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Guardando il Mondo da un Oblò

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Guardando il Mondo da un Oblò
Guardando il Mondo
da un Oblò
Periodico dell' Istituto Comprensivo “San Vittorino - Corcolle” - Roma
ANNO 7°, NUMERO 3 Giugno 2015
Lettera alla scuola
Cara scuola, questi anni sono passati troppo in fretta, sembra quasi ieri quando entrammo con i
nostri genitori da quella porta che ci aprì un nuovo mondo completamente diverso da quello a cui
eravamo abituati.
Grazie, perché ci hai
fatto
conoscere
persone così brave che
ci
sono
state
accanto,
ci
hanno
sostenuto e aiutato,
le stesse persone delle
quali, all’ inizio,
avevamo timore. Tu
nonostante
sia
piccola e non del tutto
attrezzata sei stata,
per tutto questo tempo,
come una seconda
casa.
Ci hai trasmesso un
clima di familiarità : tra
le
tue
mura
abbiamo pianto, riso,
giocato,
siamo
cresciuti e non ci
stancheremo mai di
venirti
a
trovare.
Oramai la nostra
vita con te è finita. Il
nostro
viaggio
continuerà
in altre
strutture, molto più
grandi e altrettanto
funzionali,
ma
rimarrai “Grande“ nel
nostro cuore. Una
volta oltrepassato quel
cancello,
diventeremo
dei
numeri
in
un
registro, che verranno
chiamati per essere
esaminati.
Potremo
solo sognare tutti i
progetti, le gare, i
concorsi e le gite
che
abbiamo
organizzato qui. Ci manca solo un ostacolo da superare, ossia l’ esame di stato! Una volta superato
(forse……) ce ne andremo per sempre. Speriamo che non cambierai e che continuerai ad
accogliere gli alunni che verranno, a porte aperte. Ora ti salutiamo e ti diciamo “ciao”,
ringraziandoti per tutto quello che ci hai dato, trasmesso e insegnato.
Con affetto: Sara Fabbri, Dalila Oliverio, Renèe Del Vecchio e Beatrice Nercelli (IIIC)
P.S, aspettati una nostra visita!!!
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
2
Il primo anno alla scuola media
Questo mio ultimo anno scolastico è "volato", mi sembra ieri che varcavo il cancello della scuola,
emozionato per iniziare questa mia nuova avventura.
Oggi devo descrivere questo anno scolastico con 3 immagini: non è semplice, ma ho scelto tre giornate
diverse una dall'altra e tre momenti belli da raccontare.
Come prima immagine ho scelto "Il giorno della Memoria": a scuola sono state invitate a parlare due
persone che hanno avuto parenti vittime della Shoah; la sala prima del loro arrivo è stata disposta in tre file
verticali, una orizzontale e in successione le strette "stradine" che portavano alla cattedra posta davanti alla
lavagna elettronica. Lì si sono seduti la signora e il signore che hanno iniziato a parlare di quei momenti
tristi, il silenzio era "emozionante": strano, visto che eravamo in molti in quella aula, I II III media e V
elementare, docenti ed alcuni genitori. Mi sentivo strano, cercavo di immaginare quei posti dove l'orrore era
sovrano. Con mamma e papà alcuni anni fa sono stato a Dachau, ho visitato il campo di concentramento e
forse per questo mi sentivo senza parole, concentrato ad ascoltare queste descrizioni da "pelle d'oca",
rivedevo nella mia mente queste persone attraversare il cancello dove la scritta "Arbeit macht frei" li traeva
in inganno; i lunghi viali alberati, la zona dormitorio ma soprattutto la camera a gas e i forni crematori....se
ora chiudo gli occhi e canticchio la canzone dì Guccini posso rivedere queste forti immagini... Non sono
belle immagini, ma è la storia del nostro passato che non possiamo cancellare, possiamo solo far sì che non
accada più.
La seconda immagine importante per me è stata la gita a Villa Gregoriana con tutta la classe, un pomeriggio
diverso, interessante ascoltare la guida che raccontava nei dettagli ed in modo semplice da capire la storia di
questa Villa. Per limitare il costo della gita e visto che Tivoli non dista molto da San Vittorino alcuni
genitori ci hanno accompagnato con le proprie auto. Strano che molti di noi non fossero ancora stati lì;
arrivati trovammo un grande cancello nero che si affacciava su di un dirupo e da lì si vedeva bene il Tempio
della Sibilla, una cascatella del fiume Aniene scendeva fino alla grotta delle sirene, buia ma bellissima,
piena di lisci soffitti in pietra. E' bellissimo anche il promontorio da cui scende la seconda cascata più alta
d'Italia, dopo quella delle Marmore. É stato un pomeriggio di sole e noi immersi nella natura potevamo
immaginare la vita di quei tempi in cui le persone non avevano la tecnologia del giorno d'oggi, ma
realizzavano delle cose incredibili. Per concludere la giornata in bellezza ci siamo mangiati tutti un buon
cono gelato, siamo stati davvero bene! Di sicuro tornerò a visitare Villa Gregoriana, magari farò io da guida
a mio nonno che non l'ha ancora visitata.
Ora la terza immagine, per alcuni forse sembrerà un po' strano ma per me importante visto che mi ripaga,
una soddisfazione per me e forse uno dei momenti che gioverà sulla mia pagella, il massimo voto preso
nell'interrogazione di storia; il voto fu 10 con il professor Ferrari, il più severo. Non so come, ma io il
giorno prima studiai molto storia perché avevo il presentimento che mi avrebbe interrogato; prima di iniziare
ci dà un tempo di 5 minuti per ripassare, ma noi non sappiamo chi sarà lo sfortunato; sentire il tuo nome è
strano perché prima di iniziare c'è un profondo silenzio, solo un leggero vocio delle ultime preparazioni
e quel giorno, con le finestre chiuse, ho sentito rimbombare nell'aria il mio cognome.
Credo a chiunque sarebbe sobbalzato il cuore, alcune volte capita anche quando si sente il nome di qualcun
altro; sempre, in ogni interrogazione, ti chiede un argomento a piacere, il mio furono le crociate, mi sentivo
sicuro così iniziai a parlare. Sono stati quindici minuti ma sono sembrati un'ora, mi fece molte domande, mi
aspettavo un voto alto ma ero un po' timido a chiedere ad alta voce il voto e quindi me lo feci dire in privato,
Sono tornato a casa felice e soddisfatto ... I miei sforzi sono stati ripagati! Queste sono le tre immagini che
porterò con me di questo anno scolastico.
Claudio Passeri, IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
3
Festa per l’ultimo giorno di scuola
L’8 giugno i ragazzi hanno salutato la scuola, i professori, i collaboratori. Alcuni di
loro non torneranno a settembre:
dopo gli esami, ognuno prenderà la
sua strada, si è iscritto alla scuola
superiore, diventerà “grande”. Tanti
altri invece, dopo una lunga e
meritata vacanza, torneranno sui
banchi di scuola, ad ascoltare le
lezioni di professori vecchi e nuovi.
Per salutarli con gioia, è stata
organizzata a San Vittorino una
serie di eventi di fine anno
scolastico: una mostra concorso
fotografico,
con
premiazione,
l’inaugurazione di una scultura, una
mostra dedicata all’Italia tra le due
Guerre mondiali, un mini torneo di
pallavolo.
Il concorso fotografico è giunto quest’anno alla sua seconda edizione: si intitola
“Quello che le parole non dicono”. I ragazzi devono scattare tutte le fotografie che
vogliono, scegliere una o due di esse, accompagnarle da una poesia, celebre o
d’invenzione, e partecipare al concorso.
Quest’anno la giuria era composta dagli insegnanti Versace e Gnecchi e dalla Vice
Preside Grillo; tutti è tre hanno confessato che la scelta è stata molto difficile, perché
le foto erano davvero molte e tutte significative. Dopo attenta analisi, i vincitori sono
stati i seguenti:
IIIA – Marika Taddei
IC – Serena Di Marco, Claudio Passeri, Giada de Feo,
IIC – Cristina Ciobanu e Carmen Sabatino
IIIC – Sara Fabbri, Beatrice Nercelli
e Dalila Oliverio
ID – Licia Galasso e Nicola Valletta
IID – Stefano Proietti
I ragazzi, vincitori e partecipanti tutti, sono stati premiati dai professori con libri e
DVD, ed hanno inoltre ricevuto un diploma di partecipazione a ricordo della
manifestazione.
Il Prof. Coletti ha inoltre organizzato un mini torneo di pallavolo che ha coinvolto
gli alunni e i professori: in campo c’erano proprio tutti e la squadra vincitrice,
premiata con tanto di medaglia, aveva come mascotte la professoressa di Spagnolo,
Michela Milella!
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
4
Un
momento
davvero
emozionante è stato quello in
cui è stata inaugurata la scultura
del Museo diffuso, iniziativa che
prende avvio quest’anno e
attraverso la quale si vuole
abbellire il cortile antistante la
scuola secondaria. Durante
l’anno, gli alunni, aiutati dalla
Prof.ssa
di
Arte,
Monica
Aquilani, hanno progettato una scultura e realizzato un bozzetto. La bravura del
collaboratore, Massimiliano Vignaroli, ha trasformato il bozzetto in un’opera in
ferro battuto simboleggiante la pace, perché la nostra è una scuola “per la pace”.
Gli alunni della IIC hanno intonato per l’occasione la canzone degli U2 “Sunday
bloody Sunday”, mentre quelli di IC hanno letto i famosi discorsi di Martin Luther
King, “I have a dream” e di Charlie Chaplin tratto dal film “Il grande dittatore”.
Mentre tutto ciò accadeva, gli alunni di IIIC hanno fatto da “ciceroni” della mostra
“L’Italia tra le due guerre”: per gentile concessione dei
genitori, molti alunni della scuola hanno portato
memorie storiche importantissime: fotografie di
bisnonni, tessere di iscrizione all’Associazione
Nazionale
Combattenti,
monete,
bossoli
di
mitragliatrici, schegge di bombe, medaglie al valore,
lettere dal fronte, riviste d’epoca, una bellissima
macchina da scrivere degli anni ’20, insomma, una
quantità di oggetti di enorme valore storico ed
affettivo. Con essi è stata allestita una mostra per
commemorare tanto la Prima quanto la Seconda
Guerra mondiale.
Alla giornata hanno partecipato molti genitori,
tutti i bambini della scuola elementare di San
Vittorino e gli insegnanti coinvolti.
È stato un successo, un momento di condivisione e di gioia, un’occasione
che speriamo di ripetere anche l’anno prossimo, per lasciare un ricordo che
duri tutta l’estate, per chi torna a settembre, tutta la vita, per chi comincia
un nuovo cammino.
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
5
La Mia scuola
La scuola di San Vittorino si trova in
un piccolo paese, dove ci sono le
elementari e le medie. Le aule sono
accoglienti e luminose, c'è anche la
mensa per i bambini delle
elementari. Abbiamo dei bravi
insegnanti che ci spiegano tante cose
importanti, quando ci sono delle
belle giornate ci fanno uscire per
giocare all'aperto, però mi dispiace
che non abbiamo uno spazio
riservato per fare educazione fisica
ma per me resterà sempre una bella
scuola
Sofia Luzi III Elementare
Io mi trovo tanto bene nella mia scuola. Sto
imparando tantissime cose belle, gli insegnanti
ci portano anche fuori a giocare e mi diverto
tanto con i miei amici. San Vittorino è una
scuola super mega bellissima, sembra una casa
perché non c'è la palestra, vorrei che ci fosse
però mi diverto lo stesso con i miei compagni.
Desiree Nucilli III Elementare
●
●
●
Nella nostra scuola c'è
anche il maestro Giuseppe
che ci insegna musica e
cantiamo le canzoni di
altre città suonando il
flauto
Denise Bartocci III Elementare
●
●
●
La mia scuola non è proprio bella,
a volte per renderla più bella
intervengono i nostri genitori e i
nostri maestri. Nonostante questi
problemi vi assicuro che in questa
scuola c'è tanto amore.
Matteo Telesco III Elementare

La mia scuola non è come le
altre scuole, ha quattro classi è
piccolissima che sembra quasi
una casa. La mensa l'hanno
messa da due anni, le cuoche
sono brave e i piatti golosi. Un
giorno hanno deciso di farci
mangiare i piatti tipici
dell'Europa; questa idea mi ha
incuriosito molto perché in
questo modo abbiamo
occasione di conoscere cibi
nuovi. Le maestre sono brave,
un po' severe è un po' dolci. La
cosa che mi piace di più in
questa scuola è la creatività,
perché ci sono molte
decorazioni realizzate da noi
alunni. Non trovo molti
problemi nella mia scuola
l'unica cosa che vorrei
cambiare è il colore della mia
classe, che vorrei fosse più
vivace.
Patrizio Pitzoi III Elementare

GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
6
Ventitré anni fa, la STRAGE DI CAPACI
Giovanni Falcone, da sempre impegnato nella lotta contro la Mafia, era un giudice e magistrato che venne
assassinato il 23 maggio del 1992, sull’ autostrada della A29 allo svincolo di Capaci, vicino Palermo, in un
attentato mafioso. Oltre a Falcone persero la vita anche sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della
scorta. Per molti giornali locali quali “Il pizzino “, non
era altro che uno dei soliti incidenti causati da gente che
aveva bevuto e che andava troppo veloce per strada.
Come dicono le citazioni precauzionali, il grande
problema della Sicilia è proprio il numero di questi
incidenti. In realtà la strage era ben organizzata e non
accidentale come diceva la stampa. Circa 400 kg di
tritolo (esplosivo) erano piazzati sotto la carreggiata, che
esplose distruggendo la corsia in cui Falcone stava
passando. La prima ipotesi fu quella della “tragica
casualità“: si disse che il vero obiettivo fosse quello di
disastrare l’autostrada per bloccare i lavori di
manutenzione del tratto di strada ma, ovviamente, tale la
teoria fu subito annullata. Si dice che dopo la diffusione
della notizia della morte del Giudice Falcone, i mafiosi
prigionieri nel carcere di Ucciardone, abbiano
felicemente festeggiato. La questione rimase in sospeso
fino al 2002 quando, dopo tanto tempo, vennero definitivamente accusate 24 persone e 12 mandanti. Falcone
morì mentre era trasportato all’ospedale. Già in precedenza il Giudice era stato soggetto a un attentato,
questo il 21 giugno del 1989, quando Falcone con dei suoi collaboratori era in una villa vicino al mare.
Anche in questo caso venne usato il tritolo, ne vennero posizionati 58 candelotti in mezzo agli scogli. I killer
volevano così raggiungere i loro due obiettivi: Uccidere Falcone, grande perseguitore dei mafiosi, mentre
scendeva in spiaggia facendo esplodere il tritolo; uccidere i suoi colleghi che stavano indagando sul
riciclaggio di soldi che interessava la tratta Sicilia- Svizzera. L’attentato fallì, molte sono le ipotesi che
spiegano tale fallimento, una di queste dice che i killer non riuscirono a far esplodere il tritolo per via del
telecomando difettoso, altri dicono che le bombe siano state manomesse da qualcuno che aveva scoperto il
piano dei killer salvando così la vita del giudice Falcone.
Personalmente, non conoscevo molto bene la storia di
Falcone, sinceramente non credevo che per ucciderlo
avessero usato persino gli esplosivi. Non serve dire che
persone come lui o Borsellino siano da ammirare. Sono
persone coraggiose, che credono nei loro ideali a tal punto
da rischiare la propria vita. Falcone era contro “Cosa
nostra” e questo fa di lui una persona integerrima, è
doveroso ricordarla a 23 anni dalla sua morte. Penso anche,
però, che purtroppo poche persone non bastino per
combattere un male così grande della nostra Italia: Falcone
e Borsellino, da soli contro la Mafia? Forse era scontato che
avrebbero ucciso prima uno e poi l’altro, Falcone stesso se
lo aspettava. Dovrebbero esserci più persone come lui, più
giusti e più coraggiosi ad estirpare uno dei mali peggiori del
nostro paese.
Per la legalità, per non dimenticare.
Dalila Oliverio, IIIC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
7
Salvaguardiamo l’ambiente!
ell’ultimo secolo le condizioni del nostro pianeta sono peggiorate notevolmente: gli incendi,
l’abbattimento di boschi e foreste, lo sfruttamento del suolo e delle acque e l’inquinamento hanno
modificato il clima, gli habitat e messo in evidenza il ruolo negativo del più evoluto ma anche del
più pericoloso abitante dell’ecosistema: l’UOMO. Il tema AMBIENTE è molto importante e
attuale. A questo proposito il nostro Istituto ha deciso di coinvolgere i ragazzi in un progetto riguardante
l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile. In particolare, nell’ora dedicata alla materia “alternativa”,
si sono sviluppate tematiche quali: le cause e le conseguenze dell’inquinamento, le organizzazioni che
tutelano l’ambiente, i vari incontri tenuti fra i paesi del mondo per discutere sui problemi ambientali, risorse
rinnovabili e non e i rifiuti. Uno dei problemi più preoccupanti oggi è l’inquinamento. Le cause sono distinte
in fonti naturali (vulcani, ghiaioni e processi biologici) e fonti antropiche (traffico veicolare, riscaldamento
domestico, industrie). L’inquinamento è dovuto anche al consumo delle risorse energetiche da combustibili
fossili e dell’energia nucleare. Una delle conseguenze dell’inquinamento è il surriscaldamento del globo.
Nel suo processo naturale l’energia solare entra nell’atmosfera attraverso le radiazioni luminose e riscalda la
Terra. L’energia viene poi di nuovo irradiata verso lo spazio sottoforma di raggi infrarossi. Una parte di
questi è trattenuta dall’atmosfera e consente di mantenere entro limiti
accettabili la temperatura del pianeta. In seguito alle enormi quantità di
biossido di carbonio liberate nell’aria, l’atmosfera è diventata più spessa
perciò trattiene gran parte dei raggi infrarossi. Quali sono, dunque, le
conseguenze del surriscaldamento del globo? Lo scioglimento dei
ghiacciai, i mutamenti stagionali, la siccità, la desertificazione, uragani e
alluvioni imprevedibili. Inoltre l’emissione dei gas-serra nell’atmosfera
contribuisce all’aggravarsi del buco dell’ozono. Ciò è dovuto ai gas
chiamati clorofluorocarburi. Se lo strato di ozono si riduce, aumenta la
quantità di radiazioni che raggiunge la superficie terrestre. Il fenomeno
potrebbe avere effetti negativi sulla vita di microrganismi, piante, animali e
perfino nell’uomo. Conseguenza dell’inquinamento sono anche le piogge
acide dovute alla liberazione nell’atmosfera di anidride solforosa e biossido di azoto. Questi sono convertiti
in acido solforico e acido nitrico che acidificano le precipitazioni abbassandone il pH.
Un altro dei problemi ambientali più urgenti oggi è quello dei rifiuti. È un rifiuto qualsiasi materiale
derivato da un’attività umana e destinato all’abbandono o alla distruzione. I rifiuti sono classificati in urbani
o speciali, in base alla loro origine, e in pericolosi o non pericolosi, a seconda delle loro caratteristiche. Sono
rifiuti urbani gli scarti domestici, compresi quelli ingombranti, l’immondizia e gli scarti vegetali provenienti
da giardini o parchi. Oggi si producono così tanti rifiuti che è difficile smaltirli. Questo problema è iniziato
con la comparsa di contenitori di vetro, barattoli e lattine di alluminio, e oggetti di plastica. Il WWF ritiene
che una pubblica amministrazione debba mettere in atto tutte le strategie per ridurre la produzione dei rifiuti,
incentivare le forme di riutilizzo e riparazione dei rifiuti e potenziare le raccolte differenziate di qualità per
incrementare al massimo il recupero della materia. Cos’è il WWF? Il WWF è una delle organizzazioni che
tutelano l’ambiente e fa parte degli organismi non governativi, insieme a GreenPeace, Legambiente, Italia
Nostra, E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali), L.A.V. (Lega Anti Vivisezione), L.I.P.U. (Lega
Italiana Protezione Uccelli). Gli organismi non governativi sono invece A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la
Protezione Ambientale), A.N.P.A. (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), E.N.E.A. (Agenzia
Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e M.A.T.T.M. (Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare). Oltre a tali organizzazioni nazionali e internazionali,
anche gli Stati si occupano di risolvere i vari problemi ambientali.
N
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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L’11 dicembre 1987 è stato firmato a Kyoto in Giappone da più di 160 paesi il protocollo di Kyoto, un
trattato internazionale riguardante il surriscaldamento del globo. Tutti i paesi aderenti dovevano mantenere
l’impegno a diminuire l’emissione dei gas
inquinanti nell’atmosfera per evitare un ulteriore
assottigliamento della fascia di ozono; gli impegni
sono stati rispettati solo in parte e in certi casi per
niente. Dopo cinque anni, nel 1992, si sono riuniti
a
Rio de Janeiro, in Brasile, 183 capi di Stato, 700
rappresentanti di ONG e migliaia di esponenti della
società civile venuti da tutti i paesi del mondo, per
discutere sullo stato di salute del Pianeta e dandosi
degli impegni per affrontare i successivi venti anni
con l’obiettivo di ridurre l’emissione di sostanze
inquinanti. Fra il 13 e il 22 giugno 2012 si è tenuto,
dunque, un altro Summit della Terra chiamato
Rio+20. Nella dichiarazione finale intitolata “Il
futuro che vogliamo” gli Stati sono stati
incoraggiati a delineare gli obiettivi globali di
sviluppo sostenibile e a predisporre altre misure atte a rafforzare la gestione delle risorse ambientali a livello
globale, a migliorare la sicurezza alimentare, a potenziare la protezione degli oceani e a promuovere un’
economia verde. Dopo questi vertici si può senz’altro dire che si fa un gran parlare ma poi alla resa dei conti
si conclude ben poco. Infatti le argomentazioni sono sempre le stesse e i buoni propositi scritti solo su carta.
Fra poco ci sarà un altro incontro a dicembre di quest’anno a Parigi, dove si discuterà di gas serra e della
prevenzione del surriscaldamento globale. Se vogliamo evitare conseguenze irreparabili per il futuro
dobbiamo adottare comportamenti più rispettosi verso l’ambiente, a cominciare dai piccoli gesti quotidiani
come: preferire l’utilizzo di mezzi pubblici, veicoli elettrici o biciclette al posto dell’automobile; evitare
l’uso di deodoranti e lacche spray; gestire correttamente la corrente elettrica, fare la raccolta differenziata;
ridurre la produzione di rifiuti e non sprecare l’acqua. Ti hanno mai detto che quando ti lavi i denti sprechi
una grande quantità di acqua potabile? Infatti, quando laviamo i denti e lasciamo scorrere l’acqua, si
possono facilmente consumare 30-60 litri di acqua. Se invece si usa l’acqua esclusivamente per bagnare e
risciacquare lo spazzolino si consumano solo 2 litri di acqua.
Lo sapevi che per fare 700 sacchetti di carta si deve abbattere un albero di 15-20 anni? Quando fai la
spesa, usa una borsa di tela o di rete. Eviterai di far finire il tuo sacchetto di plastica in mare e far morire
un animale marino. Dunque ragazzi impariamo a distinguere le azioni dannose per il pianeta da quelle
buone per la natura perché esiste una sola Terra e tutelare gli equilibri naturali del pianeta significa tutelare il
nostro futuro!
Gaia Mangiaracina
Classe III B
L' altro giorno ho letto un articolo molto interessante sul giornale, in cui era scritto che stiamo assistendo
alla diminuzione di deforestazioni e disboscamenti.
Questo però non vuol dire che la piaga della deforestazione sia sulla strada del tramonto.
Certo è stata a lungo una strada segnata da continue sconfitte, ma negli ultimi anni la lotta per salvare il
pianeta dalla deforestazione e dalle sue tragiche ricadute sul clima sta registrando qualche vittoria, anche se
in alcune parti nel mondo non è ancora molto ben definito questo miglioramento. L'Occidente si muove, e
gli sforzi di rimboschimento sono reali. In effetti ci sono aree del mondo dove il rimboschimento sta
ottenendo di ovviare ai danni atmosferici causati dalla deforestazione del Sud-America e del Sud Est
asiatico: audaci iniziative di rimboschimento si sono avute sia in Australia che in alcuni paesi africani,per
non parlare della Cina, che pur continuando a essere una grande inquinatrice sta abbracciando programmi
ambientalisti.
Ovviamene il risultato finale dovrebbe essere quello di mantenere foreste e boschi per un ambiente meno
inquinato e molto più sano.
Alessio Bartucca IIC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
9
Per rendere la nostra scuola più rispettosa dell’ambiente si potrebbe isolarla
meglio in modo che sia più calda d’inverno e fresca d’estate.
Così si potrebbe risparmiare anche energia.
Una buona idea potrebbe essere quella di mettere i pannelli solari
per produrre energia elettrica in modo che oltre a risparmiare corrente
questi potrebbero produrla quando è chiusa.
Il giardino potrebbe essere più curato con più alberi che producono ossigeno
e quelli che ci sono potarli invece di tagliarli o almeno ripiantarli.
Bisognerebbe cercare di raccogliere l’acqua piovana per riutilizzarla
anche per innaffiare il giardino.
Altro non mi viene in mente ma anche fare solo questo
sarebbe
già qualcosa
Giada de Feo IC
Secondo me per migliorare ambiente e
scuola ogni alunno potrebbe fare
correttamente la raccolta differenziata o
coltivare una piccola aiuola e così facendo si
migliorerebbe la natura.
Alessio Cedrone IC
Per rendere la nostra scuola più rispettosa
dell’ambiente non si dovrebbero tagliare
gli alberi, ma rispettarli e curarli ,evitare
che nei bagni ci sia spreco di acqua,
utilizzare la luce
del sole per illuminare la nostra classe,
risparmiando la corrente, evitare di
accendere
i riscaldamenti durante giornate calde.
Seguendo questi consigli secondo me
l’ambiente
sarebbe rispettato e ci potrebbe essere
meno spreco.
Federico Buffone IC
Per cambiare la nostra scuola in modo da rispettare
l'ambiente, io farei alcuni lavoretti. Per prima cosa
toglierei tutte le erbacce e pianterei dei bellissimi fiori
colorati in delle aiuole, metterei alcuni vasi decorati con
dentro delle piante, poi taglierei l'erba alta, pianterei
anche qualche altro albero, eviterei di buttare cartacce
in terra,soprattutto nella nostra aula, tutte quelle cose
che non inquinano il mondo che ci circonda. Nella nostra
scuola non c'è molto da cambiare perché i nostri
professori rispettano l'ambiente e fanno in modo che lo
facciamo anche noi.
Serena Di Marco 1C
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
10
Una Scuola per l'ambiente
Guardandomi intorno spesso mi accorgo che molti di noi non hanno
rispetto per l’ambiente perché gettano le “cose” in terra anziché nei cestini
dei rifiuti e quando li usano non sono attenti al riciclo. Anche a scuola è
così, nonostante ci siano raccoglitori diversi ed ognuno di noi sa come
usarli, ma non lo fa. Ho pensato che potrebbe essere interessante far
aderire la scuola a progetti pubblici o privati dove il riciclo possa creare
“ricchezza”. Il primo obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi, di
conseguenza le famiglie mostrando quali sono i benefici economici ed
ambientali che si otterrebbero dal giusto riciclaggio, poi, per ogni classe , si
può pensare ad un premio per chi totalizza il punteggio più alto per la
quantità di riciclo e perché no… un premio in denaro alla scuola che in
tutto l’anno ha ottenuto il punteggio più alto. Sto facendo un “giro” su
internet: ci sono aziende che già propongono questo tipo di progetto, dando
alle scuole un macchinario chiamato “compattatore” che raccoglie, separa e
compatta il materiale, tipo quello che ho visto da McDonald’s Roma Est.
Visto che ormai nessuno fa niente per niente il pensiero di ricevere un
premio può essere un buon incentivo!!!
Daniele Tossici IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Una mostra a New York ha come oggetto dipinti che ritraggono finestre e quel che si vede. Ecco cosa
vedono i nostri alunni...
Il mondo dalla finestra, cosa vedi dalla tua?
Seduto sul mio letto, mi guardo attorno, la mia camera ha pareti bianche e la finestra grande,
incorniciata da legni marroni e con un'apertura in ottone, molto liscio, cattura la mia attenzione.
La spalanco, all'esterno si intravede un albero di ulivo secolare, maestoso è leggermente piegato con
dei rami che si prolungano elegantemente verso il cielo, mi accorgo che le nuvole vanno e vengono,
a volte si fermano e prendono la forma di animali, sono in contrasto con l'azzurro, che però pian
piano nell'orizzonte diventa sempre più bianco e sparisce sulle molteplici case di tutta Roma.
La stradina bianca, romantica, divide il vasto tappeto di fili d'erba del mio giardino, i frutti tondi e
lucenti risplendono sotto le verdi foglie ovali dell'albicocco e del melo.
Alcune olive sono cadute ai piedi degli alberi che circondano il prato, pronte ad essere prese dai neri
corvi, altre ancora attaccate dove le lisce foglie lasciano intravedere il cielo, è qualcosa di
meraviglioso! Poco lontano un simpatico boschetto di lavanda e rosmarino, di un lilla intenso che
separa casa mia da un vasto prato e nasconde la rete metallica a quadri 3 x 3 cm che è necessaria per
non far entrare gli animali nel mio giardino, infatti dall'altra parte del recinto oggi sono presenti
bianche pecore dalla folta lana e i pastori maremmani che sembrano stiano giocando a rincorrersi. È
un'immensa pianura su cui, qua e là, si posano dei piccoli colli, dietro tutto questo "si erge" una
Roma maestosa, le case, viste da qui, sembrano tutte dello stesso colore, bianco.
Posso intravedere le grandi distese di pannelli solari che sembrano provenire da qualche cosa di
futuro in contrasto con il casale costruito ormai in un lontano passato. Mi accorgo che a guardare
tanta bellezza il tempo vola, ora il sole sta cambiando colore, è quasi elegante vedere il tramonto
attraverso l'irregolarità della distesa, il sole che rosseggia sul cupolone è uno spettacolo che toglie il
fiato. Solo quando piove e le nuvole sono nere e fanno rumore, la terra trema e mi sembra di non
riconoscere più il posto; i colori d'improvviso cambiano e diventano grigi.
Oggi però per fortuna è stata una bellissima giornata, calda, così da poter godere di questi bei colori.
Da questa mia finestra si vede il grande distacco dalla libera campagna rurale, classica italiana, alla
metropoli millenaria della capitale. San Pietro non mi sembra così lontano, lo posso vedere ad
occhio nudo, le grandi gru che lo circondano, i palazzi... se ci penso però non vedo colori, tutto mi
sembra grigio, forse per lo smog che è presente in questa città.
Pochi chilometri in linea d'aria e tutto cambia. Dalle gradazioni del verde che ha il mio giardino e il
pascolo di fronte dove la sera pascolano i cavalli: sembrano selvatici talmente le loro frange
"ipnotizzanti" si liberano correndo nell'aria che li circonda; sono di svariati colori, dal nero cupo al
bianco, alle gradazioni del chiaro grigio della città.
Sono felice di poter godere di tutto questo: ogni stagione che cambia vede il giardino mutare vestito,
gli alberi da spogli diventano fioriti e poi pieni di foglie e succosi frutti, il prato d'inverno a volte è
bianco, brinato, quasi irriconoscibile; in autunno poi il giallo domina tutto.
Ora il sole è ormai tramontato, il cielo si dipinge di mille colori, dal rosso al viola, dal giallo al blu.
Chiudo gli occhi e immagino il dipinto che potrei creare: FINESTRA SU ROMA.
Sono emozioni che puoi notare con attenzione facendo scorrere le dita sulla finestra ruvida in una
manciata di secondi o godertela lasciando tutto il resto in un angolo.
Claudio Passeri I C
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Dalla mia finestra vedo una parte del mio quartiere, “Corcolle”. Il paesaggio è urbano ma ogni
casa ha un giardino o un orto. La prima cosa che mi trovo di fronte è un albero di carrubo molto grande e
molto bello che è piantato nel mio giardino. Vedo anche un pezzettino dell'orto che coltiva mio padre che,
in realtà, è molto più grande e dove pianta molte cose buone. Dopo il grande carrubo, vedo due strade
alberate: quella a destra che va in salita quella a sinistra che va in discesa e di fronte casa mia, che per
fortuna è poco trafficata. Gli alberi sulle vie sono degli enormi pini sui quali ci sono molti nidi di uccelli.
Nelle vicinanze c’è una casa che nel giardino ha dei pavoni e la sera spesso si sente il loro richiamo.
Quando i vicini fanno delle feste ogni tanto fanno esplodere dei fuochi di artificio che hanno dei bellissimi
colori. Quasi di fronte alla mia finestra hanno costruito anche delle nuove case quadrifamiliari dove sono
venuti da poco ad abitarci con quattro cani che giocano fra di loro. Sulla strada principale si vedono gli
autobus che passano tutto il giorno. Si vede anche una piccola parte del tetto della casa di mia nonna che
ha un cortile molto grande, dove ci sono anche i gatti che salgono sugli alberi e che spesso salgono sulla
soglia della finestra.
Guardando più lontano, c’è la via Prenestina, subito dopo si vede la via Tiburtina, che la sera è molto
illuminata. Si vede anche l’autostrada A24 cioè la Roma-l'Aquila. Poi, molto più lontano sulla sinistra c’è
la periferia di Roma e alla mia destra c’è Tivoli. In lontananza si vedono diverse fattorie dove ci sono dei
casali che allevano ovini e coltivano i terreni a grano. Mi capita spesso di vedere i trattori piccolissimi che
arano e lavorano i terreni alzando una nuvola di polvere o le pecore pascolare. Quando il tempo è buono e
l’aria è pulita si riesce a vedere una buona parte del comune di Guidonia. Le costruzioni però sono troppo
piccole per distinguerle bene.
Dalla mia finestra si vedono molte cose e provo piacere e felicità nel poter vederne così tante. Spero che
questo panorama possa rimanere così come è per sempre. Purtroppo però immagino che aumenteranno le
costruzioni e scompariranno sempre più le zone verdi.
Giada de Feo IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’…
Quando mi appoggio al davanzale della mia
finestra per pensare, vedo la casa dei miei vicini
tutta colorata, con dei vasi pieni di fiori colorati,
e ogni volta che li guardo penso alla primavera
e all'estate; vicino ci sono dei grandi alberi di
pino che un po' la coprono e la oscurano.
Davanti a questa casa c'è un grande prato dove
gioca un gruppo di ragazzi, che quando li
guardo mi mettono allegria. Dalla mia finestra
si vede anche una chiesetta che ogni mattina ci
rallegra con il suono delle sue campane,
soprattutto la domenica mattina quando c'è la
messa. Vedo anche il pino di mio nonno, che è
più alto e più grande della nostra casa di tre
piani, e solo a guardarlo mi vengono le
vertigini. Ma nascosta tra gli alberi e le piante si
intravede una piccola casetta, dove abita un
anziano molto saggio e molto gentile; questa
cosa mi rattrista un pochino, perché la sua
povera moglie si è ammalata ed è morta. Lui si
affaccia quasi tutti i giorni in giardino per
pensare e il più delle volte mi saluta. Dalla mia
finestra si può vedere anche la casetta dei miei
nonni, dove pranzano tutti i giorni, contornata
da alberi da frutta, la mia gioia è vederli spogli
e pian piano riempirsi di fiori splendidi e
profumati ad ogni primavera. Vedere il
cambiamento delle stagioni e il cambiamento
della natura mi fa compagnia attraverso solo un
vetro. Purtroppo vedo anche un giardino pieno
di erbacce che confina con la strada, e a volte
l'erba è molto alta e non si vedono le macchine
passare. Ma la cosa più grande ed emozionante
è vedere le montagne riempirsi di neve
d'inverno e farsi tutte verdi d'estate, il sole che
cala e la sera un "brilluccichio" da toglierti il
fiato e farti pensare a tutta quella gente che vi ci
abita, persone che svolgono le loro cose e se
riescono a vedere questa mia piccola zona.
Vicino al mio cancello si trova una fontanella,
dove la gente si ferma spesso. Insomma dalla
mia finestra non ci si annoia!.
Serena Di Marco 1C
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GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
Una ricerca studia come i più piccoli si
distraggano con la tecnologia. In che modo pc,
iphod, cellulari accompagnano la nostra giornata?
Devo dire che io senza telefono non so stare, per
me è come un compagno di viaggio perchè dove
sto io c'è lui. Su di esso ho le mie conzoni
preferite, giochi e foto e ogni volta che mi annoio
prendo il telefono e comicio a parlare con le
amiche o con i gruppi di classe dove sei certo di
trovare qualcuno che risponde sempre.
A volte il cellulare non lo uso solo per fare queste
“sciocchezze”, ma lo utilizzo anche per fare
ricerche per la scuola oppure per chiedere i
compiti nei giorni in cui sono stata assente,
oppure ancora, per sentire i parenti che si
trovano in un paese più lontano rispetto al mio,
infatti ho i parenti materni a Brindisi e
purtroppo non ho mai l'occasione di incontrarli.
Ma mi accorgo di non essere la sola ad essere
“ossessionata” dalla tecnologia: mio fratello, ad
esempio ha otto anni e il suo tempo lo passa alla
playstation e alcune volte lo dobbiamo
coinvolgere in qualche gioco, oppure lo facciamo
sfogare al parco con altri bambini. Ultimamente
però si è staccato dalla tecnologia e sta
comiciando a leggere fumetti, un giorno e li
finisce. Sono molto contenta di questo anche
perchè sta cominciando a conoscere una realtà
diversa da quella tecnologica, infatti anche il suo
linguaggio sta cambiando, comincia ad usare
parole più importanti rispetto a quelle che usava
da bambino, l'ultima parola che ha imparato è
una parola latina. “ergo”. Con questo da io che
ero la sua musa ora lui è diventato il mio punto
di riferimento. Anche mio fratello Lorenzo, 10
anni, è come me: sempre e solo il suo telefono;
anche se adesso per fortuna si è staccato dalla
tecnologia e ha cominciato a giocare a calcio;
infatti adesso è impegnato tra allenamenti e
partite. Con questo ho capito di dovermi
staccare dal telefono e tornare ad incontrarmi
con le amiche come facevo prima e non
continuare a parlarci dietro uno schermo.
Sabrina Vettori IIIC
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E' stato svolto uno studio in cui si parlava del
fatto che i bambini guardando troppo la tv
diventano grassi. Io non sono affatto d'accordo
con questo studio perché secondo me non è la tv o
i suoi programmi che fanno mangiare molto un
bambino. Può succedere che il bambino che sta
vedendo la tv (di solito cartoni o film dei
supereroi) per noia trovi in casa nella cucina
qualcosa che gli piace e che mangia per golosità.
Si diventa grassi secondo me, quindi o per
golosità o mangiando male, cioè avendo una
scorretta alimentazione. Questo può dipendere
però anche dai genitori. Io guardo pochissimo la
tv perché preferisco fare altro oppure sono
impegnato a fare sport o i compiti. Se mi capita
di vederla però la vedo massimo per due ore, cioè
finché non finisce il film. Preferisco vedere film,
ad esempio fiction di squadre di polizia o
carabinieri e talent show come "Amici". Mi piace
però molto andare al cinema per vedere film
comici, di animazione, di avventura o di
fantascienza. Riguardo la mia opinione sullo studio
svolto, questo potrebbe esistere se mentre si
vede la tv si mangia in continuazione, ad esempio
passare le giornate a mangiare sul divano le
schifezze può aumentare il rischio di obesità. E
quindi anche modificare l'alimentazione in modo
abituale. Oltre però ad un'alimentazione corretta
per risolvere questo rischio si dovrebbe fare
attività fisica. E stare ore davanti alla tv non
aiuta e non permette di fare sport. Secondo lo
studio la quantità di cibo introdotta dipende dal
tipo di programma guardato. Infatti più il
programma ha la capacità di distrarre chi lo
osserva, più ha un effetto ingrassante. I
programmi che distraggono di più sono quelli con
molti suoni e con molte scene. Per fare un
esempio, i film d’azione sono stati associati ad
una maggiore ingestione di cibo mentre i talk
show hanno un effetto minore. Infine penso che
questo studio allora non vale solo per i bambini ma
anche per gli adulti, ma credo anche che questo
rischio sia soprattutto nei grandi perché i piccoli
più che problemi di obesità potrebbero avere
problemi agli occhi.
Lorenzo Caruso IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Secondo molti studiosi se fin da piccoli si guarda troppa TV aumenta il rischio di diventare grassi.
Secondo me questo può accadere a causa delle troppe ore davanti al televisore, e una persona per
trascorrere il tempo mangia a volontà senza rendersene
conto, perché si diventa dipendenti da essa, quasi come
una droga. Se questo viene ripetuto spesso porta vari
PREMIO
problemi per la crescita del bambino. Oramai oggi far
JEAN COSTE
guardare tutta la giornata la TV ai propri figli è un fatto
abituale.
Ma non tutti i genitori sono a favore della TV, perché
Credo di parlare a nome di tutti se
sono consapevoli dei problemi che può recare. Un
penso che vincere il premio Jean
bambino per crescere sano, senza rischio di diventare
Coste sia stata una grande
grasso, dovrebbe passare le sue giornate fuori all'aria
emozione. Salire sul palco
accompagnati da decine di applausi,
aperta, fare attività fisica e mangiare sano come si
è stata l’esperienza più gratificante
faceva in tempi passati.
della mia vita. All’inizio tutto il
Ogni genitore deve interessarsi di più ai propri figli,
gruppo era incredulo sul fatto di
senza lasciarli troppo tempo alla TV.
Il mio rapporto con la TV è nel minimo indispensabile,
poter vincere, ma quando è arrivata
durante l'estate passo poco tempo davanti ad essa in
la notizia della nostra vittoria, è
stata una grande soddisfazione per
confronto agli altri mesi dell'anno. Durante la maggior
tutti. Eravamo pieni di gioia. Quel
parte di tutto l'anno la mattina vado a scuola, poi pranzo
duro lavoro svolto ricompensato e
e studio; la sera come svago guardo un po' di TV, ma,
la nostra fatica premiata.
non ne abuso, dato che sono impegnata a fare altro. Ci
Ovviamente dobbiamo tutto questo
sono diversi programmi che mi piacciono, ma il mio
anche alla nostra insegnante, la
preferito è la trasmissione di Violetta, una ragazza
prof. Santomaggio, che ci ha
Argentina che racconta le sue storie e la indaffarata vita.
incoraggiato a partecipare e ci ha
Quando ero piccola amavo molto i cartoni animati, e in
aiutato in ogni difficoltà. Spero in
quella fascia d'età ho trascorso forse un po' troppo
futuro di ricordare
tempo davanti al televisore, cosa molto sbagliata. Me ne
quest’esperienza, perché possa, non
rendo conto solamente ora che sto andando avanti nella
solo ricordarmi che la fatica in un
mia fase adolescenziale. Però in fondo il diventare grassi
modo o nell’altro viene sempre
non è solo dovuto alla TV, ma anche al trascurarsi.
premiata, ma anche servirmi da
Nel mondo la maggior parte dei bambini è in
stimolo per fare sempre meglio.
sovrappeso, maggiormente in America, dove il modo di
Damiano Paolelli IIIA
mangiare è sbagliatissimo, perché ci sono molti fastfood che sono popolati ogni giorno da milioni e milioni
di persone. Un consiglio che do apertamente a tutti i
genitori è di seguire i propri figli, fin da piccoli, nella loro
lunga fase di crescita. Se ci facciamo caso in passato
tutto ciò non accadeva perché i figli erano seguiti.
Con il tempo la tecnologia si è sempre avanzata
maggiormente, quindi si dovrebbero prendere dei provvedimenti.
Dopo aver detto tutto questo, e dopo aver espresso il mio parere voglio ribadire un'ultima cosa,
un consiglio alle famiglie, meno televisore ai bambini e più giochi all'aperto!
LUDOVICA UMBRO IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
L'ITALIA
LIBERA
DAGLI
OGM
Classe IID
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GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Secondo il Ministero dell’istruzione inglese i ragazzi sono svogliati se i
docenti non li entusiasmano. Vediamo la situazione nelle nostre classi
Molto spesso sento i ragazzi dire che non hanno voglia di studiare o che non vogliono andare a
scuola. Vedo molti ragazzi che passano i pomeriggi tra di loro senza fare niente o meglio cercando
di fare qualcosa di diverso per fronteggiare la loro noia e la loro pigrizia. Molti ragazzi vanno a
scuola per forza, per obbligo e non sentono la voglia di imparare. Secondo me i ragazzi fin da
piccoli, fin dai primi anni della scuola elementare devono sentire il piacere di andare a scuola,
devono trovare nella scuola un ambiente sereno e ricco di stimoli che li aiutino a crescere senza
difficoltà. In alcuni casi andare a scuola diventa un peso perché il bambino si sente sovraccarico di
compiti oppure si sente troppo controllato dai suoi genitori che hanno su di lui aspettative molto
alte. Allora il ragazzo può andare in crisi e perdere la fiducia in se stesso e nelle sue capacità. Nel
periodo dell’adolescenza manca la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità e questo è molto
pericoloso per i ragazzi. Infatti, in questo caso essi tendono a chiudersi in se stessi, isolandosi
oppure assumendo atteggiamenti aggressivi nei confronti degli altri che potrebbero portarli verso il
fenomeno del bullismo. In questa situazione i ragazzi perdono il piacere di imparare, il piacere di
andare a scuola e quindi diventano svogliati.
Nella mia scuola non ci sono tali situazioni; innanzitutto la scuola che io frequento è molto piccola
ed accoglie solo tre classi: in questo modo ci si conosce tutti e sappiamo i problemi scolastici degli
altri, quindi i buoni risultati scolastici di molti alunni incentivano gli altri a studiare. I ragazzi
svogliati nella mia scuola sono molto pochi grazie soprattutto ai nostri docenti che stimolano quelli
che sono meno motivati ad essere attenti per conseguire risultati migliori. Infatti nella mia scuola
ogni ragazzo dà il meglio di sé in tutte le materie. La presenza fissa, nei tre anni, di insegnanti di
ruolo ha contribuito a fare della nostra scuola un esempio che riesce ad entusiasmare tutti i ragazzi
aiutandoli a crescere nel loro aspetto culturale e personale. Alcuni professori sono per noi un vero
punto di riferimento: riescono a capirci senza che noi parliamo, sono attenti ai nostri problemi e
cercano di intervenire quando capiscono che il loro intervento è indispensabile. Molto importante è
anche il loro modo di rapportarsi con le famiglie. Sanno consigliare in modo che ogni ragazzo
superi le difficoltà che incontra e sappia conseguire risultati sempre migliori. In questo modo è raro
incontrare nella nostra scuola ragazzi davvero svogliati.
Tutti amano venire a scuola perché in essa trovano gratificazioni e attività che riescono a
coinvolgerlo e ad interessarlo: cineforum, giornalino, approfondimenti, visite guidate ecc…Io sono
molto contenta di frequentare questa scuola e di aver incontrato professori validi, che mi hanno
aiutato a superare i miei momenti di stanchezza e di svogliatezza per farmi capire quanto sia
importante la cultura e quanto sia importante crescere in maniera autonoma e responsabile. I loro
consigli rimarranno sempre con me anche nelle superiori perché mi hanno fatto capire che ad ogni
problema c’è una soluzione, l’importante è non cedere alla svogliatezza. L’importante è non
arrendersi mai di fronte alle difficoltà.
Eleonora Paparelli, IIIC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Si parla tanto di solidarietà, di amore e di aiuti umanitari verso il più debole, il più
sofferente, il più povero...
Messaggi per non essere indifferenti verso gli altri, ci giungono, in particolar
modo, dai programmi televisivi che ci invitano a partecipare, anche con pochi euro,
alle campagne umanitarie organizzate per aiutare i poveri del mondo, privi degli
alimenti e dei farmaci necessari per la sopravvivenza.
Giovani volontari lasciano gli agi delle proprie famiglie per affrontare un futuro
pericoloso ed incerto, per realizzare e concretizzare un loro sogno: aiutare gli altri.
Ma, se mi guardo intorno, anche nel mio piccolo mondo, vedo gente che si prodiga
per aiutare i più bisognosi; centri di accoglienza preparano pasti caldi
giornalmente e lunghe file di persone, cadute in difficoltà, aspettano il loro turno.
A me, personalmente, è capitato di conoscere un' anziana signora che, ogni giorno,
quando il mercato toglie le bancarelle, va a frugare nei cassonetti della spazzatura
e prende le rimanenze di frutta e verdura un po' marce. Ho cercato di sapere di più
su questa anziana signora ed ho scoperto che dorme in una casupola dal cui tetto,
di materiale scadente, gronda acqua; vive sola, un piccolo gatto grigio le fa
compagnia...ho scoperto, inoltre che una signora, vicina di casa, appoggiandosi ad
un bastone e camminando lentamente, tutti i giorni, all'ora di pranzo, le porta un
piatto caldo; questa signora vive anche lei sola, non è una benestante, ma, con la
sua modesta pensione, riesce a comprare i viveri necessari per lei e la sua povera
vicina.
Questa è una delle tante opere di beneficenza ma, in silenzio, molte sono le persone
che compiono buone azioni verso chi dorme sotto i ponti, nei vagoni morti dei treni,
in auto adibite ad appartamenti, sulle panchine della metropolitana, avvolte nei
cartoni per riscaldarsi.
Anche verso questi poveri, bisognosi di tutto, ho visto alla televisione che giovani
volontari portano vivande calde e qualche indumento pesante.
Spero che la bontà e la generosità dei buoni sia tanta in tutto il mondo e che vinca
sulla cattiveria che, purtroppo, dilaga sempre più.
Vorrei vedere un sorriso di serenità balenare sul viso di tutti.
Riccardo Landi IIB
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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“La Setta dei Poeti Estinti”
Giovani scrittori crescono…
Questa rubrica si occupa di raccogliere le poesie e i racconti ritenuti più interessanti di tutta la
scuola e che i nostri compagni vorrebbero pubblicare. Il nome, “la Setta dei Poeti Estinti” è stato
ispirato dalla visione del film “L’attimo fuggente”, ci è piaciuto molto perché si avvicina al nostro
spirito. Nel film un gruppo di ragazzi si riuniva ogni notte in una grotta per dar via libera alla
propria fantasia scrivendo racconti e poesie e proprio come quella grotta speriamo che queste
pagine possano accogliere tanta fantasia.
Sono due anni che non riprendo in mano il diario,
e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile.
Ma non è una ragazzata, è dialogare con se stessi,
con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo.
Lev Tolstoj
Noi come Boccaccio
La lettura delle più famose novelle del “Decameron” ha stimolato la fantasia degli alunni della IIC
che hanno voluto “ampliare” l’opera con ulteriori novelle, tutte originali e divertenti.
Eccone una selezione
L’astuta Camelia
Camelia era una ragazza che abitava a Perugia, la sua vita procedeva normalmente...un giorno le
venne affidato il compito di recapitare un messaggio a due usurai.
Dovette procurarsi molto cibo perché il suo viaggio sarebbe stato molto lungo visto che i destinatari
abitavano dall'altra parte della costa. Partì di mattina con il suo destriero, RERPSPKNOLPZS, il cui
nome non era neanche pronunciabile per la sua stranezza e per la sua incomprensibilità, infatti solo
lei riusciva a pronunciarlo.
Durante il suo tragitto si imbatté in un curioso omino dall'aspetto strambo che nel suo grezzo
cappello nascondeva monete e fieno.
Quest'omino incominciò ad inseguire Camelia dappertutto e lei cercò sempre di non essere vista da
quello strano individuo; un giorno scoprì finalmente chi era quell'entità…seppe che era in contatto
con gli usurai, i quali lo avevano mandato per verificare se Camelia stesse svolgendo il suo compito
a dovere. La ragazza si sentì mancare di fiducia e lei odiava che lo facessero nei suoi confronti, così
per vendicarsi escogitò un bel tranello.
Quando la luna calò e gli orologi non segnavano più le ore, decise di escogitare la sua
trappola...porse tanti sassolini sulle divergenze della strada depistando cosi l'uomo...infine corse in
piazza e in mezzo a tanta gente iniziò ad urlare i segreti degli usurai, ridendo e facendo ridere i
presenti a crepapelle. Dopo questa umiliazione l'uomo non si fece più vedere e Camelia, per
concludere in bellezza, mentre se ne andava cavalcando il suo cavallo, RERPSKNOLPZS, urlò a
gran voce CHI LA FA L'ASPETTI!!
Alessio Bartucca, IIC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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Giacomino e Lauretta
In passato si raccontava sempre ai giovani sposi la storia di Giacomino e Lauretta, due giovani
ragazzi che all’inizio non andavano per niente d’accordo. Un giorno Giacomino, un ragazzo di 21
anni, passeggiava per un paesino vicino Lecce, quando incontrò una bellissima ragazza di 20 anni di
nome Lauretta. Successe che Giacomino, distratto come sempre, fece cadere dei libri che aveva in
mano Lauretta. Lei gli disse, con un tono un po’ nervoso: “Scusi, ma può stare più attento?!”.
Da quel momento in poi i due ragazzi non ebbero molta simpatia tra di loro, anche se a Giacomino,
Lauretta un po’ piaceva, ma lei non ricambiava lo stesso sentimento per lui. Ben presto, Giacomino
si innamorò perdutamente della ragazza e cominciò a farle regali su regali e a sperperare tutti i suoi
soldi per lei, che però continuava ad essere fedele a suo marito (già, perché Lauretta era andata in
sposa molto giovane). La ragazza decise, una volta per tutte di farla finita con quella storia e di
mettere dei “paletti” tra lei e Giacomino, cioè gli disse che lei amava molto suo marito e quindi non
voleva più vedere, né sentire, né ricevere regali da parte sua. Giacomino ci rimase un po’ male però
decise di non arrendersi: non le fece ricevere regali così frequentemente come prima, però una volta
ogni tanto un piccolo pensierino gli scappava.
Dopo circa 8 mesi, Lauretta venne lasciata dal marito e allora, Giacomino, prese “la palla al balzo”
e ricominciò a corteggiarla. Lei ancora per un po’ rifiutò questo corteggiatore ma, dopo circa 1
anno, la giovane si innamorò di Giacomino, proprio quando lui aveva perso le speranze.
Fu quindi Lauretta che cominciò a corteggiarlo nello stesso modo in cui lui aveva fatto con lei:
regali, fiori, ecc. Un anno dopo Lauretta sposò Giacomino, che in realtà non aveva mai perso del
tutto le speranze, ma cercava solo un altro modo con cui corteggiare Lauretta. Da quel giorno
vissero come una famiglia molto unita.
Giorgia Ratto, IIC
Le anime gemelle
Nella città di Pisa vivevano due novelli sposi: Elisa Donatella e Giovanni da Pisa.
La mano di Elisa era già stata promessa a Giovanni a soli 2 anni. Giovanni era un
ragazzo molto pigro e non andava né a caccia né a pesca. Rimaneva tutto il giorno
a riposare e a dormire in giardino e in casa, o faceva delle passeggiate in città.
Elisa, invece, non era la solita dama, perché non faceva lunghe camminate nel
bosco cogliendo fiori o funghi e non preparava delle torte per il marito. Anzi, lei
odiava cucinare e amava fare le cose che suo marito non faceva. La ragazza
amava particolarmente la caccia e aveva tantissime balestre e archi con delle
frecce di misure e colori diversi, erano le cose a cui teneva di più. Era come se
“l’uomo di famiglia” fosse Elisa. Alla donna non piaceva il marito perché il suo
modo di fare le cose era lento e il suo carattere era odioso; anche se si riposava
sempre, si riteneva “stanco” (ed era un po’ bruttino). A Giovanni invece piaceva
molto Elisa, perché era una ragazza piena di energia, piena di solarità e quei
bellissimi occhi verdi con quei ricci capelli rossi che si ritrovava, lo facevano
impazzire. Però Giovanni non apprezzava la libertà della ragazza perché lei
conosceva tanta gente, andava in tanti posti e aveva paura che potesse
innamorarsi di un altro. Proprio per la loro diversità i due litigavano spesso, così
Elisa, per stare il più lontano possibile dal marito, andava in città dalle sue
amiche per parlare e divertirsi. Le gentil donne parlavano spesso dei difetti dei
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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loro mariti, odiavano il fatto di non scegliere il proprio marito per amore, così
continuavano a fantasticare sull’uomo dei loro sogni. Un giorno Elisa, cacciando
per il bosco, vide un bel ragazzo dagli occhi azzurri che subito la rapirono. Aveva i
capelli color miele ed anche lui ad un certo punto la fissò rimanendo attratto
dalla dolcezza che emanava il viso di quella misteriosa ragazza. I due iniziarono a
parlare e si dimenticarono della caccia. Quello sconosciuto
ragazzo si chiamava Paolo ed era anche lui sposato con una ragazza molto
“noiosa”. Scoprirono che avevano molte cose in comune, interessi, odi e anche il
marito e la moglie molto fastidiosi! Ogni giorno che si vedevano si innamoravano
sempre di più, così dal giorno del loro primo incontro i due, con la scusa di
andare a caccia, si sarebbero incontrati nel bosco. Elisa ritornava a casa con lo
sguardo perso tra le nuvole e non aspettava altro che il giorno dopo, così come
Paolo. Il marito non poteva non rendersi conto dello sguardo della moglie così
iniziò ad insospettirsi. Ma un giorno, durante una passeggiata mattutina,
Giovanni vide una donna che leggeva sopra una panchina e, colpito dal suo bel
viso, si sedette accanto a lei. Appena lo vide fece un grande sorriso e subito dopo
i due iniziarono a parlare anche se non si conoscevano affatto. Giovanni scoprì da
lì che la donna era molto triste perché pensava che suo marito la stesse tradendo
con un’altra donna perché i due avevano caratteri diversi e non riuscivano ad
andare d’accordo. Il nome di questa donna era Maria. Giovanni si innamorò
profondamente di lei e tutto ciò venne anche ricambiato. Da quel giorno in poi i
due si incontrarono ogni giorno su quella panchina e parlavano di tutto e di più.
Così anche Giovanni tornava a casa con lo sguardo “imbambolato”, ed anche
Maria. Elisa non se ne accorgeva perché era troppo interessata al suo Paolo. Un
giorno Giovanni e Maria decisero di fare una romantica passeggiata nel bosco.
Arrivarono alle sponde di un laghetto dove vi erano anche Paolo con Elisa! Tutti e
quattro rimasero scioccati perché la moglie noiosa di Paolo era Maria e il marito
di Maria, tanto diverso, era proprio Paolo! Appena si videro, Giovanni ed Elisa
rimasero a bocca aperta, come Paolo e Maria, del resto. Iniziarono a parlare tra di
loro, ed anche se scoprirono l’uno il tradimento dell’altro, non si arrabbiarono
perché avevano trovato l’uno l’Anima Gemella dell’altro.
Sharon Depalo, IIC
La scuola è quel luogo dove si ride;
dove si impara l'uguaglianza e l'umiltà;
dove si impara ad aiutare l'altro e a sostenere gli amici e i nemici;
la scuola è dove si impara la pace, praticandola
Matteo Pelosi IC
Tante guerre ci son state ,
per culture diverse si son create.
Finalmente ora la guerra tace,
prendiamoci tutti per mano e che sia pace .
Asia Di Dio IC
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
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ACQUA
Acqua che scendi dal cielo,
che sfiori l’asfalto
col tuo suono leggero.
Dai contadini sei sempre amata
Dai viaggiatori un pochino odiata.
Benedetta sei tu nelle chiese,
perla di vita negli aridi paesi.
Tanto spreco di te noi facciamo
perché della tua importanza non ci preoccupiamo.
Senza di te vita non c’è
Non esiste bene più prezioso di te.
CLARISSA LA FORGIA IIIA
NATURA
I fiori che sbocciano
in primavera,
si affacciano a guardare
il prato dal balcone.
Spettacolo meraviglioso,
colori gettati lì a caso dal pennello
di un pittore.
Uccelli che volano cinguettando,
melodioso suono, gioia pura
che riempie il cuore
Ah quant’è bella
la mia natura.
Damiano Paolelli IIIA
Tra 20 Anni...
Finalmente, si sente un po’ di silenzio. Nonostante questa routine vada avanti ormai da
qualche anno, credo che non mi abituerò mai. Tutte le mattine succede la medesima
cosa: io che mi alzo tardi, e di conseguenza anche la piccola Rachele, mio marito che
non sente la sveglia ed è costretto a correre per casa rischiando di inciampare ad ogni
passo, io che preparo la colazione e mia figlia che contemporaneamente si veste alla
rinfusa. Il caos regna sovrano fino a qualche minuto dopo, quando mio marito esce tutto
trafelato per andare al lavoro e la mia piccolina che se ne va a scuola con il suo zainetto
rosa. Nonostante abbia solo quattro anni, mi ricorda tantissimo me alla sua età, con le
sue belle trecce bionde e il suo sorriso timido ed impacciato. Dopo aver chiuso la porta,
mi dirigo verso la cucina per la mia solita tazza fumante di caffè. Mi siedo al tavolino e
invece di controllare delle carte, come mio solito, inizio a ricordare i bei tempi passati,
quando ancora ero una giovane ragazzina piena di sogni ed insicurezze. Mi ricordo
l’ultimo anno delle medie, ero terrorizzata dagli esami e da quello che mi aspettava al
liceo scientifico, la mia scelta dopo tante indecisioni. Il primo anno è stato “radicale”, era
GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ …
23
tutto completamente nuovo per me, una ragazzina super timida e chiusa. Ho dovuto
cavarmela da sola in varie occasioni, la mia sfortuna e il mio pessimo orientamento,
OVVIAMENTE non mi sono stati d’aiuto. Ancora rido al ricordo. Il secondo anno è stato
più facile, i luoghi mi erano più familiari, così come le persone. Avevo conosciuto molti
ragazzi, tra cui alcuni che già avevo incontrato che mi avevano aiutato tantissimo. Alla
fine di questo anno, ho preso la grande decisione: entrare all’Accademia Militare. Per
fare ciò, dovevo andare via da casa e “trasferirmi” a Modena, non proprio una cosa
comoda per una ragazza appena diciassettenne. Dovevo cominciare a essere
indipendente e, per me, era davvero difficile. Io che non avevo mai messo piede fuori da
Roma ad eccezione di qualche rara volta, dovevo andare lontano da casa e dai miei
familiari. Per chi mi conosceva, era praticamente impossibile che io facessi una cosa del
genere. Come anche per me stessa. Non so se siano state le parole incoraggianti dei
miei genitori, o la mia voglia di andare via da Roma per conoscere ciò che mi circondava
a farmi fare ciò che ho fatto. So solo che un anno dopo, ero all’Accademia in una delle
mie lezioni di chimica. Niente era come mi ero immaginata, è stata davvero un’impresa.
Tutto era completamente nuovo e fin da subito, a me, e a tutti i cadetti che erano arrivati,
avevano messo in chiaro un paio di cose: se si voleva restare, bisognava dimostrare di
esserne all’altezza. Un cosa per niente facile. Ricordo i primi giorni: un vero inferno.
Avevamo sempre qualcuno che ci controllava e se facevamo qualcosa di sbagliato,
venivamo puniti. C’erano delle rigide regole che dovevano essere rispettate, altrimenti ne
pagavi le conseguenze. Mi vengono in mente, le serate nella mia camera passate a
scrivere, oppure a leggere ciò che mi capitava. Lo facevo per rilassarmi, sono sempre
stati i miei hobby preferiti, come tutt’ora. Dopo aver finito gli ultimi tre anni del liceo,
dovevamo scegliere in quale categoria specializzarci per prendere la laurea, ed io ho
scelto chimica. Sono stata davvero fiera di me per quello che ho fatto, rendendo fieri
anche i miei genitori. Mi ricordo di aver sofferto molto per aver lasciato casa mia, il corso
di danza che seguivo da ormai nove anni, tutti i miei amici. Quando sono tornata, però, li
ho ritrovati tutti, dal primo all’ultimo e non mi sono mai sentita così bene. Nello stesso
luogo in cui sono nata, ho trovato l’amore, che poi non era nemmeno così lontano, e ho
avuto una figlia. Meglio di così non poteva andare. Anche se, forse, c’è ancora una cosa
che mi piacerebbe fare, credo di averlo sempre desiderato, ma non ho mai avuto il
coraggio di fare il grande passo: pubblicare un libro. Dico pubblicare, per un semplice
motivo. Nel comodino della mia camera, quella che condivido con mio marito, in fondo al
cassetto, in una cartellina, ci sono decine e decine di fogli, scritti nel corso di questi anni.
Raccontano di me, quello che ho passato, cosa mi è accaduto. Chissà che non possano
diventare qualcosa che la gente legga per piacere, o per curiosità di sapere che cosa ha
dovuto affrontare una semplice ragazza di diciassette anni, alle prese con il mondo e con
la sua timidezza. Il suono del clacson di una macchina mi risveglia da questi pensieri,
facendomi concentrare sul caffè ormai freddo ed imbevibile. Alzo lo sguardo sull’orologio
della cucina e con orrore vedo che sono, come di consueto, in enorme ritardo! Inizio a
correre come una matta per casa, cercando di mettermi le scarpe e allo stesso tempo
truccarmi, impresa letteralmente impossibile. Prendo di corsa la borsa, le chiavi e in
cinque minuti sono già per strada che corro come una disperata. Nonostante gli anni che
passano, è bello vedere che alcune cose non cambiano mai. Sono sempre rimasta la
solita timida ed impacciata Bea!!
Beatrice Nercelli, IIIC
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INTERVISTA alla Prof.ssa di Lingua Inglese Maria Vittoria Ramogida
A quanti anni ha cominciato a insegnare inglese?
A 26 anni.
È soddisfatta dopo le lezioni?
Sì, sono molto soddisfatta.
Perché le è piaciuta questa lingua?
Perché amavo la letteratura inglese e americana.
Che scuole superiori ha fatto?
Liceo scientifico.
Da quanto insegna alla scuola di San Vittorino?
Da un anno.
Le piace lavorare in questa scuola?
Sì, mi piace.
Sa anche altre lingue? Quali?
Sì, so il tedesco e il russo.
Quanti anni ha studiato per imparare l’inglese?
Ho studiato cinque anni.
Da piccola voleva diventare una professoressa di inglese?
Di inglese no, ma professoressa sì.
Quando era piccola le piaceva inglese?
Sì, mi piaceva.
Da piccola era brava ad altre materie oltre ad inglese?
Sì, ero brava in fisica ed in matematica.
Il voto di inglese era più alto o più basso delle altre materie?
Era uguale.
È stata mai bocciata?
Mai .
Le prime volte ad inglese ha preso subito bei voti?
Si.
Quale è stata la prima materia che le è piaciuta alle elementari?
Matematica.
Cosa consiglia ai sui alunni per migliorare inglese?
Ai miei alunni consiglio di ascoltare la musica in inglese e di guardare la tv in
inglese.
Le piace lavorare con noi?
Sì, anche se chiacchierate troppo.
La maggior parte di noi sono bravi ed hanno un buon comportamento?
Sì.
Le piace l’Inghilterra?
Molto, Moltissimo.
Giada da Feo IC
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Tra Parole e note
piccoli consigli per navigare nel mondo del cinema, dei libri, della
musica e…altro.
“Anna puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Anna.
Le nuvole si diradano, comincia a risplendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce
e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono,
in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro aridità, del loro odio, della loro brutalità.
Guarda in alto, Anna. L'animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare,
a volare sull'arcobaleno, verso la luce della speranza, verso il futuro,
il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
Guarda in alto Anna. Lassù.”
da Il Grande Dittatore
DALTON
I Dalton è una serie televisiva Franco-canadese a cartoni animati co-prodotta da Xilam e Dargaud Media
trasmessa a partire dal 2010 sul canale France 3. La serie
conta un totale di 195 episodi da 6 minuti e mezzo circa.
La storia si basa sui fratelli Dalton, nemici ricorrenti di
Lucky Luke cowboy pistolero veloce e furbo. Per il
momento la serie è interrotta, ma non definitivamente
con l'ultimo episodio della seconda stagione "Lo
shampoo miracoloso". Ogni puntata dura circa 18-21
minuti contenente 3 episodi ciascuna. La serie è
destinata a un pubblico che si aggira dagli 11-12 anni ai
16-18 anni, tuttavia ha raggiunto la maggiore quantità di
ascolti nella fascia d'età che varia dai 7 ai 10 anni. I
Dalton sono quattro, sembrano gemelli per via della
somiglianza dei volti, ma in realtà hanno età, caratteri e
conformazioni corporee molto diverse tra loro. Sono galeotti in una prigione imponente che si trova nel bel
mezzo del deserto, abitato solo da un accampamento di indiani molto particolari. I fratelli Dalton stanno
scontando per furto una pena dalla durata imprecisata. E il loro unico obiettivo è evadere. Lo fanno in tutti i
modi e neanche tanto di nascosto. Il direttore Peabody intuisce sempre che dietro a qualche malefatta o
episodio strano si nasconde il gruppetto dei Dalton e, ormai, non ci fa più caso. Come direttore ha lo scopo di
preservare il carcere da attacchi esterni e dai tentativi di evasione dei suoi detenuti. Considera i suoi ospiti un
buon modo per ottenere la gloria, una buona reputazione e, soprattutto, per fare soldi. La signorina Betty,
invece, è spesso in contrasto con le idee del direttore e, sebbene svampita e un po’ credulona, ha a cuore i
detenuti. Quella che potremmo definire l’educatrice del penitenziario, cerca di trarre il meglio da loro. A
guardia del carcere c’è la coppia Pit e Emett: l’uno basso, l’altro alto, entrambi col vizio delle scommesse,
non faticano per acciuffare i fratelli Dalton durante le loro tentate evasioni, ma non si può certo di dire che
siano validi poliziotti.
Alessio Cugini IC
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“Alla luce del sole”: la storia di Don Puglisi
In uno degli incontri del progetto “Cineforum” abbiamo visto il film “Alla luce del sole”, una
storia vera, quella di Don Pino Puglisi. È ambientato a Brancaccio, un quartiere di
Palermo. Don Puglisi è un sacerdote della chiesa del quartiere, che si accorge di una
“presenza”, ovvero della mafia. Cerca di cambiare le cose, partendo dall’educazione dei più
giovani: li spinge a non marinare la scuola, ad andare in chiesa, a non rubare. Così i
ragazzi si affidano a Don Puglisi e vanno a trovarlo, passano del tempo con lui, giocando a
volte a calcio, oppure vanno nella sua chiesa che ha sistemato con gli alunni della scuola
superiore, dove insegnava. Ai genitori mafiosi, ovviamente, non piace quello che insegna
Don Puglisi ai loro figli. Infatti un ragazzino di nome Domenico, a cui viene impedito di
andarci, si toglie addirittura la vita.
È così che Don
Puglisi decide di
mandare
dei
messaggi
chiari
alla mafia, ma
purtroppo
nella
piazzetta dove di
solito si mette a
parlare, non c 'è
nessuno
ad
ascoltarlo.
Egli
afferma che gli
uomini devono agire alla luce del sole e non di notte. un giorno sente alla televisione la
morte di Giovanni Falcone, e pochi giorni dopo quella di Paolo Borsellino. Il giorno del suo
cinquantaseiesimo compleanno, la mafia lo uccide. Se fosse stato soccorso in tempo
sarebbe rimasto vivo ma la gente lo ignora completamente. Al funerale si presentano tutti
i suoi ragazzi, i quali lasciano vicino alla bara oggetti a loro cari. Uno di loro, addirittura, lo
rivede vivo, e con questa immagine si chiude il film.
Questo film mi è piaciuto molto, mi ha fatto capire che nella vita tutti devono rispettare
tutti, mi ha fatto capire che la mafia è una cosa brutta, e che, lottando senza paura
dobbiamo riuscire ad estirparla, perché porta solo morte e dolore . Don Puglisi, mi ha
insegnato che la gente come lui è da ammirare, bisogna trarre ispirazione dal suo
coraggio. Continuando con la sua missione, avrebbe portato tutti i giovani di Brancaccio
alla sua chiesa, lontano dalla piovra della mafia. Sono rimasta colpita dalla sua fine:
quando la mafia lo ha ucciso. la gente non ha fatto niente , anzi è stata solo a guardare.
Ho provato molta rabbia, perché un uomo così coraggioso poteva essere ancora vivo,
poteva ancora insegnare tanto.
Martina Peverini, IIIC
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George Orwell La fattoria degli animali
PERSONAGGI PRINCIPALI: VecchioMmaggiore, Napoleon, Palla di neve, Piffero, Boxer,
Beniamino, Trifoglio, Mollie, Mosè, il fattore Jones.
Un giorno tutti gli animali della fattoria vengono radunati da un anziano maiale, chiamato il
Vecchio Maggiore, il quale rivela loro un suo sogno, cioè ,un mondo governato dagli animali,
facendoli notare, come il loro vero nemico sia l'uomo. Dopo la morte del Maggiore, il fattore Jones,
alcolista, inizia a trascurare la fattoria e i suoi animali che trovandosi senza cibo e senza cure si
ribellano. I maiali, gli animali più intelligenti della fattoria, assumono il controllo trasformando la
fattoria da padronale a fattoria degli animali. In particolare due maiali si distinguono: Napoleon e
Palla di Neve. In poco tempo, Napoleon aiutato da un gruppo di cani riesce a liberarsi di Palla di
Neve e a prendere il contollo totale, inizia a comportarsi come un vero dittatore cercando di
convincere tutti che lui ha sempre ragione e quando non ci riesce, prende il fucile e ammazza i
ribelli. Il dittatore Napoleon, si attribuisce tutti i meriti facendo ricadere i fallimenti sul povero Palla
di neve, come la costruzione del mulino che crolla a causa del vento; tradisce i suoi pochi seguaci
come il cavallo Boxer, condotto al macello quando non serve più per i suoi progetti. Per concludere
Napoleon si allea con il vecchio padrone, il fattore Jones, non solo, inizia a vestirsi come lui, ad
avere li stessi vizi,a fare affari con gli altri uomini e tiene sotto schiavitù tutti gli animali. I poveri
animali assistono inermi all'annuncio di Napoleon, quella fattoria sarebbe tornata ad essere la
fattoria padronale e non più degli animali. L'autore scrive questo libro negli anni in cui Stalin stava
prendendo il potere in Russia e attraverso gli animali ha voluto descrivere come sarebbe stata la sua
dittatura comunista. Oggi noi sappiamo com'è andata, i libri di storia ci raccontano di quante
persone sono state uccise perchè non condividevano le sue idee, abbiamo
vissuto la stessa
situazione in Italia con Mussolini. Questi avvenimenti sembrano lontani, superati, ma in realtà
ancora oggi l'uguaglianza non è stata raggiunta, seppur in maniera meno violenta, la differenza per
il colore della pelle o per la religione esiste ancora e chissà se riusciremo mai ad arrivare a sentirci
davvero tutti uguali.
Sabrina Vettori IIIC
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La Redazione
Sara Fabbri
Dalila Vettori
Renee Del Vecchio
Beatrice Nercelli
Claudio Passeri
Sofia Luzi
Matteo Telesco
Desiree Nucilli
Daniele Tossici
Eleonora Paparelli
Sharon Depalo
Matteo Pelosi
Clarissa La Forgia
Martina Peverini
Damiano Paolelli
Denise Bartocci
Patrizio Pitzoi
Sofia Mangiaracina
Alessio Bartucca
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Serena Di Marco
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Asia Di Dio
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Sabrina Vettori
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La Redazione
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