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Lo chiamavamo Vicky - Centro di Documentazione Pier Vittorio

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Lo chiamavamo Vicky - Centro di Documentazione Pier Vittorio
Rassegna stampa documentario:
“Lo chiamavamo Vicky”
Biografilm 2011, particolare del manifesto
Biografilm Festival – International Celebration of Lives è il primo festival internazionale
interamente dedicato alle biografie e ai racconti di vita. Ogni anno Biografilm presenta un
programma di anteprime, focus di approfondimento, retrospettive e sezioni tematiche. Un festival
che non si esaurisce nella visione in sala, ma che porta le biografie all’attenzione del pubblico
attraverso una pluralità di mezzi espressivi (cinema, teatro, musica, letteratura) e si estende nel
tessuto cittadino toccando musei, gallerie d’arte, locali storici, librerie…
A Biografilm 2011 saranno di scena gli anni ’80. Un decennio che verrà raccontato partendo dai
suoi anni centrali: il 1985 e il 1986, tra l’edonismo made in Usa e la fine della Guerra Fredda,
rappresentano anni cruciali forieri di cambiamenti importanti che hanno segnato la storia mondiale
e che continuano ad influire sul mondo globalizzato anche dopo 25 anni. Denigrati, mitizzati,
esaltati: gli anni ’80 continuano, in un modo o nell’altro, ad essere al centro dell’immaginario di più
di una generazione.
Programma:
SELEZIONE UFFICIALE
Dieci grandi film, in anteprima, si contenderanno il Lancia Award | Biografilm Festival 2011.
American: The Bill Hicks Story - GIO 16, 22.00 | VEN 17, 22.30
Candyman: The David Klein Story - SAB 11, 20.00 | DOM 12, 22.30
Featherted Cocaine - MER 15, 21.00
Ingrid Betancourt, 6 Years in the Jungle - DOM 12, 20.00 | MAR 14, 18.00
Lo chiamavamo Vicky - VEN 17, 20.00
Marwencol - VEN 10, 20:00 | SAN 18, 15.00
My Kidnapper - SAB 11, 22:00 | LUN 13, 16.00
Otto Frank - Father of Anne - LUN 13, 20.00
The Parking Lot Movie - GIO 16, 20.00
The Bonnie & Clyde of Art - MAR 14, 20.30
Dalla Stampa del 11/06/2011
Dal sito Cinecittà.com del 13/06/2011
Dai siti: Bresciaoggi.it, larena.it, ilgiornaledivicenza.it del 13/06/2011 su:
http://www.bresciaoggi.it/
http://www.larena.it/
http://www.ilgiornaledivicenza.it/
Pier Vittorio Tondelli Film
documentario sugli anni giovanili
CINEMA. «Lo chiamavamo Vicky» di Negroni
La vita a Correggio dello scrittore attraverso interviste e documenti
Pier Vittorio Tondelli
Lo chiamavamo Vicky è il titolo del film documentario di Enza Negroni, ritratto inedito sugli anni
di formazione dello scrittore Pier Vittorio Tondelli a venti anni dalla sua scomparsa. Sarà
presentato in anteprima alla VII edizione del Biografilm Festival, unico film italiano in concorso,
venerdì 17 giugno.
Prodotto da Pulsemedia il film è stato realizzato con il contributo della Emilia - Romagna Film
Commission e con il prezioso aiuto della famiglia e di Viller Masoni, responsabile del Centro di
Documentazione Pier Vittorio Tondelli di Correggio.
È un Tondelli correggese quello ritratto da Enza Negroni che fin dal titolo rimanda al periodo
giovanile dello scrittore, vissuto in Emilia, a Correggio, dove amici e familiari lo chiamavano
affettuosamente Vicky. Raccontato con discrezione tra le mura e un piccolo borgo, come lo
definisce lo scrittore, dai suoi primi articoli giovanili fino al romanzo d'esordio e di grande
successo Altri libertini del 1980, il documentario è una puntuale introduzione alla biografia dello
scrittore, attraverso le testimonianze dirette dei suoi familiari e dei suoi amici degli anni Settanta
di Correggio, il poeta Giorgio Bonaccini, il fotografo Celestino Pantaleoni, il libraio Nino Nasi
della Libreria del Teatro di Reggio Emilia e il redattore Feltrinelli di Altri libertini, Aldo
Tagliaferri. Il documentario include scritti inediti di Tondelli, interviste su riviste d'epoca,
materiale video in bianco e nero dove si vede la Correggio degli anni Settanta, e numerose
immagini scattate da Celestino Pantaleoni che realizzò su richiesta dello stesso scrittore emiliano
uno dei primi servizi fotografici.
Da Veronacittà del 14/06/2011
Da l’Informazione di Reggio Emilia del 14/06/2011
Dal sito di Reggio24ore.com del 16/06/2011
Dall’Informazione il Domani del 17/06/2011
BAnteprima
del documentario di Enza Negroni
Altri libertini, la biografia
inedita di Pier Vittorio
“Vi c k y ” To n d e l l i
Lo chiamavamo Vicky, il film documentario di Enza Negroni, ritratto inedito sugli anni di formazione di
Pier Vittorio Tondelli a venti anni dalla sua scomparsa, sarà presentato in anteprima al Biografilm
Festival,unico film italiano in concorso, questa sera alle 20 al Lumière (via AzzoGardino). È un Tondelli
correggese quello ritratto da Negroni che fin dal titolo rimanda al periodo giovanile dello scrittore,
vissuto in Emilia, a Correggio, dove amici e familiari lo chiamavano affettuosamente Vicky. Raccontato
con discrezione tra le mura e un piccolo borgo, come lo definisce lo scrittore,dai suoi primi articoli
giovanili fino al romanzo d’esordio e di grande successo Altri libertini del 1980, il documentario è una
puntuale introduzione alla biografia dello scrittore, attraverso le testimonianze dirette dei suoi familiari
e dei suoi amici degli anni 70 di Correggio, il poeta Giorgio Bonaccini, ilfotografo Celestino Pantaleoni,
il libraio Nino Nasi della Libreria del teatro diReggio Emilia e l’e di to rFeltrinelli Aldo Tagliaferri.
Alla proiezione saranno presenti la regista, Fulvio Panzeri, curatore ufficiale delle opere di Tondelli;
Viller Masoni del Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli di Correggio
e Fausto Rizzi delegato di produzione per Pulsemedia.
Dall’Unità del 17/06/2011
Dall’Unità Emilia Romagna del 17/06/2011
Dal Corriere di Bologna del 17/06/2011
Dal sito del Giornale di Reggio del 17 giugno 2011
A Bologna in anteprima presentato il docufilm su Pier Vittorio Tondelli
Lo chiamavamo Vicky è il racconto della giovinezza dello scrittore
REGGIO EMILIA (17 giugno 2011) - Sarà mostrato in anteprima assoluta stasera, alle 20, nella sala Scorsese
del Cinema Lumière di Bologna il documentario sull'infanzia e la giovinezza di Pier Vittorio Tondelli, dal titolo
Lo chiamavamo Vicky, un documentario di Enza Negroni, prodotto dalla casa reggiana Pulsemedia, nell’ambito
del Biografilm Festival 2011, selezione ufficiale. Partecipano alla proiezione: Enza Negroni, regista del film;
Fulvio Panzeri, curatore ufficiale delle opere di Pier Vittorio Tondelli; Viller Masoni del centro di
documentazione Pier Vittorio Tondelli di Correggio e Fausto Rizzi, delegato di produzione per Pulsemedia."Se
leggete con attenzione i diversi capitoli di Altri libertini noterete che c'è un forte rimpianto dell'infanzia e della
prima giovinezza, è marcato ed è chiarito attraverso delle battute dove filtra la nostalgia di qualcosa che è già
avvenuto .." ( Aldo Tagliaferri ). Lo chiamavamo Vicky è un ritratto inedito sugli anni di formazione di Tondelli a
vent’anni dalla sua scomparsa, e sarà presentato in anteprima mondiale alla VII edizione del Biografilm Festival,
unico film italiano in concorso. Prodotto da Pulsemedia il film è stato realizzato con il contributo della EmiliaRomagna Film Commission. Il documentario include molti scritti inediti di Tondelli e nume- rose immagini
scattate da Celestino Pantaleoni. (g. m.)
Il Giornale di Reggio del 17/06/2011
Dall’Informazione il Domani di Bologna del 17/06/2011
Dal sito del Fatto Quotidiano del 17.06.2011
Lo chiamavano Vicky: un documentario
dedicato allo scrittore Pier Vittorio Tondelli
Finalmente qualcuno se n’è ricordato. Pier Vittorio Tondelli è stato il più grande scrittore italiano
degli anni Ottanta ed era giusto mescolare le sua straordinaria e libera scrittura con la forma
cinematografica del documentario.
Ci è riuscita la regista bolognese Enza Negroni con Lo chiamavano Vicky (produzione
Pulsemedia), venerdì 17 giugno alle 21, in anteprima nazionale al Lumiere di Bologna per
il Biografilm Festival.
Un biopic rallentato, sincero e ravvicinato rispetto alla sagoma oscurata dell’intellettuale reggiano,
scomparso nel 1991, a trentasei anni, per Aids.
Che il primo romanzo Altri libertini (1980) sconvolse la pubblica piazza per il suo naturale
realismo descrittivo di una omosessualità ancora passata sotto silenzio è così drasticamente
limitativo da gridare vendetta. Tondelli era un imponente, vivo, pulsante romanziere non ancora in
mano agli editing piallatori o alle corvée dei direttori di marketing che hanno reso la scrittura dei
grandi editori una pappa indistinta.
Se seguirete Lo chiamavano Vicky potrete accorgervi di quanto il suo linguaggio, le sue parole
sbocciassero da una sincerità morale non di certo prona al dio del mercato. Tondelli proseguiva
dritto per la sua strada letteraria: maturo nella scrittura, come dicono i testimoni nel documentario,
già a vent’anni “srolotava” la sua poetica tra un corso di laurea al Dams bolognese che pareva non
finire mai, alcune esperienze teatrali a Correggio (luogo che gli aveva dato i natali) e un rapporto
continuo tra quel mondo antico, emiliano, novecentesco che si stava trasformando in qualcosa di
opulento e ingrato come gli anni ’80.
Lo chiamavano Vicky, infatti, è prima di tutto una ricognizione geografica e spaziale dei luoghi
reggiani in cui Tondelli è vissuto, un confronto bianco e nero/colore tra urbe e campagna, tra
l’intimità di stanze e osterie: “notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le strade d’Emilia a
spolmonare quel che ho dentro”.
Successivamente scorrono lateralmente e verticalmente gli scatti e i frammenti fotografici che
ritraggono Tondelli ancora ventenne con barba lunga e i rari sorrisi che intervallano le sue pose
riflessive Negroni scava nella biografia nascosta dello scrittore, registra con pudore le
testimonianze di parenti e amici, fa leggere ampi stralci di Altri libertini e Camere separate.
Ne esce un racconto misurato e preciso su un Tondelli intellettualmente e politicamente resistente,
alla ricerca “del cosa fare da grande”, intento “a scrivere un interminabile romanzo/inventario dei
miti generazionali”. Non a caso la sequenza iniziale con cui la Negroni fa aprire il film è questo
tavolo zeppo di musicassette anni ’70-’80 dei Talking Heads e dei Clash, con a fianco una
tradizionale macchina da scrivere dai tasti bianchi con l’inchiostro che va e che viene.
Davide Turrini
Dal Resto del Carlino del 18/06/2011
Dalla Gazzetta di Reggio del 21/06/2001
Dal sito di Radio Emilia Romagna 21 giugno 2011
http://www.radioemiliaromagna.it/
Biografilm 2011, da Correggio a Bologna
I testi di Tondelli e l'esperienza della Traumfabrik di Bologna,
ovvero la fine degli anni '70
22 giugno 2011
La settima edizione del Biografilm Festival, l’appuntamento bolognese con le produzioni
audiovisive internazionali dedicate alle “storie di vita”, ha chiuso il 20 giugno con un bilancio
positivo per quanto riguarda i numeri e il gradimento del pubblico.
In tempo di crisi e di risorse limitate l’aver giocato la carta delle sinergie ha consentito di rilanciare
la manifestazione e di offrire alla città il contesto ideale entro cui inaugurare alcuni spazi urbani che
saranno, d’ora in avanti, protagonisti dell’estate bolognese.
Il contesto della Manifattura delle Arti (con il Museo di Arte Moderna e la Cineteca Comunale) era
il cuore pulsante del festival: proiezioni, incontri con gli addetti ai lavori (oltre 200 appuntamenti!),
presentazioni di libri, spazio espositivo ma anche apprezzato spazio di aggregazione dove mangiare,
bere, fare la spesa, incontrare gli amici ecc. Biografico e Biologico hanno trovato per una decina di
giorni una sintesi ideale nel prefisso BIO che caratterizzava le proiezioni (biopic), i prodotti
enogastronomici serviti al pubblico del festival, e l’attenzione all’ambiente ricordata e ribadita da
alcuni ospiti del festival, da alcuni film in programma e dal referendum nazionale su acqua ed
energia nucleare che ha chiamato alle urne milioni di italiani proprio nei primi giorni del festival.
Tanti film dunque ma anche ospiti, musica, teatro, libri, prodotti tipici, passerelle mondane e
bomboloni a mezzanotte, per un festival decisamente multidisciplinare che ha cambiato volto negli
anni, aprendosi alla città e catalizzando risorse e sostegno dalle istituzioni e dai privati. La
scommessa futura riguarda la dimensione internazionale (ovvero far conoscere ancora di più questa
creatura e, di riflesso, tutta Bologna con le sue specialità) e un supplemento di attenzione alle
associazioni di categoria per sfruttare al meglio le potenzialità offerte dal Biografilm e le
competenze specifiche consolidate nel tempo dalla squadra di appassionati organizzatori.
Interviste
Per quanto riguarda gli ospiti e gli eventi che hanno caratterizzato questa edizione (dedicata
soprattutto al tema degli anni ’80) rimandiamo al sito web http://www.biografilm.it/ e alle altre
rubriche dedicate al festival su Radio Emilia-Romagna, mentre nelle interviste che seguono ci
concentriamo su 2 produzioni che hanno un forte legame con il territorio emiliano romagnolo e che
raccontano luoghi, persone e un contesto socio-culturale estremamente influente per quelli che
saranno gli anni ’80 a Bologna e dintorni.
In occasione delle anteprime ufficiali abbiamo visto il documentario di Enza Negroni “Lo
chiamavamo Vicky” (un raffinato ritratto di Pier Vittorio Tondelli nel periodo precedente alla
pubblicazione di “Altri libertini”) e “Traumfabrik: via Clavature 20” (di Emanuele Angiuli) sulle
vicende di un gruppo di creativi che nella loro casa occupata hanno inconsapevolmente connotato
uno stile e un approccio all’espressione artistica tipicamente bolognesi esportati durante gli anni ’80
dal gruppo musicale Gaznevada, dalle illustrazioni di Andrea Pazienza e Filippo Scozzari, dalle
prime esperienze di video-arte, dalle fanzine dei centri sociali, dall’esperienza editoriale di
Frigidaire ecc.
Con Enza Negroni, Fulvio Panzeri (curatore dell’opera tondelliana) e con Viller Masoni
(responsabile del centro di documentazione su Tondelli) entriamo nel merito dell’opera di Tondelli
e del suo legame con il territorio riproposta nel documentario. Con Emanuele Angiuli, Filippo
Scozzari e altri ospiti torniamo invece alla fine degli anni ’70 nella casa occupata di via Clavature
per capire il fermento creativo di quel momento, i legami con la politica, il rapporto con la droga, e
quanto i deliri della Traumfabrik siano stati determinanti per lo sviluppo di una via bolognese
all’underground.
Al curatore artistico e ideatore del festival Andrea Romeo lasciamo invece il compito (con le
battute introduttive) di delineare i connotati del Biografilm e un cenno sui futuri sviluppi della
manifestazione.
Dal Giornale di Reggio del 21/06/2011
Dal Resto del Carlino di Reggio Emilia del 21/06/2011
Dall’Unità del 23/06/2011
Dalla Gazzetta di Reggio.it del 23/06/2011
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