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RA Volume intero - Comune di Osio Sopra

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RA Volume intero - Comune di Osio Sopra
COMUNE DI OSIO SOPRA
PROVINCIA DI BERGAMO
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
- DOCUMENTO DI PIANO -
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
- RAPPORTO AMBIENTALE - PROPOSTA DOCUMENTO DI PIANO -
DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI
via G. Paglia 22/a Bergamo 24100
tel/fax 035/220260
Collaboratori: Dott. Arch. Vittorio Pagetti
Dott. Urb. Elisabetta Crippa
Maggio 2011
INDICE
INTRODUZIONE…………………………………………...……………….6
0.1.
PREMESSA……………………………………………………………………………………..7
0.2.
I RIFERIMENTI NORMATIVI……………………………………………………………10
0.2.1.
Gli atti normativi generali di riferimento……………………………………………10
0.2.2.
Il Piano di Governo del Territorio e la VAS………………………………………..11
0.3.
IL PROCESSO DI VAS …………………………………………………………………….12
0.3.1.
Schema operativo………………………………………………………………………….12
0.3.2.
I soggetti coinvolti…………………………………………………………………………13
0.3.3.
La partecipazione…………………………………………………………………………14
0.4.
IL PERCORSO METODOLOGICO……….……….……………………………………15
0.4.1.
I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale………………………….15
0.4.2.
La redazione del Rapporto Ambientale……………………………………………16
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
INQUADRAMENTO TERRITORIALE……………………………..…………………18
1.1.
L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO…………………………………….19
1.1.1.
Inquadramento generale………………………………………………………………..19
1.1.2.
L’ “Ambito” del PTCP……………………………………………………………………..20
1.1.3.
Individuazione dell’ambito di influenza del Documento di Piano………….24
2
SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del
suolo e delle acque…………………….…………26
2.1.
2.1.1.
INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO……………………….27
Il paesaggio vegetale ….…………………………………………………………………28
2.2.
INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA' GEOLOGICA…………30
2.3.
IDROLOGIA E IDRAULICA ……………………………………………………………..34
2.4.
CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA …………………….………36
1
2.4.1.
Caratteristiche chimiche delle acque…………………………………………………38
2.5.
VINCOLI……………………………………………………… …………………….…………42
2.5.1.
Il fiume Brembo ………………………………………………………………………….…42
2.5.2.
Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (ai sensi della legge
183/89) …………………………………………………………………………………….….42
2.5.3.
Limite della fascia di rispetto di 150 metri lungo il fiume Brembo ……….42
2.5.4.
Vincoli di polizia idraulica relativi al reticolo idrico comunale …………..….42
2.5.5.
Aree di savaguardia delle captazioni ad uso idropotabile ……………………42
2.5.6. Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del basso corso del Brembo..43
2.5.6.1. La valle planiziale del Brembo ………..…………..………………………………….44
2.5.6.2. La flora del Parco ………………………………………………………………………….46
2.5.6.3. La fauna del Parco ………………………………………………………………….…….48
2.5.7.
Limite di Ambito Territoriale Estrattivo …………………………………………….50
2.6.
LA PERICOLOSITA' SISMICA LOCALE……………….. …………………….………51
2.7.
CAVE E DISCARICHE……………………………………………………………………….53
2.7.1. Cave ……………………………………………………………………………………………..53
2.7.2. Discariche ………………………………………………………………………………………55
2.8.
RETE FOGNARIA…….………………………………………………………………….……56
2.9.
RIFIUTI…………..…….………………………………………………………………….……57
3
PAESAGGIO E AMBIENTE………………….…………………………………...60
3.1.
L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP……………………………………………….…61
3.2.
I PRINCIPALI PAESAGGI VEGETALI DELL'ALTA PIANURA BERGAMASCA...63
3.2.1.
La vegetazione semi-naturale ………………………………..…………….…………63
3.2.1.1. La siepe ……………………………………………………………………….………………63
3.2.1.2. I fontanili …………………………………………………………………………….….……64
3.2.2.
La vegetazine sinantropica …..………………………………..………………….……65
3.2.2.1. I tipi di associazioni vegetali delle aree urbane ………………………………….65
2
3.3.
L’AREA DALMINE-ZINGONIA ……………………………………………………………67
3.3.1.
Il manto vegetale naturale …………………………………………………….……….67
3.3.2. Dalla foresta al paesaggio agrario tradizionale …………………………………….67
3.3.3. Il paesaggio attuale ……….…………………………………………………….…………..69
3.4.
L’AGENDA 21 LOCALE DELL'ISOLA BERGAMASCA E L'AREA DALMINE ZINGONIA …………………………………………………………………………….……….70
4
SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO……...72
4.1.
DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE……………..73
4.2.
IL TERRITORIO COMUNALE …………………………………………………………….74
4.3.
VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE .………………………………….….75
5
MOBILITA' ……………………………………………………………………77
5.1
LA RETE VIARIA………………………………………………………………….……….….78
6
QUALITA' DELL'ARIA .……………………………………………………80
6.1.
ASPETTI CLIMATICI ………………………………………………………………………81
6.2.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO …………………………………………………….85
6.2.1.
7
Campagna di rilevamento dell'inquinamento atmosferico….………….…….86
INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON ……87
7.1.
RUMORE …………………………………………………………………………………….…88
7.1.1. Classificazione acustica del territorio di Osio Sopra………………………….…89
7.2.
ELETTROSMOG ……………………………………………………………………….…….90
7.3.
RADON ……………………………………….………………………………………….…….93
7.4.
ENERGIA ……………………………………….………………………………………….….95
8
RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO………………………………………..100
8.1.
INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) …………….……101
8.2.
IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
(AIA)……………………………………………………………………………………………102
3
8.3.
AREA IN VIA DI DISMISSIONE ………………………………………………………103
8.4.
AMIANTO ………………..………………………………………………………………….106
9
SINTESI DELLO STATO ATTUALE E DELLE COMPONENTI
AMBIENTALI …………………………………………………………………....107
9.1.
QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI………………….………………………………………….…………..109
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10 CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi generali e specifici; azioni…………………………………………117
10.1.
IL PGT DI OSIO SOPRA QUALE STRUMENTO DI
VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO E DI
INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA………………..118
10.2.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….…………………….……119
10.3.
FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….…..……..120
10.4.
LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..…………………….…………..123
10.5.
I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….…………..130
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11
CONTENUTI ……………………………………………………………………142
11.1.
12
I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA …...143
VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna…………………….….144
12.1.
LA COERENZA ESTERNA ……………………………………………………….……145
12.2.
VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR …………………148
12.3.
VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………..…152
13
VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna……………………....154
13.1.
13.2.
VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP……………155
LA COERENZA INTERNA……………………………………………………………..157
14 LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI
PIANO ………………………………………………………………………….…160
4
14.1.
LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’…………………………………………….….161
14.2.
LE ALTERNATIVE………………………………………………………………….……178
14.3.
ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE….…182
14.3.
GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ………………………………………..……183
15 PIANO DI MONITORAGGIO……………………………………………...…201
"OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"…………………………………...…209
5
6
INTRODUZIONE
0.1 PREMESSA
La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni
strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era
già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992,
alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo.
Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto
tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo.
La politica ambientale dell’ Unione Europea risale ad un documento conosciuto come “Quinto
programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e
sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno
sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993.
Il termine «sostenibilità» in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle
strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno
all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e
lo sviluppo futuro”.
Nel progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della
Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che
propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”.
Essi in sintesi sono:
•
Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione;
•
Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse
sostitutive rinnovabili;
•
Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di
assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente.
Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma
piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle
trasformazioni del pianeta”.
Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come
questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione
territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella
di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle
stesse).
Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment”
piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo
sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli
socioeconomici.
7
Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di
trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di
compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la
VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di
“monitoraggio” e “gestione”.
Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 l’Unione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale
(in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La
presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di
contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di
piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della
presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che
possono avere effetti significativi sull’ambiente”.
La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4
della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs.
152 del 03/04/2006).
Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente
l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da
adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e
dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la
messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”.
La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di
piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un
rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto
ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle
informazioni sulla decisione”.
Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono
sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo
ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007.
A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta
più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario
riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e
dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico
inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o
iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli
effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso
piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”
8
La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della
pianificazione/ programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo
integrato e costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni
previste.
Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente
documento, dovrà proporsi:
-
di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano;
-
relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione di territorio e
ambiente;
-
di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli
eventuali impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi
preliminari tali da ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano,
tramite idonee azioni correttive;
-
di strutturare un sistema di informazioni;
-
di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del
piano ed effetti ambientali.
9
0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI
0.2.1. Gli atti normativi generali di riferimento
•
Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27
giugno 2001;
•
Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea;
•
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”);
•
Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”);
•
Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”);
•
“Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4
della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351;
•
D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la
Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”;
•
D.G.R. n.8/10971 del 30 dicembre 2009;
•
D.Lgs n. 128 del 29 giugno 2010;
•
D.G.R. n. 9/761 del 10 novembre 2010.
In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione
ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4
della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della
deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di
piani/programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al
momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma
4 della L.R. 12/05”.
Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione del PGT
anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più
specificatamente prima del 27.12.2007.
In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs.
152/2006.
10
0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS
La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia
pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del
Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1).
Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano
(DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai
sensi della Direttiva 2001/42/CEE.
Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R.8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Osio Sopra,
contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale
Strategica procedendo a sviluppare quanto già annunciato dal Documento di Scoping.
Integrazione della dimensione ambientale nel PGT
Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione
ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la
definizione delle scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che
saranno sviluppati anche nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano
dei Servizi e del Piano delle Regole.
11
0.3. IL PROCESSO DI VAS
0.3.1. Schema operativo
Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di
seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente
procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in
quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007.
Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti
del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente
per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività:
•
individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della
collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze
ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare.
Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi: definizione
dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle informazioni che
devono essere fornite nel Rapporto Ambientale:
•
individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali;
•
articolazione degli obiettivi generali.
Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale:
•
coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P;
•
definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a
raggiungerli;
•
coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste
e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del
P/P;
•
individuazione del sistema di monitoraggio ex post.
Nella Conferenza di Scoping, tenutasi presso la Sede Municipale in data …………, sono stati esposti
ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle informazioni da includere nel Rapporto
Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano, oltre alla raccolta dei
pareri di Enti e di Soggetti presenti, formalmente riportati in apposito verbale di conferenza di
scoping ( pubblicato anche sul sito web del Comune).
12
0.3.2. I soggetti coinvolti
La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (artt. 6 e 9) e del coinvolgimento,
sotto forma di consultazione, delle Autorità Competenti in materia ambientale (art. 6, comma 3) e
del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (art. 6, comma 5) la
definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra
elencati.
In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera
dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti:
Autorità Proponente e Procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di
pianificazione e ne attiva le procedure):
Comune di Osio Sopra- Giunta Comunale
Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione
proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS):
Arch. Piergiorgio Tosetti
Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della
redazione del Rapporto Ambientale)
Arch. Piergiorgio Tosetti
Autorità Competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale,
individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’Autorità Procedente/Proponente
nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della
Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del
Documento di Piano)
Geom. Ivan Camozzi– Responsabile Ufficio Tecnico
Soggetti competenti in materia ambientale (Enti pubblici competenti in materia ambientale e
della salute per livello istituzionale):
•
ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo;
•
ASL Bergamo;
•
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici;
•
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (Enti
territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano):
•
Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio;
•
Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica;
•
Comuni confinanti: Dalmine, Levate, Osio Sotto e Filago;
•
Autorità di bacino del Fiume Po.
13
0.3.3. La partecipazione
Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al
Pubblico che viene individuato:
Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere
interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006.
Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Osio Sopra sarà sviluppato
utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti
coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo.
In particolare, si indicano gli strumenti di informazione utilizzati:
•
incontri pubblici con la popolazione e le associazioni di categoria e di settore;
•
divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il
portale internet comunale, accessibile dal sito http://www.comune.osiosopra.bg.it/info.php,
periodicamente aggiornato con la nuova documentazione disponibile;
•
affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri
in programma.
14
0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO
0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale
L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto
Ambientale (R.A.)
Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate
nell’allegato I della citata Direttiva:
a. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri
pertinenti P/P;
b. aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza
l’attuazione del Ddp;
c. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad
aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive
79/409 CEE e 92/43/CEE;
e. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto
di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f.
possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo,
l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta
umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori;
g. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp;
h. sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è
stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio
carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i.
descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j.
“Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
La Sintesi non tecnica, indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande importanza
in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In
tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente
le descrizioni, questioni,
valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale.
15
0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale
Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la
proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi
che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente.
Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle
decisioni che motivano l’intero processo di valutazione.
Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti:
•
Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente
Quadro conoscitivo:
- Inquadramento del territorio comunale di Osio Soprae definizione delle matrici ambientali al
fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati
disponibili.
A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle
diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria,
ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in
materia ambientale.
- Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi quali
il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico
e
fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc.
- Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di
problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali.
- Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio
naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una
particolare attenzione in fase di pianificazione.
- Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo
studio del territorio.
•
Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano
Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni
previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento
eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione.
La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli
aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS.
16
La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in
considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del
DdP.
Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione
all’impatto e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti.
Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno
invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia
ambientale.
•
Il parere motivato
In relazione al
Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza
(precisate nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato.
Tale parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di
approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o
quantitative in merito:
a. alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative
possibili, ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA;
b. alla coerenza interna ed esterna del Piano;
c. all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati.
Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche
ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato.
L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS, provvederà,
ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo parere motivato
espresso.
17
1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE
18
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
1.1.1. Inquadramento generale
Il territorio di Osio Sopra appartiene alla Provincia di Bergamo, è inserito nel “Comprensorio
dell’Isola Bergamasca” ed è inserito nell’ “Alta Pianura tra Brembo e Serio”.
Dista circa 12 Km dal capoluogo al quale è collegato tramite la ex Strada Provinciale n. 525 che
collega Bergamo al territorio milanese.
Il Comune di Osio Sopra alla data del 31.12.2010, registrava una popolazione di 5.115 abitanti
divisi in 1.961 nuclei famigliari.
Partendo da Nord e muovendosi in senso orario, il territorio comunale confina con i seguenti
comuni:
•
Dalmine (Nord);
•
Levate (Est);
•
Osio Sotto (Sud);
•
Filago (Ovest).
Ortofotografia aerea a colori del territorio di Osio Sopra
19
1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP
Il Comune di Osio Sopra, nella suddivisione degli ambiti della Provincia di Bergamo, rientra nell’
“Ambito n. 19” dell’”Area Dalmine – Zingonia”, comprendente 8 Comuni.
La parte di territorio considerata è delimitata ad ovest dal corso del fiume Brembo e ad est dal
percorso della S.S. 42 lungo il quale si snodano gli abitati di Levate e Verdello, i cui confini est
costituiscono il limite del bacino.
L’elemento di riferimento del limite sud è individuato invece nel percorso della Provinciale
“Francesca”, escludendo il territorio di Brembate e di Canonica d’Adda.
L’ambito si caratterizza per la forte e intensa presenza di una espansione urbanistica ormai quasi
continua, e da una pesante e diffusa presenza degli insediamenti del settore produttivo e delle
conseguenti problematiche di tipo ambientale e paesistico, ma anche di ordine sociale ed
economico, oltre che per le carenze del sistema infrastrutturale e le conseguenti difficoltà del
sistema complessivo della mobilità.
I comuni interni all’Ambito n.19 sono:
Boltiere, Ciserano, Dal mine, Levate, Osio Sopra, Osio Sotto, Verdellino e Verdello.
Gli elementi di maggiore evidenza, dal punto di vista delle trasformazioni territoriali dell’Ambito
n.19, sono i forti sviluppi delle zone produttive di Dalmine e dell’ambito di Zingonia (Verdello,
Verdellino, Ciserano), che trovano una propria prima consistente definizione a cavallo tra gli anni
’60 e i primi anni ’70. L’ampia espansione del territorio di Dalmine in quegli anni non interessa solo
il forte sviluppo degli insediamenti produttivi in adiacenza al polo originario della Dalmine, ma una
serie di incrementi diffusi anche nelle altre parti del territorio. Questo impianto trova negli anni
successivi al 1975, una progressiva saturazione all’interno di tutti gli ampi spazi interstiziali che le
espansioni degli anni ’60 e dei primi anni ’70 avevano lasciato ancora disponibili. Tale modello di
sviluppo perdura fino alla fine degli anni ’90.
Un’analoga situazione di sviluppo si configura anche con l’ambito dei tre comuni del comprensorio
di Zingonia, i quali, oltre al pesantissimo insediamento della cosiddetta “nuova città” in posizione
mediana tra gli abitati di Verdellino e Ciserano, subiscono anche un forte sviluppo urbanizzativo in
espansione dei nuclei storici originari e delle modeste addizioni degli anni ’50.
Tra gli anni ’80 e ’90 l’ampio e disordinato sviluppo trova una compattazione.
Proprio in questi anni si ha un forte ampliamento degli sviluppi produttivi di Zingonia, che satura
quasi completamente le aree disponibili a sud dell’abitato di Verdello, tra la SS 42 ed il tracciato
della ferrovia.
Parimenti il tratto meridionale della Ex S.S. 525, vede il progressivo saldarsi delle zone produttive
del Comune di Osio Sopra , dell’area urbana di Osio Sotto e dell’abitato di Boltiere.
20
I primi significativi sviluppi attengono alcuni insediamenti importanti di carattere prevalentemente
produttivo nel territorio di Osio Sotto negli anni ’60, uno sviluppo a “corona” intorno al centro
storico di Osio Sotto e una prima serie di espansioni a macchia intorno all’abitato di Boltiere.
Negli anni ’70 e nei primi anni ’80 tali espansioni si consolidano e si compattano determinando una
sostanziale saldatura in senso nord-sud tra Boltiere e Osio Sotto e una continuità di espansione
lungo la Ex SS 525, salvo per un breve tratto, tra Osio Sopra e Osio Sotto.
L’ultimo periodo tra gli anni ’80 e ’90, vede il definitivo completarsi delle espansioni attorno ai
centri e il determinarsi di un nuovo impianto di espansione ad ovest dell’abitato di Osio Sotto, a
valle dell’autostrada e verso la conurbazione di Zingonia, nella zona dell’Ospedale.
Osio Sotto, che ha sviluppato le proprie espansioni produttive e commerciali lungo la Ex SS 525,
vede una forte espansione anche della parte residenziale del proprio territorio, posta ad ovest della
autostrada A4 con un forte incremento a partire dagli anni ’60, e una progressiva espansione verso
ovest negli anni ’70 e ’80, ancora oggi in fase attuativa. Gli ultimi interventi interessano anche la
parte nord dell’abitato e si pongono ormai in una condizione di quasi completa saldatura con le
espansioni a sud dell’abitato di Dalmine.
Nella parte nord-est dell’ambito, in forma più isolata si pone l’abitato di Levate, che poggia la sua
principale accessibilità sulla SS 42 e che vede uno sviluppo sostanzialmente avvolgente attorno al
nucleo storico negli anni ’60, sviluppo che va completandosi negli anni successivi fino a
raggiungere il limite ovest della SS 42, contemporaneamente alla formazioni delle principali aree di
sviluppo produttivo che si insediano nella parte sud-ovest ampliandosi soprattutto nell’ultimo
decennio.
Il territorio dell’Ambito n.19 presenta caratteri di complessità e problematicità territoriale per la
presenza di una serie di criticità che sono particolarmente forti e tali da definire un assetto spesso
disorganico, determinando una presenza urbanizzativa strutturata ormai in un “continuum” urbano,
con importanti presenze produttive, spesso prevalenti rispetto alla dimensione degli stessi abitati, e
con un sistema infrastrutturale molto debole ed insufficiente, all’interno di un territorio
caratterizzato da forti problematiche ambientali.
Ciò determina la necessità di riconsiderare lo stesso modello di sviluppo finora perseguito dalle
singole realtà locali partendo dalla consapevolezza degli elementi di maggiore problematicità e
dalla conoscenza delle risorse ancora spendibili rispetto ad alcuni elementi di potenzialità che
possono essere comunque individuati.
Le principali problematiche infrastrutturali sono caratterizzate dalla presenza dell’Autostrada A4
che, nonostante la recente realizzazione della quarta corsia, presenta ancora problematiche sia in
rapporto ai flussi del traffico pertinente che per la progressiva assunzione di funzioni più connesse
con le generatrici di traffico a livello degli insediamenti locali, specie quelli del produttivo; la
21
viabilità primaria è fortemente appesantita dai traffici locali e caratterizzata dall’essere ormai
viabilità di attraversamento di ambiti urbani urbanizzati; la ferrovia potrà assumere un ruolo
significativo in seguito all’attuazione del raddoppio della tratta Bergamo-Treviglio e con la
susseguente apertura delle stazioni di Arcene, Levate e Stezzano.
Sotto il profilo insediativo il territorio è ormai giunto ad un livello altissimo di saturazione,
soprattutto nel comprensorio di Zingonia, e il fenomeno dell’espansione degli insediamenti, specie
produttivi, è ancora in corso di attuazione. Va tuttavia segnalato che negli ultimi anni è fortemente
cresciuta una nuova sensibilità complessiva rispetto alle problematiche urbanistiche e ambientali,
con la promozione da parte dei comuni interessati di un’Agenda Strategica per la promozione
territoriale dei comuni dell’”Area di Zingonia”, che ha già prodotto alcuni documenti e studi che
appaiono, oltrechè condivisibili, di grande utilità come riferimento per le azioni da attuare al fine di
un complessivo riequilibrio della situazione globale del comparto.
Per quanto concerne la presenza degli insediamenti produttivi, il Piano valuta comunque come
prioritaria a livello provinciale, la necessità di riconoscere la forte criticità di alcune situazioni
territoriali, e di assoggettare gli ambiti di maggiore problematicità alla definizione di un Piano
Sovracomunale d’intervento, ai fini della riqualificazione dei territori interessati.
Tuttociò, tenuto presente che questi insediamenti sono portatori di elementi importanti per
l’economia del territorio, avendo attenzione al fatto che essi non possono più essere considerati
come elementi da pianificarsi solo nella disciplina degli strumenti urbanistici locali, ma necessitano
di un ragionamento complessivo e organico, da affrontare alla scala sovracomunale, in un quadro
di coordinamento e di interazione con le singole realtà locali.
Altrettanto essenziale è la necessità di tutela delle aree ancora libere da edificazione e condotte
agli usi agricoli, in particolare di quelle che sono ancora portatrici di presenze e di valori
naturalistici e paesistici.
Per quanto riguarda la realizzazione delle nuove e necessarie infrastrutture, che nel territorio
considerato possono essere inserite con gran difficoltà essendo quasi del tutto assenti i varchi
necessari alla continuità dei corridoi per la sostanziale saldatura continua degli ambiti urbanizzati,
si ritiene necessario che a tale realizzazione si accompagni una progettazione di alta qualità
ambientale e paesistica capace di promuovere la formazione di “nuovi paesaggi” con un sistema di
continuità del verde lungo le infrastrutture, con livelli significativi di quantità e qualità e,
soprattutto se si saprà rinunciare a prevedere lungo i nuovi assi ulteriori elementi di espansione
urbana.
In rapporto a quest’ultima questione il PTCP impone ampi corridoi a vincolo ambientale che,
avendo carattere prescrittivi ed essendo intesi come elementi di valenza paesistica, garantiranno la
salvaguardia dei corridoi ambientali e la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati.
22
Localizzazione del Comune di Osio Sopra all’interno dell’ “Ambito n. 19” (Fonte: PTCP Provincia di Bergamo)
23
1.1.3. Individuazione dell’ambito di influenza del Documento di Piano
L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere
individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte
strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che questi possono
avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali.
1. Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali.
Il comune di Osio Sopra è già dotato del Piano dei Servizi, le cui indicazioni registrano sia il
contenimento dell’incremento di popolazione che del fabbisogno abitativo. Le previsioni non
esercitano l’influenza fuori dal confine comunale e non incidono pertanto sull’ambito territoriale né
dal punto di vista della necessità dei servizi sovracomunali, né dell’implemento dei flussi di
mobilità.
2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi.
Si registra sul territorio la presenza significativa di attività produttive soprattutto nella parte est del
territorio, ubicate a cavallo della Ex SS 525 e al confine con i Comuni di Dalmine e Levate.
3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali.
Sono presenti sul territorio piccole unità commerciali principalmente localizzate nella fascia
perimetrale del centro storico e attività di media struttura, soprattutto lungo il percorso della Ex SS
525.
4. L’organizzazione dei servizi.
Allo stato attuale il comune di Osio Sopra è già dotato del Piano dei Servizi, rispetto al quale non si
prevedono modificazioni sostanziali alla situazione già prevista.
5. Il sistema della mobilità.
Le problematiche fondamentali si concentrano sul sistema viario in attraversamento del territorio
edificato.
Il tema della separazione in due distinte porzioni del territorio comunale per effetto della presenza
dell’Autostrada A4 Milano-Venezia e della Ex SS 525, determina la necessità di una particolare
attenzione alla struttura dell’organizzazione del traffico esistente e alle problematiche di
riqualificazione urbana ed ambientale.
24
6. Il sistema paesistico – ambientale.
Il tema vede la necessità di garantire, anche attraverso un approfondimento della struttura delle
reti ecologiche, la continuità della qualità dei paesaggi e dei sistemi della naturalità.
La presenza del Plis del Brembo, consente di rapportare, dal punto di vista ambientale, il territorio
di Osio Sopra con il più vasto territorio circostante.
7. La salvaguardia del patrimonio storico – artistico – culturale.
Si tratta di un tema fortemente significativo che interessa il PGT di Osio Sopra, tale tematica
tuttavia non presenta elementi di stretta connessione fisica e funzionale con i territori contermini.
8. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali.
Le aree potenzialmente destinabili all’agricoltura riguardano soprattutto il territorio ad ovest
dell’abitato, verso il Brembo.
9. Problematiche specifiche a particolari condizioni del territorio:
- riqualificazione dell’insediamento produttivo dismesso della “Rasica” che presenta elementi di
elevato valore paesistico e presenza di significativo valore architettonico (archeologia industriale);
- riqualificazione degli insediamenti e delle aree lungo il percorso della Ex SS 525;
- recupero ambientale delle cave.
Le situazioni sopra sinteticamente individuate consentono di definire, quali ambiti d’influenza, la
complessiva porzione territoriale estesa a tutti i Comuni contermini relativamente alle questioni
della mobilità e al tema della salvaguardia ambientale e delle acque nonché alla presenza degli
insediamenti produttivi e commerciali nella fascia est dell’Autostrada A4 e della Ex SS 525.
25
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
2 - SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica;
difesa del suolo e delle acque.
26
2.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO
Il Comune di Osio Sopra ha affidato al Dott. Geol. Carlo Pedrali l’incarico di acquisire la
documentazione geologica, idrogeologica, geotecnica e sismica del proprio sul territorio, allo scopo
di sviluppare ulteriormente la conoscenza geologica di base a supporto delle future attività di
pianificazione e, adempiere così a quanto previsto dalla normativa vigente.
Al momento lo studio è in fase di avanzato completamento.
L’Alta Pianura compresa tra i fiumi Brembo e Serio rappresenta la porzione planiziale occidentale
della provincia di Bergamo, confinante a nord con l’area metropolitana del capoluogo orobico e
risultandone per ampi tratti unita dalla conurbazione sviluppatasi attorno all’Autostrada A4 e alla
strada che da Bergamo conduce a Osio Sotto.
Si tratta di un territorio completamente pianeggiante, ad eccezione delle deboli incisioni delle
rogge Morla e Morlana e delle assai più nettamente marcate valli fluviali del Brembo e del Serio.
L’Alta Pianura comprende anche una parte di pianura irrigua (Bassa Pianura), ampiamente irrigata
con l’acqua emunta da rogge e da un articolato sistema di risorgive.
I fiumi Brembo e Serio, dagli ultimi rilievi montuosi prospicienti la pianura, scorrono in solchi
incassati, da cui sempre dipendono l’organizzazione territoriale ed il paesaggio della pianura.
Entrambi i fiumi nel loro incedere attraverso il territorio hanno modellato conoidi di rilevante
importanza; il Brembo, che dopo il tratto ad invaso ampio si chiude a forza nei pressi della foce e
definisce ad oriente il triangolo dell’Isola, mentre il Serio, lasciata la valle, scorre in direzione nordsud in un letto tendenzialmente ampio e poco profondo.
Nel quadrilatero che costituisce l’Alta Pianura si manifestano i caratteri fondamentali della fascia di
transizione tra monte e piano: a oriente il Serio solca i depositi fluvio-glaciali recenti derivati dal
rimaneggiamento di depositi morenici: ciottoli e ghiaia grossolana a matrice ghiaioso-sabbiosa e
più o meno evidenti alla base, bancate cementate costituenti il Ceppo, una particolare tipologia di
deposito fluvio-glaciale costituito da ghiaie e ciottoli fortemente cementati.
Per la sua compattezza e resistenza all’erosione il Ceppo ha dato origine a forre profonde con
pareti alte e dirupate (le gole del Brembo).
Lo sbocco dilatato del Serio attraverso la pianura pone in evidenza il conoide di deiezione a pianta
triangolare e a superficie bombata formatosi dove la velocità della corrente idrica diminuisce
bruscamente; poco pronunciati ma ben visibili, i terrazzi fluviali sino all’altezza di GrassobbioCassinone.
A occidente il Brembo si impone come elemento territoriale forte, definendo un invaso ben
pronunciato, un letto relativamente ampio ed un terrazzamento più evidente e rilevante, anche
paesaggisticamente, rispetto all’ambito seriano.
27
Per largo tratto, la pianura, costituita da depositi ciottolosi e ghiaiosi, risulta particolarmente
permeabile; sovente è possibile osservare periodiche scomparse dell’acqua (più frequentemente
lungo il Serio), che poi riemerge oltre la fascia dei fontanili.
Lo spazio piano intermedio è segnato da un corso d’acqua più modesto e caratterizzato da un
regime idraulico più irregolare, il Morla, che raccoglie le acque del Canto Alto ed attraversa la piana
ciottolosa, suddividendosi in molteplici rivi minori per poi perdersi dopo uno sviluppo di pochi
chilometri. Nello spazio dell’Alta Pianura bergamasca sono inoltre molto articolate le opere di
canalizzazione a fini irrigui, spesso intrecciate al reticolo idrografico naturale.
Oggi la pianura, caratterizzata da un’intensa urbanizzazione distribuita lungo le direttrici di sviluppo
che si dipartono a raggiera dalla città di Bergamo o dai centri di maggiore importanza, si presenta
con una morfologia piuttosto uniforme e con una natura litologica contraddistinta nel complesso da
termini ghiaiosi, sabbiosi e limosi.
Uno strato di alterazione di 20-70 cm di spessore, prevalentemente argilloso-sabbioso, non sempre
ben conservato in quanto le pratiche agricole lo hanno profondamente e radicalmente
rimaneggiato, mescolandolo ora con la coltre superiore di humus, ora con le sottostanti coltri di
ghiaie e sabbie, è presente costantemente.
Esso non consente di osservare e delimitare con continuità le associazioni litologiche che
caratterizzano il “livello fondamentale” della pianura; è comunque possibile riscontrare una netta
differenziazione fra il tratto di pianura settentrionale più ghiaioso e quello meridionale
tendenzialmente più sabbioso con intercalazioni argillitiche.
Questa distinzione si rispecchia anche nelle differenti condizioni idrogeologiche dei due ambiti, così
che la fascia dei fontanili può essere visualizzata anche per segnare il passaggio tra l’Alta e la
Bassa Pianura.
2.1.1. Il paesaggio vegetale
Intorno all’anno Mille le fonti documentarie, costituite da pergamene sulle quali sono registrate le
compravendite dei coltivi e altre variazioni nella gestione o nella proprietà dei terreni, testimoniano
l’ampia diffusione dei castagneti, sia da taglio che da frutto, oggi completamente scomparsi dalla
pianura.
Le colture castanili erano presenti a Levate, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Verdello, e nell’area
presso il Serio giungevano fino a Cologno.
Altre coltivazioni ora scomparse sono quelle della canapa, del lino e del guado. Quest’ultima tipica
dei terreni fertili ed irrigui, era finalizzata alla produzione della Rubia tinctoria, una rubiacea dalle
cui foglie si ricavava un colorante esportato nell’intera Europa o assorbito dalla fiorente industria
laniera bergamasca, utilizzato per tingere la lana in azzurro o per la preparazione del fondo per la
tintura in nero.
28
L’introduzione del gelso, inizialmente rallentata per le spese impegnative necessarie alla sua messa
a dimora e per il danno provocato dall’ombra, determinò tra la fine del Seicento e l’inizio del
Settecento il radicale cambiamento del paesaggio agrario. All’inizio venne collocato nei luoghi
marginali alle coltivazioni, ma successivamente conquistò ogni spazio: ripe, orti, broli, cortili e
coltivi, alternandosi con i suoi filari alla vite o alle colture erbacee. Le fronde del gelso coprivano a
perdita d’occhio le campagne.
Tra il Settecento e l’Ottocento la campagna si presentava così alberata come in poche altre fasi
della sua storia: viti maritate a olmi e aceri campestri, filari di salici e gelsi, siepi vigorose con
biancospini, querciole, ontani e pioppi.
Platani, salici e ontani si trovavano lungo le rogge, a cui si alternavano macchie boscate sui terrazzi
più vicini al Brembo.
Oggi, l’imporsi nelle colture agrarie della cerealicoltura estensiva ha semplificato il paesaggio
agricolo e vegetale.
Gli elementi di pregio che permangono sono costituiti dalle ultime aree boscate dove ancora
persistono elementi dei querco-carpineti originari. In tal senso, sono preziosi i boschetti “Blu” e
“Astori”, le siepi e le cortine di vegetazione semi-naturale che affiancano il reticolo irriguo, naturale
e artificiale, e le scarpate dei terrazzi che digradano verso il Brembo.
Tra Osio Sopra e Brembate la valle del Brembo è fortemente incassata, le pareti di ceppo e il
limitato irraggiamento creano condizioni consone all’insediamento di specie tipiche delle rupi alpine
e dei boschi collinari e montani.
Nei terrazzi alluvionali prossimi al Serio sono particolarmente diffusi, più che negli altri fiumi che
tagliano la pianura, prati aridi, detti magredi, colonizzati da flora erbacea costituita da piante
specializzate, a vegetare in ambienti caldo-asciutti.
Un altro elemento di pregio naturalistico e paesaggistico è costituito dai rovari, parcelle
rettangolari strette e lunghe che separano i campi creati per il progressivo accumulo dei sassi
emersi dal coltivo con le arature. I rovari, oggi sempre più rari, sono colonizzati da boschi di
essenze termo-xerofile quali orniello, roverella, bagolaro, acero campestre, pungitopo, emero ed
altre ancora, adatte al substrato ghiaioso che spesso è sopraelevato rispetto all’adiacente piano di
campagna. Bei rovari sono ancora presenti nelle campagne di Osio Sopra nei pressi della Cascina
Capra, verso la Rasica.
Le informazioni relative agli aspetti geologici e vegetali dell’Alta Pianura tra Brembo e Serio sono state
estrapolate da “Caratteri del paesaggio in Provincia di Bergamo” a cura di Moris Lorenzi.
29
2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA
La normativa regionale stabilisce quattro classi di fattibilità geologica per le azioni di Piano:
1. Fattibilità senza particolari limitazioni (colore bianco);
2. Fattibilità con modeste limitazioni (colore giallo);
3. Fattibilità con consistenti limitazioni (colore arancione);
4. Fattibilità con gravi limitazioni (colore rosso).
Nello studio della componente geologica e sismica, in fase di completamento da parte del Dott.
Geol. Carlo Pedrali, le classi di fattibilità risultano così definite:
•
Classe 1– Fattibilità senza particolari limitazioni: in questa classe, indicata in bianco
sulla cartografia di seguito riportata, ricadono le aree per le quali lo studio non ha
individuato specifiche problematiche di carattere geologico, di conseguenza non vi sono
particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso
delle particelle.
Nel caso specifico di Osio Sopra, non esistono aree che ricadono in tale classe.
•
Classe 2 – Fattibilità con modeste limitazioni: in questa classe, indicata in giallo sulla
cartografia di seguito riportata, ricadono le aree nelle quali sono state riscontrate modeste
limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica di destinazione d’uso dei terreni;
per superare le quali si rende necessario realizzare approfondimenti di carattere geologicotecnico, idraulico o idrogeologico o l’adozione di accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al
superamento delle problematiche senza che sia necessaria la realizzazione di opere di
difesa.
Sottoclasse 2Gt: aree con problematiche di tipo geologico-geotecnico.
Questa sottoclasse corrisponde al settore orientale del territorio comunale di terreni che
localmente possono presentare caratteristiche geotecniche mediocri a partire dalla
superficie topografica sino a profondità elevate, si tratta dei terreni appartenenti all’Unità di
Brembate.
Sottoclasse 2 Id: aree con problematiche di tipo idraulico.
In questa sottoclasse ricade l’area in Fascia C del PAI. Rientra in tale classificazione la zona
nordoccidentale del territorio comunale.
Per quanto riguarda le porzioni di territorio che ricadono in “Fascia C - Area di inondazione
per piena catastrofica”, valgono le N.d.A. del PAI. L’Art.31 comma 4 demanda agli
strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, la regolamentazione delle attività ivi
consentite, i limiti e i divieti da porre su tali terreni. Occorre tenere comunque in
considerazione l’ipotesi di contenere le situazioni di rischio.
Sottoclasse 2Idg: aree con problematiche di tipo idrogeologico.
30
Rientra in questa classe la zona di affioramento dell’unità di Treviglio dove la vulnerabilità
verticale è alta.
In queste aree, dove è presente una ridotta coltre pedogenetica, gli interventi antropici
quali ad esempio: insediamenti agricoli; insediamenti industriali giudicati pericolosi, la
trivellazione di nuovi pozzi, la realizzazione di serbatoi interrati, etc…, dovranno tenere in
considerazione tale aspetto per non alterare le condizioni chimico-fisiche delle acque
presenti nel sottosuolo.
•
Classe 3 – Fattibilità con consistenti limitazioni: la classe 3, indicata in arancione
sulla cartografia di seguito riportata, comprende le zone in cui sono state riscontrate
consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso
dei terreni, a causa delle condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate.
Rispetto alle aree in classe due, quelle rientranti nella terza classe di fattibilità, presentano
anche una maggiore diffusione ed estensione del dissesto o delle potenziali attitudini ad
esso. In questa classe sono comprese generalmente: aree acclivi potenzialmente soggette
all’influenza di fenomeni di dissesto, aree soggette a fenomeni alluvionali con eventuale
trasporto in massa, terreni dotati di scadenti caratteristiche geotecniche, le aree molto
vulnerabili dal punto di vista della qualità delle acque e le aree inquinate.
Sottoclasse 3St: aree con problematiche di tipo stabilità.
In questa sottoclasse ricadono tutte quelle aree di scarpata di origine antropica legate
all’attività estrattiva in corso o trascorsa (in stato di abbandono).
Sottoclasse 3Gt: aree con problematiche di tipo geologico-geotecnico.
In questa sottoclasse ricadono tutte quelle aree che sono state oggetto in passato o lo
sono attualmente, di interventi antropici quali: escavazione dei terreni naturali sino a
profondità elevate e successivo riporto di rifiuti inerti. In queste aree, il progressivo
compattamento di questi materiali può determinare fenomeni di assestamento anche
consistenti.
In tali zone in caso di prevista edificazione si dovrà tenere in considerazione i seguenti
elementi:
- la riduzione della capacità portante dei terreni di riporto;
-
la
previsione
di
elevati
cedimenti
totali/cedimenti
differenziali
per
compattazione/consolidazione dei riporti;
- la caratterizzazione della natura dei terreni di riporto laddove non esistano accertamenti
precedenti;
- la necessità di adottare soluzioni fondazionali di tipo profondo o misto.
Sottoclasse 3Id: aree con problematiche di tipo idrologico.
31
In questa sottoclasse ricadono le aree in Fascia B del PAI. In tali aree valgono le norme del
PAI relative alla fascia B (vedi N.d.A. PAI, Art.30, 38, 38-bis, 38-ter, Art. 39 comma 4 e
Art.41).
Nel caso specifico del comune di Osio Sopra la fascia B del PAI coincide con la più
restrittiva Fascia A (4 Id).
Sottoclasse 3Idg: aree con problematiche di tipo idrogeologico.
Rientrano in questa sottoclasse diverse tipologie di problematiche e più precisamente:
- aree inquinate (vulnerate) dal punto di vista della qualità dei suoli e successivamente
soggette a monitoraggio o a interventi di bonifica quali: l’area Ex-Smalterie di Osio, l’area
del distributore Q8 area servizio autostrada A4 e l’area del distributore Esso area servizio
autostrada A4, l’area della ditta ORP. Nel caso in cui queste zone siano interessate da un
mutamento di destinazione d'uso (es: da commerciale/industriale a residenziale) che
comporti l'adozione di valori limite di concentrazione accettabile (per gli inquinanti presenti)
più restrittivi rispetto a quelli a cui si è fatto riferimento per gli interventi di bonifica o per le
analisi di rischio, la proprietà dovrà impegnarsi a procedere alla redazione di un nuovo
progetto, da autorizzarsi da parte del Comune, che preveda l'effettuazione dei nuovi
interventi che si rendono necessari per il raggiungimento delle condizioni di sicurezza in
relazione alla destinazione finale prevista;
- aree inquinate (vulnerate) dal punto di vista della qualità delle acqua di falda (Boro) come
l’area in corrispondenza e a valle delle ex-smalterie di Osio;
- aree molto vulnerabili dal punto di vista della falda freatica per l’asportazione della coltre
pedogenetica e dell’escavazione di ghiaia e sabbia.
- aree molto vulnerabili dal punto di vista della falda freatica. Si tratta della parte più
occidentale del territorio comunale (terrazzi fluviali postglaciali) dove la coltre pedogenetica
è praticamente assente e la soggiacenza della falda freatica va da 24 metri fino a 0 metri in
corrispondenza dell’alveo del Brembo.
Classe 4 – Fattibilità con gravi limitazioni: in questa classe, indicata in rosso sulla
cartografia di seguito riportata, ricadono tutte quelle aree per le quali l’elevata situazione di
pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni alla modifica di destinazione d’uso.
In queste aree dovrà pertanto essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere di
consolidamento o di sistemazione idrogeologica mirate alla messa in sicurezza dei siti.
Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.
In tali aree dovranno essere predisposti idonei piani di protezione civile e/o sistemi di
monitoraggio geologico che permettano di tenere sotto controllo l’evoluzione dei fenomeni
in atto. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate,
solo se non altrimenti localizzabili, previa verifica mediante apposita relazione geologico-
32
geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave
pericolosità esistente.
Sottoclasse 4St: aree con problematiche legate a fenomeni d’instabilità.
In questa sottoclasse ricadono tutte le scarpate sub verticali o aggettanti presenti in
corrispondenza della forra del fiume Brembo e soggette a possibili fenomeni di
crollo/ribaltamento. A titolo cautelativo, il limite esterno di tale area è stato arretrato di 10
metri rispetto al ciglio (sommità) della scarpata fluviale.
Sottoclasse 4 Id: aree con problematiche di tipo idraulico.
Nella sottoclasse 4Id ricadono le aree in Fascia A (Fascia di Deflusso di Piena). Queste aree
sono soggette alle normativa del P.A.I. per la fascia A (cfr. Articolo 29 e Art. 39 delle NdA
del P.A.I.).
Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano
[Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”,
redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali]
33
2.3. IDROLOGIA E IDRAULICA
Il reticolo idrografico del territorio comunale è costituito oltre che dal Fiume Brembo (Reticolo
Idrico Principale), dai canali d’irrigazione e dalle rogge appartenenti al Reticolo Idrico Irriguo di
Bonifica.
Nella tavola Idrogeologica (di bozza della Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano
di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali) sono distinti:
- il Reticolo Idrografico Principale (fiume Brembo), in colore blu;
- il Reticolo Irriguo Consortile, con sponde naturali (in colore verde), con tratti intubati (in colore
magenta), e il canale interrato Adda-Serio (in colore azzurro).
Carta Reticolo Idrico Superficiale
[Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”,
redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali]
34
Il fiume Brembo rappresenta l’elemento idrografico principale del territorio comunale, un’analisi
storica condotta dall’ERSAL (Carta Ambientale della Pianura, 1999) su documenti cartografici IGM,
ha posto in evidenza come il corso del Brembo, all’interno dei confini comunali non abbia subito
grossi spostamenti laterali a partire dal 1883-1889.
Lo studio del “Reticolo Idrico Minore”, di cui il Comune è dotato, redatto dal Dott. Geol. Carlo
Pedrali, ha ottenuto parere tecnico favorevole dallo STeR della Regione Lombardia - sede
territoriale di Bergamo.
35
2.4. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA
Proprietario della rete è il Comune di Osio Sopra, mentre la gestione del ciclo integrato delle acque
è affidata a Hidrogest S.p.A., con sede in Via Privata Bernasconi, 13 a Sotto il Monte (Bg).
Il servizio prevede:
- l’espletamento del pubblico servizio di fornitura e distribuzione dell’acqua potabile mediante
tubazioni per usi domestici, artigianali, commerciali, zootecnici ed industriali;
- la manutenzione straordinaria ed ordinaria della rete idrica e degli impianti dell’acquedotto
comunali esistenti;
- l’estensione della rete idrica e gli allacci d’utenza.
Il sistema acquedottistico è costituito da tre pozzi di cui due ad uso idropotabile, di cui solamente
uno in esercizio e il terzo in disuso.
Planimetria del sistema idropotabile del Comune di Osio Sopra - 1999
[Fonte: Ufficio Tecnico Comunale]
36
37
2.4.1. Caratteristiche chimiche delle acque
La rete dell’acquedotto è alimentata da un pozzo di acqua potabile situato in via Leonardo da Vinci,
presso la sede degli impianti sportivi.
Viene inoltre segnalata la presenza, in Viale del Santuario, di un pozzo non più in uso.
Dai campionamenti effettuati (da parte dell’ASL e ARPA della Provincia di Bergamo, in data
12.08.2008) sulle acque destinate al consumo umano, l’acqua risulta essere conforme ai limiti
fissati dal D.Lgs. n.31 del 02.02.2001.
L’unica nota riguarda il cloro residuo libero che risulta essere inferiore al valore consigliato dal
D.Lgs. 31/2001 di 0,2 mg/l; in merito, è consigliato di tenere verificato l’efficienza dell’impianto di
clorazione.
Stralcio del documento ufficiale inviato al Comune di Osio Sopra e alla Società Hidrogest S.p.A. da parte
dell’ASL della provincia di Bergamo-dipartimento di prevenzione medico.
[Fonte: Uffico Tecnico Comunale di Osio Sopra]
38
Copia dell’analisi microbiologica effettuata da personale dell’Azienda A.S.L. della provincia di Bergamo.
39
40
Elaborazione da parte di A.R.P.A. Dipartimento di Bergamo della copia dell’analisi microbiologica
effettuata da personale dell’Azienda A.S.L. della provincia di Bergamo
Relativamente ad episodi di inquinamento dei suoli e/o delle acque individuati sul territorio, si
segnala una bonifica, completata recentemente presso la ex smalteria, lungo la Ex SS 525.
41
2.5. VINCOLI
2.5.1. Il fiume Brembo
Nell’elenco del Reticolo Idrico Principale di cui alla D.G.R. n.7/7868 del 15.02.2002.
Il tratto vincolato và dallo sbocco alla confluenza dal Brembo di Mezzoldo al Brembo di Branzi.
2.5.2. Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (ai sensi della legge 183/89)
•
Fasce Fluviali dell’Autorità di Bacino fiume Po: d.c.p.m. 24 luglio 1998 “Approvazione piano
stralcio fasce fluviali”;
•
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, adottato con delibera del Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino fiume Po, n.18/2001, il 26 aprile 2001.
Per il PAI, in corrispondenza del fiume Brembo, sono presenti le fasce fluviali:
- Fascia A del P.A.I.. (corrisponde al limite esterno della Fascia di deflusso della piena);
- Fascia B del P.A.I.. (corrisponde al limite esterno della Fascia di esondazione;
- Fascia C del P.A.I.. (corrisponde al limite dell’area soggetta ad inondazione per piena
catastrofica).
2.5.3. Limite della fascia di rispetto di 150 metri lungo il fiume Brembo: aree soggette a
protezione di fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre
1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna (ex L.
1497/39; ai sensi del d.lgs. 42 del 22/01/2004 Art 142 comma 1 lettera c).
2.5.4. Vincoli di polizia idraulica relativi al reticolo idrico comunale
Sono riportate nella Carta dei Vincoli, lungo il fiume Brembo e i canali irrigui prevalentemente
demaniali, le fasce di rispetto di 10 o di 5 metri (se in deroga) misurate dalla sommità della sponda
o dal piede esterno degli argini esistenti.
2.5.5. Aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile
Attorno alle opere di captazione ad uso idropotabile, nel caso specifico i due pozzi di via Leonardo
da Vinci e del Viale del Santuario, sono presenti le aree di salvaguardia stabilite dal DPR 236/88,
confermate dal D.lgs. n.152/1999 e riprese dal D.lgs. n.258/2000, Art. 5 comma 4; integrate dalle
disposizioni regionali in materia (D.G.R. n. 6/15137 del 27 giugno 1996).
Zona di tutela assoluta: è costituita dall'area immediatamente circostante le captazioni o le
derivazioni; essa deve avere un'estensione, in caso di acque sotterranee e ove possibile anche per
le acque superficiali, di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere
42
adeguatamente protetta e adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e a infrastrutture
di servizio.
Zona di rispetto: è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta.
Tale zona è da sottoporre a vincoli e a destinazioni d'uso tali da tutelare qualitativamente e
quantitativamente la risorsa idrica captata. Può essere suddivida in zona di rispetto ristretta e zona
di rispetto allargata in relazione alla tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione
locale di vulnerabilità e rischio della risorsa.
In assenza dell'individuazione da parte della regione della zona di rispetto, la medesima ha
estensione circolare di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione.
Per quanto riguarda la disciplina delle strutture o delle attività all’interno delle zone di rispetto e di
tutela assoluta, occorre fare riferimento alla normativa regionale, la DGR n.7/12693 del 10 aprile
2003 “Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto, art.21 comma 6 del
D.lgs.152/99 e s.m.”.
Zone di protezione: devono essere delimitate secondo le indicazioni della Regione per assicurare la
protezione del patrimonio idrico. In esse si possono adottare misure relative alla specifica
destinazione del territorio interessato, limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi,
turistici, agroforestali e zootecnici da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, provinciali,
regionali, sia generali sia di settore.
2.5.6. Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del basso corso del fiume Brembo
Il riconoscimento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) del basso corso del fiume
Brembo avvenuto con D.G.P. n. 85 del 24 febbraio 2005 dopo decenni di ipotesi, proposte e
dibattiti, rappresenta un fatto di grande rilievo nella direzione di uno sviluppo territoriale
equilibrato e responsabile. In un contesto densamente abitato e soggetto a intense dinamiche,
delle quali siamo tutti attori e spettatori, la costruzione di un Parco rappresenta un manifesto per
la qualità rivolto al territorio nel suo complesso. Esso interessa una superficie di 974 ettari,
distribuiti lungo entrambe le sponde del fiume orobico, da Bonate Sotto a Filago e da Dalmine a
Boltiere. Oltre ai Comuni citati, fanno parte del Parco anche Madone, Osio Sopra e Osio Sotto.
Per il territorio comunale di Osio Sopra, è da ricordare l’itinerario n.1 del P.L.I.S. , lungo il
terrazzo fluviale da Dalmine a Osio Sopra. Il percorso si sviluppa lungo la sponda sinistra del fiume
Brembo, nel tratto settentrionale e mediano del Parco, interessando sia la scarpata morfologica più
interna, con i suoi boschi e i numerosi punti panoramici, sia gli ambiti agricoli ricavati dall'uomo
all'interno della valle planiziale. Gli accessi a questo percorso sono localizzati a Brembo di Dalmine
in prossimità del Villino Rosa e presso lo stabilimento della Rasica a Osio Sopra.
43
2.5.6.1. La valle planiziale del Brembo
Il fiume Brembo nel suo basso corso che va dagli ampi terrazzi di Bonate alla foce in Adda,
rappresenta un'area di pregio sia per il quadro ambientale, così articolato in questo tratto, sia per i
suoi caratteri paesaggistici, che documentano un ricco intreccio di rapporti tra uomo e natura.
Nel tratto interessato dal Parco, il fiume Brembo scorre all'interno di un'ampia valle, definita da
ben visibili scarpate laterali che scendono ripide verso il fondovalle. Queste scarpate sono per
lunghi tratti interrotte da terrazzi morfologici, a testimonianza delle antiche fasi alluvionali,
successive al termine delle glaciazioni quaternarie; la dinamica fluviale ha permesso in seguito al
corso d'acqua di abbassare sempre più il proprio letto fino alle attuali quote.
L'energica azione erosiva del fiume ha quindi fatto emergere sul fondo e sui lati della valle parte
degli antichi depositi fluvioglaciali ed alluvionali che costituiscono una successione potente alcune
centinaia di metri. Le successioni alluvionali più antiche hanno subìto un processo di cementazione
ad opera delle acque in esse circolanti, dando origine ai depositi conglomeratici noti con il termine
di “ceppo”. Questi affioramenti conglomeratici hanno esercitato un ruolo fondamentale nel
provocare strettoie ad alta resistenza (forre di Briolo-Ponte S. Pietro e di Marne-Brembate), dove il
fiume per poter defluire ha dovuto aprirsi varchi strettissimi che oggi osserviamo ed ammiriamo
come forre di grande suggestione ed interesse geologico.
Nei tratti compresi tra le forre, dove il ceppo non compare, il fiume invece ha potuto esprimere la
sua dinamica su aree più ampie e l'attività erosiva si è svolta a scapito dei depositi alluvionali da
esso precedentemente abbandonati.
Nel tratto compreso tra Bonate Sopra e Treviolo la valle fluviale raggiunge la massima ampiezza; il
fiume Brembo è qui caratterizzato da un alveo ciottoloso con morfologia a canali intrecciati, con
isole e barre fluviali strette ed allungate.
Sempre con riferimento agli aspetti morfologici della valle fluviale, in sinistra idrografica è presente
un lungo terrazzo morfologico intermedio, di grande valenza paesaggistica e naturale, che da
Ponte S. Pietro arriva a chiudersi all'altezza di Mariano, rilevato di circa 10 m rispetto all'alveo
attuale e più basso di circa 20 m rispetto al livello fondamentale della pianura.
Sulla sponda opposta si passa invece direttamente e più o meno bruscamente dalla piana
alluvionale recente al livello superiore della pianura fluvioglaciale, senza la presenza di superfici
alluvionali terrazzate intermedie, probabilmente erose a causa della tendenza del fiume a spostarsi
progressivamente verso ovest.
La sponda occidentale appare più movimentata e complessa anche per la presenza delle
confluenze del torrente Lesina, a Bonate Sotto, e del torrente Dordo, a Marne. Entrambi i corsi
d'acqua, secondari solo rispetto al fiume principale, ma di grande importanza per la definizione
dell'assetto storico e geografico del territorio da essi attraversato, prendono origine dalle articolate
pendici del Monte Albenza (la Lesina) e delle colline di Pontida (il Dordo), percorrendo poi la piana
44
fluvioglaciale del terrazzo orientale dell'Isola, passando tra vari paesi, sino a confluire nel Brembo
dopo aver profondamente inciso la stessa superficie terrazzata, così da adeguare il proprio profilo
con quello del fiume principale.
La forra che da Marne si sviluppa, con andamento solo lievemente sinuoso, fino a Brembate,
costituisce un elemento di rilievo assoluto per quanto riguarda gli aspetti geologici e morfologici.
La profonda valle è completamente scavata nel duro conglomerato (ceppo) che l'azione combinata
della dinamica gravitativa e dell'erosione fluviale ha modellato in ripide pareti.
Particolarmente suggestivi i tratti in cui all'interno dell'alveo sono abbandonati i massi di maggiori
dimensioni caduti dalle pareti laterali, talmente grossi da non poter essere facilmente rimossi dalla
corrente, per quanto impetuosa.
I massi più imponenti, o meglio l'affiorare del substrato conglomeratico in alveo, hanno consentito
l'attraversamento del fiume con la costruzione di ponti fin dalla più remota antichità, come
testimoniano i ruderi del Ponte Corvo di Marne e il Ponte di S. Vittore a Brembate.
All'uscita dalla forra di Marne-Brembate, la valle del Brembo si amplia notevolmente a scapito dei
terrazzi alluvionali intermedi che qui, a differenza del settore più settentrionale, assumono
un'importanza e un'estensione decisamente maggiori, almeno a partire da Boltiere sulla sponda
sinistra. In questo tratto, la valle fluviale si caratterizza per la presenza di una successione di
terrazzi alluvionali intermedi, separati da evidenti scarpate morfologiche, che conserva, anche
nell'andamento mosso della superficie topografica e, in qualche tratto, nella vegetazione, una
qualità ambientale di assoluto interesse.
Per quanto riguarda il reticolo idrografico artificiale, la costruzione di rogge e canali si è resa
necessaria per lo sfruttamento delle acque del Brembo a scopo irriguo e per il funzionamento di
fabbriche ed opifici. La costruzione di una rete idrografica artificiale dipende sia dalla quantità di
acqua disponibile naturalmente, sia dalla morfologia e dalla topografia del territorio; infatti, se pure
le portate del Brembo consentono l'utilizzo di una certa quantità delle acque del fiume, senza
eccessive oscillazioni giornaliere di portata, la profondità dell'alveo per lungo tratto non consente di
intercettarne le acque e convogliarle in alvei artificiali, se non all'altezza di Brembate, al servizio del
territorio trevigliese.
Le derivazioni dal fiume Brembo sono dunque limitate alla Roggia Curnino Ceresino, alla Roggia
Brembilla e alle Rogge Trevigliesi, in sinistra idrografica, e alla Roggia Masnada in destra
idrografica.
45
2.5.6.2. La flora del Parco
Il Parco presenta una notevole varietà di paesaggi vegetali, i principali tra i quali sono:
•
le colture arative e i prati stabili: le colture arative sono costituite quasi esclusivamente
da colture cerealicole mentre i prati polifitici sono superfici di terreno ricoperte da erbe
dallo sviluppo contenuto, periodicamente soggette allo sfalcio per la produzione di foraggio.
Sebbene si tratti di vegetazione antropica, i prati costituiscono un consorzio vegetale di
pregio per la ricchezza floristica che li contraddistingue e per il contributo che forniscono
alla varietà dell’ecomosaico locale.
•
le cortine arboree di corsi d'acqua minori naturali e artificiali: gli elementi del
reticolo idrografico minore, sia naturale che artificiale, sono accompagnati, per ampi tratti,
da cortine e filari arborei, che spesso costituiscono i corridoi verdi di maggior pregio delle
aree urbane e periurbane. La dotazione vegetale è di valore soprattutto lungo i cavi delle
rogge ancora attive e di maggior rilievo, in quanto accoglie una florula preziosa in senso sia
quantitativo sia qualitativo. Le condizioni di umidità e di freschezza determinate dallo
scorrimento
delle
acque
favoriscono
l’insediamento
di
specie
nemorali,
anche
microtermiche, tipiche dei consorzi boschivi mesofili dei versanti vallivi; inoltre il piede
costantemente umido delle ripe accoglie i grossi carici, tipici delle zone palustri, che non
trovano idonei habitat nei ghiaieti del letto del Brembo.
•
le boschine e le fasce boscate a dominanza di robinia: la robinia è presente in modo
più o meno marcato in tutti gli ambiti boscati dell’area del Parco, ma in alcune plaghe,
interessate da interventi distruttivi della vegetazione originaria o da continuo e forte
disturbo, ha preso nettamente il sopravvento diventando la specie dominante. Si concentra
in particolare sul terrazzo più basso al di sotto della scarpata morfologica che si sviluppa tra
gli abitati di Filago, Madone e Bonate Sotto e il fiume Brembo, in destra idrografica. Lo
strato arboreo nel robinieto è pertanto molto semplificato ed è costituito, in genere, da
piante di robinia coeve, fra cui s’inseriscono sporadicamente specie autoctone, acero
campestre, farnie e carpini, testimoni di potenzialità vegetali e di presenze pregresse di
maggior pregio. Anche lo strato arbustivo è molto povero e costituito per la quasi totalità
da sambuco o da nocciolo.
•
i magredi: lungo l’asta del Brembo, nei territori di Bonate Sotto e nell’ampio alveo del
fiume, nel tratto caratterizzato da rami intrecciati, sono presenti spazi aperti detti magredi,
costituiti da formazioni erbacee insediatesi su substrati ghiaiosi e sabbiosi, molto permeabili
46
e siccitosi. Questa situazione ambientale ha selezionato nel corso del tempo una
vegetazione spiccatamente termo-xerofila, rara in pianura, ricca di specie di interesse
naturalistico, spesso tipiche dei versanti collinari esposti a solatìo.
La copertura erbacea è costituita da specie steppiche, tipiche delle aride pianure
esteuropee ed asiatiche, mediterranee, orofite a distribuzione montana discese in pianura
fluitate dalla corrente del Brembo e qui insediate in tempi in cui il clima era più freddo. Alla
vegetazione erbacea (la specie dominante è la graminacea forasacco eretto) si associa in
alcune plaghe una vegetazione arbustiva pioniera costituita da rosa selvatica comune, rovo
e dall’esotica buddleja. Importante sta divenendo anche la presenza di un’altra esotica
arborea molto rustica e competitiva, l’ailanto.
•
le cortine arboree interpoderali a dominanza di robinia: il plurisecolare lavoro di
spietramento dei campi è uno dei processi storici che hanno costituito il paesaggio agrario
dell’alta pianura bergamasca. I sassi raccolti nel terreno dopo le arature, venivano
accumulati ai margini dei coltivi dando origine a rilevanti depositi di ghiaie, larghi alcuni
metri e lunghi diverse decine, creando a volte complessi e continui disegni geometrici sul
suolo. Su questi depositi si è instaurata una vegetazione adatta a condizioni di aridità e
termofilia, creando lunghi e caratteristici corridoi vegetazionali. Queste siepi, che un tempo
venivano denominate “rovari” o “murari”, a seconda che si mettesse in evidenza la
composizione edafica o vegetazionale, sono dominate, nello strato arboreo, da due essenze
esotiche, la robinia e l’ailanto Tra le specie non autoctone, introdotte per sostenere le
prime attività imprenditoriali, troviamo i gelsi (Morus nigra e Morus alba) e il gelso da carta
(Broussonetia papyrifera), coltivati in passato, in gran numero, per l’allevamento del baco
da seta, ma ormai ridotti a pochi esemplari. Fra le specie alloctone dominanti si rinvengono
rare presenze di specie vegetali, tra cui rovere e cerro, che costituiscono le ultime vestigia
del manto forestale che vegetava nella pianura prima dell’avvento delle attività agricole.
•
la vegetazione delle scarpate morfologiche: l’acclività delle scarpate e l’esposizione
hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione termofila tipica di suoli tendenzialmente
asciutti. La copertura vegetale presenta uno strato arboreo ben sviluppato, costituito da
specie autoctone fra cui domina il carpino nero, accompagnato dal bagolaro, da alcune
querce e dall’acero campestre. Anche il sottobosco rivela una elevata presenza di specie
autoctone nemorali, contribuendo a determinare l’elevato valore naturalistico di questa
tipologia vegetale, che si raccorda ai consorzi di latifoglie eliofile dei primi versanti collinari.
47
•
la vegetazione rupicola su ceppo in forra: nel tratto compreso tra Filago e Brembate il
Brembo scorre in forra tra ripide pareti colonizzate da una florula ricca di specie tipiche di
orizzonti vegetali montani, assai rare in ambito planiziale. Tra queste entità si ricordano, a
titolo d’esempio, Globularia cordifolia. Phyteuma scheuchzeri, Sesleria varia, Erica carnea,
Hinula ecc. Di notevole importanza fitogeografica è la presenza della campanula d’Insubria
(Campanula elatinoides), specie esclusiva delle Prealpi Lombarde, tipica delle rupi
calcareodolomitiche del piano montano e montano superiore.
•
i querco-carpineti: la vegetazione potenziale naturale delle aree planiziali dell’alta
pianura bergamasca è costituita da consorzi di querce con carpino bianco, detti quercocarpineti. Sebbene querco-carpineti ben strutturati non siano presenti nell’area del Parco, i
consorzi che più ad essi si avvicinano sono il bosco dell’Itala e le macchie boscate presenti
nel parco del Castello di Marne.
2.5.6.3. La fauna del Parco
Gli ambienti fluviali costituiscono spesso nella nostra pianura, ormai fortemente compromessa dalle
molte attività antropiche, una zona preziosa per la fauna, dove gli animali possono trovare cibo,
riparo dai predatori e ambienti adatti alla riproduzione.
Naturalmente per gli animali, dotati di movimento, è poco significativo segnalare presenze
puntiformi, specialmente su un territorio che non presenta grandi barriere allo spostamento.
E’ quindi più interessante cercare i particolari ambienti presenti nell’area, che non sono
esclusivamente quelli legati all’asta fluviale, ma anche i terreni agricoli circostanti e le rare
formazioni boschive.
Nella zona tra Bonate Sotto e Filago vi sono i prati aridi lungo il fiume, dove nidificano piccoli
uccelli come il canapino, il pigliamosche e un abile predatore come l’averla piccola.
Questa particolare tipologia ambientale, ormai rara in tutta la pianura, si ritrova in formazioni
molto ridotte anche nei pressi di Osio Sopra. La vegetazione circostante i campi coltivati, ospita
molte specie, tra le quali la capinera dal ricco gorgheggio, la sterpazzola, il gheppio, piccolo rapace
che nella zona nidifica sui piloni dell’alta tensione.
Arrivati a Marne la presenza delle forre proteggono efficacemente una ricca fauna. Qui troviamo
numerosi ardeidi, tra i quali vanno segnalati l’airone cenerino, la garzetta e la nitticora; viene
spesso avvistato il martin pescatore e frequente è anche la rondine montana.
In questa zona è inoltre certa la presenza di due serpenti, la biscia dal collare e la natrice
tassellata, entrambi innocui e fortemente legati ad ambienti acquatici.
48
La corrente impetuosa di questo tratto non impedisce un’abbondante presenza di pesci, come
cavedani, vaironi, barbi, sanguinerole, mentre le trote, iridea e fario, sono legate alle immissioni
per la pesca sportiva.
Rare sono le aree boscate, dove è certa la presenza di un buon numero di specie interessanti:
- rettili: ramarro, orbettino, saettone e biacco (agile serpente di colore scuro);
- nidificanti: cincia allegra e cinciarella;
- uccelli: rampichino, picchio muratore, torcicollo e picchio rosso;
- mammiferi: toporagno, moscardino, ghiro dalla morbida pelliccia, riccio e volpe.
Inquadramento geografico P.L.I.S. del basso corso del Brembo
[Fonte: www.parcobassobrembo.it]
49
2.5.7. Limite di Ambito Territoriale Estrattivo: sul territorio comunale è localizzato un Ambito
di cava, si tratta dell’Ambito ATE2g, tratto dal Piano Cave provinciale.
Carta dei vincoli
[Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”,
redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali]
All’interno del territorio comunale non sono presenti “Siti d’Importanza Comunitaria” (SIC) o “Zone
di Protezione Speciale” (ZPS).
50
2.6. LA PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE
La D.G.R. n. 8/1566 del 22 dicembre 2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente
geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57
comma 1 della l.r. dell’11/03/2005 n.12” e la successiva D.G.R. 8/7374 del 28/05/2008,
stabiliscono l’indispensabilità, per i Comuni, di dotarsi di uno studio geologico che affronti tutti gli
aspetti legati al territorio compreso quello della valutazione della pericolosità sismica locale.
La metodologia regionale prevede 3 livelli di studio a crescente grado di approfondimento.
Si passa rispettivamente dal 1° livello, dove ci si limita all’individuazione delle aree potenzialmente
sensibili dal punto di vista dell’aspetto sismico, al 2 e 3° livello, dove viene effettuata una
valutazione dell’effetto di amplificazione sismica (risposta sismica locale) in corrispondenza delle
aree sensibili individuate nella prima fase d’indagine; la valutazione del fattore di amplificazione è
di tipo semiquantitativo per il secondo livello e di tipo quantitativo per il terzo.
Per il Comune di Osio Sopra, l’aggiornamento dello studio della Componente Geologica
e Sismica, affidato al Dott. Geol. Carlo Pedrali, è in fase di completamento.
La carta di Pericolosità Sismica Locale (PSL), di seguito riportata, deve essere utilizzata
congiuntamente (sovrapponendola) con la Carta di fattibilità delle azioni di Piano.
Le prescrizioni relative alle zone PSL individuate sono diverse in relazione allo scenario di
pericolosità sismica locale individuato e più precisamente:
1. in generale i progetti relativi a future edificazioni dovranno tenere attentamente in
considerazione,
oltre
alle
caratteristiche
dell’area
di
edificazione,
anche
la
situazione
geologicostratigrafica-geomorfologico-idrogeologica circostante;
2. per le zone a PSL classificate Z1a la normativa prescrive analisi di 3° livello di approfondimento
se queste aree non ricadono in classe di fattibilità 4.
Nel caso specifico tali aree ricadono in classe 4 (aree inedificabili).
3. per le zone a PSL classificate Z2, corrispondenti alle aree dove sono presenti terreni di riporto di
consistente spessore e talora di caratteristiche geotecniche scadenti, soggetti pertanto a possibili
fenomeni di cedimento per compattazione in seguito ad un evento sismico, si consigliano indagini
mirate a verificare la tipologia, lo spessore e le caratteristiche geotecniche di tali terreni ed una
verifica di terzo livello di approfondimento sismico come indicato in normativa;
4. per le zone a PSL classificate Z3a, corrispondenti agli orli di scarpata dei terrazzi alluvionali/di
erosione con altezza superiore ai 10 metri, è prevista l’analisi di secondo livello di
approfondimento;
5. per le zone a PSL classificate Z4a, la normativa regionale prescrive, per i comuni in zona 4 e nel
caso di edifici strategici e rilevanti, analisi di secondo livello di approfondimento da effettuarsi in
fase di pianificazione;
51
6. per le zone a PSL classificate Z5, zone di contatto/affioramento del Ceppo del Brembo, la
normativa regionale prescrive, per i comuni in zona 4 e nel caso di edifici strategici e rilevanti,
analisi di terzo livello da effettuarsi in fase di edificazione oppure in alternativa fondare su un unico
litotipo.
Carta di Pericolosità Sismica Locale
[Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”,
redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali]
52
2.7. CAVE E DISCARICHE
2.7.1. Cave
Il nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo individua, nel territorio comunale di Osio Sopra, un
ambito territoriale estrattivo ATEg2 (sabbia e ghiaia), situata ad ovest dell’abitato.
53
54
[Fonte: Nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo (2008) – ATEg2 Osio Sopra]
2.6.2. Discariche
Nel territorio comunale non vi sono impianti autorizzati a discarica.
55
2.8. RETE FOGNARIA
Il gestore della rete fognaria nel Comune di Osio Sopra è “Consorzio R.I.A. Risanamento Idrico
Ambientale S.p.A.”, con sede legale in Strada Provinciale, 121 a Lurano (Bg).
L’abitato è servito dalla fognatura pubblica allacciata ai collettori intercomunali che hanno come
recapito finale l’impianto di depurazione consortile di Boltiere.
La rete è del tipo misto.
Planimetria della rete fognaria del Comune di Osio Sopra
[Fonte: Ufficio Tecnico Comunale]
56
2.9. RIFIUTI
Il Comune di Osio Sopra svolge, in regime di privativa, il servizio di raccolta, trasporto e
smaltimento dei rifiuti urbani su tutto il territorio.
La raccolta dei rifiuti solidi urbani viene effettuata a domicilio.
A cadenza settimanale viene effettuata la raccolta a domicilio della carta, cartone, plastica e vetro,
umido e RSU.
L’obiettivo da raggiungere è quello previsto dal D.lgs 152/06 ovvero di raggiungere il 65% della
raccolta differenziata entro il 31.12.2012.
Il Comune è dotato di “Isola Ecologica”, presso la quale vengono conferiti i rifiuti ingombranti, sita
in Via Circonvallazione Nord e, operativa nei seguenti giorni e orari:
•
orario invernale: [lunedì 9.00-12.00; martedì 14.00-17.00; mercoledì 9.00-12.00; giovedì
14.00-17.00; venerdì 9.00-12.00; sabato 9.00-12.00 e 14.00-17.00];
•
orario estivo: [lunedì 9.00-12.00; martedì 15.00-18.00; mercoledì 9.00-12.00; giovedì
15.00-18.00; venerdì 9.00-12.00; sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00].
Abitanti
Pro capite
(Kg/ab*giorno)
RD con
ing. a rec.
(%)
Servizi
RD
(N°)
Rec.
Compl.
mat.+ en
(%)
Avvio a Rec.
di mat.
(%)
Recupero
di energia
(%)
Smalt.
in
discarica
(%)
Smalt. in
disc.
extraprov.
(%)
Pc Raee ab.
08
(Kg/ab*anno)
4.959
0,98
68,7%
14
90,1%
+68,6% 21,4%
6,5%
-
0,90
Costi
(€/ab)
60
Comune di Osio Sopra, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA]
Il progetto per la “riduzione della produzione di rifiuti” è stato sviluppato dall’Associazione dei
Comuni appartenenti all’Agenda 21 dell’area dell’Isola Bergamasca e dall’area Dalmine-Zingonia,
nell’anno 2007, anche grazie ad un contributo provinciale.
Il progetto è stato finalizzato ad attivare procedure di acquisto del verde coordinato in via
sperimentale per gli uffici dei Comuni dell’area di Zingonia (Boltiere, Comun Nuovo, Dalmine,
Levate, Osio Sopra, Stezzano, Verdello e Verdellino), con particolare attenzione alla definizione di
procedure di acquisto comune per i prodotti della gamma “cartoleria ed elettronica”. A seguito
della partecipazione del Forum Compraverde della scuola nazionale GPP (Green Public
Procurement), tenutosi a Cremona nei giorni 10-11 maggio 2007, è stato avviato il progetto con gli
Uffici Comunali.
57
Abitanti
5.034
RU ind
(Kg/anno)
419.660
Spazzamento strade
(Kg/anno)
65.400
Ingombranti
(Kg/anno)
119.800
Tot. RD
(Kg)
1.358.314
Tot. Rifiuti
1.963.174
Percentuale RD
(%)
69,19
Pro capite RU ind 2008
(Kg/ab*giorno)
0,228
Variazione percentuale pro capite RU ind
2008-2007
(%)
8,46
Pro capite RSpazz. Strade 2008
(Kg/ab*giorno)
0,035
Variazione percentuale pro capite
RSpazz.Strade 2008-2007
(Kg/ab*giorno)
(%)
4,40
Pro capite Ring 2008
(Kg/ab*giorno)
0,065
Variazione percentuale pro capite
Ring 2008-2007
(%)
3,21
Pro capite RD 2008
(Kg/ab*giorno)
0,737
Variazione percentuale pro capite
RD 2008-2007
(%)
9,54
Pro capite rifiuti a smaltimento
(Kg/ab*giorno)
Pro capite rifiuti totali 2008
(Kg/ab*giorno)
Variazione percentuale pro capite rifiuti totali
(%)
Percentuale RD + Ing. Rec.
(Kg/ab+anno)
(%)
0,328
1,066
8,73
69,19
Comune di Osio Sopra, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo]
58
Abitanti
5.060
RUInd
(Kg/anno)
434.100
Spazzamento strade
(Kg/anno)
89.740
Ingombranti
(Kg/anno)
120.460
Tot. RD
(Kg)
1.354.475
Tot. Rifiuti
1.998.775
Percentuale RD
(%)
67,77
Percentuale RD+ing.Rec.
(%)
67,77
Pro capite annuo
(Kg)
395,01
Pro capite RUInd 2009
(Kg/ab*giorno)
0,235
Variazione pro capite (%)
RUInd 2009-2008
3,070
Pro capite RSpazz. Strade 2009
(Kg/ab*giorno)
0,049
Variazione pro capite (%)
Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008
(Kg/ab*giorno)
40,000
Pro capite Ring 2009
(Kg/ab*giorno)
0,065
Variazione pro capite (%)
Ring 2009-2008
0,000
Pro capite RD 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
RD 2009-2008
Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti a smaltimento 2009-2008
Pro capite Rifiuti totali 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti totali
0,733
-0,543
0,349
6,402
1,082
1,501
Comune di Osio Sopra, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo]
59
3 – PAESAGGIO E AMBIENTE
60
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP
Il PTCP individua il territorio di Osio Sopra nell’unità di paesaggio relativa alla
porzione sud-
occidentale del territorio bergamasco.
L’unità di Paesaggio n. 24 appartiene alla “Alta Pianura asciutta tra Brembo e Serio”.
L’unità ambientale rappresenta un vasto ambito che fa riferimento al paesaggio dei ripiani diluviali
e dell’alta pianura asciutta bergamasca, ed al paesaggio delle valli escavate; si tratta di un vasto
ambito corrispondente a livello fondamentale della pianura compreso tra il terrazzo fluviale del
Brembo e il corso del fiume Serio.
Il terreno è costituito da aree drenanti, prive di morfogenesi attiva, costituite da ghiaie a matrice
sabbiosa, con irregolari intercalazioni di lenti sabbiose, spesso oggetto di attività estrattiva. I suoli
risultano bruni, mediamente profondi e ad elevata pietrosità. “L’assetto del paesaggio agrario
discende dalle bonifiche operate in epoca storica con la scomparsa delle aree boscate primigenie a
favore delle coltivazioni irrigue e seccagne. Sporadici elementi di sopravvivenza del paesaggio
naturale sussistono solo in coincidenza dei solchi fluviali dei maggiori fiumi. Il disegno del
paesaggio agrario presenta, seguendo l’evoluzione recente, una notevole dinamica evolutiva che
configura assetti agrari sempre meno caratterizzanti nel loro disegno distributivo; …a tale
considerazione si aggiunge la forza eversiva del fenomeno urbano: … l’affollamento della trama
infrastrutturale degli equipaggiamenti tecnologici, dell’urbanizzazione di strada o di espansione del
già consistente tessuto insediativi storico delinea una situazione paesaggistica fortemente
compromessa e resa emblematica dall’aspetto ormai ruderale delle molte cascine disperse nella
campagna.”
[Fonte: PTPR, Piano del Paesaggio Lombardo, Volume II]
Infatti le principali arterie infrastrutturali della provincia solcano questo tratto di pianura alterando
quella che era l’originaria dinamica evolutiva urbana “a gemmazione” e favorendo una
proliferazione degli insediamenti secondo una logica “a pettine o a schiera” lungo le vie di
comunicazione indipendentemente da riferimenti storici d’appoggio.
“E’ dunque un paesaggio impoverito nelle sue dominanti naturali, dove lo sfoltimento delle cortine
arboree, delimitanti i terreni di coltura, mette ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri.
Singolare invece e quasi unico l’assetto paesaggistico dell’alveo del Serio, … non incassato ma
compreso entro un largo greto ghiaioso”.
Il settore di pianura in oggetto, risulta un ambito a prevalente connotazione insediativa e
strutturale, con una limitata pausa agricola sul lato meridionale.
Grossi centri urbanizzati di origine radiale, insediamenti industriali e commerciali tra i più grossi
della provincia creano il tessuto connettivo principale di questo ambito.
Le aree libere residue dell’agricoltura presentano i caratteri dell’alta pianura bergamasca,
interessate dalle emergenze fuori scala dei grossi insediamenti produttivi che comunque
caratterizzano il paesaggio.
61
La fascia parallela dell’ambito del Brembo risulta caratterizzata da una ricca dotazione arborea.
Le grandi strade di attraversamento, l’autostrada Milano-Bergamo e la ferrovia Treviglio-Bergamo,
convergono tutti sulla città che, assieme alla catena delle Prealpi Orobiche, viene percepita dai
tratti lasciati liberi dalle numerose costruzioni quali suggestivo fondale.
La porzione di territorio più centrale e che arriva fino al Serio è molto più omogenea, con ambiti
aperti della Pianura, interessati da agricoltura intensiva con modeste connotazioni d’ambito.
I corsi d’acqua presenti ricalcano un andamento nord-sud rimarcati dal fiume Serio.
Altri elementi di impronta storico-culturale e di caratterizzazione del paesaggio sono rappresentati
dal Fosso Bergamasco, ancora visibile quale segno che rappresentava il confine tra il dominio
Lombardo-Veneto e quello milanese, ed il tracciato storico della Strada Francesca, che
storicamente non ha mai rimarcato in maniera specifica un itinerario solo di tipo commerciale,
bensì un collegamento di più vasta portata territoriale che si appoggiava ai punti di miglio guado
dei corsi d’acqua che solcavano il territorio. Questa porzione di territorio è interessata per lo più da
coltivazioni agricole attuate da aziende in genere di discrete dimensioni, insediate in grosse cascine
che caratterizzano ancora la struttura del paesaggio.
Centri urbanizzati distribuiti sul territorio hanno mantenuto uno sviluppo radiale a partire dal
nucleo originario.
L’impianto arboreo acquista un particolare significato nel disegno della struttura territoriale.
Localizzazione del Comune di Osio Sopra all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.24” (Fonte: PTCP Provincia di Bergamo)
62
3.2. I PRINCIPALI PAESAGGI VEGETALI DELL’ALTA PIANURA BERGAMASCA
Il paesaggio dell’Alta Pianura Bergamasca è costituito da un mosaico di ambienti: campi, siepi,
giardini, parchi, margini stradali, incolti, rudereti e discariche, calpestii, prati aridi, “boschine” ed
altro ancora, caratterizzati da specifiche condizioni ecologiche che hanno selezionato propri
consorzi vegetazionali.
Le fisionomie che interessano l’area in esame si possono suddividere in due ambiti:
1. vegetazione semi-naturale: fortemente condizionata dalla presenza e dall’opera dell’uomo,
ma che presenta una composizione flogistica e una struttura più vicina al quadro naturale.
Essa conserva e raccoglie le specie di maggior pregio naturalistico e quindi costituisce
l’ambito vegetale più bisognoso di attenzioni sia in senso conservativo che di valorizzazione
e di ampliamento;
2. vegetazione sinantropica: direttamente originata dall’azione antropica. Essa svolge un ruolo
positivo nel contesto dei cicli ecologici degli elementi, l’ossigeno, ad esempio, emesso da un
infestante è pari a quello prodotto da una specie autoctona. Dal punto di vista
paesaggistico e naturalistico, è di minor interesse perché costituita da piante banali,
distribuite in modo pressoché omogeneo nelle aree urbanizzate, della fascia temperata dei
due emisferi.
Il rapporto di estensione tra le aree a vegetazione semi-naturale e quelle a copertura sinantropica
può essere utilizzato come indice di qualità ambientale.
Le aree a vegetazione semi-naturale sono a distribuzione puntiforme e frammentarie, mentre le
aree a vegetazione sinantropica interessano la maggior parte della superficie territoriale, ulteriore
testimonianza del rilevante disequilibrio ecologico dei luoghi, che necessitano di appropriate ed
urgenti misure di “restauro” ambientale.
3.2.1. La vegetazione semi-naturale
3.2.1.1. La siepe
La siepe viene definita dall’inventario forestale francese come la “struttura boscata, lineare,
irregolare, con lunghezza minima di 25 m, larghezza massima di 10 m, contenente almeno tre
alberi il cui diametro a 1,30 m dal suolo sia uguale ad almeno 7,5 cm e contenente in media un
albero di detta taglia ogni 10 m”.
Più semplicemente una siepe, per essere tale, dev’essere formata da uno strato molto denso di
cespugli bassi, da alcuni cespugli alti e da una vegetazione erbacea ai suoi lati.
Le siepi sono un elemento fortemente significativo nel paesaggio rurale dell’Alta Pianura
Bergamasca.
Per secoli le siepi hanno caratterizzato le aree agricole e assunto un fondamentale ruolo nella vita
contadina, quali fonti di materie prime: legna, foglie, strame, bacche, piante medicinali.
63
Le siepi sono la dimora di piante e animali selvatici e, per l’elevato numero di ambienti e nicchie
ecologiche che accolgono, presentano una rilevante diversità biologica.
La siepe dunque ha una ricchezza faunistica e floristica paragonabile a quella di un bosco, ma la
raccoglie in una superficie lineare di pochi metri quadrati, un “concentrato di natura” che
arricchisce la campagna.
Tra le altre funzioni che le siepi svolgono, soprattutto nel territorio dell’Alta Pianura, è quella di
sostenere le rive dei corsi d’acqua. Proteggendo i bordi e consolidando il fondo con il fitto apparato
radicale, alberi e arbusti evitano che il letto del corso d’acqua venga eroso con conseguenti
problemi di funzionalità delle reti idriche.
Le alberature piantate lungo i fossi e le rogge d’irrigazione non intralciano la lavorazione dei campi
e al tempo stesso sono le più produttive perché possono disporre con continuità di acqua e di sali
minerali disciolti.
La siepe, inoltre, ombreggia il corso d’acqua, ostacolando la crescita delle erbe acquatiche che, se
troppo rigogliose, tendono ad intasarne il letto.
Le siepi dell’Alta Pianura Bergamasca possono essere divise in base alla loro origine e al loro ruolo
ecologico e naturalistico in tre gruppi:
•
le siepi originate dal ridimensionamento di un bosco originario, divenute rarissime e per il
loro valore di riserve biogenetiche andrebbero salvaguardate integralmente;
•
le siepi dovute alla crescita spontanea su aree non sfruttate, come scarpate e terreni
particolarmente sassosi, cresciute ai confini di proprietà, su pietraie, presenti soprattutto
nei territori verso il Serio;
•
le piantagioni eseguite in funzione di nuove attività economiche, ad esempio le siepi a
gelso, o a protezione del vento.
3.2.1.2. I fontanili
Il confine meridionale dell’area in esame tocca la fascia di affioramento delle risorgive o fontanili.
La conseguenza più evidente a livello del paesaggio vegetale, è la comparsa, a sud della Strada
Francesca, di macchie boscate, assenti a settentrione del tracciato stradale. Nel territorio di
Spirano, Pognano e Urgnano persistono alcune esigue superfici interessate da consorzi arbustivi e
arborei che si discostano nettamente dal contiguo passaggio agrario, ormai convertito in una
monotona ed omogenea steppa cerealicola. Le macchie boscate si localizzano ai margini della testa
dei fontanili. Le cortine arboree seguono per tratti più o meno estesi il cavo che si diparte dalla
testa e che conduce alla risorsa idrica verso i coltivi.
Nell’area planiziale compresa tra i fiumi Serio e Brembo, i consorzi arborei che accompagnano i
fontanili, sono i lembi di vegetazione seminaturale più ricche di relitti floristici e faunistici
dell’originaria copertura forestale.
64
3.2.2. La vegetazione sinantropica
La flora e la vegetazione spontanea presente in ogni città sono determinate dalla posizione
geografica del centro abitato e dalle vicende storiche e culturali dei suoi abitanti.
La vegetazione dell’ecosistema urbano è soggetta a continui cambiamenti sia nel numero delle
specie, sia nella loro frequenza. La città infatti, è un ambiente profondamente mutevole e vario,
dove la flora e la vegetazione spontanea possono subire profonde variazioni anche nell’arco di un
unico periodo vegetativo.
Le condizioni ecologiche dell’ecosistema urbano sono seriamente condizionate dall’azione antropica
e dalla continua manomissione delle aree. Tali dinamiche determinano una diminuzione della
competizione delle specie perenni, quelle tipiche del territorio in esame, a vantaggio di specie
effimere a ciclo biologico breve, le terofite. Queste ultime, grazie al rapido succedersi delle loro
generazioni, rappresentano la forma biologica più frequente e più concorrenziale nella riconquista
dei biotopi alterati. Nelle città, inoltre, si registra un aumento dei valori della temperatura media e
della nuvolosità, mentre diminuiscono l’umidità relativa e la velocità del vento.
L’esistenza di molte piante sinantropiche è pertanto legata, non al territorio circostante, quanto ai
fattori climatici della città.
3.2.2.1. I tipi di associazione vegetale delle aree urbane
L’antropizzazione del territorio, particolarmente intensa nella fascia di pianura a sud di Bergamo,
ha creato nuovi habitat ai quali corrispondono diversi tipi di associazione vegetale.
I più rappresentativi e maggiormente evidenti sono:
•
la vegetazione dei luoghi calpestati, le cui specie si sono ben adattate al particolare habitat
costituito dagli ambienti calpestati o ricoperti dall’asfalto e dal cemento (sentieri e margini
di campi, marciapiedi, luoghi di passaggio di persone ed animali);
•
la vegetazione dei muri a secco: lungo gli angoli che i muri formano con i marciapiedi
s’insediano specie particolarmente resistenti, le fessurazioni, permettono l’infiltrazione
dell’acqua, proveniente dal marciapiede e da linee preferenziali di scorrimento sui muri,
assicurando un sufficiente apporto idrico;
•
la vegetazione dei tappeti erbosi delle aiuole, dei giardini, dei parchi: queste aree verdi
sono d’origine artificiale, le specie utilizzate per la costituzione di questi tappeti erbosi
appartengono alla famiglia delle graminacee. A queste essenze vengono a volte aggiunte
specie miglioratrici del terreno o piante ornamentali. Ogni singola specie ha evoluto
caratteristiche specifiche per un particolare ambiente, perciò, secondo che si tratti di un
giardino di una casa privata, di un campo da calcio, di un parco o di un’aiuola spartitraffico,
vengono utilizzate essenze diverse;
65
•
la vegetazione degli ambienti ruderali. L’associazione vegetale in esame comprende erbe
effimere: erbe annuali, bienni e perenni che si sviluppano in prossimità degli insediamenti
umani, ma anche in aperta campagna, su mucchi di terra o calcinacci e sui bordi delle
strade. E’ specializzata per i terreni messi a nudo di recente, come quelli presenti presso i
cantieri o nelle aiuole spartitraffico non ancora traseminate. Il suolo di queste aree
rimescolato, arricchito di breccia, sabbia, rifiuti di edilizia, privo di orizzonti o con debole
stratificazione presenta una reazione debolmente acida o neutra a causa della costante
azione antropica, la quale frena, o addirittura impedisce, l’instaurarsi di processi pedogenici
naturali;
•
i consorzi d’erbe annuali, bienni e perenni, delle colture sarchiate (campi di mais, orti, …),
delle colture di cereali, dei prati falciabili. Le condizioni ecologiche di queste aree sono
caratterizzate da un rapido e drastico cambiamento: mentre all’inizio della germinazione
delle verdure negli orti e del mais nei campi sarchiati l’ambiente è aperto e luminoso, nel
pieno dello sviluppo della coltura il medesimo ambiente diviene buio e umido, a causa della
densa e compatta struttura delle piante coltivate. Le specie infestanti si sono bene adattate
a questo mutamento ambientale, sanno resistere alle successive lavorazioni, fioriscono,
fruttificano e spargono i propri semi prima della raccolta delle piante coltivate. L’uso dei
diserbanti chimici non le ha eliminate, ha ridotto sì il numero delle specie, ma
contemporaneamente ne ha selezionato un gruppo assai resistente che si moltiplica
velocemente in gran numero.
[Fonte: Paesaggio vegetale dell’alta pianura bergamasca – a cura della Banca della Bergamasca – Credito
Cooperativo - Sede di Zanica]
66
3.3. L’AREA DALMINE-ZINGONIA
3.3.1. Il manto vegetale naturale
La morfologia del territorio, prima degli interventi di bonifica operati dall’uomo, era più mossa di
quanto oggi possiamo osservare: a zone leggermente sopraelevate e asciutte si alternavano deboli
depressioni in cui era comune il ristagno delle acque. La varietà morfologica era accentuata dalla
presenza dei corsi d’acqua minori e dalla valle del Brembo.
L’articolazione del territorio determinava la differente composizione della foresta di latifoglie.
Nelle aree più alte, con terreno ricco di ciottoli, arido e permeabile, il querceto presentava una
maggior frequenza di roverella, acero campestre e altre essenze adatte a suoli caldi e asciutti,
nelle bassure, con falda idrica più superficiale e suoli più sottili, erano invece più comuni la farnia,
l’olmo e il carpino bianco. Nelle zone con acqua superficiale di ristagno si collocavano le alnete,
consorzi formati dall’ontano nero, mentre lungo i corsi d’acqua si distribuivano le cortine argentate
dei salici frammisti ai pioppi e agli ontani. La foresta di latifoglie originaria presentava rispetto ai
residui querceti planiziali attuali condizioni di maggior freschezza e accoglieva specie vegetali che
oggi possiamo osservare a quote maggiori, quali il faggio, il tiglio nostrano e nello strato erbaceo,
il mirtillo, il ciclamino e il mezereo.
Con la rivoluzione neolitica e la messa a coltura dei terreni, la foresta iniziò la sua progressiva
destrutturazione: con il fuoco e il taglio si aprirono chiarie e radure, l’ambiente dominato dagli
spazi chiusi della selva lasciò il passo al paesaggio aperto dei coltivi e delle piante erbacee.
Il diradamento della vegetazione forestale ha determinato l’aumento dei livelli di illuminazione e di
temperatura e la diminuzione dell’umidità atmosferica. Le nuove condizioni hanno favorito il
diffondersi di specie arboree ed arbustive più adatte alle nuove condizioni, nocciolo, biancospino,
melo, pero e altre pomoidee, e la scomparsa degli alberi più esigenti rispetto all’umidità
atmosferica e la freschezza del suolo, come il faggio e il tiglio nostrano.
3.3.2. Dalla foresta al paesaggio agrario tradizionale
La trasformazione dell’originaria foresta di latifoglie nell’attuale paesaggio agrario, caratterizzato
dal prevalere delle colture cerealicole e foraggere su ogni altro tipo di espressione della copertura
vegetale, è passata attraverso un processo lento, articolato in una serie di quadri ambientali e
culturali.
Intorno al Mille, il quadro è quello di un’area ormai messa per ampi tratti a coltura. Le selve, erano
di limitate proporzioni e generalmente costituite da boschetti di querce e/o castagni sottoposti a
periodico taglio. Erano scomparse da tempo le ampie foreste che ancora caratterizzavano la bassa
pianura padana. Capillare era la presenza dei castagneti, sia da taglio che da frutto, oggi
completamente scomparsi. Il loro valore era tale che negli atti viene spesso citato il numero degli
67
esemplari presenti in ogni appezzamento. La pianta, diffusa nel periodo romano, interessava nel
medioevo tutta la pianura bergamasca e la sua distribuzione era così significativa che il nome di
molte superfici agrarie derivava dal castagno.
Tra il XIII e il XVI secolo il paesaggio agrario presentava ancora boschi cedui di querce e
castagneti tra i quali si distribuivano campi coltivati, i vigneti e i prati. I cereali utilizzati erano per
lo più di qualità scadente, non molto diffusoil frumento, normalmente coltivato misto alla segale, e
poi il miglio, il panico, il farro, la spelta e altri ancora, il cui maggior pregio era la resistenza alle
intemperie.
Diffusissima era la coltivazione della vite, altra coltura, come quella dei cereali minori, ormai
scomparsa nell’area in esame. La vite si collocava sulle zone più rilevate, dossi e motte, con terreni
ricchi di ciottoli, asciutti, nei catasti spesso indicati con i toponimi Gera, Gerone, Gerrone, Gerra, …
Altre colture, ora scomparse, erano quelle della canapa, del lino e del guado. Quest’ultima coltura,
tipica dei terreni fertili ed irrigui, era finalizzata alla produzione di Rubia tinctoria, una rubiale dalle
cui foglie si ricava un colorante esportato nell’intera Europa, assorbito dalla fiorente industria
laniera bergamasca, utilizzato per tingere la lana in azzurro o per la preparazione del fondo per la
tintura in nero.
Un’altra fase di profondo cambiamento del paesaggio agrario si ebbe a partire dalla seconda metà
del XVII secolo, quando, richiamando le parole dello storico Gabriele Rosa “decadde assai la
pastorizia e la viticoltura, si estese alle montagne elevate la coltura della biada, andò eliminandosi
la coltivazione del miglio, delle fave, delle rape, dell’orzo, e si propagò rapidamente quella del
mais, melgotto, o grano turco e quella dei gelsi, e dell’uso del riso”.
La tendenza a seminare sempre più granoturco determinò una rapida eliminazione della
coltivazione del miglio e della melega. L’alimentazione contadina finì per mutare radicalmente e,
per il progressivo impoverimento della popolazione rurale, quasi si limitò alla sola polenta, anche
se diversamente cucinata, e questo portò alla diffusione di quell’autentica piaga delle nostre
campagne che fu la pellagra.
L’introduzione del gelso, inizialmente rallentata per le impegnative spese necessarie alla sua messa
a dimora e per il danno provocato dall’ombra, determinò tra la fine del Seicento e l’inizio del
Settecento un radicale cambiamento del paesaggio agrario.
All’inizio il gelso venne collocato nei luoghi marginali alle coltivazioni, ma successivamente
conquistò ogni spazio: ripe, orti, broli, cortili e i coltivi, alternandosi con i suoi filari alla vite o alle
colture erbacee. Le sue fronde coprivano a perdita d’occhio le campagne.
Tra Settecento e Ottocento la campagna si presentava alberata come in poche altre fasi della sua
storia, viti maritate a olmi e aceri campestri, filari di salici e gelsi, siepi vigorose con biancospini,
querce, platani, pioppi; rogge affiancate da ontani e salici, a cui si alternavano macchie boscate sui
terrazzi più vicini al Brembo, nelle aree più umide e sui rovari, parcelle rettangolari strette e lunghe
68
che separavano i campi creati per il progressivo accumulo dei sassi emersi dal coltivo con le
arature. I rovari erano colonizzati da boschine di essenze termo-xerofile, orniello, roverella,
bagolaro, acero campestre, pungitopo, emero e altre ancora, adatte al substrato ghiaioso che
spesso era sopraelevato rispetto all’adiacente piano di campagna.il paesaggio agricolo tradizionale
si è conservato fino agli anni ’50 del secolo scorso, come documentano le foto aeree dell’Istituto
Geografico Militare (IGM) scattate nel 1954.
A partire dagli anni ’70 la meccanizzazione dell’agricoltura, la perdita del valore economico delle
siepi e delle aree boscate, l’espansione degli aggregati urbani, degli insediamenti industriali e delle
infrastrutture viarie, hanno radicalmente semplificato il paesaggio agrario che è andato sempre più
assumendo l’aspetto di Kulturesteppe, steppa di cereali, utilizzato dai botanici tedeschi per
descrivere le spoglie pianure centroeuropee.
3.3.3. Il paesaggio attuale
Nel paesaggio attuale predominano le coltivazioni di mais, seguite dal frumento e dalla soia.
In forte regressione invece i prati falciabili.
Nelle ripe e nelle aree marginali a vegetazione seminaturale lo strato arboreo e arbustivo è
dominato soprattutto dalla robinia, specie esotica di origine nord-americana.
Meno frequenti, ma più infestanti sono l’ailanto e la buddleia, ambedue di origine cinese, e la
cremasina uva-turca dell’America del Nord. Numerose altre specie esotiche risultano essere ormai
comuni nelle siepi e tra i filari delle campagne. A queste specie infestanti, che nulla hanno a che
fare con la vegetazione potenziale della zona, si uniscono anche essenze autoctone: sambuco,
nocciolo, salici, olmo minore, pioppo nero e sanguinella.
Nel paesaggio attuale della pianura, assumono un significato particolare le residue superfici
boscate, le siepi e le cortine vegetali che affiancano i corsi d’acqua naturali e i canali.
Valore di particolare pregio assumono i boschi Astori, Blu, e dell’Itala, che rappresentano le ultime
aree boscate tra il Brembo e il Serio.
Il potenziamento del patrimonio boschivo nelle aree maggiormente depauperate può contribuire ad
aumentare il valore ecologico dell’area considerata.
69
3.4. L’AGENDA 21 LOCALE DELL’ISOLA BERGAMASCA E DELL’AREA DALMINE ZINGONIA
Con il vertice delle Nazioni Unite sull’Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio De Janeiro nell’anno 1992,
nasce il documento di “Agenda 21 – piano d’azione per il XXI secolo”.
Tale documento si prefigge di rendere operativo il concetto di “Sviluppo Sostenibile”, attraverso
strategie tese ad indirizzare lo sviluppo umano del XXI secolo secondo i principi della
sostenibilità.
Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse,
l’andamento degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i mutamenti istituzionali
sono in reciproca armonia ed incrementano il potenziale attuale e futuro di soddisfazione dei
bisogni e delle aspirazioni umane.
I principali contenuti del documento sono:
1. Dichiarazione di principio: le città europee per un modello urbano sostenibile: si
sottolinea la necessità di perseguire la giustizia sociale, l’equità economica, la sostenibilità
ambientale anche a scala locale;
2. la Campagna delle città europee sostenibili: si invita ad essere parte attiva nella
promozione della rete europea;
3. l’impegno nel processo di Agenda 21 a livello locale: piani locali d’azione per un
modello urbano sostenibile, in cui si definisce come fondante la partecipazione delle
comunità locali alla definizione e promozione delle iniziative.
Nell’anno 2007 si sono costituiti ufficialmente nell’ ”Associazione dei Comuni per l’Agenda 21
Isola Bergamasca e dell’area Dalmine-Zingonia” i 21 Comuni che ne disegnano il territorio:
- Bonate Sotto, Bottanuco, Calusco d’Adda, Carvico, Filago, Madone, Presezzo, Solza, Sotto il
Monte e Villa d’Adda (10 Comuni dell’Isola Bergamasca);
- Boltiere, Comun Nuovo, Levate, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Verdellino, Verdello, Lallio,
Zanica e Dalmine, che è l’ente capofila del processo di Agenda 21 (11 Comuni dell’area di
Zingonia).
Sempre nell’anno 2007, l’Agenda 21 ha avviato i seguenti progetti:
1. predisposizione di una serie di Integrazioni ai Regolamenti Edilizi per la sostenibilità, proposte a
tutti i comuni;
2. impostazione di un bando di gara con parametri di bioedilizia per la cessione di un’area pubblica
vincolata alla edificazione sostenibile nel comune di Bonate sotto;
70
3. gestione di una rete di acquisti verdi coordinati (materiale di cartoleria, elettronica, ristorazione
abitualmente utilizzato dagli uffici comunali, alla cui scelta applicare criteri ecologici) nell’area
Dalmine – Zingonia;
4. presentazione al bando di finanziamento “Piano dei tempi e degli orari” della Regione Lombardia
di un progetto di conciliazione dei tempi dei trasporti pubblici e nuove modalità di trasporto per i
comuni in area Dalmine-Zingonia a favore del genere femminile, dei giovani degli anziani e degli
immigrati;
5. partecipazione del comune di Dalmine al tavolo Regione-Provincia per la definizione del Piano di
Azione Locale per Kyoto e partecipazione ai tavoli regionali energia e mobilità sostenibile;
6. programmazione e affiancamento ai docenti della scuola media di Comun Nuovo per l’avvio di
un processo educativo che porti a conoscenza dei ragazzi le tematiche affrontate da Agenda 21 e li
coinvolga nella definizione di buone pratiche di gestione della scuola e del Comune.
71
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
4 – SISTEMA INSEDIATIVO E
PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO
72
4.1. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE
La popolazione del Comune di Osio Sopra al 31.12.2010 è pari a 5.115 unità, con un numero di
famiglie pari a 1.961.
Nell’anno 1991 gli abitanti erano 3.491 e le famiglie 1.172.
Dal 1991 al 2008 la popolazione ha registrato un incremento del 44,20% (+ 1.543 abitanti; 2,60%
annuo), mentre le famiglie hanno registrato un incremento del 66,13% (+ 775 famiglie; 3,89%
annuo).
Nell’anno 2001 gli abitanti erano 4.077 e le famiglie 1.503.
Negli ultimi nove anni successivi al censimento del 2001 la popolazione ha avuto un incremento del
25,46% (+ 1.038 abitanti; 2,83% annuo), mentre le famiglie un incremento del 30,47% (+ 458
famiglie; 3,39% annuo).
73
4.2. IL TERRITORIO COMUNALE
Il territorio di Osio Sopra appartiene alla Provincia di Bergamo ed è inserito nel “Comprensorio
dell’Isola Bergamasca”.
Dista circa 12 Km dal capoluogo al quale è collegato tramite la ex Strada Provinciale n. 525, che
collega Bergamo al territorio milanese.
Partendo da Nord e muovendosi in senso orario, il territorio comunale confina con i seguenti
comuni: Dalmine (Nord); Levate (Est); Osio Sotto (Sud) e Filago (Ovest).
Il territorio comunale si estende per 5,03 Kmq ed è posto ad un’altitudine media pari a 182 m
s.l.m., con un livello minimo di 176 m s.l.m. ed un’altitudine massima pari a 199 m s.l.m..
L’escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 23 metri.
Posto nella parte settentrionale della Pianura Bergamasca, tra la Ex SS 525 “del Brembo” ad est ed
il Fiume Brembo ad ovest, e compreso tra i centri insediativi di Dalmine a nord e di Osio Sotto a
sud, il comune è attraversato, con andamento sud-ovest/nord-est, dall’ autostrada A4 MilanoVenezia che divide il territorio in due distinte parti.
Il territorio è interessato dal bacino imbrifero del Fiume Brembo e dalla presenza della Roggia
Brembilla che ne segue parallelamente il corso.
Osio Sopra è un centro agricolo e industriale dell’alta pianura bergamasca situata tra i fiumi
Brembo e Serio.
Il centro storico ha pressoché mantenuto inalterata la struttura morfologica originaria.
Oltre al nucleo del centro storico di Osio Sopra, sono di importanza rilevante anche i nuclei della
Cascina Capra e della Cascina Vailata.
74
4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE
Dal punto di vista delle rilevanze architettoniche, l’ambito territoriale in esame è caratterizzato
dalla presenza di diverse testimonianze del passato.
Elenco delle principali rilevanze architettoniche e urbanistiche presenti nel territorio:
In ordine alla presenza di beni architettonici e culturali si segnalano:
•
la Parrocchiale S. Zenone Vescovo e Martire, già presente nel 1155. L’attuale edificio
venne edificato in sostituzione della chiesa più antica. L’opera fu realizzata in soli tre anni
(dal 1774 al 1777). La facciata, insieme al sagrato, ora inesistente poiché demolito, fu
ricostruita nel 1926. L’edificio racchiude opere pittoriche di buon pregio di pittori lombardi.
Si racconta inoltre che questo edificio sacro venne edificato con il materiale di un antico
castello, di cui ora non esistono resti;
•
il Santuario B.V. della Scopa (Madonna della Scopa), come per la Chiesa
Parrocchiale, anche per questo Santuario, la testimonianza documentaria riporta all’anno
1155, dove si attesta la presenza di una chiesetta campestre dedicata a S.Maria e
localizzata in un’area agricola sul confine con Levate e Osio Sotto. Questa chiesetta,
spesso oggetto di contesa tra i Comuni di Osio Sopra e Osio Sotto, è senza dubbio sul
territorio di Osio Sopra, come rilevato dai documenti del 1155 e del 1392. Inizialmente,
l’edificio aveva dimensioni ridotte, per poi essere più volte ampliato, l’ultima delle quali
all’inizio del XX Secolo, quando assunse l’attuale configurazione. Molto caratteristiche sono
le sue pareti, completamente dipinte. La tradizione vorrebbe far risalire il nome al fatto
che la Madonna dovette intervenire direttamente per pulire il vecchio edificio sacro
lasciato in uno stato di abbandono.
•
Villa Camozzi – Andreani (detto Palazzo delle"Gigine"), la villa si presenta come un
edificio isolato, sormontato da una torretta, protetta da un piccolo perimetro murario, nel
cuore del paese, incorniciata dal verde di un piacevole parco. La struttura è costruita su
tre piani, con un fronte porticato con colonne di arenaria, rivolto sull’ampio cortile interno
accuratamente pavimentato con la tipica “rizzata lombarda”. Il Palazzo venne edificato nel
XVIII secolo come sede della biblioteca.
•
Tra gli altri edifici e complessi architettonici si deve ricordare la Casa Raspalupo;
75
•
Tra i complessi industriali si ricorda la “Filanda e filatoio G. Schroeder e C.”, ora “Jet
Seta” in località Rasica, sulla roggia Brambilla.
In origine si trattava di una segheria, dal 1865 al 1870 gli Schroeder vi costruirono prima
una filanda, poi un filatoio, dopo la Prima Guerra passò al Conte Orsi Mangelli che fallì
verso il 1970. Oggi "Jet Seta" è specializzata nella torcitura di fibre artificiali e sintetiche;
•
Tra i nuclei rurali a carattere permanente e cascine, che nell’ambito del territorio agricolo
rivestono un significato paesistico, sono da segnalare:
Casa Brolis, Casa del Gatto, Casa Noris, Cascina Bianca, Majera, Miranghetto e Selva.
•
Anche le santelle, i manufatti per la regolazione delle portate dei fossi irrigui e numerose
altre presenze, connotano il paesaggio di questo tratto di pianura che, nonostante i
massicci
cambiamenti
intercorsi
negli
ultimi
anni,
è
ancora
possibile
scoprire
allontanandosi per un istante dalle direttrici di traffico principali;
•
Tra i manufatti va ricordata la passerella sospesa sul fiume Brembo che collega le due
sponde del fiume (Filago-Osio Sopra).
•
Si ricorda anche la presenza di un fossato che apparteneva al castello medioevale
demolito nel XVIII Secolo.
•
Tra le presenze archeologiche rinvenute sul territorio si segnalano:
- Necropoli golasecchiana (V sec. a.C.)
In località Podere Casello - data e modalità di ritrovamento: 1891, fortuite per scassi
agricoli;
- Tombe longobarde in località Oratorio di S.Pietro - data e modalità di ritrovamento:
prima del 1819,fortuite per lavori edili.
76
5 – MOBILITA’
77
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
5.1 LA RETE VIARIA
Posto nella parte settentrionale dell’alta pianura bergamasca, tra la SP ex SS 525 “del Brembo” ad
est ed il Fiume Brembo ad ovest, e compreso tra i centri insediativi di Dalmine a nord e di Osio
Sotto a sud, il Comune è attraversato, con andamento sud-ovest/nord-est, dall’ autostrada A4
Milano-Venezia che ne divide il territorio in due distinte parti.
Percorsi della mobilità pesante:
La S.P. ex S.S. 525 “del Brembo” è stata trasferita di competenza alla Provincia di Bergamo in data
01.10.2001, ai sensi dell’art.1, comma 2 del D.P.C.M. 21.02.2000.
E’ classificata in base il Codice della Strada come “Categoria C-extraurbana secondaria”, ai sensi
dell’art.3 della L.R. 9/2001, come “Strada d’interesse provinciale P1” nel tratto: dal confine del
Comune di Bergamo al confine con la Provincia di Milano. Ha una lunghezza complessiva di Km
9+411. Il suo percorso interessa i Comuni di Bergamo, Lallio, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto,
Boltiere, Pontirolo Nuovo e Canonica d’Adda.
In particolare, il territorio di Osio Sopra ne è attraversato dal Km 6,966 al Km 8,570.
Il territorio comunale è inoltre attraversato dall’asse dell’Autostrada A4 Milano-Venezia che separa
l’ambito urbano posto a nord da quello produttivo posto a sud della stessa.
Si segnala la presenza di punti critici nelle intersezioni tra la viabilità primaria e quella urbana, in
parte risolti mediante rotatorie sulla Ex SS 525, e cavalcavia sulla A4.
Percorsi della mobilità dolce:
Va segnalata la presenza di una pista ciclo-pedonale lungo Corso Italia, che corre parallela alla
Autostrada A4 Milano-Venezia.
78
Nel riquadro giallo si può notare il territorio di Osio Sopra
[Fonte: tavola n. e3_3i, PTCP della Provincia di Bergamo]
79
6 – QUALITA’ DELL’ARIA
80
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
6.1. ASPETTI CLIMATICI
La zona di studio dal punto di vista delle caratteristiche climatiche, si colloca nella zona a “clima di
tipo prealpino” (Gavazzeni, 1957); si tratta di un clima di transizione tra quello alpino e quello
temperato continentale padano.
Per quanto riguarda la pluviometria, dallo studio “Carta delle precipitazioni medie, minime e
massime annue del territorio lombardo” di Massimo Ceriani e Massimo Carelli (Regione Lombardia,
12/1999), si può constatare che il territorio comunale rientri nella fascia con precipitazioni medie
annue (riferite al periodo 1891-1990) compresa tra i 1050 e i 1100 mm con valori minimi compresi
tra i 700 e i 750 mm.
Per quanto riguarda invece le temperature e le precipitazioni i dati più recenti si riferiscono alla
stazione meteo più vicina: bergamo (centralina Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di
Stezzano).
La stazione si trova a circa 6 Km di distanza dal centro abitato di Osio Sopra.
La tabella di seguito riportata è stata prodotta grazie ai dati forniti dall’Istituto Sperimentale per la
Cerealicoltura – Sezione di Bergamo, nel periodo compreso tra il 1958 e il 2008.
81
Nei cinque decenni successivi esaminati (1958-1967; 1968-1977; 1978-1987; 1998-2007), il valore
medio delle precipitazioni annue tende a diminuire gradualmente dai 1228 mm/anno del primo
decennio ai 1083 mm/anno dell’ultimo.
Nella tabella successiva vengono invece indicati i valori puntuali delle precipitazioni medie mensili
misurati nella stazione meteorologica di Bergamo, sulla base dei dati forniti dalla rete di rilevazione
del Servizio Idrografico del Po nel periodo 1921-1950.
Dal confronto con i dati rilevati dall’Ufficio Idrografico del Po, emerge la conferma della tendenza
ad una riduzione generalizzata degli apporti meteorici annui con incrementi esclusivamente nei
mesi di Agosto e Ottobre.
Relativamente all’andamento delle temperature nell’arco dell’anno, si fa riferimento ai dati messi a
disposizione sempre dall’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura – Sezione di Bergamo per il
periodo compreso tra il 1951 e il 2008.
Da tali valori si è stimato il valore della temperatura media mensile e quello della temperatura
media annua (12,8°C); gennaio risulta il mese più freddo (media 2,4°C) ed è luglio il mese più
caldo (23,0°C); l’escursione termica media annua è di 20,6°C.
82
83
[Fonte: “Bozza della Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”,
redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali]
84
6.2. INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Nel definire il grado di qualità dell’aria e conseguentemente il suo livello di inquinamento, è
opportuno ricordare la distinzione fra “emissione” e “concentrazione” di sostanze inquinanti.
Per emissione si intende qualsiasi sostanza, solitamente gassosa, introdotta nell’atmosfera che
possa causare inquinamento atmosferico; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno.
Per concentrazione si intende il rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e volume
dell’effluente; generalmente essa viene espressa in mg/m3.
Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Osio Sopra è stato utilizzato
l’Inventario Regionale delle Emissioni “INEMAR” (Inventario Emissioni Aria) nella sua versione più
aggiornata riferita all’anno 2005 - dati finali settembre 2007.
Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la
classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in
atmosfera dell’Agenzia Europea per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air).
1. combustione per produzione di energia e trasformazione dei combustibili;
2. combustione non industriale;
3. combustione nell’industria;
4. processi produttivi;
5. estrazione e distribuzione di combustibili;
6. uso di solventi;
7. trasporto su strada;
8. altre sorgenti mobili e macchinari;
9. agricoltura;
10. altre sorgenti e assorbimenti.
Per ciascun macrosettore vengono di norma presi in considerazione diversi inquinanti, sia quelli
che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto
considerati gas ad effetto serra, ed in particolare:
•
Ossidi di Zolfo (SOx);
•
Ossidi di Azoto (NOx);
•
Composti Organici Volatili non Metanici (COVNM);
•
Metano (CH4);
•
Monossido di Carbonio (CO);
•
Anidride Carbonica (CO2).
•
Ammoniaca (NH3);
•
Protossido d’Azoto (N2O);
•
Polveri totali sospese (PTS) o polveri con diametro inferiore ai 10/2,5 µm (PM 10 /PM 2,5).
85
I dati sono stati elaborati al fine di definire i contributi delle singole sorgenti all’inquinamento
atmosferico. Per i principali inquinanti sono state valutate le loro principali fonti emissive all’interno
del Comune di Osio Sopra.
Sul territorio comunale non vi sono centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria.
Le centraline fisse più vicine sono quelle localizzate nei Comuni limitrofi di Damine, Osio Sotto e
Filago.
6.2.1. Campagna di rilevamento dell’inquinamento atmosferico
E’ stata effettuata una campagna mobile di rilevamento dell’inquinamento atmosferico, condotta
dal Dipartimento Provinciale di Bergamo dell’ARPA, 3 anni fa.
Scopo della campagna era di monitorare la qualità dell’aria per valutare l’inquinamento atmosferico
dell’intero territorio comunale.
A tale fine, in accordo con il Comune, il laboratorio mobile è stato posizionato presso le scuole e
presso la zona industriale.
86
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO
E RADON
87
7.1. RUMORE
L'inquinamento da rumore è oggi uno dei principali problemi che condizionano negativamente il
benessere pubblico.
Per inquinamento acustico si intende l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o
nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo
per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti,
dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli
ambienti stessi.
Il rumore è quindi un fenomeno che condiziona non solo il benessere umano, ma anche lo stato
delle matrici ambientali.
La Legge Quadro in materia (L. 447/95) assegna ai Comuni il compito di suddividere il territorio in
classi acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.),
stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili.
Lo strumento di pianificazione che attua tale classificazione è il Piano di Zonizzazione Acustica, che
disciplina l'uso del territorio e vincola le modalità di sviluppo delle attività su di esso svolte, al fine
di armonizzare le esigenze di protezione dal rumore e gli aspetti riguardanti la pianificazione
territoriale e il governo della mobilità.
Le classi di destinazione acustica generalmente previste sono le seguenti:
- classe I - Aree particolarmente protette
- classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale
- classe III - Aree di tipo misto
- classe IV - Aree di intensa attività umana
- classe V - Aree prevalentemente industriali
- classe VI - Aree esclusivamente industriali
Il comune di Osio Sopra è dotato del Piano di Zonizzazione Acustica, redatto ai sensi del D.P.C.M.
01.03.1991, dai Dott.ri Renato Caldarelli e Sergio Morandi dello “Studio Associato Eurogeo” di
Bergamo.
88
7.1.1. Classificazione acustica del territorio di Osio Sopra
•
la classe I (colore verde chiaro) coincide con le aree particolarmente protette, con limite
massimo diurno pari a 50 dB e notturno pari a 40 dB;
•
la classe II (colore verde scuro) coincide con le aree prevalentemente residenziali, con
limite massimo diurno pari a 55 dB e notturno pari a 45 dB;
•
la classe III (colore rosa) coincide con le aree di tipo misto, con limite massimo diurno
pari a 60 dB e notturno pari a 50 Db;
•
la classe IV (colore marrone) coincide con le aree di intensa attività, con limite massimo
diurno pari a 65 dB e notturno pari a 55 dB;
•
la classe V (colore bordò) coincide con le aree prevalentemente industriali, con limite
massimo diurno pari a 70 dB e notturno pari a 60 dB;
•
la classe VI (colore blu) coincide con le aree esclusivamente industriali, con limite
massimo diurno pari a 70 dB e notturno pari a 70 dB.
[Fonte: Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale di Osio Sopra,
redatto dai Dott.ri Renato Caldarelli e Sergio Morandi dello “Studio Associato Eurogeo”]
89
7.2. ELETTROSMOG
Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non
ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti
radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della
rete di distribuzione, ecc.
L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e
propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese
e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente.
Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti,
senza un’effettiva diffusione su scala territoriale.
Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in:
•
fonti che generano campi ad alta frequenza (100kHz - 300GHz): comprendono impianti per
radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia
cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e
per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar;
•
fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz - 100kHz): comprendono
elettrodotti per la distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad
altissima, alta, media e bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine
di trasformazione dell’energia elettrica, ecc.
Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la
potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse
e quindi del campo elettromagnetico generato.
I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si
misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla
sorgente.
Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici:
In condizioni normali
[3 MHz < f<3000 MHz]
Nel caso di prossimità di edifici
adibiti a permanenze prolungate
(maggiori di 4 ore)
Intensità campo elettrico
[V/m]
Intensità campo magnetico
[A/m]
20
0,05
6
0,016
90
In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde
elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra
manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto
quelli più ricchi di acqua.
Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo (Fonte: Arpa Lombardia –Dipartimento di Bergamo)
91
Nel territorio comunale di Osio Sopra transitano quattro elettrodotti.
- uno di potenza 380 kV (di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA);
- uno di potenza 130 kV (di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA);
- uno di potenza 130 kV(di proprietà Edison);
- uno di potenza 220 kV(di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA).Sono presenti tre
antenne di telefonia (delle Società: 3, Vodafone e Wind), tutte sono poste sulla torre piezometrica
sita sul Viale del Santuario.
Inoltre, vi è la presenza di un’antenna radioamatoriale, sita in Via Maccarini.
Le distanze di rispetto dagli elettrodotti sono fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 23.04.1992, con riferimento alle linne elettriche aeree a 132 kV, 220 kV e 380 kV, si
adottano rispetto ai fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che comporta tempi di
permanenza prolungati, le seguenti distanze da qualunque conduttore della linea:
linee a 132 kV < FT101 > + ≥ 10 m
linee a 220 kV < FT101 > + ≥ 18 m
linee a 380 kV < FT101 > + ≥ 28 m
Il D.M. 29.05.2008 elenca i dati di calcolo delle distanze e stabilisce che è il proprietario/gestore
della linea che deve comunicare l’ampiezza delle fasce di rispetto.
92
7.3. RADON
La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal
fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo
maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor).
Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta
dal decadimento dell'uranio.
E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore;
esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato.
Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce
della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc.
Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un
ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa
principale di elevate concentrazioni di radon.
Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è
moderatamente solubile in essa.
Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da
pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene
talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria.
Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie.
Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma
quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per
la salute.
La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che
passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio
e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più
rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle
abitazioni ed edifici in genere.
La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in
funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con
l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo
particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.
Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni
aumenta di molto il rischio di tumore polmonare.
In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di
radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla
Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità
93
per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la
riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti.
Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa
un livello di riferimento di 500 Bq/m3.
Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad
un ambiente di lavoro.
In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3.
In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle
concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una
rete di monitoraggio di 3650 punti di misura.
Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o
cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee
ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologicomorfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente
indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è
assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea.
I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon indoor
nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese.
Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti.
Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005
Per quanto riguarda il Comune di Osio Sopra, non sono state effettuate indagini sul
territorio.
94
7.4. ENERGIA
Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo
sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali.
I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio di Osio Sopra, possono essere suddivisi
nei seguenti macro temi:
•
consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita
dalla“Enel Gas”, dipartimento di Calcinate (Bg);
•
consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è servito da una rete di
elettrodotti gestiti da Enel S.p.a., dipartimento di Treviglio, inoltre, dal mese di settembre
2007, il Comune di Osio Sopra ha aderito al “Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto”,
con sede a Verona;
•
produzione di energia: non sono presenti nel Comune centrali per la produzione di energia.
Sul territorio comunale si registra la presenza di n. 23 impianti solari/fotovoltaici installati per uso
privato, secondo quanto riportato dal sito www.atlasole.gsel.it.
Legenda:
da 1 a 39 impianti
[Fonte: www.atlasole.gsel.it]
95
[Fonte: www.atlasole.gsel.it]
I consumi di energia rappresentano un utile indicatore per indirizzare le politiche amministrative in
materia di ambiente al fine a:
- promuovere e incentivare il risparmio energetico;
- limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera.
In seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale può
decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati
relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti
capo a diversi gestori.
Per tale motivo non è stato possibile recuperare dati rappresentativi relativi ai consumi di gas
metano sul territorio di Osio Sopra, ma saranno fatti oggetto di opportuna integrazione, non
appena saranno forniti dai gestori (Enel Gas) e costituiranno elementi da individuare quali
indicatori per la fase del monitoraggio.
96
In merito ai consumi di energia elettrica, i dati relativi all’energia elettrica forniti da:
“Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto”, sono:
1. estratti dei contratti di fornitura anni 2007 e 2008, ovvero da quando il Comune di Osio
Sopra ha aderito al “Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto” (settembre 2007).
In tali estratti sono riportate le condizioni di fornitura applicate a tutti i soci.
2. i consumi mensili dal mese di settembre 2007 al mese di dicembre 2008 delle utenze
comunali.
Estratto contratto di fornitura di energia elettrica anno 2007
[Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto]
97
Estratto contratto di fornitura di energia elettrica anno 2008
[Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto]
98
Consumi mensili dal mese di settembre 2007 al mese di dicembre 2008
delle utenze comunali di Osio Sopra.
[Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto]
99
8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO
100
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR)
Il sistema industriale è caratterizzato anche da un’azienda a Rischio di Incidente Rilevante (RIR)
(D.Lgs. 334/99 e s.m.i.).
Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate
sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale
per il territorio in caso di incidenti rilevanti.
Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che
prevedano, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda informativa
per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di Sicurezza che garantisca la giusta
informazione alla cittadinanza.
Nel Comune di Osio Sopra è presente un’azienda la cui attività rientra nel campo di applicazione
del D.Lgs 334/99 e successive modifiche e integrazioni.
L’azienda R.I.R. in questione è la “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.”
situata lungo la S.P. 525, presso la zona industriale, che conta un numero di 200 dipendenti.
I dati di pericolosità delle lavorazioni, ai sensi del D.Lgs. 334/99, rientrano nell’art. 5 comma 2, art.
6 e art. 8 del medesimo decreto.
La valutazione del Rapporto di Sicurezza, per il quale è in corso l’aggiornamento di valutazione, ha
conseguito parere favorevole con prescrizioni dal Comitato Tecnico Regionale (prot. 7655 del
18.07.2002).
L’azienda opera nell’industria chimica – settore gas tecnici.
L’area coperta dell’insediamento è di mq 27.500; l’area scoperta di mq 187.000.
Nell’insediamento sono presenti:
•
area adibita alla produzione, movimentazione e stoccaggio di ossigeno, azoto e argon,
ricavati per frazionamento dell’aria;
•
area adibita alla produzione, movimentazione e stoccaggio di gas tecnici di vario tipo
(infiammabili e/o tossici);
•
laboratorio chimico per analisi e campionature dei gas e delle miscele speciali;
•
reparti per altre attività (officina manutenzioni, magazzino, servizi generali, reparto collaudi,
mensa, …).
Le movimentazioni dei gas tecnici sono effettuate a mezzo autobotti, camion per trasporto
bombole, carri bombolai.
Esiste inoltre una movimentazione di ossigeno-gas ricavato dalla produzione di base convogliato
all’esterno a mezzo gasdotti.
L’attuazione del Piano di emergenza prevede procedure di intervento specifiche per reparto, con
sala di controllo presidiata 24/24 ore, nonché il servizio portineria 24/24 ore, e impianto
antintrusione.
101
La rete idrica antincendio è alimentata da vasca di raccolta di 500 mc di capacità; sono inoltre
installati sistemi automatici di abbattimento delle fughe di gas (tossici, infiammabili, asfissianti) e di
incendio.
Nella tipologia di scenario incidentale i Comuni di Osio Sopra, Dalmine e Levate sono interessati
dalla dispersione di sostanze tossiche e da sovrapressione da esplosione. Osio Sopra e Levate
anche da irraggiamento da incendio.
Non si ritengono invece credibili eventi incidentali ambientali.
8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)
La stessa azienda “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” è soggetta
all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005.
102
8.3. AREA IN VIA DI DISMISSIONE
Scheda descrittiva dell’area censita
Codice Istat: 016152
Codice identificativo dell’area: 1615201
Riferimenti cartografici relativi all’area dismessa:
Estratto del volo aerofotografico del 2003
Estratto del Mosaico Informatizzato degli strumenti Urbanistici Comunali
103
Scheda descrittiva dell’area censita
LEGENDA:
Profilo di accessibilità dell’area rispetto alla rete infrastrutturale
104
Scheda descrittiva dell’area censita
Ultima attività economica: tessile
Superficie area dismessa: 8.000 mq
Dismissione: parziale
Tipo area: in via di dismissione
Collocazione rispetto al contesto insediativo:
Profilo di accessibilità dell’area rispetto alla rete infrastrutturale:
[Fonte: Ricognizione dello stato delle aree dismesse e in via di dismissione in provincia di Bergamo Dossier a schede descrittivo delle aree censite. Università degli studi di Bergamo – Centro studi sul
territori - (aprile 2008) - D.A.I.S.S.I.L.]
105
8.4. AMIANTO
La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la
salute degli occupanti. Infatti se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è
improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto.
Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, si verifica
un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale; analogamente se il materiale è in cattive
condizioni, o se è altamente friabile, le vibrazioni dell’edificio, i movimenti di persone o macchine,
le correnti d’aria, possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale.
In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica che non consistono necessariamente
nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto (quale ad esempio il confinamento
temporaneo).
Per quanto riguarda la Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito da
coperture in cemento amianto. Sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento
effettuato sul territorio di Milano nel 2005, si era potuto stimare che in Lombardia era presente un
quantitativo complessivo di coperture contenenti amianto, pari a circa 22,6 kmq.
Con D.G.R. n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto
Lombardia (PRAL), con lo scopo appunto di effettuare una mappatura e un censimento
dell’amianto presente sul territorio regionale (entro il termine del 2008) in modo da poter dare
avvio alla eliminazione dell’amianto dal territorio lombardo, sotto qualsiasi forma, entro il 2015.
I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono:
- telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 mt .s.l.m.;
- censimento della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in collaborazione
con i Comuni e le Province.
Per il Comune di Osio Sopra, non è mai stato eseguito un censimento dell’amianto. Secondo
quanto comunicato dall’Ufficio Tecnico Comunale, negli immobili pubblici non risulta essere
presente l’amianto.
Tuttavia è possibile constatare la presenza, seppur sporadica, di alcune coperture in eternit su
edifici privati.
A fronte di un’indagine più approfondita, una delle scelte strategiche della Pubblica
Amministrazione potrebbe essere quella di attivare un sistema di incentivazione per la rimozione
delle rimanenti coperture contenenti amianto (eternit).
106
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI
AMBIENTALI
107
Nell’ambito della predisposizione del “Documento di scoping” è stata formulata una
sintesi dello stato attuale dell’ambiente che non ha subito rilievi nel corso della prima
conferenza di verifica e che qui di seguito si riporta unitamente all’individuazione delle
problematiche e degli obiettivi.
108
9.1 QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI
OBIETTIVI
Il PGT dovrà mirare a:
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
-utilizzare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, delle questioni
connesse all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle
problematiche della potabilità delle acque sotterranee;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
-dare massima attenzione agli interventi che possono incidere sulle problematiche
ambientali, e sviluppare l’istruzione/formazione in campo ambientale;
-perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee;
-monitorare le modalità di recupero degli ambiti di cava;
-salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la rete idrografica
presente sul territorio;
-valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla capacità delle reti a sostenere
i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la dotazione.
TEMATICA GEOMORFOLOGICA, IDROLOGICA E IDRAULICA
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
1
-La situazione della tematica geomorfologica, idrologica ed idraulica presenta le seguenti
problematiche:
-Allo stato attuale si segnala che è in corso di compilazione lo studio geologico
comunale e del Reticolo Idrico Minore, le cui predisposizioni sono state affidate al Dott.
Geol. Carlo Pedrali.
-Non si evidenziano, in particolare, elementi di criticità relativi agli insediamenti esistenti
e agli ambiti di prossimità.
-Andranno verificate le capacità dell’acquedotto in ordine alle previsioni insediative
future.
-Si evidenzia la necessità di interventi atti a contenere la percentuale complessiva di
perdite della rete acquedottistica.
-Risulta necessario mantenere il controllo della situazione dei pozzi d’acqua potabile e
degli ambiti di rispetto in quanto ubicati all’interno degli ambiti edificati.
-Appare di significativa importanza la verifica sulla situazione delle cave dismesse e delle
cave ancora attive.
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
109
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
TEMATICA DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE
Il PGT dovrà mirare a:
-individuare elementi migliorativi dell’organizzazione della raccolta al fine del
contenimento delle problematiche derivanti dai rifiuti;
-usare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le eventuali produzioni di
sostanze e di reflui inquinanti;
-non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di
rifiuti pericolosi ed inquinanti;
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
2
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Non vi sono criticità legate al fabbisogno di depurazione dei reflui.
110
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
- La situazione della tematica paesaggistica-naturalistica
problematiche:
presenta le seguenti
Il PGT, in generale, dovrà mirare a:
-conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso
un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento
degli elementi che caratterizzano il territorio;
-perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del
patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia,
l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili.
-migliorare la qualità ambientale e la tutela del patrimonio naturale mediante
l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a normativa di salvaguardia
ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione
della biodiversità;
-valorizzare il paesaggio ed il patrimonio culturale;
-utilizzare in modo efficace la normativa di salvaguardia e di valorizzazione;
-sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare
l’istruzione e la formazione in campo ambientale.
TEMATICA PAESAGGISTICA-NATURALISTICA
Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica
presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e
riqualificazione:
-valorizzazione ambientale,e, per le parti compromesse e recuperabili, ricomposizione
ambientale;
-mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e fruitivo.
3
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Allo stato attuale si segnala la mancanza dello Studio Geologico comunale, già indicato
nelle schede precedenti.
111
- La situazione della tematica dei sistemi insediativi e dei servizi e patrimonio storicoarchitettonico presentano le seguenti problematiche:
Il PGT dovrà mirare a:
-tutelare e riqualificare il centro storico;
-dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi interni
all’edificato;
-conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico-culturale con interventi di
valorizzazione dei tessuti di antica formazione del capoluogo e dell’edificato storico delle
frazioni;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli
elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati nel quadro del
sistema ambientale paesistico;
-proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle
attività produttive ma anche degli impianti civili;
-contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative,
ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere e mirati interventi di
riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli
ambiti urbanizzati;
-contenere il consumo di risorse non rinnovabili.
4
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Necessità di potenziamento sia del nodo di centralità mediante la riorganizzazione, sia
dei servizi e delle funzioni pubbliche interconnesse tra l’ambito di centro storico e
l’ambito urbano.
-Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di
riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce” che rapporti l’ambito del
centro storico con il sistema degli insediamenti urbani.
-Carenza delle aree e di organizzazione del sistema dei parcheggi.
TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
112
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
- La situazione della tematica mobilità presenta le seguenti problematiche:
di
di
la
di
TEMATICA MOBILITA’
Il PGT dovrà mirare a:
-migliorare la viabilità di distribuzione urbana e prevedere attrezzature e servizi
supporto alla mobilità;
-completare i percorsi ciclo-pedonali già presenti all’interno del centro urbano;
-proteggere l’atmosfera attraverso lo snellimento e la razionalizzazione dei flussi
mobilità, che dovranno, a loro volta, eliminare alcune non necessarie percorrenze e
formazione di stazionamenti e rallentamenti con conseguenti aumenti dei carichi
emissioni acustiche ed atmosferiche.
5
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Rilevante traffico sulla viabilità principale.
-Necessità di dotazione di spazi di sosta in alcune parti dell’ambito urbano.
113
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
- La situazione della tematica qualità dell’aria presenta le seguenti problematiche:
TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA
Il PGT dovrà mirare a:
-contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento
dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione
complessiva della mobilità;
-promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto;
-realizzare il raccordo delle due viabilità principali al fine di alleggerire la situazione di
inquinamento dell’aria sul tratto della viabilità principale in attraversamento;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei
provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera;
-sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale.
6
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Rilevante traffico nelle ore di punta sulla viabilità principale.
-Si rileva una forte incidenza del traffico veicolare sulla qualità dell’aria relativamente
alla presenza dell’Autostrada A4 Milano-Venezia.
-Nel territorio comunale non sono da segnalare problematiche odorifere, se non relative
ad una ditta di verniciatura posta nella zona industriale, in Via Termini.
114
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
-La situazione della tematica inquinamento acustico ed elettromagnetico e radon
presenta le seguenti problematiche:
-Non si evidenziano particolari problematiche relative al’inquinamento elettromagnetico.
TEMATICA INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON
Il PGT dovrà mirare a:
-contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento
dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico;
-ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
-sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale.
7
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Relativamente all’inquinamento acustico si segnala una problematica situazione dovuta
ai flussi di traffico sulla viabilità di attraversamento principale e soprattutto per la
presenza dell’Autostrada A4 Milano-Venezia.
115
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
-La situazione della tematica rischi tecnologici e amianto presenta
problematiche:
le seguenti
TEMATICA RISCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO
Il PGT dovrà mirare a:
-prevedere, in termini di disciplina generale e d’indirizzo, indicazioni per il contenimento
dei consumi energetici;
-disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a rischio
d’inquinamento;
-ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili;
-impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione;
-gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le sostanze e i rifiuti
pericolosi/inquinanti;
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e
sotterranee;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
-proteggere l’atmosfera;
-ridurre l’inquinamento acustico.
8
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Presenza di impianti produttivi a rischio nell’immediata vicinanza delle aree urbanizzate.
116
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi generali, obiettivi specifici, azioni di piano
117
10.1. IL PGT DI OSIO SOPRA QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE
POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’ URBANA E
DELLA VITA
Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle
strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Osio Sopra intende porre alla base della propria
azione politico-programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle componenti
sociali ed economiche della Comunità e in funzione della quale la pianificazione urbanistica deve
definire:
•
gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere,
•
la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi di supporto e
di accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri
qualitativi del territorio, del paesaggio e della qualità della vita.
In questo senso il Documento di Piano:
•
definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle
scelte di sviluppo,
•
individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si
intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere;
•
determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo;
•
indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle
infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e
l’accessibilità;
•
determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la
qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.
Il PGT, inoltre, propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla
salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e
riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive.
118
10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT
Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle
componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità
riscontrate, nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili sui
quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
La proposta di Documento di Piano del Comune di Osio Sopra articola gli obiettivi generali di
pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il
processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie.
Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano, sono i
seguenti:
•
assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo;
•
assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore terziario-direzionale e
commerciale;
•
organizzazione urbana dei servizi;
•
sistemi della mobilità e delle infrastrutture;
•
sistema del “verde fruibile”;
•
sistema ambientale-paesistico e reti ecologiche;
•
definizione del sistema percettivo della città – i sistemi paesistici e le “porte di accesso”-;
•
efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali.
A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere
specifico da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT.
119
10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP
Il Documento di Piano, quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e
delle scelte del PGT, fa propri i criteri individuati dal 2° comma dell’art. 1 della Legge Regionale
12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della programmazione
e pianificazione urbanistica del territorio di Osio Sopra, individuandone le seguenti declinazioni:
SUSSIDIARIETA’
Il PGT riconosce nella “sussidiarietà”, sia “verticale” che “orizzontale”, il principio fondamentale e il
metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le
Istituzioni, – nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei
Cittadini, delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato
ed efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli
interventi di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale.
DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA
I principi di “differenziazione” e di “adeguatezza” vengono assunti come declinazione del principio di
sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento:
•
alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti
pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala
degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della
programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale
costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con
particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e
agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al
controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che
dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace
attuazione della Pianificazione Locale.
•
alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni
del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla
necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le
previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico.
PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE
I principi di “partecipazione” e “collaborazione” vengono assunti quale principale riferimento
nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei
rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare:
•
la “partecipazione” viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali
procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di
presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi, ma come essenziale necessità di
disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di
istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello
120
strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della
Comunità.
•
la “collaborazione” viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei
rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come
antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del
processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato
se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità, tenuto conto anche delle nuove
possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della
perequazione, ecc.
EFFICIENZA
L’attuazione del principio di “efficienza” vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla
predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il
minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari
fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato
tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita.
Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la
flessibilità, la perequazione e la compensazione.
SOSTENIBILITA’
Il PGT deve mirare ad una “pianificazione sostenibile” i cui presupposti necessari sono così
sintetizzabili:
•
•
•
•
•
caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma
anche socio-economiche che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari
prevedere;
programmazione di una qualità degli spazi pubblici con un’organizzazione chiara e sicura
degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e
ricchezza delle relazioni;
definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni
urbane sempre più di qualità;
“conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di
nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici,
affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città;
utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia determinate dai fattori climatici
locali.
FLESSIBILITA’
Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della
flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta
adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione.
Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione
classica “statica” dell’urbanistica, si deve relazionare alla complessità dei fenomeni proponendo
programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio.
121
PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE
Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di
impegni, di diritti e di doveri, per cui le necessità del “pubblico” e della collettività non vadano a
gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi.
ACCESSIBILITA’
Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili.
L’”accessibilità” è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul
territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi, dagli
elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica.
IDENTITA’
L”’identità” di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, dall’
apprezzamento degli stessi attraverso l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei
luoghi e sulla partecipazione dei soggetti.
Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo
di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità.
L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia
arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori
già strutturati.
Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta
attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi
riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa
rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili.
QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI
Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al
tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente,
prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico,
ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste .
In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città
consolidata.
Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei
“paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di
intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali.
Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso
delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio.
Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire
possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che
dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione
piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni
all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia..
122
10.4. LE AZIONI DI PIANO
Con il termine “azioni di Piano” si intendono percorsi e metodi ben definiti che servono per guidare
e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal Documento di
Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato obiettivo.
Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “azioni” che il Documento di
Piano individua sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate.
Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni.
I quadri sinottici che seguono sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi
costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi specifici e Azioni di Piano.
Essi rappresentano la sintesi dei passi percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo
logico elaborato.
Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano.
Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente documento, che muovono dagli atti
della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali rappresentano
indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione di dettaglio sviluppata nel Piano delle
Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della progettazione urbanistica.
123
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
OBIETTIVI GENERALI
Adeguare
l’offerta
residenziale alle previsioni di
crescita della popolazione,
valutata in rapporto alla
“dimensione
qualitativa
ottimale” della Comunità.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Opzione
di
crescita
Il Documento di Piano prevede un
residenziale
contenuta
dimensionamento prevalentemente riferito alle
rispetto alle potenzialità che
previsioni di carattere endogeno con modeste
integrazioni quantitative al fine di garantire una
il territorio può presentare.
crescita demografica sostenibile all’interno del
- Creare condizioni abitative
territorio comunale, limitando quindi le
in termini qualitativi e
A01
previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a
quantitativi adeguate per le
garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che
classi sociali presenti, in
nasceranno all’interno della popolazione già
modo da soddisfare la
presente e ad una domanda esogena
domanda determinata dalla
contenuta non richiamata da fenomeni di
crescita prevista di nuove
marketing immobiliare.
famiglie.
Tutela dei “sistemi della qualità” che
A02 caratterizzano il territorio comunale come
“invarianti urbanistiche”.
Contenere le quote di nuovi
suoli
da
destinare
a
residenza.
Minimizzare il consumo di
suolo.
Il
Documento
di
Piano
prevede
il
completamento
dell’edificazione
esistente
mediante trasformazione di ambiti marginali al
A03 centro edificato.
Infatti prevede n. 2 Ambiti di Trasformazione
Residenziale, circoscritti, in grado di intervenire
sulla riorganizzazione dei bordi urbani.
A04
Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel
Centro Storico.
Intervenire per il recupero e
la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi.
patrimonio esistente.
Recuperare le aree degradate e le aree
A06 produttive dismesse interne al tessuto
urbanizzato.
Promuovere interventi di completamento in
Utilizzare
prioritariamente A07 aree libere all’interno del centro edificato.
gli spazi interstiziali al
gli
eventuali
completamenti
Indirizzare
tessuto già urbanizzato nelle
A08 urbanizzativi mediante il completamento di
zone di frangia.
ambiti posti a margine del centro edificato.
124
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
-Confermare gli insediamenti esistenti salvo le
aree di possibile riqualificazione relative ad
ambiti di prossimità incompatibili con i tessuti
residenziali.
A09 -Individuare la normativa specifica per gli
eventuali interventi di sostituzione delle attività
produttive presenti con nuove attività
produttive negli insediamenti confermati al fine
di garantire la compatibilità urbanistica.
Mantenere
le
aree
a
destinazione
produttiva,
sottraendo tali ambiti da
possibili
interventi
di
trasformazione.
Monitorare le aziende
rischio ambientale.
- Garantire gli attuali livelli
di occupazione per gli
addetti/attivi nel territorio.
- Minimizzare il consumo di
suolo garantendo il riutilizzo
a fini produttivi delle aree
di
eventuali
oggetto
dismissioni.
-Prevedere interventi di riconversione per i soli
insediamenti non urbanisticamente compatibili
o dismessi e, anche in questo caso, solo se in
situazioni di incompatibilità.
-Prevedere n. 3 Ambiti di Trasformazione a fini
degli
Produttivi,
localizzati
a
margine
insediamenti produttivi esistenti nella porzione
est del territorio comunale.
-Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è finalizzata
principalmente alla utilizzazione di aree esterne
A10
al piazzale necessarie alle attività produttive
presenti sul territorio del Comune di Osio
Sotto, con previsione minima di possibilità
edificatoria.
L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie ma
solo la possibilità per l’azienda (SIAD) di
realizzare un’area di sosta autocisterne
utilizzando
l’accesso
all’area
aziendale
realizzato contestualmente alla formazione
della rotatoria sulla SP 525.
Si segnala la presenza di un’industria a Rischio
di Incidente Rilevante (R.I.R.), che rientra
anche negli impianti soggetti ad Autorizzazione
Garantire il controllo sia in
Integrata Ambientale (A.I.A.), la “S.I.A.D.
a
merito al suo inserimento A11 Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” per
la produzione/deposito di gas tecnici, situata
ambientale e alla sicurezza.
lungo la SP 525, presso la zona industriale.
Nella disciplina del Piano delle Regole è
contemplata la norma specifica.
125
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE TERZIARIO E DIREZIONALE E ORGANIZZAZIONE DELLE
POTENZIALITA’ DEI SERVIZI E DELLE ATTREZZATURE SOVRACOMUNALI
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
OBIETTIVI GENERALI
Incrementare
l’attrattività
del sistema distributivo di
vicinato
per
trattenere
maggiormente all’interno del
territorio
la
domanda
commerciale dei residenti,
soprattutto
per
quanto
concerne
il
settore
alimentare e degli elementi
di prima necessità e per la
formazione di condizioni di
maggiore attrattività ai fini
della
rivitalizzazione
del
Centro Storico.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il
sistema distributivo di vicinato esistente,
Tutelare le funzioni di
riconosciuto nel suo fondamentale ruolo
vicinato
a
livello
A12 urbanistico di motore delle relazioni e delle
commerciale
(piccola
e
riqualificazioni dello spazio urbano e come
media distribuzione).
servizio di interesse generale, soprattutto per
la popolazione più anziana.
Valorizzare e creare nuovi percorsi di “mobilità
dolce” per una connessione delle aree esterne
con il nucleo di centralità, in condizioni di
A13
qualità e di sicurezza, individuando percorsi
analoghi per connettere i territori dei Comuni
Migliorare
l’accessibilità
limitrofi.
all’ambito
di
centralità
urbana dove risiede la
Individuare ulteriori aree di parcheggio di
maggior parte del sistema
corona per il nucleo di centralità e definire
distributivo di vicinato.
sistemi appetibili di accessibilità ciclopedonale
A14 per
favorire
la
fruizione
dell’offerta
commerciale in un contesto di positiva
appetibilità ambientale e a basso impatto
veicolare.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Valutare la possibilità di retrocedere gli
“standard impropri”, al fine di acquisire risorse
A15
per il miglioramento della struttura dei servizi
di effettiva utilità.
Definire
normative
specifiche
per
il
raggiungimento degli obiettivi strategici di
A16
compensazione, perequazione, sussidiarietà e
adeguatezza.
Assicurare una adeguata
Migliorare e/o integrare i
Utilizzare ulteriori spazi all’interno della fascia
dotazione,
qualità
ed
servizi pubblici o di interesse
fluviale per realizzazare attrezzature al servizio
accessibilità ai servizi per
A17
pubblico
del tempo libero e della fruizione della “qualità
tutte le tipologie di utenze.
spondale”.
Potenziare la rete ciclopedonale anche
A18 all’interno delle aree urbanizzate per abbattere
i carichi di mobilità veicolare interna.
Definire un sistema di riorganizzazione della
struttura della mobilità in rapporto alla
A19
riorganizzazione dei flussi di attraversamento
del territorio per i collegamenti “intercentro”.
126
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
Promuovere
la
qualità
ambientale
(riduzione
dell’inquinamento acustico e Migliorare il sistema della
atmosferico) e la fruizione in mobilità.
sicurezza
dell’ambiente
urbano.
AZIONE DI PIANO
Individuare nuove e diverse gerarchie della
viabilità in grado di regolare organicamente i
flussi veicolari in funzione delle capacità di
traffico delle infrastrutture ed in funzione delle
A20
destinazioni d’uso del territorio, per consentire
la razionalizzazione dei flussi, con positiva
ricaduta sulla qualità ambientale complessiva
del territorio e sul sistema della viabilità locale.
Effettuare interventi di ridefinizione tecnica,
paesistico-ambientale e funzionale dei singoli
percorsi al fine di orientare il traffico verso
l’utilizzo delle sedi preordinate a ciascuna
A21 specifica funzione (attraversamento, mobilità
interna e/o “di destinazione”, ecc) e di rendere
appetibili i percorsi destinati alla mobilità dolce
interna e alla valorizzazione delle funzioni
aggregative degli spazi urbani aperti.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Potenziare lo “spazio complessivo del verde
pubblico attrezzato”, connettendo ove possibile
con una rete pedonale e ciclabile di raccordo i
A22
vari singoli spazi ed evitare la creazione di
spazi verdi frazionati difficilmente gestibili e
Assicurare
adeguata
godibili dalla cittadinanza.
dotazione,
qualità
ed Integrare e razionalizzare il
accessibilità alle aree di verde fruibile.
Inserire il sistema dei verdi pubblici in un più
verde pubblico.
vasto sistema di “verde fruibile” costituito non
A23 solo dalle aree pubbliche ma anche da una
serie di percorsi interni ai grandi spazi verdi
ambientali e naturalistici presenti sul territorio.
127
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Mantenere
le
realtà
agricole
locali,
favorendone lo sviluppo in forme compatibili
A24
con la rilevanza ambientale e paesistica dei
luoghi.
Promuovere un’articolazione
del “territorio rurale” che
Promuovere forme anche innovative di attività
individui
le
aree
da
connesse a quella agricola che possano
intendersi come “ambiti
contribuire
al miglioramento della redditività
Mantenere e valorizzare le
agricoli produttivi” e quelle A25 delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio
attività agricole presenti sul
alle quali assegnare una
sotto il profilo dell’economia rurale compatibile
territorio.
preliminare funzione come
e dell’innovazione.
“ambito
di
valore
Valutare la possibilità di integrare forme di
paesaggistico ambientale ed
supporto
alle attività agricole collateralmente
ecologico”.
alle prospettive connesse ad una fruizione
A26
ambientale e paesistica dei territori rurali
anche mediante il potenziamento delle attività
agri-turistiche.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE-PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Tutelare e valorizzare le presenze storicoRafforzare l’identità dei siti e
dei
luoghi
urbani
e A27 paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi
di culto, della storia e della natura).
potenziare le opportunità
culturali e di fruizione per gli
Individuare e classificare la presenza di
A28
abitanti.
fabbricati connotativi dell’architettura rurale.
Salvaguardare e valorizzare
le componenti ambientali
locali, che determinano i
valori dell’identità storica e
del paesaggio locale.
Tutelare tutte le componenti
Definire le classi di sensibilità paesistica del
simboliche,
morfologiche,
territorio, al fine di tutelare e valorizzare la
ambientali e percettive che
A29 componente del paesaggio anche attraverso la
contribuiscono
alla
tutela e la riqualificazione dei percorsi di
definizione del paesaggio
interesse paesaggistico.
locale.
Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli
i
valori
Salvaguardare
ambiti da riservare a parco, anche d’interesse
e A30
ambientali,
biologici
sovracomunale, in particolare salvaguardare e
naturalistici.
valorizzare il sistema delle acque superficiali.
Favorire la creazione di un sistema continuo di
A31 aree verdi mediante la definizione e il
Riequilibrare l’ecologia del
Conservare e incrementare
potenziamento della rete ecologica comunale.
territorio, aumentandone la
la biodiversità
capacità di autodepurazione.
Tutelare gli ambiti di valenza paesisticoA32
ambientale.
128
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
DEFINIZIONE DEL SISTEMA PERCETTIVO DELLA CITTA’
I SISTEMI PAESISTICI E LE “PORTE DI ACCESSO”
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Riqualificazione delle fasce
spazi
laterali
e
degli
Definire la possibile ricomposizione e
Riconsiderare e migliorare la “residuali” e non progettati,
riqualificazione degli episodi edificati già
A33
viabilità territoriale dal punto ancora presenti lungo i
esistenti.
di vista paesaggistico.
percorsi
della
viabilità
Inoltre,
è
importante principale.
considerare il tema delle
Progettare la sistemazione e la valorizzazione
“porte di accesso” come uno
A34
degli spazi residuali attestati sull’asse viario
dei
capisaldi
della
della SP 525.
percezione della qualità
urbana e, caratterizzare in Creazione dei punti di vista
possono
essere A35 Riqualificare i fronti industriali ed i fronti
forma innovativa l’approccio che
edificati prospettanti sulla strada provinciale.
paesistico
al
territorio percepiti e assumere ruoli
significativi per l’immagine
urbanizzato.
Tutelare e valorizzare i coni visivi verso le
A36
urbana.
emergenze iconografiche.
A37
Vietare la cartellonistica pubblicitaria.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10
PROMOZIONE E ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
E IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Contenere
i
consumi
Definire una regolamentazione energetica degli
energetici e ridurre gli
Indirizzare gli interventi di impatti ambientali degli A38 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del
Piano delle Regole.
trasformazione edilizia ed edifici residenziali/produttivi
urbanistica verso risultati di
di
Definire
una
regolamentazione
reale e positiva sostenibilità. Contenere i consumi idrici e
contenimento dei consumi idrici degli edifici
ridurre gli impatti ambientali
A39
nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
degli edifici residenziali e
delle Regole.
produttivi
Eliminare i carichi indotti A40 Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili
e/o di combustibili a basso impatto ambientale.
Promuovere il contenimento sull’ambiente
esterno
dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione
Promuovere la salubrità complessiva del sito e
territorio comunale.
edilizia e dall’utilizzo e
A41
dell’ambiente urbano nel quale è collocato
gestione dei fabbricati.
l’insediamento residenziale/produttivo.
129
10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO
I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle
singole “azioni di Piano”, precedentemente esposte.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Il Documento di Piano
prevede
un
dimensionamento
prevalentemente
riferito
alle previsioni di carattere
endogeno con modeste
integrazioni quantitative al
fine di garantire una
crescita
demografica
sostenibile all’interno del
territorio
comunale,
A01 limitando
quindi
le
previsioni di sviluppo alle
quantità
necessarie
a
garantire
il
soddisfacimento
dei
fabbisogni che nasceranno
all’interno
della
popolazione già presente
e ad una domanda
esogena contenuta non
richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della
popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire
un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è possibile
rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale sia stata
la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni ed
esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita).
All’interno dei due dati, il Documento di Piano sceglie il riferimento
quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non
poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla
fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno
all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per
converso, ipotesi superiori a quella massima individuata, potrebbero
essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione ancora più
imponenti rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni.
Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del
fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato:
1. definizione del “massimo sviluppo” ipotizzabile mantenendo il
trend rilevato nel periodo 1991/2010 riferito all’incremento dei
nuclei famigliari;
2. definizione dello “minimo sviluppo” ipotizzabile considerando il
trend rilevato nel periodo 1991/2010 riferito alla crescita degli
abitanti;
3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in
rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume
medio di 250 mc/all.
Il territorio comunale di Osio Sopra è interessato da tre ambiti di
particolare significato ambientale, paesistico e storico-urbanistico: il
Tutela dei “sistemi della centro storico, l’ampia fascia del bordo fluviale del Brembo, e la
qualità” che caratterizzano superficie rurale che costituisce il sistema di corona dell’edificato nella
A02
il territorio comunale come parte est-sud e ovest.
“invarianti urbanistiche”.
Questi tre “sistemi della qualità” si assumono come “invarianti
urbanistiche”: non sono quindi considerabili elementi territoriali
disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione.
Il Documento di Piano
prevede il completamento
dell’edificazione esistente
mediante trasformazione
di ambiti marginali al
centro edificato.
A03
Infatti prevede n. 2 Ambiti
di
Trasformazione
Residenziale, circoscritti,
in grado di intervenire
sulla riorganizzazione dei
bordi urbani.
Previsione di n.2 Ambiti di Trasformazione Residenziale di dimensioni
limitate.
L’ATR1 interessa aree di frangia ad ovest del tessuto edilizio posto a
ridosso di via Monte Bianco.
L’ATR 2 interessa aree poste al confine con il Comune di Dalmine che
risultano aree di frangia all’edificazione del Comune vicino rispetto alla
quale si pongono come completamento.
130
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Nel Centro Storico una parte non secondaria del patrimonio edilizio
esistente risulta ancora parzialmente degradata, e alcuni volumi sono in
condizioni di degrado assoluto con presenza di funzioni non compatibili
con il tessuto residenziale.
Ciò mette in evidenza la possibilità di un buon margine di recupero
abitativo nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire
Recuperare le volumetrie sul consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità immobiliari e
disponibili
nel di non dover impegnare nuove risorse di investimento e gestione per
A04 ancora
Centro Storico.
opere di urbanizzazione.
Tale politica di recupero dovrà essere incentivata ed affiancata da
agevolazioni, da politiche sulla realizzazione di parcheggi privati e
pubblici e sul sistema della mobilità e viabilità.
Le norme di piano dovranno consentire di individuare interventi di edilizia
convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e
riqualificazione all’interno di meccanismi degli standard qualitativi.
A05
Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone di territorio ove sia
Recuperare i sottotetti ai
possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico e
fini abitativi.
urbanistico del territorio.
Recuperare
le
aree
degradate e le aree
dismesse
A06 produttive
interne
al
tessuto
urbanizzato.
La presenza di aree dismesse è individuata come una risorsa, capace di
garantire, attraverso gli interventi del recupero, l’obbiettivo del
contenimento del consumo di suolo.
E tuttavia, mentre il problema del futuro di tali aree diviene un elemento
fondante dell’attività di programmazione urbanistica esso deve essere
considerato
ancor
prima
un
elemento
fondamentale
della
programmazione strategica e socio economica del territorio, anche
interrogandosi sulla tipologia e il ruolo degli operatori che possono
intervenire per promuovere e finanziare lo sviluppo delle aree industriali
dismesse, ai quali devono essere indicate, già nella formulazione
normativa del PGT, le condizioni strategiche e di sostenibilità che
potranno consentire gli interventi, nell’ ambito dei principi di
sussidiarietà, collaborazione, compensazione ed efficienza.
Il Piano delle Regole individuerà gli ambiti di riconversione delle
destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e
produttive dimesse.
Promuovere interventi di
Si prevede la possibilità di interventi di edificazione delle aree libere
completamento in aree
ancora presenti all’interno del territorio già urbanizzato, anche mediante
A07
libere all’interno del centro
eventuali interventi integrati di natura pubblico-privata.
edificato.
Indirizzare gli eventuali
completamenti
urbanizzativi mediante il
A08
completamento di ambiti
posti a margine del centro
edificato.
Compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del
territorio si prevede anche la possibilità di individuare aree di frangia
debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla riorganizzazione
dei bordi urbani.
131
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
AZIONE
CONTENUTI
gli
-Confermare
insediamenti
esistenti
salvo le aree di possibile
riqualificazione relative ad
ambiti
di
prossimità
incompatibili con i tessuti
residenziali.
-Individuare la normativa
A09
specifica per gli eventuali
interventi di sostituzione
delle attività produttive
presenti con nuove attività
produttive
negli
insediamenti confermati al
garantire
la
fine
di
compatibilità urbanistica.
Mantenere tutte le attività presenti in localizzazioni compatibili;
mantenere e recuperare eventuali spazi per interventi di rilocalizzazione
delle situazioni non compatibili con, se pur modeste, “riserve strategiche”
da reperire negli eventuali interventi di riconversione.
-Prevedere interventi di
riconversione per i soli
insediamenti
non
urbanisticamente
compatibili o dismessi e,
anche in questo caso, solo
se
in
situazioni
di
incompatibilità.
-Prevedere n. 3 Ambiti di
Trasformazione
a
fini
Produttivi, localizzati a
degli
margine
insediamenti
produttivi
esistenti nella porzione est
del territorio comunale.
-Per 2 dei 3 Ambiti la
previsione è finalizzata
principalmente
alla
A10
utilizzazione
di
aree
esterne
al
piazzale
necessarie alle attività
produttive presenti sul
territorio del Comune di
Osio Sotto, con previsione
minima
di
possibilità
edificatoria.
L’ATR3
non
prevede
possibilità edificatorie ma
solo la possibilità per
l’azienda
(SIAD)
di
realizzare un’area di sosta
autocisterne
utilizzando
l’accesso all’area aziendale
realizzato contestualmente
alla
formazione
della
rotatoria sulla SP 525.
Limitare le riconversioni al minimo indispensabile per garantire un
assetto urbano caratterizzato da mix funzionale.
Il Documento di Piano prevede n. 3 ambiti per espansioni insediative di
natura produttiva. Il primo ad ovest della SP 525 a completamento degli
insediamenti produttivi/terziari già presenti; il secondo ad ovest della SP
525, nella parte sud del territorio comunale sul limite territoriale con il
Comune di Osio Sotto.
L’ATP1 perimetra al suo interno “areali della modificabilità preordinati
all’ampliamento delle attività presenti” e “areali della modificabilità
preordinati alla nuova edificazione”. L’accessibilità alle aree costituenti
l’ambito è ottenuta mediante la previsione del prolungamento della via
dei Termini.
L’accessibilità alle aree costituenti l’ambito ATP2 è già soddisfatta e
avviene dagli accessi ai sedimi delle unità produttive presenti.
L’accessibilità all’ambito ATP3 avverrà dal “peduncolo” già predisposto in
sede di realizzazione della rotatoria sulla SP 525 (prossimità RFA)
completandone il tracciato e consentirà di eliminare il pericolo
dell’accesso/uscita diretta delle autocisterne sulla strada, oltreché
disporre di un’area all’interno dello stabilimento specifico per la sosta
delle autocisterne.
132
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
AZIONE
CONTENUTI
Si segnala la presenza di
un’industria a Rischio di
Incidente
Rilevante
(R.I.R.), che rientra anche
negli impianti soggetti ad
Autorizzazione Integrata
Ambientale (A.I.A.), la
“S.I.A.D. Società Italiana
Acetilene
&
Derivati Deve essere attentamente monitorata l’attività svolta dall’azienda pur se
A11
S.p.A.”
per
la in presenza di normativa, controllo e autorizzazioni specifiche.
produzione/deposito
di
gas tecnici, situata lungo
la SP 525, presso la zona
industriale.
Nella disciplina del Piano
è
delle
Regole
contemplata la norma
specifica.
133
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE TERZIARIO E DIREZIONALE E ORGANIZZAZIONE DELLE
POTENZIALITA’ DEI SERVIZI E DELLE ATTREZZATURE SOVRACOMUNALI
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
AZIONE
CONTENUTI
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema
distributivo di vicinato
esistente, riconosciuto nel
suo fondamentale ruolo
A12 urbanistico di motore delle
relazioni
e
delle
riqualificazioni dello spazio
urbano e come servizio di
generale,
interesse
soprattutto
per
la
popolazione più anziana.
Il Piano delle Regole prevederà:
- la valorizzazione delle connessioni interne al tessuto urbanizzato con
specifica indicazione degli elementi di qualità progettuale necessari alla
definizione di un sistema di interventi finalizzato alla formazione di una
“filiera di valenza ambientale” in rapporto agli elementi e alle presenze di
carattere storico-architettonico-ambientaler che caratterizzano l’ambito
urbano centrale;
- la definizione di specifiche normative per la valorizzazione urbana dei
fronti commerciali e di peculiare diciplina per l’inserimento di attività
terziarie e di artigianato leggero nel Centro Storico;
- l’individuazione di provvedimenti incentivanti per la realizzazione di
interventi commerciali di vicinato, di terziario e artigianato di servizio
nell’ambito della centralità urbana.
Valorizzare e creare nuovi
percorsi di “mobilità dolce”
per una connessione delle
aree esterne con il nucleo
di centralità, in condizioni L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del
A13
di qualità e di sicurezza, Piano dei Servizi.
individuando
percorsi
analoghi per connettere i
territori
dei
Comuni
limitrofi.
Individuare ulteriori aree
di parcheggio di corona
per il nucleo di centralità e
definire sistemi appetibili
di
accessibilità
L’individuazione delle aree di parcheggio di “corona” verrà dettagliata
A14 ciclopedonale per favorire
nell’adeguamento del Piano dei Servizi.
la fruizione dell’offerta
commerciale
in
un
contesto
di
positiva
appetibilità ambientale e a
basso impatto veicolare.
134
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
AZIONE
CONTENUTI
Valutare la possibilità di
retrocedere gli “standard
impropri”, al fine di
A15 acquisire risorse per il
della
miglioramento
struttura dei servizi di
effettiva utilità.
La questione degli standard urbanistici e delle strutture erogatrici di
servizi, pur se di competenza del Piano dei Servizi, già trattata nel PdS
vigente, deve essere considerata come questione centrale nell’intero
sistema di programmazione dell’assetto territoriale.
Definire normative
specifiche per il
raggiungimento degli
obiettivi strategici di
A16
compensazione,
perequazione,
sussidiarietà e
adeguatezza.
Il Piano delle Regole dovrà individuare modalità di incentivazione per la
promozione di interventi improntati a forme di sussidiarietà, anche in
funzione di incentivare, ove possibile, la realizzazione di attrezzature
anche private, di interesse “non primario”, che possano arricchire
l’offerta complessiva di servizi, in particolare per il settore socio sanitario,
lo sport e il tempo libero.
Utilizzare ulteriori spazi
all’interno della fascia
fluviale per realizzazare
Il Documento di Piano indirizza il Piano delle Regole
A17 attrezzature al servizio del
l’individuazione e la definizione della disciplina per tali spazi.
tempo libero e della
fruizione della “qualità
spondale”.
verso
Potenziare
la
rete
ciclopedonale
anche
all’interno
delle
aree
A18
urbanizzate per abbattere
i
carichi
di
mobilità
veicolare interna.
Il Documento di Piano individuerà tali percorsi.
Il Piano delle Regole provvederà all’individuazione di una normativa
specifica per la riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della
mobilità urbana e territoriale.
Definire un sistema di
riorganizzazione
della
struttura della mobilità in
rapporto
alla
A19
riorganizzazione dei flussi
di attraversamento del
territorio
per
i
collegamenti “intercentro”.
Il Documento di Piano individuerà il sistema di riorganizzazione della
struttura della mobilità e dei flussi di attraversamento territoriali.
Il Piano delle Regole provvederà all’individuazione di una normativa
specifica per la riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della
mobilità urbana e territoriale.
135
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
AZIONE
CONTENUTI
Individuare
nuove
e
diverse gerarchie della
viabilità in grado di
regolare organicamente i
flussi veicolari in funzione
delle capacità di traffico
delle infrastrutture ed in
funzione delle destinazioni
A20
d’uso del territorio, per
consentire
la
razionalizzazione dei flussi,
con positiva ricaduta sulla
qualità
ambientale
complessiva del territorio
e sul sistema della viabilità
locale.
Il Documento di Piano indirizza il Piano delle Regole verso la definizione
di un sistema di accessibilità al territorio e di attraversamento che
interferisca il meno possibile con il sistema delle “aree di centralità
urbana” (benefici connessi: viabilità interna più fluida, riduzione delle
emissioni acustiche ed inquinanti).
Inoltre, si ritiene opportuno riorganizzare la “mobilità urbana interna” a
partire dai punti di connessione con i territori esterni, anche in accordo
con i Comuni interessati, per razionalizzare l’attraversamento del
territorio di Osio Sopra da parte dei flussi di carattere sovracomunale.
Effettuare interventi di
ridefinizione
tecnica,
paesistico-ambientale
e
funzionale
dei singoli
percorsi
al
fine
di
orientare il traffico verso
l’utilizzo
delle
sedi
preordinate a ciascuna
specifica
funzione
A21
(attraversamento, mobilità
interna
e/o
“di
destinazione”, ecc) e di
rendere
appetibili
i
percorsi
destinati
alla
mobilità dolce interna e
alla valorizzazione delle
funzioni aggregative degli
spazi urbani aperti.
Il Piano delle Regole dovrà individuare:
- una specifica normativa per la riqualificazione ambientale e paesistica
degli assi direttori della mobilità urbana da utilizzare per le funzioni di
attraversamento;
- le necessarie indicazioni progettuali per la formazione di percorsi di
mobilità interna, di mobilità dolce e la riqualificazione degli spazi urbani
aperti con la “messa in rete” complessiva dei vari sistemi;
- strutture di accessibilità diretta alla viabilità primaria al fine di collegare
le aree periferiche del territorio alle arterie principali.
136
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
AZIONE
CONTENUTI
Potenziare
lo
“spazio
complessivo del verde
pubblico
attrezzato”,
connettendo ove possibile
con una rete pedonale e
A22 ciclabile di raccordo i vari
singoli spazi ed evitare la
creazione di spazi verdi
frazionati
difficilmente
gestibili e godibili dalla
cittadinanza.
Il Documento di Piano provvederà alla valorizzazione delle aree spondali
del Brembo, quale sistema di percorsi fruibili, non solo ecologico–
ambientali ma con funzione di connessione privilegiata dei nuclei con il
sistema dell’acqua e degli ambiti della naturalità e agricola, anche
mediante l’individuazione di specifica normativa, specificata nel Piano
delle Regole.
Inserire il sistema dei
verdi pubblici in un più
vasto sistema di “verde
fruibile” costituito non solo Il Piano dei Servizi dovrà individuare dei meccanismi di perequazione e
A23 dalle aree pubbliche ma compensazione per i nuovi verdi “fruibili” anche mediante definizione di
anche da una serie di eventuali indici volumetrici compensativi.
percorsi interni ai grandi
spazi verdi ambientali e
naturalistici.
137
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
AZIONE
CONTENUTI
Mantenere
le
realtà
agricole
locali,
favorendone lo sviluppo in
A24
forme compatibili con la
rilevanza ambientale e
paesistica dei luoghi.
Il Documento di Piano non indica aree da destinare all’attività agricola in
senso fortemente imprenditoriale con ampi margini di modificazione del
quadro paesistico (serre, capannoni ecc.) ma di consentire il
mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole presenti in modo
compatibile con il territorio e i suoi valori ambientali.
Promuovere forme anche
innovative
di
attività
connesse a quella agricola
che possano contribuire al
della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per
miglioramento
A25 redditività delle aziende, favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello
rilanciando il ruolo del tecnologico, purchè compatibili con il contesto ambientale e paesistico.
territorio sotto il profilo
dell’economia
rurale
compatibile
e
dell’innovazione.
Valutare la possibilità di
forme
di
integrare
supporto
alle
attività
collateralmente
agricole
alle prospettive connesse
A26 ad
una
fruizione
ambientale e paesistica
dei territori rurali anche
mediante il potenziamento
delle
attività
agrituristiche.
Nel Piano delle Regole sono previsti incentivi economici per il recupero e
la ristrutturazione dei fabbricati, da parametrarsi agli oneri di
urbanizzazione e/o al costo di costruzione, anche collegate
all’inserimento di attività agrituristiche e del “bed & breakfast”.
138
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
CONTENUTI
Tutelare e valorizzare le
presenze
storicopaesistiche
ed
A27
architettonico-ambientali
(luoghi di culto, della
storia e della natura).
Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla tutela e
alla valorizzazione del Centro Storico e degli ambiti d’interesse storicoarchitettonico e sarà corredata da un elenco degli elementi da
valorizzare.
Individuare e classificare
la presenza di fabbricati Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla
A28
classificazione e valorizzazione dei fabbricati dell’architettura rurale.
connotativi
dell’architettura rurale.
Definire
le
classi
di
sensibilità paesistica del
territorio,
al
fine
di
tutelare e valorizzare la
A29 componente del paesaggio
anche attraverso la tutela
e la riqualificazione dei
percorsi
di
interesse
paesaggistico.
Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica,
imponendo a tutti gli interventi di trasformazione territoriali e di
utilizzazione e regimazione dei suoli rurali una disciplina volta alla
specifica tutela e valorizzazione del paesaggio locale.
Il Piano delle Regole detterà le norme di indirizzo ai fini della tutela del
paesaggio.
Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue
trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi
compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e
biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono
degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato.
La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e la
qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e la
qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua
“sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità.
La tutela e la qualificazione dovranno, quindi, esprimersi in forme
diverse: in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in
relazione al grado di sensibilità del paesaggio.
I principali percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva
vengono dichiarati d’interesse pubblico ai fini della loro possibile
utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione da parte del Comune,
per la realizzazione di percorsi ecologico-ambientali, sentieri pedonali e
ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico.
Tali percorsi non possono essere oggetto di modificazione né possono
essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori
visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di
mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi
emergenti di valore paesaggistico.
Le componenti morfologiche, simboliche, ambientali e percettive
troveranno spazio sia nelle scelte localizzative strategiche del Documento
di Piano, sia negli indirizzi per il Piano dei Servizi.
Tutelare gli ambiti di
elevata naturalità e gli
ambiti da riservare a
parco, anche d’interesse
A30
sovracomunale,
in
particolare salvaguardare
e valorizzare il sistema
delle acque superficiali.
Nel Piano delle Regole è prevista una specifica normativa in merito alle
tipologie di interventi ammessi in queste fasce.
Gli interventi dovranno comunque garantire il mantenimento e/o
ripristino della vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi
della biodiversità.
Lungo le fasce viene incentivata la realizzazione di percorsi ciclopedonali.
139
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
CONTENUTI
Favorire la creazione di un
sistema continuo di aree
verdi
mediante
la
A31
definizione
e
il
potenziamento della rete
ecologica comunale.
Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la
connessione con gli ambiti di elevata naturalità e disciplina la
salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi
ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree
agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali.
Tutelare gli
A32 valenza
ambientale.
Il Documento di piano individua delle aree di salvaguardia delle aree
boscate di valenza paesistico-ambientale.
ambiti di
In queste aree è vietata qualsiasi trasformazione dell’assetto boschivo.
paesisticoIl Piano dei Servizi punterà sia alla definizione della rete ecologica locale,
che al riequilibrio ecologico e all’aumento della capacità di
autodepurazione del territorio.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
DEFINIZIONE DEL SISTEMA PERCETTIVO DELLA CITTA’
I SISTEMI PAESISTICI E LE “PORTE DI ACCESSO”
AZIONE
CONTENUTI
Definire
la
possibile
ricomposizione
e Definizione dei criteri di riqualificazione dei punti di accesso al territorio
A33 riqualificazione
degli urbano, con particolare riferimento alle aree più prossime al Complesso
già del Santuario della Madonna della Scopa.
episodi
edificati
esistenti.
Progettare la sistemazione
e la valorizzazione degli Migliorare la percezione dell’asse della ex SS n.525, mediante la
A34 spazi residuali attestati progettazione della riqualificazione ambientale delle aree laterali al suo
sull’asse viario della SP tracciato.
525.
Riqualificare
i
fronti
industriali ed i fronti Ridefinizione dei fronti degli edifici in concomitanza con interventi
A35
edificati prospettanti sulla manutentivi o di sistemazione e manutentivi.
strada provinciale.
Tutelare e valorizzare i
Salvaguardare la presenza e la percezione del Complesso del Santuario
A36 coni
visivi
verso
le
della Madonna della Scopa.
emergenze iconografiche.
A37
Vietare la cartellonistica
pubblicitaria.
Vietata per le parti delle fasce stradali non di competenza della
Provincia.
140
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10
PROMOZIONE E ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
E IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
AZIONE
CONTENUTI
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici
A38
nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle
Norme Tecniche d’Attuazione del Documento di Piano e del Piano delle
Regole, una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli edifici,
legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici.
Definire
una
regolamentazione
di
contenimento dei consumi
A39 idrici degli edifici nelle
Norme
Tecniche
di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle
Norme Tecniche d’Attuazione del Documento di Piano e del Piano delle
Regole, una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione dei
consumi idrici.
Promuovere l’utilizzazione
di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle
A40
di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale.
impatto ambientale.
Promuovere la salubrità
complessiva del sito e
dell’ambiente urbano nel
A41
quale
è
collocato
l’insediamento
residenziale/produttivo.
La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e
dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la
limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma
anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate.
Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni
da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse.
Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i
fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura,
riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione
dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con
siepi ed alberature nelle zone più impattanti.
Per i nuovi edifici di carattere residenziale il Regolamento Edilizio richiede
di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso
dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi
igienici.
141
11 – CONTENUTI
142
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della
proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, comprende:
•
la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio
comunale di Osio Sopra, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione finale, in
riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente Rapporto ;
•
l’esame della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi territoriali di
riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche quale
strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e indirizzi
del PTR della Lombardia;
•
l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le
conseguenti azioni declinate dal medesimo, in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le
tematiche di ordine ambientale e paesistico;
•
la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella
proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità
individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi
fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Osio
Sopra;
•
l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della
programmazione urbanistica, al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e,
quindi, di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche
correttive;
•
la definizione di un “Piano di Monitoraggio” da attuare per garantire la corretta efficacia
delle azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del
processo di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni
previste sul sistema ambientale generale.
143
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna
144
12.1. LA COERENZA ESTERNA
Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la “coerenza esterna”, che
consiste nell’individuare e nel mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle
politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di
riferimento.
Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata sono stati analizzati i
contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale, ed è
stata valutata la coerenza delle strategie e delle azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un
giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala:
NO
=
contrasto
-
=
indifferenza
SI’
=
coerenza
La documentazione pianificatoria sovradimensionata analizzata è la seguente:
•
“Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità” - Manuale
U.E.;
•
PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo quale
strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale - della
Regione Lombardia;
•
Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia.
L'analisi di “coerenza esterna” è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la
corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della
pianificazione analizzata.
Dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del PGT, in termini di
strategie e obiettivi di riferimento.
145
Minimizzare il consumo di suolo
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili
interventi di trasformazione.
Monitorare le aziende a rischio ambientale.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte le
tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e
atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano.
Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico.
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio.
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i
valori dell’identità storica e del paesaggio locale.
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità
diautodepurazione.
Riconsiderare e migliorare la viabilità territoriale dal punto di vista paesaggistico.
Inoltre, è importante considerare il tema delle “porte di accesso” come uno dei
capisaldi della percezione della qualità urbana e, caratterizzare in forma innovativa
l’approccio paesistico al territorio urbanizzato.
Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati di
reale e positiva sostenibilità.
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità
manageriale
1. Ridurre al minimo l’impiego delle
risorse energetiche non rinnovabili
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
2. Impiego delle risorse rinnovabili nei
limiti della capacità di rigenerazione
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
3. Uso e gestione corretta, dal punto di
vista ambientale, delle sostanze e dei
rifiuti pericolosi-inquinanti
4. Conservare e migliorare lo stato della
fauna e della flora selvatiche, degli
habitat e dei paesaggi
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
-
5. Conservare e migliorare la qualità dei
suoli e delle risorse idriche
SI’
SI’
-
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere
maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti,
soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima
necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività ai fini della
rivitalizzazione del Centro Storico.
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione,
valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità.
COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE
146
Minimizzare il consumo di suolo
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da
possibili interventi di trasformazione.
Monitorare le aziende a rischio ambientale.
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere
maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti,
soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di
prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività ai
fini della rivitalizzazione del Centro Storico.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte
le tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e
atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano.
Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde
pubblico.
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio.
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano
i valori dell’identità storica e del paesaggio locale.
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità
diautodepurazione.
manageriale
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione,
valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità.
Riconsiderare e migliorare la viabilità territoriale dal punto di vista
paesaggistico. Inoltre, è importante considerare il tema delle “porte di
accesso” come uno dei capisaldi della percezione della qualità urbana e,
caratterizzare in forma innovativa l’approccio paesistico al territorio
urbanizzato.
Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati di
reale e positiva sostenibilità.
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale.
COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità
6. Conservare e migliorare la qualità delle
risorse storiche e culturali
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
SI’
-
7. Conservare e migliorare la qualità
dell’ambiente locale
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
8. Protezione dell’atmosfera
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
9. Sensibilizzare alle problematiche
ambientali, sviluppare l’istruzione e la
formazione
10. Promuovere la partecipazione del
pubblico alle decisioni che comportano
uno sviluppo sostenibile
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
147
12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR
La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più
in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità
con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni
inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica.
In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente
Documento come momento di controllo finale degli esiti di analisi e progettuali del PGT, ma parte
dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento
della Provincia di Bergamo, e dalla necessità di verificare, non solo la coerenza del PGT con tutti gli
elementi aventi valore prescrittivo e prevalente, ma anche la situazione dei contenuti del PGT che
possono avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi
coordinati con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del
dettato dell’art. 18 della L.R. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al
PTCP…(omissis) concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…(omissis) ad assicurare il
conseguimento degli obiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”.
La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale costituisce
strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica.
Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione
(NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di
salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale.
LEGENDA:
• NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento
• R.000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento
• A01-A02.…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP
•
Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP
148
Contenuto
Rif. NdA o
Relazione
Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone a PAIS
e Tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino doppio
rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000 abitanti;
insediamenti produttivi con Sf maggiore a 250.000 mq; commercio
con sup. lorda vendita maggiore a 10.000 mq
I piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle generazioni
di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e programmati
I piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle
trasformazioni e dei consumi di suolo per espansioni e
trasformazioni urbane
Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al minor
consumo di territorio possibile
I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche considerando i
fenomeni migratori determinati dalla attività produttive con
particolare riferimento ai soggetti di provenienza extra comunitaria
Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni insediativi
Indicazioni sul contenimento del suolo agricolo attraverso la
gradazione dei “valori”
Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio
esistente, nuovi impianti con adeguata capacità insediativa per
minimizzare il consumo di suolo agricolo, priorità al recupero
(quindi completamento nelle aree interstiziali e di frangia per
rendere più compatto e funzionale il sistema dei centri urbani
esistenti)
Piano di settore sul commercio con individuazione delle aree idonee
per la localizzazione di nuovi insediamenti
Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di
ammissibilità degli interventi
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni
urbane per aree di particolare valore paesistico e naturalistico
Localizzazione di interventi in zone collinari e montane in aree che
interessino zone di completamento delle frange urbane, ambiti
agrari già dismessi o aree agricole di marginalità produttiva
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni
urbane per le aree agricole
Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione
comunale con valenza paesistica
I piani comunali dovranno di norma non consentire insediamenti
urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati della viabilità
principale
Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto delle
merci
Localizzazione di nodi interscambio (tav E3) con previsione nei piani
comunali di spazi, per parcheggi e per servizi
Articolazione del sistema insediativo in quattro componenti
fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani, aggregati e
nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto ai quali definire
interventi di carattere e valenza sovracomunale
Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di urbanizzazione
secondaria nelle aree agricole
Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come
indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della trasformazione
urbanistica
Azioni
previste
dal DdP
Art 79 c 4
A01
Art 92 c1
A01
Art 93 c1
A02-A03
R 158
A02-A03
R 160
A04-A05
A06-A07
A08
Artt 54 -57
A02
Art 58 c 4
A03-A06
Art 67
A17-A22
A23
149
Aree agricole oggetto di trasformazione. Il piano comunale deve
dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto aiuti
comunitari per almeno dieci anni
Direttive sugli insediamenti produttivi per i Piani comunali: utilizzo
di aree produttive già previste, evitare disseminazione nel territorio
di aree e complessi isolati, incrementare accessibilità agli impianti
produttivi
Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e
classificazione
Localizzazione dell aree produttive in modo da contenere gli
spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del trasporto
pubblico
Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse
provinciale (tav.E4)
Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1) aree
meno sensibili, più opportune per interventi insediativi 2) indirizzi
per la gestione della forma urbana e l’organizzazione territoriale
degli insediamenti 3) gerarchia dei valori ambientali e paesistici e
della funzione delle aree inedificate 4) le invarianti che pongono
limiti all’occupazione dei suoli
Indirizzi per orientare i Comuni nella definizione degli ambiti di
sviluppo della forma urbana
Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti:
accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri e servizi
interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc.
Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto (tav E
2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione locale (tav E4),
anche come aree atte a garantire un adeguato rapporto tra
insediamenti e salvaguardia suoli agricoli
Orientamento dei piani comunali verso il compattamento della
forma urbana
Evitare il consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di
investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con suoli di
elevata qualità e/o produttività, in quelle con testimonianza delle
antiche organizzazioni agricole
Recupero a scopo di residenza e ricettività turistica degli
agglomerati rurali esistenti di antica formazione con caratteristiche
apprezzabili di edilizia spontanea
Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi.
Classificazione dei servizi in differenti livelli; creare condizioni che
garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra situazioni di
presenza di servizi e di accessibilità agli stessi; politiche prioritarie
della provincia
Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in ambito
di pianura
Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS
Indirizzi generali di inserimento ambientale e paesaggistico per gli
interventi insediativi in aree di montagna e collinari.
Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste aree, in
immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le
trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone di
frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato inserimento
paesistico e ambientale, anche tramite previsioni di impianti arborei
e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e di collegamento con aree
verdi e reti ecologiche esistenti.
Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per
continuità dei corridoi ecologici
Art 94 c 2
A09-A10
R 156
A02-A03
R157
A04-A05
A06-A07
A08
R 157
A03-A07-A08
R 160
A04
R 172-174
A16
Art 62
A02-A03A04-A06A07-A08A10-A31A33
Art 65, art 72 c 7
A22-A31
150
Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione paesistica,
nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di continuità del
verde. Individuazione di elementi di caratterizzazione dei progetti
edilizi
Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse storico
Art 66
Artt 68 - 69
Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni
insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai punti e
dai percorsi panoramici
Indicazioni rispetto a interventi nei Centri Storici, con promozione
integrazione delle funzioni
Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione e
ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche tramite
riequipaggiamento arboreo e arbustivo
I Comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi tenendo
conto di esigenze di compattezza del disegno organizzativo e
insediativo e del massimo riutilizzo dei complessi esistenti disponibili
o da riqualificare
Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali, con
particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla viabilità,
alle dotazioni di parcheggi e all’inquinamento e alle altre ricadute
sugli abitati vicini
Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli
insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario,
trasporti, ambiente e paesaggio
A22-A23A27-A28A29-A30A31-A32
A02-A04A24-A25A26-A27A28-A29
Art 70 c 2 (lett c)
art 72 c 2
A02-A17A18-A20
Art 91
A02-A04-A25
Art 92 c 2
(lett g)
A03-A07-A08
Art 97
A09-A10
151
12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR
PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE
INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP
PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR
Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori,
l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione:
- in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per
ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente;
- nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai
servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia;
nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi
partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio
Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua
accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e
identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati
e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso:
- la promozione della qualità architettonica degli interventi
- la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici
- il recupero delle aree degradate
- la riqualificazione dei quartieri di ERP
- l’integrazione funzionale
- il riequilibrio tra aree marginali e centrali
- la promozione di processi partecipativi
Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica
utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli
sprechi e sulla gestione ottimale del servizio
Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la
residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo
prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il
ricorso all’utilizzo di suolo libero
Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità
dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico
Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di
utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della
conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico,
derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di
manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo
prudente e sostenibile del suolo e delle acque
Assicurare l’entità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici
economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico,
infrastrutturale ed edilizio
Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori
della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricoli e
forestali
come
elementi
di
ricomposizione
paesaggistica
di
rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli
habitat
Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili
per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e
responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei
processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori
degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti
Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la
progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni
climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle
AZIONI DEL DdP
A11-A20-A24-A25-A27A31-A32-A33-A34
A04-A06-A08-A09A10-A33-A40-A41
A15-A16-AA17-A18-A19
A01-A02-A03-A04-A06A08-A09-A10-A22-A23
A29-A32-A41
A11-A20-A21-A41
PRINCIPI FONDAMENTALI
A24-A25-A26-A27A28-A29-A30-A31-A32
A06-A07-A08-A10-A17A22-A23-A31-A32
A02-A22-A23-A27-A28-A29A30-A31-A32-A33
152
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica
integrata
Valorizzare, in forma integrata, il territorio e le sue risorse, anche
attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale,
ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento
del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della
Lombardia
Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli
interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio,
tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli
impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già
realizzati
Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con
particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo
l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di
valorizzazione del territorio
A02-A04-A20-A21-A22-A23A24-A25-A26-A27-A28-A29A30-A32
A02-A06-A08-A22-A23-A24A27-A28-A29-A30-A31-A32A33-A36
A02-A06-A08-A22-A23-A24A25-A26-A27-A28-A29
153
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna
154
13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP
Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS,
tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse preliminarmente una serie di interrogativi
preliminari a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente
valutativa, desse una prima generale risposta.
Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a
rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata; altri attengono invece
in modo più diretto al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale, facendo
riferimento ai temi della sostenibilità.
In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP
riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia e di espansione urbanizzativa, ma uno
sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri
architettonici, urbanistici e paesistico-ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione
di servizi, e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita.
La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione
sovraordinati è già stata trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” ed il rapporto
con i piani dei Comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del DdP non
determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al contorno.
Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più
in generale la Disciplina Urbanistica, può oggettivamente e operativamente incidere (tali quesiti
sono individuati in colore verde).
Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli
strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT
(pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli
altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla
sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola).
Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed
evidenziati:
1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune?
2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione
sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini?
3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali?
4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di
biopermeabilità del territorio?
5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato?
155
6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione
ambientale e paesaggistica?
7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali?
8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque?
9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio?
10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua
funzione?
11. Il Piano realizza quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non
rinnovabili?
12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini?
13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni?
14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano?
15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili?
16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni
territoriali?
156
13.2. LA COERENZA INTERNA
Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di
rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano.
A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di
piano proposte con l’intento di conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente.
Le principali relazioni che devono essere verificate sono:
•
ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia
stato verificato nel capitolo inerente il DdP);
•
per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di
raggiungerlo.
Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni
passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni
costituenti le alternative di piano e gli obiettivi.
La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi
proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento
di Piano che è l’oggetto specifico della VAS.
Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di
coerenza interna al PGT.
157
Obiettivo specifico
A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A16 A17
Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il
territorio può presentare.
Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per
le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata
dalla crescita prevista di nuove famiglie.
-
-
-
-
Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
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-
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-
-
-
-
-
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-
-
-
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-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio
esistente.
-
-
-
Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato
nelle zone di frangia.
-
-
-
-
-
-
- Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio.
- Minimizzare il consumo di suolo garantendo il riutilizzo a fini produttivi
delle aree oggetto di eventuali dismissioni.
-
-
-
-
-
-
-
-
Garantire il controllo sia in merito al suo inserimento ambientale e alla
sicurezza.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media
distribuzione).
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana dove risiede la
maggior parte del sistema distributivo di vicinato.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Migliorare e/o integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
158
Obiettivo specifico
A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A32 A33 A34 A35 A36
Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Promuovere un’articolazione del “territorio rurale” che individui le
aree da intendersi come “ambiti agricoli produttivi” e quelle alle
quali assegnare una preliminare funzione come “ambito di valore
paesaggistico ambientale ed ecologico”.
-
-
-
-
-
-
Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le
opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali
e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio
locale.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Conservare e incrementare la biodiversità
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Riqualificazione delle fasce laterali e degli spazi “residuali” e non
progettati, ancora presenti lungo i percorsi della viabilità principale.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Creazione dei punti di vista che possono essere percepiti e
assumere ruoli significativi per l’immagine urbana.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Obiettivo specifico
A37
Migliorare il sistema della mobilità.
Integrare e razionalizzare il verde fruibile.
Salvaguardare i valori ambientali, biologici e naturalistici.
Creazione dei punti di vista che possono essere percepiti e
assumere ruoli significativi per l’immagine urbana.
A38
A39
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali
degli edifici residenziali/produttivi
-
Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli
edifici residenziali e produttivi
-
-
Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di
costruzione edilizia e dall’utilizzo e
gestione dei fabbricati.
-
-
-
A40 A41
-
159
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI
E DELLE AZIONI DI PIANO
160
14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’
Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle azioni di Piano
precedentemente individuate.
Per quanto riguarda il Comune di Osio Sopra, la scelta delle azioni e degli interventi di Piano si è
sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente,
compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della Pubblica Amministrazione.
Durante il percorso di definizione di tali azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che
mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale
delle scelte effettuate. Le azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura
effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame.
La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Osio Sopra si basa sulla
valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi
al territorio comunale.
Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione
Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi
dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza
Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo
flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata.
CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE
01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili.
02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione.
03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti.
04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi.
05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali.
07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
08 Proteggere l’atmosfera.
09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo
ambientale.
10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
161
La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a
ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del
Comune di Osio Sopra.
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad
Compatibilità territoriale in
elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto:
relazione ai vincoli ambientali e
fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, aree a
alla geologia del territorio.
parco, presenza di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari,
presenza di elementi geologici di particolare rilevanza, ecc.
Minimizzazione del consumo di
suolo.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili,
rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità
riservate alle generazioni future.
In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più
pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso
arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e
per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.)
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree
urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento
Contenimento delle emissioni in domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro
atmosfera.
emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria.
Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti
in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa.
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
idrici.
Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti, sotto il profilo
qualitativo e quantitativo, e la riqualificazione delle risorse già
degradate.
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati
da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni
sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque
reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico,
derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.).
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili
fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le
possibilità riservate alle generazioni future.
La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria,
che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico
veicolare e dalle attività industriali.
Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti
emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della
qualità ambientale delle aree urbane.
162
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che
producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima
produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di
gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento.
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei
consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita
Contenimento della produzione brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo
di rifiuti.
elevato che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento
del tenore di vita e all’aumento del reddito.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore
di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata
alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche
economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo
smaltimento degli stessi.
Contenimento
dell’inquinamento acustico.
Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente
locale.
Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale,
insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico,
impatto visivo, ecc.
La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si
aggiungono le attività artigianali e industriali.
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità e
con i servizi tecnologici.
Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle
infrastrutture per la mobilità.
Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare
l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di
spostamento sostenibili.
Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene
valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può
avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione
energia elettrica esistenti.
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici.
La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia
perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali,
contribuendo esteticamente, a dare della città un’immagine di maggiore
vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento
del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione
dei livelli di rumore, attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione
dei suoli e riduzione dell’erosione.
Inoltre, il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle
città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali.
Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la
qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni
presenti e future possano goderne e trarne beneficio.
La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il
suolo libero e di valorizzare le aree libere.
L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e
aree libere e garantire la conservazione delle aree di maggior pregio
naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e
future.
Il criterio è, inoltre, correlato a mantenere e migliorare la qualità
dell’ambiente locale che assume la massima importanza nelle zone e
nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività
ricreative e lavorative.
163
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano
preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione,
rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare
Tutela e valorizzazione dei beni
contributo alle tradizioni e alla cultura della zona.
storici ed architettonici.
L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti
archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte
le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità.
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini.
Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di
elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità
ambientale complessiva di un luogo.
Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si
riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari,
alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di
movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di
lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale.
Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa
riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli
inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato
nell’aria, rumore, ecc.).
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi emersi
dalla partecipazione del
pubblico.
Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività,
emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del
Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di
trasparenza e condivisione.
Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza
dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di
interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale.
La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione al criterio ambientale in
esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia:
●
Intervento compatibile
-
Intervento indifferente
±
Intervento non compatibile
164
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
AZIONI DI PIANO
Il Documento di Piano prevede un
dimensionamento prevalentemente
riferito alle previsioni di carattere
endogeno con modeste integrazioni
quantitative al fine di garantire una
sostenibile
crescita
demografica
all’interno del territorio comunale,
A01 limitando quindi le previsioni di
sviluppo alle quantità necessarie a
garantire il soddisfacimento dei
fabbisogni che nasceranno all’interno
della popolazione già presente e ad
una domanda esogena contenuta
non richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
●
●
●
Tutela dei “sistemi della qualità” che
A02 caratterizzano il territorio comunale
come “invarianti urbanistiche”.
●
●
●
●
●
●
●
●
●
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Contenimento emissioni
in atmosfera
Minimizzazione del
consumo di suolo
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
ALTERNATIVA UNO
165
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Il Documento di Piano prevede il
completamento
dell’edificazione
esistente mediante trasformazione di
ambiti marginali al centro edificato.
A03 Infatti prevede n. 2 Ambiti di
Trasformazione
Residenziale,
circoscritti, in grado di intervenire
sulla riorganizzazione dei bordi
urbani.
●
●
●
●
●
●
●
●
-
A04
Recuperare le volumetrie ancora
disponibili nel Centro Storico.
●
-
A05
Recuperare
abitativi.
●
-
Recuperare le aree degradate e le
A06 aree produttive dismesse interne al
tessuto urbanizzato.
●
●
-
Promuovere
interventi
di
A07 completamento in aree libere
all’interno del centro edificato.
●
●
-
i
sottotetti
ai
fini
166
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Indirizzare
gli
eventuali
completamenti
urbanizzativi
A08
mediante il completamento di ambiti
posti a margine del centro edificato.
●
●
-
-Confermare
gli
insediamenti
esistenti salvo le aree di possibile
riqualificazione relative ad ambiti di
prossimità incompatibili con i tessuti
residenziali.
-Individuare la normativa specifica
A09
per gli eventuali interventi di
sostituzione delle attività produttive
presenti
con
nuove
attività
insediamenti
produttive
negli
confermati al fine di garantire la
compatibilità urbanistica.
●
●
●
●
●
167
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
-Prevedere
interventi
di
riconversione per i soli insediamenti
non urbanisticamente compatibili o
dismessi e, anche in questo caso,
solo
se
in
situazioni
di
incompatibilità.
-Prevedere
n.
3
Ambiti
di
Trasformazione a fini Produttivi,
degli
localizzati
a
margine
insediamenti produttivi esistenti nella
porzione est del territorio comunale.
-Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è
finalizzata
principalmente
alla
A10
utilizzazione di aree esterne al
piazzale necessarie alle attività
produttive presenti sul territorio del
Comune di Osio Sotto, con
previsione minima di possibilità
edificatoria.
L’ATR3 non prevede possibilità
edificatorie ma solo la possibilità per
l’azienda (SIAD) di realizzare un’area
di sosta autocisterne utilizzando
l’accesso all’area aziendale realizzato
contestualmente alla formazione
della rotatoria sulla SP 525.
Minimizzazione del
consumo di suolo
AZIONI DI PIANO
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
-
●
●
-
-
-
●
●
-
-
●
●
168
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Si segnala la presenza di un’industria
a Rischio di Incidente Rilevante
(R.I.R.), che rientra anche negli
impianti soggetti ad Autorizzazione
Integrata Ambientale (A.I.A.), la
“S.I.A.D. Società Italiana Acetilene &
A11 Derivati
S.p.A.”
per
la
produzione/deposito di gas tecnici,
situata lungo la SP 525, presso la
zona industriale.
Nella disciplina del Piano delle
Regole è contemplata la norma
specifica.
●
-
●
-
-
●
●
-
-
-
●
●
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema distributivo
di vicinato esistente, riconosciuto nel
suo fondamentale ruolo urbanistico
A12 di motore delle relazioni e delle
riqualificazioni dello spazio urbano e
come servizio di interesse generale,
soprattutto per la popolazione più
anziana.
-
●
-
-
-
-
-
-
-
-
-
●
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
169
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Valorizzare e creare nuovi percorsi di
“mobilità dolce” per una connessione
delle aree esterne con il nucleo di
A13 centralità, in condizioni di qualità e di
sicurezza, individuando percorsi
analoghi per connettere i territori dei
Comuni limitrofi.
●
-
●
-
-
-
●
-
●
-
●
●
Individuare
ulteriori
aree
di
parcheggio di corona per il nucleo di
centralità e definire sistemi appetibili
di accessibilità ciclopedonale per
A14
favorire la fruizione dell’offerta
commerciale in un contesto di
positiva appetibilità ambientale e a
basso impatto veicolare.
-
-
●
-
-
-
●
●
-
-
●
●
Valutare la possibilità di retrocedere
gli “standard impropri”, al fine di
A15 acquisire risorse per il miglioramento
della struttura dei servizi di effettiva
utilità.
-
●
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
170
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Definire normative specifiche per il
raggiungimento
degli
obiettivi
A16 strategici
di
compensazione,
perequazione,
sussidiarietà
e
adeguatezza.
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
Utilizzare ulteriori spazi all’interno
della fascia fluviale per realizzazare
A17 attrezzature al servizio del tempo
libero e della fruizione della “qualità
spondale”.
●
●
●
●
Potenziare la rete ciclopedonale
anche
all’interno
delle
aree
A18
urbanizzate per abbattere i carichi di
mobilità veicolare interna.
●
●
●
●
●
Definire
un
sistema
di
riorganizzazione della struttura della
mobilità
in
rapporto
alla
A19
riorganizzazione
dei
flussi
di
attraversamento del territorio per i
collegamenti “intercentro”.
●
●
●
●
●
●
171
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Individuare
nuove
e
diverse
gerarchie della viabilità in grado di
regolare organicamente i flussi
veicolari in funzione delle capacità di
traffico delle infrastrutture ed in
A20 funzione delle destinazioni d’uso del
territorio,
per
consentire
la
razionalizzazione dei flussi, con
positiva
ricaduta
sulla
qualità
ambientale complessiva del territorio
e sul sistema della viabilità locale.
●
-
●
-
-
-
●
●
●
-
●
●
Effettuare interventi di ridefinizione
tecnica,
paesistico-ambientale
e
funzionale dei singoli percorsi al fine
di orientare il traffico verso l’utilizzo
delle sedi preordinate a ciascuna
specifica funzione (attraversamento,
A21
mobilità
interna
e/o
“di
destinazione”, ecc) e di rendere
appetibili i percorsi destinati alla
mobilità dolce interna e alla
valorizzazione
delle
funzioni
aggregative degli spazi urbani aperti.
●
-
●
-
-
-
●
●
●
-
●
●
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
172
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Potenziare lo “spazio complessivo del
verde
pubblico
attrezzato”,
connettendo ove possibile con una
rete pedonale e ciclabile di raccordo i
A22
vari singoli spazi ed evitare la
creazione di spazi verdi frazionati
difficilmente gestibili e godibili dalla
cittadinanza.
●
●
●
●
Inserire il sistema dei verdi pubblici
in un più vasto sistema di “verde
fruibile” costituito non solo dalle aree
A23
pubbliche ma anche da una serie di
percorsi interni ai grandi spazi verdi
ambientali e naturalistici.
●
●
●
●
Mantenere le realtà agricole locali,
favorendone lo sviluppo in forme
A24
compatibili
con
la
rilevanza
ambientale e paesistica dei luoghi.
●
●
●
●
●
●
●
-
173
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Promuovere forme anche innovative
di attività connesse a quella agricola
che
possano
contribuire
al
miglioramento della redditività delle
A25
aziende, rilanciando il ruolo del
territorio
sotto
il
profilo
dell’economia rurale compatibile e
dell’innovazione.
-
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
●
Valutare la possibilità di integrare
forme di supporto alle attività
agricole
collateralmente
alle
prospettive
connesse
ad
una
A26
fruizione ambientale e paesistica dei
territori rurali anche mediante il
potenziamento delle attività agrituristiche.
-
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
●
Tutelare e valorizzare le presenze
storico-paesistiche ed architettonicoA27
ambientali (luoghi di culto, della
storia e della natura).
●
-
-
-
-
-
-
-
●
●
-
-
Individuare e classificare la presenza
A28 di
fabbricati
connotativi
dell’architettura rurale.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
174
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Definire le classi di sensibilità
paesistica del territorio, al fine di
tutelare e valorizzare la componente
A29
del paesaggio anche attraverso la
tutela e la riqualificazione dei
percorsi di interesse paesaggistico.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
Tutelare gli ambiti di elevata
naturalità e gli ambiti da riservare a
parco,
anche
d’interesse
A30
sovracomunale,
in
particolare
e
valorizzare
il
salvaguardare
sistema delle acque superficiali.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
●
-
-
Favorire la creazione di un sistema
continuo di aree verdi mediante la
A31
definizione e il potenziamento della
rete ecologica comunale.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
●
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A32
Tutelare gli ambiti
paesistico-ambientale.
di
valenza
Definire la possibile ricomposizione e
A33 riqualificazione degli episodi edificati
già esistenti.
175
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Progettare la sistemazione e la
A34 valorizzazione degli spazi residuali
attestati sull’asse viario della SP 525.
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
Riqualificare i fronti industriali ed i
A35 fronti edificati prospettanti sulla
strada provinciale.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Tutelare e valorizzare i coni visivi
verso le emergenze iconografiche.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
A37 Vietare la cartellonistica pubblicitaria.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici nelle Norme
A38
Tecniche di Attuazione del Piano
delle Regole.
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
-
Definire una regolamentazione di
contenimento dei consumi idrici degli
A39
edifici nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle Regole.
-
-
●
-
●
-
-
-
-
-
●
-
Promuovere l’utilizzazione di energie
A40 rinnovabili e/o di combustibili a
basso impatto ambientale.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A36
176
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Promuovere la salubrità complessiva
del sito e dell’ambiente urbano nel
A41
quale è collocato l’insediamento
residenziale/produttivo.
Minimizzazione del
consumo di suolo
AZIONI DI PIANO
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
177
14.2. LE ALTERNATIVE
Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le
azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le alternative.
Tra le alternative possibili verrà scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della
sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi
ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione
sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle
parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari.
Le alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due:
•
l’alternativa operativa, rappresentata dalle azioni del Documento di Piano;
•
l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e
quindi, non intervenire sul territorio lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore.
Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di Osio
Sopra, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due alternative limitandosi, quindi, al
confronto tra “intervenire” e non “intervenire”.
Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di
Piano siano orientate prevalentemente verso azioni di ricucitura del tessuto urbano, di
completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento
di alcune aree di frangia. In aggiunta a questo si è altresì consapevoli che gli Ambiti di
Trasformazione previsti (n.2 Ambiti di Trasformazione Residenziale e n.3 Ambiti di Trasformazione
Produttiva) non incidono in modo rilevante sul nuovo consumo di suolo e risultano coerentemente
e correttamente inseribili dal punto di vista ambientale-urbaniztico.
Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato dall’
“alternativa zero”, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati
(territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano.
Si deve evidenziare, al proposito, che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i., di fatto, obbliga i
Comuni ad un atto pianificatorio nuovo, del PGT, entro il 31 dicembre 2012, per cui l’alternativa
zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore.
Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte, e quindi le azioni che si intendono
attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte
intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si
ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’ “alternativa zero”.
Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito.
178
PROPOSTA DEL DdP
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
Il Sistema della
Residenza
Le
previsioni
insediative
mirano
principalmente alla necessità di rispondere
soprattutto alla domanda endogena di
nuove famiglie, contenendo gli sviluppi
edificativi che tendano a proporre un
significativo incremento della “domanda
esogena” che creerebbe una significativa
crescita di abitanti e di famiglie non
compatibile con la dimensione ottimale
della comunità e la capacità di “tenuta e
adeguamento dei servizi” .
Il Piano individua due Ambiti di
Trasformazione Residenziale di frangia
degli insediamenti, di dimensioni limitate.
L’ATR 1 interessa aree di frangia poste ad
ovest del tessuto urbanizzato, a ridosso di
via Monte bianco; l’ATR 2 interessa aree di
frangia poste a ridosso del confine con il
Comune di Dalmine.
La mancata realizzazione di questa
strategia, e quindi il mantenimento
delle previsioni di PRG, potrebbe
avere risultati futuri di criticità dal
punto di vista demografico e negativi
riflessi sulla “tenuta dei servizi” e
sulla sostenibilità complessiva del
sistema insediativo.
Nuove aree a
servizi o a
standard
Le richieste più pressanti della cittadinanza
in merito ai servizi riguardano la necessità
di parcheggi e di una viabilità più
sostenibile e servizi/attrezzature per lo
sport.
Si prospetta inoltre la necessità di
implementazione delle aree necessarie per
gli
adeguamenti/ampliamenti
delle
strutture scolastiche e per lo sport.
La realizzazione degli obiettivi del DdP
porta ad un incremento delle aree a servizi
seguendo il criterio della “dotazione
funzionale” (il servizio dove serve e della
dimensione che serve).
Il DdP inoltre prevede il criterio della
sussidiarietà distinguendo tra i servizi di
effettivo interesse pubblico e i servizi, pur
necessari, di “interesse privato” da porre a
carico degli interventi al di là e in aggiunta
agli obblighi di standard e urbanizzazioni.
Il mantenimento delle previsioni
dell’attuale PRG, pur soddisfacendo
quantitativamente le previsioni di
aree a destinazione pubblica, non
garantisce
in
molti
casi
la
“localizzazione
funzionale”
degli
standard ma solo una “localizzazione
dotazionale”.
Inoltre molti standard a parcheggio
che risultano di esclusivo interesse
delle singole edificazioni sarebbero
nuovamente
e
impropriamente
proposti come dotazioni d’interesse
collettivo.
Mobilità
Il
Piano
prevede
interventi
di
riqualificazione ambientale e paesistica,
nonché interventi per la messa in sicurezza
degli assi principali della mobilità urbana.
L’attuale PRG presenta elementi di
carattere più generico che non si
inquadrano in specifiche e peculiari
indicazioni operative.
Verde fruibile
Il nuovo Piano definisce una strategia di
tutela e valorizzazione degli elementi in
promuovendo
una
oggetto
regolamentazione nelle NTA del Piano delle
Regole, al fine di favorire e recuperare una
situazione di equilibrio ambientale ed
ecologico invertendo la tendenza ad un
depauperamento
della
progressivo
biodiversità.
La mancata attuazione delle scelte di
piano si porrebbe in scarsa sintonia
con gli indirizzi di sostenibilità dei
piani sovracomunali e con la necessità
di un nuovo sistema integrato di
promozione di strategie sostenibili
locali di carattere naturalistico,
ambientale e paesaggistico.
TEMATICA
179
TEMATICA
PROPOSTA DEL DdP
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
Vista la caratteristica della zona industriale,
a ridosso della ex SS 525, e considerando
le pressioni ambientali da essa esercitata, il
Documento di Piano ha deciso di puntare al
mantenimento/recupero del costruito e alla
riqualificazione delle aree produttive
dimesse.
Il DdP prevede n. 3 Ambiti di
Trasformazione a fini Produttivi, localizzati
a margine degli insediamenti produttivi
esistenti nella porzione est del territorio
comunale. Per 2 dei 3 Ambiti la previsione
è
finalizzata
principalmente
alla
utilizzazione di aree esterne al piazzale
necessarie alle attività produttive presenti
sul territorio del Comune di Osio Sotto, con
Riorganizzazione previsione minima di possibilità edificatoria.
del sistema
L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie
economicoma solo la possibilità per l’azienda (SIAD)
produttivo
di realizzare un’area di sosta autocisterne
utilizzando l’accesso all’area aziendale
realizzato contestualmente alla formazione
della rotatoria sulla SP 525.
Il Piano delle Regole definirà, inoltre, la
localizzazione delle possibilità di recupero
di
insediamenti
identificati
come
incompatibili da un punto di vista
urbanistico e ambientale, e disciplinerà la
norma specifica per la “S.I.A.D. Società
Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.”
(industria R.I.R. e A.I.A.).
Il Piano, infine, definirà gli strumenti per
garantire la compatibilità urbanistica e
ambientale degli eventuali interventi di
sostituzione delle attività oggi presenti nei
tessuti produttivi.
La mancata attuazione delle scelte di
piano impedirebbe il contenimento
delle espansioni produttive e la
generale riqualificazione dei comparti
esistenti.
Resterebbe inoltre non presente e
operante la specifica normativa per gli
interventi di sostituzione necessaria
garantire
la
massima
per
compatibilità
con
il
tessuto
residenziale e conseguentemente, la
tutela della salute pubblica.
Il Piano delle Regole definirà gli strumenti
per incentivare lo sviluppo del commercio
di vicinato, in particolar modo all’interno
del tessuto urbanizzato e del Centro
Storico.
Le politiche di incentivazione, anche
per interventi innovativi connessi
con attività terziarie e di servizio
individuate dal DdP, non trovano
riscontro nell’attuale PRG.
Il DdP, pur nel riconoscimento della
necessità di mantenere le attività agricole
presenti nel territorio, individua la forte
interconnessione con i sistemi ambientali
e paesistici, rispetto ai quali si ritiene che
le attività stesse debbano essere
considerate come elementi di presidio e
valorizzazione del territorio con la
conseguente necessità di una specifica ed
adeguata disciplina.
La normativa della L.R. 93/80
(abrogata dalla L.R. 12/05), alla
quale il PRG si è necessariamente
attenuto, non ha consentito allo
strumento stesso di agire in un
quadro di maggiore efficacia ed
incisività, oggi possibile alla luce
della nuova riforma regionale.
Il Settore
Terziario e
Commerciale
Il Settore
Primario
180
TEMATICA
Il Sistema
Ambientale
Paesistico e
delle Reti
Ecologiche
Consumi
energetici e
idrici
PROPOSTA DEL DdP
Il DdP, ma anche il successivo Piano delle
Regole, introduce tutti gli elementi
strategici, anche innovativi, oggi consentiti
dalla
nuova
disciplina
urbanistica
regionale consentendo una maggiore
efficacia degli interventi di tutela e
valorizzazione del sistema paesisticoambientale e l’introduzione di un’efficace
sistema di reti ecologiche.
Il Piano si pone l’obiettivo di incentivare il
risparmio di acqua ed energia attraverso
una regolamentazione specifica nelle NTA
del Piano delle Regole e anche mediante
la limitazione alle previsioni insediative.
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
La normativa della L.R. 51/75
(abrogata dalla L.R. n. 12/05), alla
quale il PRG si è necessariamente
attenuto, non ha consentito allo
strumento stesso di agire in un
quadro di maggiore efficacia ed
incisività oggi possibile alla luce
della nuova riforma regionale.
La mancata attuazione di tali scelte
si porrebbe in conflitto con gli
indirizzi di sostenibilità generali, più
volte
enunciati
nel
presente
documento.
Le azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa che caratterizza
l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero,
riqualificazione, potenziamento nonchè alla sua tutela e valorizzazione.
A conclusione del processo di valutazione delle azioni di piano, è necessario esprimere un giudizio
complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano.
Quanto analizzato consente di sostenere che, in senso generale, il piano risulta ampiamente
compatibile con i caratteri territoriali presenti rispetto alla componente ambientale, sociale ed
economica.
Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte
strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi
di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità.
Si può altresì sostenere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti
peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno
di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale.
Ancora si evidenzia che il Piano prevede, inoltre, che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia
sostenibile e il risparmio delle risorse energetiche, prevedendo, nell’ambito del Piano delle Regole,
una specifica regolamentazione in merito.
181
14.3. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE
Il quadro generale emergente dalle valutazioni sopra esposte, mostra una sostanziale positività dei
possibili effetti ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di Piano.
Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o
compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione
degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi.
La normativa di Piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame
paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati, contenuti in strumenti
attuativi, debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da
un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità
paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto.
Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la tabella che segue non
rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano, in
quanto tale elenco sarà via via implementato sia in funzione delle scelte definitive sia in rapporto al
successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa, che saranno previsti
nella normativa del Piano delle Regole.
INTERVENTO MITIGATIVO
Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi-filtro a
protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale.
Realizzazione di barriere di verde-filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano,
l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le
direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive).
Generale miglioramento dell’arredo urbano.
Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati:
promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili.
Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed
il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini.
Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie
impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove
possibile, la realizzazione di parcheggi interrati.
182
14.4. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE
ATR 1
criterio di
sostenibilità
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
giudizio
compatibile
commento
L’area in esame è ubicata ad ovest del centro abitato, ed è
un’area classificata dal PRG vigente come:
- zona E agricola.
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella
sottoclasse 2Idg (con problematiche idrogeologiche).
L’ATR non è attraversato da elettrodotti.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo
riferimento per la pianificazione locale (art.93)”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le
risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non
pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.
L’Ambito di Trasformazione è in posizione contigua al tessuto
urbanizzato consolidato e si configura come completamento di
un ambito di frangia urbana, compatibile quindi con lo sviluppo
insediativo.
La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 33.915 mq.
La Superficie Zonale è di 23.790 mq.
La Volumetria massima prevista è pari a circa 19.000 mc.
183
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
compatibile
compatibile
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto:
-l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni
di acque superficiali o sotterranee;
- l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica
esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie e la rete
fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo
dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
L’Amministrazione Comunale potrà riconoscere un incentivo
volumetrico in presenza di realizzazione di edifici in “classe
energetica A”.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un
leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
184
Contenimento
inquinamento
acustico
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
compatibile
La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR
diramerà dalla via Monte Bianco e si connetterà alla via
Fontana.
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
compatibile
compatibile
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito
di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana,
tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati
in fase di valutazione del P.A.
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio
Sopra per ciò che concerne la salute umana (inquinamento
atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali
arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di
Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi
significativi.
185
ATR 2
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata a nord del territorio comunale, al
confine con il Comune di Dalmine, rispetto al quale si pone in
adiacenza agli insediamenti residenziali di recente formazione,
ed è un’area classificata dal PRG vigente come:
- zona E, agricola.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella
sottoclasse 2Idg (con problematiche idrogeologiche).
L’ATR non è attraversato da un elettrodotto.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “aree agricole con
finalità di protezione e conservazione (art.65)”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le
risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non
pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.
L’Ambito di Trasformazione è interno al tessuto urbano
residenziale, se pur prospettando, a sud verso aree ancora
186
libere e che il PGT mantiene come tali, e costituisce un
sostanziale completamento a dei tessuti urbanizzati consolidati
e in corso di attuazione al contorno. Esso si configura quindi
come intervento di frangia urbana.
La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 15.100 mq.
La Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 14.000
mq.
La Volumetria massima prevista è pari a circa 11.000 mc.
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
compatibile
compatibile
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto:
-l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni
di acque superficiali o sotterranee;
- l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica
esistente in grado di sostenere le quantità necessarie, e la rete
fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo
dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
L’Amministrazione Comunale potrà riconoscere un incentivo
187
volumetrico in presenza di realizzazione di edifici in “classe
energetica A”.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
Contenimento
inquinamento
acustico
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
compatibile
L’accesso all’ATR è realizzabile attraverso l’utilizzo della viabilità
esistente presente sul territorio di Dalmine da cui diramerà la
viabilità di distribuzione interna all’ambito.
compatibile
L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare
rilevanza paesistica o naturalistica, risultando un’area di frangia
al tessuto urbanizzato.
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase
di valutazione del P.A..
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
compatibile
compatibile
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio
Sopra per ciò che concerne la salute umana (inquinamento
atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali
arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di
Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi
significativi.
188
ATP 1
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata ad ovest della SP 525, in immediata
adiacenza con gli insediamenti produttivi presenti, ed è un’area
classificata dal PRG vigente come:
- zona E, agricola.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella
sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche), inoltre, una
piccolissima porzione di questo ambito ricade in classe di
fattibilità geologica n.3 con “consistenti limitazioni” individuata
nella sottoclasse 3Idg (con problematiche idrogeologiche) +
classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”,
individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche
geotecniche).
L’ATP è interessato dal passaggio di un elettrodotto e dalla
previsione del canale idrico.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo
riferimento per la pianificazione locale”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e non dispendioso del territorio, così come di tutte
le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che
189
non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.
In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione
autonoma o espansiva degli insediamenti esistenti ma come
sostanziale
completamento
dell’ambito
produttivo
già
sostanzialmente saturo, posto ad ovest della SP 525,
inserendosi in una situazione di frangia degli insediamenti
produttivi esistenti.
La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a circa 53.270 mq, di
cui la Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 30.890
mq, sulla quale è possibile realizzare una Superficie Coperta
massima di 16.000 mq.
Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva,
l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere
la componente ambientale “aria”.
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa.
Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni
nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il
recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non
potabili.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un aumento nei consumi energetici.
La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con
interventi di risparmio energetico, legati in particolare
all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando
l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
L’attuazione degli interventi edilizi sarà rivolta alla realizzazione
di edifici in “classe energetica A”.
190
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
Contenimento
inquinamento
acustico
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
compatibile
E’ possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto
possibile nei confronti dell’attuale sistema ambientale.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
compatibile
Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva,
l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere
la componente “acustica”.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
compatibile
L’accesso all’ATP è attuabile da nuova previsione viaria di PGT
da realizzare in prosecuzione della viabilità esistente (via dei
Termini).
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
compatibile
compatibile
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase
di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione
dell’inserimento ambientale-paesistico.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
191
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna
l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di
produzione.
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
192
ATP 2
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata a sud-est del territorio comunale, sul
confine con il Comune di Osio Sotto, ed è un’area classificata dal
PRG vigente come:
- zona E, agricola.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella
sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche), inoltre, una
piccola porzione di questo ambito ricade in classe di fattibilità
geologica n.3 con “consistenti limitazioni” individuata nella
sottoclasse 3Idg (con problematiche idrogeologiche) + classe di
fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata
nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche).
L’ATP non è interessato dal passaggio di elettrodotti.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “aree agricole con
finalità di protezione e conservazione (art.65)” ed in parte da
“aree di primo riferimento per la pianificazione locale”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e non dispendioso del territorio, così come di tutte
le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che
193
non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.
In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione
autonoma o espansiva degli insediamenti esistenti ma come
sostanziale
completamento
dell’ambito
produttivo
già
sostanzialmente saturo, inserendosi in una situazione di frangia
degli insediamenti produttivi esistenti.
La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a circa 33.050 mq, di
cui la Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 2.580
mq. Inoltre, è individuata una superficie utilizzabile a piazzale
pari a 22.185 mq. Infine, la Superficie Coperta massima è pari
a 2.000 mq.
Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva,
l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere
la componente ambientale “aria”.
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa.
Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni
nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il
recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non
potabili.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un aumento nei consumi energetici.
La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con
interventi di risparmio energetico, legati in particolare
all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando
l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
194
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
L’attuazione degli interventi edilizi sarà rivolta alla realizzazione
di edifici in “classe energetica A”.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
E’possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto possibile
nei confronti dell’attuale sistema ambientale.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva,
l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere
la componente “acustica”.
Contenimento
inquinamento
acustico
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Il raggiungimento delle aree interne all’ATP si ottiene tramite la
viabilità e gli accessi alle attività produttive esistenti rispetto alle
quali l’ambito si pone in ampliamento.
compatibile
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase
di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione
dell’inserimento ambientale-paesistico.
195
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna
l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di
produzione.
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
196
ATP 3
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata ad est della SP 525, in immediata
adiacenza con l’insediamento produttivo della SIAD, che ne è
proprietaria, ed è un’area classificata dal PRG vigente come:
- D2 produttiva;
- E zona agricola (per una piccola porzione).
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella
sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche).
L’ATP non è interessato dal passaggio di elettrodotti, ma è
delimitato a monte dalla linea ENEL 132kV che ne delimita il
limite nord.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “ambito definito
dalla pianificazione locale vigente”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e non dispendioso del territorio.
In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione
autonoma di espansione edilizia/strutturale dell’insediamento
produttivo esistente ma risponde alle necessità dell’azienda di
197
disporre di un’area specifica di “sosta autocisterna” per poter
migliorare e rendere più sicura la movimentazione veicolare
all’interno dell’insediamento.
E’ammessa la costruzione di servizi e attrezzature per gli
autotrasportatori nel limite massimo di 100 mq di Superficie
Coperta.
La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a 7.500 mq, di
superficie utilizzabile a piazzale di sosta autocisterne di trasporto
dei gas tecnici.
Considerando la destinazione quale spazio di sosta autocisterne
l’ambito di Trasformazione in esame non contribuirà a
compromettere la componente ambientale “aria”.
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
In relazione alla destinazione dell’intervento previsto, l’impatto
sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa.
Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni
nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il
recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non
potabili all’interno dell’insediamento.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un aumento nei consumi energetici.
La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con
interventi di risparmio energetico, legati in particolare
all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando
l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
198
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
compatibile
E’ possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto
possibile nei confronti dell’attuale sistema ambientale.
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Considerando la destinazione in esame, l’Ambito di
Trasformazione non dovrà compromettere la componente
“acustica”.
Contenimento
inquinamento
acustico
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
L’accesso all’ATP è attuabile dal completamento del “peduncolo”
di accesso (SIAD) già predisposto in fase di realizzazione sulla
SP 525 della rotatoria posta a nord del complesso aziendale.
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase
di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione
dell’inserimento ambientale-paesistico.
compatibile
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
199
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna
l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di
produzione.
compatibile
Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto
saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita
dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di
compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina
del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito
Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”.
200
15 – PIANO DI MONITORAGGIO
201
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello
stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una
lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto.
Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Osio Sopra ha il duplice compito di:
•
fornire le informazioni necessarie a valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in
campo dal Piano, consentendo di verificare se esse siano effettivamente in grado di
conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è prefissato;
•
permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente
dovessero rendersi necessarie.
Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente,
valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano nella fase di attuazione dello stesso.
In una logica di piano-processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un piano che
deve essere in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a
posteriori.
È da sottolineare come nei piani di tipo generale, quale appunto il Documento di Piano del PGT, in
molti casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali.
Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come:
•
verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano,
attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di
mitigazione/compensazione;
•
monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che
sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti allo scopo di
tenere sotto controllo le trasformazioni attese.
Il monitoraggio non ha pertanto solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le
informazioni che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto di non
addetti ai lavori, attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e
considerazioni sviluppate in forma discorsiva, e basate sulla quantificazione di un sistema di
indicatori.
I dati raccolti nell’ambito del “Piano di Monitoraggio” sono sintetizzati attraverso la realizzazione di
un report da pubblicare sul sito internet del Comune.
202
Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS, non solo
come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne
permetta il percorso a ritroso.
Il monitoraggio di un Piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione,
di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire
indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare.
Esso va progettato in fase di elaborazione del Piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La
progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e
tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei
meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di
attuazione del Piano.
Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back successive il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006]
203
Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del Piano sono
descritte nella figura seguente:
Identificazione degli indicatori
Acquisizione di dati e
informazioni dalle diverse fonti
Popolamento dei indicatori
(di stato e prestazionali)
DIAGNOSI
Individuazione delle cause che
hanno determinato eventuali
scostamenti rispetto alle
previsioni del piano
TERAPIA
Elaborazione di indicazioni per
il riorientamento
È opportuno innanzitutto, identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri
strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da
consentire alle Amministrazioni di coordinare i propri piani e programmi e di dialogare con altri
livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi
indicatori, purché significativi e facilmente popolabili.
Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di
strumenti di tipo informatico.
L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’Amministrazione responsabile del piano
avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di
Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA,
informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio
territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento. Tra le informazioni da acquisire devono
essere comprese anche quelle relative alle modalità di attuazione del Piano, come ad esempio la
tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il numero e la qualità degli eventi di
partecipazione.
Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla rappresentazione
dei dati sugli indicatori.
204
Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli
indicatori, è possibile, a questo punto, definire:
•
indicatori di stato;
•
indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli
obiettivi del Piano (efficacia) e di metterlo in relazione con le risorse impiegate (efficienza).
In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di Piano e dalle ipotesi
fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate.
Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto
sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso
eccessivo di risorse.
Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il
riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi
effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il piano stesso (ad esempio,
modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico).
Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e
costituiscono la base per la “terapia” ovvero il riorientamento del Piano.
Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della
relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere,
attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del piano, di indirizzare verso
l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei
risultati.
Dall’analisi del territorio di Osio Sopra e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle misure
di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il “Piano di Monitoraggio” mediante
l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi specifici e dei criteri di periodicità:
205
Indicatore
Obiettivo specifico
Unità di misura
Fonte
Periodicità
monitoraggio
ARIA
Concentrazione di
alcuni inquinanti
atmosferici:
o PM10
o NOx
Minimizzare l’impatto
ambientale legato al
traffico veicolare, al
fine di migliorare la
qualità dell’ambiente
urbano.
Dati centralina
ARPA
Semestrale
Eventuali campagne
mobili effettuate da
ARPA a Osio Sopra
o nei Comuni
limitrofi.
In base alla
disponibilità del
dato.
m3/ab
Hidrogest S.p.A.
Annuale
%
Hidrogest S.p.A.
Annuale
Classe
Dati ASL e/o ARPA.
Rilevamenti su
iniziativa del
Comune.
Secondo
disponibilità
Comune di
Osio Sopra
Annuale
μg/m3
ACQUA
Consumo idrico
potabile annuo per
abitante.
Contenere i consumi
idrici e ridurre gli
impatti ambientali
Perdite nella rete di degli edifici residenziali
distribuzione idrica. e produttivi.
Indice SECA acque
Monitorare le qualità
delle acque superficiali
SUOLO
Coefficiente di
urbanizzazione
(Superficie
urbanizzata /
superficie totale).
Minimizzare il
consumo di suolo
libero.
% nuovi interventi/
aree già urbanizzate
FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’
Area verde
procapite.
Integrazione e
razionalizzazione del
verde fruibile.
Comune di
Osio Sopra
Annuale
kg
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
%
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
ENEL S.p.A.
(dip.Treviglio)
Annuale
m /anno
Enel Gas.
(dip.Calcinate)
Consorzio CEV
Annuale
n°
Comune di
Osio Sopra
Annuale
m2/ab
PRODUZIONE DI RIFIUTI
Rifiuti totali prodotti
sul territorio
comunale.
% Raccolta
Differenziata.
Promuovere il
contenimento dei
carichi ambientali sul
territorio comunale.
CONSUMO ENERGETICO
Consumi annuali di
energia elettrica
totale.
Consumi annuali
totali di gas
metano.
N° di certificati
energetici
Contenere i consumi
energetici e ridurre gli
impatti ambientali
degli edifici residenziali
e produttivi
kWh/anno
3
206
Indicatore
Obiettivo specifico
Fonte
Periodicità
monitoraggio
Comune di Osio
Sopra
Annuale
ASL Bergamo
Annuale
Comune di
Osio Sopra
Annuale
ab
Comune di
Osio Sopra
Annuale
%
Comune di
Osio Sopra
Annuale
Unità di misura
m2 pannelli solari
Installazioni sul
territorio comunale
per produzione di
energia da fonti
rinnovabili
kW installati
pannelli
fotovolotaici
CARICO ZOOTECNICO
Numero di capi
allevati (bovini,
ovini, caprini,
equini, suini,
avicoli)
Promuovere una
concezione di
“territorio rurale” non
inteso come “ambito
produttivo” bensì
come “ambito di
valore paesaggistico,
ambientale ed
ecologico”.
n° capi
MOBILITA’ E TRASPORTI
Miglioramento del
sistema della mobilità
Lunghezza della
dolce, promuovendo
rete ciclo-pedonale
scelte a basso impatto
rispetto alla
ambientale, al fine di
superficie comunale
incrementare la qualità
dell’ambiente urbano.
km/km2
POPOLAZIONE
Abitanti residenti al
31 Dicembre
Variazione
demografica
annuale
Valutare la struttura
demografica del
comune
207
Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra riportati
poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Osio Sopra, e
allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla VAS ed
influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste per
conseguirle.
Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio che
prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che non
comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali.
Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei
quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di
raggiungere l’obiettivo medesimo.
Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel “Piano di Monitoraggio” si traducono, per la
maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti.
Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura
dell’Amministrazione Comunale.
208
Il presente documento, i cui contenuti sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale
Strategica del Documento di Piano del PGT, ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli
effetti attesi rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso.
Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non
strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi
utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio.
Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei
dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo
complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno
fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come
“addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e
maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi
di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento
di Piano.
Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di
tematica degli atti del PGT.
“OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO”
attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera
209
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