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prove
Pronta la versione definitiva del D-One, l’idea di Luca Devoti per rivoluzionare le vela in singolo
di MICHELE TOGNOZZI foto di PIERRICK CONTIN
D
opo una primavera di test su vari prototipi, Luca Devoti ha
lanciato la versione definitiva del suo D-One, la deriva a singolo che si propone di rivoluzionare il modo di andare in
barca da soli e di cui, lo scorso febbraio, Fare Vela aveva illustrato in
anteprima il concept. Lo ha fatto a Torbole, durante iVolvo Test Drive,
organizzati in concomitanza con la tappa finale della Volvo Cup Melges 24. Ed è lì, nella fresca Ora gardesana del pomeriggio che abbia-
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mo effettuato la prova. A precederci, in verità, una lunga lista di velisti, curiosi, appassionati che non vedevano l’ora di provare questo singolo, metà deriva classica e metà skiff, da cui, chi l’ha provata, non vorrebbe più scendere. Tra questi tanti campioni, le cui foto vedete in
queste pagine. «Una gran bella idea», ci dice Flavio Favini, che dopo
la gioventù in Laser e Soling è ora uno dei migliori timonieri nella
vela adulta, «divertentissimo e sempre veloce. Sono sicuro che avrà
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Stefano Rizzi, uno dei tester d’eccezione del D-One, in bolina contro 12 nodi di
vento sul Garda. La posizione delle ali è quella esterna, destinata a chi pesa
meno di 86 Kg. Notiamo il sistema di issata del gennaker e del bompresso
successo». Così la pensa anche Stefano Rizzi, uno dei migliori velistimarinai italiani, che vedete qui sopra impegnato a “cinghiare” sul DOne: «Va veloce, è facile ed è soprattutto uno spasso», dice. E poi
Michele Paoletti, che a detta di Luca Devoti «era quello che la portava meglio di tutti»,Tiziano Nava, Silvio Santoni, Enrico Fonda e tanti
altri. Proprio il divertimento è l’imperativo categorico di questa deriva: «Bisognava uscire da un modo di far vela che stava diventando un
po’ troppo stressante e complicato», avverte Devoti. La barca consente di divertirsi già con 4-5 nodi di vento, è veloce e facile ma senza
perdere quelle caratteristiche di barca tattica che piacciono a molti
derivisti abituati al Laser o al Finn. Il formato stesso delle regate sarà
più rilassato e divertente: massimo sei prove, intervento dei giudici
solo su richiesta di protesta e se la protesta viene respinta si squalifica
chi l’ha presentata. Insomma, bisogna recuperare il piacere di far vela,
al di là del risultato. Stiamo definendo la partecipazione a un importante circuito per il 2010, con atmosfera piacevole, feste a terra e belle
sfide in acqua». Insomma, la rivoluzione copernicana di Devoti, già
vincente oltre che come timoniere (argento olimpico 2000 e campione europeo 1997 nei Finn) anche come costruttore, con i Finn e i
Melges 24 più veloci degli ultimi dieci anni, riguarda anche il “modo”
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Flavio Favini, al timone del D-One, plana con il gennaker a 12 nodi con vento di 9-10 nodi. I 15 metri quadri del gennaker sono facilmente
gestibili, grazie a un sistema di issata e ammainata dell’insieme vela-bompresso, nella versione definitiva, rapido ed efficace
Favini in una strambata in velocità: vang leggermente mollato,
randa bloccata nello strozzatore e scotta del gennaker in mano
mentre il corpo si proietta sull’ala sopravvento. La manovra è più
impegnativa con vento sopra i 18 nodi. Altro pregio del D-One: in
caso di scuffia (anche con gennaker) lo si rialza con estrema facilità
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Molto bella e dall’aspetto innovativo la randa steccata square top
di 11 mq. Devoti ha anche registrato un marchio per produrla e
fornire così il pacchetto completo al velista
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Michele Paoletti in bolina, con ottima posizione alle cinghie in 14 nodi di vento. La randa è opportunamente scarrellata, la barca resta piatta. Paoletti ha regatato in carriera sia sul Laser che sul Finn. In
effetti il D-One pare proprio aver sintetizzato le caratteristiche dei due singoli olimpici e degli skiff
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1 Il pratico sistema di applicazione delle
ali. Due le posizioni, in fuori per timonieri minori di 86 Kg (ma con 8 Kg in più
per equiparare i pesi anche in poppa), in
dentro per chi pesa di più. La barca è
pensata per timonieri tra i 70 e i 95 Kg;
2 La prua con il foro per l’uscita del gennaker; 3 Il vang, simile a quello del Finn
Stefano Rizzi in piena velocità al lasco con gennaker. Notare la posizione arretrata sull’ala, la randa
poco mollata e la scotta del gennaker gestita direttamente senza strozzatori. Il D-One consente già
con 4-5 nodi di vento di navigare a 6 nodi in poppa. Basta trovare l’angolo giusto e restarvi
di fare e pensare la vela. Provando il D-One in 15
nodi di Ora gardesana, pare che, come spesso è
accaduto, la sua visione sia preveggente. Navigando
sul D-One ci si diverte, non c’è dubbio. In bolina,
dove le ali vengono spostate in dentro e in fuori al
limite degli 86 chilogrammi, si cinghia, si lavora di
carrello e si spinge la barca con il corpo. Il timone
resta praticamente inchiodato al centro. Bello e
divertente, con la grande randa steccata di 11 metri
quadrati che spinge con buona potenza e vang, cunningham e mura, rinviate sulle ali, e che ne delineano la forma. In poppa, poi, il gennaker di 15 metri
quadri, con scotta in mano e via andare, è uno spasso. Randa un po’ lascata, issata con il sistema a circuito chiuso che apre anche il bompresso con una
drizza unica, e si decolla alla ricerca del giusto bina-
rio. La velocità migliore si sviluppa in un angolo di
pochi gradi, come sempre con i gennaker, ed è lì
che bisogna andare, con minime correzioni all’orza
e alla puggia per restare sempre in velocità, con la
randa che strozzata in torretta e poco mollata. La
strambata, a patto di restare in velocità e di mollare
un po’ di randa, è facile e immediata gettandosi sull’ala sottovento e arrestrando bene il peso alle cinghie. L’ammainata è ugualmente semplice: basta
cazzare la drizza nel senso inverso. Deriva, che al
lasco viene sollevata solo di una ventina di centimetri, e timone sono a baionetta. L’albero è in carbonio alare, in due pezzi, e viene regolato con il
rake e le zeppe alla mastra, come sul Finn. Il boma
è a sezione tonda. Il tutto pesa 80 Kg e consente di
toccare i 10-12 nodi già con 10 di vento.
ProgettoPhil Morrison/Luca Devoti
Costruzione
Devoti Sailing
Lunghezza
m 4,25
Larghezza
m 2,10
Peso scafo
Kg 65
Peso barca armata
Kg 80
Sup. Randa
mq 11,00
Sup. Gennaker
mq 15,00
Costruzione: Albero, boma, ali,
deriva e timone in carbonio. Scafo
in sandwich. La barca può essere
trasportata sul tetto dell’auto grazie all’albero divisibile in due parti.
La barca è costruita nel nuovo cantiere Devoti Sailing, di Luca Devoti
e del suo socio Roman Teply, al
confine tra Polonia e Rep. Ceca.
Prezzo 10.000 euro, Iva esclusa,
barca completa con vele, teli e carrello alaggio.
Informazioni Devoti Sailing
Tel. +420 546 210285
www.devotisailing.com
www.devoti-one.com
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