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Rassegna del 29/04/2016 - Azienda Ospedaliero

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Rassegna del 29/04/2016 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 29/04/2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 29/04/2016
SANITÀ PISA E PROVINCIA
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 1
Il dubbio inquietante
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 2
Tre anni, morta in una baracca La madre accusa il compagno
Alessio Gaggioli
1
3
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 3
«Una situazione di disagio che è sfuggita alla vista»
4
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 3
Samantha viveva qui, senza luce e tra i rottami
5
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 13
Meningite, 10 milioni di euro per i vaccini
7
Nazione Pisa
29/04/16 P. 2
L'inferno quotidiano vista mare La madre sotto choc in ospedale
8
Nazione Pisa
29/04/16 P. 7
Meningite, stazionarie le due donne ricoverate «Ma quanta disorganizzazione per la
profilassi»
9
Nazione Pisa
29/04/16 P. 9
Migliaia di tifosi per l'ultimo saluto a «Gege» Natali
Nazione Prato
29/04/16 P. 6
Bimba trovata morta nella baracca Patrigno arrestato: stava alla Dogaia
Repubblica Firenze
29/04/16 P. I
Muore a 3 anni nella casa baracca fermato il compagno della madre
Tirreno
29/04/16 P. 13
Nuovo caso di meningite a Pisa
14
Tirreno Pisa
29/04/16 P. V
Pulizie nelle banche, scoppia il caos
15
Tirreno Pisa
29/04/16 P. V
Sanità, due giornate di agitazione
16
Tirreno Pisa
29/04/16 P. VII
Finiscono in ospedale tre agenti aggrediti dentro il Don Bosco
17
Qn
29/04/16 P. 19
Morta a tre anni dentro la baracca Ignorate le denunce contro il patrigno
Tommaso Strambi
18
Qn
29/04/16 P. 30
Caso piombino ed epilessia basta legami
Giovanni B. Pesce
20
Avvenire
29/04/16 P. 19
Bimba di tre anni morta in baracca, in carcere il compagno della madre
21
Repubblica
29/04/16 P. 21
Muore a tre anni fermato l'uomo della madre
22
Andrea Valtriani
10
11
Laura Montanari
12
SANITÀ FIORENTINA E TOSCANA
Corriere Fiorentino
29/04/16 P. 13
Via il rene, ma è quello sbagliato
23
Nazione Grosseto
29/04/16 P. 9
Cresce la scuola di robotica
24
Nazione Livorno
29/04/16 P. 5
Evento sulla sanità: «Basta, è boicottato dalla segreteria»
25
Nazione Livorno
29/04/16 P. 13
Morti in corsia Mugnai chiede aggiornamenti alla Regione
26
Nazione Lucca
29/04/16 P. 7
La nostra città continua a perdere peso Per la presidenza ci batte anche Cecina
27
Nazione Lucca
29/04/16 P. 9
Medici nei reparti: «Replica patetica»
28
Tirreno
29/04/16 P. 13
Dal ministero lo milioni per i vaccini
Tirreno Grosseto
29/04/16 P. IV
Robot a Grosseto Firenze ha deciso
Tirreno Livorno
29/04/16 P. XIII
«Livorno ai margini della mari Asl»
32
Tirreno Piombino Elba
29/04/16 P. I
«La giunta torni in aula a riferire»
33
Nazione Pisa
29/04/16 P. 3
L'impronta delle scarpe sull'addome Così il patrigno è finito in manette
Tommaso Strambi
34
Nazione Pisa
29/04/16 P. 5
«troppa indifferenza»
Francesca
Franceschi
36
Nazione Pisa
29/04/16 P. 5
«Sono vicina a quella mamma straziata»
Guglielmo Vezzosi
38
Nazione Pisa
29/04/16 P. 6
Marzia Corini è tornata in libertà
Valentina Conte
39
Tirreno Pisa
29/04/16 P. II
La cena, i rifiuti in quella favela fra gli invisibili
Danilo Renzullo
Tirreno Pisa
29/04/16 P. III
Operatori di strada a caccia di emarginati ma solo in città
Tirreno Pisa
29/04/16 P. III
«Lui le comprava sempre le caramelle»
Tirreno Pisa
29/04/16 P. IV
Ai Cappuccini farmacia gratis per indigenti
Libero
29/04/16 P. 15
Muore a tre anni in una baracca Arrestato il patrigno per lesioni
29
Gabriele Baldanzi
30
SERVIZI SOCIALI
Indice Rassegna Stampa
40
41
Donatella Lascar
42
43
Chiara Giannini
44
Pagina I
IL DUBBIO INQUIETANTE
d i Alessio Gaggioli
P rano invisibili ». «La madre non ha chieL sto aiuto». «Nessuno ha segnalato».
Sembrano quasi giustificazioni . Ma quando
una bimba di 3 anni, Samantha, vive in una
baracca senza essere mai stata vaccinata, senza aver maifatto un giorno di asilo o di scuola
e in quella baracca viene trovata morta, dopo le
botte e le cinghiate, la lunga sequenza dei «perché» e «di chi è colpa» è solo fastidiosa. Samantha viveva tra noi. Una figlia di Calambrone, di Pisa, della Toscana , dell'Italia. Dobbiamo farci carico della bestialità, di questo lutto.
cori Íoua a paglria 2
Sanità Pisa e provincia
Pagina 1
teeog1ienza e indifferenza
IL DUBBIO CHE PESA
SEGUE DALLA PRIMA
Non si può non ammettere, con coraggio e
senza calcoli, che dietro la tragedia non ci
sono solo la violenza di un patrigno e
l'impotenza di una donna picchiata e
picchiata ancora. Leggendo la cronaca di
Simone Innocenti e il racconto di Cinzia
Colosimo, in quella maledetta baracca senza
luce non si vedono solo miseria ed
emarginazione. Si vedono anche un sistema
che «accoglie», ma che non riesce a tenere
assieme l'accoglienza e il rigore nel far
rispettare le regole (quella lurida baracca è in
piedi da almeno otto anni). Neppure quelle
che garantiscono i più piccoli, i più indifesi.
Tutti sapevano che lì hanno sempre vissuto i
genitori e i fratelli del patrigno di Samantha.
Anni fa c'erano state denunce alla Procura dei
minori, come ha ammesso l'assessore Sandra
Capuzzi. E tutti sapevano che quell'uomo è un
violento con precedenti. Allora viene il dubbio,
angoscioso e ingombrante, che il sistema, le
istituzioni, le persone comuni, non solo
abbiano fallito, ma tollerato. O, peggio, che
abbiano preferito voltarsi dall'altra parte.
Alessio Gaggiolï
© RIPRODIR!ONE RISERVATA
Sanità Pisa e provincia
Pagina 2
Tre anni, morta in una baracca
La madre accusa il compagno
L'uomo arrestato per maltrattamenti. «Botte e cinghiate, ha detto che ci seppelliva tutte e due»
CALAMBRONE (PISA) E stato fermato con l'accusa di maltrattamenti. Ma qua a Pisa tutti si
chiedono chi abbia ucciso Samantha, una bambina di 3 anni che viveva in una baracca di
Calambrone, senza corrente
elettrica, poi sequestrata. E in
queste quattro mura che mercoledì sera alle 20 il 118 ha trovato la bambina: per terra,
adagiata accanto a un letto,
senza vita. E stata la madre di
Samantha, una sudamericana
di 33 anni, a dare l'allarme.
Le indagini dei carabinieri,
coordinate dal pm Giancarlo
Dominijanni, puntano a scoprire chi abbia ucciso la piccolina. Oggi ci sarà l'esame autoptico e la convalida del fermo dell'uomo, che ha svariati
precedenti di polizia. «Il mio
assistito si dichiara innocente», dice l'avvocato Silvia Morelli, che difende Tonino Krstic, serbo di 31 anni e una sfilza di precedenti di polizia da
far paura.
Quello che è accaduto in
quella baracca è tutto nel racconto della mamma di Samantha. La donna, dopo essere
stata portata all'ospedale, racconta ai carabinieri che lui picchia lei e la figlia dalla scorsa
estate: botte, schiaffi, cinghiate. Addirittura - sostiene la costringe a rasarsi i capelli.
Spiega che nel pomeriggio di
mercoledì scorso lui ha nuovamente usato le mani. Poi ha
minacciato la donna: «Se non
rianimi tua figlia vi ammazzo e
vi seppellisco tutte e due». Infine ha detto: «Quando arrivano i carabinieri racconta che
Sanità Pisa e provincia
La piccola
Samantha
viveva da un
anno nella
baracca lungo
viale del
Tirreno con la
madre Juana e
il suo
compagno
Tonino Krstic
arrestato per
maltrattamenti
La bimba è
stata trovata
morta
mercoledì sera
Oggi l'autopsia
chiarirà
se le percosse
subite
dalla bimba
ne hanno
causato
la morte
ho dato a Samantha qualche
schiaffetto per rianimarla».
Krstic viene sentito in caserma. Agli investigatori dell'Arma racconta che lui ha provato
più volte a soccorrere la bambina prima che lei accusasse
dei malori. Krstic, però, non è
un volto nuovo: i carabinieri lo
conoscono come violento. Tra
i sette precedenti di polizia, alcuni sono indicativi: nell'ottobre del 2015 viene denunciato
per lesioni personali; nel settembre del 2012 viene denunciato per rissa dentro il carcere
di Livorno e nel 2008 l'ex tribunale di Pontedera lo ha condannato per maltrattamento
in famiglia a un anno e sei mesi.
Che lui sia un violento lo
raccontano anche sua sorella e
suo fratello: dicono di aver assistito alle violenze di Krstic.
Spiegano che la sua collera era
talmente spaventosa che loro
sono stati costretti a scappare
dalla paura. Un altro uomo testimonia: «Ho visto i segni
delle botte sul corpo della
donna e della piccola Samantha». Infine un'altra testimonianza, di un amico della don-
na: la madre di Samantha si
era rivolta a lui perché portasse entrambi via da quella baracca. I militari hanno sequestrato nell'abitazione alcuni
oggetti ed hanno avvisato il
padre della bambina che vive
in Liguria. Samantha aveva
piccoli problemi di salute, la
madre e il serbo di 31 anni avevano allacciato una relazione
recentemente attraverso i social network. Ora lei era in attesa di un secondo figlio.
Tante ecchimosi e tumefazioni - forse causate da percosse e cinghiate - sono state
trovate sul corpo della piccola.
Un esempio: c'è l'impronta di
una scarpa sul corpicino della
bambina di tre anni. L'autopsia sarà fondamentale per capire se quelle botte abbiano
causato la morte di Samantha.
Simone Innocenti
© RPRODUZIOfd= RSERVA'A
Pagina 3
«Una situazione di disagio che è sfuggita alla vista»
L'intervento del sindaco in Consiglio a Pisa. Il minuto di silenzio. L'assessore: tutti responsabili
PisA Un minuto di silenzio in
segno di lutto per la piccola
Samantha, in apertura dei lavori del consiglio comunale.
É stato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi a comunicare
la notizia: «Un evento drammatico che deve far riflettere», e a confermare la condizione nascosta in cui viveva la
famiglia: «Non erano in carico ai servizi sociali», ha detto.
«È un segnale di come ci siano situazioni estreme di disagio e solitudine - ha aggiunto - che possono sfuggire alla vista, al controllo sociale e
alla possibilità di intervento».
Nessuna presa in carico
quindi, nessuna assistenza;
ma in realtà era noto da tempo che in quelle baracche sul
viale del Tirreno ci vivessero
delle persone: «Ricevemmo
un comunicazione dai servizi
sociali della Valdera nel 2008
- dice l'assessore alle politiche sociali e Cooperazione
con la rete dei servizi sanitari
Sandra Capuzzi - sull'arrivo
di una famiglia di serbi molto
numerosa, già conosciuta sia
dalle forze dell'ordine che dai
servizi stessi. Sapevamo che
erano andati a stare li, ma per
pochi periodi e si alternavano
persone e nuclei diversi».
Già all'epoca, dice Capuzzi,
«ci furono denunce alla procura dei minori, poi più nulla
Sanità Pisa e provincia
fino al 2011, ultima data alla
quale ci risultano minori presenti». Negli anni è rimasto il
fratello Tonino, e dopo qualche tempo è arrivata anche la
compagna Juana, con la piccola Samantha. Di loro però le
istituzioni non sapevano nulla.
«Provo rammarico e amarezza», dice ancora Capuzzi,
r
L
«La famiglia di lui era li
da 8 anni. Le denunce
alla procura dei minori?
Prima del 2011»
«se penso che esistano ancora degli invisibili. Noi non
eravamo a conoscenza della
situazione, e mi domando:
possibile che nessuno abbia
visto niente? Siamo di fronte
a un sistema di coesione sociale che non c'è più e che
chiama in causa le nostre responsabilità di cittadini»,
commenta. E incalza: «Dov'erano le forre dell'ordine? E
il servizio sanitario? Possibile
che una bimba di tre anni
non sia mai stata dal medico
né abbia fatto un vaccino? Le
assistenti sociali non possono essere ovunque - aggiunge - e temo che queste persone non avrebbero mai chiesto spontaneamente l'aiuto
dei servizi». Perché? «Accedere ai percorsi di assistenza
significa accettare delle verifiche, delle regole. Se li avessimo presi in carico ci sarem
mo accorti delle ecchimosi,
dei lividi e avremmo preso
provvedimenti. Nelle situazioni invisibili - conclude chi vuole agire facendo del
male si sente più libero di farlo».
La donna, incinta, è stata in
osservazione per tutto il giorno. In ospedale non c'era nessuno accanto a lei. E si spera
che sia per l'ultima volta.
C.C.
Il minuto di silenzio in consiglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 4
A CALAMBRONE
Samantha viveva qui,
senza luce e ira i roUa
CALAMBRONE (PISA) Oltre il cancelletto c'è una porta, con appesi accanto un orologio da
parete e una gabbia rosa per
uccelli, vuota. Un gatto si intrufola nelle baracche chiuse
con i sigilli della magistratura,
dove è morta Samantha, la piccola di 3 anni che viveva qui insieme alla madre e al compagno di lei. Una volta questo posto era una pizzeria. All'esterno tinta di bianco e blu: ma
ormai è tutto scrostato, e le finestre che affacciano proprio
davanti al mare, di là dalla
strada, sono sempre chiuse.
Oltre la soglia c'è un luogo
sventrato di stanze e pareti: al
loro posto assi, porte e pannelli di legno, il tetto tenuto fermo da pneumatici impilati
uno sull'altro, la plastica a dividere una specie di corridoio.
Nell'aria c'è un forte odore di
gas. Forse proviene dai fornelli
messi accanto allo scaffale del
cibo, o forse dalle tante bombole ammassate in un angolo
sotto la tettoia, lì dove un tempo c'erano i tavolini. Un materasso è buttato per terra sopra
un cumulo di oggetti ancora
buoni tra rifiuti e rottami, dove
è impossibile distinguerli.
Poco distante, una specie di
stanza in legno e chiodi doveva servire come camera da letto: è lì dentro che hanno trovato la piccola ormai senza vita,
per terra. Una lunga tendina
copre il vetro della baracca, appoggiata direttamente sullo
sterrato, non più grande di un
camper. Sul tavolo da giardino, al centro, c'è ancora il cibo
che avrebbero dovuto mangiare la sera di mercoledì, quando
sul posto sono arrivati vigili
del fuoco, ambulanza, carabinieri. Hanno lasciato tutto così, come succede quando si va
via di corsa: la farina aperta, le
scatolette di pomodoro, l'insa-
Sanità Pisa e provincia
lata già tagliata. E pieno di scodelle e stoviglie dai colori sgargianti, usati anche per decorare una specie di separé fra due
ambienti diversi: la cucina, da
una parte, e dall'altra un angolo con ripiani, vestiti e specchi.
1 pochi giochi della bimba, un
triciclo, sono ammassati dietro a una parete, prima di accedere a una specie di corridoio
con gli abiti appesi. Dappertutto stoviglie, caffettiere, termos, piatti. Le scarpe ammassate all'ingresso della stanza,
le coperte stese col filo accanto
alle biciclette sventrate. Un vaso con i fiori è stato messo sul
muretto che divide la zona da
pranzo da un piccolo ritaglio
diverde. Un tentativo dibellezza soffocato dal rovi e dalle erbacce incolte che circondano
il retro delle baracche: da lì si
schiude un sentiero che porta
a uno spiazzo dove si bruciavano i rifiuti.
Lo spazio per giocare Samantha se lo ritagliava così, fra
una fila di mattoni dove sedersi e un materasso, o forse fuori, lungo la via sterrata circondata da pruni che porta più
giù, verso una casa abbandonata. Qui almeno c'è un po' di
verde, qualche animaletto. Bastava poi attraversare la strada
per fare cento metri e arrivare
in spiaggia, forse anche lì passava le giornate con sua madre, almeno quando il tempo
lo permetteva. Samantha l'asilo non lo frequentava e i contatti coni vicini non sono molto facili in questa striscia di
Tirreno che non è più Pisa e
non è ancora Livorno. Le case
vere finiscono prima, insieme
In alto
l'ingresso
della baracca
dove viveva
Samantha
con la madre
e il compagno di
lei lungo viale del
Tirreno
Sopra
la baracca
nell'ex pizzeria
occupata otto
anni fa dalla
famiglia del
patrigno di
Samantha
A sinistra l'interno
e un passeggino
tra i rifiuti
al bar e all'edicola, dove la famiglia era conosciuta. Di fronte c'è uno stabilimento balneare; a sinistra si vedono i profili
delle gru e dei container del
porto di Livorno, a destra, il
lungo viale del Tirreno. Confinati in questo residuo del passato, i tre erano diventati una
presenza costante, a cui si erano abituati i pochi abitanti
della zona senza farsi troppe
domande.
Si vedeva il fumo dal comignolo durante l'inverno, raccontano, la bimba in passeggino e la madre, lui che chiedeva
lavoro agli operai al bar; si sentiva anche l'odore di plastica e
rifiuti bruciati, ma nulla si sapeva delle loro storie. Solo che
in quella casa ci vivevano dei
serbi da 8 anni, e che non erano sempre gli stessi, dice la
gente del posto. Andavano, venivano, ma nell'ultimo anno e
mezzoTonino, Juana e Samantha abitavano stabilmente lì
dentro. Senza luce, tranne
quella del generatore elettrico
situato in un anfratto polveroso. Senza acqua calda, due bagni che sono ancora il ricordo
della pizzeria. E senza un futuro, ma solo per Samantha, che
ha pagato con la vita gli errori
degli adulti.
Cinzia Colosimo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sanità Pisa e provincia
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Pagina 6
Un altro caso a Pisa
Meningite,
10 milioni di euro
per i vaccini
Dieci milioni di giuro dal
governo alla Toscana per la
campagna antimeningite. Lo
stanziamento è stato
annunciato ieri dall'assessore
regionale alla salute, Stefania
Saccardi. Il pacchetto,
concesso dal ministro
Lorenzin, servirà a coprire
parte delle spese sostentate
per l'acquisto dei vaccini.
Intanto, ci sarebbe un nuovo
caso di meningite: una donna
di 55 anni di Vicopisano è
ricoverata da ieri al reparto di
malattie infettive del Cisanello
di Pisa per un'infezione in
attesa di tipizzazione da parte
dei laboratori del Meyer. Le
condizioni della paziente
destano fiducia nei sanitari.
Resta invece grave e in terapia
intensiva la donna di Pisa di
7o anni ricoverata per
meningite C da domenica
scorsa al Cisanello. (G.G.)
Sanità Pisa e provincia
Pagina 7
A'
E AL TERZO M ESE Di GRAVIDANZA
L'inferno quotidiano vista mare
La madre sotto choc in ospedale
UN dolore troppo grande. Che lascia senza fiato. Ricoverata
nell'area Obi-Osservazione breve
intensiva del Pronto Soccorso di
Cisanello, Francisca - la madre
33enne di Samantha, incinta di
tre mesi - non ha parole e lacrime. «E' in stato di choc» conferma la dottoressa Francesca Fransi. Ieri mattina la donna - anche
lei vittima di percosse (l'accusa
per il compagno è di lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e
minacce) - è stata sottoposta ad
un lungo e accurato consulto psichiatrico. Nella mattinata ha lasciato la camera e il letto protetto
da un separè e - accompagnata
dal personale sanitario - è stata visitata per verificare e valutare le
condizioni psicologiche. Per la
giornata di oggi potrebbe essere
disposto il trasferimento in un altro reparto o in una struttura protetta.
pletamente nel panico. «La bambina sta male». Ma Samantha era
già cadavere. I soccorritori si sono
trovati davanti a una scena straziante: il corpo della piccola, pieno di lividi, era riverso sul pavimento della baracca fatiscente di
Calambrone. Accanto alla bambina, la madre (che ha in seguito
confermato il comportamento violento del compagno) e l'uomo con
il quale aveva recentemente allacciato una relazione (la piccola Samantha era invece nata da un precedente legarne, con un italiano
residente a Rapallo). L'arrivo del
118 ha solo potuto constatare il decesso della piccola. Il corpo era a
terra. E l'attenzione dei carabinieri e del medico legale è stata attratta subito da alcuni segni sul corpo
della bambina. I militari hanno sequestrato nell'abitazione alcuni
oggetti e hanno avvisato il padre
della bambina che vive in Liguria.
LA donna e il convivente - lei domenicana, lui serbo - si erano conosciuti attraverso i social network. Da circa un anno la donna,
si era quindi trasferita nella stamberga dove mancava anche la corrente elettrica. Una relazione vissuta e consumata nel più completo degrado. E ieri nella camera al
piano terra dell'edificio 31 per
Francisca nessuna visita, per lei
parenti o amici. Per lei - dalle
13.30 alle 14.30, quando le porte
dell'area Obi si sono aperte - solo
tanta solitudine.
AL Pronto Soccorso era arrivata
mercoledì sera, trasportata in ambulanza dal personale del 118. A
dare l'allarme era stata proprio
lei, intorno alle 19.30, con le ultime forze che le rimanevano e com-
1 CEL
Tonino Krstic, 33 anni
Sanità Pisa e provincia
Pagina 8
E NUOVI CASI A D ISTANZA
,
I POCHI GIORNI
,
Meningite, stazionane le due donne n* coverate
^
«Ma quanta disorgaffizzazione per la proti iassi»
INCUBO meningite: per ogni nuovo caso, una nuova ondata di paura. Si tratta del23° caso in Toscana,
da inizio 2016, e del secondo, a distanza di pochi giorni dal precedente, nella nostra città. Sono stabili le
condizioni della pensionata, residente in Barbaricina, ricoverata
nel reparto di Rianimazione da domenica perché colpita da meningococco di tipo C. E anche la cinquantenne pisana, fa sapere Aoup, ricoverata da martedì a Malattie Infettive, sta reagendo bene alle cure; nel
suo caso però, pur trattandosi di
meningite, non è ancora stato tipizzato il ceppo. Cresce la paura e la
Regione rinnova l'invito a vaccinarsi.
MA non mancato le lamentele da
parte di chi, domenica scorsa, ha
avuto informazioni imprecise e
sommarie in attesa di sottoporsi alla profilassi. «Le voci sono iniziate
a circolare poco prima di pranzo raccontano tre universitari che vivono a pochi metri di distanza dalla 69enne ricoveratab - e alle 15 abbiamo raggiunto la galleria Gerace,
ma fino alle 15.30, abbiamo atteso
invano perché non c'era nessuno».
Complici la paura e l'ansia, hanno
raggiunto la guardia medica in via
Garibaldi che ha prescritto due dosi di antibiotico. «Anche io ho pro-
Sanità Pisa e provincia
«Nessuna informazione. Sono
andata al Pronto Soccorso
e mi hanno fatto pure pagare»
vato a chiamare il numero verde
800177744 - interviene una vicina
di casa - ma sono stata dirottata a
un altro centralino . Ho composto
lo 0587-273111 e, - prosegue - dopo
aver ascoltato la voce registrata che
elencava tutte le sedi per le vaccinazioni pediatriche, mi ha riposto
un'impiegata dicendomi che non
aveva avuto direttive sul da farsi e
che non sapeva niente». La donna,
colta dal panico, a quel punto è andata al Pronto Soccorso. «Sa come
è finita? - incalza - che ho avuto un
codice bianco e ho pagato 25 euro».
Ma allo stesso centralino ha telefonato anche Roberto che, a sua volta, ha ricevuto differenti informazioni. «Hanno dirottato la mia chiamata al centralino di Volterra, spiega - nessuno sapeva cosa dirmi
e sono stato costretto a raggiungere
la guardia medica di via Garibaldi
che, però, mi ha prescritto una sola
dose di antibiotico per effettuare la
profilassi«. La madre di Roberto
peraltro, 90 anni e aveva trascorso l'intero pomeriggio con la paziente ricoverata.
F.F.
Pagina 9
Mighaí a dí fosl
per l' ultimo s aluto
G '1
a « e e» N atalí
SE N'È ANDATO all'improvviso Gege, è morto nel sonno a
36 anni, lasciando un gran
vuoto dentro tutti quelli che
lo conoscevano. Lo hanno salutato ieri, alle 16 alle cappelline dell'ospedale Santa Chiara.
C'erano tutti. Amici, parenti,
conoscenti e tifosi. Sì, perché
Gege, Daniele Natali, era parte integrante della Curva
Nord, che lo ha accompagnato
nel suo ultimo viaggio con striscioni e cori. Tra le lacrime il
feretro coperto di sciarpe del
Pisa ha lasciato lentamente
l'edificio di fronte alla Torre.
Alcuni hanno acceso dei fumogeni e la bara ha attraversato la
coltre bianca portata sulle spalle dagli amici più cari. Applausi e grida, come per scacciare il
dolore dentro ognuno dei presenti. E la «sua» curva era li,
per lui. Sugli striscioni messaggi che vanno oltre le convenzioni che hanno commosso
tutti, dal primo all'ultimo. Gege si è spento domenica notte,
ma il suo ricordo - l'affetto per
lui - è e resterà vivo per semE re, come ha dimostrato la folche ieri ha voluto salutarlo
per l'ultima volta.
Andrea Valtriani
Sanità Pisa e provincia
Pagina 10
0
IL RUDERE CHE FINO A QUALCHE DECENNIO FA
OSPITAVA UNA PIZZERIA Si TROVA NELL'ULTIMO
TRATTO DI CALAMBRONE, POCHI METRI PRIMA DEL
PONTE SULLO SCOLMATORE
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Tragica scoperta a CaianìDron ,
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PRATO
LA TRAGICA storia della bimba di tre anni, trovata senza vita
in una baracca di Calambrone a
seguito di una indicibile violenza,
porta anche a Prato.
Nella città tessile, Tonino Krstic,
serbo nato a Roma il 5 marzo del
1985, e patrigno della piccola Samantha ha abitato, ma non da libero cittadino: secondo quanto risulta, infatti, l'uomo, adesso arrestato con l'accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti sia
della bimba che della sua mamma, Francisca, domenicana di 33
anni, è stato recluso nella casa circondariale della Dogaia.
La sua residenza a Prato risulta,
appunto, in via Montagnola 76 e
su di lui pendevano reati contro
la persona e contro il patrimonio.
L'uomo da oltre un anno è domiciliato a Calambrone, in provincia di Pisa, sul viale del Tirreno e
viveva in un rudere che fino a
qualche decennio fa ospitava una
pizzeria nell'ultimo tratto di Calambrone, pochi metri prima del
ponte sullo Scolmatore.
Krstic ha conosciuto Francesca,
oggi incinta di tre mesi proprio
dal nuovo compagno, un anno fa
attraverso una chat.
Successivamente la donna ha deciso di trasferirsi a Calambrone per
vivere insieme al serbo, lasciando
a Rapallo il marito, un italiano, e
un altro figlio.
stav
•
a
indagini portano a Prato
SUL CORPICINO della bambina sono stati trovati segni di ecchimosi e tumefazioni: uno scoperta
sconvolgente per i soccorritori e
per i carabinieri intervenuti l'altra notte nella baracca di Calambrone, in cui la coppia viveva fra
ferri vecchi e pentole sporche con
il bagno all'esterno. Sul corpo
martoriato della bimba è stata trovata anche l'impronta di una scarpa impressa sull'addome.
FRANCISCA è ricoverata sotto
choc all'ospedale di Cisanello, a
Pisa : anche lei mostra segni di
percosse e di violenze . La donna
ha confermato ai carabinieri di Pisa il comportamento violento
dell'uomo, che interrogato nella
notte avrebbe cercato di respingere le accuse. Le ultime violenze di
Tonino su madre e figlia risalirebbero proprio a mercoledì pomeriggio: sarebbero queste parole della
donna ad incastrare l'uomo per il
quale sono scattate le manette.
Ora sarà l'autopsia - che sarà eseguita questa mattina dal professor
Alessandro Bassi Luciane - a deremere gli ultimi dubbi e a far cambiare eventualmente la scena in
un omicidio . Preterintenzionale
o meno a questo punto importa
poco, solo a quantificare la pena.
Il dramma è che Samantha non
c'è più.
7
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Tonino Krstic , è nato a Roma
il 5 marzo del 1985,
residente a Prato , da oltre
un anno è domiciliato a
Calambrone : prima risulta
residente in via M ontagnola
76, alla Dogaia
retaz î one
Krstic ha conosciuto la
mamma di Samantha,
Francisca, un anno fa
attraverso una chat. Lei si è
trasferita a Calambrone per
vivere con lui lasciando a
Rapallo il marito, un italiano,
e un altro figlio
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TRAGEDIA l soprr. eroghi degli inquirenti nella baracca di
Calambrone dove è stata trovata la bambina senza vita
Sanità Pisa e provincia
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Pagina 11
uore a 3 anni nella casa
Tragedia a Calambroue dove i tre vivevano in condizioni di miseria: l'uomo accusato di lesioni
LAURA MONTANARI
I sono i suoi giocattoli, un
tricliclo e una palla, in
C mezzo ai materassi per
terra, gli stracci, le padelle piene di olio e i piatti sporchi dentro la baracca che un tempo
molto lontano è stata una pizzeria a Calambrone. Litorale Pisano, un deserto in zona scolmatore. E li che è morta una bambina di 3 anni, l'altra notte. La
sua mamma, una trentenne domenicana, aveva chiamato il
118: «La mia bambina sta male». I soccorritori hanno trovato
la piccola a terra già senza vita.
Sul corpo segni di ecchimosi. E'
stata picchiata? Nella casa baracca c'era il convivente della
mamma, un serbo di 31 anni
con precedenti di polizia per furto e con una storia di violenze in
famiglia di vent'anni fa. t stato
fermato per lesioni e maltrattamenti dopo essere stato a lungo sentito dai carabinieri.
SEGUE A PAGINA XI
Sanità Pisa e provincia
Pagina 12
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arrestato il patrigno
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in carcere per maltrattamenti e lesioni. Ecchimosi sul corpo della
piccola. madre, incinta, e sotto shock. Vivevano in una baracca
DALLA PRIMA DI CRONACA
LAU RA MONTANARI
T
oNINO Krstic,
serbo e ora è rinchiuso nel carcere di Pisa. In quella baracca ha vissuto con sua madre e
con qualche fratello, poi da solo. La bambina e la nuova compagna domenicana
sono arrivate un anno fa. Un rapporto
difficile, di margini e povertà. Secondo
il racconto della donna lui aveva reazioni violente. Lei, in passato è stata medicata al pronto soccorso e stava per scattare una denuncia contro Tonino, ma fu
la stessa donna a ritirarla e a tornare a
vivere da lui. Krstic si protesta innocen-
Sanità Pisa e provincia
te, dice di non aver picchiato nessuno.
Ma i carabinieri hanno trovato ecchimosi sul corpo della bambina e anche su
quello della madre. Quest'ultima è ricoverata sotto shock all'ospedale di Pisa.
Soltanto l'autopsia potrà dire le cause
che hanno provocato il decesso della
bambina. Nei giorni precedenti lei aveva avuto la febbre e non stava bene, lo
ha riferito la mamma agli investigatori.
Ci sono state anche percosse? Al momento è solo una delle tante domande
sul tavolo di chi conduce questa indagine coordinata dalla procura di Pisa.
I carabinieri hanno avvertito il padre
della bambina, che è ligure, che è subi-
to arrivato a Calambrone.
La mamma (incinta al quinto mese)
e il nuovo compagno si erano conosciuti
in una chat, secondo gli stessi investigatori, nessuno dei due aveva un lavoro e
tiravano a campare come potevano. Lui
raccogliendo il ferro e il rame.
A Calambrone non li conosceva quasi
nessuno, sconosciuti ai servizi sociali e
ai volontari delle varie associazioni, Invisibili. Emanano dolore adesso gli oggetti immobili di quella casa, il triciclo, il
pallone, le cipolle accanto alla cucina e
un vaso con dei fiori di campo colti da poco.
@RIPROGUZIONE RISERV 4Tk
Pagina 13
Nuovo caso di me
gite a Pisa
Ricoverata una signora di 55 anni per meningococco. Da stabilire il ceppo
1 PISA
C'è un nuovo caso di meningite in Toscana. Dopo la pensionata di settant'anni da domenica ricoverata in rianimazione a Pisa, mercoledì nel reparto di Malattie infettive del policlinico è arrivata una donna di
55 anni di Vicopisano. «Le sue
condizioni sono stabili, ma siamo fiduciosi, reagisce bene alle cure - dice il primario Francesco Menichetti -. Non è ancora chiaro però di quale ceppo si tratti. Faremo delle analisi per capirlo, forse non sarà facile stabilire il gruppo, ma è
certo che siamo di fronte auna
malattia da meningococco».
La signora è arrivata in pronto
soccorso con i sintomi tipici
della meningite: febbre alta,
mal di testa, nausea e rigidità
nucale. Per precauzione, sono
subito partite le procedure per
la profilassi antibiotica, somministrata ai parenti e alle ultime persone con cui la donna è
entrata in contatto negli ultimi
giorni. É il 23esimo caso
dall'inizio del 2016 di meningite in Toscana. E di questi sono
17 le persone colpite dalla C,
mentre erano state 31 nel
Undici
dall'inizio
2015.
dell'emergenza i morti causati
dall'StlL, il ceppo clonale che
da oltre un anno spaventa la
regione, quattro registrati nel
2016, quasi tutti in età avanzata. Proprio dopo il ricovero della settantenne, la Regione aveva rinnovato l'appello ai cittadini invitandoli avaccinarsi.
Finora sono poco più di
350mila le persone che hanno
scelto di fare il siero per proteggersi dal ceppo C. Ancora troppo poco.
Per raggiungere l'immunità
di gregge, e quindi ridurre i rischi di contagio, per gli esperti
si dovrebbe arrivare a circa un
milione di vaccinati. Anche
per questo nella Toscana ceritrale, l'area più colpita, l'accesso gratuito al vaccino è stato
esteso a tutti senza limiti di
età. Se le analisi di laboratorio
confermassero che anche la
cinquantenne ricoverata due
giorni fa a Cisanello è stata colpita da C, i confini della zona
rossa potrebbero allargarsi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sanità Pisa e provincia
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LA VERTENZA PER [L CAMBIO D'APPALTO
izie nelle banche, scoppia il caos
Ultimatum dei Cobas alla Bnl di Pisa e Provincia: ridottele ore di lavoro
® PONTEDERA
«O le cose cambiano oppure vi
ritroverete con le bandiere dei
Cobas davanti agli ingressi delle filiali di Pisa e Pontedera di
Bnl Gruppo Bnp Paribas». È
l'ultimatum lanciato dal sindacato alla cooperativa Centrogest di Bologna rispetto al cambio d'appalto che ha ridotto notevolmente le ore di lavoro di
quattro addette alle pulizie,
passate da 18 alla settimana a
quattro scarse, con una notevole perdita di salario. Intanto si
prepara una serie di scioperi in
provincia tra Piaggio, Asl e Geo-
for. Il caso delle lavoratrici della Centrogest, però, è emblematico, come racconta Sandro
Giacomelli dei Cobas: «Dall'inizio di aprile la cooperativa bolognese è subentrata alla Gemini di Venezia e la loro situazione è precipitata. Si occupano
delle pulizie nelle filiali di Pontedera e di Pisa. Con il datore di
lavoro precedente avevano
contratti che prevedevano tra
le 17 e le 22 ore settimanali. Ora
siamo a 45 minuti al giorno
che, se moltiplicato per cinque
giorni fa quattro ore scarse. E,
di conseguenza, la busta paga
si è notevolmente alleggerita
con un lordo di 170 euro al mese che diventano novanta nette». Una situazione difficilmente spiegabile, specie se si pensa
che «il contratto nazionale del
settore pulizie - come ricorda
lo stesso Giacomelli - prevede
un minimo di 14 ore mensili e
non meno di due ore al giorno
di lavoro. Cosa che, nel caso
delle lavoratrici della Centrogest è violato in maniera palese. Abbianio scritto più volte alla cooperativa di Bologna che,
però, ci ha risposto solo una
volta. Poi più nulla, ma ora siamo arrivati a una situazione
che non è più sostenibile».
Polvie-MiffiY. in la afn aáairnra( re
Sanità Pisa e provincia
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DISAGI IN VISTA
Sanítà, due 910mate di agítazìone
Indetto uno sciopero per domenica 1 maggio e un altro per il 3
1 PISA
Due scioperi che interesseranno il mondo della sanità sono
stati proclamati per domenica
1° e martedì 3 maggio. In particolare: l'associazione l'Unione
sindacale Usi Ait ha proclamato sciopero nazionale per l'intera giornata di domenica 1° maggio. E le associazioni sindacali
Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Uil Pa
hanno proclamato uno sciopero generale regionale di tutte le
categorie pubbliche e private
per l'intera giornata o turno di
lavoro di martedì 03 maggio.
Per quanto riguarda la Sanità
Pubblica, lo sciopero interessa
sia personale convenzionato
(medici di famiglia, pediatri di
libera scelta, continuità assistenziale) sia personale dipendente del comparto e della dirigenza (Area III - Dirigenza SPIA e Area IV - Dirigenza Medica e Veterinaria) .
L'Asl si scusa anticipatamente con i propri utenti per eventuali disagi nell'erogazione dei
servizi sanitari sia territoriali
che ospedalieri (prelievi, visite
ambulatoriali ecc) e amministrativi (prenotazione esami, libera professione ecc) che si dovessero manifestare.
Come previsto dalla normativa, saranno comunque garantiti tutti i servizi minimi essenziali previsti per il settore della Sanità e, per quanto riguarda le
attività connesse all'assistenza
diretta ai degenti, sarà data
priorità alle emergenze e alla
cura dei malati più gravi e non
dimissibili, come il Pronto Soccorso; servizi di assistenza domiciliare; - attività di prevenzione urgente (alimenti, bevande,
etc..); - vigilanza veterinaria; attività di protezione civile; attività connesse funzionalità centrali termoidrauliche e impianti tecnologici.
Polvie-MiffiY. in la afn aáairnra( re
Sanità Pisa e provincia
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Finiscono in ospedale
tre agenti aggrediti
dentro il Don Bosco
1 PISA
Tre agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti
nel carcere di Pisa dove prestano servizio nel reparto giudiziario.
A denunciarlo è il segretario provinciale del sindacato
Osapp Alessio Vetri.
«Intorno alle 12 - si legge in
una nota a firma di Vetri - un
collega addetto alla sezione
'piano terra A', nel sedare una
rissa tra un albanese ed un tunisino, ha riportato una con-
tusione alla mano. Un paio di
ore dopo un detenuto maghrebino, ristretto nella sezione 'piano terra isolamento B',
durante l'immissione nel cortile passeggi, preso da un raptus d'ira dovuto alla notifica
di numerosi rapporti disciplinari notificati qualche minuto prima, ha aggredito un collega afferrandolo per il collo e
provocandogli contusioni ed
escoriazioni. Nel placare la situazione anche un altro collega ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Lo stesso detenuto, durante la mattinata aveva
gi sputato addosso e provato
a lanciare del caffè bollente
ad un infermiere e allo stesso
agente che poi ha sedato la
prima rissa. I colleghi sono dovuti ricorrere alle cure del
pronto soccorso dell'ospedale Cisanello, con lesioni ritenute guaribili rispettivamente in 5, 6 e 15 giorni. Inoltre,
verso le 20 un detenuto ha
tentato di 'tirare' verso le sbarre un'infermiera». Lo stesso
detenuto della "Sezione Isolamento B" alle 20.10, durante
la somministrazione della terapia farmacologica, ha afferrato la mano dell'infermiera
cercando di tirarla verso il
cancello della camera detentiva.
«Da tempo - aggiunge - la
segreteria provinciale dell'
Osapp sostiene che simili episodi siano soprattutto frutto
della scarsità di risorse messe
a disposizione del settore.
Chiediamo un intervento deciso a tutela della sicurezza
sia di chi in carcere costretto a
viverci e di chi deve lavorarci».
VRIPRODIRIO> E RISERVATA
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1
Sanità Pisa e provincia
Pagina 17
la baracca
a tre
gnorate le denunce
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Pisa, l'uomo e stato arrestato. I se izì socí lí.• « Caso
Tommaso strambi
ma- PISA
della
scarpa
UN'I M P RO NTA
sull'addome della piccola Samantha ha incastrato Tonino Krstic, 33
anni, serbo, residente a Prato ma
da qualche tempo domiciliato a Calambrone.
L'hanno rilevata i carabinieri quando l'altra notte sono intervenuti in
quel lembo di terra che unisce Pisa
a Livorno. Un segno, inequivocabile, di violenza. Percosse che erano
il `pane' quotidiano in quella baracca diventata dimora di Krstic e della nuova compagna, Francisca, al
terzo mese di gravidanza, che per
lui aveva abbandonato il marito e
un altro figlio in Liguria.
Botte (ci sono anche le cicatrici provocate dalle fibbie delle cinture) e
violenze consumate nei confronti
della donna e della bambina e cristallizzate su quel corpicino trovato, esanime a terra, in quell'unica
stanza della stamberga odierna che
un tempo ospitava una pizzeria.
«Sette, otto mesi fa - sussurra la
donna, nata 30 anni fa nella Repubblica Dominicana - ho provato a
tornare in Liguria da mio marito
cui è rimasto l'altro mio figlio, ma
non mi ha voluto. Non sapevo più
che fare, così sono ritornata qui, da
Tonino».
Nell'inferno di una baracca in cui
mancava anche l'elettricità e il bagno era all'esterno. Tra rimasugli
di ferro che Tonino prendeva chissà dove e chissà come. «Sono tornata qui, anche se lui spesso alzava le
mani su di me e sulla mia Samantha, come quando al mare l'estate
scorsa le infilava, di forza, la sabbia
in bocca».
Ora lei è ricoverata all'ospedale di
Cisanello sotto choc. Lui, invece, è
stato arrestato. Al momento con
l'accusa di lesioni personali e maltrattamenti in famiglia e minacce,
ma stamani dopo l'autopsia la sua
posizione potrebbe aggravarsi: potrebbe essere incriminato di omicidio preterintenzionale. Ma a questo punto poco importa. Sono sottigliezze da aula di Tribunale.
QUELLO CHE LASCIA disarmati è
che nessuno sia mai intervenuto
prima. Che nessuno abbia sottratto
Samantha da questo inferno quotidiano. Nei confronti di Krstic i carabinieri avevano diverse denunce
per maltrattamenti e violenze. Ma
nessun giudice l'ha fermato prima.
E nello stesso tempo né i servizi sociali, né le istituzioni sono interve-
La piccola viveva con la
mamm a e il patrigno in
una baracca . Sul corpicino
molte cicatrici
p
ati ï
gno
o
1 segnalato>>
nute in una situazione di degrado e
miseria. L'assessore comunale di
Pisa, Sandra Capuzzi, sostiene che
«il rammarico più grande è quello
di prendere atto che nessuno, all'interno della nostra comunità, abbia
ritenuto utile segnalare questo problema».
G IA, ma perché non intervenire prima e gridare solo ora allo scandalo?
La verità è che Samantha non è
morta di botte mercoledì scorso.
La verità è che Samantha è morta
ogni giorno, in questi tre anni, in
cui la società si è girata dall'altra
parte. E non ha voluto vedere oltre
quella porta di una baracca collocata suel Litorale pisano, non in una
favelas del terzo mondo.
«Purtroppo la situazione
era com pletamente
sconosciuta ai servizi
sociali del territorio:
nessuno l ' aveva m ai
seg nalata ». Lo ha detto in
una nota , espri mendo
«disappunto e rabbia», il
presidente della Società
della Salute della zona
pisana , Sandra Capuzzi.
1 CELLA Tonino Krstic, serbo,
è stato arrestato
Sanità Pisa e provincia
Pagina 18
SQUALLORE
A sinistra:
un momento
del l'intervento
delle forze
dell'ordine,
mercoledì sera,
nella baracca
a Calambrone
dove è stata
uccisa la bambina
di tre anni.
A destra: la
nostra cronista
Francesca
Bianchi
all'interno
della baracca,
accanto
al passeggino
della piccola
vittima
(Foto Valtriani)
Sanità Pisa e provincia
Pagina 19
L' INTERVENTO
di GIOVANNI B. PESCE*
CASO PIOMBINO
ED EPILE SSIA
BASTA LEGAMI
L'EPILESSIA fa di nuovo
notizia con il crimine, ma
ora assistiamo a un vero
salto di qualità che ci
prefigura ulteriori possibili
sviluppi: questa patologia,
che solo in Italia colpisce
oltre 300mila persone, avrà
responsabilità per le stragi
terroristiche? La
responsabilità penale nel
nostro Paese è individuale e
nel coniugarla con una
patologia si criminalizzano
tutti coloro che la
subiscono.
Nel caso di Piombino,
rispetto a quello di Cogne, la
persona con epilessia, a
causa della sua patologia o
dei farmaci che la,
dovrebbero curare, è
additata da possibile
omicida a serial killer. E'
dall'arresto dell'infermiera
Fausta Bonino, indagata
per l'omicidio di 13 persone
ricoverate nel reparto di
rianimazione dell'ospedale
Villamarina di Piombino,
che si cerca di coniugare
questi omicidi seriali con
l'epilessia. Un tragico
ritorno a logiche
deterministiche ed
Sanità Pisa e provincia
eugenetiche che furono la,
base culturale per le stragi
naziste delle persone con
disabilita.
Chiediamo che la, ricerca
delle responsabilità penali
per questi omicidi non
venga strumentalmente
riportata a una patologia o
a possibili effetti collaterali
di farmaci prescritti da
medici su autorizzazioni
ministeriali
criminalizzando oltre
300mila italiani con
epilessia. Vogliamo andare
in prima pagina per
annunciare l'approvazione
di una proposta di legge che
rimuova le persistenti cause
che ci descriminano non
appena, ci viene certificata
l'epilessia, dalla perdita del
lavoro alla mancanza del
riconoscimento di detta
invalidità per accedere alle
agevolazioni inclusive come
per altre patologie
invalidanti, non per
arbitrari collegamenti con
fatti criminosi.
*presidente nazionale
Aice - Associazione italiana
contro l'epilessia
Pagina 20
PIA
Bimba di tre anni morta in baracca,
in carcere il compagno della madre
È morta a soli 3 anni vivendo gli ultimi mesi
della sua vita da "invisibile". Uccisa forse
dalle percosse di un uomo violento e irascibile che non sopportava i suoi guai di salute e che con ogni pretesto la picchiava, lasciandole sul corpo ecchimosi e segni inequivocabili, anche dì cinghiate. La piccola,
morta ieri sera in una baracca fatiscente sul
litorale pisano, e la sua famiglia erano totalmente sconosciuti ai servizi sociali del territorio. II compagna della mamma, Tonino Krstic, serbo di 33 anni, è finito in carcere con
un'accusa infamante: maltrattamenti in famiglia e lesioni. La madre, ora ricoverata in
stato di choc all'ospedale di Pisa, ha ammesso le violenze e le frequenti botte dell'uomo, su di lei e sulla bimba. II padre della
piccola, che risiede a Rapallo (Genova), è
scoppiato in lacrime davanti ai carabinieri
che gli hanno raccontato le ultime vicissitudini della sua bambina. La madre sì era allontanata da lui circa un anno fa, dopo avere conosciuto in chat il serbo: aveva lasciato la Liguria e accettato di vivere in quel tugurio di Pisa. In consiglio comunale, il sindaco Marco Filippeschi ha aperto la seduta
definendo la morte della piccola «una tragedia dell' emarginazione e della solitudine».
L'assemblea cittadina ha osservato un minuto di silenzio.
Sanità Pisa e provincia
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Muore a tre anni
fermato l'uomo
della madre
Una bambina di tre anni è
morta nella casa-baracca in cui
viveva con la mamma e il nuovo
compagno di lei a Calambrone,
nel Pisano, a due passi dal mare. E stata la donna, di origini
domenicane, a dare l'allarme
nella notte: «La mia bambina
sta male». Ma quando è arrivato il 118 la piccola aveva già
smesso di respirare. I carabinieri hanno trovato ecchimosi sul
corpo e oggi verrà eseguita l'autopsia per indagare le cause del
decesso. La mamma in stato di
shock è ricoverata in ospedale:
ha raccontato che da qualche
giorno sua figlia aveva la febbre. I militari hanno fermato Tonino Krstic (foto), serbo, 31 anni per lesioni e maltrattamenti.
É emerso, da accertamenti, che
picchiava la compagna. Lui si dice innocente. Ai servizi sociali
non conoscevano quella famiglia che viveva nella baracca,
fra stracci, rifiuti e marginalità.
mRICftO[JULONE NIíERVATA
Sanità Pisa e provincia
Pagina 22
e
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N,
Vìa fl rene, ma e quello sbagliato
Lucca, lo scambio nella sala operatoria del San Luca durante l'intervento per un tumore
wcCA Gravissimo errore medico all'ospedale San Luca di
Lucca. A un paziente malato di
tumore a un rene, in sala operatoria è stato asportato l'organo sano. Un errore, avvenuto
qualche giorno fa e emerso !eri, che ha mandato in tilt tutta
l'Azienda sanitaria Toscana
Nord Ovest.
Ieri, attorno alle otto di sera,
il risk manager dell'AsI lucchese, Maurizio Martelloni, ha telefonato a Firenze per allertare
il Rischio clinico regionale. Sarebbe emerso che, malgrado il
paziente fosse affetto da un tumore al rene sinistro, un radiologo avrebbe compiuto un
errore nella trascrizione del
referto della Tac indicando
quello destro come malato.
Successivamente l'equipe chirurgica non avrebbe compiuto
tutte le procedure previste nel
caso: di norma per l'asportazione del rene si compie una
uretoscopia che consente di
individuare la posizione esatta
del tumore. Questo esame non
sarebbe avvenuto e, quindi, in
sala operatoria l'errore è diventato a quel punto inevitabile. Al San Luca si sarebbero resi conto, ieri, dello scambio di
rene, quando in sede di esame
istologico in laboratorio si so-
Sanità fiorentina e toscana
L'ospedale
San Luca di
Lucca
no resi conto di avere davanti
un organo sano. Di lì, le verifiche e l'evidenza dell'errore.
L'ospedale in serata ha preso
contatto con i famigliari del
paziente: prima dovrà spiegare quello che è accaduto in sala
operatoria, poi dovrà illustrare
le possibili soluzioni per rimediare al fatto che l'uomo ora ha
un solo rene e malato. In sanità, oggi, uno scambio di organo è considerato ormai un errore «inammissibile». Eppure
succede: in Toscana risultano
due casi negli ultimi dieci anni; uno, soltanto un paio di anni fa, all'ospedale di Ponte a
Niccheri a Firenze, ci fu un altro scambio di rene. Da anni,
le procedure si sono affinate
per evitare questo genere di
errori: uno dei passaggi chiave
della «check list» avviene in
fase preoperatoria, quando
chirurgo e aiuto chirurgo, assieme, segnano sulla pelle del
paziente con un pennarello o
una matita la parte da operare,
sulla base di lastre e referti.
Nel caso del San Luca questa
procedura è stata compiuta,
ma lo scambio che sarebbe
stato fatto a monte in radiologia l'ha resa vana. E la mancata
uretoscopia avrebbe impedito
di rendersi conto della situazione.
Cosa succede a un paziente
con un rene malato e quello
sano rimosso? «Il rene rimosso dopo poche ore non è più
utilizzabile - spiega il professor Marco Carini, a capo dell'equipe di urologia di Careggi
- Le possibilità sono due: o
compiere, se possibile, un intervento di rimozione parziale
del rene malato per salvare la
parte sana, o ricorrere al trapianto: anche se la parte operata non può accogliere un
nuovo organo, i reni trapiantati si collocano più in basso rispetto alla sede naturale».
Giulio Gori
(ha collaborato
Simone Dinelli)
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NUOVO STRUMENTO DALLA REGIONE
cresce la scuola dï robotica
CRESCE il Polo di chirurgia robotica: arriva un nuovo robot alla scuola di formazione di Grosseto. La Regione ha voluto infatti supportare la
Scuola internazionale dell'ospedale
Misericordia con nuovo strumento
a doppia consolle. «La chirurgia del
futuro - afferma l'assessore regionale Stefania Saccardi - sarà sempre
meno invasiva e l'utilizzo del robot
per interventi ad alta complessità sarà sempre più lo standard negli ospedali. La chirurgia robotica possiede
infatti tutti i vantaggi della chirurgia tradizionale, cui si aggiungono i
vantaggi della visione tridimensionale e della possibilità di ruotare a
trecentosessanta gradi le pinze manovrate dal chirurgo alla consolle».
La Scuola internazionale di Grosseto, primo centro didattico in Italia,
ha avviato la propria attività nel
2003 con un robot interamente dedi-
Sanità fiorentina e toscana
cato alla didattica, utilizzato per simulare gli interventi. A Grosseto si
sono formati oltre 800 chirurghi
provenienti da 26 paesi diversi, grazie al team di professionisti della regione e alla collaborazione con altri
centri italiani e stranieri che hanno
messo a disposizione la docenza dei
maggiori esperti al mondo in questo campo. La Scuola di Grosseto,
inoltre, è sede della Scuola speciale
di Robotica dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani. E' coordinata da Pietro Paolo Bianchi e presieduta da Pier Cristoforo Giulianotti. «Il nuovo robot - ha commentato
il direttore Enrico Desideri (nella
foto) - darà un ulteriore impulso alla nostra chirurgia mininvasiva e
all'attività della Scuola aggiungendo prestigio all'ospedal'e Misericordia, confermandone la leadership
nella comunità scientifica internazionale».
Pagina 24
Evento
sanità:.
« B asta , e bo icottato
dalla segreteria»
«MANCA ormai co più di 24 ore all'
inaugurazione e all' iniziativa del mio
circolo Pd salute e sanità e ad ora nessuna
comunicazione dal Pd cittadino riguardo
l'evento, nessuna mail a tesserati e nessuna
pubblicazione sulla pagina fb ufficiale».
Alberto Lenzi (nella
foto) del circolo Pd
sanità, ieri sul suo
profilo Facebook ha
denunciato
l'indifferenza della
segreteria nei
confronti dell'evento.
«Ho telefonato in via
Donnini - continua e le gentilissime
ragazze mi hanno
detto "si è da una
settimana che
sappiamo ma non è arrivato l'ok " mi
appello alla commissioni di garanzia
territoriale e comunale. Basta un Pd chiuso
e autoreferenziale che boicotta gli eventi
dei circoli».
L'EVENTO di o° alle 17,30 s'intitola
«Nuova Sanità» e si terrà al circolo Norfini
in via Salviano 52. Parteciperanno Pietra
Molfettini segretaria del circolo salute e
sanità, Manuela Granaiola senatrice Pd
membro dlela commissione sanità del
Senato, Giorgio Del Ghingaro sindaco di
Viareggio ed ex presidente Federsanità
Toscana, Ina Dhimgjini assessore alla
sanità del Comune e i rappresentanti
sindacali di Cgil, Cisl e Uil.
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 25
Morti in corsia
Mugnai chiede
aggiornamenti
alla Regione
- PIOMBINO «LA GIUNTA torni in aula
a riferire sui nuovi sviluppi»
questa la richiesta del
presidente di Forza Italia
Stefano Mugnai avanzata e
accolta ieri in Conferenza
dei Capigruppo in Regione.
«Se in quella corsia
dell'ospedale di Piombino
c'era un killer che ha
operato incredibilmente
indisturbato per mesi,
questa è una tragedia. Se
però invece il killer non
c'era, come potrebbe
profilarsi all'orizzonte degli
ultimi sviluppi della
vicenda investigativa e
giudiziaria, allora qui siamo
davanti a qualcosa di più e
di peggio per il sistema
sanitario toscano: insomma
se non esisteva un "killer in
corsia", qualcuno potrebbe
pensare che la corsia stessa
sia il killer».
Sanità fiorentina e toscana
«RISPETTO a questa
intollerabile eventualità, ho
chiesto e ottenuto - spiega
Mugnai - che all'ordine del
giorno della prossima
seduta di consiglio regionale
sia inserita una nuova
comunicazione della giunta
sui fatti di Piombino». Così
presidente del gruppo
regionale di Forza Italia
Stefano Mugnai che, anche
nella sua veste di
vicepresidente della
Commissione sanità, segue
la vicenda degli almeno 13
morti per overdose di
eparina verificatisi nel
reparto rianimazione del
Villamarina di Piombino
con grande attenzione.
I fatti sono emersi a seguito
della misura di custodia
cautelare a cui, il 31 marzo
scorso, era stata sottoposta
l'infermiera Fausta Bonino
o accusata di aver provocato
quei decessi, tramite la
somministrazione non
terapeutica di alti dosaggi di
eparina. Il provvedimento
però stato annullato nei
giorni scorsi dal tribunale
del riesame, e l'accusata è
stata scarcerata. «Le ultime
risultanze - ribadisce
Mugnai - richiedono che la
giunta torni a riferire in
aula».
Pagina 26
MAN CATA N OM I NA PER TA ELLI I
nostra città continua perdere peso
Pepresidenza ci batte anche Cecina
UN'ALTRA picconata a Lucca e
alla sua possibilità di farsi valere
da posizioni di rilievo. Che arriva,
tanto per cambiare, dalla Regione
Toscana e dagli accorpamenti da
questa decisi. Come le macro aree
Asl. La scelta di quella Nord Ovest
(dove Lucca è inserita con la sua
ex Usl 2 insieme alle aziende sanitarie delle provincie di Livorno, Pisa e Massa) che ha nominato come
presidente della conferenza aziendale dei sindaci il primo cittadino
di Cecina, Samuele Lippi, lascia la
città ancora una volta in un ruolo
subordinato rispetto a dinamiche
che paiono essere dettate principalmente dagli equilibri interni al Pd.
A essere eletto con i voti dei primi
cittadini, quasi tutti a targa Pd, infatti, è stato un sindaco di strettissima osservanza di partito, nonché
già segretario territoriale del Pd e
nonostante Cecina non arrivi a
Sanità fiorentina e toscana
30mila abitanti quando all'interno
della conferenza vi sono ben quattro capoluoghi di provincia. Il sindaco di Lucca Tambellini, arrivato alla presidenza della conferenza
dei sindaci della Us12 solo lo scorso anno grazie anche a un accordo
con il sindaco di Capannori, si è dovuto accontentare di un posto
nell'organo direttivo assieme ai sindaci di Massa, Pisa e Seravezza.
Praticamente un monocolore Pd
che ha esautorato, per Livorno, lo
stesso sindaco Nogarin, eletto con
il 5 Stelle, come pure per Viareggo
un altro sindaco non espressione
Pd qual è ormai Giorgio Del Ghingaro. E la preoccupazione di molti,
ancora una volta, è che Lucca, come in passato è accaduto per Ctt
Nord, come rischia di essere per
Gesam e per tante altre partite aperte, finisca per restare in posizioni
di rincalzo.
Pagina 27
Medici nel reparti:
«
patetica»
NESS UNO ha risposto al
campanello, nessuno neanche
al telefono in reparto (il setting
B) all'ospedale S.Luca, dove il
dottor Umberto Quiriconi si era
recato per visitare un proprio
assistito: così è rimasto chiuso
fuori, in attesa. I dispositivi
ideati per l'accesso dei medici
ai reparti , ricordati nella replica
dell`Asl, non hanno funzionato.
«La patetica giustificazione
della direzione dell° ospedale
S.Luca - torna a sottolineare
Quiriconi - sarebbe anche
appropriata se, come non è
avvenuto, qualcuno avesse
risposto al telefono . Capisco
che ciascuno deve tenere il suo
ruolo, ma c'è un limite a tutto».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 28
Dal ministero lo milioni per i vaccini
Abbiamo ricevuto da Roma la comunicazione che sono in arrivo i lo
milioni promessi dal ministro Lorenzin perla vaccinazione contro il
meningococco C. Voglio ringraziare la Presidenza dei Consiglio e il
ministro, che hanno rispettatogli impegni presi e confermato il sostegno
alla campagna perla vaccinazione della Regione». E la dichiarazione
dell'assessore alla salute Stefania Saccardi . «L'impegno del governo sottolinea - è anche il riconoscimento della correttezza delle azioni della
Toscana. Ricordo che la vaccinazione è l'unico strumento valido per
contrastare il batterio. Ora che anche i medici di famiglia partecipano
attivamente, quindi rinnovo il mio invito ai cittadini a vaccinarsi».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 29
Robot a Grosseto
Firenze ha deciso
Dopo allarmi e polemiche la Regione annuncia: il Da Vinci XI
al Misericordia, che resta polo di foazioneinternazionale
di Gabriele Baldanzi
1 GROSSETO
L ufficiale. Arriverà presto il
nuovo robot alla scuola di formazione internazionale di chirurgia mininvasiva-robotica
dell'ospedale Misericordia di
Grosseto. La Regione Toscana,
dopo le polemiche dei mesi
scorsi e le promesse dell'assessore Stefania Saccardi, intende supportare concretamente
la scuola. La nuova macchina
- il Da Vinci XI di ultima generazione, a doppia consolle - sostituirà quella in uso negli ultimi anni, ormai obsoleta. L'apparecchio servirà ai luminari
che ruotano intorno alla scuola, ma permetterà anche di migliorare, nel loro complesso, le
attività di chirurgia robotica e
la sicurezza dei pazienti sottoposti a intervento.
Ad annunciarlo ieri è statala
stessa Saccardi: «L in corso
una trattativa con la casa pro-
II dottor Paolo Pietro Bianchi e (a destra) un intervento con il robot
duttrice dei robot per la sanità,
grazie alla quale arriverà il
nuovo apparecchio per la
scuola internazionale di formazione di Grosseto».
Con la riorganizzazione del
sistema sanitario regionale e il
rafforzamento del livello di
area vasta viene quindi potenziato anche il polo regionale di
chirurgia robotica. Il ruolo
strategico di programmazione, come aveva spiegato a suo
tempo il direttore generale
dell' aslona Arezzo-Siena-Grosseto Enrico Desideri, viene affidato al Comitato regionale di
coordinamento, unica cabina
di regia in cui assumere le decisioni strategiche sullo svilup-
po di questo settore di avanguardia per la sanità toscana.
Grosseto entra in una dimensione più grande. E la robotica
chirurgica, in futuro, verrà
sempre più spalmata. La Regione sta creando una sorta di
grande istituto, da governare
come struttura unica.
«Abbiamo ricostituito il comitato scientifico del polo robotico regionale - prosegue la
Saccardi - con il compito di
dettare le linee guida per una
maggiore
appropriatezza
d'uso e verificare e monitorare
i risultati facendo riferimento
a standard operativi e organizzativi per un utilizzo interdisciplinare, interaziendale e di
area vasta, compresele attività
formative e addestrative».
Il comitato di coordinamento per tutta l'attività di chirurgia robotica sarà guidato da
Franca Melfi, responsabile del
Centro di chirurgia robotica
dell'Aoup. La Saccardi non usa
rli afipenAi Aell' \al `
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Sanità fiorentina e toscana
fltl,llfllli iin
Pagina 30
giri di parole: «Stiamo rivedendo l'allocazione di tutte le piattaforme nell'ottica di uno sviluppo di sinergie, valorizzando il ruolo della formazione e
della simulazione».
Enrico Desideri non nasconde la propria soddisfazione di
fronte alle conferme che arrivano da Firenze. «Il nuovo robot - commenta - darà ulteriore impulso alla chirurgia mininvasiva e all'attività della
scuola, aggiungendo prestigio
all'ospedale Misericordia e
confermandone la leadership
nella comunità scientifica internazionale. Un primato che
dura da molti anni, che porta a
Grosseto tanti chirurghi, provenienti da tutto il mondo, che
vogliono specializzarsi in questa tecnica, anche in momenti
diversi rispetto ai corsi».
"Il nostro obiettivo - conclude Desideri - è sviluppare questa attività in Area vasta e a livello regionale, con l'apporto
e l'esperienza dei professionisti grossetani e delle altre realtà
di chirurgia robotica presenti nelle tre
province, sviluppando sinergie assistenziali e professionali in tutti i campi
della chirurgiaspecialistica».
oggi il convegno. Oggi, intanto,
a Castiglione, all'hotel Riva del
Sole, si apre un convegno internazionale sulle nuove frontiere nella cura del cancro del
retto, organizzato da Paolo Pietro Bianchi, direttore della Chirurgia generale e mini invasiva
dell'ospedale di Grosseto, in
collaborazione con la Clinical
robotic surgery association, la
principale associazione mondiale di chirurghi robotici. Sono attesi 160 chirurghi provenienti da tutta Europa, con collegamenti in videoconferenza
dalla Corea e dagli Stati Uniti.
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 31
«Livorno ai margnu della m i Asi»
Ferrucci (Fials) contesta il sindaco e chiede un referendum sulla ristrutturazione di viale Alfieri
programma per la costruzione dell'ospedale a Montenero. Sempre nel solco di un ulteriore ottimismo e di buone
relazioni con la Asl ci si entusiasma per la apertura del secondo padiglione ad ottobre
dopo vari anni dal completamento dei lavori».
Ferrucci continua tomando indietro nel tempo: «Abbiamo conosciuto stagioni
difficili nel settore della sanità con sindaci subalterni alle
decisioni della azienda con
condotte omissive o conniventi che ci hanno condotto
allo stato attuale. Purtroppo
però chi si aspettava dalla attuale giunta una discontinuità con il passato si è sbaglia-
1 LIVORNO
«Dunque il sindaco di Cecina
Samuele Lippi è stato nominato presidente della Conferenza dei Sindaci dell'azienda toscana area vasta nord
ovest il cui esecutivo è composto dai sindaci di Lucca,
Seravezza, Massa e Pisa. Purtroppo anche con questo atto sono confermate le nostre
preoccupazioni: la città di Livorno dopo avere perso la sede legale della nuova Asl non
è entrata nell'esecutivo della
conferenza dei sindaci. Everamente singolare che la città
più
popolosa
all'interno
dell'Asl, pur con il dovuto rispetto, conti meno del Comune di Seravezza». Massimo
Ferrucci, segretario del sindacato Fials, il più rappresentativo all'ospedale di viale Alfieri, commenta con durezza
l'esclusione di Livorno dal
novero dei sindaci che decideranno del futuro della sanità sul territorio.
«Siamo da tempo nella serie C della sanità toscana - dice - E non mi riferisco alle ottime professionalità presenti
ma alle scelte operate per la
copertura dei vertici della
nuova azienda (direttore sanitario e amministrativo) e alle altre strutture dove è scarsa la presenza di professionisti livornesi. La programmazione fino ad oggi realizzata
in area vasta ha penalizzato
la città di Livorno».
Secondo Ferrucci sono indicatori significativi in proposito il numero dei posti letto
che è il più basso per la exAsl
6 tra tutti quelli delle ex aziende confluite nella nuova, il
più basso numero di operatori in rapporto alla popolazione, la riduzione ai minimi termini di specialistiche importanti «con assurdi accorpamenti in nome di un modello
per intensità di cure clamorosamente fallito».
«Nell'ospedale di Livorno aggiunge Ferrucci - continuano a registrarsi grandi sofferenze e disagi per carenza di
organizzazione e di personale al pronto soccorso, nel
blocco operatorio, nelle medicine generali, a psichiatria».
Poi arriva la bordata al sindaco Nogarin: «Mentre i diritti dei cittadini sono stati ridotti ci meraviglia il tranquillizzante messaggio diffuso
dal sindaco di Livorno che
racconta che il progetto per il
nuovo ospedale concordato
con laAsl Toscana nord ovest
è già pronto e condurrà al superamento dell'accordo di
to. Il sindaco di Livorno non
ha mai preso una posizione
critica nei confronti delle direzioni aziendali. Le buone
relazioni che ha coltivato
hanno incoraggiato le direzioni a continuare nelle clamorose violazioni dei diritti
collettivi e individuali che
ogni giorno avvengono nella
sanità livornese. In questa
nostra realtà non si riscontra
una pur che minima programmazione; dove sono le
Case di Salute? Quanto si
spende per le attività domiciliari e come è quantificata e
modulata l'offerta? Quanto e
come è finalizzata la spesa
per la prevenzione? La exASL
6 avrà nel piano assunzioni
2016 un aumento irrisorio di
personale pari a 20 unità per
tutte e quattro le ex zone (Livomo, Elba, Piombino, Cecina) ed ha ogni anno speso 11
milioni di euro meno per il
personale rispetto al tetto di
spesa di 187 milioni».
Il Fials - annuncia Ferrucci
- convocherà a breve una iniziativa di tutti i Comitati e
delle forze politiche e istituzionali «per far uscire dalle segrete stanze progetti che interessano tutti i cittadini. La
proposta per la ristrutturazione dell'attuale presidio ospedaliero in ossequio ai tanto
declamati principi di democrazia diretta dovrebbe essere sottoposta a referendum».
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Sanità fiorentina e toscana
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Pagina 32
«La giunta torin m aula a riferw
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Mugnai (Forza Italia) sulle morti sospette a Villamarina
1 PIOMBINO
Stefano Mugnai
«Se in quella corsia dell'ospedale di Piombino c'era un killer che ha operato incredibilmente indisturbato per mesi,
questa è una tragedia. Se però
invece il killer non c'era, come
potrebbe
profilarsi
all'orizzonte degli ultimi sviluppi della vicenda investigativa e giudiziaria, allora qui
siamo davanti a qualcosa di
più e di peggio per il sistema
sanitario toscano: insomma
se non esisteva un "killer in
corsia", qualcuno potrebbe
pensare che la corsia stessa
sia il killer. Rispetto a questa
intollerabile eventualità, ho
chiesto e ottenuto in confe-
renza dei capigruppo che
all'ordine del giorno della
prossima seduta di consiglio
regionale sia inserita una nuova comunicazione della giunta sui fatti di Piombino». Lo fa
sapere il presidente del gruppo regionale di Forza Italia,
Stefano Mugnai, che anche
nella sua veste di vicepresidente della Commissione sanità segue la vicenda.
«Le ultime risultanze richiedono che la giunta tomi a riferire in aula» aggiunge Mugnai, riferendosi alla scarcerazione dell'infermiera Fausta
Bonino decisa dal Tribunale
del riesame, per la quale si attendono ancora le motivazioni.
Aferpi, ultime orc Ji u i r>a pur k fica
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 33
w.
QUANDO I SOCCORRITORI ARRIVANO
Si RENDONO CONTO SUBITO CHE QUALCOSA
NON VA E CHIAMANO I CARABINIERI
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TONINO KRSTIC E' STATO INTERROGATO
PER ORE NELLA CASERMA DI MARINA
POI ALLE 4 DEL MATTINO ESCATTATO L'ARRESTO
L'impronta delle scarpe sull'addome
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Segni iviolenze eecchimosi in
di TOMMASO STRAMBI
VARCARE quel cancello l'altra
sera non è stato facile. E' stato come entrare nel girone dei dannati. Anche per chi, per lavoro, con
l'orrore umano ci si confronta
ogni giorno. Ma a certe situazioni
non ti abitui mai. Perché il corpicino senza vita di una bambina è
sempre un calcio in pieno volto.
Soprattutto quando è disteso a terra, in una stanza che di casa non
ha neanche l'ombra. Poi, ti avvicini e l'orrore che ti si manifesta è
ancora più grande di quello che
puoi immaginare. Quando alzi la
magliettina che avvolge quel corpo e noti quell'impronta della
scarpa impressa sull'addome. Per
un momento chiudi gli occhi. Ti
viene naturale. E quando li riapri
ti accorgi che è tutto il corpo ad
essere martoriato. Ci sono segni
inequivocabili, quelli che lasciano le fibbie della cintura. Datati e
anche più recenti. Il vocabolario
giuridico ti porta a scrivere «segni
di percosse e maltrattamenti».
Un abominio, sempre. Ancor di
più quando sono perpetrati nei
confronti di una bambina di soli
tre anni. Segni che parlano, che
raccontano l'incubo di una creatura indifesa. Speri sempre di aver
visto male, di esserti sbagliato.
Poi, però, arrivano le parole a confermarti quello che era un sospetto.
COSÌ È successo mercoledì notte, quando i carabinieri della
Compagnia di Pisa, guidati dalla
capitana Cristina Spina e dal capitano Michele Cataneo del nucleo
Servizi sociali
mï
mai
il corpo della piccola S
investigativo, hanno iniziato ad
ascoltare la mamma di quella
bambina. Benché sotto choc, ad
un certo punto capisce che l'incubo è terminato. Non ci sono più
scuse. E, allora, davanti al pm
Giancarlo Dominijanni, e al comandante provinciale del carabinieri Andrea Brancadoro, inizia a
raccontare di questo amore malato. Un amore nato per caso, su
una chat, più o meno un anno fa.
Il racconto di Francisca è una carrellata infernale di violenze e di
abusi. Le ultime subite proprio
nel pomeriggio di mercoledì. Prima lei, poi la sua Samantha. Tra
le lacrime emerge un quadro di
miseria e di disperazione. «Sette,
otto mesi fa - sussurra la donna
nata 30 anni fa nella Repubblica
Dominicana - ho provato a tornare in Liguria da mio marito a cui
è rimasto l'altro mio figlio, ma
non mi ha voluto. Non sapevo
più che fare e così sono ritornata
qui, da Tonino».
Nell'inferno di una baracca in cui
mancava anche l'elettricità e il bagno era all'esterno. Tra rimasugli
di ferro che Tonino prendeva
chissà dove e chissà come. «Sono
tornata qui, anche se lui spesso alzava le mani su di me e su la mia
Samantha, come quando al mare,
l'estate scorsa, le infilava, di forza,
la sabbia in bocca». E' un calvario
di disperazione e miseria. Il quadro che ne emerge altro non è che
la conferma di quanto i soccorritori (i primi ad entrare allarmati dalla telefonata disperata della donna: «mia figlia è immobile, priva
di vita») e gli investigatori hanno
visto subito.
e
t
t
LUI, intanto, Tonino Krstic, 33
anni, seduto in una stanza della
caserma dei carabinieri di Marina
prova ad allontanare da sé i sospetti «Non ho fatto nulla», continua
a ripetere come un mantra. «Si è
sentita male - spiega - non so cosa sia potuto accadere. La bambina era malata, aveva la febbre».
Una litania che, però, non regge.
Non convince nessuno. Poi quelle parole della donna lo incastrano definitivamente e per lui scattano le manette con l'accusa di
maltrattamenti in famiglia e minacce. Adesso sarà l'autopsia - che
sarà eseguita questa mattina dal
professor Alessandro Bassi Luciani - a dirimere gli ultimi dubbi e a
far cambiare eventualmente la scena in un omicidio. Preterintenzionale o meno a questo punto importa poco, solo a quantificare la
pena. Il dramma è che Samantha
non c'è più. E forse, a guardar bene, è già da tempo che è morta.
Senza mai poter sorridere, spensierata e felice, come devono essere i bambini di tre anni.
Pagina 34
dï Tommaso Strambi
S IAMO TUTTI
RESPONSAB I LI
L'ORRORE è lì. In quel
corpicino martoriata Esanime,
su un tavolo della medicina
legale. Freddo, come tutta questa
storia che ci colpisce allo
stomaco, con violenza.
Samantha non è morta
mercoledì sera in una baracca di
Calambrone. Samantha è morta
tre anni fa, quando è nata. Non
è un paradosso, solo la pura,
drammatica verità di cui tutti
noi siamo responsabili. Perché se
quell'essere - che è difficile
definire uomo - l'ha colpita sino
ad ucciderla (una o più volte a
questo punto è solo una
sottigliezza da aula di
Tribunale) non è colpa solo di
una madre in crisi esistenziale.
E'soprattutto colpa di un
sistema che non ha saputo
vedere, non ha saputo guardare
oltre quel cancello di
un'esistenza al limite. I
carabinieri Tonino Krstic lo
avevano denunciato per
maltrattamenti già diverse volte,
eppure nessun giudice l'ha
fermato prima. Mancava la
querela, si dirà, e per applicare
certi reati è necessaria. E' vero,
non c'è dubbio. Ma il
raccapriccio provato dai
soccorritori e dai militari l'altra
notte forse si poteva evitare.
Dov'erano i servizi sociali?
Dov'erano le istituzioni? Non
siamo una favelas. Siamo sul
Litorale pisano, nella Toscana
modello di integrazione e di
welfare. Se davvero quel modello
funzionasse, allora, Samantha
sarebbe stata tolta prima da quel
contesto di miseria umana e
disperazione. Questo orrore ci
colpisce come la grandine
quando arriva violenta a
tagliarti il viso laddove un
attimo prima c'era il sole. Ma
qui, in questa storia, il sole non è
mai sorto, un'alba non c'è mai
stata. Solo esistenze vissute
nell'ombra della marginalità e
della miseria. E nessuno hai mai
alzato lo sguardo oltre quel
cancello, un tempo pizzeria e
dunque luogo di socialità. E' un
pugno nello stomaco, di cui tutti
siamo responsabili.
Servizi sociali
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«I Tessuno ha mai denunciato la situazione»
«IL RAMMARICO più forte,
che deve bussare prepotentemente alle coscienze di tutti noi, è costituito dal senso generale di indifferenza che sta dominando la nostra comunità». Sandra Capuzzi,
assessore ai servizi sociali del Comune e presidente della società
della salute della zona pisana,
all'indomani della tragedia di Calambrone che ha visto il triste epilogo nella morte di una bambina
di soli tre anni, non nasconde lo
choc.
Un contesto di marginalità sociale e un degrado avanzato sono stati, di fatto, gli ultimi momenti
che hanno segnato la vita della
piccola vittima. Ma, fino a mercoledì sera, quando è stato allertato
il 118 e i carabinieri del nucleo investigativo, davvero questa realtà
era totalmente sconosciuta? Nessuna segnalazione era, infatti,
giunta alle orecchie dei servizi sociali?
Assessore, eravate a conoscenza di questa drammatica storia?
«Nella maniera più assoluta. Un
altro fulmine a ciel sereno. Il rammarico più grande è quello di
prendere atto che nessuno, all'interno della nostra comunità, abbia ritenuto utile segnalare questo problema. E' stato smarrito il
senso di rete sociale ed è stato fagocitato da un'indifferenza galoppante, da un qualunquismo, tal-
Servizi sociali
volta mescolato ad egoismo, che
non ha permesso un intervento
dei servizi sociali. Ma ci tengo a
precisare un aspetto...».
Dica....
«Noi, come società della salute e
come amministratori, possiamo
intervenire solo se siamo a conoscenza di una situazione di pericolo. Non è umanamente possibile
conoscere le storie e le difficoltà
delle 90mila persone che abitano
Pisa. C'è bisogno dell'aiuto di tutti. Del singolo cittadino in primis, ma anche del medico di famiglia piuttosto che del postino che,
in una determinata occasione, ha
notato qualcosa di strano. Le situazioni anomale o che presenta-
no presunte anomalie vanno sempre portate alla luce. Solo in questo modo si attivano i canali giusti e si agisce tempestivamente».
Cosa si può, dunque, fare?
«Evitare di tamponare casi gravi
con la logica del `fai da te' che,
spesso, non è risolutiva. Ognuno
di noi può fare qualcosa: diventiamo sentinelle del nostro territorio e attiviamo una rete solidale
importante. Ricevo spesso segnalazioni di persone che provano fastidio alla vista di senza tetto ai
bordi delle strade. Non limitiamoci a segnalare il fastidio bensì
creiamo un sistema complementare sinergico che abbatta alla radice un'indifferenza ghettizzata».
Francesca Franceschi
Pagina 36
02 111 2°2".ß%J
Al rammarico più forte, che
deve bussare alle coscienze
di tutti noi, è costituito dal
senso generale di
indifferenza che domina
la nostra comunità»
Sandra Capuzz i
«Estato smarrito il senso di
rete sociale ed è stato
fagocitato da un'indifferenza
galoppante, da un
qualunquismo , talvolta
mescolato ad egoismo»
Assenza di denunce
«Noi, come società della
salute e come
amministratori , possiamo
intervenire solo se siamo a
conoscenza di una situazione
di pericolo».
Servizi sociali
Pagina 37
PARLA SARA PAL : NEL 2008 L'
MARITO UCCISE I FIGLI E Si TOLSE
«oono vicina a quella m
di GUGLIELMO VEZZOSI
«SONO vicina a quella mamma
distrutta e disperata che ha perso una
bambina di tre anni. Le sono vicina e
sappia che se, avrà bisogno, io sono qui.
Anche se posso testimoniare di persona
che in quei momenti non si vuole vedere
né sapere di niente e di nessuno. Il resto
del mondo è un nulla. C'è solo un
immenso vuoto e un dolore senza fine».
Nessuno più di Sara Palla - alla quale
sono stati strappati due figli, due
bambini in tenera età - può
comprendere la disperazione nella quale
si trovi adesso Francesca, la giovane
madre della piccola Samatha, la bimba di
tre anni trovata morta lunedì sera in una
baracca a Calambrone. Una brutta storia
che ha lasciato tutti sgomenti e nella
quale sono scattate le manette ai polsi del
compagno della donna.
E a tanti è tornata alla mente un'altra
storiaccia, accaduta nel 2008, sempre a
Pisa, che vide suo malgrado vittima e
protagonista proprio Sara Palla. Una
storia che commosse l'Italia: un vortice
maledetto di ferocia e follia nel quale il
marito di Sara, il fantino Simone Parola,
incapace di rassegnarsi alla fine della
loro storia, sfogò tutta la sua rabbia
contro i figli, Rachele di 7 anni e
Tommaso di 3, bruciando poi i loro
corpi, prima di cospargersi anche lui di
benzina e darsi fuoco in una piazzola, di
notte, lungo l'argine dell'Arno.
VITE spezzate che hanno lasciato altre vite spezzate . Prima di tutto quella di Sara,
che in questi anni ha cercato
faticosamente di risalire da un abisso di
dolore
. «Non c'è giorno
ore e disperazione
di
che non pensi ai miei figli» ma sono
VITA
a straziata»
proprio loro a infonderle forza e
coraggio . «Tante persone mi sono state
vicine e abbiamo organizzato iniziative
per ricordare Rachele e Tommaso. In
particolare sono sempre rimasta in
contatto, in questi anni, con i compagni
di classe di Rachele, che frequentava la
seconda elementare : abbiamo continuato
il progetto alimentare che avevano
iniziato l'anno precedente - realizzare un
orto - e lo abbiamo portato avanti per
tutta la durata del ciclo scolastico. Con
alcuni ex compagni di classe e le loro
famiglie siamo in contatto . Inoltre mio
padre è giudice di atletica leggera e mi
ha aiutata nel promuovere una corsa
dedicata a Tommaso . Con le donazioni
ricevute abbiamo acquistato giocattoli
per l'ospedale di Pontedera con il quale
continuo a essere in contatto e infine c'è
un parco parrocchiale, a San Prospero,
dedicato ai miei piccoli, raffigurati
nell'arco di legno posto all'ingresso».
iíG % /
Servizi sociali
Pagina 38
É ACCUSATA DI AVER UCCISO IL FRATELLO MARCO. «TROPPI 70 GIORNI AGLI ARRESTI»
•
MarZlaCo
è tornata. m libertà
LIBERA. Marzia Corini da ieri non è
più sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliare. E`fisicamente' libera, ma è ancora grande il peso che si
porta nell'anima, come lungo è l'iter giudiziario che la aspetta per difendersi
dall'accusa di aver ucciso il fratello Marco, iniettandogli antidolorifici in dosi
massicce. E chi ha avuto modo, ieri, di
interagire con lei assicura che la buona
notizia le ha fatto crollare addosso due
mesi di tensioni, di vita da reclusa, di
senso di impotenza. Ma una piccola
grande vittoria l'ha ottenuta, con il giudice che accolto le richiesta di Anna
Francini, l'avvocato difensore, revocando la misura nonostante il parere contrario della Procura. A carico del medico
anestesista rimane il divieto di espatrio,
che dovrebbe evitare il pericolo di fuga
e che si traduce nell'impossibilità per la
donna, iscritta al'Eire e impiegata negli
ospedali di mezzo inondo, di lavorare.
LA CORINI è stata arrestata a febbraio
sulla base, come spiega l'avvocato Francini, «di un'accusa per omicidio volontario che è rafforzata da una contestazione
di una brutta storia sull'eredità del fratello. Vicenda che sarebbe la ragione
per la quale la Corini avrebbe ucciso».
Ed è stata arrestata al rientro di uno dei
suoi viaggi di lavoro. Tornava per trovare l'anziana madre e alcune telefonate
l'avrebbero inguaiata. «Settanta giorni
di misura cautelare sono troppi» ha tuonato l'avvocato, che già aveva rinunciato al Riesame, consapevole di avere, in
quei giorni, poche chance circa la revoca della misura, e che fino a pochi giorni
fa ha atteso che la Procura portasse avanti il suo lavoro. Nel frattempo, la Francini ha visto indagare l'infermiere Fabio
Giannelli, originario di Vecchiano, dipendente dell'Asl pisana, colui che doveva essere un ottimo elemento di difesa
per la Corini e ha scoperto «che le persone che noi avevamo chiesto alla Procura
di ascoltare, non sono state sentite»,
mentre la Corini ha sostenuto due interrogatori, ribadendo la sua innocenza circa l'accusa di omicidio e chiarendo, ammettendola, la sua posizione in merito
alla manomissione del testamento. «Settanta giorni sono tanti per raccogliere
elementi probatori - conclude Anna
Francini - . Settanta giorni sono troppi
per chi si vede restringere la libertà personale».
Valentina Conte
AN-%% TES1STA Marzia Corini , per lunghi anni ha
lavorato a Cisanello
Servizi sociali
Pagina 39
di Danllo Renzullo
1 PISA
L'insalata lavata e sistemata in
una scodella. Un peperone a
pezzi accanto ad una melanzana affettata pronta per essere
arrostita su un vecchio barbecue arrugginito o su una delle
piastre adagiate su un paio di
pietre nel bel mezzo di quello
che, nell 'immaginario di quelle diverse esperienze diventate
famiglia, sarebbe dovuto essere un piccolo giardino in cui la
boscaglia che avanza è frenata
dai fuochi appiccati per cucinare o per riscaldarsi.
Ë tutto quel che resta, su un
tavolo di legno adagiato nel
mezzo di un cortile coperto da
una tettoia consumata dal tempo e dalla ruggine, di quella
che sarebbe dovuta essere una
cena fugace a conclusione di
una giornata normale, se così
può essere definita l'ennesima
serata scandita da violenze ed
eccessi interrotte mercoledì
scorso dalla tragica fine della
piccola Samantha.
Il suo cuore ha smesso di
battere nel mezzo di questo tuguri o dove la sua breve esistenza ha dovuto fare i conti col degrado ambientale ed umano, i
cumuli di rifiuti dai quali spiccano giocattoli usurati dal tempo e dall' incuria e l'abbandono di un pezzo di territorio che
sembra terra di nessuno.
L'ingresso principale, il cui
accesso è su una via sterrata
che conduce ad una casa abbandonata, è protetto da una
staccionata di legno azzurra e
da una porta di lamiera verde.
«Area in sequestro penale»,
hanno scritto a penna i carabinieri su un foglio di carta. Pochi centimetri sotto un cartello
avvisa della presenza di un cane addestrato.
A popolare l'ex pizzeria trasformata in un rifugio di fortuna è però solo un gatto che
scorrazza avanti e indietro tra i
cumuli di rifiuti, vestiti, scarpe
e decine di bombole del gas.
Un silenzio irreale avvolge la
struttura . Si affaccia su Viale
del Tirreno, al confine con il
territorio livornese, e la quiete
è rotta ogni tanto dal tintinnio
dell'acqua che senza sosta
sgorga da un piccolo tubo di
plastica per finire dentro ad un
vecchio lavabo sistemato in un
angolo della struttura che un
tempo ospitava probabilmente la cucina del locale.
Tutt'intorno, solo vecchi oggetti, copertoni, materassi e decine di paia di scarpe che quasi
sommergono, insieme a nume-
Servizi sociali
La cena, i rifiuti
in quella fave la
fra gli invisibili
Viaggio dentro la baracca in cui abitava
la bimba di 3 anni morta a Calambrone
rose stoviglie, il cortile che
ospita anche il vecchio forno a
legna della pizzeria. Oggetti
che raccontano di esistenze
vissute ai margini e fatte di
espedienti.
Al centro dello spiazzo un
vecchio tavolo con la cena quasi pronta da consumare. A terra un sacchetto di tela con due
confezioni di funghi champignon.
A pochi metri di distanza
una baracca di legno adibita a
stanza da letto. L'elettricità as-
sicurata da un generatore a
benzina, che distribuiva corrente attraverso decine di cavi
sospesi, e i servizi igienici rappresentati da un vecchio water
in una sorta di cabina in cemento senza porta né finestre.
Intorno rifiuti ed insetti.
All'esterno una gabbia per
uccelli disabitata e un orologio
che indicale 10,47. Fermo. Come il tempo che in questa zona
sembra non passare mai. Di
fronte al tuguri o dove si è spenta la piccola Samantha, un al-
tro rifugio che in passato è stato trasformato in una casa, oggi chiusa e "blindata" da lucchetti e barriere di compensato. Accanto un bagno pubblicizza l'affitto di ombrelloni e
chalet. Contrasti e contraddizioni di un territorio al confine
tra Pisa e Livorno dove la vita di
Samantha non è riuscita a raggiungere quel livello minimo
di dignità che dovrebbe essere
assicurato a tutti i bambini.
ALTRI SERVIZI ALLE PAG. 2-3
CRIPRODUZIONE RISERVATA
la cena. i rifiuti
in quella faïcla
fra gli hnisibili
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I SERVIZI SOCIALI
Operatori di strada
a caccia di emarginati
ma solo in città.
PISA
«Era una situazione sconosciuta ai servizi sociali», ha detto
Sandra Capuzzi, assessore al sociale e presidente della Società
della Salute. Ma che Samantha
fosse «un fantasma» peri servizi
sociali del Comune non è forse
soltanto per l'assenza di segnalazioni. E non è solo quella baracca a un passo dallo scolmatore ad essere fuori dai radar del
sostegno alla marginalità. «Noi
svolgiamo interventi di monitoraggio tutti i giorni dalle 14 alle
18, ma percorrendo il centro
storico dalla stazione ai Bagni
di Nerone, Marina, Tirrenia, Calambrone non sono di nostra
competenza», dice Riccardo
Cerchiai, responsabile dell'unità di strada di Arnera, la cooperativa a cui è affidata molta parte del sistema di welfare della
provincia. Visti i numeri, quella
degli operatori sociali - 4 in tutto - è una missione compiuta,
che ogni anno si scontra però
con una cronica riduzione di risorse. La squadra è una sorta di
primo soccorso per la disperazione. Clochard, tossicodipendenti, sbandati, prostitute vittime di violenzavengono soccorsi su segnalazione o grazie seivi-
Servizi sociali
SandraGapuzzi
zi di perlustrazione. Nel 2015
hanno dato aiuto a 266 senza
tetto. Un numero stabile. Oggi
le persone che vivono ai inargini ma non sono invisibili sono
909. Ma vengono tutte intercettate nel centro storico. Le periferie non sono coperte. Perché?
Pochi fondi per mandare sul
campo altre unità. E quest'anno non andrà meglio se sull'alta
marginalità il bilancio preventivo stanzia 1,4 milioni, 500 mila
in meno di un anno fa.
CRI PRODUZ ON ERISER'/ATA
Pagina 41
«Lui le comprava sempre le car
elle»
il patrigno e la piccina nel ricordo dei commercianti della zona. «Indimenticabile quel piccolo volto che si illuminava»
1 TIRRENIA
«É tutto il giorno che ci penso,
non riesco a crederci e soprattutto non riesco a smettere di
pensare a quel piccolo volto
che si illuminava tutto quando
le davo le caramelle».
Comincia così il racconto di
Massimiliano Muscillo titolare
della tabaccheria a Calambrone.
Prosegue con un trasporto
sincero: «Venivano molto spesso qui da noi, sia il patrigno
che la madre della bambina e
quasi sempre insieme alla piccola. Compravano le sigarette
ed altre cose. Spesso veniva il
patrigno, chiamiamolo così,
con la bambina a prendere le
pizze qui accanto con un motorino tutto scassato e la bambina stava seduta dietro stretta
stretta a lui. Noi eravamo preoccupati e glielo dicevamo che
era pericoloso per le piccola,
ma lui rispondeva che se la lasciava a casa si metteva a piangere e allora la portava con sé.
Sembrava che i due fossero
molto legati. Non sappiamo
come sia andata, ma non mi
sorprenderebbe che lui c'entrasse qualcosa perché la sua è
una famiglia un po'particolare, disadattata, abitavano in
una stamberga fatiscente. Una
sera la madre della bambina
comprò delle candele, io rimasi sorpreso, ma lei mi raccontò
che nel suo Paese, sono in molti a non avere la corrente elettrica e che quindi usavano le
candele. Insomma, per lei era
normale stare senza luce. Lui
lavorava al nero saltuariamente e quel poco che guadagnava
la sera l'aveva già speso tutto
per fare la spesa alla Pam a Livorno dove andavano tutti insieme con l'autobus. La sorella
dell'uomo però, quando veniva in negozio, - prosegue il titolare della tabaccheria - a volte
raccontava che il fratello si drogava ma a dire il vero noi l'abbiamo sempre visto lucido.
Mio padre la piccola lo chiamava zio e giocavano insieme,
era simpatica e affettuosa, proprio bellina povera bambina.
Sono passati tre o quattro giorni dall'ultima volta che l'abbiamo vista e aveva un po'di raf-
freddare. Sia io che mio padre
non riusciamo a capacitarci di
quello che è successo e che
non vedremo più quel visino
così dolce. Ë un pensiero fisso».
Nessuno dei vicini però conosceva bene questa famiglia
che viveva in un tugurio poco
distante da loro. Li vedevano
solo passare per andare a comprare il giornale o a prendere
un caffè al bar vicino e potevano soltanto immaginare la povertà nella quale versavano.
Una storia consumata ai margini della società e conosciuta
solo per racconti frammentari
di violenze nei confronti della
madre della piccola. Alcuni vicini, infatti, erano venuti a sapere che la donna in autunno
era stata ricoverata per trauma
cranico a seguito delle percosse del compagno ma che una
volta uscita dall'ospedale era
nuovamente tornata al suo
fianco in quella stamberga che
dividevano insieme ai genitori
e al fratello di lui. A quanto pa-
re la famiglia dell'uomo abitava da tempo in quel posto e la
madre del compagno che ora
si trova in prigione, cercava di
arrotondare l'entrate della famiglia chiedendo l'elemosina
tutte le domeniche mattina all'
uscita della chiesa di Tirrenia.
«Io ho comprato questo bar
nove anni fa e quella famiglia
abitava già in quel rudere dove
mercoledì sera si è consumata
la tragedia. - Afferma Antonio
Carollo titolare del Bar Lido a
Calambrone -. La madre della
bambina e il compagno sono
venuti proprio ieri sera (mercoledì, ndr) a prendere le sigarette e si tenevano per mano,
la bambina però non era con
loro. Sembrava una sera conce
tante. A volte lui veniva da solo
con la piccola, la teneva in
braccio, le comprava le caramelle. Qui si è sempre comportato bene, non saprei cos'altro
dire se non che era una bambina tanto graziosa».
Donatella Lascar
©RIPRODUZIONE RISERVATA
çnìusada anni dovei ) serbo avevastabilito ( a propria dimora ( Foto Muzzi)
C,;s>=. I,sls rsrs Muscillo
. ,... ..
Antonio Carollo
Servizi sociali
Pagina 42
Aì Cappuccìnì
farmacia grafis
p er indigenti
ì PISA
Doppia inaugurazione domani,
sabato 30, all'ex Convento dei
Cappuccini di San Giusto: ad
aprire i battenti, infatti, sarà il
nuovo Centro di salute e sviluppo sociale diretto dalla dottoressa Maria Marchitiello, una struttura complessa che ospiterà un
ambulatorio omeopatico e il cosiddetto "Dispensario dei semplici", ovvero una struttura dove saranno distribuiti gratuitamente farmaci da banco ed
omeopatici per le famiglie indigenti. Il taglio del nastro riguarderà anche "Controvento", la
storica comunità per minori
che da Ospedaletto si è trasferita nel centro cittadino. Entrambe le strutture sono gestite dalla
cooperativa sociale Il Simbolo
in collaborazione con Società
della Salute della Zona Pisana,
Acli, Agenzia formativa Aforisma, Cooperativa sociale Axis,
Caritas diocesana e "Ti cucino
bio" della CooperativaAlzaia.
L'appuntamento è alle 10,30
nei locali dell'ex convento. Prima i saluti del sindaco Marco Filippeschi, della presidente della
Sds Sandra Capuzzi e del presidente delle Acli provinciali Paolo Martinelli. Quindi gli interventi del presidente della cooperativa Il Simbolo Alberto Grilli,
del direttore del centro "Salute e
Sviluppo Sociale" Maria Marchitiello e del presidente nazionale
del Cncm (Coordinamento nazionale comunità per minori)
Gianni
Fulvi.
Conclusioni
dell'assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi. Poi il taglio del nastro e la benedizione
del direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli.
ORI PRODUZIO NE RISERVATA
11uri,ncke penaa a lHaa
Servizi sociali
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Dramma a Pisa- i sospetti deinquirenti
Muore a tre anni in una baracca
Arrestato il patrigno per lesioni
La bimba viveva con la madre dominicana e col suo nuovo compagno serbo
Sul corpo ecchimosi e tumefazioni: l'uomo e accusato di maltrattamenti e percosse
::: CHIARA GIANNINI
ERE Il suo cuore ha smesso
di battere poco prima delle
19.30 di mercoledì, probabilmente a causa delle percosse
ricevute. E morta così una
bambina di tre anni a Calambrone, in provincia di Pisa, al
confine con il territorio livornese, su un litorale d'estate frequentato da tanti turisti. Una
zona tranquilla, caratterizzata
da una lunga spiaggia, stabili menti balneari e qualche locale prettamente estivo.
Si stava facendo sera quan do la madre della piccola, una
dominicana di trent'anni, ha
chiamato il 118 assieme al
compagno, il serbo Tonino Krstic, 33enne con la fedina penale non proprio pulita, visto
che in passato era stato pizzicato a rubare in più di un'occasione (qualche furtarello, ma
nessun reato di altro spessore). Sul posto è arrivata la Pubblica assistenza di Pisa, i cui
soccorritori hanno capito subito che per la bambina, il cui
padre è un italiano di Rapallo,
non c'era più niente da fare.
Non si muoveva e già pareva
non respirare da un pezzo.
Sul suo corpo lividi e segni
che, apparentemente, assomigliano a percosse. Il sostituto
procuratore, dottor Alessandro Dominjianni, ha affidato
al professor Alessandro Bassi
Luciani il compito di constatare se la piccola sia stata realmente picchiata. Solo l'autopsia potrà fornire tutte le risposte. Ma gli inquirenti qualche
sospetto già lo hanno, visto
Servizi sociali
che, nel primo pomeriggio di
ieri, Krstic è stato arrestato e
trasferito, dopo una notte di interrogatorio, nel carcere Don
Bosco di Pisa con l'accusa di
percosse, maltrattamenti e lesioni che sarebbero la causa
del decesso della piccina.
La dinamica dei fatti, comunque, sarà chiarita proprio dall'autopsia e dalle indagini condotte dai carabinieri
del nucleo investigativo. Sul
posto, infatti, è arrivato per prima il capitano Michele Cataneo che con i suoi uomini si è
messo subito al lavoro. Secondo quanto raccontato da chi
abitava nelle vicinanze, la coppia si era conosciuta attraver-
so i social network, in chat e, a
causa della mancanza di lavoro di entrambi, era andata a
vivere con la bimba in quella
"casa" di fortuna. La madre,
che sarebbe peraltro in attesa
di un secondo figlio, appena
ha capito che la bimba era
morta è stata colta da malore
ed è stata trasportata in ospedale. La sudamericana e il
compagno abitano al civico
395 di viale del Tirreno, una
bettola in cui vent'anni fa sorgeva una vecchia pizzeria.
Niente servizi,
ma solo un generatore. Condizioni precarie, in-
somma, non certo adatte a luogo
di vita di una
bambina così
piccola. Una storia di disagio e di
dolore.
Così
emergente che
per l'intervento
sul posto i vigili
del iùoco hanno
dovuto illuminare il luogo della
tragedia, visto
che la struttura
cadente è sprovvista anche di
elettricità.
All'interno
della casupola
in legno e materiali di recupero, due letti appoggiati da una
parte, neanche il bagno interno, qualche coperta e pochi
generi di prima necessità. Incredibile che nessuno si fosse
accorto di una tale situazione
di degrado. Del passato della
piccola si sa poco, se non che
nei giorni scorsi aveva avuto
un po' di influenza, ma niente
che spingesse la madre a portarla da un medico. L'epilogo
è stato invece drammatico: i
soccorritori hanno trovato il
corpo della bimba a terra, poggiato sul pavimento e non è
ancora possibile stabilire se si
sia trattato di una disgrazia o
se realmente sia stata picchiata, e quindi uccisa da botte
troppo forti. Ciò che si sa, per
adesso, è che i carabinieri, che
sono stati chiamati dai sanitari intervenuti per soccorrere la
bimba, hanno sequestrato dalla bettola un piccone, affidato
alla scientifica per approfondimenti. Starà ora agli inquirenti stabilire chi abbia la responsabilità del decesso della bambina e, quindi, assicurarlo alle
mani della giustizia.
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Mwma tre anni in una baracca
ArcEStato il patrigno per lesioni
Pagina 44
RNM
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W,
LA CATAPECCHIA :
In grande, la baracca
in cui viveva la bimba.
Qui sopra, il serbo
Tonino Krstic [Ansa]
Servizi sociali
Pagina 45
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