esecutivi, ma solo per ciò che è essenziale
e per ciò che caratterizza quella particolare esecuzione
 Non possiamo mai isolare una sola delle tre componenti
Mario Gori
71
PRASSIOLOGIA







Pragmatico (o pratico): comportamento che ha nell’attuazione
concreta e nell’intenzionale modifica della situazione i suoi punti chiave.
Prassiologico: riguarda l’aspetto intenzionale, creativo e progettuale
dell’azione.
La prassiologia ha contemporaneamente carattere di scienza
descrittiva, esplicativa e normativa nei riguardi sia dell’azione che del
soggetto che la compie.
La descrizione individua i caratteri specifici dell’azione e dell’agente
come oggetti della prassiologia.
La spiegazione mira ad individuare il perché causale degli oggetti che
indaga, ad interpretarli, ovvero ad attribuir loro significato, a strutturare
dei modelli in cui si mostrano in modo esplicito e formalizzato la
struttura e la dinamica degli oggetti in questione.
La costruzione di normatività va intesa nell’accezione di formulazione
tecnica, funzionale ad individuare e formalizzare un sistema di criteri e
princìpi per l’operatività, in grado di ottimizzare la messa in atto dei
diversi comportamenti. Offre le indicazioni per connettere scopo e
implementazioni, significato, senso e azione.
Questi tre livelli vanno scandirli come parti di una stessa struttura
conoscitiva.
Mario Gori
72
Operazioni
Metodologia
Descrizione
Osservazione, rilevamento, analisi, registrazione, organizzazione,
esposizione, dei dati del reale e delle altre scienze.
RICERCA: individuazione del campo di ricerca;
selezione e organizzazione delle modalità e
degli strumenti; raccolta e ordinamento
sistematico dei dati.
Multidisciplinarità.
Spiegazione
Individuazione, elaborazione, applicazione e verifica di: modelli
interpretativi;relazioni causative, genetiche, di intenzionalità, di
finalizzazione tra le dimensioni della persona.
Correlazione, sintesi, inferenza, estrapolazione
ERMENEUTICA, attraverso la costruzione di
ipotesi, modelli,
etc.;
Interdisciplinarità.
Costruzione della
normatività
Individuazione, elaborazione, applicazione e verifica di: tecniche;
tattiche; strategie; processi di ottimizzazione, di controllo e di
gestione.
Progettazione, attuazione e verifica del progetto; didattica;
autodidattica.
Definizione e verifica dei rapporti con norme etiche.
RICERCAZIONE.
Teorizzazione, sperimentazione e simulazione
finalizzate a:agire; apprendere ad agire;
insegnare ad apprendere ad agire.
Verifica sul campo: monitorizzazione;
screening.
Valutazione dell’azione dal piano esecutivo a
quello etico.
Apertura e modificabilità dei progetti.
Mario Gori
73
Corpo tra locale e globale
CULTURE “MINORI”( locale)
CULTURA “EGEMONE”(planetaria)
Comunicazione e
linguaggio
Dialetti, idiomi, ma anche modi particolari di condurre una
conversazione.
Prevalenza dell’oralità e della comunicazione “fisica” diretta.
Scambi e narrazioni orali soprattutto in forma di racconti,
proverbi, conte e filastrocche
Lingua nazionale e internazionale, talvolta un miscuglio di
quanto ogni singola lingua è riuscita a far passare nel
contesto globale.
Prevalenza della comunicazione differita, della presenza
virtuale, telematica, dell’ubiquità e della toticonnessione.
Il registro dello scambio orale si modella sullo “slogan”
pubblicitario o di altro tipo
Usi e tradizioni
Tradizioni, ritualità, celebrazioni, consuetudini che
scandiscono e modulano il ritmo di vita e le relazioni.
Usi (comportamenti particolari) e modalità di azione che
costituiscono possibilità di riconoscimento all’interno della
comunità
Convenzioni diffuse, con esclusione di tutti gli
atteggiamenti che potrebbero non essere compresi su
scala globale.
Conformità allargata, che garantisce il riconoscimento
soprattutto “fuori” dell’attuale contesto, in un contesto
virtualmente “globale”.
Socialità
Patti non “formalizzati”, intese tacite ma considerate come
vincolanti, che garantiscono il “cemento” sociale e la
reciprocità nei ruoli della struttura comunitaria
Consenso allargato diffuso e garantito da casse di
risonanza quali i “media globali”
Abbigliamento
Abbigliamento tipico, testimonianza di una identità e di un
gusto ben precisi. Persistenza nel tempo o lenta evoluzione
dei costumi tipici
Moda, estemporaneità, uniformità.
Le differenze tra gruppi sono sostituite da differenze nel
tempo. Al ritmo dei cambiamenti della moda ognuno,
indipendentemente dal posto del mondo che occupa, deve
dimostrare di sapersi tenere “agganciato” senza ritardi
Mario Gori
74
Alimentazione
Gastronomia legata a gusti, prodotti e modalità
di preparazione locali. Modalità di consumo in
relazione ai rapporti sociali ed ai ruoli
“McDonaldizzazione”. Il cibo si standardizza, il gusto si simpoverisce. Le
modalità di trattamento del cibo si fanno semplici e rapide, il tempo di
consumo si accorcia. Le modalità di preparazione si industrializzano, i
luoghi di consumo rispondono a esigenze funzionali o di ridondanza di
altri messaggi di consumo: musicali, pubblicitari…
Lavoro
Lavoro organizzato su scala microeconomica
(artigianato,agricoltura), destinato a produrre
per un raggio di esigenze e di consumo il cui
orizzonte rimane visibile e comprensibile
Produzione industriale internazionale, tendente alla globalizzazione, alla
distribuzione planetaria dei prodotti, continuità della produzione che si
svincola dalla stagionalità agricola così e dai gusti “locali”
Mentalità
Circolazione e trasmissione di gusti, concetti,
valori, credenze, che sono espressione della
comunità, storia, identità.
Concezione connotata dello spazio (nomi dei
luoghi, racconti, memorie, significati…)
Concezione connotata del tempo (ciclicità –
giornaliera, settimanale, annuale... scandita da
eventi locali, continuità e memoria collettiva...)
Mentalità planetaria che talvolta fagogita gusti o credenze locali come
curiosità senza radici... Tutto può andar bene a patto che sia passato
nel tritatutto della globalizzazione, che si presti a divenire prodotto per il
facile ed immediato consumo.
Idea sommaria e “smaterializzata” di spazio, inteso come estensione
totale, in cui ci si muove e ci si orienta grazie a una griglia di coordinate
(geografiche o telematiche...).
Idea sommaria e “smaterializzata” di tempo, come sequenza di istanti
isolati, tenuti insieme soltanto dal numero
Musica
Musica popolare, etnica, il cui consumo è
legato a contesti, motivazioni e significati
particolari.
Danze popolari con funzioni e scopi rituali,
aggregativi…
Musica commerciale, consumo di massa, ricerca edonistica o evasiva.
Danza da discoteca, da consumare avidamente come uno dei tanti
prodotti che il mercato globale rende disponibile.
Mario Gori
75
NATURA E GENESI DELL’APPRENDIMENTO MOTORIO
IN COSA CONSISTE LA PROCESSUALITÀ DELL’APPRENDIMENTO
ASPETTO FISIOLOGICO (neurale)
ASPETTO MENTALE
ASPETTO CULTURALE E
COMPORTAMENTALE
Aggiustamento della microarchitettura
del S.N. e della funzionalità delle
sinapsi secondo le esigenze “locali” e
globali del S.N.
Modificazione su scala globale della
rete di connettività.
Strutturazione di nuove
rappresentazioni.
Modificazione e/o estensione di quelle
esistenti.
Modificazione della struttura (insieme
di rapporti) che lega le diverse
rappresentazioni.
Acquisizione di nuove competenze
(comunicative e operative).
Modificazione delle competenze
esistenti.
Acquisizione e/o miglioramento della
saper contestualizzazione e
finalizzazione delle competenze.
Mario Gori
76
COSA COMPORTA LA PROCESSUALITÀ
DELL’APPRENDIMENTO
ASPETTO FISIOLOGICO
ASPETTO MENTALE
ASPETTO CULTURALE E
COMPORTAMENTALE
Nuove e diverse capacità
computazionali, intese come
strutturazione di algoritmi di
processamento delle informazioni,
ovvero dei potenziali di eccitazione
dei neuroni.
Nuove e diverse saper comprensione,
inferenza di cause, di previsione, di
soluzione di problemi.
Nuovi e diversi comportamenti
operativi e comunicazionali, ovvero di
interazione con il mondo concreto e
simbolico.
Mario Gori
77
Ambiti di apprendimento e insegnamento
delle azioni
 Quotidiano
 Mauss (1968) parla tecniche del corpo come di tutte
quelle risorse che il soggetto e la società elaborano e
mettono in atto per far fronte alle difficoltà della vita.
Patrimonio ed espressione sovraindividuale che si
attuano nel comportamento di ciascuno.
 La didattica dell’educazione del corpo in azione deve
essere un’occasione di rilettura e di acquisizione di
consapevolezza e competenza sulla motricità quotidiana
e sulle “tecniche del corpo”, per conoscerle, prenderne
atto, valorizzarne gli aspetti positivi, le funzioni pratiche,
l’efficacia, per ottimizzarle la qualità della vita. La valenza
di questo tipo di lavoro raggiunge un livello significativo
se ci inseriamo in un discorso di educazione permanente.
Mario Gori
78
 Relazioni interpersonali significative
 Il forte coinvolgimento emotivo, il desiderio di non deludere, di
rispondere alle aspettative (di stupire, disorientare…) ci
spingono verso la messa a punto di azioni che implementano
questi nostri desideri.
 In particolare l’eros è un contesto che condiziona e guida i
nostri apprendimenti. Il piacere sessuale che si prova e che
consapevolmente si dà, in un delicato gioco di reciprocità,
connota il rapporto di coppia in modo unico. Intraprendiamo un
cammino di tentativi, di punti interrogativi, ma anche di
conquiste.
 L’educazione del corpo in azione può essere quello di aiutare i
nostri alunni, a prendere consapevolezza di questa dimensione
del nostro essere, affinché sia affrontata con serenità, gioia e
senso di responsabilità al momento giusto.
Mario Gori
79
 Situazioni di necessità
 La spinta delle necessità è potente nell’indurci a
trovare nuove soluzioni e ad allestire nuove
risorse, quando si ha fiducia nelle proprie
possibilità di superare le difficoltà. Altrimenti
può avere l’effetto contrario di mortificare inibire
qualunque iniziativa.
 In prospettiva didattica dobbiamo far sì che le
necessità siano commisurate alle loro
possibilità e alla fiducia che hanno nei propri
mezzi.
Mario Gori
80
 Sport
 È un impresa tanto della società che realizza le strutture e le condizioni
per la sua realizzazione, quanto per il soggetto che vi si dedica, come
atleta o come allenatore. I gesti sportivi sono caratterizzati da una ricerca
tecnica talvolta esasperata e la loro realizzazione richiede qualità
organiche spesso ai limiti delle possibilità umane.
 Tutto ciò richiede una preparazione meticolosa e assidua su due fronti: il
condizionamento organico e l’acquisizione delle tecniche, oltre che delle
capacità tattiche per adattarle alle situazioni che via via l’atleta si trova ad
affrontare. L’iter apprenditivo dell’atleta ha alla base un corredo di nozioni
tecniche e teoriche esteso e profondo, viene programmato a lunga
scadenza, secondo criteri che trascendono di solito l’immediatezza e
l’intuizione. L’atleta che vi si trova coinvolto segue un’evoluzione che non
sempre gli è chiara e gratificante.
 La funzione dell’educazione riguardo allo sport è quella di rendere
trasparente il suo carattere globalizzante (cioè la tendenziale omogeneità
delle tecniche sportive che prescinde dalle differenze etniche e culturali),
di evidenziare la sua valenza di attività particolare (il risultato sportivo non
ha valore di per sé, ma solo rispetto al contesto e all’apparato in cui è
inserito o strumentalmente rispetto a obiettivi di formazione personale), di
rendere consapevoli i soggetti che lo intraprendono della sua forte valenza
tecnica, di relativizzare il suo ruolo rispetto a tante altre forme di motricità
che l’uomo mette in campo in tante altre direzioni.
Mario Gori
81
 Le macchine
 Ogni utensile, macchina o oggetto in genere ha le sue
caratteristiche funzionali e fisiche in genere, pone dei limiti e tende
perciò ad indirizzare le nostre azioni per interagire con esso.
L’esplorazione e i tentativi con le relative reafferenze che l’oggetto
ci offre sono una fonte di dati che contribuiscono a farci
organizzare l’apprendimento di nuove azioni adeguate ad
un’interazione efficace. Le macchine costituiscono un contesto
significativo e specifico di apprendimento motorio. È ovvio che il
loro funzionamento costituisce in qualche modo un
“comportamento” definibile e prevedibile, cosa da utilizzare come
risorsa, non da subire come preminenza sulla nostra iniziativa.
 Da un punto di vista didattico è opportuno offrire ai nostri alunni gli
spunti e le risorse per porsi sempre nei riguardi di qualsivoglia
macchina o utensile in una condizione di “possesso cognitivo” e di
padronanza operativa. Affinché non si debbano subire il
condizionamento e i limiti costituiti dalle caratteristiche dell’oggetto,
ma si riesca ad esercitare la creatività (o quantomeno l’autonomia
e l’iniziativa) e il controllo, a non perdere di vista lo scopo del suo
uso, la strumentalità della sua funzione.
Mario Gori
82
 Gli animali
 Gli animali hanno un loro istinto e un loro comportamento in
relazione alla proprie funzioni vitali, al loro adattamento,
all’espansione o quantomeno alla garanzia del loro dominio
esistenziale. E sempre istintualmente parlando hanno le loro
intenzioni, le loro aspettative, le loro volontà. Si tratta della vita di
esseri senzienti. L’animale regola attivamente il suo comportamento
sul nostro e noi facciamo altrettanto. Non c’è bisogno di considerarli
umani o quasi-umani per capire che gli animali hanno paura, si
sentono soddisfatti e hanno tutta una loro vita. Queste
considerazioni, unita alla consapevolezza della loro dignità in
quanto esseri viventi, al rispetto che dovrebbero suscitare in noi,
sono il motivo della specificità dell’interazione con gli animali e degli
apprendimenti correlati a tale interazione.
 Didatticamente si dovrebbe valorizzare questo tipo di interazione,
che ha connotati etici ed ecologici, oltre che di apprendimento
motorio vero e proprio. Qualunque animale, purché non pericoloso,
può offrire occasioni educativamente valide in tal senso.
Mario Gori
83
 Ritualità e formalismo
 La coralità e la struttura costante delle procedure rituali o
comunque molto formalizzate, costituisce un canale che guida il
nostro comportamento anche quando non sappiamo esattamente
cosa fare. L’espediente di conformarci a quanto stanno facendo
tutti è, oltre che rassicurante, anche comodo per incanalare il
nostro comportamento ed acquisire così poco a poco le
competenze motorie richieste.
 Le competenze rituali, si obietterà, sono di per sé poco educative.
È vero, ma, specie in situazioni confuse o nelle quali molti allievi
manifestano insicurezza o reticenza, un contesto corale, pseudorituale, in cui si fa la stessa cosa tutti e tutti insieme può essere
rassicurante, oltre che avere funzione “sbloccante” di timori di
inadeguatezza. È una soluzione transitoria, che va al più presto
indirizzata ad un lavoro più consapevole, attivo, individualizzato,
ma che può avere il pregio di risolvere una situazione critica.
Mario Gori
84
 Rappresentazione scenica
 Danzare, mimare, recitare, cantare…possono essere oggetto
dell’azione scenica. Il fatto di avere un pubblico il cui principale
interesse siamo noi e quello che facciamo può essere causa di
inibizione, ma può essere anche l’occasione per supervisionarci
con un occhio “esterno”, da un punto di vista diverso e più
distaccato rispetto a quello che adottiamo solitamente. Se si riesce
a trasformare questa situazione nell’occasione per dare il meglio di
sé e per offrire agli altri qualcosa di “nostro”, senza cadere nella
tentazione di un esibizionismo narcisista e monologante con cui
imporre agli altri la nostra (presunta) superiorità, allora possiamo
dire di aver raggiunto, educativamente parlando, un grosso
risultato, e sul piano didattico, di aver creato l’occasione di
apprendimenti specifici e specificatamente orientati. L’esperienza di
essere riusciti a fare qualcosa che nemmeno noi ci credevamo
capaci di fare, di sentire l’affinità e la vicinanza del pubblico non è
riservata solo ai grandi attori, può essere realizzata anche in un
contesto didattico opportunamente predisposto.
Mario Gori
85
 Lavoro e situazioni operative
 Apprendimenti motori numerosi, diversificati e complessi
sono passati, fin dalle origini della storia umana,
attraverso le pratiche di apprendistato dei mestieri più
diversi. Le abilità manuali dell’artigiano, così come
quelle mimiche del buon commerciante, da sempre
vengono insegnate e apprese, e non sempre
esplicitamente. L’osservazione del modello,
l’assimilazione di sfumature, molte volte subliminali,
sono spesso determinanti.
 La funzione dell’educazione rispetto alla motricità
lavorativa e agli apprendimenti che richiede, può essere
quella di rendere il soggetto consapevole dei processi
cognitivi ed esecutivi che implica, al fine di essere
autonomo nell’organizzarli in modo ottimale e nel
rispetto dei criteri ergonomici oltre che funzionali.
Mario Gori
86
 Musica
 Suonare uno strumento comporta una motricità raffinata e
complessa. Significa imparare a fare certe azioni. Ma la specificità
deriva dal tipo di circuito reafferenziale che viene usato quasi
esclusivamente: le reafferenze sonore. È quindi la capacità di saper
combinare e ricombinare in modo sempre diverso le azioni di
suonare le singole note che costituiscono il saper suonare.
L’organizzazione motoria viene mediata dalla rappresentazione
mentale del brano musicale, dall’anticipazione delle sue sonorità, che
a loro volta saranno convertite in azioni propriamente dette. Saper
suonare implica un apprendimento aperto che rende il musicista in
grado di organizzare con competenza e appropriatezza l’esecuzione
materiale del brano a quel certo strumento.
 L’insegnamento dell’esecuzione strumentale pone una buona
attenzione alla motricità implicata, ma la didattica dell’educazione del
corpo in azione può, sinergicamente, dare un ulteriore e originale
contributo in tal senso, puntualizzando le implicazioni meccaniche,
organizzative e controllistiche da un punto di vista più strettamente
motorio. Tutto questo a patto di porre la dovuta attenzione e il dovuto
rispetto alle esigenze della tecnica strumentale.
Mario Gori
87
 Arti figurative
 Realizzare un’opera figurativa, che si tratti di un piccolo e semplice
disegno o di una monumentale scultura, richiede delle azioni
appropriate. Un tratteggio cambia la sua qualità, la sua tipologia e
il suo aspetto (e, di conseguenza, la sua valenza estetica e
semantica) a seconda del tipo di motricità usata per realizzarlo. Se
si vuole che il segno appaia netto e pulito, sempre fedele ad una
precisa direzione, in modo che i vari tratti siano rigorosamente
paralleli, occorre organizzare l’oscillazione della matita snodando
le articolazioni opportune. La localizzazione di tali articolazioni
varia in funzione dell’ampiezza del tratteggio. Più questo è ampio,
più occorre che lo “snodo” sia lontano dalla matita.
 La didattica dell’educazione del corpo in azione può lavorare su tali
correlazioni tra azione e risultato figurativo, a tutto vantaggio della
tecnica figurativa e dei meccanismi apprenditivi motori.
Mario Gori
88
 Yoga, “biofeedback”, tecniche di rilassamento
 Si tratta di forme di controllo del corpo e di funzioni che solitamente




vengono date come “involontarie”, anche se la loro origine e le loro
implicazioni culturali sono diversissimi.
- yoga: attraverso un opportuno esercizio che ha profonde implicazioni
filosofiche, permette di agire sulle funzioni organiche come pulsazione
cardiaca, respirazione.
- biofeedback: tecnica messa a punto in ambito medico, consiste nel
tener sotto monitoraggio una certa funzione organica (es: pressione
arteriosa) attraverso uno strumento che la rende leggibile in ogni istante.
- tecniche di rilassamento: consistono nel lasciarsi guidare dalla voce
dell’operatore verso uno stato mentale e fisiologico insieme, in cui le
funzioni organiche nel loro complesso sono diverse da quelle delle
condizioni ordinarie e dello stato di veglia consueto. Si modificano
frequenza cardiaca, tono muscolare, pressione arteriosa, funzionalità
circolatoria locale e globale e così via.
La didattica dell’educazione del corpo in azione deve ricavare una grande
lezione da tutto questo. L’unità mente-corpo, le correlazioni tra gli stati
mentali e la funzionalità fisiologica è molto più stretta e profonda di quello
che le nostre concezioni a volte un po’ affrettate e superficiali sembrano
suggerire.
Mario Gori
89
 Espressione di sentimenti
 L’insieme delle espressioni dei sentimenti, degli stati d’animo, delle





emozioni e così via viene appreso nel corso della vita, dall’ambiente
sociale (nell’interazione con gli altri) e dalla cultura (assorbendo
concezioni e convinzioni).
L’espressione di ogni emozione e sentimento è sempre mediata
dall’intenzione e da una forma di controllo.
I sentimenti appartengono alla psicologia, sociologia, filosofia,
antropologia culturale, teoria della comunicazione, semiologia e anche al
corpo in azione.
L’attenzione all’espressione fisica, alle sue possibilità, al suo controllo
diretto e indiretto, può sicuramente arricchire il soggetto.
Cioè: da una parte sentimenti e pensieri inducono a mettere in atto
un’espressione che corrisponda loro e, dall’altra, retroattivamente,
l’autopercezione di tale espressione influisce su sentimenti e pensieri.
La didattica dell’educazione del corpo in azione può dare un contributo
importante, essendo l’ambito elettivo della percezione, della gestione e
del controllo della propria corporeità e delle proprie azioni. Porre l’accento
sull’aspetto fisico, espressivo di queste complesse dinamiche di certo
rende il soggetto più competente e capace di rapportarsi con esse.
Mario Gori
90
Classificazione degli apprendimenti motori
per livello e modalità
Apprendimento generale e
garantito
APPRENDIMENTO
PASSIVO (eterodiretto)
APPRENDIMENTO CON
INTERAZIONI
SIGNIFICATIVE
APPRENDIMENTO
AUTONOMO,
ORGANIZZATO
Comprensione,
memorizzazione e uso delle
informazioni dirette ed
indirette provenienti
dall’esterno per strutturare
o ristrutturare la nostra
rappresentazione mentale
dell’azione (in termini di
scopi e significati) secondo
i modelli proposti. Ampia
libertà di implementare
esecutivamente l’azione.
Comprensione, modifica e
riorganizzazione delle
informazioni originate
dall’interazione con altri
soggetti al fine di strutturare
o ristrutturare la nostra
rappresentazione mentale
dell’azione (in termini di
scopi e significati) secondo
modelli che hanno una
relazione con quelli
proposti. Ampia libertà di
implementare
esecutivamente l’azione.
Ricerca autonoma, attiva,
autodiretta e
organizzazione personale
di nuove o diverse
rappresentazioni mentali
dell’azione (in termini di
scopi e significati), originali
e relativamente
indipendenti da quelle
proposte. Ampia libertà di
implementare
esecutivamente l’azione.
Mario Gori
91
Apprendimento intermedio
APPRENDIMENTO
PASSIVO (eterodiretto)
APPRENDIMENTO CON
INTERAZIONI
SIGNIFICATIVE
APPRENDIMENTO
AUTONOMO,
ORGANIZZATO
Comprensione,
memorizzazione e uso delle
informazioni dirette ed
indirette provenienti
dall’esterno per strutturare
la nostra rappresentazione
mentale dell’azione (in
termini di criteri o linee di
massima per l’esecuzione)
secondo i modelli proposti.
Possibilità di
implementazione esecutiva
entro una gamma piuttosto
ristretta di possibilità.
Comprensione, modifica e
riorganizzazione delle
informazioni originate
dall’interazione con altri
soggetti al fine di strutturare
o ristrutturare la nostra
rappresentazione mentale
dell’azione (in termini di
criteri o linee di massima
per l’esecuzione) secondo
modelli che hanno una
relazione con quelli
proposti. Possibilità di
implementazione esecutiva
entro una gamma piuttosto
ristretta di possibilità.
Ricerca autonoma, attiva,
autodiretta e
organizzazione personale
di nuove o diverse
rappresentazioni mentali
dell’azione (in termini di
criteri o linee di massima
per l’esecuzione), originali e
relativamente indipendenti
da quelle proposte.
Possibilità di
implementazione esecutiva
entro una gamma piuttosto
ristretta di possibilità.
Mario Gori
92
Apprendimento esecutivo
APPRENDIMENTO
PASSIVO (eterodiretto)
APPRENDIMENTO CON
INTERAZIONI
SIGNIFICATIVE
APPRENDIMENTO
AUTONOMO,
ORGANIZZATO
Acquisizione delle
informazioni riguardo alle
modalità esecutive, che
vengono memorizzate e
riattuate in modo replicativo
rispetto a quanto ci viene
presentato. Gli aspetti
semantici e teleologici
dell’azione sono secondari
o del tutto ignorati.
Comprensione, modifica e
riorganizzazione delle
informazioni originate
dall’interazione con altri
soggetti al fine di strutturare
o ristrutturare la nostra
rappresentazione mentale
dell’esecuzione. Ignorati gli
aspetti semantici e
teleologici.
Ricerca autonoma, attiva,
autodiretta e
organizzazione personale
di nuove o diverse
rappresentazioni mentali
dell’esecuzione, originali e
relativamente indipendenti
da quelle proposte. Ignorati
gli aspetti semantici e
teleologici.
Mario Gori
93
AZIONE TRA MENTE E CERVELLO
Le trasformazioni che nel tempo si verificano, in modo correlato, nel cervello e nella mente, possono
essere classificate in due tipologie principali, di calcolo, ovvero di elaborazione, e di evoluzione, ovvero
di apprendimento.
Aspetto cerebrale
Aspetto mentale
Rocesso elaborativo
Trasmissione in parallelo e in sequenza
di pattern di impulsi attraverso un insieme
di connessioni sinaptiche preposte a
quella certa elaborazione. L’insieme di
sinapsi trasformano gli impulsi di
partenza in un insieme di impulsi diverso.
Le informazioni di partenza sono state
sottoposte ad un’elaborazione.
Trasformazione di una rappresentazione
mentale in un’altra secondo un certo
criterio, secondo certe regole o secondo
un certo modello.
Processo evolutivo
Trasformazione della connettività
sinaptica in termini di “peso” delle sinapsi
o di creazione/eliminazioni di sinapsi
Strutturazione di nuove rappresentazioni
mentali, di algoritmi pratici, di correlazioni
tra le rappresentazioni, o variazioni di tali
rappresentazioni, algoritmi, correlazioni
esistenti.
Mario Gori
94
CONOSCENZE, COMPETENZE E CAPACITÀ
DEFINIZIONE GENERALE
DEFINIZIONE RIFERITA ALL’EDUCAZIONE DEL CORPO IN
AZIONE
Conoscenza
(ACQUISIZIONE ORDINATA E
UTILIZZABILE DI INFORMAZIONI)
Il soggetto ha acquisito ordinatamente i dati;
ha la possibilità di selezionarli e utilizzarli dietro
richiesta specifica;
ha la possibilità di valutare il loro significato;
ha la possibilità di valutare la loro pertinenza.
(ESECUTIVITÀ)
Il soggetto ha memorizzato le modalità esecutive di certe azioni;
le sa selezionare e utilizzare su specifica richiesta; sa rendere
conto del loro significato in termini di comunicazione;
sa valutarne la pertinenza;
sa rendere conto delle modalità esecutive;
sa rendere conto dello scopo immediato della propria azione.
Competenza
LIBERTÀ DA VINCOLI CONTESTUALI
Il soggetto è in grado di spendere le proprie
competenze nell’interazione con il contesto,
applicandole con padronanza e pertinenza.
LIBERTÀ DA VINCOLI CONTESTUALI
Il soggetto sa riportare le proprie competenze motorie a
qualunque contesto, indipendentemente dalla somiglianza con
quello di apprendimento;
usa con padronanza la progettualità strategica e la sa attuare
tatticamente;
sa adattare tatticamente la propria condotta motoria rispetto a
variazioni contestuali;
sa trasferire consapevolmente i propri
apprendimenti motori a situazioni simili, sfruttando la loro
polifunzionalità.
Mario Gori
95
Capacità
PIENA CONNESSIONE CONCETTO-ESPERIENZA
(METACOGNITIVITÀ)
Il soggetto ha raggiunto il livello metaconoscitivo dei
contenuti;
può manipolare e trasformare tali contenuti;
può altresì operare astrazioni dai dati primari per cogliere le
strutture più profonde;
può operare un transfert di tali strutture a materiale
contenutistico simile (polifunzionalità della strutture);
può manipolare le reti di connettività che strutturano i
contenuti.
è in grado, oltre che di manipolare i contenuti e le strutture, di
costruirli autonomamente;
passa agevolmente dal piano teorico a quello pratico e a
quello empirico e viceversa,
mostrando capacità progettuali e astrattive, intese come
reciproche e complementari.
Mario Gori
PIENA CONNESSIONE CONCETTOESPERIENZA
(METAESECUTIVITÀ)
Il soggetto sa valutare e analizzare criticamente (da
un punto di vista strutturale e semantico) l’azione
eseguita e il suo esito in rapporto all’intenzione e allo
scopo diretto;
in particolare sa cogliere significati secondari e
impliciti della propria e altrui azione;
sa teorizzare a partire dall’esperienza;
conduce con padronanza sia la propria elaborazione
concettuale che la propria esperienza motoria e usa
ciascuna delle due in funzione della verifica
dell’altra;
sa strutturare (per la propria azione) e comprendere
(per l’azione altrui) una gerarchia di scopi.
96
INSEGNARE LE SCIENZE MOTORIE
TIPO DI AZIONE DIDATTICA
MODALITÀ
PRESUPPOSTI E IMPLICAZIONI
Ostensione di un oggetto
fortemente analogico
Mostro un grosso anello di ferro, di
forma rotonda, e dico “Fate un segno
di questa forma”.
Non occorrono grandi capacità astrattive o particolare
intesa tra me e il mio interlocutore perché venga recepita la
richiesta di tracciare il segno “O”. Richiesta di cogliere
comunque le qualità rilevanti, anche se ovvie ed evidenti, e
di riprodurle o ricrearle nella propria esecuzione.
Ostensione di un oggetto
scarsamente analogico
Congiungo ad anello indice e pollice,
mostro la mano e dico, come prima,
“Fate un segno di questa forma”.
Adesso le capacità astrattive richieste sono un po’ più
elevate, ma è probabile che la “rotondità” del segno
richiesto emerga con sufficiente evidenza. Richiesta di
cogliere le qualità rilevanti (rotondità), eliminando fattori
evidenti (forma della mano), ma non pertinenti. Occorre
attuare una selezione orientata delle informazioni.
Esecuzione di un’operazione
Traccio nell’aria, con la punta del dito,
un invisibile circonferenza e dico “Fate
un segno di questa forma”.
L’estensione temporale di ciò che è oggetto della mia
ostensione acquista un valore maggiore e richiede la saper
sintesi, di visualizzazione complessiva. La strutturazione
temporale dell’operazione mostrata può essere di aiuto (se
è analoga a quella che si dovrà compiere) o non rilevante
(se non c’è analogia significativa).
Mario Gori
97
Indicazione simbolica diretta
secondo un codice preciso
(alfabetico)
Dico semplicemente “Tracciate una
“O” sul vostro foglio”.
Ciò presuppone ovviamente il saper scrivere, ma a
parte questo, altre difficoltà non dovrebbero esserci.
La saper correlazione fonemico-grafemica viene
acquisita e padroneggiata solitamente molto presto.
Informazioni teoretiche indirette
Oppure posso dire “Tracciate il segno
che corrisponde al fonema il cui
spettro di frequenze è…” e giù a
snocciolare grafici, equazioni e
quant’altro che costituisca il “ritratto” in
termini fisici, più precisamente acustici,
della pronuncia della “O”.
Se ho di fronte degli esperti di fisica, meglio se specialisti
di acustica, ho forse qualche probabilità di successo, se no
l’esito più prevedibile di questa mia bislacca iniziativa sarà
quella di ritrovarmi ricoperto di epiteti irripetibili. Le
conoscenze richieste hanno un forte livello astrattivo e si
accede ad esse solo con uno studio specifico.
Indicazione simbolica diretta
secondo un codice preciso
(geometrico)
Posso dire anche “Tracciate una
circonferenza”.
Presupponendo in questo caso la conoscenza nominale e
morfologica delle figure geometriche, l’esito dovrebbe
essere quello desiderato.
Indicazione simbolica indiretta
secondo un codice preciso
(geometrico)
Dico invece “Tracciate una linea che
sia in ogni suo punto equidistante da
uno stesso punto.”
Qui le cose si complicano un po’ in quanto richiedono o la
conoscenza delle proprietà delle figure geometriche o,
ammesso che non si abbia tale conoscenza, la saper
trovare una configurazione che risponda alla richiesta. In
questo secondo caso le capacità logiche e creative
rivestono un ruolo rilevante.
Mario Gori
98
Indicazione operativa (algoritmica)
Le indicazioni possono anche essere di
carattere algoritmico, formulate più o meno
così: “Tracciate una linea in modo tale che
procedendo di un infinitesimo cambiate
direzione di un infinitesimo, sempre dalla
stessa parte. E così avanti fino a che non
vi ritroverete al punto di partenza”.
Senza lasciarsi bloccare da paradossi tipo
“Zenone” e simili, con la giusta e
pragmatica interpretazione delle “istruzioni”
è possibile che si arrivi alla tracciatura di
un segno circolare. Così come è possibile,
ammesso di non esercitare le proprie
saper anticipazione, che ci si accorga di
quella che era la richiesta solo dopo che
l’abbiamo portata a termine.
Indicazione simbolica indiretta secondo un
codice preciso (geometrico)
Oppure “Tracciate una curva che abbia in
ogni punto lo stesso grado di convessità e
ce l’abbia sempre dalla stessa parte”.
Ancora una volta si richiedono competenze
geometriche. E ancora una volta è
possibile che si arrivi solo dopo a capire
qual era la richiesta.
Indicazioni sulla funzionalità esecutiva
(locomotoria). Nessuna indicazione
sull’esito.
Altro caso un po’… particolare. Descrivo
tutto un insieme di flesso-estensioni di
falangi e polso (ed eventualmente di
contrazione del tale muscolo estensore e
del tal altro flessore) in modo tale che il
tutto dia come esito, matita ben salda tra le
dita, la tracciatura conformata come si
vuole.
A parte la conoscenza e la saper controllo
del proprio corpo che si richiede, ricorrere
alla descrizione strutturale e funzionale
dell’apparato esecutivo in azione è quanto
mai farraginoso e poco efficace. La
mediazione concettuale di chi riceve le
“istruzioni” è voluminosa e complessa.
Mancano indicazioni per raccogliere e
utilizzare feedback, ma purtroppo questa è
una modalità a cui si ricorre spesso in
SCIENZE MOTORIE
Mario Gori
99
Media dell’insegnamento e loro funzione
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
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I MODI PER “DIRE” L’AZIONE E LE LORO IMPLICAZIONI
Parola (con descrizioni-indicazioni dirette o indirette). Descrive l’esecuzione e/o l’obiettivo
dell’azione, ne spiega gli aspetti meccanici, fisiologici e comunicazionali; può avere funzione
perlocutoria o illocutoria per trasmettere aspettative, richieste, per porre problemi, ecc. La parola ha
un grande potere evocativo e una forte proprietà astrattiva. Ci si può riferire anche ad aspetti che
riguardano l’azione e il corpo solo indirettamente, ma così facendo si contribuisce a costruire una
rappresentazione mentale più ampia e ricca, oltre che a fornire il correlato percettivo, emotivo, ecc. Il
rischio è che non si instauri la necessaria correlazione tra la parola e le competenze pratiche.
Gesto. Le mani o altre parti del corpo compiono gesti tali da evocare un’azione, da evidenziarne gli
aspetti rilevanti, da realizzare un contatto-guida. Per quanto diverso dall’azione (ad esempio, la
mano, ruotando in aria, “descrive” una capovoltà) il gesto conserva con essa una forte analogia
visiva: morfologica, cronologica, di conformazione delle traiettorie, ecc. Il rischio è che si orienti
troppo l’allievo sulle scelte dell’insegnante.
Replica o modello. La descrizione coincide con l’azione compiuta da qualcuno appositamente o
casualmente. È la rappresentazione più integrale di una qualunque azione. La sua efficacia didattica
non è elevata se non a condizione che l’allievo sappia osservare, interpretare, ricavare gli elementi
rilevanti. Il rischio è di indurre conformità esecutiva se l’allievo non ha le risorse per essere
autonomo.
Iconografia statica o dinamica. Consiste di illustrazioni, grafici, filmati, animazioni. L’immagine ha un
potere evocativo forte e diretto. La vista è una modalità recettiva che consente di introitare in parallelo
enormi quantità di informazioni. Il rischio è che si orienti troppo l’allievo sulle scelte dell’insegnante.
Suono e onomatopea. La sequenza e la struttura ritmica dei suoni possono evocare una struttura
motoria analoga cronologicamente. Il suono può farci concentrare sulle strutture temporali che, in
molte azioni, sono rilevanti. Il rischio è che si orienti troppo l’allievo sulle scelte dell’insegnante e lo
si porti a una certa conformità esecutiva.
Mario Gori
100
FUNZIONE DELL’ERRORE
NELLA DIDATTICA DELLE SCIENZE MOTORIE
 L’errore, rivalutato nella didattica contemporanea che l’ha
collocato fuori dalle accezioni detrattive e dalle dinamiche
sanzionatorie (inteso come scarto , distanza dal modello o
dal risultato preindicato) , ha una funzione precisa anche
nell’apprendimento dell’azione. Si deve partire da una
necessaria relativizzazione (un’azione “è sbagliata” sempre
rispetto a un certo scopo, ma nulla vieta che sia “giusta”
rispetto ad un altro) che toglie molta “forza” alla sua
negatività. Ma occorre dire anche che la reafferenza di un
esito o di una modalità esecutiva, valutati comunque come
non pertinenti o non efficaci, hanno un’importante funzione
di reafferenza che confluisce nel bilancio delle
modificazioni apprenditive, contribuendo a rinforzare ed
estendere queste ultime.
Mario Gori
101
COMUNICAZIONE COME CONTENUTO
DELLE SCIENZE MOTORIE
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Attraverso una didattica opportunamente progettata e mirata si può offrire uno spunto per
innescare processi di sviluppo di competenze in tema di comunicazione, con particolare
riferimento a quella corporea e mimo-gestuale.
Imprescindibile l’autoreferenzialità di quanto si propone in tale contesto, dato che la stessa azione
didattica non può prescindere dalla comunicazione. Imprescindibile anche l’ottica di una saldatura
tra cultura e vita (non confusione o riduzione di una all’altra) che permetta di superare il
pregiudizio di estraneità o antagonismo tra i due ambiti.
OBIETTIVI
Sensibilizzare gli allievi alle dinamiche di relazione e di comunicazione.
Favorire:
. la riflessione personale, lo sviluppo della consapevolezza del sé personale e sociale, anche
attraverso il riconoscimento e l’assunzione di stili comunicativi,
. la capacità di attenzione e di ascolto,
. il superamento di meccanismi stereotipi e riduttivi nell’interpretazione della propria e altrui
comunicazione,
. la capacità di elaborare e finalizzare strategie comunicative,
. la capacità di attivare tatticamente le dinamiche comunicative più appropriate,
. la capacità di comunicazione autoreferenziale e metacomunicazione,
. la capacità di analizzare le dinamiche comunicative in cui si è coinvolti al fine di individuare e
superare gli ostacoli, i vincoli, i limiti,
. la capacità di gestire l’autorivelazione e la condivisione nel gruppo.
Acquisire e/o approfondire le competenze relative ai processi comunicativi
Mario Gori
102
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CONTENUTI
Natura e funzioni dei processi comunicativi
I canali e i modi della comunicazione
Il segno: strutture segniche e uso dei sistemi segnici
Affettività, cognitività e comunicazione
La comunicazione umana tra virtualità e concretezza
La comunicazione come interazione
Le reafferenze
La comunicazione come momento di co-determinazione (circolarità tra emittenza e ricezione)
Percezione, interpretazione e comunicazione
Automonitoraggio e comunicazione
Modelli e procedure nella comunicazione
Strategia, contestualità e tattica della comunicazione
Ruoli e funzioni nella comunicazione
Stili comunicativi
Confronto, collaborazione, intesa, autorivelazione
La non condivisione di codici e il fraintendimento
Ostilità, diffidenza, sfiducia
La controcomunicazione
Il conflitto


METODI
Si ricercherà la partecipazione attiva di tutti i partecipanti attraverso giochi, esercizi e laboratori in coppia o in
piccoli gruppi. Le varie esperienze saranno integrate sul piano cognitivo attraverso la discussione e la
condivisione di gruppo.
STRUMENTI
Schede di lavoro, fotocopie, lavagna a fogli mobili, lavagna luminosa, lucidi, video-TV


Mario Gori
103
PROTOTIPO DELL’AZIONE MOTORIA





AZIONE: - mente, prototipo d’azione (area 6, premotoria)

- cervello calcolo computazionale (area 4, motoria)

- risposta
- addirittura sembra nel midollo spinale la sede dei movimenti volontari
Prototipi lineari
Prototipi in parallelo
Dal modello lineare al modello cibernetico, sistemico. Dall’isolamento delle singole unità
(grammatica, anatomia, note, analisi tecnica del movimento…non si costruisce la comunicazione)
all’unità del processo comunicativo informazionale.
L’azione parte suggerita da:




Es: alzarsi da seduti:



-
linguaggio verbale
immagine
segno-codice (sparo…)
linguaggio MG
- prototipo dell’azione (rappresentazione mentale)
- successione di azioni per realizzare l’azione globale
Mario Gori
104
Mente
 Idea dell’azione motoria
Cervello
Calcolo computazionale muscoli necessari,
quantità di energia, numero di fibre e tono,
leve, velocità, ritmo….





Rappresentazione mentale
dell’azione motoria
Calcolo computazionale


Elaborazione e selezione mentale
della sequenza di azioni
Calcolo computazionale

Esecuzione dell’azione
Calcolo computazionale


Neuroscienze, scopistica,
linguistica, cinesica, prossemica…
Scienze fisiche, biologiche, matematiche,
informatiche
Mario Gori
105
Bibliografia Mario Gori
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a)- Testi didattico-operativi:
- La grammatica del gioco del calcio, Società stampa Sportiva, Roma, 1980.
- La grammatica del gioco della pallacanestro, Società stampa Sportiva, Roma, 1980.
- La grammatica del gioco della pallavolo, Società stampa Sportiva, Roma, 1980.
- La grammatica del gioco della pallamano, Società stampa Sportiva, Roma, 1980.
- Giocapprendi I, Bertello, Cuneo, 1985 (Scuola media).
- Giocapprendi II, Bertello, 1985 (Scuola media).
- Il corpo intelligente I, Bertello, Cuneo, 1985 (Scuola materna).
- Il corpo intelligente II, Bertello, Cuneo, 1985 (Scuola materna).
- Alfabetiere corporeo-motorio, Bertello, Cuneo, 1985.
- Apprendi ad apprendere I, Bertello, Cuneo, 1986 (Scuola elementare).
- Apprendi ad apprendere II, Bertello, Cuneo, 1986 (Scuola elementare).
- Sentieri I, Bertello, Cuneo, 1987 (Scuola elementare).
- Sentieri II, Bertello, Cuneo, 1987 (Scuola elementare).
- Prima elementare Bertello, Cuneo, 1987 (Scuola elementare).
- Seconda elementare Bertello, Cuneo, 1987 (Scuola elementare).
- Il dono della vita, Studio e vita, Genova, 1987 (Scuola materna).
- Il dono della vita, Studio e vita, Genova, 1987 (Scuola materna: schede operative).
- ABC della pallavolo, Espansione idea, Roma, 1989.
- ABC della pallacanestro, Espansione idea, Roma, 1989.
- ABC della pallamano, Espansione idea, Roma, 1989.
- ABC del calcio, Espansione idea, Roma, 1989.
- 2000 giochi tradizionali infantili, Espansione idea, Roma, 1989.
- Movimento, gesto, azione, gioco, sport, I, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Movimento, gesto, azione, gioco, sport, II, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Rumore, suono, ritmo, danza, musica, I, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Rumore, suono, ritmo, danza, musica, II, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Materia, segno, colore, immagine, arte, I, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Materia, segno, colore, immagine, arte, II, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Logica, probabilità, statistica, informatica, I, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- Logica, probabilità, statistica, informatica, II, Adica Mondadori, Verona, 1990.
- La scherma come gioco e sport, Società stampa sportiva, Roma, 1996.
- Mi manca tanto la liquirizia rossa, Emigrazione e immigrazione. Educazione interculturale nella Valtiberina, Tibergraf, 1998.
- Dai sapori ai saperi. Ricerca sul cibo e l'alimentazione, Carmignano, 1999.
- Immigrati in Valtiberina, percorsi per nuove cittadinanze, Distretto scolastico 30, Valtiberina, Artigrafiche, Sansepolcro, 2003
Mario Gori
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b)- Testi metodologico-didattici
- L'educazione fisica nel pensiero di Giovanni Calò, Ed. didattiche, Arezzo, 1982
- L'educazione fisica contemporanea, Società stampa sportiva, Roma, 1982
- Verso una metodologia didattica interdisciplinare della educazione fisica, ECIG, Genova, 1983
- Animazione come educazione, ECIG, Genova, 1983
- Il corpo logico-matematico, Società stampa sportiva, Roma, 1984
- L'ISEF Università, ISEF Firenze, 1985 (con il prof. Carbonaro S., Direttore ISEF)
- Apprendi ad apprendere, Programma, programmazione, valutazione, Bertello, Cuneo, 1986
- Educazione motoria, conoscenze, competenze e abilità dell'insegnante (con altri Autori), Armando, Roma, 1987
- Scienza e educazione nel movimento-gioco, Sperimentazione e didattica, Roma, 1987
- Educazione e allenamento, Società stampa sportiva, Roma, 1988 (con il dott. prof. Marzi, Direttore Neuropsichiatrico, Arezzo)
- I contenuti dell'educazione fisica, Società stampa sportiva, Roma, 1988
- Educazione motoria, guida alla programmazione, Adica educa, Firenze, 1989
- Educazione all'immagine, guida alla programmazione, Adica educa, Firenze, 1989
- Educazione ritmo-musicale, guida alla programmazione, Adica educa, Firenze, 1989
- Pedagogia della corporeità nella antropologia cristiana, Pezzini, Viareggio, 1993
- Educazione corporeo-motoria e promozione I, Società stampa sportiva, Roma, 1993
- Educazione corporeo-motoria e promozione II, Società Stampa sportiva, Roma, 1993 - La programmazione didattica nella scuola
materna, Pezzini, Viareggio, 1993
- Didattica della educazione fisica, Punto stampa, Firenze, 1994
- Il corpo e l'azione motoria (note per la costruzione di una nuova prassiologia dell'azione motoria), Calzetti e Mariucci, Perugia, 1996
- L'azione motoria tra mente e cervello, Calzetti e Mariucci, Perugia, 1996
- Carta dei servizi, PEI, glossario, Ed. Sperimentazione e didattica, Roma, 1996
- Programma e programmazione nella scuola elementare, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- I campi di esperienza nella scuola materna, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- Spazio, ordine, misura, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- Il corpo e il movimento, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- Messaggi, forme, media: rumore, suono, ritmo, musica, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- Educazione al suono e alla musica, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- Educazione motoria, Sperimentazione e Didattica, Roma, 1996
- La persona e l'azione, Società Stampa Sportiva, Roma, 1999 con CD contenente 14 file-testo
- Glossario di Educazione fisica, Società Stampa Sportiva, Roma, 1999
- L'educazione fisica agli esami di Stato, Società Stampa Sportiva, Roma, 2000
- Metodologia e didattica, Calzetti e Mariucci, Perugia, 2000
- Passport. Testo di adozione per la Scuola media, D’Anna, Firenze, 2004
- Passport. Strumenti per l’insegnante, D’Anna, Firenze, 2004
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c) Prodotti multimediali
- Programmazione Scuola materna, Pezzini, Viareggio, 1993
- La persona e l'azione, Società Stampa Sportiva, Roma, 1999
- P.O.F., Piano di offerta formativa per la Scuola dell'autonomia,
1999
- Programmazione Scuola calcio, Federazione italiana gioco
calcio, settore giovanile, Roma 1999
- Programmazione nella scuola dell’infanzia, elementare e
media, CD, 1999
- La persona e l’azione motoria: Educazione fisica dagli 11 ai 15
anni. Calzetti e Mariucci, Perugia, 2000
25 CD e DVD didattici e operativi, Università degli studio di
bolzano, Facoltà di Scienze della formazione, 1999-2010
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d)- Articoli
- Lo sport come educazione sociale non può essere solo demagogia, Collegamenti, 5, 1977
- Educazione fisica come espressione di un nuova didattica culturale, Prospettive EP, Università di Siena, 1978
- Interfunzionalità e interdisciplinarità dei linguaggi umani, Didattica del movimento, 10, 1978
- Educazione fisica e interdisciplinarità, Educazione fisica e sport nella scuola, 139, 1978
- Minivolley, 1979
- Il bambino e lo sport, atti convegno di Genova, 1979
- Appunti di didattica delle attività motorie interdisciplinari per la scuola di infanzia e elementare, Didattica del movimento, 12, 1980
- Corpo e dottrina cristiana, Didattica del movimento, 13/14, 1981
- L'attività motoria nella scuola elementare, a scuola con la persona, Atti convegno, 1982
- L'attività motoria nei nuovi programmi, Atti convegno, 1986
- Movimento, gesto, segno, simbolo, codice, Atti Proscuola, 1986
- Socialità dell'arbitraggio, L'arbitro, 3, 1986
- Gioco e sport nell'età evolutiva, Docete, 4, 1989
- Educazione motoria: epistemologia, scienza, disciplina, programmazione I, Educazione fisica e sport, 211, 1989
- Idee e problemi, orientamenti di fondo per la programmazione, Forma ed espressione, 2, 1989
- Educazione al suono e alla musica, Forma ed espressione, 2, 1989
- Epistemologia dell'educazione motoria, Forma ed espressione, 3/4, 1989
- Didattica e proposte operative, Forma ed espressione, 5, 1989
- Educazione motoria: epistemologia, scienza, disciplina, programmazione II, Educazione fisica e sport, 213, 1990
- Anziani con moto, Sport e lavoro, 2/3, 1991
- Il linguaggio del corpo nella mediazione didattica, Quadrante scolastico, 50, 1991
- Il linguaggio del corpo nella mediazione didattica, Quadrante scolastico, 51, 1991
- Aspetti funzionali e formali della comunicazione mimogestuale e relazione educativa. Verso un dizionario cinesico, Quadrante scolastico, 54, 1992
- Il gioco del tennis da tavolo, Educazione fisica e sport, 220, 1992
- Il linguaggio mimogestuale tra funzioni educative e obiettivi didattici, Quadrante scolastico, 55, 1992
- Verso nuovi modelli di educazione fisica e sportiva, Didattica del movimento, Luglio/ottobre 1992, I parte
- Verso nuovi modelli di educazione fisica e sportiva, Didattica del movimento, novembre/ dicembre 1992, II parte
- Gioco sport e comunità educante, Educazione fisica e sport nella scuola, 123, 1993
- Linguaggio musicale e lingua verbale, Quadrante scolastico, 57, 1993
- Il linguaggio del corpo nella mediazione didattica I, Riferimento, 2, 1993
- Il linguaggio del corpo nella mediazione didattica II, Riferimento, 3, 1993
- La scuola di infanzia come luogo di relazioni e di progetti, Scuola oggi, 70, 1993
- La concezione del corpo nella Grecia antica: i giochi e gli sport nell'Iliade e nell'Odissea, 1995
- Crisi dell'educazione fisica, Didattica del movimento, luglio-agosto 1995
- Azione motoria e scienza dell'azione motoria, Didattica del movimento, novembre-dicembre 1995
- Intercultura, Riferimento, 3, 1996
- Devianza (prima parte), Riferimento, 2, 1997
- Devianza (seconda parte), Riferimento, 1, 1998
- Programmazione nella scuola materna, Sauvegarde de l'enfance, 3, 1998
- L'educazione fisica agli esami di Stato, Didattica del movimento, Gennaio-febbraio 1999
- Corpo e movimento nella scuola materna. Programmazione e schede operative, Didattica del movimento, Gennaio-febbraio 1999
- Educazione motoria nella scuola materna, elementare e media. Programmazione e schede operative, Didattica del movimento, Gennaio-febbraio 1999, aprile-maggio
1999, settembre-ottobre 1999, Gennaio-febbraio 2000
- Programmare per progetti nella scuola della autonomia e della continuità: Educazione fisica e educazione ambientale, Didattica del movimento, settembre-ottobre 2000
- Vari articoli pubblicati su internet, su vari argomenti inerenti l’educazione fisica, lo sport, le tradizioni popolari, la competizione, la diversabilità, ecc.
Mario Gori
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M., GORI, L’educazione fisica contemporanea, SSS, Roma, 1983; Animazione come
educazione, ECIG, Genova, 1983; Il corpo logico-matematico, SSS, Roma, 1984;
Apprendi ad apprendere, Bertello, Cuneo, 1986; I contenuti dell’educazione fisica,
SSS, Roma, 1988; Pedagogia della corporeità nell’antropologia cristiana, Pezzini,
Viareggio, 1993; Movimento, gesto, azione, gioco, sport, I-II vol., Mondadori, Verona,
1989; Rumore, suono, ritmo, danza, musica, I-II vol., Mondadori, Verona, 1989;
Materia, segno, colore, immagine, arte, I-II vol., Mondadori, Verona, 1989; Logica,
probabilità, statistica, informatica, I-II vol., Mondadori, Verona, 1990; Educazione
corporeo-motoria e promozione, SSS, Roma, 1993; Programmazione nella scuola
materna, Sperimentazione e didattica, Roma, 1996; Lo spazio, l’ordine e la misura,
Sperimentazione e didattica, Roma, 1996; Educazione motoria nella scuola
elementare, Sperimentazione e didattica, Roma, 1996; Messaggi, forme, media,
Sperimentazione e didattica, Roma, 1996; Educazione al suono e alla musica,
Sperimentazione e didattica, Roma, 1996; Il corpo e il movimento, Sperimentazione e
didattica, Roma, 1996; Programma e programmazione nella scuola elementare,
Sperimentazione e didattica, Roma, 1996
 M., GORI, M., TANGA, Educazione motoria, guida alla programmazione, Adica Educa,
Firenze, 1989; Glossario di educazione fisica, Società Stampa sportiva, Roma, 1999;
Il corpo e l’azione motoria, Calzetti e Mariucci, Perugia, 1996; L’azione motoria tra
mente e cervello, Calzetti e Mariucci, Perugia, 1996; L’educazione fisica agli esami di
stato, Società stampa sportiva, Roma, 2000
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Mario Gori
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