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Se la banda regala un sorriso: ben orgogliosa di farne parte

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Se la banda regala un sorriso: ben orgogliosa di farne parte
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ANNO CXXIX - N. 69 - VENERDÌ 24 SETTEMBRE 1999
Il Monferrato
Se la banda regala un sorriso:
ben orgogliosa di farne parte
“Una tristezza così / non la sentivo da
mai/ ma poi la banda arrivò / e allora tutto
passò”: così cominciava una famosa canzone degli anni ‘60. Si può infatti collocare in
quel periodo l’«età d’oro» dei gruppi bandistici: superate ormai da un pezzo le due
guerre mondiali, le bande incominciarono a
riprendere la loro attività nell’ambito di
manifestazioni religiose e civili, spesso accompagnate da gruppi di abili e vivaci
majorettes. Fra gli anni ‘80 e ‘90 diminuì il
numero dei gruppi bandistici accompagnati da majorettes, fino ad arrivare alla quasi
completa sparizione. E fu forse in quel periodo che si concepì l’idea di banda musicale intesa come gruppo di paesani quasi
sempre in età piuttosto avanzata che suonano qualche marcia o vecchia canzone
molto conosciuta e orecchiabile, spesso...
non molto sobri! È inutile negare che questa convinzione, almeno in parte errata, è
assai diffusa ancora oggi: a chi non è mai
successo, infatti, durante una festa di paese, di scorgere sorrisi di compassione rivolti
ai musicisti di una banda, i quali, tuttavia,
spesso si affaticano per ottenere risultati
soddisfacenti? Negli ultimi anni, inoltre, vi
è stata una notevole diffusione anche dei
concerti bandistici, per i quali è stato intro-
dotto l’uso della batteria: e proprio per allestire il programma di un concerto sono necessarie ore ed ore di prove, solitamente
suddivise in una o due serate per ogni settimana per circa undici mesi all’anno. Naturalmente il programma comprende brani di
musica leggera, ritmi sudamericani e musica classica, oltre alle più tipiche marce da
banda. Oltre a ciò, la presenza all’interno di
gruppi bandistici non preclude l’inserimento in gruppi musicali di altro genere, come
big band o piccole orchestre di liscio.
Come avrete ormai ben capito, cari lettori, anch’io faccio parte di una banda di paese, «la Filarmonica» di Occimiano, e ne sono fiera: entrando a far parte del gruppo,
infatti, mi sono trovata in un ambiente caldo ed accogliente e, oltre ad aver incontrato
nuovi amici, ho imparato ad apprezzare
anche le persone più anziane e a divertirmi
con loro. Insomma, sono in qualche modo
cresciuta. E ancora oggi, dopo quasi quattro
anni, ricavo da quest’hobby immense soddisfazioni; e soprattutto, quando mi capita, al
termine di un concerto, di veder sorridere
una persona che prima mi era sembrata seria o afflitta, la luce dei suoi occhi mi rende
consapevole di essermi resa utile con un picElena Vergnasco
colo gesto...
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