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STAI CERCANDO UN OFFERTA FATTA APPOSTA PER TE?
27
OTTOBRE
2011
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
5000 COPIE
ECCORECCO
MENSILE DI CULTURA E TEMPO LIBERO NEL GOLFO PARADISO
DIRETTORE RESPONSABILE GIUSEPPE ROSASCO • REDAZIONE STUDIO HELIX VIA DELL’ARTIGIANATO 1, 16036 RECCO (GE), TEL E FAX 0185.723961
STAMPA MECA RECCO (GE) • REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI GENOVA N. 69 DEL 21.11.1990 • [email protected] • WWW.ECCORECCO.INFO
IN QUESTO NUMERO
4Nella morsa della crisi
di Giuseppe Rosasco
4Il Laboratorio Aurelia
di Mizio Ferraris
4La Recco di Fulvio Tornich
di Giuseppe Rosasco
4Emilio Razeto, un recchese doc
di Alberto Schiappacasse
4Quella polena misteriosa
di Bruno Sacella
4La scuola chiede aiuto al Comune
23 NOVEMBRE 2010: UN FULMINE AL LARGO DI PUNTA CHIAPPA (FOTO MASSIMO ANDREANI)
di Annalisa Revello
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ricordi
IL 1944 NEI RICORDI DI UNA RAGAZZINA DI ALLORA
Dalle bombe di Genova
a quelle di Recco
Il 10 novembre 1944 alle 22,07 Recco subisce il primo bombardamento aereo.
Il primo di una serie di incursioni che la
raderanno al suolo. Ecco uno stralcio
delle memorie di una tredicenne genovese. Ironia della sorte, la sistemazione
a Recco era stata scelta dalla famiglia
proprio per scampare ai rischi corsi nel
capoluogo.
MARIA TERESA PITTALUGA8Abitavamo a Genova; dopo i bombardamenti del ’42 papà,
che era stato richiamato, ci portò (io tredicenne e mia madre) sfollati a Recco. Qui
avevamo un’abitazione a Mulinetti, ma siccome a mia mamma pareva troppo isolata e
lontana dal paese, trovammo una sistemazione in località Priaro, di fronte all’ingresso di Villa Gallo, dietro l’Istituto Suore Maestre Pie, dove andavo a scuola. Nel frattempo eravamo andate, mamma ed io, a trovare papà, che era responsabile del Campo
contumaciale di Falconara Marittima e proprio lì ci colse l’8 settembre.
Dopo un viaggio innenarrabile, irto di
bombe lungo tutto il cammino, tornammo
al Priaro ed io incominciai la scuola.
Il 10 novembre eravamo andati, come al
solito alla sera, a dormire, quando sentim-
mo un rumore profondo, sordo e cupo sopra di noi; papà aprì la finestra e vedemmo
Recco illuminata a giorno dai “bengala”.
Subito cominciarono a cadere le bombe…
Papà, che di bombe ormai era esperto, ci
disse di uscire di corsa ed io, che ero ancora in casa, mi ritrovai, per lo scoppio di una
bomba vicina, in mezzo al giardino!
Ci rifugiammo sotto uno sperone di roccia dove c’era un pollaio. Lì era come essere in un palco a teatro: vedevamo crollare le
case, alzarsi nuvoloni di polvere, fumo,
sentivamo urla di dolore, di spavento, vociare di persone che si chiamavano, che si
cercavano, si percepiva un odore di polvere
vecchia e di bruciato. Tutt’intorno un colore rossastro come un sole africano al tramonto.
Questo bombardamento cambiò la nostra vita non solo materialmente, ma anche
negli affetti: la morte di amici, la sofferenza, il capire com’è rapido il passaggio dalla
vita alla morte.
Il giorno dopo ci rendemmo conto che
anche tutti i nostri mobili, accantonati in
un fondo, erano sepolti dalle macerie; papà
trovò un carretto, ci mise sopra tutto ciò
che ci rimaneva e ci trasferimmo a Mulinetti e da lì poi a Uscio.
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OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
orizzonti
CITTADINI E SERVIZI ALLE PRESE CON LA DIFFICILE CONGIUNTURA ECONOMICA
Nella MORSA della crisi
GIUSEPPE ROSASCO8“EccoRecco” è una rivista che in tutti i suoi numeri ha cercato,
mese dopo mese, di raccontare la vita della
comunità locale, valorizzandone gli aspetti
storici e artistici, le tradizioni, il folklore, lo
sport, il volontariato. Per precisa scelta editoriale non ha mai affrontato argomenti legati al dibattito politico.
Ma oggi è inevitabile confrontarsi, anche
a livello locale, con le ricadute della crisi
economica internazionale particolarmente
grave in alcuni Paesi dell’Unione Europea,
tra i quali l’Italia. I singoli governi nazionali sono stati costretti a studiare e porre in
atto misure ritenute necessarie ed opportune per risanare i conti pubblici. In Italia le
scelte del Governo si sono sostanzialmente
tradotte in incrementi della pressione fiscale sui prodotti di consumo (aumento dell’Iva) e nella prosecuzione della politica dei
“tagli” ai trasferimenti di risorse a Regioni
ed Enti locali. Una manovra che avrà ovviamente ricadute negative per tutti gli italiani, compresi gli abitanti di Recco e degli
altri comuni del Golfo Paradiso. Per questo
motivo crediamo che “EccoRecco” possa legittimamente esprimere un’opinione su
questo specifico tema.
Di primo acchito una domanda sorge
spontanea: davvero non esistono altri settori su cui intervenire incisivamente per riportare in carreggiata il bilancio nazionale?
Un’analisi condivisa da più osservatori segnala nei “costi della politica” italiana una
sproporzione, percentuale ed assoluta, rispetto agli altri Paesi europei, tale da bruciare, senza giustificazione, risorse per svariati miliardi di euro all’anno, di quantità
pari o superiore agli introiti garantiti alle
casse dello Stato dalle scelte governative.
Naturalmente deve essere ben chiaro che
l’argomento è complesso e che non esiste
una definizione univoca di “costi della politica”.
Tuttavia sui grandi numeri c’è concordanza. Un’analisi del sindacato Uil del marzo 2011 valuta in 18,3 miliardi la spesa collegata al funzionamento politico delle istituzioni, a cui andrebbero aggiunti 6,4 miliardi recuperabili razionalizzando il sovrabbondante sistema istituzionale. Secondo il quotidiano “Il Sole24 Ore” i costi della politica italiana ammonterebbero ad oltre
23 miliardi di euro, una cifra di molto superiore a quella sostenuta, ad esempio, dalla Germania. A dire il vero, nei giorni convulsi del dibattito sulla manovra economica, si era anche parlato di creare un’appo-
10 marzo 2011: Autoritò e cittadini al “funerale” per la chiusura dell’ospedale “Sant’Antonio”.
sita commissione parlamentare per uniformare i costi della politica italiana a quelli
della media degli altri Paesi europei: ma nel
clangore delle proposte e controproposte
del Governo e dell’opposizione, di questa
idea s’è perso traccia.
Eppure crediamo che sia necessario partire proprio da questo argomento, per rivedere non solo l’eccessivo onere istituzionale, ma più in generale i meccanismi di funzionamento dello Stato italiano, al fine di
rendere le entrate di bilancio più eque e le
spese più attente agli autentici bisogni della collettività. Non si può infatti ignorare
che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, vive della ricchezza prodotta dagli italiani e
in special modo dalle attività del settore
privato, che deve fare i conti con le regole
del libero mercato. E proprio queste attività
sono quelle più esposte agli effetti della crisi internazionale, la cui ombra si allunga
minacciosa sulle stesse prospettive di vita
di milioni di italiani.
In questa temperie, diventa difficile
comprendere perché lo Stato e la politica si
rinchiudano nelle loro fortezze, le diverse
“caste” mantengano sostanzialmente inalterati i loro privilegi, e non si trovino altre
soluzioni che penalizzare da un lato i consumi individuali (con pesantissimi effetti
non solo sulla qualità della vita ma anche
sulla stessa salute dei cittadini meno abbienti ) e dall’altra tagliare i servizi ai cittadini, colpendo proprio quelle istituzioni
(Comuni, Asl) che, sia pure a fatica, grazie
al lavoro appassionato di migliaia di sindaci, consiglieri comunali, medici, dirigenti e
ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
FOTO P. VALENTE
tecnici ospedalieri, sono rimaste vicine alle
esigenze della gente.
Proprio nel Golfo Paradiso abbiamo potuto toccare con mano quanto la politica
dei “tagli”, applicati dal Governo ma gestiti dalla Regione Liguria, abbia penalizzato,
con una scelta del tutto errata e contestabile, i servizi sanitari locali, giungendo sino
alla chiusura dell’ospedale Sant’Antonio di
Recco, ossia dell’unico nosocomio comprensoriale rimasto in funzione dopo la
chiusura di quello di Camogli e la trasformazione di quello di Nervi. In futuro i nostri Comuni saranno inoltre costretti a calibrare le politiche di bilancio, soprattutto
nelle voci di spesa dell’assistenza e della
cultura, sulla base di una disponibilità sempre più esigua di risorse. In questo modo le
difficoltà economiche potrebbero altresì determinare un diverso livello di collaborazione tra ente locale ed associazionismo, rendendo così più aleatoria la concreta prosecuzione di quel principio di sussidiarietà
che ha da sempre costituito uno dei vanti
della cultura sociale del nostro territorio.
È auspicabile che un’attenta gestione
amministrativa possa consentire ai nostri
Comuni di reperire comunque le risorse atte a garantire un’adeguata copertura di servizi e che l’estesa rete del volontariato e
dell’associazionismo possa trovare nelle
difficoltà nuovi motivi di consolidamento e
,perché no?, di sviluppo. La storia e le tradizioni civiche di Recco e dei paesi del Golfo Paradiso rappresentano un buon viatico
per guardare al futuro con ragionevole serenità.
3
golfo paradiso
È UNO DEGLI OTTO CENTRI ISTITUITI AD HOC DALLA PROVINCIA DI GENOVA
Laboratorio Aurelia
come educare ai temi ambientali
MIZIO FERRARIS RESPONSABILE SCIENTIFICO AURELIA 8 Questi sono giorni
di intensa attività per il Laboratorio Aurelia, il nuovo Centro di
Educazione Ambientale di Bogliasco, Pieve e Sori. Si stanno definendo le programmazioni con i docenti della scuola primaria, che
già da quattro anni lavorano su percorsi didattici finalizzati allo
sviluppo sostenibile. E a breve, anche i docenti della scuola media
saranno coinvolti.
Si stanno organizzando incontri con la cittadinanza e le associazioni di volontariato su temi ambientali di interesse pubblico, a partire dal problema dei rifiuti: chi li produce, come si raccolgono, come
vanno separati e riciclati.
Si sta predisponendo il Tavolo interistituzionale di ottobre, a cui
parteciperanno insieme i rappresentanti dei Comuni e della scuola,
per definire le strategie della comunicazione ambientale sul nostro
territorio.
E già, perché il Centro di Educazione Ambientale Aurelia, uno degli otto CEA della Provincia di Genova, è un vero Laboratorio territoriale: si mette sul tavolo un problema, lo si analizza, si accertano tutti i punti di vista, si mettono in ordine le informazioni,
si ipotizzano soluzioni praticabili, si individuano strategie
condivise di intervento.
Nel settore ambiente le soluzioni non sono mai
semplici, e si avvalgono di contributi che non
provengono solo dalle scienze naturali: diritto,
economia, tecnologia, sociologia, urbanistica…
4
Studenti in visita ad un impianto di depurazione. Sotto, i ragazzi illustrano il loro lavoro attraverso una presentazione multimediale. A sinistra, il logo del Centro.
Ci siamo accorti fin troppo bene di questa complessità quando abbiamo impostato il sito web di
Aurelia (www.aurelialabter.it): la difficoltà è stata
quella di raggruppare i temi di cui si occupa l’educazione ambientale, e ancora adesso non siamo sicuri del risultato.
Succede così che, quando programmiamo con gli insegnanti, finisca per essere coinvolto l’intero team della classe, e tutte le discipline danno il loro contributo. Succede che, quando ci confrontiamo
con la giunta di un Comune (che sia Bogliasco, Pieve o Sori, o qualunque altro), tutti gli assessorati finiscano per essere interessati
dalla operatività di Aurelia.
In sintesi: l’idea di di istituire un CEA è venuta al Collegio docenti
della Direzione didattica di Bogliasco, nel lontano 2007; nel 2008 i
Comuni di Bogliasco, Pieve e Sori hanno sottoscritto un protocollo
di intesa con la Provincia di Genova; nel 2009 Pieve Ligure è diventato il Comune di riferimento per il Labter Aurelia; nel 2010 Aurelia ha partecipato al bando regionale per l’ampliamento dei CEA
in Liguria, ha istituito un Infopoint presso la pro loco di Sori, uno
Spazio eventi presso il Teatro Massone di Pieve e un Centro di documentazione didattica presso il plesso scolastico di Bogliasco; entro il 2011 Aurelia concluderà l’iter di accreditamento alla rete regionale dei CEA, e potrà essere riconosciuto a livello nazionale.
OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
progetti
TRA I PROGETTI DA LUI SEGUITI IN ITALIMPIANTI, L’“APPRODO TURISTICO RECCO 2000”
La Recco di Fulvio Tornich
GIUSEPPE ROSASCO8Se è difficile comprendere il mistero del dolore
e della morte, ci è però consentito tenere vivo nel cuore il ricordo
delle persone scomparse, delle loro azioni, dei loro gestii. Una sfera
di affetti, esclusivi e segreti, che appartiene naturalmente alla famiglia e agli amici più intimi. Se però la persona ha rivestito nel
corso della sua vita anche un ruolo pubblico, allora la memoria si
arricchisce inevitabilmente delle vicende della cronaca, del ricordo
di quanti lo hanno conosciuto.
Questo è accaduto alla fine dello scorso agosto, quando è mancato all’affetto della moglie Livia e della figlia Fulvia, dopo una lunga
malattia, l’ingegner Fulvio Tornich, tra gli anni settanta e ottanta del
secolo scorso, direttore generale e poi amministratore delegato di Italimpianti. La società, che faceva parte del gruppo Iri, era nota in tutto
il mondo per la capacità di realizzare complessi industriali, soprattutto nel campo della siderurgia. Tornich, giunto alla guida dell’azienda dopo una lunga carriera interna, quando ormai il mercato
delle commesse siderurgiche mostrava evidenti segni di saturazione, diede avvio ad una riconversione produttiva che avrebbe portato la società a conoscere una nuova stagione di successi. In particolare nel settore dei dissalatori, degli impianti di depurazione, dei
sistemi di movimentazione e trattamento delle materie prime. Italimpianti fu anche capofila della realizzazione dell’Expò colombiana a Genova e della ristrutturazione dello stadio “Luigi Ferraris”.
Ma Tornich aveva anche un risvolto ‘recchelino’. A metà degli
anni ottanta, infatti, aveva scelto di fissare la sua residenza nella frazione di Polanesi, ristrutturando una vecchia casa tra gli ulivi. E da
subito volle partecipare alla vita della comunità, frequentando con
assiduità le riunioni serali del “Comitato di Gestione di Mulinetti e
Polanesi” che in quegli anni era l’interlocutore dell'amministrazione comunale per le problematiche relative alle due frazioni. E
sempre in quegli anni, nel 1985 per l’esattezza, accettò di diventare
presidente della Pro Recco Pallanuoto, non sottraendosi ad un impegno che si annunciava difficile. La pallanuoto stava infatti affrontando il passaggio definitivo al professionismo e all’apertura del
campionato ai giocatori stranieri. La pallanuoto tradizionale rischiava di scomparire, ma la Pro Recco, sotto la sua guida, seppe
stringere le fila e porre le basi per il futuro rilancio.
Unitamente a questo impegno Tornich, nell’ambito di quel nuovo
ruolo che stava ritagliando per l’Italimpianti nel campo dell’ingegneria territoriale, propose alla città la realizzazione di due ambiziosi
progetti. Uno riguardava il palazzo dello sport (siamo negli anni '90)
che avrebbe dovuto sorgere sul terreno che è tuttora occupato dal
campo di rugby. La struttura doveva comprendere un piscina da 33x
25 metri con 1700 posti a sedere ed una palestra polivalente (1100
posti a sedere) in grado di ospitare incontri di basket, pallamano,
pallavolo. Per il campo di rugby si prevedeva lo spostamento in
un’area di circa 20 mila metri quadrati presso l’imbocco della galleria autostradale per Rapallo. Ancor più ambizioso l’altro progetto
ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
presentato alla città nel 1984, ossia la realizzazione di un porticciolo
turistico con la completa sistemazione della parte a mare: l’idea che
stava alla base del progetto era quella di diversificare la struttura economica della città, attirando nuove correnti turistiche e creando
nuove attività produttive. L’“Approdo turistico Recco 2000”, così si
chiamava il progetto, avrebbe potuto essere realizzato in project financing, ossia a spese della società che ne avrebbe avuto la gestione
per trentanni. L’incerto scenario politico locale e nazionale non favorirono purtroppo la concreta attuazione di quei progetti. Un vero
peccato. L’indimenticato sindaco della città Antonio Ferro, ebbe a
dire del palazzetto dello sport: «Questo progetto potrebbe restituire
a Recco l’entusiasmo di un tempo». E l’attuale sindaco Dario Capurro
così si è espresso a proposito del porticciolo turistico: «Una proposta che se attuata avrebbe dato una svolta decisiva e positiva al futuro di Recco». A riprova che Fulvio Tornich pensava con ampiezza
di vedute, anche quando si trattava di questioni locali.
Il ‘fronte mare’ secondo la proposta Italimpianti. In alto, particolari del progetto.
5
religiosità
ORDINE E SILENZIO CONTRASTANO CON QUELLA CHE POI SARÀ LA SAGRA DEL FUOCO
Messa dell’alba: la vera anima della festa
8La chiamano la Messa dell’Alba ma in realtà sono le 4 e mezzo
ed all’8 settembre a Recco l’alba arriva un po’ più tardi, salutata da
sette unici colpi di mortaio. A quell’ora potete passeggiare per via
Roma e vedere tutte le bancarelle chiuse ermeticamente con tendoni: forse qualcuno ci dorme dentro.
Tutto è ancora deserto com’è del resto
sempre al mattino prestissimo. Arrivando però all’altezza del Santuario
del Suffragio vi accorgete che dentro si
sta celebrando qualche funzione ed affacciandovi ad una delle porte d’ingresso avete la sorpresa di trovare tutta la chiesa gremita di gente, tutta ordinatissima e silenziosa che sta seguendo con attenzione la S. Messa
chiamata appunto la Messa dell’Alba.
Qui voi potete trovare tutta la spiegazione della festività dell’8 settembre. Sono almeno 700 persone che
onorano la Vergine del Suffragio solo
ed unicamente con la devozione e tutte alla fine passeranno dietro l’altare
fino a rendere omaggio alla statua della Vergine nell’apposita urna. Il tutto nel massimo ordine e silenzio in contrasto con quella che poi sarà la sagra del fuoco con afflusso di migliaia e migliaia di persone e rumore molto rumore come solo possono fare le sparate ed i fuochi dei sette quartieri. Non
saranno moltissime fra le migliaia di persone che assisteranno alla
festa e che comprenderanno in pieno il significato di un festa tanto rumorosa. Lo capiscono i recchesi con qualche anno sulle spalle. Per capirlo bisogna assistere alla Messa dell’alba, perché l’anima della Sagra del Fuoco di Recco è tutta lì.
G.C.N.
MADONNINE NON DIMENTICATE
Due lettori ci hanno
segnalato una cappelletta e due edicole che
non abbiamo riportato
alla pag. 6 dello scorso
numero: ringraziamo gli
attenti lettori e provvediamo pubblicandone le
tre fotografie.
A sinistra in alto, lungomare Italia; a destra,
Megli (accanto al cimitero); qui a sinistra
Salita della Madonnetta.
BRINZO
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OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
personaggi
LA PROFESSIONE DI FOTOGRAFO, L’IMPEGNO NEL SOCIALE E VERSO LE TRADIZIONI
EMILIO, un recchese doc
ALBERTO SCHIAPPACASSE8Vengo a tratteggiare, nel suo ruolo pubblico e comunitario, la
figura esemplare di un conformista, di un
conservatore, di un cattolico non privo di
valori cristiani. Con la terzietà di chi non è
indigeno, e, con l’anima che nel cuor si fa
più buona, come recita il poeta.
In un amichevole colloquio, Emilio mi
ha riassunto i momenti nodali della sua vita. La nascita a Recco nel 1925 da famiglia
piccolo borghese. La figura del padre nostromo. La sua esperienza nella scuola elementare e media contrassegnata dall’incontro col professor Clary, insegnante di disegno e, per suo diletto, di tecnica fotografica. Il maturare della vocazione per la fotografia, consolidata con la partecipazione al
primo anno del liceo artistico.
Coinvolto nel dramma dell’ultima guerra
mondiale, il padre internato negli Stati Uniti, trovandosi in quella confederazione all’entrata americana nel conflitto, dopo l’8
settembre 1943 trova rifugio con la famiglia
nell’entroterra di Uscio, scampando ai
bombardamenti. Durante una delle tante
discese a piedi per Recco, è fermato ad Avegno dagli alpini della Monterosa. Gli altri
giovani, fermati come renitenti alla leva,
sono inviati in Germania. La qualifica di
marinaio consente ad Emilio di affermare di
essere in attesa di imbarco: ha appreso dalla radio la presenza dei mas della Decima a
La Spezia. Rilasciato, riesce a rendersi irreperibile.
Cessato il conflitto, dà inizio alla sua attività costruendo una macchina fotografica
assemblata con elementi di diversa provenienza. Esercita a domicilio riproducendo
foto per tessera. È l’amico Ciotti, che opera
a Camogli, a procurargli il materiale fotografico. Nel 1948 gli viene assegnato un appartamento di casa popolare in via Roma,
dove al piano terra apre il laboratorio fotografico rimasto attivo fino al suo ritiro dall’attività.
Egli si trova nel mezzo delle problematiche della ricostruzione di Recco.
Al sindaco della Liberazione, Gian Enrico Massone, socialista, seguono le giunte
ad egemonia democristiana di G.B. Costa e
di Matteo Beraldo. Come scrive Sandro Pellegrini, il piano di ricostruzione dell’architetto Claudio Andreani, scelto dalla giunta
Massone, prevede un centro residenziale in
armonia con la morfologia del luogo, privilegiando la vocazione turistica. Il piano urbanistico viene demolito con otto varianti,
pertanto nel 1953 si procede alla stesura di
Giovanni Emilio Razeto. Sotto, presidente della Croce Verde
durante una manifestazione negli anni settanta.
un nuovo piano di ricostruzione. L’architetto Giuseppe Ginatta, come richiesto dalla
maggioranza, incrementa notevolmente
l’espansione edilizia nella piana alluvionale e sulle colline che delimitano le foci del
Recco e del Treganega. Si promuove una
città residenziale e commerciale, a limitata
vocazione turistica e ambientale.
La seconda giunta Beraldo, con ulteriore
variante al piano Ginatta, nella seduta consiliare del 3 novembre 1957 decide “la demolizione di palazzo Massone e l’utilizzazione dell’area con la costruzione di un
nuovo complesso a dieci piani, a terrazze
degradanti”. Le voci critiche risultano minoritarie.
Questa profanazione artistica segna il limite culturale più basso di una classe dirigente locale di matrice contadina e mercantile, non disgiunta da significative doti
ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
artigianali. Le capacità operative che dimostra nella civiltà materiale sono prive, nella
loro connotazione pubblica e sociale, dei
valori umanistici non supportati dalla Chiesa Cattolica, non ricompresi nello stile di
vita dei più ricchi e nelle litanie della pubblicità commerciale che plasma le coscienze dei consumatori. A questa miseria culturale che somma ai danni bellici i danni dell’insensibilità ai monumenti e alle permanenze laiche (il castello di levante), Emilio
reagisce da uomo innamorato del vecchio
borgo.
Da valente artigiano dell’immagine fornisce a Sandro Pellegrini, che lo commenta,
il materiale fotografico degli ultimi decenni
dell’Ottocento e dei primi 45 anni del secolo scorso del borgo di Recco, tratte dalla
raccolta Ferrari, e vi unisce le proprie della
Recco in ricostruzione. Da questi apporti
nasce il libro Obiettivo su Recco.
Ma a Emilio non bastano le immagini. In
un magazzino, in località Carbonara, inizia
e continua per anni la raccolta dell’oggettistica artigianale locale dell’epoca che tanti
amici gli offrono. E con Gianni Carbone,
Vittorio Massone, Andrea Ognio, Sandro
Pellegrini, Mario Novella e altri progetta
un’esposizione permanente dei reperti.
Partecipa alle giunte Carbone e Port, e
dal 1999 al 2009 alle due giunte Buccilli.
Da assessore, persegue il progetto di
esporre la mostra dei reperti nella torre di
proprietà comunale ai margini della piana
alluvionale di piazzale Olimpia. L’Amministrazione comunale recede dal restauro e la
mostra museale viene insediata in due locali del porticato della casa “A” di piazzale
Olimpia. Debbo riconoscere ad Emilio di
aver fatto del suo meglio, ma stimo opportuno che la mostra museale si avvalga di
una consulenza di Farida Simonetti, nota
direttrice di palazzo Spinola di Pellicceria.
L’invito della nonna ad occuparsi degli
anziani si è inciso nell’anima di Emilio. Per
35 anni collabora alla riorganizzazione e al
potenziamento della Croce Verde di Recco.
Per 12 come presidente.
A complemento di questo prolungato
impegno per gli altri fonda tre associazioni
assistenziali: l’Assistenza Volontaria Ospedaliera (AVO), l’Assistenza Volontaria A
Domicilio (AVAD), l’Associazione Donatori
di Organi (AIDO).
Nella società italiana e locale in cui i cattolici sono maggioranza, ma la maggioranza dei quali sono senza o a limitato cristianesimo, una figura umana di tutto rispetto.
7
scuola
L’ACCORDO PREVEDE L’INTEGRAZIONE DELL’ORARIO DEL PERSONALE DI VIGILANZA
La direzione didattica chiede aiuto al Comune
to di accoglienza». Questo progetto non va a sostiANNALISA REVELLO8«Nella Direzione scolastica di
tuire il lavoro dell’operatore scolastico, ma ne è un
Recco – spiega Caterina Peragallo, assessore alla
prezioso supporto, che prevede la figura di operaPubblica istruzione – ci siamo trovati ad avere
tori qualificati esterni della Fortunam Experiri, i
molti meno collaboratori scolastici, a causa degli
quali accoglieranno i bambini all’ingresso dalle ore
ulteriori tagli che sono stati fatti alla Scuola». Per
8 fino alle ore 9.30, in presenza delle insegnanti,
questo motivo si era ventilata l’ipotesi di una ridudopo subentreranno i bidelli fino alla chiusura
zione dell’orario di entrata e di uscita delle tre
della scuola.
scuole materne pubbliche, per garantire la coper«È uno sforzo oneroso – aggiunge l’assessore –
tura di vigilanza e di pulizia dei collaboratori stesche abbiamo fatto tutti insieme sindaco in testa,
si. La Direzione scolastica, per affrontare questa
per non penalizzare ulteriormente le famiglie».
grave situazione che avrebbe causato moltissimi
L’Amministrazione comunale sta valutando varie
disagi alle famiglie, ha chiesto al Comune di Recco
possibilità di progetti alternativi, per rispondere ai
di fare fronte a questa necessità.
L’assessore Caterina Peragallo
reali bisogni delle famiglie, sempre in comune
«Siamo riusciti – aggiunge Peragallo – nonostante i pesanti tagli che anche gli stessi Enti locali hanno subi- accordo con gli Enti e la Direzione scolastica, come un eventuato, a reperire 10.000 euro, che serviranno a finanziare un proget- le pre-scuola per le scuole materne.
Fortunam Experiri
Orari flessibili
e doposcuola
prossimo al via
8Una iniziativa che va nella direzione di
venire incontro alle molte richieste di un
numero sempre maggiore di famiglie di
avere un supporto didattico adeguato alle
esigenze dei propri figli, anche dopo l’orario scolastico. «Il servizio di doposcuola –
spiega Patrizia Molfino, coordinatrice della
Fortunam Experiri – è stato pensato in
accordo e con il supporto dell’assessorato
alla Pubblica istruzione del Comune di
Recco, per i bambini della quinta primaria
(a richiesta anche delle classi inferiori) ed i
ragazzi della scuola media inferiore. È
offerta inoltre la possibilità di seguire anche
i ragazzi del Liceo». La frequenza è programmabile a seconda delle necessità delle
famiglie, con un orario dalle ore 13.30 alle
ore 18.30 in poi. «Il servizio è stato pensato – aggiunge Alessandra Sanguineti, psicologa della stessa Società – per offrire un
supporto ai ragazzi nello svolgimento dei
compiti e per offrire un punto di riferimento affidabile alle famiglie stesse. A tal fine il
doposcuola propone sia attività didattico
scolastiche sia ripetizioni, con il supporto
di personale qualificato che gestirà i ragazzi a piccoli gruppi». Il doposcuola partirà al
raggiungimento minimo di quindici iscrizioni.
Per informazioni ed iscrizioni: tel. 393.
9455892 (da lunedì a venerdì ore 15,0017,00), tel. 366.4879613 (da lunedì a venerdì ore 10,00-12,00) oppure fortunamexperiri
@gmail.com.
A.R.
8
A San Rocco nido e materna
si fondono in un nuovo polo
8Dall’unione dell’asilo nido “Il giardino dei girasoli” con la
scuola materna “Sacro Cuore” è nato un centro unico per l’infanzia da 0 mesi fino ai sei anni, creando così un’importante
continuità scolastica. Attualmente la scuola materna ospita 50
bambini e l’asilo nido 12, offrendo un ampio orario di accesso,
dalle 7,30 alle 17,00, che permette alle famiglie dove lavorano
entrambi i coniugi, la tranquillità di tenere custoditi i propri figli
durante le ore lavorative. Da questo mese parte un doposcuola
riservato alle tre classi di delle medie con ripetizioni di italiano,
matematica ed inglese; una neolaureata in lettere con il massimo di voti seguirà l'andamento di chi avrà bisogno, con colloqui diretti con le varie insegnanti dei centri scolastici. A tal fine
sarà messa a disposizione un’aula attrezzata dell'istituto, dalle
15,00 alle 18,00 di ogni giorno. A breve saranno comunicati
orari e tariffe. Info: Claudio Sannazzaro tel. 0185.720958.
E i “mitici” genitori vanno in scena
L’associazione teatrale di promozione sociale “Instabili” ha preparato un nuovo spettacolo, un musical a carattere mitologico, intitolato appunto “Mitico”, che andrà in
scena per raccogliere fondi e donarli a scopo benefico. È uno spettacolo divertente: vengono raccontati episodi della mitologia greca, con ironia e a sfondo educativo; ci sono momenti di risate, ma
anche di riflessione su temi molto
importanti. La rappresentazione è
adatta per tutte le età: bambini,
ragazzi ma anche (e soprattutto)
adulti. Prossima esibizione a Pieve
Alta, sabato 15 ottobre alle 21.30
nel teatro parrocchiale. Nella foto,
lo spettacolo dello scorso anno in
lungomare Bettolo.
OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
storie
RITORNA RESTAURATA AL MUSEO MARINARO DI CAMOGLI
Quella polena
misteriosa
BRUNO SACELLA DIR. MUSEO MARINARO CAMOGLI8
Non esiste nessuna documentazione scritta
per determinare le origini e almeno un po’
della storia della bella polena che accoglie il
visitatore del Museo Marinaro di Camogli.
Si tratta di una polena lignea raffigurante
una giovane donna, con il capo eretto e il
busto leggermente piegato in avanti, quasi a
voler guardare lontano. Il viso è molto ben
delineato e di aspetto piacevole, con gli
occhi che fissano qualcosa lontano, oltre la
linea dell’orizzonte. Sulla testa è posto un
copricapo, con ornamenti floreali, che copre
solo la parte anteriore della capigliatura che
sul retro è accuratamente intagliata con un
bel chignon che lascia sfuggire ai lati due
bande di capelli neri che si allungano sulle
spalle e si stagliano nettamente sulla veste.
Al collo porta una collana, ben modellata e
ai lobi delle orecchie si possono indovinare
due semplici orecchini. Il braccio destro, che
fuoriesce dalla manica della veste, è piegato
e poggiato sotto il seno, rendendo così più
naturale la piegatura in avanti del busto; le
dita della mano, che trattengono la scollatura della veste, sono ben modellate. Il braccio
sinistro, anch’esso nudo, è disteso lungo in
fianco e porta il segno di un rifacimento
dovuto probabilmente a una rottura accidentale, alla quale andavano spesso soggette le polene durante le manovre di ormeggio
o per la trazione dei cavi o per urto contro la
banchina. La mano non presenta le linee
accurate della mano destra, e ciò è naturale
perché queste riparazioni venivano fatte
quasi sempre in maniera frettolosa dal carpentiere di bordo.
La veste presenta un ricco drappeggio, è
intagliata con cura, ma in molti punti l’artigiano si è aiutato con stucco e gesso, coperti poi dalla pittura. Il colore della veste è
verde pallido molto variegato. Si tratta quasi
certamente di un colore applicato successivamente al varo della nave, nei molti anni di
esercizio, in strati sovrapposti. In alcuni
punti, molto limitati, si può intravedere sulla
veste un colore blu e sul bordo di una manica un bel rosso, che probabilmente erano i
La presentazione del restauro, sponsorizzato dalla società genovese Premuda, avverrà sabato 29 ottobre al Museo Marinaro. Le misure della polena sono: cm. 172 di altezza per 50 di larghezza. Sopra, il restauratore Renato Boi all’opera nel
Laboratorio “La Sinopia”. Il lavoro è stato lungo e complesso, ma il risultato (foto a sinistra) è davvero notevole.
colori originali, che per economicità e scarsità di tempo non sono stai mantenuti negli
anni. L’insieme è di aspetto piacevole e dà
l’idea di aver subito molti colpi di mare.
Si sa per certo che non è appartenuta ad
una nave di Camogli, e questo aspetto che la
pone al di fuori della grande storia della
marineria camoglina è stato probabilmente
la causa delle poche notizie raccolte su questo reperto. La polena fu donata al museo
nel 1987 dagli eredi del dott. Giorgio Odero,
un appassionato collaboratore del Museo,
che ne venne in possesso verso la fine degli
anni ’70, in un cantiere di demolizione.
Probabilmente la sua intenzione era quella di restaurarla e di farne dono al Museo
Marinaro di Camogli. Dato che era abilissimo nel lavorare il legno, per prima cosa
costruì un piedestallo, molto robusto e di
finissima fattura su cui sistemare la polena e
darle stabilità. Provvide ad un fissaggio sicuro e sistemò il tutto nel magazzino del
Museo, per continuare il restauro. Il Direttore Schiaffino, che riteneva che tutti i reperti
dovessero essere legati alla storia della marineria camogliese, secondo le intenzioni del
Fondatore Gio Bono Ferrari, non era molto
favorevole all’esposizione della polena, ma
alla morte del dott. Odero, di fronte alla
richiesta dei suoi familiari, sentito anche il
parere dell’Autorità Comunale proprietaria
del Museo, decise di accettarne la donazione e l’esposizione.
La polena mantenne però gran parte del
ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
suo mistero. L’unica notizia pervenuta sino
a noi, sulla quale si può fare affidamento, è
che la polena ornava la prora di una goletta
inglese, costruita nei primi anni del Novecento. La goletta in questione era stata sottoposta a sequestro nel porto di Genova
negli anni settanta, probabilmente per contrabbando. Dopo un disarmo più o meno
lungo, come quasi sempre avviene in questi
casi, quando il proprietario si rende irreperibile e la nave è di scarso valore, fu avviata
alla demolizione.
Considerate le notevoli dimensioni della
polena si deve pensare che la goletta con la
quale navigò per oltre settant’anni avesse un
buon tonnellaggio, tra le 1.000 e le 1.300
tonnellate di registro, con una lunghezza
approssimativa di 60/65 metri e una larghezza intorno ai 10 metri. Si trattava certamente di una costruzione in ferro, dato che
in Inghilterra in quegli anni si costruivano
ben pochi velieri da carico e la costruzione
in legno era stata da tempo abbandonata.
Resta misterioso come la goletta abbia
potuto superare le due guerre, durante le
quali ogni mezzo navale fu utilizzato per fini
bellici, e ben poche furono le navi mercantili sfuggite all’affondamento.
Forse si ritenne che la goletta non meritasse la spesa di un siluro o, se vogliamo
pensare romanticamente da vecchi marinai,
la polena portava fortuna e continua a portarla, tanto da aver trovato uno sponsor per
il suo restauro in questi tempi difficili.
9
opinioni
Parcheggi e pedonalizzazioni
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro Direttore, abitando a Nervi, preferisco raggiungere Recco
per le spese e per un buon caffè e altro ancora.
Ho letto l’ultimo numero di “EccoRecco” e non mi trovo d’accordo con Marco Massa, che chiude il suo articolo auspicando la pedonalizzazione della piazza davanti al Comune e mi spaventa
l’idea dell’autosilo nell’articolo di Andrea Revello, che inizia: “...la
necessità di parcheggi a Recco...”
Mi dispiace, ma a Recco ci vengo volentieri a fare acquisti rispetto a tutte le cittadine da Nervi fino a Chiavari proprio perché
Recco ha creato tante aree di parcheggio (vicino ai negozi, mercati,
ecc.), a differenza dei Comuni limitrofi che fanno desistere i visitatori proprio perché non hanno parcheggi.
Pedonalizzare è una parola d’ordine che non ha senso quando ormai i trasporti sono quello che sono, carenti, e quindi si usa l’auto.
Che strano il mondo: non mi sarei mai aspettato delle considerazioni e delle proposte di questo genere a Recco.
Anche a Nervi (dove c’è un’unica strada senza alternative e
mancano totalmente i parcheggi) qualcuno vuole pedonalizzare,
ma nasconde altri interessi. Spero non sia così a Recco.
Un cordiale saluto, anche a Marco Massa.
DECIO LUCANO
La scelta di rendere più vivibili le città attraverso la pedonalizzazione di vie e piazze, realizzando nuovi parcheggi “di cintura”, è il
risultato di quella nuova cultura e sensibilità ambientale che si è
sviluppata in Italia, a partire dagli anni ottanta del secolo scorso,
sulla scia di consolidati modelli europei. Le proposte ospitate nella nostra rivistina rappresentano un contributo di idee per realizzare concretamente anche a Recco progetti in linea con questo
nuovo modo di sentire e vivere la città. Naturalmente occorrerà
trovare soluzione anche per quei problemi di accessibilità che lei
giustamente sottolinea: non crediamo tuttavia impossibile coniugare vivibilità e vocazione commerciale. E ovviamente il dibattito
su questi argomenti rappresenta la condizione necessaria per individuare le soluzioni più adeguate.
IL DIRETTORE
www.bancodichiavari.it
Cresciamo insieme
Radici antiche di una realtà semplice e vicina al territorio che guarda con fiducia al futuro, insieme a voi.
Le tue radici, il tuo futuro.
10
OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
miscellanea
BULLONERIA ADDIO
Grossi mezzi meccanici demoliscono i capannoni che ospitarono fino a vent’anni fa la IML (Industria Meccanica Ligure). L’azienda, costituita a Genova nel 1913, iniziò la sua attività come distributore di
bulloneria per l’industria navale. Successivamente divenne IML e si
trasferì a Recco, dove intraprese la produzione per l’industria petrolchimica. Chiamata semplicemente “Bulloneria” da tutti i recchesi che vi lavorarono, nel dopoguerra la fabbrica divenne uno dei
primi produttori europei di raccorderia forgiata in acciaio al carbonio, legato ed inossidabile, ampliando così la produzione, che già
comprendeva bulloneria e tiranteria. La IML fu attiva fino a metà
degli anni novanta, poi sopraggiunse la crisi e quindi la decisione di
chiudere la fabbrica.
IL MARE IN PIAZZA
Dopo il Beach Volley di agosto, si è tenuto in Sala Polivalente un incontro culturale sul Rinascimento, cui ha partecipato il dott. Nicola Barbatelli, professore universitario, direttore del
“Museo delle antiche genti della Lucania”, che ha ricevuto un premio a Massa Carrara per È
Rinascimento, il libro che ha presentato qui a Recco.
Nel weekend del 3 e 4 settembre si è deciso di arricchire ulteriormente l’estate recchese con
“Il mare in piazza”, una manifestazione a tema marinaresco. Seguendo una delle priorità della nuova amministrazione della Pro Loco, ovvero quella di collaborare con gli altre associazioni per il loro rilancio a basso costo e a grande coinvolgimento in termini di partecipazione, si è
organizzata una mostra fotografica e un’esposizione di imbarcazioni, dove il vero filo conduttore è la Storia. Il Club Amici Vela e Motore, che ringraziamo per la collaborazione, ha aderito
con grande entusiasmo all’iniziativa supportato anche dall’Associazione Storie di Barche di
Pieve Ligure. L’evento, inoltre, ha visto, nelle due giornate in cui si è svolto anche una piccola conferenza principalmente tenuta dal com.te Mario Novella e dall’ing. Maurizio Salvi, che
per più di un’ ora e mezzo hanno intrattenuto il pubblico rimembrando la storia di questa piccola entità che, come in un mosaico, da prima del 1908 è andato a comporre una parte fondamentale di tutti noi e della nostra vallata.
RICCARDO FERRARINI SEGRETARIO PRO LOCO
ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
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il filo
Ospedale e bomba
una serata per ricordare
Arrivederci
Marchesa Giustiniani
VENERDÌ 21 OTTOBRE IN SALA POLIVALENTE
MORÌ NEL 1841 E FU SEPOLTA NEL CIMITERO DI POLANESI
8Venerdì 21 ottobre alle 21,00 in Sala Polivalente serata dedicata a Recco, a cura dell’assessorato alla Cultura e del gruppo di
scrittura “Anna di Vienna”, con la partecipazione dell’attore Mario
Peccerini e dell’attrice Annalia De Marini. Nata per caso, l’idea di
organizzare una serata dedicata a temi riguardanti Recco, discussi
per diversi mesi, e ancora discutibili, si tramuterà in realtà. Una vera e propria performance artistica dove poesia, musica e fotografia
si fonderanno, con temi ben noti ai recchesi e non, quali la bomba e l’ospedale.
Recco, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale,
quest’anno ha rivissuto per ben due
volte la paura per due bombe, rinvenute a distanza di poco tempo l’una
dall’altra, negli scavi del nuovo grattacielo in costruzione in Via XXV
Aprile. Per rimuovere e rendere inoffensive i due ordigni bellici erano stati evacuati 5.000 abitanti, interrotte la
ferrovia e l'Aurelia, chiuso il casello
dell'autostrada. Altra questione che
ha interessato a lungo Recco la chiusura dell’ospedale, contro la quale si Gli spezzoni di bomba a Megli.
è mobilitata gran parte della popolazione, in prima linea le tre “pasionarie” Paola Cassinelli del Guercio, Franca Eboli, Maria Teresa Viceconti. Per ora si è ottenuto il
potenziamento dell'ambulatorio infermieristico in sinergia con il
servizio 118 Genova Soccorso.
Il gruppo di scrittura “Anna di Vienna” che si riunisce da oltre
5 anni nei locali della biblioteca il penultimo mercoledì del mese,
da settembre a giugno di ogni anno, ha voluto dedicare due incontri ai temi sopra citati, dal titolo “Io sono la bomba”, e “Morte
di un ospedale”. Da tali spunti sono nate poesie e racconti, che
verranno letti dall’attore Mario Peccerini e dall’attrice Annalia De
Marini. Alcuni dei testi sono stati adattati in musica e Massimo Caprotti,Annamaria Sotgiu e Alessio Siena ci faranno ascoltare queste canzoni. Fotografie di Recco, sia prima dei bombardamenti e altre immagini verranno proiettate nel corso della serata. L’evento
anticipa l’inaugurazione di un ordigno bellico ricostruito con i resti delle bombe fatte brillare nella cava di Pallare, che avrà luogo
giovedì 10 novembre nel Parco della Rimembranza.
CRISTINA PARENTE
8Tra i tanti misteri che la nostra Recco cela nei più profondi
meandri della sua essenza storica, ve ne è uno che fu portato alla
luce per la prima volta nel 1998 da G.B. Roberto Figari, nel libellulo Recco qui, Recco là, Feguagiskia’Studios editore.
Nel suo articolo Figari percorre la storia personale della marchesa Anna Schiaffino in Giustiniani, nata a Parigi nel 1807 e defunta in Polanesi nel 1841; il mistero verte non tanto sulla sua regale persona come molti hanno da pensare ma sulla sua sepoltura.
Viene narrato, infatti, che la marchesa, a causa della sua condotta indegna per i maiores dell’epoca, venne seppellita non nella
chiesa dei Cappuccini di
Genova, come usava per i
nobili di allora, ma nel cimitero di Polanesi, di notte, lontana dagli occhi di
tutti, privata altresì d’una
croce ad appagare il divino scambio.
Ricordando che negli
anni successivi Giuseppe
Schiaffino e Maddalena
Corvetto vennero tumulati nel 1852 con la figlia e
con il nipote Giuseppe
Giustiniani morto 1896,
mi sono recato prima al
cimitero in questione e
successivamente nell’Ufficio Cimiteriale, a ragione del fatto che la bara della marchesa fu foderata con bronzo e sarebbe resistita per secoli.
In altre parole si sarebbe potuto finalmente dimostrare la veridicità del mito al di là delle nebbie della tradizione storica. Ciò che
però è risultato dalla ricerca, ha di fatto affossato ancor più tale mistero, essendo venuto a conoscenza che tale tumulo venne già
aperto anni fa e che i poveri resti di una nobiltà che ha perso le sue
qualità essenziali vennero deposti nell’ossario comune, sfatando al
seguito il sogno di poter asserire “sì, è vero”.
Ma alla storia, si sa, spesso piace complicare i fatti e girare le
combinazioni e l’ultima parola non è mai veramente pronunziata.
Continueremo l’indagine ma per adesso non ti diciamo ancora
addio ma “arrivederci, marchesa!”.
RICCARDO FERRARINI
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RECCO
Tel. 0185.74653, Cell. 338.2545277
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12
OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
agenda
FATTI & NOTIZIE
30 ANNI FA: OTTOBRE 1981
ANAGRAFE n Dall’Anagrafe del Comune ecco i dati relativi al mo-
vimento demografico di agosto. Nati 3 maschi e 4 femmine; deceduti 10 maschi e 4 femmine; iscritti 28 maschi e 21 femmine, cancellati 23 maschi e 24 femmine. Pertanto la popolazione di Recco
risulta, al 30 settembre, di 10.202 residenti.
DOMENICO GAROFALO 6° DAN n Lo scorso
27 agosto, di fronte al Maestro Hiroshi Shirai, l’ultima leggenda vivente del karate tradizionale giapponese, il maestro Domenico
Garofalo (nella foto) ha conseguito il 6°
dan, ovvero un livello molto alto, confermando la sua eccellente preparazione. Il
maestro Garofalo è il pilastro su cui si basa
il Ken Shin Kai Karate Recco; la società ha
ripreso l’attività dopo la pausa estiva, con i
corsi aperti a tutti che si tengono nei giorni di martedi e giovedi
dalle 18 alle 21, con periodo di prova gratuita di 2 settimane. Info
347.6454932 e 335.5924299
MUSICA E INFORMATICA A USCIO n Riprende l’attività dell’asso-
ciazione La Palestra di Uscio. Attiva dal 1998, punta all’organizzazione di corsi rivolti a ragazzi e adulti. L’offerta, attiva fin dal 1998
con corsi informatici, si è arricchita con corsi musicali di clarinetto, chitarra e tastiere. Nel laboratorio informatico si svolgono i corsi per l’utilizzo del pc e da quest’anno per la realizzazione di siti
web, utilizzando software libero. Info: www.lapalestra.eu.
LA COMUNICAZIONE IN UN E-BOOK n La comunicazione come
strumento di affermazione del sé nella società moderna. Andrea
Parodi ed Annalisa Revello, insegnanti entrambe, pedagogista la
prima, sociologa e giornalista pubblicista la seconda, in Interazionando rispondono alle domande più frequenti su come usare efficacemente lo strumento della comunicazione, sia in ambito professionale sia nel contesto personale e familiare. Il lavoro è rivolto a chiunque necessiti di sviluppare le proprie capacità di relazione. L’ e-book si trova su www.magazzino51.com a 7 euro.
AIDO, COME E PERCHÉ n La parrocchia di San Rocco organizza
viaggio al Sacro Monte di Varallo Sesia, mercoledì 19 ottobre. Partenza da Recco ore 7,00. Viaggio in autostrada A26, arrivo intorno
alle 10,00. Via funivia si raggiunge il Sacro Monte. Santa Messa alle ore 11.30. Pranzo nei dintorni. Nel pomeriggio visita alla Basilica (2 ore circa). Quota di partecipazione: € 47.00 pranzo incluso.
Info: Parrocchia San Rocco - tel. 0185.723418.
DISEGNARE DAL VERO NEL PARCO n L’associazione “Skua Nature”
in collaborazione con il Labter del Parco di Portofino propone dal
28 al 30 ottobre il corso base “Tecniche e pratica di disegno naturalistico dal vero”, dedicato ad appassionati di natura e di disegno
per imparare le tecniche per riprodurre animali e piante, immersi
nella natura del Parco Naturale di Portofino. Docente: Maria Elena
Ferrari. Info: Labter Parco di Portofino, tel. 0185.289479.
DANZA A 360 GRADI n DanzaRecco, che ha appena festeggiato i
Mons. Giuseppe Ferrari. La sua fu una presenza attivissima anche nel contesto civile.
Scompare Mons. Giuseppe Ferrari v Muore a 83 anni l’arciprete
della parrocchia di S. Giovanni Bono e S. Giovanni Battista. Un infarto lo coglie alla sua scrivania. Ufficiale di artiglieria sulla Bainsizza e sul Montegrappa, dal 1937 a Recco, fu una figura fondamentale dei lunghi anni di ricostruzione della città. Ricevette la cittadinanza onoraria e il “Recchelino d’oro”.
Recco città sportiva v Elogio del Coni: Recco è la prima città della Liguria ad avere un piano di sviluppo sportivo. Incaricata di redigerlo è la società Praxi.
Nuovo ospedale sempre chiuso v Tre camere vengono assegnate a Medicina, che passa così a 50 posti letto, ma il resto dell’ala nord
è ancora inutilizzato.
Serve il depuratore? v Dopo un’estate con il mare pulito e senza
divieti di balneazione, la minoranza chiede se la costosa opera pubblica sia davvero necessaria.
Una svedese in pretura v Ellen Wallen è il nuovo cancelliere in pretura; italiana con genitori svedesi, succede a Francesco Clemente.
Nuova pretura v Presentato in consiglio comunale il progetto per
il nuovo edificio giudiziario: sarà costruito in zona “Loderini”, avrà
quattro piani e costerà 2 miliardi di lire.
SS 333: Anas chiama ANAS v Il capo compartimento Gennaro De
Luise sollecita a Roma interventi urgenti di ammodernamento della strada che collega Recco a Colle Caprile, rimandati da 25 anni.
Aumenti a raffica v Autunno caldo per i prezzi: tra gli aumenti le
sigarette (MS da 700 a 800 lire, Marlboro da 1.200 a 1.400) e i francobolli (affrancatura ordinaria da 200 a 300 lire).
Comunali in sciopero v I dipendenti del settore servizi contestano il nuovo orario di lavoro e scendono in agitazione.
DOVE TROVARE “ECCORECCO” Panificio
Pallavicino a San Rocco, Farmacia Berni in piazzale Europa, Edicola Eta Beta in via Roma, Car26 ECCORECCO
toleria Capurro in piazza Gastaldi, Centro TIM in
via Fiume, Panificio Moltedo in via XX Settembre,
Pro Loco Recco e Biblioteca in via Ippolito
d’Aste, Farmacia Savio e Ottica Ferrari in piazza
Nicoloso, Libreria Capurro in passo Assereto, My
Space in lungomare Bettolo, Cartoleria Capurro
in piazza San Giovanni Bono, Parrucchiera Piras in
Valleverde, Alimentari Capurro a Mulinetti.
ARRETRATI Possono essere richiesti gratuitamente alla Libreria
Capurro, alla Pro Loco o direttamente alla redazione.
INTERNET Su www.eccorecco.info tutti i numeri pubblicati si
possono sfogliare (anche su iPad) o scaricare in PDF.
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2011
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ECCORECCO NUMERO 27 OTTOBRE 2011
(FOTO ECCORECCO)
Recco, correva l’anno 2011
di Riccardo Ferrarini
Un ospedale fantasma
di Giuseppe Agnello
Fiume tre secoli di sparate
di Gianni Senarega
Enrico Eraldo Bisso
di Franco Dioli
I Panifici Moltedo
di Andrea Revello
Amendola, regista recchese
e i film girati nel Golfo Paradiso
Il Santuario della Suffragina
e l’Arciconfraternita
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trent’anni di attività con un galà al teatro Cantero di Chiavari, ha
ripreso i corsi di danza classica,moderna e contemporanea presso
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13
curiosità
agenda
passeggiate
A PROPOSITO DI PONTI
A CURA DI PATRIZIA BALLETTO
CORTICELLA
tempo: circa 1h sosta esclusa | difficoltà: per tutti, anche in bicicletta |
occorrente: scarpe comode | percorso totale: circa 4,6 km
Il ponte di San Rocco. Sotto, la copertina del volumetto.
I NOSTRI SERVIZI
Ho scovato nella biblioteca civica un
simpatico volume, che risale al 2006,
preparato dagli studenti che quell’anno
frequentavano la terza B della scuola secondaria di 1° grado, che vi hanno raccolto materiale e interviste per studiare
le nostre strade.
Lungo le antiche strade e oltre analizza
le parti storiche, ma anche la costruzione
del viadotto autostradale e molto altro;
davvero un lavoro preciso e ben sviluppato.
PATRIZIA BALLETTO
Questo itinerario è davvero un classico per noi recchesi, ma con un occhio più attento può diventare interessante e con risvolti storici. Partiamo da piazza Nicoloso e percorriamo tutta via Roma; è circa 1 km completamente pianeggiante, unisce il centro
con i popolosi quartieri risalenti agli anni ’70 per via priv. Parco e p.le Europa fino ai
più recenti degli anni ’90 di via della Né. Si percorre via dei Giustiniani e un tratto di
via San Rocco per poi entrare in via dei ponti Romani camminando sullo storico ponte. In realtà l’alzato è di epoca moderna, ma i rostri frangiflutti sono tipici dei ponti romani. Anche se è una romanità parziale, come sostiene lo storico Giorgio Cambri nel
suo Recco nel medioevo, una fonte preziosa per chi vuole approfondire le origini della nostra città anche attraverso fotografie uniche.
Riprendendo il nostro cammino adesso possiamo notare che il paesaggio cambia e ,oltrepassato il campo da calcio, si entra nella campagna con odore di sottobosco misto
a legna bruciata. Arrivati all’incrocio con salita Inopeo si scorge un’edicola alla Madonna risalente al XIX sec. e ristrutturata nel 1997 dal quartiere Corticella. Dopo circa 150 m si arriva alla confluenza tra il torrente Recco e il rio Arbora; qui ,come in
un’oasi naturalistica, vivono serenamente tacchini e germani reali! Eccoci all’ultimo
ponte, anch’esso romano che ci permette di andare sulla strada provinciale e quindi
in via San Rocco, ma sconsigliato al transito pedonale vista l’assenza di marciapiedi.
Torniamo sui nostri passi e possiamo sentirci un po’ francesi… non saranno i 37 ponti dell’Ile de France, ma già ne possiamo contare 10 in due chilometri!
Abbiamo camminato semplicemente per un’ora e abbiamo respirato un po’ di storia
oltre che una boccata di aria buona. Valorizzando le tracce rimaste del nostro passato, purtroppo spesso ignorate. Un itinerario non molto panoramico, ma adatto a qualsiasi momento dell’anno, con tutte le condizione meteorologiche.
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Sportello IAT: Informazione Accoglienza promozione Turistica
Fax e fotocopie
Divulgazione di materiale informativo
Vendita biglietti urbani AMT Genova
Vendita abbonamenti e biglietti APT
Vendita abbonamenti e biglietti ferroviari (fino a 250 km)
Vendita biglietti “Autostradale” linea Sestri Levante, Milano
Vendita schede Telecom e ricaricabili per cellulari
Vendita tessere autostradali Viacard
Prenotazione e vendita biglietti dei teatri di Genova
Vendita biglietti principali concerti
Affissione e pubblicità per i Comuni di Recco e Avegno
Sportello Touring Club Italiano
TNT Point
Via Ippolito d’Aste 2a, Recco, Tel. 0185.722440, [email protected], www.prolocorecco.it
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OTTOBRE 2011 NUMERO 27 ECCORECCO
agenda
in libreria
&
SALUTE BENESSERE
A CURA DI
FLAVIA CAVALLI
LA VALLE DEL RECCO ESCURSIONI NEL TERRITORIO DI RECCO, USCIO,
AVEGNO Margherita Frisoli Gianardi e Giuseppe Maggiolo
propongono 9 itinerari davvero interessanti nella valle più
ampia del Golfo Paradiso, quella del torrente Recco. Una
pubblicazione redatta con cura, che ci guida attraverso luoghi caratterizzati da emergenze naturalistiche ed artistiche
di grande pregio. Sagep editore, 64 pp, 7,75 €
La caduta dei capelli • L’attività fisiologica dei capelli prevede una
nascita, un periodo di crescita ed infine il distacco. In condizioni di normalità della matrice produttiva dei
capelli, poco dopo la caduta di un capello se ne produce un altro: questo
STORIE DI VALLATA Eugenio Ghilarducci spazia dagli emigranti
del Tigullio partiti nel 1800 per trovare lavoro nell’America del
Sud alla Val Trebbia sconvolta dai combattimenti tra Austriaci e
Francesi nel 1799, dal brigantaggio a Bargagli nel 1930 fino alla
storia infinita del tunnel Fontanabuona-Rapallo. Quarto volume
della collana. Microart’s Edizioni, 80pp, 12 €
andamento ciclico può verificarsi
per tutta la vita. È perciò normale che
si riscontrino dei capelli sul pettine,
sul cuscino e nella vasca. Quello
che non è normale è che, in seguito
alla caduta del capello non ne ricresca un altro o ne ricresca uno più assottigliato. Per non andare incontro
a calvizie, è necessario quindi che
tutti i capelli che cadono siano sostituiti. In autunno la caduta dei capelli spesso aumenta perché l’uomo
conserva una manifestazione ancestrale propria di altri mammiferi: la
muta. Si tratta di un fatto fisiologico
che non è causa di calvizie definitiva. Anche condizioni psicofisiche
difficili, soprattutto se prolungate,
possono provocare un aumento della caduta dei capelli, talora anche
molto pronunciato. Intervenendo con
trattamenti locali e con integratori
speciali che si trovano in farmacia è
però possibile riportare le condizioni alla normalità in un tempo relativamente breve.
101 STORIE SU GENOVA CHE NON TI HANNO
MAI RACCONTATO “C’è un’altra città nella città…” aggiunge in copertina Fabrizio Càlzia, che scrive storie belle e insolite, curiose e a tratti incredibili. Una fra tutte, la discussa etimologia
di piazza Fontane Marose… Ma anche le teste appese di Porta
Soprana e il diavolo in Piccapietra, fino al naufragio della “London Valour”. Newton Compton editore, 288 pp, 14,90 €
DITA DI NETTUNO LE ABBAZIE DEL MONTE DI
PORTOFINO E LA LORO CUCINA DA UN RICETTARIO DEL 1880 Maria Carla Beretta riprende
le ricette pubblicate della Cucina di strettissimo magro di
padre Gaspare Stanislao Dellepiane (o Delle Piane) che ne
curò la pubblicazione la prima volta nel 1880. Il risultato è una
nuova raccolta ‘tradotta’ e rielaborata dall’Autrice, che riveste di nuovo il lavoro del francescano genovese. Edizioni Tigullio, 128 pp, 10,00 €
TRA LE VERTIGINI DEI MIEI SOGNI È il terzo libro di poesie di
Cristina Parente, un viaggio tra sogni e realtà, dove i primi provocano un senso di vertigine pur accompagnandoci attraverso
le emozioni, il tempo, la natura, la società. Una sezione del libro
è dedicata a personaggi famosi che ci hanno fatto sognare attraverso l’arte, o che hanno lasciato una forte testimonianza a livello umano e sociale. La prefazione di Francesco Langella
descrive il libro come uno scrigno di settanta componimenti, intrisi di sensualità, di amore, di risvolti artistici, umani e civili.
“È come leggere un’anima inquieta, autentica”. Edizioni YouCanPrint, 144 pp, 10,00 €
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